COMUNE DI SANTORSO. INNOVAZIONE IN COMUNE Una scuola per amministratori e tecnici dei comuni dell Alto Vicentino
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- Flaviano Dini
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1 COMUNE DI SANTORSO INNOVAZIONE IN COMUNE Una scuola per amministratori e tecnici dei comuni dell Alto Vicentino Promuovere la partecipazione attiva dei cittadini Santorso (VI) 30 gennaio 2015
2 Andrea Pillon Avventura Urbana Srl Corso Francia, 19 - Torino Laureato in Scienze politiche e diplomato alla prima edizione del Master in Analisi delle Politiche Pubbliche di Torino. Da oltre quindici anni mi occupo di analisi e facilitazione dei processi decisionali e mediazione dei conflitti nei campi delle politiche ambientali, dello sviluppo locale e della riqualificazione urbana. Pubblicazioni: M. Morisi, A. Pillon La localizzazione del depuratore di Ponte Buggianese: un caso di risoluzione partecipata dei conflitti in Giochi di potere. Partecipazione, piani e politiche territoriali, a cura di M. Morisi e C. Perrone, Utet/Università - De Agostini, Novara, I. Romano, A. Pillon, M. Robiglio, I. Toussaint, Esperienze di Electronic Town Meeting in Democrazia partecipativa ed Electronic Town Meeting a cura di Vito Garramone e Marco Aicardi, Franco Angeli, Milano 2011 Collaborazione alla redazione del numero monografico della Rivista INU sul Dibattito Pubblico della Gronda di Genova, 2010 A. Pillon (et al.) Ricostruire la comunità con la comunità. L alternativa dopo l emergenza in Meridiana, Rivista di storia e scienze sociali. N. 65/66 L Aquila 2010: dietro la catastrofe Imes, Roma, 2010 Collaborazione alla redazione del volume Amministrare con i cittadini. Viaggio tra le pratiche di partecipazione in Italia a cura di Bobbio, L. Rubbettino editore, 2007 Andrea Pillon, Ambiente Italia 2007, Case History La localizzazione dell inceneritore di Torino Edizioni Ambiente 2007 Collaborazione alla redazione del volume A più voci. Amministrazioni pubbliche, imprese, associazioni e cittadini nei processi decisionali inclusivi a cura di Luigi Bobbio, ESI, Napoli, 2004 Marianella Sclavi, I. Romano, S. Guercio, A. Pillon, M. Robiglio, I. Toussaint, Avventure Urbane, Progettare la città con gli abitanti, MiIano, Eleutherà, 2002.
3 Che cos è Avventura Urbana Avventura Urbana è formata da un gruppo di esperti di diverse discipline: architetti, urbanisti, analisti delle politiche pubbliche, facilitatori, operatori sociali, comunicatori, web designer La squadra di Avventura Urbana lavora insieme da circa 20 anni per promuovere la progettazione partecipata esplorando nuovi percorsi per trattare in modo innovativo le politiche pubbliche del territorio
4 I PROCESSI DECISIONALI INCLUSIVI
5 Processi inclusivi: cosa sono? Sono processi decisionali pubblici e/o privati che vengono compiuti mediante il coinvolgimento di altre amministrazioni, associazioni, soggetti privati, cittadini Sono definiti inclusivi perché cercano appunto di includere un certo numero (più o meno ampio) di soggetti interessati ad un determinato problema per farli partecipare alle scelte d Processi di concertazione, partenariato, partecipazione, consultazione, negoziazione, accordi, intese.
