Coordinamento pedagogico Servizi 0-3 anni Assessorato Istruzione e Rapporti con l Università Comune di Modena
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- Gino Carlucci
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1 A mangiar bene si impara da piccoli di Francesca D Alfonso Coordinamento pedagogico Servizi 0-3 anni Assessorato Istruzione e Rapporti con l Università Comune di Modena E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un domani malinconico, mi portai alle labbra un cucchiaino di tè nel quale avevo lasciato che s ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua causa. Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto Sapori, odori, sensazioni tattili, corporee, visive sono percezioni che il bambino vive in maniera globale e totalizzante nei primi mesi e anni di vita, si imprimono nella memoria e possono poi essere rievocate negli anni successivi: a volte un odore, un sapore scatenano in maniera spontanea un ricordo che ha la tonalità emotiva dell episodio vissuto nell infanzia. Tra le molteplici esperienze infantili, che lasciano tracce significative e durature nella memoria e che determinano comportamenti e apprendimenti futuri, senz altro l alimentazione e l approccio con il cibo sono fondamentali. Si può parlare dell alimentazione nei primi anni di vita sotto diversi aspetti. Si può trattare tale tema nella sua valenza nutrizionale in relazione alla qualità del cibo e all importanza della prevenzione e dell educazione alla salute. L Italia è il primo paese in Europa per numero di bambini obesi, con le punte più elevate nella nostra regione, l Emilia Romagna. Il fenomeno dell obesità ci induce a pensare alla necessità di realizzare interventi precoci, favorendo apprendimenti alimentari sani ed equilibrati fin da piccolissimi e con una capillare informazione alle famiglie. L educazione alimentare struttura fin dalla prima infanzia comportamenti alimentari corretti e sani che possono prevenire conseguenze tardive di errori nutrizionali precoci. E anche educazione al gusto: ciò significa dare buone abitudini nella diversificazione e varietà degli alimenti. Si può insegnare ai bambini a nutrirsi così come si insegna loro a parlare. L alimentazione ha anche profondi significati psicologici e relazionali. Il pasto è un momento di comunicazione e di scambio affettivo ed emotivo, è un esperienza di socializzazione, di conoscenza e apprendimento. Mangiare dunque non è solo la soddisfazione di un bisogno elementare: è un
2 atto che assume forti e diffuse valenze psicologiche, simboliche e culturali. Per questi motivi l alimentazione dei bambini nei Nidi d infanzia del Comune di Modena è un elemento importante e rilevante nella progettualità e nella gestione del servizio. Ogni nido ha una cucina interna con personale specializzato, le responsabili di cucina o cuoche, formate costantemente, che si occupano della preparazione e della produzione dei pasti secondo una dieta elaborata da dietisti del Corso di Laurea in Dietistica dell Università di Modena e Reggio Emilia. Il pasto al nido, momento di cura con una forte valenza educativa e formativa, è anche un punto centrale nel progetto pedagogico degli educatori che predispongono e gestiscono tale attività, supportati dai collaboratori scolastici, secondo precise ed intenzionali strategie educative con finalità specifiche per ogni gruppo di bambini, suddivisi per età nelle loro sezioni (i piccoli sono i bambini nel primo anno di vita, i medi nel secondo e i grandi nel terzo anno di vita). Qui voglio riferire in generale degli aspetti quotidiani di questo progetto, così come si realizza in azioni diffuse in tutti i nidi, nei confronti sia dei bambini che dei genitori; riportare l esperienza particolare di alcune cuoche e di alcuni educatori che hanno elaborato e realizzato dei progetti particolarmente interessanti e innovativi. L educatore crea un contesto educativo nel quale svolge un attività tutoria nei confronti del bambino e nel quale gli consente di mettere in atto gradualmente un comportamento competente. E quello che Bruner definisce come format, e Kaye come frame, nel quale l educatore costruisce un mondo prevedibile e permette al bambino di agire e di formarsi