KARATE TRADIZIONALE/SPORTIVO DIFFERENZE E SIMILITUDINI SIGNIFICATIVE
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- Bonifacio Villani
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1 Relazione di Roibu Mihai KARATE TRADIZIONALE/SPORTIVO DIFFERENZE E SIMILITUDINI SIGNIFICATIVE Il mondo del karate, da ormai molto tempo a questa parte, viene suddiviso in due parti, ovvero karate sportivo e karate tradizionale. Karate tradizionale Il Karate e' nato e si e' evoluto nell'isola di Okinawa che, per la sua posizione geografica tra Giappone e Cina, si trovava al centro di scambi commerciali continui tra le due potenze; questo permise all'arte di combattimento originaria dell'isola chiamata 'TE' una continua evoluzione dovuta al confronto con l'arte del kung fu proveniente dalla Cina e con quella giapponese dei samurai. Nei primi anni del 1900 il Karate, che fino ad allora era stato trasmesso da maestro a pochissimi diretti in quasi assoluta segretezza, fu introdotto nei programmi scolastici di educazione fisica, in funzione di questo la didattica cambio' per permetterne l'insegnamento a classi numerose. Vent'anni piu' tardi, grazie al lavoro del Maestro G. Funakoshi, il karate approdo' in Giappone dove ebbe una diffusione rapidissima, gli allevi piu' vicini al Maestro Funakoshi per distinguersi dagli altri gruppi che stavano nascendo definirono il loro stile di karate "Shotokan". Negli anni 50-60, dopo la morte del Maestro Funakoshi, i suoi allievi diretti tra cui Masatoshi Nakayama, Hidetaka Nishiyama e Taiji Kase, fondarono la JKA Japan Karate Association. Uno dei principali scopi della JKA fu quello di diffondere il karate oltre i confini del giappone, per questo formarono un gruppo di Istruttori, formidabili per la loro bravura, inviandoli nei vari angoli del globo. Grazie a questo la JKA e' riuscita a diffondere lo Shotokan in tutto il mondo, facendolo diventare lo stile di Karate piu' praticato al mondo.
2 Fu cosi' che negli anni 60 in Italia arrivo' il Maestro Hiroshi Shirai, il quale da allora con dedizione si e' adoperato per farci conoscere ed amare quest'arte con origini cosi' antiche. Purtroppo la grande diffusione e la frammentazione in innumerevoli federazioni ed in piccole realta' locali hanno inevitabilmente compromesso, in tanti, troppi casi, quei precetti originali riducendo il karate a sport di combattimento che ben poco hanno conservato di quell'arte marziale originale nata ed evoluta in Giappone. Per proseguire quel cammino iniziato tanti anni fa e per caratterizzare e salvaguardare ancora di piu' quel karate tramandato negli anni di generazione in generazione, il Maestro Nishiyama fonda nel 1985 l' I.T.K.F. Federazione Internazionale di Karate Tradizionale e conseguentemente, nel 1990, il Maestro Shirai fonda la F.I.K.T.A. Federazione Italiana Karate Tradizionale. "Proprio come uno specchio che riflette le immagini senza distorsioni, come in una tranquilla vallata che rimanda l'eco, così uno studente di karate deve purgare se stesso da pensieri egoisti e malvagi poiché solamente con una mente ed una coscienza chiara e limpida egli potrà capire ciò che sta ricevendo. [Gichin Funakoshi]
3 Karate sportivo Il karate (letteralmente "mano vuota") è un'antica arte marziale dell'isola di Okinawa, diffusasi poi in Giappone agli inizi degli anni venti, grazie all'azione di Gichin Funakoshi, maestro elementare. Il karate ha a sua volta radici in arti marziali di origine cinese. Il karate sportivo - cioè effettuato secondo un regolamento e con la valutazione di arbitri - è invece più recente, e viene ideato per la prima volta dalla scuola JKA - Japan Karate Federation - sotto la guida del maestro Masatoshi Nakayama. Il karate si diffuse poi in Occidente, e anche in Europa e in Italia, a partire dagli anni sessanta. In Italia si insediarono dapprima due famosi Maestri JKA, Masaru Miura e Hiroshi Shirai. Giunta in Occidente, l'arte marziale iniziò nel corso degli anni a mutare, subendo così una sorta di "sportivizzazione", fenomeno