Dispense della disciplina Karate
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- Aloisio Rocchi
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1 Corso di Laurea in Scienze Motorie e Sportive A.A. 2010/2011 Dispense della disciplina Karate Dott. Emiliano Mazzoli emilianomazzoli@gmail.com 1
2 KARATE ORIGINI E SIGNIFICATO DEL NOME 3 REIGI IL SALUTO 4 DOJO KUN 6 SISTEMA DI GRADUAZIONE 8 REGOLAMENTO SPORTIVO 9 KATA HEIAN SHODAN 11 TECNICHE E POSTURE PRINCIPALI 12 ORGANIZZAZIONI 19 MAGGIORI INFORMAZIONI 20 2
3 KARATE ORIGINI E SIGNIFICATO DEL NOME Il Karate è un'arte marziale a mani nude sviluppatasi nell'isola di Okinawa, nell'arcipelago delle Ryu Kyu, e originata dalla fusione tra metodi di combattimento nati nell'isola e tecniche similari di origine cinese. Le sue radici (1400 circa) si fanno risalire all'ormai famoso tempio cinese di Shaolin, nel quale la pratica delle prime arti marziali risale al VII secolo. Questo metodo di combattimento, basato su colpi di pugno e di mano diretti e circolari, calci, proiezioni ed immobilizzazioni, era inizialmente finalizzato all'autodifesa contro le aggressioni dei briganti e dei militari degli eserciti di occupazione, prima cinesi e poi giapponesi, che avevano proibito agli isolani il possesso di qualsiasi arma. Agli inizi del XX secolo, un maestro di Okinawa, Gichin Funakoshi, per primo presentò il Karate in Giappone con dimostrazioni nelle principali città dell'arcipelago, seguito da altri maestri che nel frattempo avevano lasciato l'isola di Okinawa con lo stesso scopo. Grazie al successo riscosso da Funakoshi, il karate si diffuse rapidamente in tutto il mondo. In questo periodo il Karate, integrandosi con il Budo giapponese, divenne Karate Do, Via del Karate, trasformandosi così, da metodo di combattimento esclusivamente utilitaristico, in Do cioè Via di sviluppo fisico e spirituale. Il termine Karate è scritto ricorrendo a due kanji (ideogrammi), il primo, Kara, significa vuoto mentre il secondo Te significa mano. Il kanji kara può essere interpretato in due modi. La prima, e più conosciuta, definizione (anche se è la meno sottile) ricorda che, attraverso la pratica del Karate vengono studiate tecniche di autodifesa senza uso di armi che non siano mani, piedi ed altre parti del corpo umano. La seconda definizione rispecchia, invece, la filosofia delle arti marziali e della spiritualità orientale, bene espressa dalle parole del M Gichin Funakoshi: «Come la superficie lucida di uno specchio riflette tutto ciò che le sta davanti ed una valle silenziosa riporta ogni più piccolo suono, così il praticante di Karate deve rendere il proprio spirito vuoto da ogni egoismo e malvagità in uno sforzo per reagire convenientemente dinnanzi a tutto ciò che può incontrare. Questo è il significato del termine Kara, o vuoto, in Karate». L antico nome del Karate era to de, la mano (te o de) della Cina (to) o più semplicemente te o de. L ideogramma to si pronuncia anche kara e all inizio del XX secolo ha incominciato ad essere impiegata questa pronuncia: kara te, la mano (te) della Cina (kara). Il termine te, o de, letteralmente mano, ha anche il significato di arte o tecnica. L uso della pronuncia kara permetteva di giocare sul doppio senso perché kara, in giapponese, significa anche vuoto, ma è scritto con un altro ideogramma. Il cambiamento dell ideogramma corrispondente al suono kara si spiega in due modi complementari: da una parte il termine kara, che significa vuoto nell accezione del buddhismo zen, ha in giapponese una maggiore profondità, dall altra il termine mano cinese non andava d accordo col nazionalismo giapponese di inizio secolo. Questa nuova forma, kara te, mano vuota, si è diffusa nel corso degli anni Trenta, nel momento in cui i grandi maestri di karate, arrivati dalla piccola isola di Okinawa, cercarono di inserire la loro arte nella più vasta tradizione del Budo (insieme delle arti marziali dei guerrieri giapponesi). 3