delle aspettative. Il bambino piccolo, sotto l anno di vita, gradualmente passa dall alimentazione lattea agli altri alimenti, segue la dieta indicata dal pediatra di famiglia fino al compimento dell anno, dopo assume quella del nido. Il pasto viene dunque organizzato in modo che il bambino possa isolare tale evento quotidiano da altri, riconoscerlo e fissarlo nel fluire degli accadimenti giornalieri, mantenendo la regolarità degli orari e scandendo con azioni sempre uguali e ripetitive una serie di eventi in sequenza: la preparazione con il cambio, mettere il tovagliolo, l essere seduti nel seggiolone, l arrivo del carrello con le pappe. Si consente al bambino di toccare, manipolare, annusare, esplorare gli alimenti affinché possa conoscere percettivamente ciò che porta alla bocca e che mangia. Qui prevale il rapporto diretto e individuale tra il bambino e l educatrice. C è un contatto faccia a faccia, con scambi comunicativi intensi, dove l attenzione è condivisa verso le azioni del nutrire e nutrirsi, sottolineate da sguardi, parole, commenti verbali da parte dell educatore, che attribuisce significato e intenzionalità ai gesti e ai vocalizzi del bambino. Quando il bambino è in grado di stare in piedi e coordina maggiormente i movimenti, all incirca intorno all anno di vita, viene messo a sedere in un tavolino a sua misura con un piccolo gruppo di coetanei. Alla manipolazione del cibo si aggiunge la possibilità di toccare le posate che molto gradualmente imparerà ad usare quando sarà più grande. Nelle sezioni dei medi e dei grandi il pasto continua ad essere scandito e strutturato con sequenze regolari di azioni, fin dalla preparazione che anticipa e fa riconoscere ai bambini che è giunta l ora di mangiare. Nella sezione dei medi il pasto è consumato regolarmente con un piccolo
3 gruppo di coetanei intorno al tavolo: i bambini si guardano, si imitano nelle azioni di assaggio, nell esplorazione del cibo, si scambiano sorrisi, occhiate, gridolini, gorgheggi, a volte giocano, riproducono le azioni dell'altro, a volte fanno piccole trasgressioni. Il pasto già diventa un momento conviviale. Lo stare insieme con gli amici, parlarsi, chiacchierare a tavola è il piacere dei grandi tra il secondo e terzo anno. Sanno usare le posate e qualche educatrice dà loro la possibilità di servirsi autonomamente la quantità di cibo desiderato. A questa età i bambini si sperimentano anche in piccoli compiti a loro assegnati dagli educatori come servire in tavola ai compagni. Questo gioco del cameriere è ambito e atteso quotidianamente dai bambini che aspettano il proprio turno programmato nell arco della settimana. Il momento del pasto è connotato per tutti i bambini dei vari gruppi dalla piacevolezza del nutrirsi e dallo stare insieme, ma è anche strutturato da tempi e regole: non si portano a tavola altri oggetti, non si gioca e non si distrae il bambino dall atto dell alimentarsi, anzi si cerca di sostenerlo nell attenzione su ciò che sta vivendo in quel momento, gli si nomina ciò che mangia, lo si abitua gradualmente a stare seduto, ma senza forzature. Grande attenzione viene riposta anche nell organizzazione dell ambiente affinché sia accogliente, chiaro e leggibile: i tavoli sono apparecchiati per richiamare l esperienza del pasto vissuto in famiglia, la disponibilità delle posate e del bicchiere dell acqua, un adulto a fianco che sostiene ed aiuta. L informazione ai genitori L educazione alimentare, la qualità relazionale e gli apprendimenti che si determinano durante il pasto non possono restare di pertinenza esclusiva del nido ma, come altri aspetti del progetto educativo, vanno condivisi con le famiglie in un rapporto di alleanza educativa. A casa le madri spesso pongono l attenzione all aspetto quantitativo più che qualitativo del pasto: è importante che il bambino mangi tutto e molto, temono l inappetenza del figlio, e probabilmente associano all accettazione del cibo anche l accettazione della funzione materna. Al contrario non ci si preoccupa se il bambino mangia troppo e se ciò può comportare problemi di salute nel futuro. Occorre investire in una informazione sui significati di una sana ed equilibrata alimentazione, qualificare il ruolo delle cuoche