Aspetti psicologici della violenza. Dr. Maria Elena Michelone psicologa 18 gennaio 2008

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1 Aspetti psicologici della violenza Dr. Maria Elena Michelone psicologa 18 gennaio 2008

2 Come nasce La Violenza oggi La globalizzazione oggi rende quotidiano il confronto fra persone con cultura, etnia, religione, ideologie sociali, provenienze economiche diverse (pregiudizi,xenofobia..). Le persone sono colte da profondo disagio esistenziale rispetto al mondo oggi, che non coincide con quello desiderato, immaginato. Devono gestire un mondo o una vita che non conoscono, ne controllano.

3 Come nasce la Violenza oggi A questi sentimenti di paura, sospetto, delusione, disagio ci sono due reazioni frequenti: 1. REAZIONI DEPRESSIVE 2. ATTEGGIAMENTI IRRAZIONALI Molti Adolescenti/Adulti possono esprimere il disagio attraverso forme di aggressione verso se stessi: attraverso forme di malessere quali ansie, bulimia, anoressia, disturbi psicosomatici, suicidio oppure verso gli altri.

4 Come nasce la Violenza oggi Aggredire significa : Assalire con violenza ed all improvviso. L aggressione può essere fisica o morale. Si Aggredisce per: SADISMO RABBIA POTERE

5 Chi è l aggressore e chi la vittima? ADULTO contro ADULTO ADULTO contro BAMBINO BAMBINO contro BAMBINO BAMBINO contro ADULTO

6 ADULTO verso BAMBINO: tipi di violenza Abuso fisico Trascuratezza, mancanza di cure. Trascuratezza affettiva Abuso psicologico Abuso sessuale Patologia nelle cure (curato male) Abbandono Infanticidio Sfruttamento criminale Lavoro minorile Bambino soldato

7 BAMBINO verso BAMBINO (adolescente verso adolescente) Violenza contro se stessi. Bullismo. L adolescente tende verso l autonomia e questo processo implica la messa in discussione di modelli acquisiti nell infanzia (impulsività trasgressione- imitazionevulnerabilità).

8 L adolescente e la trasgressione In adolescenza c è il disagio a stabilire relazioni. Si possono adottare condotte antisociali e si può manifestare una certa difficoltà a seguire le regole.

9 Alla base del BULLISMO. L adolescente si sperimenta alla ricerca della propria identità (ansia, smarrimento). Di fronte alle pressioni può reagire con atteggiamento di chiusura e comportamenti contradditori. Può idealizzare ciò che la società e la famiglia disapprovano.

10 Alla base del BULLISMO. IL disagio inevitabilmente si riversa nelle relazioni sociali con fragilità insicurezza ed ambivalenza. IL BULLISMO: si riferisce ad una serie di comportamenti che qualcuno fa o dice per avere potere su un altra persona o per dominarla. Con tale termine s intendono sia comportamenti del persecutore che della vittima, ponendo al centro dell attenzione la relazione fra i due.

11 Il bullismo è caratterizzato da: 1. Intenzione di fare del male o insultare. Mancanza di compassione. C è piacere nel picchiare, insultare, dominare. Il bullo continua anche quando la vittima sta male. 2. Aggressioni perpetuate per un lungo periodo, tanto da diventare routines, abitudini. 3. Il potere del bullo è maggiore di quello della vittima.

12 Il bullismo è caratterizzato da: 1. La vittima è una persona vulnerabile, più debole, più sensibile, meno integrata nel gruppo. 2. La vittima si sente esposta, senza sostegno, isolata ha paura. 3. Ha come conseguenza il danno per l autostima. La vittima può rimanere tale nel tempo oppure può assumere le caratteristiche dell aggressore.

13 Ci sono varie forme di bullismo: BULLYNG DIRETTO: fisico - verbale BULLYNG INDIRETTO: isolamento sociale, pettegolezzi fastidiosi, esclusioni, offese. VITTIMA: chi subisce, chi incassa, chi viene rinchiuso, chi riceve biglietti offensivi VITTIMA: ha una immagine di sé negativa. SI percepisce come una persona che ha poco valore.