4 REIGI IL SALUTO La parola Reigi è composta dai kanji REI e GI; quest ultimo col significato di convenzione o obbligo sociale. Rei significa ringraziamento, saluto e nello specifico inchino. Il Rei è un concetto fondamentale per tutte le arti marziali di origine giapponese in quanto espressione della cortesia, del rispetto e della sincerità. Il saluto non simboleggia una superficiale manifestazione di educazione, ma un lavoro completo sulla persona: la ricerca di una migliore adesione alla via (Do ). La postura da assumere prevede l allineamento perfetto del ventre, del busto e della testa, centri, rispettivamente, della volontà, dell emotività e dell intelletto. La posizione del saluto è inizialmente verticale ed esprime la via spirituale ; si inclina poi orizzontalmente, ad indicare la via materiale ; tanto più è profondo l inchino tanto maggiore è rispetto portato nei confronti di chi lo riceve. Al momento di entrare nel dojo bisogna salutare con un inchino discreto e sincero rivolto alla sede superiore (kamiza) e lo stesso inchino deve essere eseguito ogni volta che i praticanti si pongano di fronte o eseguano un esercizio di forma (kata). Il saluto si può eseguire sia in piedi che in ginocchio. Ritsurei saluto in piedi Il saluto in piedi (ritsurei, in giapponese) deriva dal saluto consuetudinario giapponese e viene eseguito unendo prima i talloni, mantenendo il busto e la nuca ben eretti e portano le mani con le dita tese e serrate lungo le cosce; questa posizione va mantenuta fino a che lo stato d animo si sia fatto calmo e consapevole, quindi si piega poi in avanti il busto ed infine si torna in posizione eretta. Zarei saluto in posizione inginocchiata Quando sta per cominciare la lezione gli allievi si allineano per grado (il grado più alto all estrema 4
5 destra) lungo la sede inferiore del dojo mentre il maestro è solito sedersi di fronte a loro nella sede superiore. Dopo che il maestro si è seduto o da il comando gli allievi, dal grado più alto al più basso, si siedono nella tradizionale posizione in ginocchio di seiza. Per mettersi correttamente in questa posizione bisogna prima piegare la gamba sinistra ruotando leggeremente a destra col busto, quindi seguire con la gamba destra; gli alluci restano a contatto o si incrociano mentre i talloni, rivolti verso l esterno, formano un incavo in cui ci si siede; la schiena è dritta e la testa eretta, le spalle sono rilassate e le mani sono appoggiate sulle cosce coi palmi in basso e le dita rivolte verso l interno, le ginocchia sono aperte in modo naturale generalmente distanziate da due pugni e determinano la stabilità della postura. Il praticante deve tenere la colonna vertebrale diritta per potere respirare in modo corretto. Dalla posizione di seiza è possibile la pratica della meditazione (mokuso ), seguita nel più profondo silenzio per consentire il raggiungimento dell armonia e della concentrazione. Sempre dalla posizione di seiza è quindi eseguibile l inchino detto zarei. Si esegue appoggiando sul terreno di fronte a sé prima la mano sinistra e poi la destra con i palmi in basso e le dita serrate e rivolte leggermente verso l interno, quindi si esegue un inchino in avanti senza sollevare i fianchi dall incavo dei calcagni. Le espressioni verbali che precedono l inchino vero e proprio sono solitamente scandite dall allievo più anziano (senpai ), seduto a capofila all estrema destra degli allievi, e possono variare a seconda delle circostanze e possono essere. Alla fine di ogni inchino si torna in posizione di seiza riportando sulle cosce prima la mano destra e poi la sinistra; a conclusione dell ultimo saluto solitamente il reciproco il maestro si alza ed all ordine «kiritsu» è seguito dagli allievi. La filosofia racchiusa nel saluto si radica durante l esercizio e deve estendersi a tutti gli aspetti quotidiani. Il rei offre un occasione di riflessione ad ogni praticante circa il comportamento da tenere verso gli uomini e verso la vita. 5
