Buddhismo. Tale visione è integrata nella:
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- Alfonsina Adriana Borghi
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1 Buddhismo Il Buddhismo o Buddismo è una delle religioni più antiche e più diffuse al mondo. Il fondatore del buddismo, Siddhartha Guatama, Il Budda non si considerava una divinità. Piuttosto una persona necessaria per mostrare questa via agli altri. Originato dagli insegnamenti, comunemente si riassume nelle dottrine fondate sulle Quattro nobili verità. Il termine Buddismo si indica più in generale l'insieme di tradizioni, sistemi di pensiero, pratiche e tecniche spirituali, individuali e devozionali, nate dalle differenti interpretazioni di queste dottrine, che si sono evolute in modo anche molto eterogeneo e diversificato. Sorto nel VI secolo a.c. come disciplina spirituale assunse nei secoli successivi i caratteri di dottrina filosofica e di religione "ateistica" - cite_note-7. A partire dall'india il buddhismo si diffuse nei secoli successivi soprattutto nel Sud-est asiatico e in Estremo Oriente, giungendo, a partire dal XIX secolo, anche in Occidente. La storia del Buddhismo inizia nel VI secolo a.c., con la predicazione di Siddhārtha Gautama. Nel lungo periodo della sua esistenza, la religione si è evoluta adattandosi ai vari Paesi, epoche e culture che ha attraversato, aggiungendo alla sua originale impronta indiana elementi culturali ellenistici, dell'asia Centrale, dell'estremo Oriente e del Sud-Est Asiatico. La sua diffusione geografica fu considerevole al punto di aver influenzato in diverse epoche storiche gran parte del continente asiatico. La storia del Buddhismo, come quella delle maggiori religioni, è anche caratterizzata da numerose correnti di pensiero e scismi, con la formazione di varie scuole; tra queste, le più importanti attualmente esistenti sono la scuola Theravāda, le scuole del Mahāyāna e le scuole Vajrayāna. All'origine ed a fondamento del Buddhismo troviamo le Quattro nobili verità. Si narra che il Buddha, meditando sotto l'albero della bodhi, le comprese nel momento del proprio risveglio spirituale. sempre secondo la tradizione, il primo discorso del Buddha, tenuto nel parco delle gazzelle nei pressi di Sarnath vicino Varanasi. nel 528 a.c. ai suoi primi cinque discepoli, all'età di 35 anni, dopo che nei pressi del villaggio di Bodhgaya, nell'odierno stato del Bihar, aveva raggiunto il risveglio spirituale. Questo discorso è quindi anche detto il "Discorso di Benares", fondamentale per il Buddhismo, che da questo prende le mosse, tanto da farlo considerare l'evento che dà con la festa di Magā Puja, il "giorno del Dhamma". Da altri è invece considerato il punto d'inizio della prima comunità buddhista, formata proprio da quei cinque asceti che lo avevano abbandonato anni prima sfiduciati, dopo essere stati a lungo suoi discepoli Inizio al Dharma. ossia la dottrina buddhista. La ricorrenza di questo evento è infatti festeggiata nei paesi di tradizione. I punti salienti della visione buddhista della "realtà percettiva" indirizzata dall'insegnamento del Buddha, sono: 1. la dottrina della sofferenza o duḥkha, ossia che tutti gli aggregati fisici o mentali sono causa di sofferenza qualora li si voglia trattenere ed essi cessano, oppure si voglia separarsene ed essi permangono. 2. la dottrina dell'impermanenza o anitya, ossia che tutto quanto è composto di aggregati fisici o mentali è soggetto alla nascita ed è quindi soggetto a decadenza ed estinzione con la decadenza ed estinzione degli aggregati che lo sostengono; 3. la dottrina dell'assenza di un io eterno e immutabile, la cosiddetta dottrina dell'anātman, come conseguenza di una riflessione sui due punti precedenti. Tale visione è integrata nella: dottrina della coproduzione condizionata, ossia del meccanismo di causa ed effetto che lega l'uomo alle illusioni e agli attaccamenti che costituiscono la base della sofferenza esistenziale; dottrina della vacuità che insiste sull'inesistenza di una proprietà intrinseca nei composti e nei processi che formano la realtà e sulla stretta interdipendenza degli stessi. Un elemento importante del Buddhismo, riportato in tutti i Canoni, è la conferma dell'esistenza delle divinità come già proclamate dalla