Stabilità o mutamento dei modelli di specializzazione industriale? Un confronto tra i principali paesi europei nel periodo
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- Faustino Torre
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1 Stabilità o mutamento dei modelli di specializzazione industriale? Un confronto tra i principali paesi europei nel periodo - Introduzione La preoccupazione per la debole crescita che ha caratterizzato l area dell euro negli ultimi anni ha suscitato un acceso dibattito attorno al ruolo dell interscambio commerciale nel condizionare le performance economiche dei principali paesi europei. L integrazione nel commercio mondiale dei paesi emergenti e l introduzione dell euro hanno messo in evidenza ampie divergenze tra paesi dell UE, sia in termini di competitività, sia in termini di composizione settoriale dei loro vantaggi comparati. La presente analisi verte su quest ultimo aspetto, attraverso un confronto tra i modelli di specializzazione, nell ambito del comparto manifatturiero, di Italia, Spagna, Francia e Germania, coprendo un lasso temporale quasi ventennale, dal al. Diversamente dalla maggior parte dei lavori sull argomento 1, focalizzati sui dati di commercio estero, lo studio si basa su indici di specializzazione e di polarizzazione costruiti sia su dati di esportazione sia su quelli di produzione. La scelta di utilizzare anche i dati di produzione, sacrificando perciò una più fine disaggregazione settoriale, deriva dalla considerazione che la specializzazione di un paese dipende anche dalla composizione della domanda interna e dalla propensione di quest ultima ad essere soddisfatta da beni di produzione nazionale. In estrema sintesi, dalle nostre elaborazioni emerge innanzitutto una persistente contrapposizione tra i modelli di specializzazione di Italia e Spagna, da un lato, e Francia e Germania dall altro, che presentano rispettivamente un elevata ed una bassa concentrazione settoriale. Ciò è attribuibile soprattutto al forte grado di specializzazione di Italia e Spagna nei settori tradizionali (che rivestono un importanza assai più limitata nelle altre due economie), in particolare per quanto riguarda le esportazioni italiane. Risulta inoltre una crescente polarizzazione della struttura produttiva tedesca che si contrappone ad una riduzione del grado di concentrazione settoriale delle esportazioni. Questa divergenza, che peraltro si riscontra anche nel caso dell Italia confermando precedenti studi, è probabilmente l effetto del processo di delocalizzazione che, a partire dagli anni novanta, ha determinato il trasferimento di alcune fasi della catena produttiva in altri paesi. Metodologia Le specializzazioni produttive dei quattro paesi europei sono misurate dall indice di vantaggio comparato rivelato (indice di Balassa 2 ), con riferimento alle produzioni ed esportazioni di 13 settori 3. L universo rispetto a cui viene misurato l indice è costituito da 19 paesi dell OCSE 4. Redatto da Chiara Bonassi, Alessandro Borin e Carlo Mastinu (ICE Area Studi, Ricerche e Statistiche) 1 Tra i più recenti ricordiamo: Faini e Sapir (2005); Bugamelli (); De Benedictis (2005), Epifani (), de Nardis e Traù (, 2006). 2 Per un approfondimento delle caratteristiche degli indicatori utilizzati si rimanda all Appendice metodologica. 3 La classificazione settoriale corrisponde ad ISIC rev.2. Sia i dati di produzione, sia i dati di esportazione sono di fonte OCSE-STAN. La scelta di tale bancadati deriva dall opportunità di confrontare gli indici costruiti su dati differenti per un ampio periodo di tempo, a scapito però di una più fine disaggregazione settoriale. 4 I Paesi considerati sono i seguenti: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Portogallo, Svezia, Regno Unito, Canada, Messico, Usa, Giappone, Corea del Sud.
