Parlare della Diagnosi. Dr.ssa Chiara Pezzana Neuropsichiatra Infantile
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- Leo Deluca
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1 Parlare della Diagnosi Dr.ssa Chiara Pezzana Neuropsichiatra Infantile
2 Sarà Autismo? Il sospetto della diagnosi a volte nasce a scuola: Nelle situazioni a basso funzionamento o con gravi problemi di comportamento alla scuola dell infanzia Nelle situazioni ad alto funzionamento alla primaria Come chiarirci le idee se i nostri sospetti sono fondati?
3 La Scala MChatR Possiamo utilizzare uno strumento di screening validato per essere più sicuri del nostro sospetto Possiamo compilarlo insieme alla famiglia in un momento sereno se abbiamo la loro collaborazione Dobbiamo spiegare alla famiglia che questi strumenti di screening danno molti falsi positivi ma e che è importante avere una diagnosi specialistica prima possibile
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5 Protocollo Diagnosi I Incontro: Raccolta Anamnestica e ADI-R. NPI Ci conosciamo II Incontro: osservazione di gioco informale. NPI e Ped. Vediamo le potenzialità III Incontro: Valutazione Diagnostica (ADOS 2). NPI C.ABA Vediamo i limiti, ricordiamo le potenzialità IV incontro: Valutazione Prestazionale. NPI C.ABA Vediamo cosa c è fa fare V Incontro: Restituzione e Programmazione intervento NPI-PED Costruiamo il Percorso Evolutivo di Rete
6 Obiettivi Portare i genitori alla completa consapevolezza di : 1: quali sono le caratteristiche della patologia che il loro bambino presenta ed i conseguente limiti 2: quali sono le potenzialità che il bambino ha nel superare i limiti che la patologia gli pone quando gli viene fornito il giusto supporto e di fronte alla giusta motivazione Guidare i genitori a riprendere il loro ruolo educativo e portarli ad essere il centro dell inizio del trattamento: Nessuno è più motivato di loro e nessuno può essere più motivante di loro con il loro bimbo
7 Guardiamo prima le potenzialità Durante il secondo incontro il setting è libero, il pedagogista gioca con il bambino, lo espone a situazioni e routine motivanti e lo supporta adeguatamente: i genitori osservano guidati dal neuropsichiatra il loro bambino ad un livello di funzionamento e di benessere più alto del solito: Si inizia a dare qualche suggerimento pratico su come sollecitare alcune abilità. Ci diamo il primo compito: osservare il bambino quando è in uno stato di benessere. GUARDIAMO INSIEME QUELLO CHE IL NOSTRO BIMBO PUO FARE QUANDO E MESSO NELLE CONDIZIONI DI POTERLO FARE
8 Poi prendiamo coscienza dei limiti! Il terzo incontro è dedicato all ADOS. il setting è quello stabilito dal test ed è osservato con scrupolo. Quando il test è concluso viene dedicato uno spazio alla discussione del test con i genitori. Si valuta se quanto osservato è il comportamento tipico del bambino e si discute sulle parti del test che sono state più difficili o dolorose da vedere. VEDIAMO INSIEME IL DEFICIT, MA RICORDIAMO INSIEME LE POTENZIALITA
9 Infine ci concentriamo sul lavoro da fare Il consulente somministra il VB MAPP. Il neuropsichiatra spiega nel frattempo ai genitori cosa si sta valutando. Si parla di quali sono i prerequisiti su cui lavorare e si osservano le eventuali difficoltà che si potrebbero incontrare in alcuni apprendimenti. a casa! INIZIAMO AD ESSERE CONSAPEVOLI DI COSA IL BIMBO DEVE IMPARARE E QUALI SONO LE BARRIERE CHE IMPEDISCONO GLI APPRENDIMENTI
10 ORA PIANIFICHIAMO INSIEME IL TRATTAMENTO E COSTRUIAMO LA RETE L ultimo incontro di un percorso del genere non è quindi che un riassunto di quello che è accaduto in consapevolezza piena dei genitori. -Puntualizziamo la diagnosi ed il livello di gravità - Valutiamo insieme le risorse della famiglia Costruiamo la rete insieme DELINEIAMO IL PERCORSO EVOLUTIVO DI RETE ( PER) SU MISURA PER IL BAMBINO E PER LA SUA FAMIGLIA!
