2. I TEMPI DELL INDAGINE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "2. I TEMPI DELL INDAGINE"

Transcript

1 LA CARTA ARCHEOLOGICA DELLA PROVINCIA DI PISTOIA SITI CENSITI E SITI PREVISTI, TRA INVENTARIO, RICOGNIZIONE E RISCHIO ARCHEOLOGICO 1. LA STRUTTURA TEORICA E PRATICA DEL PROGETTO In apertura d intervento, vorrei esprimere il mio disagio per la separazione tra ricerca e tutela, proposta nel programma del nostro incontro, una scelta che ritengo essere spesso artificiosa nel campo dei beni archeologici, ma particolarmente inadeguata nel momento in cui l oggetto del dibattito sia la costruzione della cartografia archeologica. Personalmente ritengo che questi due aspetti dell attività archeologica, la tutela e la ricerca, se non estremizzati, siano quasi sempre inscindibili e che il problema vero sia in realtà quello della conoscenza, che deve essere ricercata ed individuata per poterla sottoporre a tutela. Per questo motivo, la carta archeologica della Provincia di Pistoia alla quale chi scrive sta da tempo lavorando con i suoi collaboratori (1), ha l obiettivo di configurarsi come strumento di conoscenza utile per tutti quei soggetti (Soprintendenze, Enti Locali, Università) che sono chiamati a gestire, a vario titolo, le risorse archeologiche territoriali. Questa carta mantiene un legame con le carte archeologiche tradizionali (la schedatura dei ritrovamenti noti), aggiungendovi però i nuovi ritrovamenti evidenziati da ricognizioni sistematiche, ma si ispira al contempo ad una filosofia di carta archeologica previsionale, in grado di fornire dati per una tutela che si potrebbe definire di tipo indiziario. Tali caratteri fanno di questo tipo di carta archeologica uno strumento in progress, che affianca ai dati oggettivi una parte propositiva, che si concretizza nell individuazione di zone soggette al rischio di futuri ritrovamenti archeologici e nelle quali investire risorse finalizzate alla diagnostica archeologica. L obiettivo è quello di realizzare una carta provinciale caratterizzata da una vista il più possibile acuta (o meglio, meno miope possibile) che possa rivelarsi utile nella pianificazione della tutela archeologica del territorio e nella progressiva marginalizzazione del contributo fornito alla conoscenza dai ritrovamenti casuali negli sterri, un fattore insito nella natura stessa della ricerca archeologica, ma il cui ruolo non deve risultare sovrastante rispetto all acquisizione pianificata delle conoscenze (è un brutto segno quando si verificano queste circostanze, o quando siti di grande interesse archeologico vengono individuati casualmente nel corso di lavori di sterro). Il mero inventario dei ritrovamenti noti in un territorio non può essere utilizzato, da solo, per prevenire le distruzioni del suo patrimonio archeologico: occorre quindi costruire carte che, di là del conosciuto, si pongano anche come carte di potenzialità. In questo senso, si sta lavorando sul versante della chiarezza: senza rinunciare agli aspetti scientifici del prodotto, è di primaria importanza non perdere di vista quelli che saranno gli utenti della carta, per far sì che anche il non addetto ai lavori (penso al personale degli Uffici Tecnici comunali, tenuto ad esprimere pareri su richieste di interventi comportanti scavi), grazie ad un idonea presentazione dei dati, sia in grado di consultarla e di capire rapidamente l interesse ed il significato dei dati presentati, per individuare l eventuale rischio archeologico presente nell area interessata, quasi che si trattasse di una sorta di prontuario. L alto numero di relazioni in programma in questo Convegno suggerisce di non trattare in modo analitico dei diversi territori della provincia di Pistoia che sono attualmente in corso di studio: sembra piuttosto preferibile discutere l impalcatura generale del progetto di carta archeologica della provincia di Pistoia e gli orientamenti teorici, metodologici e sperimentali ai quali esso è ispirato. Per consentire un impatto di maggiore chiarezza iniziale al testo, si propone in apertura uno schema dei punti che saranno di seguito esaminati: I tempi dell indagine; La Carta Archeologica tra inventario e previsione; Strategia; Metodologia; Primi risultati; Il Piano Archeologico Comunale. La Carta come volano della valorizzazione del patrimonio archeologico comunale. 2. I TEMPI DELL INDAGINE 2002 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 1

2 Il mio interesse per la cartografia archeologica della provincia di Pistoia risale al 1991, quando, da ispettore della Soprintendenza Archeologica della Toscana, fui chiamato ad occuparmi di un ampia parte del territorio provinciale, la Valdinievole (428 kmq), che allora conoscevo in modo del tutto marginale. Qui il volontariato ha avuto, a partire dagli anni 70, un peso non indifferente nella gestione del patrimonio archeologico, coadiuvando la Soprintendenza e, in rapporto con gli enti locali, dando vita a musei archeologici, come quelli di Pescia e di Larciano. I numerosi dati che le ricerche avevano evidenziato sono serviti da stimolo per un loro riesame e per la formulazione di progetti più sistematici che garantissero una conoscenza meno frammentaria del potenziale archeologico territoriale. Questi progetti sono stati subito orientati nella dimensione stratigrafica (con scavi anche molto estesi), topografica e dell edilizia storica, con lo scopo di disporre finalmente di sequenze e contesti di materiali, per costruire le cronotipologie di reperti e tecniche murarie e per iniziare a riflettere sulla distribuzione delle tracce archeologiche nel territorio. Indagini di scavo, bilanciate tra interventi di tutela e di ricerca, sono state realizzate nel centro storico di Pescia, nel castello di Montecatini, a Terrazzana, Lignana, nel sito ligure di Pian d Ara, a Massa e Cozzile e Serra Pistoiese, mentre ricognizioni intensive e rilievi sono state condotte in numerosi altri siti (Fig. 1). Lo studio degli aspetti topografici, dal punto di vista storico-archeologico e della carta archeologica, fu al centro di una convenzione firmata nel 1994 tra il Comune di Pescia e l Università di Sassari (dove nel frattempo lo scrivente era stato chiamato ad insegnare), ma per rendere operativi gli intenti sottoscritti è purtroppo mancato il necessario consenso politico da parte dell Amministrazione Comunale di Pescia, atteggiamento che ha impedito uno svolgimento veramente sistematico delle ricerche sul campo. A partire dal 1996 il progetto di cartografia archeologica della provincia di Pistoia vive una fase di indagini più sistematiche, in quanto è stato possibile organizzare un gruppo di collaboratori delle Università di Genova e di Arezzo, da poco allargato all Università di Pisa, che è attivo con la finalità di lavorare ad una carta archeologica provinciale non solo di taglio inventariale (con il censimento dei ritrovamenti noti) ma che si confronti direttamente e in modo sistematico con le fonti indirette e con il territorio. In questa seconda fase (anni ) il progetto è stato condotto ancora in forma di volontariato, grazie all autofinanziamento del gruppo di ricerca e grazie all intervento delle Amministrazioni Comunali interessate, che in taluni casi hanno fornito una base logistica e l accesso alle mense scolastiche. I limiti rappresentati da un approccio di questo tipo sono evidenti: risulta difficile, senza risorse, continuare ad ottenere disponibilità di lungo periodo e sempre più qualificate, quali occorrono per tali operazioni. Oggi le ricerche, non disponendo di un budget di riferimento, sono realizzate con gravi carenze strutturali e stentano a poter seguire quelle linee di pianificazione pur annualmente presentate agli Enti locali, spesso prudenti e titubanti ad investire risorse, sia pur minime, per un progetto che dovrebbe muoversi in una scala di riferimento regionale, ma che risulta al contrario ancora sconosciuto presso alcune amministrazioni comunali. Dal 1999, la Provincia di Pistoia, in accordo con l Università di Pisa, ha assunto l onere della progressiva pubblicazione dei risultati e della cartografia provinciale, ma rimane aperto il problema dei costi delle ricerche, che, se continuerà a rimanere irrisolto, dilaterà in modo irragionevole i tempi di realizzazione di questo strumento di pianificazione e gestione territoriale. 2. LA CARTA ARCHEOLOGICA TRA INVENTARIO E PREVISIONE Progettare oggi una carta archeologica in sintonia con il progresso delle metodologie della disciplina significa non limitarsi alla produzione di un catasto o inventario delle conoscenze disponibili, ma sviluppare uno strumento con una spiccata vocazione di tipo previsionale, fondata sul valore indiziario insito in alcune tipologie di indicatori. Nella tradizione dell archeologia italiana e mediterranea, la carta archeologica segue l impostazione del primo tipo, di taglio inventariale, mirata a caratterizzare quanto è già stato ritrovato ed edito o ad allargare le conoscenze con le ricognizioni sul campo. Fermo restando che i due livelli appena citati, che peraltro forniscono prodotti qualitativamente assai differenti, rimangono comunque imprescindibili, numerose esperienze realizzate in campo europeo negli ultimi decenni hanno sottolineato l interesse rappresentato dagli aspetti di 2002 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 2

