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2 Ministero della Salute Dipartimento della Sanità Pubblica Veterinaria, della Sicurezza Alimentare e degli Organi Collegiali per la Tutela della Salute Capo del Dipartimento : Dr. Romano Marabelli Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari Direttore Generale : Dr.ssa Gaetana Ferri Ufficio VIII (P.I.F. e U.V.A.C.) Indirizzo : Via G. Ribotta, 5 Tel. : 06/ ROMA EUR Fax : 06/

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4 L attività dei POSTI DI ISPEZIONE FRONTALIERA e UFFICI VETERINARI PER GLI ADEMPIMENTI COMUNITARI 2013 Testi a cura di: Dr.ssa Paola Broccolo (Dirigente Veterinario delle Professioni Sanitarie) Dr. Angelo Donato (Dirigente Veterinario delle Professioni Sanitarie) Dr.ssa Cecilia Farina (Dirigente Veterinario delle Professioni Sanitarie) Dr. Gilberto Izzi (Dirigente Veterinario delle Professioni Sanitarie) Dr. Luigi Presutti (Dirigente Veterinario delle Professioni Sanitarie) Dr. Francesco Battarino (Dirigente Veterinario delle Professioni Sanitarie) Dr. Giuseppe Attanzio (Dirigente Veterinario delle Professioni Sanitarie) Dr. Diego Sola (Medico Veterinario) Dr.ssa Martina Principessa (Operatore Tecnico del Settore Prevenzione e Vigilanza) Elaborazione dati, statistiche e design grafico: Dr. Claudio Apicella (Funzionario Informatico)

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6 INDICE INTRODUZIONE pag. 7 L ATTIVITA DEI POSTI DI ISPEZIONE FRONTALIERA 1 POSTI DI ISPEZIONE FRONTALIERA (P.I.F.) pag PERSONALE pag IMPORTAZIONI DI ANIMALI E PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE pag. 14 DA PAESI TERZI 4 CONTROLLI SULLE IMPORTAZIONI pag ESITO DEI CONTROLLI/RESPINGIMENTI pag RESPINGIMENTI PER TIPOLOGIA pag IMPORTAZIONI, CONTROLLI E RESPINGIMENTI PER P.I.F. DI pag. 24 ENTRATA 8 INTERVENTI PER CONTRASTARE L INTRODUZIONE pag. 26 CLANDESTINA DI MERCI 9 ALLERTA COMUNITARI pag COORDINAMENTO CON ALTRE AUTORITA pag IMPORTAZIONI DA P.I.F. COMUNITARI pag IMPORTAZIONI DA P.I.F. ITALIANI VERSO L U.E. pag TRANSITI pag TRASBORDI pag PARTITE AMMESSE PER PROCEDURA SPECIFICA DI DEPOSITO / pag. 39 NAVI 16 REIMPORTAZIONI pag ATTIVITÀ DEI DEPOSITI DOGANALI AUTORIZZATI (ART.12 E 13 pag. 41 DIR. 97/78/CE) 18 RIEPILOGO pag. 44 L ATTIVITA DEGLI UFFICI VETERINARI PER GLI ADEMPIMENTI COMUNITARI 1 UFFICI VETERINARI PER GLI ADEMPIMENTI CEE pag FLUSSI DI MERCI COMUNITARIE pag FLUSSI DI MERCI, U.V.A.C. e PAESI DI PROVENIENZA pag SCAMBI INTRACOMUNITARI DI ANIMALI pag CONTROLLI VETERINARI pag RESPINGIMENTI pag REGISTRAZIONI E CONVENZIONI pag CONSIDERAZIONI FINALI pag. 64 ALLEGATI ATTIVITA DEI POSTI DI ISPEZIONE FRONTALIERA ALL. 1 Localizzazione geografica dei P.I.F. pag. 67 ALL. 2 Elenco P.I.F. e relativa tipologia di abilitazione pag. 68 ALL. 3 Personale in servizio presso i P.I.F. pag. 69 TAB. 1-A Importazioni, controlli e respingimenti per categoria merceologica: da P.I.F. pag. 70 comunitari verso il territorio italiano TAB. 1-B Importazioni, controlli e respingimenti per categoria merceologica: da P.I.F. pag. 72 italiani verso il territorio U.E. TAB. 1-C Importazioni, controlli e respingimenti per categoria merceologica: transiti pag. 73 TAB. 1-D Importazioni, controlli e respingimenti per categoria merceologica: da P.I.F. italiani verso il territorio italiano pag. 74