6 Processi inclusivi: quali applicazioni? Processi previsti per legge Piani e programmi urbanistici (piani strutturali, piani della mobilità, programmi di recupero urbano, piani energetici), procedure negoziate (inchiesta pubblica in fase di VIA, dibattito pubblico, contratti di fiume, contratti d area) Processi volontari Piani strategici, piani di sviluppo locale, contratti di rete d Opportunità Progetto Life Environment Governance and Information - Promoting non-judicial conflict resolution as a means of finding amicable and effective solutions for conflicts in the environmental field Horizon 2020 Urban Mobility - MG Strenghtening the knowledge and capacities of local authorities
7 I processi decisionali I processi decisionali devono essere progettati prima di essere avviati Progettare un processo decisionale significa fare uno sforzo creativo e prefigurare possibili scenari di intervento Decidere significa scegliere un corso d azione scartando possibili corsi d azione alternativi (siete degli attori in gioco e quindi contribuite a determinare il successo o l insuccesso del processo)
8 Cosa dobbiamo chiederci? Quale problema devo affrontare? Con chi dovrò relazionarmi e quali sono gli interessi in gioco? Quali sono i tempi e le risorse (economiche, politiche, sociali) a disposizione? In quale fase del processo sono stato chiamato ad operare? Che cosa si aspettano da me? Quali sono i miei compiti? Come saranno utilizzati i risultati?
9 A quali condizioni per avviare i processi inclusivi? Il progetto è modificabile e in quali parti? (vi è un reale spazio di partecipazione?) I decisori sono disposti a rivedere parte del progetto e/o a costruire in modo condiviso alcune azioni/interventi? I decisori sono disposti a prendere impegni concreti rispetto ai risultati del processo: a motivare le scelte che adotteranno e a sospendere la decisione sino alla conclusione del percorso? Le procedure e i tempi a disposizione sono compatibili con il processo partecipativo? Sono in grado di svolgere l incarico?
10 Un processo inclusivo implica che le amministrazioni siano disposte a ridefinire il problema originario e a permettere che nel corso del processo dialogico possano emergere soluzioni diverse da quelle immaginate all inizio
11 Nel caso in cui non sussistano queste condizioni forse è meglio lasciar perdere e concentrarsi magari sugli aspetti di comunicazione partecipazione vs comunicazione
12 E MEGLIO EVITARE PROCESSI INCLUSIVI QUANDO SE NE PUO FARE A MENO. E MEGLIO NON COMPLICARSI LA VITA (Luigi Bobbio, A più voci, ESI, 2007)
13 I PROCESSI DECISIONALI INCLUSIVI Perché Processi inclusivi o esclusivi? Presenza di conflitti, bisogno degli altri, politiche co-prodotte e/o integrate Quando In quale stadio del processo? Il più tardi possibile? La fitta al cuore del progettista Con chi Chi sono i partecipanti? Tutti? Portatori di interesse? Cittadini? Associazioni? Estrazione casule? d Come Approcci, metodi, tecniche Metodi e tecniche per l ascolto, l interazione costruttiva, la costruzione di scenari, la mediazione dei conflitti Chi fa che cosa Chi conduce i processi? Promotori, registi, facilitatori, mediatori
14 Quando si parla di processi inclusivi spesso si fa riferimento alla sindrome NIMBY, alla mediazione dei conflitti, alla progettazione partecipata, a processi di concertazione o di democrazia deliberativa Ma cosa significano questi termini?
15
16 NIMBY Not In My Back Yard ( ) la sindrome NIMBY è la sindrome che manifesta chi si oppone all insediamento territoriale di impianti e infrastrutture Si può essere d accordo sulla necessità dell intervento ma non sulla localizzazione
17 Gli oppositori chiedono ai decisori di motivare le ragioni delle scelte: perché proprio qui e non altrove? Spesso gli oppositori vengono rappresentati in modo negativo campanilismo; egoismo; scarso interesse pubblico ecc Ma è proprio così?
18 COSA POSSIAMO CHIEDERCI Gli oppositori rappresentano interessi legittimi? Hanno qualche ragione nel protestare? E giusto tenere conto delle obiezioni? La sindrome NIMBY è sempre negativa?
19 Nel caso in cui gli oppositori non contestino la localizzazione ma l utilità del progetto, siamo ancora in presenza di una sindrome NIMBY Strategia del conflitto o valori e visioni differenti?
