I s t i t u t o G r a n d i I n f r a s t r u t t u r e APPALTI &CONCESSIONI. Europa e Regioni. Unione Europea

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1 APPALTI &CONCESSIONI Unione Europea Numero speciale del Bulletin Europeen du Moniteur bem Agosto 2014 Nel numero speciale del BEM di agosto sono contenuti molti dati interessanti sull andamento del settore della costruzione in Europa e molte idee e proposte anche per la realizzazione di infrastrutture: se ne fornisce una sintesi tenendo presente il dibattito italiano. 1) EUROCONSTRUCT ( giorno 2014). La produzione del settore della costruzione (edilizia e infrastrutture) in Europa ha toccato nel 2013 il punto più basso: dal 2008 ha visto infatti una diminuzione costante riposizionandosi sui livelli di 20 anni fa. Nel 2014/2015 il trend negativo pare essersi arrestato o almeno ridotto, restando un segno meno marcato solo per alcuni paesi (Francia, Spagna, Repubblica ceca). Nel comparto del genio civile l indicazione negativa si estende ai paesi UE più indebitati come Belgio, Francia, Spagna e Italia o governati da logiche di forte austerità budgetaria (Finlandia): la Germania si mantiene su valori di segno positivo, anche se molto deboli. 2) RAPPORTO FIEC luglio 2014). La tendenza del settore della costruzione è realizzata a partire dai dati forniti dalle Associazioni nazionali membre. In sintesi, la FIEC constata la contrazione dell attività nel 2013 e una leggera ripresa (dello 0,1%) per il L aspetto più preoccupante per il futuro risulta, a parere della FIEC, il trend di lungo periodo, reso molto problematico dal debito pubblico che condiziona pesantemente l azione dei Governi UE. Infatti, nonostante il ritorno (anche se debole) della crescita in Europa nel 2014, la maggior parte dei membri UE non rispettano il tetto fissato del Trattato di Maastricht del rapporto del 60% del debito/pil, compresa la Germania (77,3% del PIL), il Regno Unito (93,4% del PIL), la Francia (96,1% del PIL), la Spagna (98,9% del PIL) e l Italia (133,7% del PIL). E non lo potrà rispettare neppure a medio termine, teme la FIEC, che chiede di cambiare politica correggendo la rigida linea dell austerità. 3) I finanziamenti innovativi nelle infrastrutture di trasporto : sintesi del Seminario a Parigi della Caisse des Dépôts et consignations con la partecipazione dei Servizi della Commissione UE: casodi studio la Lione-Torino.

2 Un aspetto rilevante è dato dallo sforzo di securizzazione del finanziamento dei grandi progetti di infrastrutture: la Commissione UE ha flessibilizzato il Patto di stabilità e crescita per tali grandi progetti, prevedendo nel Regolamento c.d. Two Packs una clausola d investimento che permette agli stati membri di non contabilizzare, a determinate condizioni, le spese di costruzione delle infrastrutture nel deficit pubblico affrancandosi temporaneamente dal Patto: condizioni rigide che peraltro non paiono, salvo decisioni ulteriori, utilizzabili da Francia e Italia. Occorre invece che il Patto consenta di dedicare una percentuale di PIL alle infrastrutture per garantire un adeguato tasso di crescita sfruttando gli attuali tassi vicino allo zero per i prestiti pubblici. Quattro le indicazioni operative emerse dal Seminario applicabili e dal documento FIEC in un contesto così difficile come quello sopra delineato: 1) derogare al Patto di stabilità per progetti che riscuotano un consenso generale circa la capacità di produrre crescita e che siano dunque supportati da serie e approfondite analisi indipendenti circa la loro efficacia reale per l economia UE. E cioè finita l epoca delle opere inutili volute dal politico di turno: se vi è deroga al Patto UE, deve esservi stretto controllo preventivo e successivo UE (e non solo nazionale); 2) puntare sul risparmio energetico dell edilizia, sia pubblica che privata (l 80% degli edifici nella UE non è a norma!) che ha un indotto immediato di occupazione e sviluppo; 3) ricercare ad ogni costo una migliore efficacia economica generale dei ( pur limitati) fondi UE, che risultano carenti anche quanto ad utilizzo tempestivo delle somme disponibili risulta limitata: l efficacia va incrementata concentrando l attribuzione su settori e progetti a coinvolgimento privato, per generare un valido effetto leva che potrebbe arrivare fino a 300 md complessivi, come stima il nuovo Presidente Junker. 4) Risparmio privato e investimento estero. La riserva di risparmio privato UE è attualmente enorme ed è indicata in circa md di (Fonte BEI) ( immensa riserva ), di cui però solo l 1% è dirottato verso le infrastrutture. La soluzione è rappresentata dal project bonds che, con l avvallo autorevole della BEI per i grandi progetti UE, può attirare gli investitori privati (compagnie di assicurazione, fondi pensione ecc.) come un investitore pilota. Inoltre, è già presente in Europa l investimento estero: gli Stati Europei che più hanno operato in tal senso sono i paesi dell est (Ungheria, Serbia, Polonia) e il Regno Unito (con il 70% delle sue infrastrutture almeno in parte private). Primo investitore estero nelle infrastrutture della UE è la Cina, seguita dagli Stati del Medio Oriente (Fondi sovrani) e dal Canada (Fondi pensione). I settori più appetibili: il ferroviario e l autostradale seguiti dall immobiliare. 2