7 TAB. 1-E Importazioni, controlli e respingimenti per categoria merceologica: trasbordi da P.T. a P.T. TAB. 1-F Importazioni, controlli e respingimenti per categoria merceologica: trasbordi da P.T. a UE TAB. 1-G Importazioni, controlli e respingimenti per categoria merceologica: reimportazioni TAB. 1-H Importazioni, controlli e respingimenti per categoria merceologica: partite ammesse per una procedura specifica di deposito (art. 12, par. 4 e art. 13) TAB. 2-A Importazioni, controlli e respingimenti per P.I.F. di entrata: da P.I.F. comunitari verso il territorio italiano TAB. 2-B Importazioni, controlli e respingimenti per P.I.F. di entrata: da P.I.F. italiani verso il territorio U.E. TAB. 2-D Importazioni, controlli e respingimenti per P.I.F. di entrata: da P.I.F. italiani verso il territorio italiano TAB. 2-H Importazioni, controlli e respingimenti per P.I.F. di entrata: partite ammesse per una procedura specifica di deposito (art. 12, par. 4 e art. 13) TAB. 3-B Importazioni e controlli per P.I.F. e per cat. merceologica: da P.I.F. italiani verso il territorio U.E. TAB. 3-D Importazioni e controlli per P.I.F. e per cat. merceologica: da P.I.F. italiani verso il territorio italiano pag. 77 pag. 78 pag. 79 pag. 80 pag. 81 pag. 83 pag. 84 pag. 85 pag. 86 pag. 88 ALLEGATI ATTIVITA UFFICI VETERINARI PER GLI ADEMPIMENTI COMUNITARI ALL. 4 Localizzazione geografica degli U.V.A.C. pag. 102 ALL. 5 Partite prenotificate e controllate per categoria di merce pag. 103 ALL. 6 Partite prenotificate, controllate e respinte per U.V.A.C. pag. 104 ALL. 7 Partite prenotificate, controllate e rispedite per paese membro d'origine pag. 104 ALL. 8 Scambi intracomunitari di animali vivi pag. 105 ALL. 9 Regolarizzazioni e respingimenti di merci provenienti da paesi membri pag. 106 ALL. 10 Partite di latte arrivate e campionate per UVAC pag. 107 ALL. 11 Registrazioni e convenzioni pag. 108 ALL. 12 Elenco indirizzi degli Uffici U.V.A.C. pag. 109

