SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE MINORI E SPAZIO INCONTRI PROTETTI:
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- Daniele Piccolo
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1 SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE MINORI E SPAZIO INCONTRI PROTETTI: Il servizio di ADM, Incontri Protetti e Progetti Territoriali è in carico all Unità Operativa Minori ed è gestito, in forma associata, attraverso un appalto di Ambito (in cui il Comune di Bergamo è Ente capofila, le Amministrazioni Comunali coinvolte sono quelle di Torre Boldone, Gorle, Ponteranica, Sorisole e Orio al Serio). L Ente Convenzionato è il Consorzio Solco Città Aperta. Vengono di seguito illustrate caratteristiche e modalità operative. Riferimenti Responsabile Servizio Sociale Centrale Coordinatore Unità Operativa Minori Coordinatore servizio ADM, Incontri Protetti Progetti Territoriali Competenze ADM e IP Competenze Progetti Territoriali Dott.ssa Elena Lazzari Via San Lazzaro, 3 tel: fax elazzari@comune.bg.it Dott.ssa Fumagalli Laura Unità Operativa Minori Via San Martino della Pigrizia, 52 tel fax lfumagalli@comune.bg.it Assistente Sociale Marina Signorelli tel: fax erichelmi@comune.bg.it L Assistente sociale e dell Area Minori della circoscrizione di residenza del nucleo familiare, valuta il caso e ritenuta la necessità di un intervento specifico, procederà alla richiesta presso l UOM. L Assistente sociale e dell Area Minori della circoscrizione di residenza oppure direttamente il coordinatore del Servizio ADM raccolgono la richiesta/bisogno da parte dei soggetti territoriali (Scuola, Oratorio, associazioni di volontariato..) e la valutano in Equipe anche in relazione alle risorse disponibili.
2 Assistenza Domiciliare Minori (A.D.M) Premessa: Gli interventi di Assistenza domiciliare minori sono finalizzati a sostenere le situazioni di bambini/ragazzi che manifestano disagio nella relazione, nei comportamenti e sul versante socioaffettivo, nelle fasi di crescita e sviluppo, in particolari momenti nei quali il nucleo familiare vive una situazione di momentanea difficoltà. Il supporto offerto dall'intervento di un educatore professionale a domicilio è finalizzato al miglioramento della relazione e a un maggior benessere del minore e dell intero sistema familiare. Il servizio di Assistenza Domiciliare Minori (A.D.M.) nasce dall'esigenza di predisporre un intervento di taglio educativo a favore di nuclei familiari in difficoltà, in una dimensione di attivazione e di recupero di risorse e potenzialità presenti al loro interno. Ha lo scopo di tutelare e salvaguardare lo sviluppo possibile della personalità del minore, mirando all'evoluzione del nucleo familiare in difficoltà e al raggiungimento di un'adeguata autonomia dei genitori nell'assolvimento dei compiti educativi verso i figli. Si connota prevalentemente come intervento promozionale preventivo e di sostegno, rivolto al minore in difficoltà e alla sua famiglia, e atto ad evitare degenerazioni sociali del contesto familiare, situazioni di allontanamento e di istituzionalizzazione dei minori considerati in condizione di fragilità sociale e a rischio di emarginazione. Finalità : L'ADM è un intervento di tipo educativo con finalità promozionali, preventive e riparative, rivolto a nuclei familiari in situazione di disagio. Mira infatti a: sostenere i minori che vivono esperienze di difficoltà all'interno del loro nucleo familiare a causa della sua inadeguatezza nella costruzione della loro identità e nella loro integrazione sociale, promovendone le risorse; promuovere e sostenere la competenza genitoriale rispetto alla correttezza relazionale, allo sviluppo dell'affettività, alle capacità di accudimento; sostenere ed integrare la competenza genitoriale al fine di prevenire il rischio di allontanamento del minore dal nucleo familiare di origine. Destinatari : Il Servizio è rivolto a nuclei familiari dei Comuni di Bergamo, Gorle, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole e Torre Boldone caratterizzati da relazioni disturbate tra genitori e figli o in cui si rileva una inadeguatezza sul piano educativo che si ripercuote sugli ambiti