6 DOJO KUN Uno dei fondamentali aspetti dello studio del karate è la comprensione del Dojo Kun: un codice etico con 5 precetti che indicano la Via e dichiarano le buone azioni da seguire per una sincera e totale comprensione del senso profondo del Karate. Il Dojo Kun si recita durante lo Zarei (saluto in ginocchio), dopo il Mukuso della fine lezione, il Senpai pronuncia le frasi e l intera classe ne ripete le parole. Il lavoro più grande consiste nel far proprie queste parole, lo studio del Dojo Kun è considerato parte integrante dello studio del Karate stesso, patrimonio del dojo e bene comune di tutti i praticanti. HITOTSU, JINKAKU KANSEI NI TSUTOMERU KOTO (Ricerca la perfezione nel carattere) HITOTSU, MAKOTO NO MICHI O MAMORU KOTO (Percorri la via della sincerità) HITOTSU, DORYOKU NO SEISHIN O YASHINAU KOTO (Coltiva uno spirito di forza e perseveranza) HITOTSU, REIGI O OMONJIRU KOTO (Agisci sempre con buone maniere) HITOTSU, KEKKI NO YU O IMASHIMERU KOTO (Astieniti dalla violenza e mantieni l'autocontrollo). HITOTSU, JINKAKU KANSEI NI TSUTOMERU KOTO Dojo Kun in giapponese 6
7 (Ricerca la perfezione nel carattere) In questa frase la prima cosa che colpisce è la volontà di perseguire non la supremazia della tecnica o delle componenti esterne, ma piuttosto la cura e la ricerca nel migliorare il carattere del praticante. La tecnica esterna è il mezzo per raggiungere la perfezione interna, il karate come mezzo per perfezionare l uomo: l uso della forza e della violenza non è il fine ultimo del Karate Do. Il maestro Funakoshi ha dato moltissima importanza agli aspetti spirituali e all equilibrio del praticante. Imparare a gestire la propria interiorità aiuta a raggiungere uno stato di equilibrio psico fisico e a vivere la propria vita in maniera attiva e serena; se l'allenamento fisico, con l'avanzare degli anni, incontra necessariamente delle limitazioni, lo spirito deve e può, invece, essere perfezionato fino alla morte. HITOTSU, MAKOTO NO MICHI O MAMORU KOTO (Percorri la via della sincerità) La disponibilità e la pratica a essere leali, prima con se stessi e poi verso gli altri, ci rende umili, giusti e consapevoli di chi siamo. Chi non ha fiducia nella ricerca di una Via vera, sincera, cercando strade corte o poco pulite resterà vittima delle proprio Ego fantasioso. Ammettere i propri limiti e accettare il duro lavoro nel Karate, così come nella vita, non è segno di debolezza, ma al contrario di coraggio e umiltà. Una buona costruzione necessita di fondamenta solide e ben disposte. HITOTSU, DORYOKU NO SEISHIN O YASHINAU KOTO (Coltiva uno spirito di forza e perseveranza) Sudore, pazienza e totale dedizione sono le richieste della pratica. Imparare un'arte richiede molto impegno, non basta esser bravi e veloci. "Siamo come bicchieri di acqua sporca di fiume, dapprima togliere le pietruzze grandi è facile, ma il vero lavoro sarà dopo per trovare quelle sempre più piccole". HITOTSU, REIGI O OMONJIRU KOTO (Agisci sempre con buone maniere) Chi decide di dedicare la propria vita o parte di essa allo studio del Karate, fa una scelta: vivere secondo un etica marziale. Le azioni giuste conoscono solo una Via e ognuno di noi dentro di sé ne riconosce il sentiero. Adottare un comportamento corretto ci aiuta a non essere arroganti e a dare il giusto peso alle cose, evitando così di cadere in errori di valutazione. HITOTSU, KEKKI NO YU O IMASHIMERU KOTO (Astieniti dalla violenza e mantieni l'autocontrollo) Sii giudice di se stesso, impara a controllare gli impulsi istintivi. Come un bambino ha animo sereno e pulito davanti alle scoperte della vita, il karateka cerca di mantenere la propria purezza di intenti: raffinare la tecnica esterna come mezzo per rendere perfetto e libero il proprio spirito dal materialismo della violenza. 7
8 SISTEMA DI GRADUAZIONE La cintura nel karate è un riferimento che indica l'abilità, attestata dal superamento di appositi esami, nella pratica della disciplina di chi la indossa. Nel 1926, Gichin Funakoshi, fondatore del Karate stile Shotokan, adottò il sistema dei dan dal fondantore dello Judo, Jigoro Kano. Nel sistema di graduazione si distinguono kyū e dan. Sono considerati kyū i livelli di scuola o apprendimento di base (numerati in maniera decrescente) e dan i gradi più elevati, di auto perfezionamento. L'esame di graduazione consiste in una dimostrazione tecnica di fronte a una commissione di esaminatori. Esso può includere tutto ciò che si è imparato fino a quel punto oppure nozioni nuove. Le cinture sono di vari colori e corrispondono ai seguenti livelli (kyū/dan): 7 KYU 6 KYU 5 KYU 4 KYU 3 KYU 2 KYU 1 KYU Bianca Gialla Aranci Verde Blu Marrone 1 DAN 