2 L indice di Balassa è stato preferito ad altri anche per la possibilità di applicarlo sia ai dati di esportazione che a quelli di produzione. Attraverso un ordinamento dei settori sulla base degli indici di Balassa è stato elaborato un indicatore di concentrazione della specializzazione (la cosiddetta area di concentrazione di Gini), volto a misurare il grado di polarizzazione della struttura produttiva ed esportativa dei paesi considerati. Come l indice di Balassa, l area di concentrazione è una misura relativa, e quindi coglie non soltanto la presenza di eventuali sbilanciamenti strutturali verso alcuni settori, ma anche la distanza tra la distribuzione settoriale del singolo paese rispetto all aggregato. Per cogliere esclusivamente il grado di somiglianza/dissomiglianza rispetto all insieme di paesi preso a riferimento si è fatto ricorso all indice di Finger-Kreinin. Risultati Una prima analisi degli indicatori di concentrazione e di somiglianza mostra che la maggiore (minore) polarizzazione rilevata dall area di concentrazione di Gini è associata ad una dissomiglianza (somiglianza) del modello di specializzazione del paese rispetto al mondo (l aggregato di riferimento costituito dai paesi OCSE). Occorre tener conto che il livello medio di concentrazione delle esportazioni è più accentuato rispetto a quello delle produzioni, poiché alcuni beni nei quali i paesi non detengono vantaggi comparati vengono comunque prodotti e venduti per il mercato interno per vari motivi (es. beni dagli alti costi di trasporto rispetto al loro valore medio unitario). In un confronto statico tra paesi, l Italia presenta il più alto grado di polarizzazione delle esportazioni, mentre Francia e Germania si caratterizzano per valori dell indice di Gini sensibilmente più bassi e molto simili tra loro. Questa circostanza contribuisce a rendere l Italia più esposta ai mutamenti della domanda internazionale. Da un punto di vista dinamico, emergono invece delle differenze tra Italia e Germania da un lato, e Francia e Spagna dall altro. Nel primo gruppo di paesi, infatti, si osserva una certa variabilità nel grado di concentrazione della produzione a partire dai primi anni novanta, mentre l andamento sui dati di esportazione rimane piuttosto piatto. Al contrario, Francia e Spagna sembrano caratterizzate da una forte variazione del grado di polarizzazione dei propri pattern di specializzazione commerciale, diversamente da quanto riguarda i loro sistemi produttivi. In Spagna, l andamento irregolare dell indice di Gini nei dati di esportazione si accompagna anche ad una tendenza al rafforzamento della specializzazione, che comporta un avvicinamento al livello di concentrazione dell Italia. L indice applicato ai dati di produzione mostra invece che il paese iberico tende progressivamente a despecializzarsi, indicando un processo di convergenza della sua struttura produttiva verso quella degli altri paesi industrializzati Al contrario, non solo l Italia, ma anche la Germania e la Francia, pur mantenendo livelli di concentrazione più ridotti, hanno accresciuto la propria specializzazione produttiva durante l intero periodo. In particolare, nel caso tedesco, la concentrazione della produzione è aumentata notevolmente a partire dalla seconda metà degli anni novanta (aspetto che non emerge dai dati sulle esportazioni), fenomeno che con ogni probabilità è la contropartita della delocalizzazione delle fasi produttive iniziali per alcune categorie di beni. Come già accennato, gli indici di somiglianza di Finger-Kreinin, calcolati tra ciascun paese e l aggregato OCSE, sono strettamente correlati ai valori degli indici di concentrazione. Osservando i dati di produzione e di esportazione, l Italia manifesta una netta (e crescente nel caso della produzione) dissomiglianza rispetto al mondo OCSE, mentre la Spagna è il secondo paese più
3 dissimile, sebbene con una tendenza a convergere verso l aggregato (al contrario di quanto si riscontra per la Germania). Sui dati di esportazione, Francia e Spagna mostrano un elevata variabilità degli andamenti, che potrebbe riflettere una loro capacità di adattamento rispetto ai mutamenti di composizione della domanda mondiale. Questo tipo di dinamica sembra essere consistente con quanto ci risulta da un analisi dei modelli di specializzazione basata sulla tassonomia alla Pavitt 5, calcolando i vantaggi comparati attraverso gli indici di Balassa, sia per i dati di produzione che per le esportazioni. Come in altri lavori, si rileva una spiccata specializzazione dell Italia nei settori tradizionali (tra i quali il tessile, il cuoio, le calzature, i mobili), non tanto nella struttura produttiva, nella quale il nostro paese appare molto vicino alla Spagna, quanto in quella delle esportazioni, dove per giunta la distanza dell Italia rispetto ai concorrenti europei tende ad aumentare. Questa differenza nelle dinamiche degli indici di Balassa calcolati sulla produzione e sulle importazioni si inverte nei casi del tessile-abbigliamento e del cuoio-calzature, in cui la specializzazione esportativa si accentua nel tempo meno di quella produttiva: segno del fatto che per tali beni è più intensa la concorrenza, da parte dei paesi emergenti, nei mercati esteri rispetto a quello interno. Un altra specificità italiana consiste in un orientamento, a