3 previsionalità della risorsa e del rischio archeologico (resi possibili grazie all applicazione sistematica della campionatura) e, conseguentemente, delle carte archeologiche. Lavorare in questa direzione consente di realizzare carte archeologiche più rappresentative della effettiva consistenza del patrimonio archeologico, rispetto a quelle mappature puntiformi dei ritrovamenti che ci sono consuete. S. Gelichi, presentando recentemente (1999: 11-12) la carta di rischio archeologico della città di Cesena, ha ripercorso le principali tappe del concetto di rischio archeologico: un momento particolarmente rilevante è rappresentato dal volume di Biddle ed Hudson (1973) su Londra, nel quale emergono concetti fondamentali come quello di previsionalità della risorsa e di carta archeologica non più come catasto o censimento, ma come strumento guida per la politica archeologica territoriale. In linea con questi principi, nel 1981 venne realizzata da P. Hudson (non a caso un archeologo inglese) la carta di rischio archeologico di Pavia, che propose un articolata strategia di gestione del patrimonio archeologico sepolto nel sottosuolo urbano pavese: la proposta non ebbe però seguito a Pavia, né fu di particolare stimolo per riprodurre questa esperienza in altre città italiane (GELICHI 1999: 14-15), a parte il caso di Brescia e l importante mostra sull archeologia urbana in Lombardia (1984), che estese un approccio di questo tipo ai principali centri urbani della regione. Per costruire le carte di rischio archeologico sono utilizzate diverse tipologie di indicatori (ritrovamenti precedenti, fonti scritte, foto aeree, toponimi, particolari situazioni geomorfologiche, ricognizioni sul campo e prospezioni) che possono fornire elementi indiziari della presenza di evidenze archeologiche (Fig. 2). Il loro studio permette di sviluppare una tendenza previsionale da parte della carta archeologica, che non si ridurrà così ad essere un solo catasto o censimento di quanto noto o conosciuto con le ricognizioni, ma che definirà invece il rischio archeologico di alcune aree, che saranno perimetrate, dove si ritiene che possano essere conservate stratificazioni archeologiche. Possiamo quindi concludere che una carta archeologica metodologicamente moderna dovrà contenere non solo le schede dei ritrovamenti noti e censiti, ma anche un ampio spazio dedicato alle schede dei siti archeologici previsti, localizzati su mera base indiziaria. Occorre sviluppare questa via, che permette di evidenziare il rischio che la pianificazione urbanistica potrà correre scegliendo un area per PRG e di garantire nel futuro una migliore integrazione dell archeologia nella pianificazione territoriale, ma è anche un modo per richiamare l attenzione di quei soggetti istituzionali che decidono le sorti del territorio (anche concedendo le minute autorizzazioni ai privati, che, se non controllate archeologicamente, contribuiscono ad una sostanziale erosione del patrimonio archeologico) sul fatto che la tutela archeologica di un territorio non si può realizzare sulla sola base dei ritrovamenti già effettuati. Il problema di fondo è che, in assenza di elementi, ogni area è potenzialmente a rischio archeologico e non al contrario, come talvolta si ritiene. Ma se l affermazione che, in assenza di elementi, ogni area è potenzialmente a rischio archeologico è teoricamente difficile da contraddire, è ovvio come una tutela ispirata a questo principio sia destinata a non riscuotere credibilità presso i partner istituzionali e al rapido fallimento. Occorre invece investire risorse per implementare le conoscenze (con le ricognizioni, la diagnostica archeologica, la fotointerpretazione, il remote sensing) ed affinare le capacità, oggi ancora insoddisfacenti, di individuazione del rischio archeologico. Di tale rischio archeologico, si può tentare di definire una scala di valutazione, che sarà per forza di cose differente nelle aree extraurbane, rispetto alle proposte elaborate per il rischio archeologico urbano, dove il livello di rischio cresce in relazione al potenziale informativo dei depositi ed alla loro pluristratificazione e quindi determina anche un prevedibile incremento dei costi di costruzione (GELICHI 1999: 95). È necessario pertanto chiarire le differenze e distinguere un rischio archeologico territoriale (proprio delle aree rurali) da un rischio archeologico urbano: sarà bene precisare che entrambi i livelli devono essere presenti nella carta, per costruire uno strumento di controllo non parziale dell erosione del patrimonio archeologico. Le diversità più evidenti sono rappresentate dal fatto che, mentre tutta la superficie dello spazio urbano è area di rischio (sia pure di differente intensità, entro certi limiti prevedibile sulla base dei campioni disponibili) e le zone non a rischio sono rappresentate da quelle modificate in anni recenti con asportazioni totali delle stratificazioni archeologiche (o dagli scantinati, com è stato suggerito dalla carta di rischio di Pavia), nel territorio invece le aree di rischio si alternano a 2002 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 3

4 spazi apparentemente non indiziati, che sarebbe tuttavia arbitrario ritenere sempre e comunque privi di un possibile interesse archeologico. Il rischio archeologico territoriale può essere individuato con la fotointerpretazione archeologica, con indizi di carattere geomorfologico e/ o toponomastico o con informazioni desunte dalla cartografia storica o dalle fonti scritte. Tali indizi possono essere successivamente comprovati dalla ricognizione sul campo, che tuttavia può a sua volta evidenziare siti nuovi e perciò tendenze insediative inizialmente non previste nella modellistica multiperiodale del territorio, uno strumento di complessa costruzione, ma di rilevante interesse per la ricerca e di straordinaria efficacia per la pianificazione delle strategie di tutela (FRANCOVICH 1995; VALENTI 1995: 25-38). Un maggior numero di variabili, uno spazio geografico immensamente più ampio e talvolta anche un minore numero di elementi disponibili, fanno sì che la costruzione di una carta di rischio archeologico territoriale possa risultare operazione più complessa rispetto all elaborazione della carta di rischio archeologico urbano, dove un fattore determinante per guidare i ricercatori nella definizione dell intensità del rischio è rappresentato (GELICHI 1999: 23-24), da una certa prevedibilità dei comportamenti dei depositi archeologici urbani. Scala del rischio archeologico territoriale 1. Rischio alto. Può essere indicato dalla convergenza di indizi toponomastici o geomorfologici e dalla presenza di materiali non sporadici e prevalentemente sincronici. Diversamente, può essere definito nei casi di aree immediatamente circostanti siti archeologici conclamati, anche se noti soltanto da ricognizione (in sezione esposta o in orizzontale). Nei casi di alto rischio archeologico, qualora non si ritenga opportuno procedere al vincolo dell area, l autorizzazione ad eventuali lavori comportanti movimento terra dovrà comunque essere subordinata, secondo i casi, all esecuzione di uno scavo preventivo. 2. Rischio medio. In assenza di ritrovamenti, viene individuato dalla convergenza di due differenti tipologie di indicatori, geomorfologici e toponomastici: eventuali reperti non consentono di ubicare con esattezza il probabile sito sepolto e valutarne l effettiva consistenza. Può trattarsi inoltre di un area ritenuta ai margini di un sito archeologico, ma ancora stimata a rischio. Nei casi di medio rischio archeologico, l autorizzazione ad eventuali lavori comportanti movimento terra sarà comunque subordinata, secondo i casi, all esecuzione di un accurata diagnostica preventiva e all esecuzione di saggi preventivi e di valutazione. 3. Rischio basso. Il rischio archeologico risulta basso (o debole), quando viene definito sulla base di una sola classe di indicatori, come un indizio toponomastico o geomorfologico, mentre la ricognizione sul campo non avrà dato indicatori chiari (nessun reperto o qualche sporadico), anche in buone condizioni di visibilità. Anche le UT con materiali sporadici con caratteristiche particolari possono dare luogo a questo tipo di rischi. Nei casi di basso rischio archeologico, l autorizzazione ad eventuali lavori comportanti movimento terra sarà comunque subordinata ad un controllo archeologico degli stessi o, se ritenuto necessario, all esecuzione di accertamenti diagnostici preventivi. Il rischio archeologico nell edilizia rurale Un caso differente rispetto alle situazioni sopra richiamate, è rappresentato dall edilizia rurale di tipo colonico-poderale, che costituisce una costante dei paesaggi agrari della Toscana. Anche questi siti archeologici a continuità d uso (come le città), nonostante la loro cronologia che talvolta può essere apparentemente recente (ottocentesca), sono aree di rischio archeologico: si tratta infatti spesso di manufatti architettonici pluristratificati, sia nelle strutture che nei depositi archeologici sepolti. In altri casi, invece, pur non trattandosi di strutture pluristratificate, sono importanti documenti che illustrano i modi e le soluzioni del costruire in una data epoca e in un dato territorio. Tracce toponomastiche, reperti rinvenuti in ricognizione nei terreni circostanti il complesso colonico, la pluristratificazione delle strutture, la presenza o l assenza di rimaneggiamenti nei corpi di fabbrica (in ultima analisi la qualità della conservazione ed il potenziale informativo del sopravvissuto), sono variabili che i ricercatori possono utilizzare per definire la scala del rischio archeologico dell edilizia rurale presente nel territorio. 3. STRATEGIA Com è già stato richiamato, le scelte strategiche di orientamento nella progettazione delle carte 2002 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 4

