L IMPERO BIZANTINO D ORIENTE

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1 L IMPERO BIZANTINO D ORIENTE 196: Settimio Severo amplia una piccola città greca sul Bosforo : Bisanzio 324: Consecratio della nuova Capitale dell impero voluta da Costantino sulle rive del Bosforo: la città prende il nome dell imperatore, Costantinopoli

2 COSTANTINOPOLI BISANZIO L antico insediamento di Settimio Severo viene quadruplicato da Costantino: 1) ampliamento delle mura completato nel 328 e poi nuovamente ampliate da Teodosio 80 anni dopo 2) Realizzazione del Palazzo imperiale e dell Ippodromo 3) Costruzione delle chiese di S. Sofia iniziata nel 326 e conclusa nel 360 4) Chiesa dei SS. Apostoli 5) Costruzione di Cisterne, La Cisterna Basiica 6)..la Bin bir Direk

3 ARCHITETTURA BIZANTINA IL Periodo Paleobizantino Qal'at Sim'an

4 Qal'at Sim'an -Santuario martiriale dedicato a S. Simeone lo Stilita ( ) -- Venne costruito nell ultimo quarto del V secolo

5 Qal'at Sim'an

6 Costruito nel 450 S. GIOVANNI IN STUDIO

7 S. GIOVANNI IN STUDIO

8 COSTANTINOPOLI L Ippodromo

9 COSTANTINOPOLI Le Mura

10 COSTANTINOPOLI Le Mura

11 COSTANTINOPOLI Le Cisterne

12 COSTANTINOPOLI S. Sofia 360: consacrazione chiesa di Costantino 415: riedificata da Teodosio 532: distrutta durante la rivolta della Nika 537: consacrazione della nuova chiesa voluta dall imperatore Giustiniano e realizzata su progetto di Antemio di Tralles e Isidoro di Mileto. 558: crollo della cupola. Interventi di Isidoro il Giovane

13 COSTANTINOPOLI S. Sofia

14 COSTANTINOPOLI S. Sofia

15 COSTANTINOPOLI S. Sofia

16 COSTANTINOPOLI S. Sofia

17 COSTANTINOPOLI S. Sofia

18 Costruita tra il 527 ed il 536 nel Palazzo di Hormisdas che l imperatrice Teodora aveva trasformato in monastero monofisita COSTANTINOPOLI SS. Sergio e Bacco

19 COSTANTINOPOLI SS. Sergio e Bacco

20 COSTANTINOPOLI SS. Sergio e Bacco

21 QASR IBN-WARDAN Costruito tra il consisteva in un Palazzo, una caserma ed una chiesa. Doveva essere la residenza di un capo militare