2 DAN 3 DAN 4 DAN 5 DAN 6 DAN 7 DAN 8 DAN 9 DAN Nera Bianca-Rossa Rossa 10 DAN Rossa Presso alcune scuole esistono ulteriori cinture intermedie o una diversa classificazione delle cinture. Nel settore giovanile, ad esempio, è frequente l inclusione di cinture intermedie nel sistema di graduazione: bianco gialla, gialla arancione, arancione verde, verde blu, blu marrone. Dopo la cintura marrone 1 kyu si può sostenere l esame di cintura nera 1 dan. Dopo il 6º dan, i successivi livelli vengono assegnati esclusivamente per meriti speciali e non più in seguito ad esami. Per i gradi più elevati non viene valutata solamente la mera capacità tecnica raggiunta, ma soprattutto i frutti dell esperienza, le abilità legate alla didattica, l organizzazione, la ricerca e la dedizione a quest'arte marziale. 8
9 REGOLAMENTO SPORTIVO Le competizioni sportive di karate si differenziano fra Kumite (combattimento) e Kata (forme). La competizione di Kumite si configura come un combattimento libero fra due avversari vincolati a non nuocersi. Ciò avviene attraverso il controllo di colpi (inibizione cinetica) che trasferisce l azioneattacco dal piano reale a quello simbolico. Si tratta di un combattimento rituale dove i due avversari si confrontano per ottenere la vittoria, nell ambito disegnato dalle regole e sulla base di capacità ed abilità psicofisiche. Considerando che le azioni debbono esprimere reali quantità di energia cinetica, comunque controllata prima del contatto, il problema dell atleta è quello di realizzare una situazione che sintetizzi realtà (potenza) e simbolicità (controllo). Si tratta dunque di uno sport in cui la vittoria premia non la superiorità oggettiva (come il KO del pugilato), ma la superiorità tecnica. Il regolamento che disciplina il Kumite prevede l attribuzione di punti agli atleti che riescano ad effettuare tecniche di attacco verso bersagli considerati validi (testa, viso, collo, addome, fianchi, schiena). I punti sono divisi in ippon (1 punto, tecnica di attacco singola con arto superiore alta o bassa) nihon (2 punti, tecnica di calcio basso all addome o due pugni entrambi a bersaglio) e sanbon (3 punti, tecniche di gamba al volto e proiezioni). L atleta che, entro lo scadere del tempo a disposizione per il combattimento, riesca a totalizzare il maggior punteggio vince. In alcuni casi la vittoria dell incontro può essere attribuita per squalifica dell avversario a causa delle varie sanzioni attribuitegli. Un punto viene assegnato quando una tecnica viene eseguita rispettando i seguenti criteri: a) Buona Forma; b) Atteggiamento Sportivo; c) Applicazione Vigorosa (POTENZA); d) Consapevolezza (ZANSHIN); e) Corretta Scelta di Tempo (TIMING); f) Distanza Corretta. Nel Karate, l essenziale del sapere è condensato nei Kata. Si tratta di sequenze gestuali relativamente brevi che comprendono all incirca da venti a sessanta movimenti. Il Kata deve aiutare a realizzare in forma perfetta in insieme di movimenti trasmessi dalla tradizione. Questo orientamento si trova in tutte le arti tradizionali giapponesi. Sebbene nei Kata ci si eserciti da soli, essi presuppongono la presenza di uno o più avversari. L idea fondamentale del kata è che il karateka debba sempre inquadrare la sua tecnica in relazione a un avversario verso il quale sono diretti i colpi e le risposte. Tuttavia il Kata non può essere ridotto a una semplice rappresentazione di un combattimento; esso è una formalizzazione simbolica di tattiche di combattimento destinate alla trasmissione e all apprendimento. Le competizione di Kata possono essere sia individuali sia di squadra. L obiettivo della competizione è quello di dimostrare, attraverso l esecuzione di un Kata che sia il più possibile vicino a un modello di prestazione ideale, la superiorità tecnica sugli avversari. I parametri rilevanti nella valutazione dell esecuzione di un Kata sono: a) Tecnica; 9
10 b) Potenza; c) Ritmo; d) Kime (capacità di alternare repidamente contrazione e decontrazione muscolare); e) Espressività. Ulteriori parametri che influenzano la valutazione, nelle gare a squadra, sono: f) Sincronismo g) Applicazione (Bunkai) Per maggiori informazioni, è possibile scaricare online il Regolamento Federale completo ( e il Programma dell Attività Federale ( 10