5 archeologiche possono essere anche molto diverse tra loro. Vista l inadeguatezza degli strumenti di cartografia archeologica finora disponibili (non sottolineo, lo faranno già altri in questo convegno, la necessità di abbandonare le forme simboliche per l ubicazione delle evidenze e di gestire l intero processo su cartografia numerica e con una perimetrazione attendibile delle aree segnalate), l obiettivo che avevo ben chiaro, nella sua struttura fondamentale, sino dagli inizi del mio interesse per la carta archeologica provinciale, era quello di produrre uno strumento cartografico provinciale efficace per la tutela e utile per la ricerca. Nel nostro caso, si tratta di uno strumento pensato per un utilizzo frequente da parte delle Istituzioni ed auspicabilmente quotidiano in quei luoghi, come gli uffici tecnici dei Comuni, a torto raramente citati in tema di tutela dei beni archeologici, ma dove spesso si decidono, talvolta inconsapevolmente, i destini di parte del patrimonio archeologico. Per questo motivo, per cercare un più significativo impatto con le realtà locali delle trasformazioni (e distruzioni) di piccola e media portata, la scelta è ricaduta, per praticità, su un articolazione delle indagini per territori comunali. Ad oggi, sui 22 comuni della provincia di Pistoia, si sono attivati già 9 sottoprogetti comunali, 7 dei quali (Montecatini, Pieve a Nievole, Monsummano, Larciano, Massa e Cozzile, S. Marcello Pistoiese e Pescia) (Fig. 3) sono già in piena fase di ricerca ed elaborazione dei dati. 4. METODOLOGIA Il processo metodologico che ora illustrerò brevemente viene attivato per ciascun sottoprogetto comunale. Esso è articolato in due punti fondamentali: la raccolta delle conoscenze disponibili (ma spesso disperse in sedi differenti), la ricognizione sul campo e l elaborazione dei dati: A. La raccolta dei dati editi e delle fonti indirette avviene attraverso 5 passaggi fondamentali: 1. L inventario dei siti archeologici già noti (editi e inediti, talora segnalati da studiosi e dal volontariato locale); 2. L analisi sistematica dei toponimi; 3. L analisi della cartografia storica; 4. La raccolta delle fonti scritte; 5. La lettura delle fotografie aeree. B. La progettazione e lo svolgimento delle ricogni zioni sul campo sono condizionati da fattori nodali, comuni a tutto il progetto o variabili nei diversi territori, che si possono così riassumere: 1. Il concetto di UT; 2. Il problema della cronologia; 3. La visibilità; 4. Ricognizioni mirate o per campionatura; 5. L intensità; 6. Le fonti orali; 7. L archeologia dei centri storici e l archeologia rurale; 8. L archeologia dell architettura. C. L elaborazione dei dati avviene con l analisi in crociata dei risultati delle ricognizioni e degli altri indicatori (fase A), per stabilire la scala di rischio archeologico delle aree studiate. Non potendo discutere adeguatamente tutti i punti sopra schematizzati, si ritiene opportuno analizzare almeno un quadro metodologico di maggior dettaglio per quanto concerne le rico gnizioni sul campo (fase B). Il concetto di UT (Unità Topografica) è inteso come unità minima e cellula fondamentale della documentazione topografica (così come nello scavo l unità minima è rappresentata dall Unità Stratigrafica), caratterizzata da una continuità fisica dell evidenza, sia essa rappresentata da sedimento, da un area di dispersione di reperti o da elementi strutturali. Per il rapporto teorico tra Unità Topografica e sito, una singola UT (con caratteristiche di diacronia nella cultura materiale restituita) può rappresentare più insediamenti ma, viceversa, più UT, quasi punte emergenti di un unico iceberg sepolto, possono definire un solo ampio sito, in gran parte obliterato (Fig. 4). Per la documentazione sul campo delle singole UT, viene utilizzato un modello di scheda assai diffuso, sia pure con l inserimento di qualche modifica (Figg. 5-6). Il problema della cronologia nella ricognizione archeologica meriterebbe a mio avviso, come tanti altri aspetti, una tavola rotonda. Non posso che riferirmi al convegno recentemente tenutosi a Cesena sulle carte di rischio archeologico urbano (GELICHI 1999a), dove sono stato chiamato a discutere il rapporto tra cartografia ar Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 5

