Cosa influenza l'esodo? Comportamento irrazionale
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- Raimondo Oliva
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1 Il comportamento in emergenza Cosa influenza l'esodo? Comportamento irrazionale 1
2 Cosa influenza l'esodo? Comportamento razionale The Station Nightclub (23 febbraio 2003) 2
3 The Station Nightclub Progetto Luogo: Rhode Island (USA) Costruito: 1946 Ultima modifica: 1991 Area: 375 mq (esclusi servizi) Uscite: n 4 (120 cm) Calcolo dell'esodo: DM19/08/96 Affollamento max: 8x50=400 The Station Nightclub (23 febbraio 2003) 23 febbraio 2003, ore 23:07: una band suona. Sono presenti circa 460 persone. Una troupe TV filma l'evento. 0 Innesco: vengono accese fontane pirotecniche, innescano lastre di PU 30 Esodo: la band smette di suonare, il pubblico si accorge delle fiamme sul palco e comincia ad evacuare. 46 Allarme: si attiva l'allarme antincendio 60 Soccorsi: arrivano le chiamate al Fumo: il fumo è a 30 cm dal suolo. 100 Esodo: la via d'esodo principale è bloccata. 5' Flashover: fiamme fuori dalle aperture. 6' Soccorsi: arriva la prima squadra VVF. 3
4 The Station Nightclub (23 febbraio 2003) The Station Nightclub (23 febbraio 2003) 96 morti (100) Circa 200 feriti 4
5 The Station Nightclub (23 febbraio 2003) Riflessioni sull'esodo Circa il 60% degli occupanti tenta di uscire dalla porta di accesso principale. Il cameramen è esperto, scappa tra i primi, percorre 15 metri in 1'11 (v = 0,21 m/s) DM 10/03/98: 30 metri in 1'00 (v = 0,50 m/s) A 100 la via d'esodo principale è bloccata. L'esodo non è un problema idraulico! Cosa influenza l esodo? Caratteristiche ti fisiche i delle persone Ambiente Caratteristiche psicologiche e sociali 5
6 Cosa influenza l esodo? Caratteristiche fisiche delle persone Dimensioni fisiche del corpo Mobilità Età (adulti, bambini, anziani) Sesso (maschile, femminile) Differenti abilità Capacità di allerta Cosa influenza l esodo? Ambiente Geometria e vivibilità dell'ambiente Spazi ed ostacoli (stanze, corridoi, i uscite, mobilio), visibilità, ibilità respirabilità, calore Percezione dell'emergenza Percezione della tipologia e gravità dell'evento: rischio della vita. Sistema di gestione dell'esodo Ciò che fornisce la guida all'esodo verso l'esterno: segnaletica, sistema di allarme, sistemi di comunicazione, illuminazione 6
7 Cosa influenza l esodo? Ambiente Cosa influenza l esodo? Caratteristiche sociali e psicologiche L esperienza insegna che i comportamenti personali, in situazioni improvvise per le quali non si è preparati, sono determinati dalla istintività, con la quale si esaltano sensazioni di: paura o coraggio, lucidità o confusione, capacità o inadeguatezza di fronte all evento Chi non possiede una specifica preparazione e una Chi non possiede una specifica preparazione e una corretta educazione alla cultura della sicurezza, assume comportamenti che: comportano effetti disomogenei e scoordinati, amplificano i danni causati dall evento. 7
8 Cosa influenza l esodo? Caratteristiche sociali e psicologiche Tre i livelli di analisi: Individuo Folla = insieme di individui con capacità di scelta Decisioni = istinto + esperienza + razionalità limitata Stress = importanza + incertezza + fretta Individuo Individuo Identità sociale = regole interiorizzate + procedure Spazio personale, la bolla Influenza informativa, nell'incertezza si seguono le decisioni altrui Individuo Gruppo Densità della folla, discomfort Costrizioni ambientali, comportamento della folla in ambienti ristretti, chiusi... Percezione emotiva: la gravità dell'emergenza è valutata in funzione della reazione degli altri. Cosa influenza l esodo? Caratteristiche sociali e psicologiche Modelli comportamentali Processo decisionale i Segnali Percezione Comportamenti 8
9 Cosa influenza l esodo? Caratteristiche sociali e psicologiche Modelli comportamentali La folla giunge all'uscita e si formano spontaneamente code: evacuazione efficace. Gli individui competono per guadagnare l'uscita: evacuazione inefficace. Strutture organizzate, gerarchiche, professionali: evacuazione efficace. Altruistico (di origine culturale): evacuazione efficace. Comportamenti evacuazione inefficace. La dinamica dell incendio 9