22 QASR IBN-WARDAN la chiesa

23 QASR IBN-WARDAN il Palazzo

24 L ARCHITETTURA NELL IMPERO SINAI Monastero di S. Caterina al Sinai ( )

25 L ARMENIA

26 L ARCHITETTURA ARMENA Dal 301 il cristianesimo diviene la religione ufficiale dell Armenia, anche se il paese rimase sempre autonomo, fervente cristiano, ma indipendente rispetto alle dottrine provenienti da Costantinopoli. Le chiese armene costituiscono un patrimonio ingente che attesta fasi costruttive a partire dal V-VI secolo sino al XIV secolo. Da sempre alcune espressioni del V secolo armene sono state messe in relazione con quanto accadeva nella vicina Siria ma molti sono i punti di contatto anche con le espressioni architettoniche presenti in Asia Minore, ed anche con alcune regioni della Cilicia e della Mesopotamia. La chiesa di Ereruk presenta soluzioni inconfondibili che richiamano la Siria ed una data vicina al 500: la chiesa si presenta con una facciata affiancata da due torri, vani ai lati dell abside, portali timpanati lungo i fianchi e modanature classiche che incorniciano le finestre. Le navate sono coperte da volte a botte e la muratura presenta già caratteri peculiari con grossi conci disposti in modo assai regolare che si rifanno alla tradizione provinciale romana. Nel VII secolo a questo tipo di tradizione costruttiva ne succede un altra che si esprime soprattutto nella pianta delle chiese che da uno sviluppo longitudinale passano ad una contrazione a pianta centrale. Un richiamo a quanto avveniva in Siria nella piante tetracore delle basiliche di Bosra, Resafa, Apamea, ma che trova altrettanti punti di contatto con la soluzione del martyrium romano che sembra ispirare la pianta martiriale di Zvart nots realizzato dal patriarca armeno Narsete III. Gli ultimi decenni del VII secolo costituiscono il periodo di maggior prestigio dell architettura armena sia per il numero di edifici realizzati che per le soluzioni tecniche ed ornamentali adottate.. Chiese a pianta centrale con molte soluzioni innovative come ad es. a Tekor dove compare un alta cupola su altrettanto alti bracci del transetto che vanno a sovrastare le coperture delle navate e navatelle del precedente edificio ad aula. Le chiese di Ptghavank, T alish, Mren furono pensate con navate coperte a botte, senza navate laterali e fiancheggiate da tre nicchie coperte anch esse a botte trasversale con la navata centrale coperta da una cupola su pennacchi, mentre a T alinn la pianta rimane longitudinale con una cupola mediana ma con l aggiunta di tre absidi per ognuno dei bracci del transetto. Rimangono a pianta centrale o a croce greca le chiese di Vagarsapat (Santa Gajané)e Bagaran. Modello che viene ritenuto emblematico dell archit. Armena la chiesa di Santa Hrip simé a Vagarsapat dove un nucleo centrale ottagono è sormontato da una cupola: da questo nucleo si irradiano quattro bracci trasversali conclusi da absidi, mentre sulle diagonali quattro nicchie d angolo cilindriche nette e slanciate dietro le quali si sistemano quattro sagrestie quadrate che vanno a riempire gli spazi tra i bracci (Krautheimer)

27 L architettura armena non può considerarsi solo come una derivazione locale della scuola bizantina tuttavia l affermazione di Strygowsky secondo cui l Armenia è da considerarsi come uno dei principali centri creativi di concetti architettonici appare esagerata. I più antichi monumenti cristiani in Armenia si datano tra il V ed il VI secolo e si tratta di basiliche con volta a botte sostenuta da due file di pilastri paralleli in muratura. Gli archi mantengono una forma consueta a ferro di cavallo mentre il rilievo ornamentale sembra essere ispirato ai caratteri classici di ascendenza siriana. Confronti possono essere istituiti con le basiliche della Mesopotamia settentrionale e con la Binbir Kilise dell altopiano anatolico. Le più strette analogie fra Armenia e Siria si trovano nella Cattedrale di Ereruk che pare fosse coperta da strutture lignee. Inoltre aveva il muro absidale rettilineo, colonnati laterali aperti e facciata fiancheggiata da due torri rettangolari. Tuttavia il modello basilicale non ebbe lunga vita in A. e già verso la fine del VI secolo cedette il passo alla chiesa a cupola che si sviluppò secondo alcuni importanti modelli. Il tetraconco a cupola comune anche in Georgia gli esempi sono Santa Hrip sime a Vagarsapat mentre in G. nella chiesa di S. Croce a Dzvari. Il problema dell adattamento della forma a quadrifoglio ad un rettangolo creò una condizione di difficile soluzione alla quale si pose rimedio con l inserimento di quattro esedre a forma di cavallo, da qui si accedeva alle celle angolari. Se all interno questa soluzione induce alla dispersione, all esterno tutto viene risolto con maggior rigore, dove quattro imponenti cunei quadrangolari sovrastano le esedre e altre quattro nicchie cilindriche permettono il passaggio dal tamburo alla cupola. La forma ad ottagono è poco diffusa e si riscontra soltanto in due chiese piccole e in rovina e cioè Zarovar presso Evgard e Irind In entrambi i casi le esedre sono otto absidate e disposte radialmente. Esternamente le absidi sono triangolari e formano lo stesso tipo di nicchie a cuneo del modello precedente. La chiesa a quadrifoglio a doppio involucro è quello adottano nella chiesa delle Potenze angeliche di Zvart nost. Benché distrutta si può ricostruire idealmente. Essa presentava tre cilindri sovrapposti nella parte esterna dove quello inferiore presentava una decorazione di arcatelle su colonnine binate. All interno nel perimetro era contenuto il quadrifoglio costituito da quattro esedre di sei colonne ciascuna separate da quattro pilastri a forma di W. Stesso ordinamento si ripeteva nel primo livello della galleria, infine l intera struttura era coronata da una cupola su nicchie angolari. Probabile che il modello sia di derivazione siriana, dal quadrifoglio di Bosra, Amida e Resafa. La chiesa longitudinale a cupola con quattro grandi colonne all interno. A questo modello fanno riferimento le chiese di Santa Gayané a Vagarsapat, la cattedrale di Mren e la chiesa S. Giovanni a Bagaran. In tutte queste soluzioni si vede come l abilità degli architetti armeni sia grande, ma dubbi rimangono sulla originalità del loro linguaggio che risente delle influenze provenienti dalla Mesopotamia, dalla Siria che tuttavia divengono importanti perché rielaborati in un gran numero di edifici e quindi riportati nella grande corrente dell architettura bizantina. (Mango)