6 cheologica e archeologia postmedievale (MILA- NESE 1999). Il mio punto di vista è sempre stato, dal punto di vista teorico e sperimentale, per una cartografia archeologica (e quindi anche per una ricognizione) multiperiodale (MILANESE 1989; 1999a), che sappia cogliere le tracce archeologiche dei vari paesaggi pluristratificati ed evidenziare siti, modelli e casi, nei vari segmenti sincronici dell utilizzo antropico del territorio. A questa filosofia si ispirano le linee teoriche e metodologiche definite per la costruzione della carta archeologica della provincia di Pistoia, che hanno previsto infatti che il censimento delle evidenze non fosse soggetto a censure cronologiche di sorta (come avviene quasi sempre nelle carte archeologiche, secondo la soggettività dei ricercatori), ma che risultasse piuttosto indirizzato a monitorare le tracce delle presenze e delle attività antropiche individuabili sul terreno, indipendentemente dalla loro datazione. Vorrei però ricordare che il problema cronologico nella ricognizione sul campo esiste davvero ed è risolto in modi differenti, dilatando o restringendo la cronologia delle tracce che vengono giudicate interessanti (il problema si è manifestato con straordinaria chiarezza anche in questo convegno, che ha vissuto attimi da vera e propria Torre di Babele) e un aspetto apparentemente incomprensibile è l attenzione che gli stessi ricercatori riservano alle tracce postclassiche emerse nello scavo, dove sono documentate, mentre in ricognizione in genere proprio non vengono considerate, quasi che la metodologia di raccolta delle informazioni possa determinare l interesse o l inutilità di una testimonianza. Se l esclusione dei dati archeologici medievali dalle cartografie archeologiche anche recenti, rappresenta quasi la norma, per vedere registrati quelli successivi a tale periodo occorre cercare indagini progettate secondo le indicazioni dell archeologia globale di T. Mannoni (1994, 1995) e dell ISCUM o in Inghilterra, dove l utilizzo della ricognizione archeologica postmedievale è prassi consolidata da lungo tempo, tanto che la manualistica anglosassone dell archeologia del paesaggio non cita neppure questo problema, in quanto la sua soluzione è ritenuta assiomaticamente scontata (BOWDEN 1999). Ritengo che si tratti solo di un problema di tradizione di studi e di mentalità, di relatività cronologica del nostro attuale punto di osservazione, che è per forza di cose instabile e soggettivo. Il problema è che la tutela di un bene archeologico (culturale, tout court), dovrebbe essere realmente determinata dall interesse e dalla qualità delle informazioni storico-archeologiche che il bene è in grado di trasmetterci, piuttosto che dalla sua cronologia. L inevitabile gerarchia tra i beni, quella che interviene per guidare una conservazione ed una tutela consapevoli, deve pertanto essere dettata dalla portata storiografica delle evidenze. Ma ecco emergere il nodo reale della questione: la capacità professionale di chi esercita istituzionalmente la tutela a riconoscere e valutare questo interesse (GUZZO 1997), anche in fasce cronologiche che esulano dalla formazione che le strutture universitarie nazionali hanno fino ad oggi prevalentemente garantito nel settore dei beni archeologici. Tuttavia, di là dei punti di vista, la sostanza del problema resta: si tratta di vedere se sia possibile risolverlo oggi o invece rimandare il tutto (un comportamento pericoloso che ha prodotto e continuerà a produrre gravi danni), prendendoci la responsabilità, nei confronti delle future generazioni, di rinunciare a tutelare una consistente porzione del patrimonio archeologico, solo perché in questo momento ci sentiamo imbarazzati dalla sua presunta vicinanza cronologica e riteniamo che le altre fonti disponibili possano garantirne una conoscenza sufficiente. La visibilità. I territori nei quali la ricerca è in corso (alcuni comuni della Valdinievole) dalla morfologia variabile ma prevalentemente collinare e montuosa, presentano una visibilità talvolta completamente nulla, in quanto vi prevalgono i boschi, la macchia e l incolto; queste condizioni sono determinate dall abbandono delle risorse boschive e, in collina e nell area pedecollinare, delle colture fisse, come gli uliveti, dove la lavorazione, per evitare cedimenti dei terrazzi e dei ciglioni, non implica neppure la fresatura, ma viene limitata al solo taglio dell erba (Fig. 7). L arativo è limitato in genere alle aree di pianura, prevalentemente di bonifica, mentre solo rare sezioni esposte, piccole frane e lavori agricoli straordinari, d impianto colturale (Fig. 8) permettono l apertura di finestre utili per la lettura delle stratificazioni. La scelta tra ricognizione mirata o per campionatura è un altro punto sul quale la progettazione delle ricognizioni si dibatte tra tendenze diverse (vedi p. es, le differenti posizioni in PA- SQUINUCCI, MENCHELLI 1989). I territori collinari e montani che abbiamo ora in esame presentano una visibilità spesso del tutto nulla (l arativo in alcuni casi non supera l 1% 2002 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 6

7 della superficie indagata) e per questo motivo viene scelta inizialmente una strategia di campionatura puntiforme, suggerita da elementi quali la toponomastica, la verifica delle foto aeree, delle sommità e dell abitato rurale sparso, suddiviso in scaglioni cronologici suggeriti dalla sua comparsa nella cartografia storica. Le aree boschive e di macchia, talvolta effettivamente non ricognibili, sono le probabili sedi, nelle aree collinari, di insediamenti medievali scomparsi e per questo motivo si è deciso di indagare boschi e macchie con la stessa intensità con cui sono state ricognite aree a maggiore visibilità, una scelta complessa che ha tuttavia consentito di identificare un certo numero di evidenze (MILANESE et al. 2000). Questo approccio può essere completato dalla ricognizione di transetti campione, orientati e determinati dalle variazioni altimetriche del paesaggio ed allargati in corso d opera per comprendere situazioni interessanti, come nel caso di Monsummano. L intensità è calcolata sulla base dei dati registrati sulle schede di UT (numero di ricercatori, tempo e superficie sottoposta a ricognizione), che permettono di stimare il rapporto giornate-ricercatore/kmq e l intensità dell analisi su ciascun sito o transetto. Per le fonti orali, sottolineo soltanto il ruolo importante dei contadini, dei cacciatori, e degli abitanti dei territori in studio per l identificazione di aree di possibile interesse, nonostante una forte immigrazione che ha interessato la Valdinievole dopo la seconda guerra mondiale e che rappresenta un indubbio limite per un ottimale utilizzo di queste fonti. Due diverse archeologie coesistono qui come in innumerevoli situazioni simili (il problema è già stato impostato al punto 2): L archeologia dei centri storici (in particolare sperimentata a Pescia, a Montecatini e a Massa e Cozzile: un approccio in gran parte simile all archeologia urbana: la differenza è solo nella scala) e l archeologia degli spazi rurali, alla quale ci siamo riferiti prevalentemente fino ad ora. La complessità di questo passaggio, che meriterebbe una trattazione autonoma, spinge a rinunciare a qualsiasi approfondimento. Ma il punto mi sembra davvero nodale per non sottolineare almeno come la diversità metodologica della costruzione delle carte archeologiche degli spazi rurali e dei centri storici a continuità di vita non debba autorizzare a costruire carte archeologiche territoriali che non si cimentino con l integrazione di entrambi i livelli e che non prevedano almeno una proposta preliminare del rischio archeologico dei centri storici. Un altro problema monografico a sé, che occorre a questo punto richiamare è rappresentato dall edilizia storica. L archeologia dell architettura non può essere esclusa dal dibattito sulla carta archeologica solo perché la sua tutela è esercitata da un altra Soprintendenza (che non porta il nome di Archeologica): un documento storico, se è di natura archeologica in una sua parte (le fondazioni), non perde questa caratteristica quando dalle fondazioni passiamo a considerarne gli alzati, costruiti dalle stesse maestranze, nello stesso periodo. Per questo motivo, occorre che la sezione della carta archeologica dedicata ai centri storici contenga quanto meno una mappatura della visibilità dell edilizia storica, l individuazione delle principali aree di rischio architettonico ed una campionatura delle tecniche costruttive (Fig. 9). Questo settore della ricerca, come la carta archeologica nel suo complesso, non sarà tanto una carta delle certezze, quanto piuttosto delle potenzialità e dei problemi connessi alla conoscenza del patrimonio archeologico. 5. PRIMI RISULTATI Non credo che, per numerose ragioni, possa essere questa la sede idonea per esporre risultati delle ricerche, tuttavia vorrei riassumere almeno le classi tipologiche delle principali informazioni acquisibili con le indagini sul campo. Incremento dei siti noti (siti nuovi) I grafici allegati illustrano la quantificazione dell incremento della conoscenza realizzato con alcune campagne di ricognizione. Nel territorio di Montecatini e Pieve a Nievole sono state svolte 3 campagne di ricognizione, che hanno consentito di identificare 19 siti nuovi su 33 già conosciuti, con incremento dell informazione pari al 57% (Fig. 10). A Larciano è stata finora svolta una sola campagna che ha consentito di definire un incremento del 38% del numero dei siti archeologici già noti (Fig. 11). Ridefinizione di siti archeologici già noti 2002 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 7