fianco della Germania, verso i settori specialistici, che comprendono una parte dell industria meccanica ed elettrica e segnatamente i macchinari per l industria, fondamentali nel determinare l efficienza economica complessiva di un paese. L Italia ha rafforzato sempre più i propri vantaggi comparati in queste produzioni, in particolare negli ultimi anni e per quanto riguarda le esportazioni, sebbene il livello dei relativi indici si mantenga sensibilmente inferiore rispetto a quello che contraddistingue i beni tradizionali. Uno dei due macrosettori in cui l Italia è despecializzata è quello riferibile alle industrie caratterizzate da forti economie di scala; si tratta di un comparto molto eterogeneo, dai prodotti energetici alla chimica di base, dalla siderurgia all industria delle auto. In questi settori, nei dati di esportazione gli altri paesi hanno conservato una discreta specializzazione nel corso di tutto il periodo, mentre nei dati di produzione per Spagna e Francia l indice supera l unità solo a partire dalla metà degli anni novanta (nel caso della Spagna grazie agli autoveicoli). Proprio la specializzazione spagnola nei settori a forti economie di scala e la sua marcata despecializzazione nei comparti specialistici spiegano perché gli indici di somiglianza di Spagna e Italia sono diversi. Infine, per quanto concerne i settori ad elevata intensità tecnologica (elettronica e telecomunicazioni, farmaceutica, strumentazione e meccanica di precisione, aerospaziale) è evidente una generale despecializzazione dei paesi europei presi in esame. Soltanto la Francia, e 5 Tale suddivisione prevede il raggruppamento in quattro macrosettori: settori tradizionali, settori ad elevate economie di scala, settori specialistici e settori ad alta intensità tecnologica. Per operare questa suddivisione con un elevato grado di precisione sarebbe opportuno ricorrere a dati con un livello di disaggregazione maggiore rispetto a quelli ISIC rev. 3 disponibili sia per le esportazioni che per le produzioni. Tuttavia, provando ad utilizzare dati più disaggregati per le esportazione (SITC rev. 3) siamo giunti a risultati molto simili. Si può quindi ipotizzare che le distorsioni per un eccessiva aggregazione dei dati non influenzino significativamente la qualità dei risultati ottenuti anche nel caso delle produzioni. In Appendice è stata riportata una tabella con i raggruppamenti alla Pavitt dei settori ISIC rev. 3 utilizzati.
4 limitatamente ai dati di produzione, presenta un moderato livello di specializzazione, accentuatosi negli ultimi anni per il ruolo assunto dall industria aerospaziale nel sistema industriale francese. Nella produzione di beni high-tech l Italia evidenzia indici di Balassa di poco superiori a quelli della Spagna e di poco inferiori a quelli tedeschi. Tuttavia, rispetto a questi paesi, che hanno mantenuto quasi invariato il livello di despecializzazione nel periodo considerato, l Italia l ha accentuata. La posizione dell Italia risulta ancora più svantaggiosa in riferimento ai dati sulle esportazioni. Conclusioni Dalla breve analisi dei modelli di specializzazione di Italia, Francia, Spagna e Germania, è emerso che negli anni novanta si sono prodotti importanti cambiamenti, probabilmente come conseguenza dell apertura dei mercati che ha ricevuto un forte impulso proprio in quegli anni. Inoltre, si rilevano numerose differenze negli andamenti delle strutture esportative da un lato e produttive dall altro. Si osserva in particolare un rafforzamento della concentrazione produttiva in Germania e Italia. Francia e Spagna mostrano una certa variabilità nell evoluzione temporale dell indice di concentrazione, in contrapposizione con gli altri due paesi. Una possibile spiegazione attiene a strategie di adattamento ai mutamenti della domanda mondiale. Nel caso italiano l elevato grado di concentrazione del modello di specializzazione si accompagna ad una considerevole distanza dalla struttura dei vantaggi comparati tipica del mondo industrializzato (anche da quella della Spagna). La composizione settoriale della produzione manifatturiera italiana, sbilanciata a favore dei settori tradizionali, e la minore tendenza a modificare l'assetto produttivo esistente rispetto agli altri paesi sono spesso indicate tra le cause del divario di crescita in termini di produttività tra l Italia ed i principali paesi industrializzati. Bisognerebbe tuttavia chiedersi perché l Italia ha accentuato i suoi vantaggi comparati nei settori del made in Italy, caratterizzati da un basso rapporto capitale/lavoro e maggiormente esposti alla concorrenza dei paesi emergenti. Questo aspetto dovrebbe essere sicuramente indagato in maniera più approfondita, prendendo in esame non solo la dinamica della produttività aggregata dell industria manifatturiera, ma anche quella di ciascun settore e completando l analisi osservando, con opportuni indicatori, il livello qualitativo (inteso nel senso più ampio possibile, che comprenda ad esempio anche il contenuto di innovazione e ricerca e sviluppo) delle merci prodotte ed esportate. Ulteriori approfondimenti di questo tipo potrebbero servire a comprendere meglio il grado di sostenibilità del modello di specializzazione dell Italia e a valutare vantaggi e rischi connessi all aumento della polarizzazione del suo sistema produttivo.