di vita della quotidianità, favorendo e alimentando percorsi di marginalità sociale. L'intervento di ADM, rivolto a minori dagli 0 ai 18 anni, è utilizzato prevalentemente per la fascia dei minori che frequentano la scuola dell'obbligo (6-13 anni), non escludendo che l'intervento sia erogato a favore dei minori appartenenti alla fascia della prima infanzia (0-5 anni) evidenziandone il carattere preventivo o osservativo. E'opportuno sottolineare che l'adm va erogata in presenza di temporanee situazioni conflittuali della famiglia, ma è preferibile che non venga praticata con nuclei familiari all interno dei quali si è rilevato un alto grado di compromissione delle competenze evolutive pur non escludendo l utilizzo mirato dell ADM in situazioni di particolare criticità purchè temporanea. Funzione primaria dell ADM è concorrere a rendere autosufficiente il nucleo e contemporaneamente a ridurre il disagio del minore. Inoltre, per l'erogazione di tale intervento si fa riferimento ai criteri di selezione presenti nel Documento Regionale per il servizio di ADM quali:
3 famiglie con difficoltà ad esercitare il proprio ruolo parentale; presenza di una disponibilità a mettersi in discussione accettando l'intervento dei Servizi Sociali, dato un minimo grado di consapevolezza delle proprie difficoltà; minori interessati da un decreto della Magistratura minorile; esclusione dei nuclei non provenienti dal bacino di utenza del servizio; esclusione dei nuclei con altri interventi in atto e che sono in contrapposizione con una prestazione di assistenza domiciliare; esclusione di famiglie in cui elementi patologici siano talmente consolidati da non consentire possibilità di miglioramento. Tali criteri selettivi di scelta dell'utenza del servizio di ADM non sono da considerare parametri di valutazione assunti rigidamente, bensì indicazioni utili per inquadrare complessivamente una specifica condizione familiare e il relativo intervento educativo. Una selezione rispettosa dei criteri sopra citati permette una maggiore aderenza alle finalità e agli obiettivi previsti dal progetto senza cadere in incongruenze di fondo, che generano confusione nella definizione dell'intervento stesso. Prassi : Per attivare il servizio di Assistenza Domiciliare Minori è necessario seguire la prassi sotto riportata:
4 Fase Prassi Prestazioni Figure professionali coinvolte Segnalazione situazione familiare e del/dei minore/i Presentazion e situazione minore e nucleo familiare all èquipe filtro *(servizi o ADM centralizzato Incontro di presentazion e dell educatore al servizio sociale ed alla famiglia e La segnalazione parte sempre dal servizio sociale comunale, anche quando l eventuale proposta di ADM viene da altre istituzioni o servizi. Approfondimento e valutazione della situazione e della domanda di servizio. Elaborazione di una prima ipotesi progettuale dell intervento di ADM con definizione dei tempi,modalità funzioni ed obiettivi. Condivisione ed eventuali scambi di nuove informazioni tra operatori. Condivisione con la famiglia e/o con il minore del programma di Raccolta di tutte le informazioni necessarie a conoscere la situazione familiare ed a ipotizzare l intervento di ADM. Compilazione della modulistica appropriata. Analisi della domanda. Predisposizione del progetto di intervento Compilazione della modulistica appropriata. Conoscenza reciproca tra tutti i soggetti coinvolti nell intervento e condivisione del progetto e del programma di intervento. Compilazione della modulistica appropriata. A.S. Servizio Sociale Terr., Psicologo ASL A.S. Servizio Sociale terr., Psicologo ASL, AS Servizio ADM, Coordinatore del Consorzio A.S. Servizio Sociale terr., Psicologo ASL Coordinatore del Consorzio, Educatore prof. del Consorzio Modulistica Scheda di segnalazione Scheda informativa/ anamnestica del nucleo familiare Compilazione parziale dell accordo operativo Compilazione Accordo operativo Compilazione della Dichiarazione di Accordo Note Le schede debitamente compilate vanni inviate all Unità operativa minori che provvederà all invio in cooperativa. * l èquipe filtro è costituita da i membri indicati con il simbolo* I due momenti possono avvenire nello stesso giorno in due momenti successivi:cioè prima uno dopo l altro Una copia della