8 La ricognizione intensiva di Pian del Santo (Fig. 12), un sito archeologico al confine tra Montecatini e Marliana, già noto da decenni per il ritrovamento di tombe a cassetta litica di tipologia ligure (CIAMPOLTRINI 1995: ), ha permesso di evidenziare una imprevista complessità cronologica dell area, grazie all identificazione di tracce di una fase di occupazione databile tra XI e XII secolo. In un area non distante (Fig. 14), una sezione esposta dallo sterro di una strada forestale, ha consentito di documentare un edificio rurale bassomedievale, attribuibile al XIV-XV secolo, non percepibile da alcun indicatore di superficie. Cartografia previsionale Per le condizioni di visibilità del suolo e per le rare opportunità di osservazioni stratigrafiche permesse da fattori occasionali, in alcuni casi il problema di una valutazione attendibile della qualità delle stratificazioni e della consistenza dei resti attende analisi più approfondite e l individuazione dei siti si fonda sull incrocio di indizi derivanti dall uso di metodi diversi, come nel caso di Poggio Coomo (Montecatini Terme), segnalato dalla fotointerpretazione, dalla geomorfologia, dal toponimo noto dal Medioevo e dalla ricognizione. Gli elementi raccolti permettono di affermare l esistenza di un insediamento rurale minore (rispetto al vicino castello di Montecatini), ma non consentono di precisare l esatta ubicazione e natura dei resti, di là di una perimetrazione di previsione della probabile area d interesse archeologico. Così lo stesso vale per il toponimo La Rivolta (Fig. 14), nei pressi del castello di Larciano, noto dal 1324, sul quale convergono anche indizi di fotointerpretazione, geomorfologici e di ricognizione, che suggeriscono la perimetrazione di un area di rischio archeologico. 6. IL PIANO ARCHEOLOGICO COMUNALE La Carta come volano della valorizzazione del patrimonio archeologico comunale Per sottolineare il ruolo della carta come strumento di pianificazione e gestione del patrimonio archeologico, occorre, come si è ricordato, sviluppare l attenzione nei confronti delle potenzialità territoriali e non cristallizzarsi sugli aspetti inventariali presenti nell elaborato. In questo senso, è attualmente in studio la possibilità di concludere l edizione della carta archeologica dei singoli comuni con la presentazione di un Piano Archeologico Comunale (P.A.C.). Si tratta di una proposta principalmente rivolta all Amministrazione Comunale, che, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica e con le Università eventualmente disponibili, potrà farsi in parte carico di promuovere una conoscenza sempre più approfondita (o sempre meno superficiale) del proprio patrimonio archeologico. Il Comune che intenderà seguire il P.A.C., vi investirà annualmente una quota delle proprie risorse destinate alla cultura ed alla pianificazione territoriale (anche limitate, questo è un problema di scelte di politica culturale) e si attiverà per reperire le sinergie economiche nel territorio o comunque raggiungibili, con lo scopo di portare avanti il programma iniziale del Piano, che sarà discusso periodicamente e precisato da una commissione composta dai rappresentanti dei soggetti istituzionali coinvolti. Nel P.A.C. saranno di norma presenti: 1. Un richiamo alle aree da tutelare (siti, aree di rischio) con un attento controllo delle richieste di lavori pubblici o privati inoltrate agli Enti competenti. Valutazione da parte della Soprintendenza Archeologica e delle Amministrazioni Comunali di aree da sottoporre a vincoli. 2. Un piano di sviluppo delle ricognizioni territoriali, con verifiche dei toponimi o dei transetti territoriali finora non esplorati. 3. Un piano di priorità di aree a rischio, sulle quali approfondire la conoscenza con campagne di diagnostica archeologica, che permettano di definirne meglio il potenziale informativo. 4. L individuazione di siti di rilevante interesse storico-archeologico per il territorio o comunque significativi, indipendentemente dalla loro cronologia, nei quali costruire progetti di scavo e valorizzazione. 5. Proposte di progetti di mostre storico-archeologiche sul territorio o su siti particolari. Nota Il progetto di Carta Archeologica della Provincia di Pistoia è realizzato, con la direzione scientifica dello scrivente, grazie all impegno ed alla serietà di alcuni collaboratori, che da tempo vi hanno aderito. Il dott. Gabriele Gattiglia e la dott.ssa Barbara Boero (Montecatini Terme e Pieve a Nievole); la dott.ssa Anna Stagno (Larciano); la 2002 Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 8

9 dott.ssa Monica Pratesi (Massa e Cozzile); la dott.ssa Consuelo Sozzi e Giuseppe Longo (Monsummano Terme); la dott.ssa Cristina Taddei (S. Marcello Pistoiese). G. Gattiglia ha elaborato le Figg. 3, 8, 10 e 12; A. Stagno le Figg. 9 e 13; M. Baldassarri la Fig. 1. MARCO MILANESE Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Archeologiche BIBLIOGRAFIA BIDDLE, HUDSON 1973 BOWDEN (a cura di) 1999 CAMBI, TERRENATO 1994 CIAMPOLTRINI 1995 FRANCOVICH 1995 GELICHI 1999 GELICHI (a cura di) c.s. GUZZO 1997 HUDSON 1981 MANNONI 1994 MANNONI 1995 MILANESE 1989 MILANESE 1999 MILANESE 1999a MILANESE, BALDASSARRI 2000 MILANESE et al M. BIDDLE, D. HUDSON, The future of London s Past, Worcester. M. BOWDEN, Unravelling the landscape, Stroud. F. CAMBI, N. TERRENATO, Introduzione all archeologia dei paesaggi, Roma. G. CIAMPOLTRINI, L insediamento ligure nell alta Valdinievole. Aspetti e problemi, «Bullettino Storico Pistoiese», XCVII, Terza Serie, XXX, pp R. FRANCOVICH, Introduzione, in M. VALENTI, Carta archeologica della provincia di Siena, Volume I, Il Chianti senese, Siena, pp S. GELICHI, Archeologia urbana: programmazione della ricerca e della tutela, in S. GELICHI, A. ALBERTI, M. LIBRENTI, Cesena: la memoria del passato. Archeologia urbana e valutazione dei depositi, Firenze. S. GELICHI, Dalla carta di rischio archeologico di Cesena alla tutela preventiva urbana in Europa, Atti del Convegno, Cesena, 5-6 marzo 1999, c.s. P.G. GUZZO, La tutela del patrimonio archeologico postmedievale in Italia: il punto di vista istituzionale, in Archeologia Postmedievale: l esperienza europea e l Italia, Atti del Convegno, a cura di M. Milanese, «Archeologia Postmedievale», 1, pp P. HUDSON, Archeologia urbana e programmazione della ricerca: l esempio di Pavia, Firenze. T. MANNONI, Venticinque anni di Archeologia Globale, 1. Archeologia dell Urbanistica, Genova. T. MANNONI, Venticinque anni di Archeologia Globale, 2. Insediamenti abbandonati, Genova. M. MILANESE, Il contributo dell archeologia d emergenza alla carta archeologica di Genova, in M. PASQUINUCCI, S. MENCHELLI (a cura di) 1989, La cartografia archeologica. Problemi e prospettive, Pisa marzo 1988, pp M. MILANESE, Carte archeologiche e archeologia postmedievale, in S. GELICHI (a cura di) c.s. M. MILANESE, Ricognizioni nei comuni di Montecatini Terme, Pieve a Nievole, Monsummano Terme, Larciano e Massa e Cozzile, «Archeologia Postmedievale», 3, 1999, pp M. MILANESE, M. BALDASSARRI, Archeologia del XIV secolo in Valdinievole, in La Valdinievole nel XIV secolo, Atti del Convegno (Buggiano, giugno 1999), Buggiano. M. MILANESE, G. GATTIGLIA, M. PRATESI, A. STAGNO, Ricerche di archeologia del paesaggio nella Lucchesia medievale, in II Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, (Brescia, 28 settembre-1 ot Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 9

10 MILANESE, PATERA, PIERI (a cura di) 1997 MILANESE, QUIRÓS CASTILLO 1997 tobre). M. MILANESE, A. PATERA, E. PIERI, Larciano. Museo e Territorio, Roma. M. MILANESE, A. QUIRÓS CASTILLO, Archeologia medievale e postmedievale in Valdinievole, in Atti del Convegno su L Archeologia in Valdinievole, (Buggiano Castello, 29 giugno 1996), Buggiano, pp PASQUINUCCI, MENCHELLI (a cura di) 1989 M. PASQUINUCCI, S. MENCHELLI, La cartografia archeologica. Problemi e prospettive, (Pisa marzo 1988), Pisa. VALENTI 1995 M. VALENTI, Carta archeologica della provincia di Siena, vol. I, Il Chianti senese, Siena Edizioni all Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 10

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COMUNE DI SOLBIATE ARNO SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi

Dettagli

ALLEGATO. Il sito web interattivo

ALLEGATO. Il sito web interattivo ALLEGATO 3 Il sito web interattivo www.paesaggio.regione.puglia.it l paesaggio visto dagli abitanti Il paesaggio visto dagli abitanti I primi risultati dell'atlante delle Segnalazioni http://paesaggio.regione.puglia.it

Dettagli

Contabilità generale e contabilità analitica

Contabilità generale e contabilità analitica 1/5 Contabilità generale e contabilità analitica La sfida della contabilità analitica è di produrre informazioni sia preventive che consuntive. Inoltre questi dati devono riferirsi a vari oggetti (prodotti,