5 Riferimenti bibliografici Amiti M. (), Specialisation patterns in Europe, CEPR Discussion Paper N.363. Annichiarico B., Quintieri B. (2003), Measurement of Intra-Industry Trade: Where Do We Stand? An Analysis of Italian Trade Data, in Il commercio con l estero e la collocazione internazionale dell economia italiana, incontro di studio in memoria di Stefano Vona, Banca d Italia. Brulhart M. (), Growing Alike or Growing Apart? Industrial Specialisation of EU Countries, in Charles Wyplosz (ed.) The Impact of EMU on Europe and the Developing Countries, Oxford University Press. Bugamelli M. (), Il modello di specializzazione internazionale dell area dell euro e dei principali paesi europei: omogeneità e convergenza, Banca d Italia, Temi di discussione n De Benedictis L. (2005), Three Decades of Italian Comparative Advantages, The World Economy Volume 28 (11), de Nardis S., Traù F. (), Specializzazione settoriale e qualità dei prodotti: misure della pressione competitiva sull'industria italiana, Rivista Italiana degli Economisti, 4 (2), pp de Nardis S., Traù F. (2006) Il modello che non c era. L Italia e la divisione internazionale del lavoro industriale, Rubbettino Editore (in corso di pubblicazione). Epifani P. (), Sulle determinanti del modello di specializzazione internazionale dell Italia, Politica Economica, 15 (2), Faini R., A. Sapir (2005), Un modello obsoleto? Crescita e specializzazione dell economia italiana, in Oltre il declino, a cura di T. Boeri, R. Faini, A. Ichino, G. Pisauro e C. Scarpa, Il Mulino, Bologna. Iapadre L. (), La collocazione internazionale dell economia italiana: indicatori statistici e tendenze recenti, Economia Italiana (3), Monti P. (2005), Caratteristiche e mutamenti della specializzazione delle esportazioni italiane, Banca d Italia, Temi di discussione n Pavitt K., Sectoral patterns of technical change: Towards a taxonomy and a theory, Research Policy, 13, 1984.
6 Indici di Balassa (dati di produzione) Germania PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO TESSILE E PRODOTTI TESSILI CUOIO, PELLETTERIA E CALZATURE LEGNO, PRODOTTI IN LEGNO E CARBONE CARTA, PRODOTTI IN CARTA, EDITORIA E STAMPA CHIIMICA, PRODOTTI IN MATERIE PLASTICHE, GOMMA E PRODOTTI ENERGETICI TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI MINERALI NON METALLIFERI METALLI E PRODOTTI METALLICI MACCHINARI E APPARECCHI MECCANICI APPARECCHI ELETTRICI E OTTICI AUTOVEICOLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ALTRI PRODOTTI DELL'INDUSTRIA MANIFATTURIERA Italia PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO TESSILE E PRODOTTI TESSILI CUOIO, PELLETTERIA E CALZATURE LEGNO, PRODOTTI IN LEGNO E CARBONE CARTA, PRODOTTI IN CARTA, EDITORIA E STAMPA CHIIMICA, PRODOTTI IN MATERIE PLASTICHE, GOMMA E PRODOTTI ENERGETICI TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI MINERALI NON METALLIFERI METALLI E PRODOTTI METALLICI MACCHINARI E APPARECCHI MECCANICI APPARECCHI ELETTRICI E OTTICI AUTOVEICOLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ALTRI PRODOTTI DELL'INDUSTRIA MANIFATTURIERA Spagna PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO TESSILE E PRODOTTI TESSILI CUOIO, PELLETTERIA E CALZATURE LEGNO, PRODOTTI IN LEGNO E CARBONE CARTA, PRODOTTI IN CARTA, EDITORIA E STAMPA CHIIMICA, PRODOTTI IN MATERIE PLASTICHE, GOMMA E PRODOTTI ENERGETICI TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI MINERALI NON METALLIFERI METALLI E PRODOTTI METALLICI MACCHINARI E APPARECCHI MECCANICI APPARECCHI ELETTRICI E OTTICI AUTOVEICOLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ALTRI