20 Comunque sia il conflitto è una forma di apprendimento Bisogna imparare a trattarli, ad anticiparli quando è il caso e a risolverli quando è possibile. Ma come?
21 Obiezioni e false credenze a. la mediazione è un modo per eliminare il conflitto b. non si può parlare con i cittadini di questioni complesse c. la mediazione è un modo per creare consenso d. la mediazione è un modo per sostituirsi alla politica e. aprire il confronto significa finire nel caos
22 TIPI DI PROCESSI democrazia deliberativa progettazione partecipata mediazione dei conflitti Confronto con gli strumenti di democrazia diretta (referendum, votazioni)
23 In quali circostanze? Quando c è un conflitto attuale o potenziale ü esternalità negative ü sindrome Nimby Quando abbiamo bisogno dell apporto di altri ü risorse finanziarie e legali ü risorse conoscitive ü il decisore cieco (mancanza di informazioni/ conoscenza) ü politiche che hanno bisogno di essere coprodotte ü politiche integrate
24 Quando? In quale stadio del processo decisionale Definizione del problema Il più presto possibile destare il can che dorme Analisi soluzioni alternative Progettazione di massima Progettazione esecutiva Il più tardi possibile non destare il can che dorme Attuazione
25 STAGE 3 STAGE 4 STAGE 1 Reconnaissance and Entree STAGE 2 Convening Dialogue and Information Exchange Clarification of the Trade Zone STAGE 5 Decision-Making STAGE 6 Memorialization Go / No Go Moments 25
26 Il più tardi possibile: non destare il can che dorme ü La difficoltà di tornare indietro ü La trappola dei costi ü La difficoltà di andare avanti ü La difficoltà di mettere gli interlocutori di fronte al fatto compiuto
27 Con chi? Come individuare i partecipanti La risposta standard è con tutti coloro che hanno uno specifico interesse sulla posta in gioco: nessun impatto senza rappresentanza Tutti? Tutti gli stakeholders - solo amministrazioni pubbliche - anche associazioni e gruppi - anche comuni cittadini Difficoltà - chi rappresentano? - gruppi intransigenti - gruppi che non ci stanno - interessi non rappresentati - interessi non rappresentabili Un campione casuale di cittadini - giurie di cittadini - deliberative polls - search conference - town meeting
28 Come? Approcci e tecniche ü Approcci e tecniche per l ascolto ü Approcci e tecniche per l interazione costruttiva ü Approcci e tecniche per la risoluzione dei conflitti
29 Principi comuni ü Favorire la comprensione ai non specialisti attenzione al linguaggio ecc. ü Strutturare il processo secondo regole condivise fasi, tempi, diritti di accesso ecc. ü Dare il massimo spazio all informalità piccoli gruppi (non assemblee) ü Impegnarsi nella trasparenza l effetto di spiazzamento
30 LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA
31 I processi partecipativi Interazione tra diversi attori Approccio incrementale, non sistematico ma strategico Conoscenza e progetto vanno in parallelo e non in sequenza
32 Quali sono i contesti di intervento I contesti di applicazione del metodo possono essere di diversa natura e scala: dalla frazione di quartiere all area vasta, dalle politiche settoriali ai programmi complessi di tipo integrato CdQ, PRU, PAS, PCO, PUT, Piani dei servizi, Progetti di arredo urbano, Agenda 21, Piani strategici, Piani urbanistici, negoziazioni ambientali ecc
33 Approcci e tecniche per l ascolto ü Ascolto passivo/ascolto attivo ü Outreach ü Animazione territoriale ü Ricerca-azione ü Centri informativi ü Camminate di quartiere ü Focus Groups ü Brainstorming
34 Approcci e tecniche per l interazione costruttiva > Tecniche basate sulla costruzione di scenari > p.es. Scenario Workshop, Future Search Conferenze > Tecniche basate sulla simulazione > p.es. Planning for Real, Laboratori progettuali > Tecniche basate sulla spontaneità > p.es. Open Space Technology, World Cafè
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