Dettagli

Sistema Qualità UNI EN ISO 9001 ED 2008

Sistema Qualità UNI EN ISO 9001 ED 2008 1 SCOPO Questa procedura stabilisce le modalità per la conduzione e per la gestione degli audit condotte presso ITCS G. Zappa al fine di verificare la corretta attuazione e l'adeguatezza delle disposizioni

Dettagli

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO ATTUAZIONE DEL PROGETTO REBIR Risparmio Energetico, Bioedilizia, Riuso Data 29.01.2009

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione L attività E comprende tre azioni specifiche;

Dettagli

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di

Dettagli

Oggetto: Richiesta di autorizzazione e finanziamento per la realizzazione di una Unità Mobile Multilogistica Introduzione

Oggetto: Richiesta di autorizzazione e finanziamento per la realizzazione di una Unità Mobile Multilogistica Introduzione Modena, 22 febbraio 2007 Gruppo comunale volontari di protezione civile del comune di Modena c.a. Direttivo Oggetto: Richiesta di autorizzazione e finanziamento per la realizzazione di una Unità Mobile

Dettagli

Il sistema informativo territoriale della Carta del Rischio

Il sistema informativo territoriale della Carta del Rischio Il sistema informativo territoriale della Carta del Rischio 1 Il Sistema Informativo Territoriale della Carta del Rischio. Gisella Capponi, Direttore dell Istituto Superiore per la Conservazione ed il

Dettagli

Descrizione dettagliata delle attività

Descrizione dettagliata delle attività LA PIANIFICAZIONE DETTAGLIATA DOPO LA SELEZIONE Poiché ciascun progetto è un processo complesso ed esclusivo, una pianificazione organica ed accurata è indispensabile al fine di perseguire con efficacia

Dettagli

Export Development Export Development

Export Development Export Development SERVICE PROFILE 2014 Chi siamo L attuale scenario economico nazionale impone alle imprese la necessità di valutare le opportunità di mercato offerte dai mercati internazionali. Sebbene una strategia commerciale

Dettagli

Istituto comprensivo Massarosa1

Istituto comprensivo Massarosa1 AUTORITÀ PER LA PARTECIPAZIONE Istituto comprensivo Massarosa1 NUOVA SpAs (Nuova Società per Attività sostenibili) Per promuovere e condividere la tutela dell Acqua e delle Aree Umide Primi risultati delle

Dettagli

GIOCHI MATEMATICI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO ANNO SCOLASTICO 2011-2012

GIOCHI MATEMATICI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO ANNO SCOLASTICO 2011-2012 GIOCHI MATEMATICI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO ANNO SCOLASTICO 2011-2012 L unità di Milano Città Studi del Centro matematita propone anche per l a.s. 2011-2012 una serie di problemi pensati per

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

Guida Compilazione Piani di Studio on-line

Guida Compilazione Piani di Studio on-line Guida Compilazione Piani di Studio on-line SIA (Sistemi Informativi d Ateneo) Visualizzazione e presentazione piani di studio ordinamento 509 e 270 Università della Calabria (Unità organizzativa complessa-

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni

Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni Decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554 Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni (G.U. n.

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

La riforma del servizio di distribuzione del

La riforma del servizio di distribuzione del CReSV Via Röntgen, 1 Centro Ricerche su Sostenibilità e Valore 20136 Milano tel +39 025836.3626 La riforma del servizio di distribuzione del 2013 gas naturale In collaborazione con ASSOGAS Gli ambiti territoriali

Dettagli

assolutamente condivisibili.

assolutamente condivisibili. Si fa riferimento alla proposta di Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006. Il Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli contiene le seguenti definizioni: Competenze

Dettagli

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it Bandi 2015 ARTE E CULTURA Protagonismo culturale dei cittadini BENESSERE COMUNITÀ www.fondazionecariplo.it BANDI 2015 1 Bando senza scadenza Protagonismo culturale dei cittadini Il problema La partecipazione

Dettagli

Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005

Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005 Questionario di Autovalutazione di un Sistema di Gestione per la Qualità verso: Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005 newsletter TECSE N. 02- Febbraio 2012 (Allegato

Dettagli

Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici

Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici 1. Introduzione Vengono oggi pubblicate sul sito dell ANVUR e del MIUR 3 tabelle, deliberate nel CD dell ANVUR del 13 agosto 2012, relative

Dettagli

GRUPPO MY- social media solutions / Via G.Dottori 94, Perugia / PI 03078860545

GRUPPO MY- social media solutions / Via G.Dottori 94, Perugia / PI 03078860545 Capitolo 3 - Dalla strategia al piano editoriale GRUPPO MY- social media solutions / Via G.Dottori 94, Perugia / PI 03078860545 Social Toolbox ed i contenuti presenti nel seguente documento (incluso a

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Laboratorio di Pedagogia Sperimentale. Indice

Laboratorio di Pedagogia Sperimentale. Indice INSEGNAMENTO DI LABORATORIO DI PEDAGOGIA SPERIMENTALE LEZIONE III INTRODUZIONE ALLA RICERCA SPERIMENTALE (PARTE III) PROF. VINCENZO BONAZZA Indice 1 L ipotesi -----------------------------------------------------------

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015

Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015 Conclusioni del Garante europeo per la protezione dei dati innanzi al Tribunale dell Unione Europea Caso T-343/13 Lussemburgo, 24 Marzo 2015 Signori Giudici del Tribunale, Nelle conclusioni di questa mattina,

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni CONVEGNO FACILITY MANAGEMENT: LA GESTIONE INTEGRATA DEI PATRIMONI PUBBLICI GENOVA FACOLTA DI ARCHITETTURA 06.07.2010 Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei

Dettagli

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale

È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale Cos è un piano urbanistico? È un insieme di documenti disegnati e scritti che contengono gli indirizzi per le trasformazioni territoriali in un determinato contesto territoriale È uno strumento prima di

Dettagli

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito 1 ISA 610 USING THE WORK OF INTERNAL AUDITORS Questo principio tratta

Dettagli

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento SCELTA DELL APPROCCIO A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento 1 SCELTA DELL APPROCCIO l approccio all autovalutazione diffusa può essere normale o semplificato, a seconda delle

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

LA PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA: MILLE ANNI DI STORIA TRA ARCHEOLOGIA E AMBIENTE

LA PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA: MILLE ANNI DI STORIA TRA ARCHEOLOGIA E AMBIENTE LA PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA: MILLE ANNI DI STORIA TRA ARCHEOLOGIA E AMBIENTE Scuola: Istituto comprensivo Fratelli Cervi - Scuola secondaria di I grado Dante Alighieri di Nonantola (Modena) MUSEO:

Dettagli

qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd

qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd Scuola dell Infanzia qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd GEOGRAFIA qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd Istituto Comprensivo Castell Arquato qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd

Dettagli

Proposte di attività con le scuole

Proposte di attività con le scuole In collaborazione con i Comuni di Cismon del Grappa, Valstagna, San Nazario, Campolongo sul Brenta, Solagna, Pove del Grappa, Romano d Ezzelino, Bassano del Grappa OP!IL PAESAGGIO È UNA PARTE DI TE Proposte

Dettagli

ADM Associazione Didattica Museale. Progetto Vederci Chiaro!

ADM Associazione Didattica Museale. Progetto Vederci Chiaro! ADM Associazione Didattica Museale Progetto Vederci Chiaro! Chi siamo? Dal 1994 l'adm, Associazione Didattica Museale, è responsabile del Dipartimento dei Servizi Educativi del Museo Civico di Storia Naturale

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI. Premessa:

CARTA DEI SERVIZI. Premessa: CARTA DEI SERVIZI Premessa: La Carta dei Servizi è uno strumento utile al cittadino per essere informato sulle caratteristiche del servizio offerto, sulla organizzazione degli uffici comunali, sugli standards

Dettagli

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE

PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO SOCIALE A.S. Dott.ssa Carmen Prizzon Il progetto Operazione complessa unica e di durata limitata rivolta a produrre un risultato specifico attraverso

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

La relazione presenta quanto emerso dalla prima indagine condotta sugli utenti della Biblioteca Isimbardi.