tipico della società occidentale. Passò così in secondo piano l'approccio difensivo a favore dell'espressione agonistica. Oggi il karate sportivo si distingue sempre più dal karate tradizionale, che è invece molto più realistico ed efficace in ambito difensivo. Il karate sportivo è molto meno efficace dal punto di vista applicativo in situazioni reali, questo a causa del tipo di allenamento effettuato che tralascia la maggior parte delle tecniche marziali in funzione di specifici regolamenti internazionali e di una specializzazione sempre più spinta degli atleti nella pratica agonistica. Vengono quindi tralasciati sempre più gli aspetti culturali e i valori caratteristici del karate delle origini e anche della stessa impostazione JKA, per focalizzare la preparazione invece sulla prestazione delle gare di kata e. Il karate non è ancora entrato a far parte del Olimpiadi, nonostante numerosi tentativi, non avendo mai raggiunto il numero di voti sufficiente nelle decisioni del Comitato Olimpico Internazionale. Questo ha permesso tuttavia al karate sportivo di mantenere ancora una discreta componente tradizionale che ne permette ancora oggi un basilare sviluppo a scopo difensivo.
4 Differenze Lo sportivo è uno sport da combatimento dove alleni bene poche tecniche e sviluppi ottimamente tempismo e rapidità. Il karate Tradizionale è un mecanismo in grado di insegniare ed instillare l' autostima el orgolio personale, un senso di responsabilità e del dovere, elasticità e forza di spirito,umiltà e preocupazione per i nostri compagni con un desiderio di auto miglioramento. E' anche un'attività che sviluppa il corpo la mente è lo spirito, e come tale offre un 'un pacchetto completo'.qualsiasi siano le forze e le debolezze personali lo zviluppo del' intera persona,completa e bilanciata ricoprendo tutte le sfere e stimolando nel frattempo il miglioramento delle sfere piu' deboli. Il karate tradizionale risente anche dell' etichetta della brutalità che spesso è asociata con tutte le arti marziali dal pubblico chè è male informato, cosi come aspetti violenti e brutali sono speso ciò che attrae la rizonanza dei media e l'attenzione del pubblico. Chi sceglie la via del tradizionale, solitamente, ha come scopo quello di adottare l arte in tutti i suoi aspetti: quello marziale, filosofico e spirituale per quanto riguarda il modo di vivere l arte stessa, e quello dell efficacia della tecnica per quanto riguarda l aspetto pratico. Nello sportivo invece l obiettivo principale è quello della competizione, tralasciando ogni altro aspetto che tolga tempo alla preparazione atletica e tecnica dell agonista. Anche nel karate tradizionale esiste l aspetto agonistico che però viene vissuto solo come una piccola parentesi che il praticante può vivere senza però facendolo diventare il proprio obiettivo. Dato che il modo di praticare è diverso, anche l aspetto agonistico ovviamente presenta non poche differenze; per quanto riguarda la gara di kumite nel tradizionale la tecnica per essere ritenuta valida deve avere i crismi di una tecnica definitiva, per fare degli esempi necessita di kime, equilibrio, controllo, distanza reale e soprattutto zanshin indispensabile nel karate tradizionale, e molti altri aspetti. Nello sportivo le tecniche considerate valide sono molto meno e soprattutto cambia il modo di esecuzione, per esempio non è necessario che la tecnica necessita di zanshin, si può notare dal fatto che l assetto e lo sguardo non sono sempre in posizione ottimale e che dopo l esecuzione molti danno le spalle all avversario; un altro esempio è che le tecniche non necessitano di un perfetto equilibrio, controllo e numerosi altri aspetti. Anche nella competizione di kata vi sono differenze dove nel tradizionale si ricerca la consapevolezza di quello che si sta eseguendo attraverso la tecnica, l atteggiamento mentale, il ritmo e altri aspetti, mentre nello sportivo tutto si basa sul lato atletico e coreografico, ovvero più è bella e pulita l esecuzione più sarà alto il punteggio.