al fine di diffondere correttamente le informazioni dietetiche e quelle relative al menù, coinvolgere le educatrici per far conoscere i significati relazionali, psicologici ed educativi del pasto. Cuoche ed educatrici possono svolgere per le famiglie un ruolo di consulenti di vita quotidiana. In questa direzione vanno alcune strategie comunicative, diffuse nei nidi, che riguardano l alimentazione del bambino, fin dal primo approccio con i genitori. Nella prima assemblea, ad inizio dell anno scolastico,insieme alle informazioni sul servizio, si presenta e si distribuisce a tutti il menù del nido. Le cuoche sono a disposizione dei genitori per qualsiasi chiarimento ed informazione, dando priorità alla comunicazione con i genitori dei bambini più piccoli. Sono state prodotte specifiche pubblicazioni del servizio e del singolo nido, ricettari di piatti inseriti nel menù del nido, in particolare di cibi a volte non graditi dai
4 bambini quali i legumi, il pesce, le verdure che non sempre le mamme sanno come presentare e preparare ai propri bambini. Durante l anno, negli incontri con i genitori della propria sezione, è abitudine delle educatici fare vedere videoregistrazioni del momento del pasto, nella presentazione più generale delle esperienze quotidiane vissute dai bambini. I genitori spesso si meravigliano delle autonomie dei loro figli e della serenità e piacevolezza con cui essi mangiano. I corsi di cucina Che cosa dicono le cuoche Da queste esperienze quotidiane, dalle richieste dei genitori che spesso vanno dalla cuoca e chiedono come possono preparare un piatto, o chiedono consigli su cosa possono cucinare, alcune cuoche hanno inventato corsi di cucina che propongono ormai periodicamente ai loro genitori. Nel corso di questi ultimi anni sono stati vari i corsi che alcune cuoche hanno condotto con gruppi di genitori e per loro è ormai diventato un appuntamento consueto che si ripete ogni anno. Ho voluto incontrare Luciana Medici, Antonia Carboni, Paola Furini, Antonella Arbizzani, le nostre cuoche che si cimentano da tempo in tali iniziative, per sentire direttamente da loro le motivazioni che le hanno spinte a realizzarle, le valutazioni espresse dai genitori e gli obiettivi che si pongono nel fare queste proposte. Sono per tutte iniziative nate dalla domanda spontanea dei genitori che chiedono consigli e ricette. Sottolinea Luciana che: C era la richiesta da parte dei genitori di imparare i piatti che i bimbi a scuola mangiano mentre a casa assolutamente non vogliono. Paola dice che i genitori hanno bisogno di capire come mai al nido mangiano certi alimenti e a casa no. Per i genitori potere sperimentarsi e avere qualcuno che insegna come preparare certi piatti, dà loro la conferma che possono riuscire ad avere lo stesso risultato anche a casa. Genitori che Antonella attrae al mattino presto, diffondendo dalla cucina odori e profumi. Afferma: tengo la porta aperta e comincio a fare dei gran profumi, arrivano i genitori a dire che buon profumo che c è qua! e dopo mi chiedono la ricetta. Quello che ci differenzia dalla mensa è il profumo, è l odore. E allora cosa faccio? Continuano a chiedere di venire in cucina. Di solito nasce spontaneo: loro vengono da me e mi chiedono Mi insegni quella ricetta? Paola propone i corsi anche ai genitori di bambini che non sono iscritti al servizio di nido ma hanno l opportunità di frequentare il giardino per fare giocare i loro bambini insieme ad altri coetanei, in uno spazio attrezzato appositamente per i piccoli. Ci spiega Paola che questi genitori: sono stupiti di trovare nel menù del nido piatti più complessi ed elaborati di quanto si immaginassero, si aspettavano un menù più elementare e semplice. Manca una cultura di un alimentazione svelta e veloce ma soprattutto sana e fattibile. Dare soluzioni alle mamme le coinvolge e le spinge ad entrare in un altro modo di alimentarsi. In questo modo si trasferisce la cultura del nido sull alimentazione, comprendono il nido in questo sfaccettatura, ne valorizzano l esperienza. E aggiunge: Nel corso con i genitori sto trasferendo loro quello che ho imparato in tanti anni e sento il riconoscimento del mio ruolo. In questo modo si filtra all esterno la cultura del nido.