5 presentazion e del programma di intervento alla famiglia. Avvio Intervento Verifica in itinere Chiusura intervento di ADM intervento dichiarazione di accordo va inviata in Unità operativa minori. L E.P. entra fisicamente in casa dell utente. Nella prima visita l E.P. deve essere accompagnato dall Assistente Sociale del Servizio Sociale Territoriale Verifica della situazione familiare alla luce delle osservazioni effettuate l E.P: e delle eventuali nuove informazioni raccolte dall A.S., nonché degli eventuali cambiamenti intervenuti nella situazione stessa. Riprogrammazione dell intervento. Verifica e valutazione del livello di efficacia dell intervento. Conoscenza dei minori e presentazione della figura dell E.P. nonché del lavoro che svolgerà. Compilazione della modulistica appropriata. Analisi e verifica della situazione. Progettazione dell intervento. Compilazione della modulistica appropriata. Verifica e valutazione del raggiungimento degli obiettivi prefissati e del grado di cambiamento apportato nel A.S. Servizio Sociale terr., Educatore del Consorzio A.S. Servizio Sociale terr., Psicologo Asl Coordinatore ed Educatore prof. del Consorzio A.S. Servizio Sociale terr., Psicologo Asl Coordinatore ed Compilazione Scheda di chiusura intervento di ADM Qualora si presentassero situazioni particolarmente problematiche o differenti pensieri rispetto all intervento nel nucleo familiare sarà presente all incontro di verifica anche l Assistente Sociale del Servizio di ADM centralizzato.
6 Incontro di restituzione e chiusura intervento con la famiglia ed il minore Restituzione dei contenuti emersi durante l intervento. nucleo. Proposta di eventuali interventi futuri. Compilazione della modulistica appropriata. Verifica raggiungimento obiettivi,analisi difficoltà intervenute e valutazione dei vissuti circa l intervento effettuato. Educatore prof. del Consorzio A.S. Servizio di ADM Assistente Sociale Psicologo/a Firma scheda di chiusura da parte della famiglia e del minore
7 Spazio incontri Protetti Lo "Spazio Incontri Protetti" è un servizio volto a facilitare la ricostruzione, il mantenimento e lo sviluppo delle relazioni familiari nel caso in cui il minore sia allontanato da uno o entrambi i genitori, oppure quando le figure genitoriali sono in situazioni di alta conflittualità. L incontro tutelato è quello tra il minore e : i propri genitori, il genitore non convivente (in caso di separazione conflittuale), altri adulti significativi aventi diritto di visita. La maggior parte degli interventi è richiesta dell'autorità Giudiziaria, tuttavia è possibile ricorrere a questo servizio anche in situazioni in cui non sono presenti provvedimenti Giuridici. Infatti l obiettivo non è esclusivamente la garanzia del diritto di visita e la tutela del minore, ma anche la facilitazione/sviluppo di relazioni in situazioni di separazioni a media conflittualità, cioè il diritto a mantenere relazioni personali e contatti diretti in modo regolare con entrambi i genitori, salvo quando ciò sia contrario al maggior interesse del bambino (Convenzione Internazionale sui diritti dell infanzia ONU 1989). Il servizio degli Incontri Protetti (I.P.) si colloca pienamente nell ambito dell organizzazione dei servizi di tutela dei minori previsti dalla L. 328/00. L intervento di tutela di questo servizio si basa sul riconoscere al minore di vedere salvaguardata il più possibile la relazione con entrambi i genitori e i legami che ne derivano; il diritto a non perdere parte del suo essere figlio, della sua identità, a non smarrire il senso e la continuità della sua storia. In quest ottica è fondamentale che ai genitori venga riconosciuto il diritto di ricostruire una continuità genitoriale. L'incontro avviene in un "luogo terzo" e neutro dove il minore, alla presenza di un educatore professionale, re-investe affettivamente con il proprio genitore, o con entrambi, provando a ripristinare rapporti e relazioni interrotte. La sede dell intervento può diventare successivamente uno spazio esterno (parchi, biblioteche, fino ad arrivare alla casa genitoriale Finalità : Attivare un contesto qualificato di osservazione, tutela, accompagnamento e sviluppo della relazione tra il minore e l adulto significativo. Consentire al minore o a più minori, quando questi vivono in contesti diversi, (es: comunità o affidamento eterofamiliare) di ricominciare ad investire affettivamente nei confronti del genitore, o genitori, con il quale non vive. Mantenere e sviluppare la relazione del minore con i genitori in fase di separazione conflittuale, garantendo allo stesso la tutela dal non coinvolgimento nelle dinamiche relazionali e conflittuali della coppia e alla coppia la possibilità di esercitare il ruolo genitoriale. Sviluppare un lavoro di rete con i servizi invianti e quelli con cui nel corso del progetto si venga ad interagire (Asl, Neuropsichiatria Infantile, Servizio Affidi). Destinatari : Nella collocazione del Servizio degli Incontri Protetti, nell ambito dell organizzazione dei servizi di tutela per i minori si prevede che il target dei minori sia compreso fra gli 0 e i 18 anni. Nello specifico ci si rivolge a minori le cui famiglie sono: famiglie soggette a provvedimenti dell autorità giudiziaria famiglie che sono in fase di osservazione da parte dei servizi sociali famiglie di minori in affidamento eterofamiliare famiglie di minori inseriti presso le comunità del territorio o in fase di rientro fratelli inseriti in contesti educativi diversi genitori con minori in fase di separazione conflittuale. Prassi:
8 Per attivare il servizio di Incontri protetti è necessario seguire la prassi sotto indicata:
9 Fase Prassi Figure professionali Modulistica Note Segnalazione La segnalazione parte sempre dal servizio A. S. Servizio Sociale terr., Scheda di sociale, che provvede alla raccolta di tutte le Psicologo/a segnalazione informazioni necessarie a conoscere la situazione del minore ed a ipotizzare l intervento Valutazione della situazione e definizione ipotesi di intervento Incontro di presentazione dell intervento alla famiglia ( adulto affidatario ed adulto incontrante) Incontro di presentazione dell educatore al minore e all adulto con cui vive. Conoscenza dello spazio di incontro. Approfondimento e valutazione dell intervento e elaborazione dell intervento con definizione degli obiettivi,dei tempi e delle modalità. Presentazione dei contenuti,dei tempi e delle modalità dell intervento Il minore con l adulto affidatario conoscono lo spazio e l educatore, alla presenza dell assistente sociale e/o psicologo/a. A.S. Servizio Sociale terr, Psicologo/a, A.S. Servizio I.P.,Coordinatore Consorzio A.S. Servizio Sociale terr, e Psicologo/A A.S. Servizio Sociale terr., Psicologo/a Educatore prof. Consorzio Avvio Il minore con l educatore incontra l adulto Educatore prof. Consorzio Regolamentazio ne dell intervento e calendario La scheda debitamente compilata va inviata alla sede dell Unità operativa Minori. Una copia della regolamentazione e del calendario va inviata all U.O. Minori e alla Coordinatrice della Cooperativa (anche a mezzo fax) Gli incontri di conoscenza con il minore possono variare da uno a tre/quattro a seconda delle situazioni, in relazione all età del minore, alle sue caratteristiche e alle problematiche presenti. Tutti gli incontri avvengono nella sede dell Incontro protetto.
10 dell intervento Verifiche in itinere Chiusura dell intervento non affidatario. Verifica della situazione del minore, alla luce delle osservazioni raccolte dall E.P. e dalle eventuali nuove informazioni dal servzio psico-sociale. Riprogrammazione dell intervento. Verifica e valutazione dell intervento (raggiungimento obiettivi) Restituzione alla famiglia da parte del servizio psico-sociale. A.S. Servizio Sociale terr., Psicologo/a Educatore Prof. e Coordinatore Consorzio A.S. Servizio Sociale terr., Psicologo/a, Educatore Prof. e Coord. Consorzio, Assistente Sociale servizio ADM Compilazione scheda di verifica In questa sede l E.P. consegnerà le relazioni di osservazioni. In caso di situazioni particolarmente problematiche e/o differenti pensieri rispetto alla riprogrammazione dell intervento sarà presente all incontro di verifica anche l Assistente Sociale del servizio di ADM centralizzato.