5 Da queste riflessioni si può trarre la differenza tra gesto atletico e marziale, dove quest ultimo ha dietro le spalle uno studio sull efficacia reale e definitiva della tecnica mentre in quello atletico si ricerca solo l aspetto coreografico. Similitudini Il Karate Arte della mano vuota è un'altra forma di arte marziale a mani nude che si sviluppò nel corso dei secoli soprattutto ad Okinawa, quando i cinesi nel XVI secolo occuparono le isole di Ryu-Kyu e proibirono agli abitanti il possesso e l uso delle armi. Questo metodo di combattimento era ispirato alle tecniche di combattimento cinesi, inizialmente era usato come mezzo di autodifesa contro le aggressioni dei briganti e per difendersi dai militari dell esercito di occupazione. La popolazione si allenava in gran segreto e, col passare del tempo riuscì ad inventare e sperimentare delle tecniche micidiali necessarie e sufficienti per resistere agli attacchi degli avversari armati. Nei loro frequenti contatti con la Cina, gli abitanti di Okinawa scoprirono il Kempo la via del pugno cinese, e la boxe cinese, che utilizzavano tecniche di calci e pugni in grado di abbattere l avversario mantenendolo a una distanza di sicurezza. Questo metodo all inizio ricercava soprattutto l efficacia delle tecniche senza tener conto dell estetica del gesto di motivazione dal contenuto etico o morale. Vennero creati diversi stili di Karate che presero il nome dal luogo in cui venivano praticati, Shuri-te, Naha-te, Tomari-te ecc Fu il Maestro Gichin Funakoshi ( ) fondatore del karate moderno, che aggiunse al termine karate il suffisso DO via, intesa come via spirituale interiore, il quale fece conoscere il karate-do anche al di fuori dell isola di Okinawa. Il Kobudo di Okinawa è un altra disciplina legata al Karate,si sviluppò nello stesso periodo, la differenza sostanziale è che nel Kobudo di Okinawa vengono utilizzati dei tipi di armi particolari derivate da attrezzi agricoli in quanto in quel periodo era bandito l uso delle armi. Le arti marziali si sono sviluppate per tre principali motivi, come mezzo di lotta e quindi di difesa, come mezzo di comunicazione sociale e come mezzo di crescita interiore e spirituale per il benessere fisico e mentale.
6 Un elemento fondamentale che accomuna tutte le arti di combattimento in Oriente è la tradizione religiosa e medica che portano con se, l uso calcolato della respirazione per acquisire forza, calma, velocità e scioltezza. Da qui si comprende come le arti marziali vennero considerate vie, la via della flessibilità, il Judo, la via della mano vuota, il Karate-do, la via dell unione degli spiriti, l Aikido. L apprendimento della tecnica non è mai considerato fine a se stesso, ma come un percorso faticoso verso l integrazione tra la mente e il corpo. L estrema velocità con cui si sono diffuse le arti marziali nel mondo occidentale ha purtroppo fatto dimenticare la vera tradizione e la filosofia che hanno caratterizzato la loro nascita e il loro successivo sviluppo nella cultura orientale. Tutto ciò è probabilmente dovuto al forte spirito pratico del mondo moderno occidentale che ha colto piu facilmente solo l esteriorità delle arte marziali, interpretandole in maniera più tecnica, questo ne ha facilitato la diffusione ma ha fatto perdere la filosofia d applicazione e l anima tradizionale. Relazione di Roibu Mihai C.N. 2 DAN Aspirante allenatore
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