14 La Vittima Ci sono vittime passive (ansioso depressivo). Ci sono vittime provocatrici (offensive, con condotte ostili ma inefficaci ad ottenere la supremazia). C E COMPLEMENTARIETA FRA AGGRESSORE E VITTIMA.

15 IL GRUPPO IL bullo non agisce isolato ma può contare sulla cooperazione di altri compagni attraverso il sostegno emotivo o l incitamento o su altri compagni che non intervengono (o approvano tacitamente). In molti casi il gruppo prova antipatia e rifiuto per la vittima (la vittima forse viene accettata da altri gruppi ma non da quello del bullo).

16 IL GRUPPO I bulli hanno una rete di amici prepotenti e non vittimizzati e possono contare sul loro appoggio. Si creano dei contest sociali atti alla perpetuazione del gioco e della dinamica stessa. Si crea un etichettamento. SU TALE PROBLEMA C E UNA SCARSA COMUNICAZIONE FRA RAGAZZO e ADULTO. SPESSO GLI INSEGNANTI SONO IGNARI.

17 CHI E IL BULLO E una persona che ha condotte manipolative, Che ha la capacità di pianificare azioni aggressive, ha una certa abilità a tener conto degli stati mentali altrui. Non c è incidenza fra fattori ambientali, socioeconomici o relativi al rendimento scolastico.

18 AGGRESSIVITA e GENERE BULLI Verso compagni di classe o verso la scuola in genere. a) MATRICE POTERE: MASCHIO-MASCHIO. b) MATRICE SESSUALE: MASCHIO FEMMINA BULLISMO AL FEMMINILE Soprattutto diretto a compagne di classe

19 Violenza domestica Sono fatti che possono accadere a chiunque, in ambienti conosciuti. Perché non ci sono soltanto le violenze generate da sconosciuti: ci sono soprattutto le angoscianti realtà che vengono perpetrate nel chiuso delle abitazioni, confidando nella paura, nel silenzio e nell omertà. Sono fatti che possono accadere in famiglia, in case di conoscenti, di vicini di casa.

20 Violenza domestica (telefono rosa) IN CASA COL NEMICO La propria abitazione è, per molti, il luogo della serenità e della sicurezza. Per troppe persone, invece, LA CASA È IL LUOGO DELLE VIOLENZE E DELLE VESSAZIONI PIÙ GRAVI, DEGLI ABUSI SESSUALI, DEI MALTRATTAMENTI FISICI O PSICOLOGICI, DELLA SOTTOMISSIONE.

21 Violenza domestica Se si viene a conoscenza di abusi o violenza è importante NON TACERE. La violenza esplode in ogni classe sociale, indipendentemente dall età, dalle condizioni economiche, dalla razza o dall appartenenza religiosa. La violenza non si esaurisce da sola: una volta iniziata, non finisce fin quando qualcuno non la ferma.

22 Aggressioni a sfondo sessuale Il movente è la rabbia, l impulsività. Ci possono essere sentimenti di rabbia verso una donna in particolare (madre, moglie, ragazza) ma si sfogano su un altra vittima. Più che il piacere sessuale l aggressore prova piacere nello sfogare la rabbia, nel dominare. Il movente può essere il sadismo (piacere nell abuso) e spesso c è premeditazione oppure per opportunismo (possibilità all interno di un altro crimine FURTO-RAPINA).

23 LA VITTIMA PUO : (Aggressioni a sfondo sessuale) 1- fare resistenza attiva: reagire, opporsi. 2- fare resistenza passiva: resistenza psicologica, cercare di distrarre l aggressore dall intento o di fargli perdere l eccitazione. 3- non fare resistenza: cedere. L idea della vittima è comunque quella di sopravvivere.