11 PER Percorso Evolutivo di Rete
12 ASSEMBLARE GLI INGRANAGGI
13 OCCUPANDOSI INNANZITUTTO DI OGNI SINGOLO INGRANAGGIO Genitori, bambino, fratelli, educatrici asilo nido, maestre,... Tutti coloro che a vario titolo interagiscono quotidianamente con il bambino necessitano di sostegno specifico affinché possano tornare ad essere PROTAGONISTI
14 ACCOGLIENDO... È fondamentale garantire uno spazio mentale e fisico di accoglienza per ogni persona coinvolta... In primis i genitori! Non si può versare acqua in un bicchiere già pieno! Come? - PARENT TRAINING - COACHING a DOMICILIO - Consulenza a scuola - Sostegno psicologico
15 Parent Training Percorso in piccolo gruppo di 4 incontri a cadenza bisettimanale rivolto ai genitori di bambini (0-5 anni) a cui è stato appena diagnostico un disturbo ASD FORMAZIONE SU TEMI SPECIFICI: Eziopatogenesi, Trattamenti, Comunicazione, Gioco SPAZIO di ascolto e di confronto SUGGERIMENTI pratici
16 Coaching a domicilio Far sperimentare situazioni di gioco e di benessere reciproco che fanno crescere la MOTIVAZIONE del genitore a ritrovare il suo ruolo ed allo stesso tempo implementano gli apprendimenti del bambino
17 GUARDARE CON OCCHI NUOVI ATTIVARE ROUTINE DI GIOCO MOTIVANTI ARRICCHIRE IL GIOCO STEREOTIPATO AIUTIAMO I GENITORI A: STIMOLARE LA COMUNICAZIONE (COMPRENSIONE e RICHIESTA) STIMOLARE L'IMITAZIONE FARE GIOCO VOCALE AUMENTARE GESTUALITÀ
18 RICHIESTE REGOLAZIONE SENSORIALE COLLABORAZIONE Nei bambini implementiamo... GIOCO INTERSOGGETTIVITÀ PRIMARIA COMPRENSIONE
19 Tutto scorre
20 NEI PANNI DI
21 La scuola non mi portò nuovi amici. Fu uno shock. La mia mente era completamente sopraffatta da duecentocinquanta bambini allievi della scuola. Duecentocinquanta voci e una quantità di braccia e gambe imprevedibili. Duecentocinquanta corpi da evitare. I bambini che c erano a scuola sembravano migliaia e migliaia di volti vuoti che mi ondeggiavano davanti senza che riuscissi a metterli a fuoco e a capire cosa fare. Sembravano avere a che fare l uno con l altro. Cercavo di capire cosa potesse legarli l uno all altro ma non riuscivo a trovare una teoria valida. Comunque sapevo una cosa: non avevano niente a che fare con me. Gunilla Gerland
22 OBIETTIVO Promuovere l integrazione di uno studente con D. Spettro Autistico nel gruppo classe Far maturare esperienze significative sia nell apprendere che nel socializzare Creare le condizioni per favorire il massimo benessere e la massima autonomia
23 COME PROMUOVERE L INTEGRAZIONE? E come costruire un ponte Si lavora sui due versanti, si fa crescere la costruzione verso il centro, dove alla fine i due versanti s incontreranno. Tramite il ponte, poi, è possibile comunicare, incontrarsi, e magari anche fare qualcosa insieme
24 DESTINATARI Compagni di classe, le loro famiglie ed insegnanti di uno studente con Autismo inserito in una scuola elementare, media o superiore
25 OBIETTIVI Offrire un occasione di formazione specifica sull Autismo Rendere studenti e docenti protagonisti del progetto Sviluppare un clima adatto all interazione, allo scambio, alla condivisione Incoraggiare l empatia per comprendere meglio i sentimenti e i bisogni degli altri Sviluppare abilità di gestione creativa dei problemi Fornire strumenti specifici utili per rendere compagni e docenti una vera parte del progetto di abilitazione
26 STRUMENTI Lezioni frontali Role playing Workshop Discussioni di gruppo
27 UN ESEMPIO DI PROGRAMMA DEL PERCORSO 1 incontro con i docenti 1 incontro con i genitori 3 incontri con i compagni : Nei panni di 2 incontri con tutta la classe: Con INCONTRI CONDOTTI DA SPECIALISTI O DA INSEGNANTI!
28 Oggi educare i bambini con Autismo è possibile,non farlo è una responsabilità Enrico Micheli
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