5 In questi corsi in genere le cuoche insegnano alcune ricette presenti nel menù del nido, spiegano come preparare gli impasti per la pizza, lo gnocco, i biscotti. Luciana evidenzia la soddisfazione dei genitori che sono contenti dei risultati che ottengono a casa con le loro preparazioni. Sono ricette di facile esecuzione e rapide da eseguirsi: Abbiamo proposto i piatti più graditi dai bambini ed abbastanza semplici perché generalmente richiedono delle ricette abbastanza semplici da eseguire. Ho provato la soddisfazione dei genitori, sono stati molto contenti per quanto riguarda lo gnocco, la pizza, hanno imparato l impasto, le crocchettine di facile esecuzione o il tortino di patate, e poi sono venuti dicendo l ho fatto a casa, se Dio vuole mi è venuto!. Soddisfatti di avere avuto a casa lo stesso risultato avuto qua con noi. A volte sono cose semplici, banali però per loro sono più complicate Paola aggiunge che, imparando, i genitori si accorgono che sono piatti validi e gustosi non solo per il bambino ma per l intera famiglia: E importante dare anche dei consigli su cosa vuol dire preparare la cena non solo per il bambino ma anche per la famiglia, con alimenti sani per tutti. In questa società si porta a sottovalutare le basi per un alimentazione sana e le cause sono anche i tempi ristretti a casa, dopo il lavoro, per preparare i pasti, la spesa. Possiamo dare soluzioni ai problemi di tante mamme che non hanno la capacità di stare ai fornelli o di improvvisare alla sera qualche piatto. Per Antonella la possibilità di fare questi corsi sono una sua personale lotta contro la cultura del fast food, del cibo già preparato, del cibo congelato, già pronto e solo da riscaldare. Dichiara: Sono diversi anni che faccio i corsi per i genitori. All inizio erano pensati soprattutto per fare conoscere il menù del nido, adesso è diventata una mia lotta personale contro il piatto già pronto, contro ciò che consigliano i pediatri, prodotti preconfezionati, spesso liofilizzati da miscelare con l acqua, che hanno tutti lo stesso terribile gusto!! Hanno un impasto come gli omogeneizzati, ci sono i primi, i secondi, c è tutto. Ha degli obiettivi precisi nei corsi che propone ai genitori: Perseguo questi tre aspetti: rispondere alla semina della richieste dei genitori, ma mi pongo degli obiettivi miei. Il primo è quello di trasferire loro l aspetto organizzativo, l organizzazione, lavoro sul dare i tempi e le procedure di un organizzazione: se tu vuoi preparare questi piatti allora devi organizzarti così. Questo lo dimostro la sera del corso. In un ora prepariamo tantissimi piatti, gli faccio vedere e capire che è una questione di organizzazione, dalla spesa alle cose da preparare per tempo, e alla fine tutto sommato per preparare i piatti ci vogliono pochi minuti. L altro obiettivo è quello di rassicurarli sulla loro capacità di sapere fare: sono molto preoccupati di sbagliare e questo timore non li fa fare e io gli dico sempre che è molto meglio una cattiva zuppa che un piatto già pronto. Tu lo fai per la famiglia. Un altra cosa che si sta diffondendo è appaltare tutto all esterno della famiglia, fare preparare ad altri ciò di cui abbiamo bisogno. E allora la festa di compleanno si fa da MC Donald, tutto fuori. Un mio obiettivo è quello di sensibilizzare le mamme a ritornare verso la casa, a ritrovare il piacere dello stare insieme, perché fare le cose che coinvolgono i familiari è un momento di aggregazione. Quest anno ho insegnato loro anche a fare i tortellini, farli con la vicina di casa è un modo per stare insieme. Luciana, insieme ad Antonia sua collega, hanno nei primi anni proposto corsi