11 KATA HEIAN SHODAN 11
12 TECNICHE E POSTURE PRINCIPALI TECNICHE FONDAMENTALI DI BRACCIA OIZUKI postura iniziale zenktsudachi in guardia sin bacino semiaperto avanzamento ed estensione dell arto superiore dx ritorno alla postura iniziale GIAKUZUKI postura iniziale in guardia sin bacino semiaperto estensione dell arto superiore dx (giakuzuki) ritorno alla postura iniziale 12
13 URAKEN UCHI postura iniziale in guardia dx bacino semiaperto caricamento dell arto superiore dx al petto estensione dell arto superiore sul piano trasverso (fase di attacco al viso) bacino semiaperto ritorno alla postura iniziale GEDAN BARAI in SHIKO DACHI postura iniziale in guardia sin bacino semiaperto caricamento dell arto superiore sin alla spalla opposta cambio postura (shikodachi) ed estensione dell arto superiore sin, che esegue la parata bassa 13
14 AGE UKE (o JODAN UKE) postura di guardia dx parata alta con arto superiore dx vista frontale Ritorno alla postura iniziale bacino semiaperto GEDAN BARAI Posizione di guardia sin caricamento dell arto superiore sin alla spalla dx estensione del braccio sin dall interno verso l esterno, parata bassa 14
15 TECNICHE FONDAMENTALI CON GLI ARTI INFERIORI MAE GERI posizione di guardia dx caricamento dell arto inferiore sin al petto estensione della gamba sulla coscia richiamo della gamba sin appoggio dell arto inferiore sin verso il dx arretramento dell arto inferiore dx bacino semiaperto 15
16 MAWASHI GERI posizione di guardia dx caricamento dell arto inferiore sin al petto extrarotazione dell arto d appoggio semipiegato estensione completa dell arto inferiore sin sul piano trasverso recupero dell arto inferiore sin appoggio vicino al dx arretramento dell arto inferiore dx 16
17 URA MAWASHI GERI posizione di guardia dx caricamento dell arto inferiore sin al petto extrarotazione dell arto d appoggio semipiegato vista frontale estensione dell arto inferiore con traiettoria inversa rispetto al mawashi geri recupero dell arto inferiore sin appoggio vicino al dx arretramento dell arto inferiore dx 17
18 USHIRO URA MAWASHI GERI vista frontale posizione di guardia dx rotazione dorsale (in senso antiorario) vista laterale abduzione ed inizio dell estensione dell arto inferiore completamento dell estensione con traiettoria semicircolare dell arto inferiore sin vista laterale 18
19 recupero dell arto inferiore dx appoggio vicino al dx arretramento dell arto inferiore dx guardia sin avanti ORGANIZZAZIONI A livello nazionale la sola federazione riconosciuta dal CONI che ha il compito di promuovere, organizzare, disciplinare e diffondere il Karate è la FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali) A livello internazionale l organismo di riferimento è la WKF (World Karate Federation) 19
20 MAGGIORI INFORMAZIONI In questa ultima sezione riporto una lista di testi e links utili, destinata a chi senta il desiderio di approfondire lo studio degli argomenti trattati durante le lezioni esercitative, nonché della storia e filosofia del karate. Per avere informazioni utili riguardo alla scelta di uno dei testi elencati o per qualsiasi altra ragione potete contattarmi via e mail all indirizzo emilianomazzoli@gmail.com. Storia del Karate. La via della mano vuota, Kenji Tokitsu, Luni editrice; L arte del combattere, Kenji Tokitsu, Luni editrice; L essenza del Karate Do di Okinawa Shoshin Nagamine, Mediterranee; I venti principi del Karate, G.Funakoshi; Karate Do Kyohan, G.Funakoshi, Mediterranee; Karate Do. Il mio stile di vita, G.Funakoshi, Mediterranee; Karate di Okinawa, M.Bishop, Mediterranee; I Kata classici, Werner Lind, Mediterranee; Collana Superkarate, M.Nakayama, Mediterranee; Enciclopedia delle Arti Marziali AA.VV., Luni editrice; Manuale Teorico Pratico di Karate Scuola Elementare e Media, Pierluigi Aschieri, pubblicazioni FIJLKAM; Karate giocando. La scoperta del proprio corpo attraverso il karate, Topino, Invernizzi ed Eid, edizioni Caraba; Il progetto sport a scuola della FIJLKAM Granpremio Giovanissimi, progetto tecnico e regolamento delle competizioni giovanili: 20
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