10 La dinamica dell incendio Il professionista deve esaminare attentamente la fase di ignizione e crescita dell incendio, entro la quale deve avvenire l esodo delle persone dall edificio, con previsione del movimento dei fumi e dei gas di combustione all interno degli ambienti. L incolumità delle persone dipende da: - inalazione di fumi e gas che, per la riduzione della visibilità e della veocità di esodo lungo le vie di fuga, diventa insostenibile, - esposizione al calore, - coinvolgimento in situazioni di panico in prossimità delle uscite di sicurezza, - crollo prematuro delle strutture portanti. La dinamica dell incendio Se il professionista intende perseguire come obiettivo la sicurezza delle persone durante l esodo esodo, deve tener presente che: - un incendio di breve durata ma con crescita veloce, con produzione elevata di fumo e gas di combustione, può risultare più critico di uno con maggior potenza termica rilasciata in tempi più lunghi e con crescita lenta, - un incendio di limitate dimensioni che si sviluppa in prossimità delle vie di esodo di un locale affollato, risulta più pericoloso di uno con maggior potenza termica che si sviluppa in un ambiente compartimentato. 10
11 Criteri Criterio ideale [ISO/TR :1999] Gli occupanti raggiungono il luogo sicuro senza accorgersi degli effetti dell'incendio. Criteri Criterio zero exposure [ISO/CD 16738, PD :2004] Altezza minima fumi > 2,5 m. Temperatura fumi < 200 C. 11
12 Criteri Criterio d imposizione di un tempo massimo per l evacuazione ASET > RSET [ISO/TR :1999] Criteri Rispetto delle indicazioni e prescrizioni normative su dimensioni e numero delle vie di uscita e delle uscite di sicurezza, nonché della lunghezza massima del percorso di esodo: Regole tecniche verticali di prevenzione incendi, DM 10/03/1998 definendo: Densità di affollamento, Capacità di deflusso, Lunghezza massima del percorso di esodo. 12
13 Criterio del rispetto delle regole di P.I. Valori tipici per alcune attività a rischio d incendio dotate di specifica regola tecnica verticale: ATTIVITÀ CAPACITÀ DEFLUSSO DENSITÀ AFFOLLAMENTO (pers/m 2 ) LUNGHEZZA MASSIMA PERCORSO DI ESODO (m) Locali pubblico spettacolo 50 0,7 50 Attività ricettive 50 0,4 40 Scuole 50 0,4 60 Centri commerciali 50 0,2 50 Uffici 50 0,4 45 Strutture sanitarie 50 0,4 40 Modificabili in presenza di misure di protezione attive e passive Criterio del rispetto delle regole di P.I. Criteri di sicurezza per le vie di esodo nei luoghi di lavoro stabiliti dal DM 10/03/1998: CARATTERISTICA LIVELLO BASSO LIVELLO MEDIO LIVELLO ALTO Numero minimo di vie di uscita Lunghezza massima percorso fino all uscita di piano Più di un uscita di piano se: Larghezza complessiva delle uscite di piano Larghezza complessiva delle scale m m m Affollamento > 50 persone Pericoli esplosione e incendio Lunghezza percorso di esodo > 60 m Affollamento > 50 persone Pericoli esplosione e incendio Lunghezza percorso di esodo > 45 m Affollamento > 50 persone Pericoli esplosione e incendio Lunghezza percorso di esodo > 30 m W = affollamento al piano / 50 x 0,60 W = affollamento 2 piani contigui / 50 x 0,60 13
14 Il rispetto di un tempo massimo per l evacuazione è stato esplicitamente introdotto dal DM 10/03/1998 in funzione del livello di rischio incendio nell attività: CARATTERISTICA Tempo massimo di evacuazione Lunghezza massima percorso fino all uscita di piano RISCHIO INCENDIO LIVELLO BASSO RISCHIO INCENDIO LIVELLO MEDIO RISCHIO INCENDIO LIVELLO ALTO 5 min 3 min 1 min m m m Velocità di esodo 0,15-0,20 m/s 0,17-0,25 m/s 0,25-0,50 m/s 14
15 ASET RSET 15