3 Aspetto particolare è il c.d. Schema di garanzia del Regno Unito, U.K. Guarantees Scheme, clausola di legge introdotta nel 2012 che prevede per certi progetti di interesse nazionale strategico, l intervento sostitutivo dello Stato in caso di mancanza di investitori privati per poter giungere al close finanziario. Commissione Europea Fondi UE : accordo di partenariato con l Olanda Il 22 agosto è stato adottato l Accordo di partenariato Partnership Agreement con l Olanda. L Accordo di partenariato costituisce lo strumento previsto dai Regolamenti dei 5 Fondi UE teso a definire la strategia per l utilizzo ottimale delle risorse dei Fondi Strutturali e di Coesione territoriale. Come è noto, nel 2013 sono entrate nuove legislative che disciplineranno il prossimo ciclo di investimenti UE per il periodo Il nuovo pacchetto legislativo stabilisce per la prima volta alcune disposizioni comuni per i "Fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE)", garantendo un impiego più strategico e complementare delle varie fonti di finanziamento UE, che consentirà di combinarne e semplificarne l'utilizzo. Quanti e quali sono i fondi strutturali e d'investimento europei? Sono 5: Il Fondo europeo di sviluppo regionale Il Fondo sociale europeo Il Fondo di coesione Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca Il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale Che cosa s'intende per "accordi di partenariato"? Con le nuove norme, gli Stati membri sono tenuti a stilare e mettere in atto piani strategici con le priorità d'investimento nell'ambito dei cinque fondi SIE. Gli accordi di partenariato (AP) sono negoziati tra la Commissione europea e le autorità nazionali in seguito alla consultazione dei vari livelli di governance, dei rappresentanti dei gruppi di interesse e della società civile, dei rappresentanti locali e regionali. Gli accordi di partenariato sono sviluppati a partire da una serie di 3