24 SINDROME DI STOCCOLMA A Stoccolma nel 1978 c è stato un sequestro in banca di 47 persone. Gli ostaggi di sesso femminile erano riusciti ad instaurare un ottima relazione con i loro sequestratori. In situazioni di costrizione la solidarizzazione con l aggressore viene vista come una via d uscita. (istinto di conservazione)

25 Il Mobbing UN NUOVO RISCHIO ALL ATTENZIONE DELLA MEDICINA DEL LAVORO: LE MOLESTIE MORALI Accanto ai rischi tradizionali per la salute del lavoratore, i rischi psicosociali; Negli ultimi anni è in crescita per motivazioni di carattere macroeconomico e per il cambiamento delle tipologie di lavoro; perché è aumentata la competizione fra persone desiderose di far carriera o di mantenere una certa posizione economica-sociale.

26 Il Mobbing E definito come una forma di molestia o violenza psicologica esercitata quasi sempre con intenzionalità lesiva, ripetuta, con modalità diverse. La soglia individuale di resistenza alla violenza psicologica dipende da: intensità della violenza tempo di esposizione tratti della personalità

27 Il Mobbing E una violenza morale esercitata mediante attacchi contro la persona del lavoratore, il lavoro svolto, la funzione lavorativa ricoperta o lo status. AGGRESSORE: un singolo soggetto protagonista, generalmente un superiore. In alcuni casi costui viene coadiuvato da un coro di colleghi che concorre - in maniera più o meno consapevole - alla violenza psicologica, sia con atteggiamento di attiva partecipazione, sia come testimone passivo.

28 Il Mobbing VITTIMA: La persona del lavoratore viene continuamente umiliata, offesa, isolata e ridicolizzata anche per quanto riguarda la vita privata. Il suo lavoro viene deprezzato, continuamente criticato o addirittura sabotato; il soggetto viene privato degli strumenti necessari a svolgere l attività (sindrome della scrivania vuota) o, viceversa, sovraccaricato di lavoro e di compiti impossibili da portare materialmente a termine o inutili, ma tali da provocare o acuire i sentimenti di frustrazione e di impotenza (sindrome della scrivania piena).

29 Effetti sulle vittime del Mobbing I primi effetti derivanti da situazioni mobbizzanti sono osservabili sulla salute delle vittime che, quasi inevitabilmente, dopo un intervallo di tempo variabile, si altera con manifestazioni nella sfera neuropsichica. Precoci sono i segnali di allarme psicosomatico (cefalea, tachicardia, gastroenteralgie, dolori osteoarticolari, mialgie, disturbi dell equilibrio), emozionale (ansia, tensione, disturbi del sonno, dell umore), comportamentale (anoressia, bulimia, farmacodipendenza).

30 L équipe che valuta il mobbing Medico del Lavoro, con particolare riferimento all anamnesi lavorativa e all analisi dell organizzazione del lavoro. Psicologo del Lavoro, per l analisi e la valutazione dei fattori di rischio, cosiddetti trasversali, in particolare sociali e psicologici. Medico Psichiatra, per la determinazione della tipologia della reazione ad evento determinatasi e cioè la diagnosi psichiatrica. Psicologo Clinico, per l analisi e la valutazione delle manifestazioni psicopatologiche attraverso la somministrazione di batterie di test mirati. Medico Legale : valuta un eventuale danno biologico.

31 Bibliografia 1- Calaprice S.- Bambini aggressori e bambini aggrediti: quali le vittime?il bullismo e la prospettiva pedagogica in - Alla ricerca di identità. Per una pedagogia del disagio, La Scuola ed., Brescia R. Gilioli et al.- Nuovo rischio all attenzione della Medicina del Lavoro: Le molestie Morali (Mobbing) Consensus Document La Medicina del Lavoro, vol. 92, n.1, Gennaio-Febbraio 2001, Casa Ed. Mattioli, Fidenza 3- Gulotta G. Ercolin D.- La suggestionabilità dei bambini: uno studio empirico in Psicologia e Giustizia Anno 5, n. 1 Gennaio Giugno 2004 SIti Internet:

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