16 ASET tempo disponibile per l'esodo E' il più piccolo dei tempi calcolati prima che vengano superati i valori di soglia relativi a: Gas tossici Gas irritanti Calore Visibilità Fino al tempo ASET è salvaguardata la sicurezza per la vita umana. ASET tempo disponibile per l'esodo La L.C. 31/03/2008: Linee guida per l approvazione dei progetti riporta dei valori di soglia suggeriti: per gli occupanti può essere ritenuta ammissibile un esposizione: - ad una temperatura < di 50 / 60 C e una visibilità non inferiore a 10 metri per il tempo di esodo; - ad un flusso termico radiativo non superiore a 2 kw/m 2 per un tempo limitato; una persona non può essere esposta all azione del fumo e dei gas di combustione nelle vie di esodo, almeno durante l evacuazione dall edificio incendiato: - altezza minima dal pavimento 1,8 o 2 metri libera dal fumo e dai gas. 16
17 ASET tempo disponibile per l'esodo ASET tempo disponibile per l'esodo Tempi di tolleranza per flussi di calore convettivo (persone a riposo con pelle esposta) emperatura ( C) Te Tempo di esposizione (min) 17
18 ASET tempo disponibile per l'esodo Tempi di tolleranza per flussi di calore radiante ggiamento (Kw/cm 2 ) Irrag Tempo di esposizione (sec) RSET tempo richiesto per l'esodo Per definizione, al termine del tempo RSET è terminata l'evacuazione: t RSET = t det + t a + ( t pre + t trav ) L'RSET dipende dalle interazioni tra: caratteristiche delle persone caratteristiche dell edificio caratteristiche dell incendio 18
19 RSET tempo richiesto per l'esodo Tempo di rilevazione ASET RSET Dipende dalla tipologia rivelazione: impianto o persone? Generalmente calcolato. 19
20 Tempo di rilevazione Incendio rilevato dalle persone presenti nell edificio edificio Il tempo di rilevazione dipende da: vicinanza delle persone al luogo di sviluppo dell incendio, condizioni in cui esse si trovano (sveglie, ecc.). Tempo di rilevazione Incendio rilevato da un impianto di rivelazione automatica d incendio Il tempo di rilevazione è influenzato da: condizioni fisiche delle persone nell ambiente dove viene inviata la segnalazione; tipo di rivelatori utilizzati nell impianto [ ], realizzazione dell impianto (posizionamento dei rivelatori, distanza e ubicazione dei dispositivi ottico-acustici); criterio con il quale viene riconosciuta una situazione di allarme dalla centrale di controllo e segnalazione dell impianto e viene emessa nell edificio la segnalazione ottico-acustica di allarme [ ]; condizioni di manutenzione dell impianto. 20
21 Tempo di allarme generale ASET RSET Dipende dalla strategia di allarme: allarme generale, ritardo, verifica del personale... Tempo di allarme generale 21
22 Tempo di allarme generale Tempo di allarme generale 22
23 Tempo di allarme generale TIPOLOGIA SISTEMI DI ALLARME (ISO/DTS 16738) Tempo di pre-movimento ASET RSET PTAT Gli occupanti continuano l'attività ordinaria, finché riconoscono l'esigenza di rispondere all'allarme. Gli occupanti cessano le attività normali e si dedicano ad attività in risposta all'allarme. 23
24 Tempo di pre-movimento Tempo di pre-movimento probabilità probabilità 24
25 Tempo di pre-movimento probabilità àstudenti staff probabilità frequenza (%) Tempo di pre-movimento (sec) Tempo di pre-movimento LIVELLO DI COMPLESSITA DEGLI EDIFICI (ISO/DTS 16738) 25
26 Tempo di pre-movimento LIVELLO DI GESTIONE DELLA SICUREZZA (ISO/DTS 16738) Tempo di pre-movimento Dove trovo il tempo di pre-movimento? Sperimentazione, i letteratura, t norme tecniche Dati di input Scenari comportamentali degli occupanti Parametro A: tipologia di allarme. Parametro B: complessità edificio. Parametro M: efficacia gestione sicurezza. 26
27 Tempo di movimento ASET RSET Tempo di movimento Il tempo di movimento è il tempo impiegato dagli occupanti per raggiungere un luogo sicuro. È calcolato in riferimento ad alcune variabili: la distanza degli occupanti o gruppi di essi dalle vie d'esodo. le velocità d'esodo, che dipendono dalla tipologia degli occupanti e dalle loro interazioni con l'ambiente e gli effetti dell'incendio. la portata delle vie d'esodo, dovuta a geometria, dimensioni, dislivelli ed ostacoli. i comportamenti assunti dalle persone: scelta della via, irrazionalità... 27
28 Tempo di movimento Possibili Strategie dell'esodo ed evoluzione Tempo di movimento Possibili valori delle velocità di esodo 28
29 Tempo di movimento Possibili scenari geometrici di esodo 29
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