6 sul menù del nido così come richiesti dai genitori poi è subentrato il desiderio di fare delle cose anche da parte nostra, di nostra iniziativa. Hanno proposto un corso per preparare biscotti e decorazioni per l albero di Natale durante il quale si sono stupite della creatività espressa dalla mamme presenti nel gruppo. Da due anni, insieme alle educatrici e alle collaboratrici scolastiche del nido, hanno avviato un progetto nuovo, più complesso che ha coinvolto sia i bambini che i genitori. Il progetto del Nido Villaggio Giardino Il progetto, anch esso nato dalla consapevolezza che una corretta educazione alimentare riveste, fin da piccolissimi, un importanza fondamentale e sostenuto dall obiettivo di abituare i bambini a nutrirsi in modo appropriato e vario, di favorire e incentivare il consumo di frutta e verdura, alimenti verso i quali la maggioranza dei bambini dimostra una certa diffidenza. Ha coinvolto tutti gli operatori, cuoche, educatori e collaboratori scolastici, i quali si sono proposti di far conoscere tali alimenti, attraverso attività di manipolazione e altri momenti di gioco. Nei confronti dei genitori, l obiettivo principale è stato quello di renderli più consapevoli dell importanza di offrire ai bambini un alimentazione sana ed equilibrata, fornendo loro interessanti suggerimenti e indicazioni per rendere più appetibili alcuni piatti. Nel corso di questi due anni sono stati loro proposti incontri tematici con medici e dietisti, un corso di cucina tenuto dalle cuoche del nido. Si è concluso il ciclo di iniziative a loro dedicate, con un corso di intaglio artistico di verdure che prevedeva la partecipazione dei genitori interessati a tre serate durante le quali, con la guida di un esperto, hanno potuto apprendere i rudimenti di questa affascinante tecnica artistica. Durante il corso hanno intagliato e decorato frutta e verdura che è stata poi data ai loro bambini per giocarci nei giorni successivi. I genitori sono stati particolarmente soddisfatti, alcuni di loro hanno acquistato libri e strumentazioni per proseguire da soli l apprendimento e l utilizzo delle tecniche insegnate, altri hanno proseguito il corso con l esperto in un contesto diverso dal nido, presso il quartiere. Per quanto riguarda i bambini si sono realizzate attività appositamente programmate e realizzate in tutte le sezioni, con proposte diversificate per età. Le cuoche sono intervenute direttamente con loro, nei gruppi di gioco con le verdure, in alcune mattinate. Le esperienze proposte hanno avuto l obiettivo specifico di fare loro dono del piacere di sperimentare sensazioni e sapori nuovi, di coltivare la sensibilità del gusto, di offrire loro l occasione di scoprire-riscoprire le caratteristiche degli alimenti attraverso alcuni momenti di gioco, partecipare attivamente alla preparazione di alcuni piatti. Si sono introdotte, per i più grandi, anche strategie educative favorenti l autonomia nel momento del pasto. I bambini sono stati coinvolti a piccolo gruppo, ripetendo più volte le esperienze di gioco per favorire un maggior rispetto dei tempi di ognuno e un approccio personale ed individualizzato. L educatore ha assunto un ruolo di regia educativa, predisponendo lo spazio e i materiali, ha coinvolto i bambini nell attività, supportato le scoperte dei bambini, sollecitato a verbalizzare le sensazioni