PRODOTTI DELL'INDUSTRIA MANIFATTURIERA Francia PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO TESSILE E PRODOTTI TESSILI CUOIO, PELLETTERIA E CALZATURE LEGNO, PRODOTTI IN LEGNO E CARBONE CARTA, PRODOTTI IN CARTA, EDITORIA E STAMPA CHIIMICA, PRODOTTI IN MATERIE PLASTICHE, GOMMA E PRODOTTI ENERGETICI TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI MINERALI NON METALLIFERI METALLI E PRODOTTI METALLICI MACCHINARI E APPARECCHI MECCANICI APPARECCHI ELETTRICI E OTTICI AUTOVEICOLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ALTRI PRODOTTI DELL'INDUSTRIA MANIFATTURIERA
7 Indici di Balassa (dati di esportazione) Germania PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO TESSILE E PRODOTTI TESSILI CUOIO, PELLETTERIA E CALZATURE LEGNO, PRODOTTI IN LEGNO E CARBONE CARTA, PRODOTTI IN CARTA, EDITORIA E STAMPA CHIIMICA, PRODOTTI IN MATERIE PLASTICHE, GOMMA E PRODOTTI ENERGETICI TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI MINERALI NON METALLIFERI METALLI E PRODOTTI METALLICI MACCHINARI E APPARECCHI MECCANICI APPARECCHI ELETTRICI E OTTICI AUTOVEICOLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ALTRI PRODOTTI DELL'INDUSTRIA MANIFATTURIERA Italia PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO TESSILE E PRODOTTI TESSILI CUOIO, PELLETTERIA E CALZATURE LEGNO, PRODOTTI IN LEGNO E CARBONE CARTA, PRODOTTI IN CARTA, EDITORIA E STAMPA CHIIMICA, PRODOTTI IN MATERIE PLASTICHE, GOMMA E PRODOTTI ENERGETICI TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI MINERALI NON METALLIFERI METALLI E PRODOTTI METALLICI MACCHINARI E APPARECCHI MECCANICI APPARECCHI ELETTRICI E OTTICI AUTOVEICOLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ALTRI PRODOTTI DELL'INDUSTRIA MANIFATTURIERA Spagna PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO TESSILE E PRODOTTI TESSILI CUOIO, PELLETTERIA E CALZATURE LEGNO, PRODOTTI IN LEGNO E CARBONE CARTA, PRODOTTI IN CARTA, EDITORIA E STAMPA CHIIMICA, PRODOTTI IN MATERIE PLASTICHE, GOMMA E PRODOTTI ENERGETICI TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI MINERALI NON METALLIFERI METALLI E PRODOTTI METALLICI MACCHINARI E APPARECCHI MECCANICI APPARECCHI ELETTRICI E OTTICI AUTOVEICOLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ALTRI PRODOTTI DELL'INDUSTRIA MANIFATTURIERA Francia PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO TESSILE E PRODOTTI TESSILI CUOIO, PELLETTERIA E CALZATURE LEGNO, PRODOTTI IN LEGNO E CARBONE CARTA, PRODOTTI IN CARTA, EDITORIA E STAMPA CHIIMICA, PRODOTTI IN MATERIE PLASTICHE, GOMMA E PRODOTTI ENERGETICI TRASFORMAZIONE DI PRODOTTI MINERALI NON METALLIFERI METALLI E PRODOTTI METALLICI MACCHINARI E APPARECCHI MECCANICI APPARECCHI ELETTRICI E OTTICI AUTOVEICOLI ALTRI MEZZI DI TRASPORTO ALTRI PRODOTTI DELL'INDUSTRIA MANIFATTURIERA
8 0,4 Fig. 1 Area di Concentrazione di Gini, dati di produzione 0,4 Fig. 3 Area di Concentrazione di Gini, dati di esportazione 0,35 0,35 0,3 0,3 0,25 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 ITALIA SPAGNA GERMANIA FRANCIA Fig. 2 Indice di Finger-Kreinin, dati di produzione 0,2 0,15 0,1 0,05 ITALIA SPAGNA GERMANIA FRANCIA Fig. 4 Indice di Finger-Kreinin, dati di esportazione ITALIA SPAGNA GERMANIA FRANCIA 5 5 ITALIA SPAGNA GERMANIA FRANCIA
9 2,1 Fig. 5 Indice di Balassa per i settori tradizionali, dati di produzione Fig. 7 Indice di Balassa per i settori specialistici, dati di produzione 1,9 1,6 1,7 1,4 1,5 1,2 1,3 1,1 1,5 Fig. 6 Indice di Balassa per i settori con elevate economie di scala, dati di produzione 1 0,6 1,2 Fig. 8 Indice di Balassa per i settori ad alta intensità tecologica, dati di produzione 1,4 1,1 1,3 1 1,2 1,1 1 0,6 0,6 0,5 0,4 0,3