28 X secolo: Cattedrale di Ani venne realizzata a partire dal 989 per volere del principe Smbat II e a dire di Stefano di Taron l inizio dei lavori fu affidato al geniale architetto Trdat (che lavorò anche per la ricostruzione della cupola della S. Sofia di Costantinopoli. L apparato ornamentale con arcatelle poggiate su colonnine binate addossate alle pareti d ambito e trova ampi riscontri nel Kat oghike del monastero di Marmashen edificato tra la fine del X e i primi dell XI secolo a croce contratta e cupola ottagonale. Qui il tema delle arcatelle si risolve agli angoli con le colonne a fascio come a Sanahin ed è un motivo che rimarrà sino al XIII secolo nel S. Gregorio voluto da Tigran Honents ad Ani. Dunque la Cattedrale di Ani presenta, almeno sul fronte decorativo due interventi attribuibili a due momenti diversi. Uno in dipendenza dalle influenze di Sanahin e Marmashen dell XI secolo ed un un altro successivo databile alla committenza di Tigran Honents nel XIII secolo. In realtà la decorazione del fianco occidentale della Cattedrale di Ani presenta più di un contatto con la cultura bizantina del X-XI secolo e relazioni sono state sottolineate con la decorazione della Fener Isa fatta realizzare a Costantinopoli da Costantino Lips a partire dal 908. E probabile una bottega specializzata che sotto la guida dell architetto Trdat abbia poi fatto scuola importando nella stessa armenia caratteri decorativi maturati a Costantinopoli e riscontrabili ad Ani non solo nella cattedrale ma anche nel S. Gregorio di Gagik L ARCHITETTURA NELL IMPERO L ARMENIA

29 ERERUK

30 MARMASHEN

31 L ARCHITETTURA NELL IMPERO L ARMENIA S. Croce di Aght amar

32 L ARTE SUNTUARIA Evangeliario di Costantinopoli IX-X secolo

33 L ARTE SUNTUARIA Croce di Giustino II fronte

34 L ARTE SUNTUARIA Croce di Giustino II - Costantinopoli VI secolo

35 L ARTE SUNTUARIA Calice dell imperatore

36 IL FILOSOFO

37 L ARTE SUNTUARIA Stauroteca di Costantinopoli

38 Cattolica di Stilo X secolo ITALIA MERIDIONALE

39 Il caso di Ravenna Storia di Ravenna : Capitale dell impero d Occidente : Regno di Teodorico : riconquistata da Bellisario Ravenna diventa capitale dell Esarcato d Italia

40 Il caso di Ravenna 450 Mausoleo di Galla Placidia è quanto rimane del complesso di S. Croce. Mosaico sulla volta con il tema della Visione della Croce mentre sul timpano l immagine del Buon Pastore, temi e riflessioni stilistiche inerenti alla dinastia teodosiano-onoriana regnante cfr Toesca con S. Pudenziana e S. Maria Maggiore

