LE ADOZIONI COMPLESSE

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1 PROVINCIA DI PIACENZA PREVENIRE E CURARE LE CRISI ADOTTIVE Lunedì LE ADOZIONI COMPLESSE

2 SCENARI E MODELLI ADOTTIVI

3 IL VECCHIO MODELLO ADOTTIVO In passato la famiglia adottiva era pensata del tutto simile alla famiglia biologica; Lo sforzo era quello di modellare l adozione sui percorsi di crescita biologici; Le differenze tra la famiglia biologica e quella adottiva erano negate; Il segreto era prescritto dall autorità giudiziaria ed era coerente con questi presupposti;

4 SEGRETI E MODELLI ADOTTIVI E nota in terapia familiare la tossicità dei segreti familiari, che danneggiano la salute psicologica delle persone Il danno è più grave quanto più il segreto incide sull identità; Imber Black, 1993 Selvini M., 1994

5 SEGRETI TOSSICI Ci si rispecchia in qualcosa di non conosciuto Ci si sente traditi (imbroglio relazionale) Ci si sente svalutati (non importanti, non forti, non capaci, ecc.) Possibilità di incongruenza fra esperienze vissute e narrazione altrui

6 OMOLOGAZIONE TRA FAMIGLIA ADOTTIVE E FAMIGLIE BIOLOGICHE Ciò che era accaduto prima dell adozione non aveva peso; Conseguenza Venivano ignorati i processi peculiari, e le eventuali difficoltà, altrettanto peculiari, di costruzione delle relazioni affettive all interno dell adozione

7 L ADOZIONE COME RAPPRESENTAZIONE SOCIALE L adozione è una rappresentazione sociale ed evolve nel tempo Oggi il nuovo modello di adozione si fonda sull idea di continuità tra presente e passato

8 VERSO UN NUOVO MODELLO DI ADOZIONE TRIANGOLO ADOTTIVO TRANSIZIONE CONCETTUALE DA UN MODELLO DI ADOZIONE FONDATO SUL SEGRETO DELLE ORIGINI FONDATO SUL RECUPERO DEL PASSATO BASATO SULLA INTERRUZIONE TRA IL PRIMA E IL DOPO BASATO SULLA CONTINUITA' ADOZIONE COME SECONDA NASCITA FAMIGLIA ADOTTIVA COME UNICA FAMIGLIA FAMIGLIA ADOTTIVA INTESA COME UN TRIADE Genitori adottivi - Figlio adottato - Genitori biologici

9 ATTACCAMENTO E ADOZIONE

10 LE EVIDENZE NELL ATTACCAMENTO L ETA COME FATTORE DI RISCHIO Alcuni studi hanno evidenziano che: i bambini in adozione sono meno sicuri nell attaccamento rispetto ai gruppi di riferimento formati da bambini non adottati; v i è u n a d i f f e r e n z a s i g n i f i c a t i v a n e l r e c u p e r o dell attaccamento sicuro tra bambini adottati: i bambini adottati precocemente riescono a recuperare quasi completamente rispetto ai pari non adottati riguardo alla sicurezza dell attaccamento, mentre tra quelli adottati tardivamente e i loro pari resta sostanzialmente un ritardo;

11 I CONTESTI DI CRESCITA L efficacia dell adozione come intervento di recupero si rende evidente dal paragone tra i bambini rimasti negli istituti e quelli adottati; Il recupero dei bambini adottati è maggiormente evidente rispetto ai loro coetanei che si trovano ancora in un contesto istituzionale Essi mostrano un numero minore di attaccamenti disorganizzati e il doppio della percentuale di classificazioni sicure rispetto ai bambini negli istituti

12 ADOZIONE COME RISCHIO E COME PROTEZIONE Se paragoniamo i bambini adottati al loro gruppo di pari rimasto all interno degli istituti o nella famiglia di origine, l adozione risulta essere un intervento curativo e un fattore di protezione Se li paragoniamo con i loro pari non-adottati coetanei attuali (bambini non adottati allevati in famiglie regolari ), l adozione potrebbe essere considerata un fattore di rischio

13 SONO VERE ENTRAMBE LE COSE I bambini adottati paragonati ai pari non adottati sono un gruppo a rischio; Tuttavia paragonati ai pari nella stessa situazione di deprivazione ma non adottati sono un gruppo resiliente;