11 Progetti Territoriali I Progetti territoriali, attivi in diversi quartieri della città di Bergamo (attualmente sono 9), si pongono come interventi di tutela dei minori a valenza preventiva. Questi progetti nascono nel 2001 come sviluppo del servizio di Assistenza Domiciliare per Minori, per configurarsi come interventi di assistenza educativa di gruppo, attivati in collaborazione con gli istituti scolastici, le parrocchie e gli oratori e le altre agenzie educative, ricreative, sportive e culturali. Finalità: La finalità di questi progetti è quella di favorire condizioni e opportunità per la costruzione di un benessere sociale e relazionale diffuso e consolidato a favore dei minori, delle loro famiglie e delle rispettive comunità di appartenenza. Gli interventi assumono un carattere promozionale, preventivo e al tempo stesso riparativo, perché effettuati in situazioni di disagio sociale o di difficoltà relazionale. Destinatari : Gli interventi sono rivolti a gruppi di minori e adolescenti nei loro contesti di vita extrafamigliari: istituti comprensivi, oratori, associazioni sportive, realtà del volontariato locale, ludoteche, biblioteche, spazi gioco, CAG legati al tempo libero, a momenti destrutturati e attività strutturate (ludici e non), ai gruppi informali. Destinatari dell intervento sono anche tutti gli adulti che gestiscono e vivono i luoghi sopra descritti. Il progetto viene attivato nel territorio dell Ambito 1 di Bergamo a partire da richieste di collaborazione e dalla lettura di bisogni emersi, operando non soltanto con situazioni problematiche, ma anche in contesti di prevenzione del disagio sociale e di affiancamento educativo orientato al consolidamento del benessere delle comunità. Prassi : 1. La segnalazione: consiste nel far pervenire una richiesta formale di intervento che è sostenuta da un azione preliminare svolta da parte del servizio sociale titolare del caso, finalizzata alla conoscenza della storia e della situazione territoriale in atto e in cui si rileva la necessità di attivare i progetti territoriali. 2. La progettazione dell intervento: la richiesta viene valutata all interno di una equipe costituita dal servizio psico-sociale richiedente e dal coordinatore/i dell intervento. Se la valutazione è positiva, l equipe costruisce un ipotesi di progetto che definisce gli obiettivi, i tempi e le modalità del progetto. L ipotesi formulata dovrà essere successivamente condivisa con i soggetti interlocutori e pertanto potrebbe subire alcune variazioni perché siano sempre più funzionali alla costruttiva collaborazione. 3. La conoscenza del servizio: consiste nel pianificare i necessari incontri con gli interlocutori del progetto finalizzati alla presentazione del servizio, alla raccolta delle aspettative delle agenzie partner, alla condivisione del calendario e alla sottoscrizione della regolamentazione degli incontri. In questa fase negli incontri saranno presenti il Servizio sociale, il coordinatore del Servizio ADM territoriale e i soggetti interessati (oratorio, scuola, associazione). 4. La fase di osservazione: questa fase occupa il primo periodo (trai 6 e i 10 mesi) e consiste nella presenza già attiva degli educatori negli orari e nei luoghi concordati. 5. La modalità è dunque quella dell osservazione partecipata e non di un setting asettico perché è proprio dall incontro attivo con le realtà del territorio che nascono la conoscenza e si inizia ad instaurare quella rete di relazioni fiduciarie decisive per il prosieguo del progetto.
12 6. L attuazione del progetto: terminata l osservazione si passa alla delineazione degli ambiti precisi del progetto sfruttando il quadro più nitido ora in possesso dell equipe educativa. 7. L attività di riprogettazione, costituente di tutta la storia del progetto, è in questa fase che trova il suo ambito più consono. 8. Il monitoraggio e le verifiche: questa attività rinvia al periodico, generalmente quindicinale, lavoro di equipe dei Progetti territoriali per analizzare costantemente le evoluzioni dell intervento. Queste azioni precedono i momenti di verifica del progetto, pianificato con il servizio sociale titolare del progetto e con le agenzie interessate, generalmente bimestrale. 9. La conclusione dell intervento: I progetti territoriali sono interventi a termine. Al di là della durata che varia inevitabilmente da progetto a progetto il dato incide su tutta la vita del progetto e sul suo stile in quanto sostituirsi agli attori del territorio o diventare figura cardine si rivelerebbe controproducente al momento della chiusura del progetto.
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