41 Mausoleo di Galla Placidia, figlia di Teodosio I e imperatrice di Occidente, si riallaccia alla tradizione antiochena degli emblema. Raffigurazione del Buon Pastore che nonostante il tema schiettamente cristiano come la stessa simbologia del messaggio, ripropone un atmosfera bucolica propria dei miti greci e pagani con un paesaggio che sembra sfumare in una distanza indefinita. In tale simulazione di un luogo plausibile vi sono rimandi a quanto accadeva nel mosaico del secolo precedente di Santa Prudenziana anche se qui lo sfondamento dello spazio nel quale viene rappresentata la scena è ottenuta grazie anche ad alcuni espedienti scenografici adattati dall esecutore. Valga per tutti la definizione dello spazio della lunetta che si apre oltre una volta a botte stellata che ne fa da cornice appropriata e ne evidenzia lo sfondamento da parte della scena rappresentata. E benchè il motivo sia schiettamente bidimensionale l effetto è quello di un sontuoso padiglione che alla fine si apre in uno spazio aperto. Si accentua il contrasto tra le forme bi e tridimensionali tanto che l apertura del Buon Pastore non trova corrispondenza nella composizione della lunetta sul braccio opposto della croce che rappresenta S. Lorenzo dove la figura del santo spartisce lo spazio creando accenti tridimensionali. Gli oggetti, la graticola del martirio un armadietto libreria aperto con i quattro Vangeli esposti sui ripiani, sembrano essere esposti in qualche scena all aperto, mentre S. Lorenzo con la croce sulla spalla e il libro in mano dà l impressione di entrare in fretta nella scena per compiere la propria missione.

42 Il caso di Ravenna Battistero degli Ariani (V-VI secolo) faceva parte di un complesso ariano del quale rimane oltre al Battistero la Cattedrale di Santo Spirito prima dedicata a S. Teodoro e prima ancora, forse, a S. Anastasia. Sono noti soltanto per le notizie riportate da Agnello gli edifici inerenti al Palazzo dei Vescovi ariani che aveva al piano superiore una cappella dedicata a S. Apollinare.

43 Il caso di Ravenna S. Vitale commissa da Giuliano Argentario per volontà del vescovo Ecclesio. L iscrizione consacratoria riporta il maggio del 547 o 548 e la decorazione interna appartiene sicuramente agli ultimi anni di edificazione della chiesa. I temi delle raffigurazioni riguardano la strada che conduce alla Salvezza ed alla Gloria di Cristo. In questo ciclo punto focale è la conca absidale dove si legge una Teofania alla quale partecipa in qualità di testimone il santo titolare della chiesa.

44 Il caso di Ravenna Nei mosaici di S. Vitale si svolge un tema che evidenzia i rapporti che si instaurano tra la chiesa ravvennate ed i suoi vescovi e il rapporto diretto con i vertici dello stato di Costantinopoli. La devozione all imperatore Giustiniano è emblematico, a fianco a lui sono state lette le immagini di Belisario, generale dell esercito costantinopolitano e le sue due figlie Antonina e Giovannina, che affiancano l imperatrice Teodora che viene elevata oltre la realtà terrena, condividendo il sacro potere sull impero in qualità di consorte dell imperatore.

45 S. Apollinare in Classe, finanziata da Giuliano Argentario e consacrata dall imperatore Massimiano. Il mosaico si deve interpretare come la consegna all arcivescovo Reparato del praeceptum che l imperatore Costantino IV, che riconquistò la città nel 540, e i suoi fratelli associati al trono, Eraclio e Tiberio, concessero alla chiesa ravennate. Apollinare è il riferimento primario all unità della chiesa ravennate e la figura del santo orante dinanzi alla croce divina gemmata si legge come un offerta di carattere giuridica alla chiesa di Dio. Probabilmente i mosaici vennero realizzati in due redazioni: VI secolo quelli della conca absidale; fra VII e IX secolo quelli dei registri superiori. E vi operarono anche botteghe diverse Il caso di Ravenna

46 Il caso di Ravenna S. Apollinare Nuovo, cappella palatina del suo Palazzo, raffigurato nei mosaici della chiesa. Il Palazzo di Teodorico riproduceva il modello della Χαλχη costantinopolitana, ossia il sacro palazzo del sovrano. Tredici riquadri su tre registri per ogni lato nei quali appaiono iconografie simboliche con schiere di anonimi filosofi alternati a schiere di personaggi nimbati identificati anche come profeti o apostoli ed in più ci sono le rappresentazioni di Ravenna e Classe. Le maestranze impegnate in questa sontuosa operazione provenivano da molteplici atelier ravennati e stanno ad indicare l alta qualità raggiunta dai mosaicisti.

47 Il caso di Ravenna

48 Il caso di Ravenna