14 ADOZIONE COME RECUPERO van Ijezendoorn-Juffer 2006 Juffer-van Ijezendoorn 2009 Il recupero è notevole, in diverse aree di sviluppo: La crescita fisica La crescita della fiducia di base Lo sviluppo cognitivo (QI molto più alti di quelli dei pari non adottati) L attaccamento

15 CONFRONTO TRA ADOTTATI E NON ADOTTATI RELATIVAMENTE ALLA SICUREZZA NELL ATTACCAMENTO NON-ADOTTATI ADOTTATI 0 Insicuri Sicuri ADOTTATI 55 NON-ADOTTATI

16 GLI ATTACCAMENTI INSICURI I risultati di queste ricerche evidenziano una percentuale maggiore di attaccamenti sicuri nei bambini non-adottati; Ma mentre negli attaccamenti insicuri, ambivalenti e evitanti, le differenze non appaiono significative Tuttavia i bambini adottati sono più frequentemente disorganizzati rispetto ai loro pari non adottati colpisce che nei bambini in adozione l attaccamento disorganizzato sia più del doppio rispetto al gruppo dei non-adottati

17 CONFRONTO TRA ADOTTATI E NON ADOTTATI RELATIVAMENTE AGLI STILI DI ATTACCAMENTO Titolo dell'asse ADOTTATI NON-ADOTTATI Sicuri 45 Ambivalenti 10 Evitanti 12 Disorganizzati

18 RISCHIO DI DISORGANIZZAZIONE DELL ATTACCAMENTO Confronto sul rischio di disorganizzazione dell'attaccamento tra diverse tipologie di collocamento Istituzione Adozione Affido Fam. Bio

19 LA DISORGANIZZAZIONE DELL ATTACCAMENTO Sempre più frequentemente i bambini che vanno in adozione hanno subito traumi dovuti a maltrattamenti e abusi sessuali, plurimi collocamenti e arrivano nella famiglia adottiva feriti, confusi, sofferenti; Si tratta dei bambini che hanno sviluppato un attaccamento disorganizzato, come esito delle esperienze traumatiche alle quali sono stati esposti e presentano un rischio psicopatologico elevato;

20 ADOZIONE E RISCHIO PSICOPATOLOGICO I STUDIO OLANDESE (Tieman, Van der Ende, Verhulst 2005) Dallo studio è emerso che i giovani adottati internazionalmente presentano un rischio più elevato di sviluppare gravi disturbi mentali in età adulta (disturbi d'ansia, dell'umore, dipendenza o abuso di sostanze) rispetto a soggetti non adottati della medesima età.

21 ADOZIONE E RISCHIO PSICOPATOLOGICO II - STUDIO OLANDESE Le implicazioni di questo studio riguardano: 1. la necessità che i genitori che si accostano all adozione internazionale adottivi siano informati, e quindi consapevoli, del rischio che i loro figli adottati possano andare incontro nel corso dello sviluppo all'emergere di problemi di salute mentale;

22 ADOZIONE E RISCHIO PSICOPATOLOGICO III - STUDIO OLANDESE 2. l utilità, per un sano sviluppo dei figli, che i genitori adottivi siano adeguatamente preparati e che all intero nucleo familiare venga fornito supporto.

23 ADOZIONE E RISCHIO PSICOPATOLOGICO I STUDIO SVEDESE Von Borczyskowski, Hjern, Lindblad, Vinnerljung, 2006 Studio di coorte svedese che esamina l'incidenza di comportamenti suicidari nell'adozione nazionale ed internazionale. Un campione di 6605 soggetti adottati internazionalmente è stato confrontato con un campione di 7340 soggetti adottati tramite adozione nazionale e con soggetti non adottivi.

24 ADOZIONE E RISCHIO PSICOPATOLOGICO II-STUDIO SVEDESE Risultati 1. Il rischio di suicidi e tentati suicidi è più elevato nel gruppo di soggetti adottati tramite adozione internazionale. 2. Il campione delle adozioni nazionali ha un rischio più basso rispetto alle adozioni internazionali; il rischio però aumenta se confrontato con il campione di soggetti non adottati.

25 ADOZIONE E RISCHIO PSICOPATOLOGICO III - STUDIO SVEDESE 3. Il livello di rischio è più elevato nelle adozioni internazionali non solo in ambito psichiatrico infantile ma anche nella psichiatria adulta; ciò in rapporto al fatto che sempre più, soggetti adottati da bambini, stanno ora entrando in età adulta.