letteratura. Sempre nei testi che raccolgono i suoi insegnamenti, testi riconosciuti tra i più antichi in assoluto e conservati sia nel Canone pāli che nel Canone cinese e che la storiografia contemporanea inquadra nel termine Āgama-Nikāya, il Buddha storico consiglia a due brahmana che, dopo aver dato da mangiare a uomini santi, si debba dedicare questa azione alle divinità locali che restituiranno l'onore concesso loro assicurando il benessere dell'individuo È evidente, a partire da questi due antichi brani, la certezza da parte del Buddha storico che le divinità esistessero e andassero onorate. A differenza, tuttavia, delle altre correnti religiose dell'epoca, il Buddha ritiene che le divinità non possano offrire all'uomo la salvezza dal Saṃsāra, né un significato ultimo della propria esistenza. Non esiste, né è mai esistita alcuna scuola buddhista al mondo che affermi, o abbia affermato, l'inesistenza delle divinità. Tuttavia la totale mancanza di centralità delle divinità nelle pratiche religiose e nelle dottrine buddhiste di tutte le epoche ha fatto considerare, da parte di alcuni studiosi contemporanei, il Buddhismo come una religione 'atea. -Molti simboli Buddhisti devono essere considerati nell ambito della cultura delle popolazioni che li hanno prodotti. Molti dei simboli originali, ad esempio, risalgono all'india antica e possono essere trovati anche nell iconografia induista, anche se con significati leggermente diversi. Il Buddha storico visse intorno al VI secolo ac, ma i primi artefatti buddhisti risalgono al III secolo ac. Nelle Scritture, si dice che il Buddha di tanto in tanto ha usato delle immagini come la 'Ruota della Vita' per illustrare i suoi insegnamenti.
2 Le prime testimonianze archeologiche, per lo piu di sculture in pietra ornamentale, provengono dal periodo dell imperatore Asoka ( ac), che si converti al Buddhismo e ne fece una religione popolare in India e nei paesi confinanti. Nel secondo secolo ac si iniziarono a scavare monasteri Buddhisti nella roccia, creando una grande quantita di opere d'arte in grado di resistere nei secoli. Probabilmente il monumento buddhista piu antico e tipico e la stupa. La prima imagine del Buddha apparve intorno al primo secolo ac, quindi fino ad allora l'opera d'arte e stata in gran parte di natura simbolica. Con la comparsa del Tantra Buddhista intorno al 6 secolo, fiori una nuova generazione di opere d'arte ricche di simbolismo, in quanto l'immaginazione e la visualizzazione diventarono tecniche determinanti nelle pratiche di meditazione. Da questo momento vegono raffigurati un pantheon di divinita e entita protrettrici, insieme ad una vasta collezione di oggetti simbolici, come il Vajra, la campana, il mandala, ecc. Questa tradizione si e conservata soprattutto nel 'Buddhismo tibetano', e in parte nella tradizione giapponese Shingon. - Simboli del Buddha Si dice che il Buddha fosse riluttante ad accettare le sue immagini, in quanto non voleva essere venerato. Per simboleggiare il Buddha le prime espressioni dell'arte usarono principalmente la Ruota dagli otto raggi e l'albero del Bodhi, ma vennero utilizzati anche le orme del Buddha, un trono vuoto, una ciotola per l'elemosina e un Leone. La ruota del Dharma a otto raggi o girare la ruota della verita o della legge (Dharma 'Dharmachakra' (sanscrito) simboleggia il Buddha chef a = verita / diritto, chakra = ruota). La ruota si riferisce alla storia secondo cui, poco dal cielo per chiedergli di insegnare, offrendogli un dopo che il Buddha raggiunse l'illuminazione, Brahma discese Dharmachakra. Il Buddha e conosciuto come colui che gira la movimento e di conseguenza cambia il corso del ruota: colui che stabilisce un nuovo ciclo di insegnamenti in destino. Il Dharmachakra ha otto raggi, simbolo degli otto nobili sentieri (Cammino della saggezza: 1 la Retta Comprensione, 2 il Retto Pensiero; Cammino della moralità: 3 la Retta Parola, 4 la Retta Azione, 5 la Retta Condotta di Vita; Cammino della disciplina mentale (o della meditazione buddhista): 6 il Retto Sforzo, 7 la Retta Consapevolezza, 8 la Retta Concentrazione). I tre segmenti al centro rappresentano il Buddha, il Dharma (gli insegnamenti) e il Sangha (la comunita spirituale). La ruota puo anche essere divisa in tre parti, ognuna delle quali