La relazione presenta quanto emerso dalla prima indagine condotta sugli utenti della Biblioteca Isimbardi. INTRODUZIONE La relazione presenta quanto emerso dalla prima indagine condotta sugli utenti della Biblioteca Isimbardi. Nel corso di alcuni mesi del 2008 sono state distribuite delle schede anonime, da

Dettagli

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI L ACCREDITAMENTO INTERNAZIONALE ALL ECCELLENZA Fondazione Poliambulanza ha ricevuto nel dicembre 2013 l accreditamento internazionale all eccellenza da parte di

Dettagli

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Rel. sig. Giancarlo Cavallin Volontarinsieme Coordinamento delle Associazioni di volontariato della provincia di Treviso. Gruppo Salute, ospedale

Dettagli

La shared mobility, nuova frontiera della mobilità urbana: le prospettive per l area metropolitana di Roma

La shared mobility, nuova frontiera della mobilità urbana: le prospettive per l area metropolitana di Roma La shared mobility, nuova frontiera della mobilità urbana: le prospettive per l area metropolitana di Roma OBIETTIVI Da qualche anno a questa parte, le soluzioni di trasporto condivise stanno conoscendo

Dettagli

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE La contraffazione in cifre: NUOVA METODOLOGIA PER LA STIMA DEL VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE Roma, Giugno 2013 Giugno 2013-1 Il valore economico dei sequestri In questo Focus si approfondiscono alcune

Dettagli

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari

Dettagli

ELABORAZIONE QUESTIONARIO DI GRADIMENTO FORMAZIONE DIRIGENTI E DOCENTI

ELABORAZIONE QUESTIONARIO DI GRADIMENTO FORMAZIONE DIRIGENTI E DOCENTI ELABORAZIONE QUESTIONARIO DI GRADIMENTO FORMAZIONE DIRIGENTI E DOCENTI Premessa La Campagna Straordinaria rivolta alle Scuole ha previsto anche la realizzazione di interventi formativi rivolti a docenti

Dettagli

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis

Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Il modello veneto di Bilancio Sociale Avis Le organizzazioni di volontariato ritengono essenziale la legalità e la trasparenza in tutta la loro attività e particolarmente nella raccolta e nell uso corretto

Dettagli

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Fase 2.1.1 Trasferimento delle esperienze maturate dalla Regione Marche in materia

Dettagli

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO

SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO AUTOANALISI D ISTITUTO SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE - AUTOVALUTAZIONE ANNAMARIA BIANCO RAV A partire dal corrente anno scolastico tutte le scuole del Sistema Nazionale di Istruzione, statali e paritarie,

Dettagli

UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI SIENA - Nucleo di valutazione di Ateneo

UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI SIENA - Nucleo di valutazione di Ateneo Questa parte del rapporto del Nucleo di valutazione analizza alcuni indicatori bibliometrici calcolati a partire dai dati contenuti nel database Scopus (interrogato nel periodo ottobre-dicembre 2009).

Dettagli

Visita il sito www.epc.it

Visita il sito www.epc.it Guarda tutti i titoli in collana Visita il sito www.epc.it seguono diapositive di esempio del corso selezionato Durante la proiezione di questa diapositiva il relatore si presenta ed effettua un rapido

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA N. 1372 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa della senatrice TOIA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 6 MAGGIO 2002 (*) Modifica dell articolo 156 del codice civile, e norme

Dettagli

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi

Project Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese

Dettagli

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning

L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning L uso della Balanced Scorecard nel processo di Business Planning di Marcello Sabatini www.msconsulting.it Introduzione Il business plan è uno strumento che permette ad un imprenditore di descrivere la

Dettagli

2. Sono riconosciuti crediti per il corso avanzato CASACLIMA di 16 ore, presso Agenzia CasaClima di Bolzano.

2. Sono riconosciuti crediti per il corso avanzato CASACLIMA di 16 ore, presso Agenzia CasaClima di Bolzano. Quesiti posti dai colleghi 1. Richiesta di informazioni sui crediti formativi. Si rimanda al testo approvato il 22.01.2014 e pervenute all ordine provinciale il 07.02.2014, ultimo aggiornamento delle linee

Dettagli

LA DISTRIBUZIONE DI PROBABILITÀ DEI RITORNI AZIONARI FUTURI SARÀ LA MEDESIMA DEL PASSATO?

LA DISTRIBUZIONE DI PROBABILITÀ DEI RITORNI AZIONARI FUTURI SARÀ LA MEDESIMA DEL PASSATO? LA DISTRIBUZIONE DI PROBABILITÀ DEI RITORNI AZIONARI FUTURI SARÀ LA MEDESIMA DEL PASSATO? Versione preliminare: 25 Settembre 2008 Nicola Zanella E-Mail: n.zanella@yahoo.it ABSTRACT In questa ricerca ho

Dettagli

La dispersione dei prezzi al consumo. I risultati di un indagine empirica sui prodotti alimentari.

La dispersione dei prezzi al consumo. I risultati di un indagine empirica sui prodotti alimentari. La dispersione dei prezzi al consumo. I risultati di un indagine empirica sui prodotti alimentari. Giovanni Anania e Rosanna Nisticò EMAA 14/15 X / 1 Il problema Un ottimo uso del vostro tempo! questa

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

RELIGIONI E CULTURE DELL IMMIGRAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA REALTÀ E MODELLI A CONFRONTO. Programma di dettaglio

RELIGIONI E CULTURE DELL IMMIGRAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA REALTÀ E MODELLI A CONFRONTO. Programma di dettaglio Fondo Europeo per l integrazione di cittadini di Paesi terzi CORSO DI ALTA SPECIALIZZAZIONE RELIGIONI E CULTURE DELL IMMIGRAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA REALTÀ E MODELLI A CONFRONTO Programma di dettaglio

Dettagli

Introduzione. Compito. Procedimento. Link di partenza. Valutazione. Conclusioni STRUMENTI E METODI DEL PROGETTO E DELLA RICERCA DI DESIGN

Introduzione. Compito. Procedimento. Link di partenza. Valutazione. Conclusioni STRUMENTI E METODI DEL PROGETTO E DELLA RICERCA DI DESIGN Webquest2 Come si fa ricerca nel design? Con quali strumenti? Questa è un occasione per cimentarvi nella realizzazione di una semplice guida per designer ricercatori, uno di quegli opuscoli facili da maneggiare

Dettagli

Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013

Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013 Documento approvato dal Consiglio Direttivo dell ANVUR nella seduta del 15/5/2013-1. Premessa Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 104 del 06/05/2013 del DM 45/2013 Regolamento recante modalità

Dettagli

Igiene urbana. Indagine sulla soddisfazione degli utenti Confronto tra Torino, Milano, Bologna e Roma. Anno 2011. a cura di Mirko Dancelli

Igiene urbana. Indagine sulla soddisfazione degli utenti Confronto tra Torino, Milano, Bologna e Roma. Anno 2011. a cura di Mirko Dancelli Igiene urbana Indagine sulla soddisfazione degli utenti Confronto tra Torino, Milano, Bologna e Roma Anno 2011 a cura di Mirko Dancelli Osservatorio del Nord Ovest - Università degli Studi di Torino SOMMARIO

Dettagli

Progetto territoriale di sostegno all apprendimento della lingua italiana rivolto ad adolescenti stranieri inseriti nei percorsi dell istruzione

Progetto territoriale di sostegno all apprendimento della lingua italiana rivolto ad adolescenti stranieri inseriti nei percorsi dell istruzione Progetto territoriale di sostegno all apprendimento della lingua italiana rivolto ad adolescenti stranieri inseriti nei percorsi dell istruzione secondaria superiore della città di Cremona ELABORAZIONE

Dettagli

Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance.

Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance. Regolamento di disciplina della misurazione, della valutazione e della trasparenza delle performance. Art. 1 OBIETTIVI Il sistema di misurazione, valutazione e trasparenza delle performance viene applicato

Dettagli

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori. I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni

Dettagli

INFORMATIVA SUL DIRITTO ALLA PRIVACY PER LA CONSULTAZIONE DEL SITO WEB www.arlatighislandi.it

INFORMATIVA SUL DIRITTO ALLA PRIVACY PER LA CONSULTAZIONE DEL SITO WEB www.arlatighislandi.it INFORMATIVA SUL DIRITTO ALLA PRIVACY PER LA CONSULTAZIONE DEL SITO WEB www.arlatighislandi.it redatto ai sensi del decreto legislativo n 196/2003 2 GENNAIO 2014 documento pubblico 1 PREMESSA 3 SEZIONE

Dettagli

GEOGRAFIA CLASSE PRIMA

GEOGRAFIA CLASSE PRIMA CLASSE PRIMA L alunno/a si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali. ORIENTAMENTO Collocare se stesso e gli oggetti in uno spazio

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti Esperienze censite, destinate ad uno o più ordini di scuola. Le esperienze censite nella regione sono 2246. Nella figura che segue è, però, riportato

Dettagli

ISTRUZIONI PER LE INSEGNANTI DI SOSTEGNO

ISTRUZIONI PER LE INSEGNANTI DI SOSTEGNO Pag 1/5 INCONTRI DI INIZIO ANNO SCOLASTICO Al più presto il docente di sostegno, non appena assegnato a nuovi casi, dovrà curare alcuni incontri: Con il gruppo docente dell anno precedente Con i genitori

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 373 clienti di Tiemme Spa sede operativa di Piombino (errore di campionamento +/- 2%) rappresentativo

Dettagli

Convegno Federconsumatori Toscana. Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali

Convegno Federconsumatori Toscana. Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali Al centro i cittadini. Equità, tutela e partecipazione nei servizi pubblici locali Firenze, 12 aprile 2011 Auditorium Monte dei Paschi di Siena Intervento di Luciano Baggiani, Presidente dell ANEA Pagina

Dettagli

Istituto Comprensivo di Positano e Praiano C.A.F. 2014

Istituto Comprensivo di Positano e Praiano C.A.F. 2014 ARTICOLAZIONE DEL PERCORSO CAF E TEMPI Avvio attività processo AV Processo AV Predisposizione Piano di miglioramento Periodo di riferimento 8 mesi GLI STEP DEL VIAGGIO CAF FASI PROCESSO AUTOVALUTAZIONE

Dettagli

Fisco & Contabilità La guida pratica contabile

Fisco & Contabilità La guida pratica contabile Fisco & Contabilità La guida pratica contabile N. 08 26.02.2014 Enti non profit: le scritture contabili Categoria: Associazioni Sottocategoria: Varie Gli enti non commerciali rappresentano un fenomeno

Dettagli

Le effettive esigenze della Direzione del Personale nella gestione delle risorse umane in azienda. Andamento dal 2005 ad oggi

Le effettive esigenze della Direzione del Personale nella gestione delle risorse umane in azienda. Andamento dal 2005 ad oggi Le effettive esigenze della Direzione del Personale nella gestione delle risorse umane in azienda. Andamento dal 2005 ad oggi Indagine ottenuta grazie alla somministrazione di questionario ad oltre 260

Dettagli

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305 Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie LA GIUNTA REGIONALE Premesso: che con D.P.R. 12 aprile

Dettagli

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Nota interpretativa La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Febbraio 2012 1 Mandato 2008-2012 Area di delega Consigliere Delegato

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

IL RETTORE. VISTO lo Statuto di autonomia dell Università del Salento ed in particolare l art. 29;

IL RETTORE. VISTO lo Statuto di autonomia dell Università del Salento ed in particolare l art. 29; OGGETTO: Emanazione del Regolamento per la formazione del personale tecnicoamministrativo novellato dalla delibera del Consiglio di Amministrazione in data 22/12/2010. IL RETTORE D.R. N. 1 VISTO lo Statuto

Dettagli

IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA

IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA INU Emilia Romagna Istituto Nazionale Urbanistica Summer School 2010 Cesenatico, 23-24-25 settembre 2010 IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA RELAZIONE GUIDO LEONI P.le Arturo Balestrieri

Dettagli

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato 5. IL PIANO FINANZIARIO 5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato La predisposizione del piano finanziario per il POR della Basilicata è stata effettuata sulla

Dettagli

ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO

ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO REGOLAMENTO DELLE COMMISSIONI DI STUDIO SULLE MATERIE OGGETTO DELLA PROFESSIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI

Dettagli

Potenza 18.04.2013 Prot. 2206 AI DIRIGENTI SCOLASTICI LORO SEDI

Potenza 18.04.2013 Prot. 2206 AI DIRIGENTI SCOLASTICI LORO SEDI Potenza 18.04.2013 Prot. 2206 AI DIRIGENTI SCOLASTICI LORO SEDI OGGETTO: CORSI DI FORMAZIONE SULLA SICUREZZA PER LAVORATORI, PREPOSTI, DIRIGENTI - ART. 37 D. LGS. 81/08 Accordi Stato Regioni del 21 dicembre

Dettagli

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno) 1 Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (Argomento n. 3 all ordine del giorno) Passiamo alla trattazione della: ITR/1037/QT, in data 19 novembre 2010, a firma dei Consiglieri Spreafico, Pizzul,

Dettagli

Problematiche geoarcheologiche nella città di Roma

Problematiche geoarcheologiche nella città di Roma Problematiche geoarcheologiche nella città di Roma Carlo Rosa* *Fondazione Ing. C. M. Lerici Politecnico di Milano Istituto Italiano di Paleontologia Umana Il Piano Parcheggi di Roma: problematiche geologiche,

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE

ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE Ferraro Adele Anno Scolastico 2013 2014 ATTIVITA di Continuità educativo - didattica Accoglienza PROGETTO Conoscere per

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit

SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO. Audit Rev. 00 del 11.11.08 1. DISTRIBUZIONE A tutti i membri dell organizzazione ING. TOMMASO 2. SCOPO Gestione degli audit interni ambientali e di salute e sicurezza sul lavoro 3. APPLICABILITÀ La presente

Dettagli

PROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita.

PROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita. PROGETTARE UNA GITA Prima di dare avvio al percorso è opportuno condividere con gli alunni tutto il progetto ed eventualmente modificare alcuni elementi in rapporto alla discussione. Gli alunni devono

Dettagli

AUDIT. 2. Processo di valutazione

AUDIT. 2. Processo di valutazione AUDIT 2. Processo di valutazione FASE ATTIVITA DESCRIZIONE Inizio dell'audit Inizio dell attività Costituzione del gruppo di valutazione sulla base delle competenze generali e specifiche e dei differenti

Dettagli

1. Definizione di budget e collocazione nel processo di programmazione e controllo

1. Definizione di budget e collocazione nel processo di programmazione e controllo 21 Capitolo II Il budget 1. Definizione di budget e collocazione nel processo di programmazione e controllo Il budget - e' un programma delle operazioni di gestione da compiere in un anno, finalizzato

Dettagli

DICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano

DICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano Comune di Busto Garolfo Provincia di Milano Piano di Governo del Territorio - PGT Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano DICHIARAZIONE DI SINTESI per adozione del Documento di Piano Autorità

Dettagli

Rischio di atmosfera esplosiva e misuratori elettronici e meccanici di gas G4 in ambiente domestico

Rischio di atmosfera esplosiva e misuratori elettronici e meccanici di gas G4 in ambiente domestico Milano, 2 aprile 2013 Rischio di atmosfera esplosiva e misuratori elettronici e meccanici di gas G4 in ambiente domestico 1. Premessa 2. Norme cogenti e volontarie per l immissione di prodotti sul mercato

Dettagli

UTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI

UTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI UTILIZZATORI A VALLE: COME RENDERE NOTI GLI USI AI FORNITORI Un utilizzatore a valle di sostanze chimiche dovrebbe informare i propri fornitori riguardo al suo utilizzo delle sostanze (come tali o all

Dettagli

Customer satisfaction quale ruolo nel ciclo di programmazione e controllo

Customer satisfaction quale ruolo nel ciclo di programmazione e controllo Customer satisfaction quale ruolo nel ciclo di programmazione e controllo Hobbes, Locke,Rousseau: Il patto sociale su cui è basato lo Stato moderno implica che i Governi che si succedono soddisfino i bisogni

Dettagli

IL FONDO OGGI E DOMANI

IL FONDO OGGI E DOMANI IL FONDO OGGI E DOMANI Lo schema di gestione che ha caratterizzato il Fondo fin dalla sua origine nel 1986 prevede un unico impiego delle risorse su una linea assicurativa gestita con contabilità a costi

Dettagli