26 GENETICA E AMBIENTE I- STUDIO FINLANDESE Tienari, Wynne, Sorri et al., 2003 Lo studio prende in esame il rapporto tra genotipo e ambiente, tra rischio genetico e funzionamento familiare (cioè del contesto di cura e allevamento); Studio a lungo termine su un campione di 303 figli adottivi finlandesi giovani adulti (con età media di 23 anni), rivalutati con un primo follow up dopo 12 anni ed un secondo follow up dopo 21 anni.

27 GENETICA E AMBIENTE II - STUDIO FINLANDESE Il campione è stato suddiviso in due sottogruppi: 145 figli adottivi con una madre biologica con diagnosi di disturbo dello spettro schizofrenico (definiti ad alto rischio genetico) e 158 figli adottivi con una madre biologica senza questo tipo di diagnosi (definiti a basso rischio genetico

28 GENETICA E AMBIENTE III - STUDIO FINLANDESE RISULTATI I figli adottivi ad alto rischio genetico di sviluppare un disturbo di tipo schizofrenico sono maggiormente sensibili, a differenza del gruppo degli adottivi a basso rischio, ai modelli di allevamento nella famiglia adottiva. Cioè, negli adottivi ad alto rischio, il modello di funzionamento familiare è un predittore significativo della possibilità di sviluppare a lungo termine dei disturbi nello spettro schizofrenico.

29 GENETICA E AMBIENTE III - STUDIO FINLANDESE RISULTATI Questi risultati appaiono connessi ad un modello interpretativo che attribuisce ai fattori genetici e all ambiente di cura un effetto interattivo, sia nel determinare l emergere del disturbo sia nel fungere da fattore protettivo rispetto alla comparsa del disturbo stesso; I m p l i c a z i o n i p r a t i c h e : i m p o r t a n z a dell abbinamento e del sostegno al buon funzionamento familiare

30 COSA RENDE COMPLESSA L ADOZIONE

31 LE ADOZIONI COMPLESSE Dobbiamo ipotizzare che l adozione stia diventando una risposta a un significativo e crescente sottogruppo di bambini; o collocati in età avanzata; o che hanno subito gravi maltrattamenti ed abusi sessuali, prima di essere collocati in adozione; Di conseguenza una crescente evidenza clinica suggerisce che un significativo numero di genitori adottivi sta incorrendo in serie difficoltà di rapporto con i loro figli adottivi, in particolare quelli adottati durante il periodo dalla tarda infanzia all adolescenza.

32 L IMPORTANZA DELLE ESPERIENZE PRECOCI Le esperienze di attaccamento precedenti il collocamento modellano le aspettative dei bambini su di sé e sugli altri e li portano ad attivare strategie funzionali a mantenere il contatto con la figura di attaccamento; Quando i bambini sono trasferiti in un ambiente familiare sicuro, le strategie che hanno sviluppato per sopravvivere in situazioni di abuso e negligenza continuano ad essere impiegate nel nuovo collocamento;

33 LA REPLICA DELL ESPERIENZA PRECEDENTE I bambini portano nel nuovo rapporto genitorefiglio le loro storie, con gli stati mentali e gli stili di comportamento e di rapporto associati, che si sono formati nel loro primo ambiente di cura. Queste strategie, che sono state adattive nel contesto originario si rivelano disadattive nel contesto adottivo

34 L INCAPACITA DI CORRISPONDERE ALLA GENITORIALIATA PROTETTIVA Nonostante queste strategie abbiano aiutato i bambini a sopravvivere in ambienti molto difficoltosi, indicano anche che essi sono mal equipaggiati per trarre vantaggio dalla cura di buona qualità; Essi non si sentono al sicuro quando sono in ambienti di cura stretti ed intimi; hanno imparato a non fidarsi;

35 L IMPATTO CON IL BAMBINO TRAUMATIZZATO Il rischio è che i genitori adottivi siano esposti ad un carico emotivo e relazionale eccessivo, trovandosi ad essere oggetto di comportamenti disturbati e disorganizzati che si dispiegano in un ampio spettro di condotte post-traumatiche (agiti aggressivi e provocatori, sessualizzazione dei rapporti, ecc );