rappresenta un aspetto della pratica Buddhista, il mozzo (disciplina), i raggi (saggezza), e il cerchio (concentrazione). L'albero del Bodhi si riferisce all'albero sotto cui il Buddha raggiunse l'illuminazione. Il culto dell albero era gia parte della cultura Indiana precedente, cosi lo sviluppo del Bodhi, come simbolo devozionale, e stato uno sviluppo naturale. Dopo aver girato la campagna per circa sei anni, il Buddha finalmente si fermo a riposare in un bosco vicino al fiume Naranjara, non lontano dalla moderna Bodhgaya. Seduto sotto un albero del Bodhi, praticando la meditazione, e riuscito a concretizzare la sua vera natura. I sette giorni seguenti li passo sotto l'albero sperimentando la gioia della liberta e
3 contemplando l estensione della sua nuova comprensione. La storia prosegue poi mettendo in relazione altri quattro periodi di sette giorni, ognuno passato sotto un albero diverso - il Banyan, il Mucalinda e l'albero Rajayatana, quindi ancora una volta il Banyan. Ognuna di queste situazioni ha la sua ben nota vicenda che lo spazio qui non consente di riportare. L'albero dell illuminazione e chiamato, in latino, Ficus religiosa o albero sacro. I Buddhisti generalmente lo chiamano Bodhi, o albero Bo. Bodhi e la parola in lingua Pali e in Sanscrito per illuminazione. A Bodhgaya vi e ancora oggi un albero che discende da quello originale e alberi Bodhi si trovano comunemente in tutti i centri Buddhisti ovunque nel mondo. " L'albero del Bodhi a Bodhgaya Il Trono Il Trono e un riferimento alla discendenza regale di Siddharta Gautama, all'idea della regalita spirituale, e all'illuminazione come sovrana del mondo spirituale. Le antiche sculture in pietra mostrano il Dharmachakra e il Bodhitree in cima al trono. A volte la base del trono e decorato con altri simboli, come leoni e cervi, entrambi associati con gli insegnamenti del Buddha. Il Leone e uno dei simboli piu potenti del buddhismo. Tradizionalmente, il leone e associato con regalita, forza e potenza. E 'quindi un simbolo appropriato per il Buddha, che la tradizione vuole fosse un principe reale. I suoi insegnamenti a volte sono indicati come il Ruggito del Leone, per sottolineare ancora una volta la loro forza e potenza.
4 I Leoni di Sarnath. Sarnath e il luogo dove Buddha inizio a predicare e questi leoni echeggiano i suoi insegnamenti ai quattro angoli del mondo. Per questo e' conosciuto anche come il "Ruggito dei Leoni". La ruota simboleggia la legge Buddhista e anche la legittimita di Asoka, come un sovrano illuminato. Soprattutto nell arte buddhista tibetana, i leoni sono spesso raffigurati sul trono dove siede il Buddha, ma questi sono Leoni della neve (creature mitiche), e che in realta rappresentano gli otto Bodhisattva principali. Le orme del Buddha tradizionalmente simboleggiano la presenza fisica dell Illuminato. Questa immagine e incisa su un antica pietra a Bodh Gaya, in India, il sito di illuminazione del Buddha." La storia racconta che prima della sua morte il Buddha ha lasciato l impronta di piede su una pietra vicino Kusinara,come ricordo della sua presenza sulla terra. Queste impronte spesso sono decorate con ruote Dharma e altri segni di buon auspicio, come svastiche e fiori di loto. La ciotola per le elemosine si riferisce alla storia secondo cui prima che il Buddha raggiungesse l'illuminazione, una giovane donna di nome Sujata gli offri una scodella di latte di riso. In quel momento, stava praticando austerita mangiando molto poco, ma si rese conto in quel momento che avrebbe avuto bisogno di avere piu forza per le fasi finali per l'illuminazione, e il digiuno avrebbe solo ridotto ulteriormente la sua energia. Dopo aver raggiunto l'illuminazione, si dice che abbia buttato via quel poco che era rimasto nella ciotola per significare la rinuncia di tutti i beni materiali. Trovare la via di mezzo tra austerita e l'attaccamento alla vita completa e un principio importante del Buddhismo. La ciotola simboleggia anche il tipo di vita del monaco, che ogni mattina vive di quello che la gente gli dona. Quello che sembra uno sviluppo posteriore e la rappresentazione degli occhi del Buddha (in particolare su una stupa), come spesso si vede in Nepal. Appaiono in tutte e quattro le direzioni, e rappresentano la mente onnisciente di un Buddha. I tre preziosi gioielli o Triplice Gemma