4 documenti programmatici indirizzati già dal 2012 dai servizi della Commissione a ciascuno Stato membro e riguardanti il modo migliore in cui gli investimenti UE dovrebbero sostenere la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, concentrandosi sui principali aspetti vantaggiosi previsti e sui settori di crescita importanti nelle regioni e negli Stati membri. I regolamenti stabiliscono che ciascuno Stato membro sottopone alla Commissione il proprio accordo di partenariato entro 4 mesi dall'entrata in vigore del regolamento, ovvero entro il 22 aprile La Commissione a sua volta formula osservazioni entro tre mesi a decorrere dalla data di presentazione dell'ap e adotta l'accordo entro 4 mesi dalla sua presentazione, a condizione che lo Stato membro abbia preso adeguatamente in considerazione le osservazioni della Commissione. I programmi operativi non possono essere approvati fino all'avvenuta adozione dell'accordo. Che cosa sono i "programmi operativi"? La Commissione collabora con gli Stati membri anche durante la stesura dei programmi operativi (PO) che traducono le priorità d'investimento e gli obiettivi degli accordi di partenariato in azioni concrete. I programmi operativi possono riguardare interi Stati membri e/o regioni oppure essere programmi di cooperazione che coinvolgono vari paesi. La Commissione negozia il contenuto definitivo di questi piani d'investimento con le autorità nazionali e regionali. Tutti i livelli di governance, compresa la società civile, andrebbero consultati e coinvolti nella programmazione e nella gestione dei PO. Secondo le nuove norme, i PO dovrebbero essere presentati dagli Stati membri entro 3 mesi dalla presentazione dell'accordo di partenariato. La Commissione formula osservazioni entro 3 mesi e adotta il PO entro e non oltre 6 mesi dalla data di presentazione, a condizione che lo Stato membro abbia preso adeguatamente in considerazione le osservazioni della Commissione. I programmi operativi sono quindi attuati dagli Stati membri e dalle loro regioni. Per attuazione s'intendono la selezione, la messa in atto, il monitoraggio e la valutazione dei singoli progetti in base alle priorità e agli obiettivi dei programmi concordati con la Commissione. Queste attività sono organizzate dalle "autorità di gestione" in ciascun paese e/o regione in base al principio della gestione condivisa e della sussidiarietà. Le nuove norme esigono un'attenzione molto maggiore ai risultati e agli obiettivi, che devono essere misurati, monitorati e pubblicati per tutto il periodo. Qual è la situazione attuale per quanto riguarda gli AP e i PO degli Stati membri? La Commissione sta attualmente analizzando gli accordi di partenariato ufficiali e le bozze dei programmi operativi ricevuti dai 28 Stati membri, in cui vengono delineati i piani di investimento 4

5 per i Fondi strutturali e di investimento europei per il periodo di programmazione Il primo accordo di partenariato a essere adottato, il 5 maggio 2014, è stato quello della Danimarca, cui hanno fatto seguito quelli di Bulgaria e Romania. Francia Débats et consultations: 226 dal 2012 Non solo il ben noto débat public sulle grandi opere pubblico, ma anche débats et consultation via Internet sulle norme da approvare (con decreti, leggi, regolamenti) in base all art. 16 della legge n del 17 maggio 2011 relativa alla semplificazione normativa: in determinati casi, la consultazione/dibattito via internet è sostitutiva del parere delle Commissioni consultive dell organismo legislativo. Secondo i dati del Ministero delle Finanze e dell Economia, ne risultano in corso 18, mentre 226 consultazioni sono terminate dopo essere stati avviati nell arco degli ultimi due anni: di questi, 87 hanno avuto la pubblicazione informatica degli atti. La durata di questi dibattiti informatici è normalmente di 30 giorni e le materie interessate sono le più varie: ad esempio, 3 débats in corso (periodo compreso tra luglio-agosto-settembre) riguardano norme da emanare che incidono sui diritti dei cittadini nella loro relazione con i servizi dell Amministrazione alle dipendenze del Primo Ministro e del Ministero degli Interni; altri riguardano i servizi di molti altri Ministeri ed enti locali. Altri dibattiti ancora attengono alle delimitazioni di bacino, della filiera degli imballaggi, degli apparecchi a pressione ecc. Nel caso poi di consultazioni su materie molto tecniche, le osservazioni riguardano soltanto soggetti di particolare competenza, ma, in generale, non vi sono limitazioni alla possibilità di intervento nei dibattiti/consultazioni. Molti riguardano l ambito ambientale: uno ad esempio riguarda nuove norme per l ammissibilità dell utilizzo del manto stradale con materiale di scarto e riciclaggio di manufatti edili o di infrastrutture. 5

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