36 IL PROCESSO CHE RENDE L ADOZIONE TERAPEUTICA La forza trasformativa dell adozione consiste nel far sperimentare al bambino nuove esperienze di accudimento che si costituiscano come differenze significative in discontinuità con la sua esperienza precedente al fine di disconfermare le sue rappresentazioni e farle evolvere verso maggior sicurezza; Si tratta di una esperienza riparativa; In altri termini la riposta del genitore adottivo può confermare le rappresentazioni del bambino o farle evolvere;

37 ADOZIONE COME CURA DEL TRAUMA L adozione, storicamente, ha assolto il compito di riordinare il mondo esterno del bambino fornendogli caregiver sostituti; E opportuno che si faccia carico di riordinare anche il suo mondo interno in termini di attribuzione di significati e rispecchiamento dell esperienza emotiva; Si tratta di una funzione elaborativa;

38 IL GENITORE COME GUIDA DEL PROCESSO Questa impostazione abbraccia con forza una visione dell adozione centrata sui bisogni del bambino e valorizza il contributo fondamentale che i genitori adottivi possono dare; La complessità di questi compiti comporta tuttavia un gravoso impegno per le famiglie adottive; Le linee guida del CISMAI evidenziano la necessità di costruire buone prassi di sostegno che tengano conto della specificità adottiva;

39 ASSENZA DI SOSTEGNO E CURE Nel vecchio modello adottivo raramente venivano attivati o proposti alle famiglie interventi specifici di sostegno o di cura; I percorsi di cura erano indifferenziati; Anche tra i terapeuti i pregiudizi inquinavano le riflessioni cliniche; Per esempio Mara Palazzoli in ossequio al principio di attinenza pensava che non fosse possibile curare le famiglie adottive;

40 LA TERAPIA DELL ADOZIONE Solo alcuni pionieri hanno lavorato con le famiglie adottive; Per esempio Whitaker ha accettato questa sfida; Considerare sempre la specificità dell adozione

41 IMPLICAZIONI PER IL SOSTEGNO Le implicazioni per la pratica dell adozione sono rilevanti; I cambiamenti da introdurre sono molteplici e collocati in diversi punti del percorso; In questa sede verrà evidenziata la necessità di costruire buone prassi di sostegno che tengano conto della specificità adottiva;

42 SOSTENERE E CURARE L ADOZIONE

43 SOSTEGNO: AMBITO DI INTERVENTO E DEFINIZIONI Storicamente l intervento di sostegno nel post adozione è coinciso con l anno di affidamento pre adottivo, previsto dalla legge per l adozione nazionale; Tuttavia in considerazione del fatto che l adozione dura nel tempo e che le criticità possono emergere in momenti diversi, la durata del sostegno deve potersi prolungare oltre il primo anno di arrivo del minore; In questa ottica possiamo definire come periodo postadottivo il periodo che va dal collocamento del bambino nella famiglia adottiva fino al completamento del percorso di crescita e maturazione evolutiva.

44 IL SOSTEGNO IN FUNZIONE DEL CICLO VITALE Considerare l adozione un processo che dura nel tempo (longlife process) porta necessariamente a concepire il post adozione in modo diverso; Le difficoltà possono insorgere in momenti diversi del percorso adottivo e il sostegno non deve quindi essere limitato nel tempo, ma accompagnare la crescita del bambino in funzione delle sue fasi evolutive; La famiglia dovrebbe quindi poter accedere al sostegno nelle fasi cruciali o negli snodi del ciclo vitale o sulla base di specifici bisogni.

45 ALTRI PUNTI QUALIFICANTI PRESA IN CARICO ECOLOGICA PRESA IN CARICO SPECIALISTICA SIMULTANEITA DEI PROBLEMI GERARCHIA DEGLI INTERVENTI MODELLI ORGANIZZATIVI

46 CRISI ADOTTIVA: DEFINIZIONI Manifestazione di un disagio acuto a carico del minore adottato e/o di altri membri della famiglia adottiva, accompagnato da impossibilità o impotenza a farvi fronte da parte dei genitori adottivi tale da compromettere il buon esito adottivo; La crisi può essere in continuità con un disagio presente fin dall inizio dell adozione o esplodere improvvisamente a fronte di un percorso apparentemente non problematico;

47 INTERRUZIONE DELL ADOZIONE S i d e f i n i s c e d i s r u p t i o n ( i n t e r r u z i o n e dell adozione) una crisi che evolve ed esita verso una sofferenza relazionale così elevata da comportare l interruzione della convivenza tra genitori e figlio e l allontanamento del minore dal nucleo familiare, sia nella fase dell affido preadottivo che successivamente e in casi estremi l impossibilità di mantenere legami nel tempo.