5 Il centro del Buddhismo e costituito da tre pilastri: il Buddha, il Dharma (gli insegnamenti) e il Sangha (monaci e monache), simbolizzati dai tre gioielli. In parole povere, si potrebbe dire che senza il Buddha storico Shakyamuni non ci sarebbe stato alcun Dharma Buddhista, ne Sangha. Senza il suo insegnamento, il Buddha non avrebbe fatto molta differenza e anche la comunita spirituale, non sarebbe esistita. Senza il Sangha, la tradizione non sarebbe mai stata trasmessa attraverso i secoli. Il Buddha sarebbe stato 'solo' una figura storica e i suoi insegnamenti sarebbero stati 'semplici' libri. Cervi e Dharmachakra I cervi sono un riferimento diretto al primo insegnamento del Buddha appunto nel parco dei cervi a Sarnath, chiamato anche Dharmachakra Parivartan. La suggestione e che l'aspetto mirabile del Buddha e la sua presenza talmente pacifica indussero anche gli animali ad accorrere e ascoltare. Nella tradizione tibetana, un monastero che custodisce le collezioni di testi Kangyur e Tengyur dovrebbe avere (sul tetto) questo simbolo del cervo su entrambi i lati della ruota del Dharma. Stupa La Stupa in genere rappresenta la mente illuminata del Buddha. Sono state costruite fin dai primi tempi del Buddhismo. Uno dei significati simbolici e che rappresentano i cinque elementi: la base quadrata rappresenta la terra, la cupola rotonda e l'acqua, la forma di cono e il fuoco, il baldacchino e l'aria e il volume della stupa e lo spazio. Queste costruzioni sono spesso sono utilizzate per conservare le reliquie di importanti maestri.
6 Montagne Ci sono due montagne chiave nella simbologia Buddhista. La prima e la "Cima dell'avvoltoio", (raffigurata a sinistra) nel nord dell'india, dove il Buddha si dice che abbia pronunciato una serie di sermoni. "Cima dell'avvoltoio" ha un significato particolare nel Buddhismo Mahayana in quanto uno dei suoi testi principali, il Sutra del Loto, pare sia stato redatto proprio a seguito dei sermoni pronunciati su quella montagna [anche il Sutra del Cuore, un altro testo molto importante e' stato realizzzato in questo luogo]. Testi canonici I testi sacri riconosciuti come autentici dal Buddismo sono raccolti in due Canoni, denominati, in base alle scritture usate, Pali e Sanscrito. 1. Il Canone Pali (deciso nel I sec. a.c.) è chiamato anche Tripitaka, perché raggruppa il corpus in tre parti (o "Tre canestri": infatti i libri di ogni raccolta, scritti su fogli di palma, potevano essere contenuti in una cesta). Esso rappresenta una sintesi delle dottrine predicate dal Buddha o a lui attribuite e delle teorie elaborate dalla scuola Hinayana. 2. La prima cesta (Vinaya) comunica le regole da osservare nelle comunità monastiche; essa si compone di tre raccolte di libri: sono talmente voluminosi che per leggerli tutti, al Concilio di Rangoon (1954), ci vollero 169 sedute in 46 giorni; 3. la seconda cesta (Sutra) parla delle conversazioni di Buddha coi suoi discepoli ed è il doppio della prima; la recita dei sutra è la base del culto e della meditazione di monaci e laici. Il loro linguaggio è poetico, le composizione sono ritmiche, molto convincenti le spiegazioni di difficili tematiche spirituali e psicologiche. Questa cesta contiene anche 547 leggende relative alle esistenze precedenti del Buddha; 4. la terza cesta (Abhidarma) fornisce la spiegazione dei principali dogmi del Buddismo contenuti appunto nel Sutra (metafisica). Questi testi sono stati composti da ignoti autori dal III al I sec. a.c. e sono ad uso degli specialisti. 5. Il Canone Sanscrito, nato circa sei secoli dopo la morte del Buddha, varia molto, come suddivisione e denominazioni, da Stato a Stato. Esso sostanzialmente è legato alla scuola Mahayana. Questa tradizione, i cui testi sono molto estesi, sostiene che Buddha avrebbe riservato la parte più sottile della sua verità alle generazioni posteriori. Un'edizione del Canone buddista, il Taisho Shinshu, stampato a Tokyo, comprende ben 100 volumi e fa capire la necessità di dover scegliere una "pars pro toto" per la fede personale. Tra le numerose scritture del Mahayana meritano d'essere ricodarte La sutra della perfetta sapienza e soprattutto il Libro tibetano dei morti, che suscitò grande interesse in Occidente.