10 2,1 Fig. 9 Indice di Balassa per i settori tradizionali, dati di esportazione Fig. 11 Indice di Balassa per i settori specialistici, dati di esportazione 1,9 1,6 1,7 1,4 1,5 1,3 1,1 1,5 1,4 Fig. 10 Indice di Balassa per i settori con elevate economie di scala, dati di esportazione 1,2 1 0,6 1,2 1,1 Fig.12 Indice di Balassa per i settori ad alta intensità tecologica, dati di esportazione 1,3 1 1,2 1,1 1 0,6 0,6 0,5 0,4 0,3
11 APPENDICE Indicatori Utilizzati Area di Concentrazione di Gini E dato dal doppio dell area compresa tra la curva di Lorenz e la retta di equidistribuzione (vedi figura). La curva di Lorenz, in questo caso, è stata ottenuta ordinando i settori sulla base del valore dell indice di Balassa (dal più al più basso) e ponendo sull asse delle ascisse la distribuzione cumulata delle quote dei settori del mondo di riferimento e sull asse delle ordinate la distribuzione cumulata delle quote dei settori del paese preso in considerazione. Esso può variare tra 0 (distribuzione uguale a quella del mondo OCSE) e 1. L indice risente di due effetti: uguaglianza-disuguaglianza rispetto al mondo OCSE e livello di concentrazione nei settori. Questa misura sintetica è da un lato influenzata dalla distanza del mix settoriale dei singoli paesi nei confronti del mondo preso a riferimento; dall altro dipende dal numero di settori che sono caratterizzati da questo scostamento. G: area di concentrazione X k : quota cumulata fino al settore k per il mondo, k = 0,...,n, con X 0 = 0, X n = 1 Y k : quota cumulata fino al settore k per il paese considerato, k = 0,...,n, con Y 0 = 0, Y n = 1 (i settori sono stati ordinati secondo l indice di Balassa crescente: la curva di Lorenz resta sotto la retta di equidistribuzione). CUMULATA DELLE QUOTE DEL PAESE CUMULATA DELLE QUOTE DEL MONDO OCSE
12 Indice di somiglianza di Finger-Kreinin (F-K) Si calcola il minimo tra la quota del settore k nel paese e nel mondo OCSE. L indice è dato dalla somma dei minimi così ottenuti. Esso può variare tra 0 (massima disuguaglianza) e 1 (massima uguaglianza al mondo OCSE). E un indice che misura semplicemente uguaglianza-disuguaglianza rispetto al mondo OCSE. F&K jm = min (s kj,s km ) k Indice di specializzazione di Balassa L indicatore è utilizzato per evidenziare i settori o i gruppi di settori di specializzazione e quelli di assenza di specializzazione Si tratta dell indice più classico di specializzazione proposto da Balassa (1965). I valori dell indice variano tra 0 e 1. Quando 0<B<1 l'indicatore rivela l'assenza di specializzazione nel settore corrispondente, mentre se B >1 l'indicatore rivela la presenza di specializzazione settoriali. Secondo quest indice la specializzazione si verifica quando il paese j produce (o esporta) nel settore k una quota superiore rispetto al suo peso complessivo nel mondo OCSE. B kj = (x kj / x k ) / (x km / x m ) x kj : valore produzione (esportazione) per il settore k nel paese j x k : valore produzione (esportazione) totale nel paese j x km : valore produzione (esportazione) per il settore k nel mondo OCSE x m : valore produzione (esportazione) totale nel mondo OCSE Raggruppamenti alla Pavitt dei settori ISIC rev. 3 utilizzati settori tradizionali 15,16,17,19,22,36,37 settori con elevate economie di scala 21,23,24 (escluso 2423),25,26,27,34 settori specialistici 29,31,35 (escluso 353) settori ad alta intensità tecnologica 2423,30,32,33,353
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