48 LE FASI DELL INTERVENTO SULLE CRISI ADOTTIVE RILEVAZIONE VALUTAZIONE PROTEZIONE TRATTAMENTO

49 PROSPETTIVA MULTIDIMENSIONALE E o p p o r t u n o c h e v e n g a a d o t t a t a u n a prospettiva multidimensionale in cui la valutazione comprenda l interazione dei fattori di rischio e dei fattori di protezione tenendo conto delle caratteristiche del bambino, dei genitori, del contesto di appartenenza e delle tipologie di intervento messe in atto dai servizi.

50 GLI INTERVENTI DI SOSTEGNO Interventi rivolti ai bambini Interventi rivolti ai genitori Interventi rivolti alla relazione genitore-bambino

51 GLI INTERVENTI RIVOLTI AI BAMBINI PREMESSA I referenti principali del processo adottivo non possono che essere i caregivers del bambino; Pertanto nel coinvolgere i bambini bisogna rispettare il ruolo centrale del genitore, non sostituirsi a lui e non espropriarlo di competenze e conoscenze sul suo bambino.

52 GLI INTERVENTI RIVOLTI AI BAMBINI AREE DI INDAGINE All interno di questa premessa è possibile capire in modo più specifico il funzionamento mentale del bambino e trasferirlo al genitore affinchè possa orientarsi maggiormente: Stili di attaccamento e strategie adattive Rappresentazioni Riattivazione dei ricordi Esplorazione delle fantasie

53 HODGES e altri 2006 Dobbiamo considerare la conoscenza che possiamo acquisire sul bambino come un modo per incrementare la consapevolezza del genitore rispetto alle aspettative e alle percezioni distorte che il suo bambino possiede rispetto alle cure parentali Utilizzarla come una mappa di alcune delle aree di vulnerabilità del bambino, per guidare i genitori adottivi nelle potenziali difficoltà di navigazione.

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56 GLI INTERVENTI RIVOLTI AI GENITORI Gli studi effettuati nell ambito della teoria dell attaccamento hanno permesso di comprendere che elementi costitutivi della genitorialità sono la capacità di sostenere la funzione riflessiva nei bambini, l attitudine ad una comunicazione aperta e trasparente, la disposizione ad un adeguato rispecchiamento emotivo.

57 TIPOLOGIE INTERVENTI 1. interventi volti a potenziare la sensibilità e la responsività genitoriale; 2. interventi volti a cambiare le rappresentazioni di attaccamento dei genitori; 3. interventi volti a stimolare o a offrire ai genitori supporto sociale.

58 EVIDENZE I Una metaanalisi condotta su 66 studi che hanno coinvolto 4000 famiglie (De Wolf, Van Ijzendoorn, 1997) ha trovato che, se si riesce a incrementare la sensibilità dei genitori, la possibilità che si sviluppi un attaccamento sicuro aumenta del 24%. Se un intervento si rivela efficace nell aumentare la sensibilità materna tale cambiamento si riverbera positivamente nella sicurezza dell attaccamento del bambino.

59 EVIDENZE II LESS IS MORE (Meno è meglio) Metanalisi di Juffer e coll. Nell incrementare la sensibilità, si sono rivelati più utili ed efficaci gli interventi di breve durata (meno di 16 incontri), rispetto a quelli più lunghi E stata osservata maggiore efficacia nei campioni clinici (laddove il problema è già presente)

60 PROMUOVERE ATTACCAMENTI SICURI C o m p l e s s i v a m e n t e i l p e r c o r s o a d o t t i v o dovrebbe essere organizzato per far sperimentare al bambino una esperienza correttiva di attaccamento E necessario che i genitori adottivi con gli opportuni supporti, si costituiscano come referenti del percorso riparativo ed elaborativo del bambino;

61 N pp. 400 ca - 25,00 ISBN CONTATTI CISMAI CTA Centro di Terapia dell Adolescenza Il presupposto è che l adozione sia già di per sé una forma di terapia per i bambini

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