7 LUOGHI SACRI BUDDISTI Ci sono quattro posti geograficamente importanti nella vita di Buddha: dove è nato: Lumbini in Nepal, il luogo del risveglio: Bodh Gaya in India, dove ha recitato il suo primo sermone: Sarnath in India e dove ha lasciato il suo corpo mortale: Kushinagar in India. Questi quattro luoghi per la loro importanza furono rappresentati simbolicamente da: - un loto - l'albero della bodhi - la ruota del dharma - una stupa. I primi tumuli funebri furono nove e sono chiamati stupa, gli altri furono eretti in seguito nei luoghi dove la dottrina buddhista si diffuse: Cina, Giappone, Corea, Mongolia, Nepal e Tibet. A Lumbini, dove Buddha nacque, c'è il giardino lumbini, all'interno del quale ci sono una serie di strutture costruite in memoria di Buddha, tra le quali quattro stupa e un pilastro di pietra. A Bodh Gaya c'è il tempio di Mahabodhi costruito esattamente nel punto dove Buddha ebbe l'illuminazione. A Sarnath furono costruiti una serie di edifici religiosi (stupa, monasteri, templi, scuole) e una colonna che commemora il primo sermone di buddha. A Kushinagar esiste una delle località più importanti del pellegrinaggio buddistha, cioè lo stupa della cremazione. MONUMENTI STUPA Uno stupa è un monumento buddhista la cui funzione principale è quella di conservare reliquie. E' il monumento religioso più antico. In origine era un tumulo di sabbia o terra che serviva a ricoprire le reliquie del Buddha. Dopo la sua morte il corpo di Buddha fu cremato e le sue ceneri vennero sepolte sotto otto stupa, con altri due stupa intorno all'urna e le altre ceneri. Nel corso dei secoli lo stupa è cambiato, non è più solo monumento funerario ma anche luogo di preghiera e di venerazione. IL MONASTERO: LA PAGODA
8 I monasteri sono costruzioni arroccate in cima alle montagne, imbiancati a calce, ricoperti di bandierine colorate ed all'ingresso presentano le ruote di preghiera. I monaci vivono lavorando nel tempio, accettando offerte e praticando certe ritualità. CREDENZA non c è bisogno di un salvatore. Per un credente Gesù è l unico che può salvare dalla dannazione eterna. Per il buddista vi è solo una visione che comprende una vita eticamente corretta e una centralità della meditazione che porta all illuminazione e poi al nirvana. Per raggiungere ciò sono necessarie molte reincarnazioni per pagare il proprio debito con il karma. E una religione di filosofia morale ed etica, che comprende una vita di rinunce. La realtà è impersonale e non vi è amore. Dio è visto come un illusione e il peccato come un errore non morale. In questo modo persino la nostra personalità diventa un illusione. Non considerano la creazione, perché per loro non vi è né inizio, né fine. Vi è invece un infinito ciclo di nascita e morte e sofferenza. I cristiani invece sanno che Gesù è morto per loro cosicchè non dobbiamo soffrire per l eternità. I cristiani sanno che c è molto più che sofferenza e morte, è stato rivelato attraverso la rivelazione del nostro Salvatore, Gesù Cristo, che ha sconfitto la morte e ha portato vita e immortalità attraverso la parola, (2Timoteo 1:10). Il buddismo insegna che nirvana è il più alto stato di esistenza ed è raggiungibile individualmente. Nirvana non ha una spiegazione logica o razionale, non può essere insegnato, ma solo realizzato. Al contrario gli insegnamenti di Gesù sul paradiso, sono chiari. Ci ha insegnato che i nostri corpi fisici moriranno, ma le nostre anime saranno con lui, in cielo, (Marco 12:25). Il budda ha insegnato che non abbiamo anime individuali, esse sono solo illusioni. Per loro non vi è un Padre misericordioso che ha mandato Suo figlio a morire per le nostre anime, per la nostra salvezza, per raggiungere la Sua gloria. ALCUNE DIVINITA Acala - l'inamovibile Amida - nome giapponese di Amithaba Amitabha - uno dei Buddha della Meditazione Amitayus - divinità della longevità, spesso identificato con Amitabha Dakini Dala Kadavara - demone Devaputra - gruppo di dèi Dhanada - avatar di Amoghasiddhi Dharani - testi mistici Miroku - bodhisattva giapponese Mo-Li - divinità protettrice dei templi
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