7 provate. A volte ha dato stimoli diretti e indicazioni pratiche e verbali sulle modalità di utilizzo di strumenti e materiali. Nello specifico delle esperienze realizzate, per i bambini delle sezioni medi, sono state occasioni di conoscenza, di esplorazioni sensoriali complesse e articolate, di scoperta degli alimenti e delle loro caratteristiche tattili e organolettiche attraverso attività di manipolazione. Ognuno ha avuto la possibilità di rapportarsi e di utilizzare il materiale messo a disposizione in modo personale e mettendo in atto modalità proprie di apprendimento e di conoscenza. Per i grandi, si sono messe a loro disposizione frutta, verdure cotte e fresche, queste a forma di animale, opportunamente intagliate dai genitori nel corso seguito nel frattempo negli incontri serali: un delfino fatto con la banana, topolini di rapanelli, una pecora realizzata con broccoli e melanzana, un pinguino di melanzana, un ranocchio fatto con il cetriolo e ancora uccellini, ochette,cigni. Ciò ha favorito un contesto di gioco simbolico, nell angolo della casa o della cucina: hanno coccolato il pinguino, accarezzato la pecora, giocato tra le onde con i delfini che avevano la palla in bocca, messo i topolini nella loro casa fatta con la zucca. Durante tali attività, proposte da un educatore, potevano imitarne i gesti, fare da soli piccole preparazioni culinarie, conoscere e utilizzare attrezzi e materiali per la preparazione di cibi con i quali potessero tagliare, sminuzzare, schiacciare. Una mattinata è stata dedicata alla costruzione di questi animali realizzati direttamente dalle cuoche, davanti ai loro occhi, novità che ha elettrizzato i bambini i quali hanno mostrato attenzione, interesse e divertimento. Oltre a questi momenti ludici, si sono introdotte delle novità anche nel momento del pasto dei bambini più grandi. Si sono offerti ai bambini piatti a base di verdure, preparati con diverse modalità per renderli più allettanti e graditi anche dal punto di vista estetico, con l utilizzo di semplici accorgimenti. Questi cibi sono stati dati loro in porzione monodose, con piatti e vassoi da portata, a disposizione sul tavolo in modo che potessero servirsi autonomamente. La cura di queste presentazioni ha suscitato nei bambini interesse, curiosità e anche meraviglia, e si è notato che essi assaggiavano con maggiore facilità questi cibi, mostrando meno resistenza nei confronti della verdura. Si sono così realizzati gli obiettivi iniziali del progetto poiché i bambini ora mangiano più facilmente le verdure ed è aumentato anche il consumo di frutta. E possibile realizzare progetti come questo grazie alla passione e alla volontà delle cuoche e grazie alla complementarietà tra i tre ruoli professionali: la cuoca, l educatore e il collaboratore scolastico. La complicità, o meglio, l alleanza e la collaborazione di queste figure professionali consente di realizzare esperienze significative e sistematiche. Esperienze che appartengono ad una determinata comunità educante quale è questo nido. L educazione e l apprendimento di abitudini alimentari corrette rientra a pieno titolo nel progetto educativo complessivo del nido e può essere elaborato, progettato e realizzato con l apporto di tutti gli operatori e con il coinvolgimento dei genitori. Un intento formativo che diventa la finalità di tutti coloro che assumono un ruolo educativo nei confronti dei bambini, con la consapevolezza di quanto esprime
8 Bruner il quale afferma che L educazione, comunque venga impartita e in qualunque cultura, produce sempre conseguenze nella vita di chi ne usufruisce. E una cosa che tutti sanno e di cui nessuno dubita.
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