8 INTRODUZIONE IL RUOLO DEI POSTI D ISPEZIONE FRONTALIERA E DEGLI UFFICI VETERINARI PER GLI ADEMPIMENTI COMUNITARI NELLA SANITÀ ANIMALE E NELLA SANITA PUBBLICA COMUNITARIA E NAZIONALE La Storia dei controlli veterinari ai confini nazionali nasce agli inizi del 900 quando la legge Crispi-Pagliani, stabilisce che mediante appositi veterinari governativi di confine e di porto, nominati dal Ministero dell interno in seguito a concorso per esame, si provvede alla visita sanitaria degli animali, delle carni e dei prodotti animali (grassi e strutto) che si importano nel Regno e degli animali che si esportano. Con tale legge si stabilì anche l assunzione da parte dello Stato delle spese dei servizi veterinari di frontiera, che fino al 1902 erano pagate dagli importatori. Nel 1906 i confini terrestri dove si effettua la visita veterinaria sono complessivamente 69, dei quali 18 lungo la frontiera francese, 20 lungo quella svizzera e 31 lungo quella austriaca. Sono, invece, 70 i confini portuali, molti dei quali di scarso rilievo nei quali, tuttavia, viene assicurato il servizio di vigilanza zooiatrica con veterinari incaricati dalle rispettive Prefetture Negli anni 60, l evoluzione degli uffici veterinari di confine cammina di pari passo con l integrazione comunitaria e nel 1984 si realizza un primo decisivo passo per la creazione di un sistema di controllo comunitario alle frontiere con la decisione della Commissione 84/390/CEE. Tale decisione fissa le linee direttrici per il riconoscimento da parte degli Stati membri dei posti di controllo di frontiera abilitati all importazione da Paesi terzi solo di animali della specie bovina e suina. Con l attuazione del Mercato Unico nel 1993, vengono definitivamente attuate le direttive 90/675/CEE e 91/496/CEE e gli uffici veterinari di confine italiani acquisiscono la nuova qualifica di Posti d Ispezione Frontaliera (PIF), riconosciuti dalle Comunità Europee per i controlli delle merci di interesse veterinario destinate all intero mercato comunitario. Con le nuove norme e le successive (Direttiva 97/78/CE, Regolamento 136/2004, ecc.) vengono stabiliti tre principi fondamentali: 1) la rete di PIF deve operare sulla base di regole comuni stabilite dall UE; 2) l applicazione delle regole comuni è sottoposta alla vigilanza diretta della Commissione europea attraverso le ispezioni/audit del Food Veterinary Office (FVO); 3) le Autorità Centrali degli Stati membri, sotto la cui responsabilità ricadono i PIF presenti sul proprio territorio, devono assicurarne la conformità alle norme comunitarie sia per gli aspetti strutturali che procedurali. Attualmente i PIF comunitari autorizzati dalla Commissione europea sono 276, di cui 23 italiani. Un altra importante attività svolta dai PIF italiani, riguarda la collaborazione con le dogane per il contrasto delle importazioni clandestine e per lo sviluppo dello Sportello Unico Doganale il cui obiettivo principale è di semplificare le operazioni di importazione ed esportazione delle merci e concentrare in un unico snodo informatico i termini delle relative attività istruttorie. L attuazione nel 1993 del Mercato Unico Europeo si realizza nel settore veterinario con le Direttive 89/608/CEE, 89/662/CEE e 90/425/CEE, relative alla mutua assistenza tra Autorità amministrative degli Stati membri e ai controlli veterinari e zootecnici negli scambi intracomunitari di animali vivi e prodotti di origine animale.

9 Le norme nel settore veterinario attuano il principio generale che governa gli scambi intracomunitari, ossia che i controlli veterinari sugli animali e sui prodotti di origine animale sono effettuati prioritariamente nel luogo di origine, in quanto il sistema si fonda sulla fiducia nelle garanzie fornite dal Paese speditore. Le direttive consentono, tuttavia, l effettuazione di controlli, a sondaggio e a carattere non discriminatorio, nel Paese di destinazione. L Italia recepisce nell ordinamento giuridico nazionale tali direttive con i Decreti Legislativi n. 27 e 28 del 30 gennaio 1993 che, oltre a stabilire le regole per i controlli e l assistenza amministrativa, istituiscono nuovi Uffici Veterinari per gli Adempimenti Comunitari (UVAC), dipendenti dal Ministero della Salute. Gli UVAC sono 17 e ciascuno di essi ha una competenza territoriale che copre generalmente il territorio di una Regione e, in taluni casi, di due Regioni. Essi svolgono, a livello territoriale, in collaborazione con le Regioni, attività di coordinamento e verifica dei controlli effettuati dai servizi veterinari delle AA.SS.LL. sulle merci di provenienza comunitaria. Nel corso degli ultimi anni gli UVAC hanno svolto un ruolo fondamentale soprattutto nelle emergenze sanitarie, da ultimo a seguito dei riscontri di diossine nelle filiere zootecniche suinicole, avicole e lattiero-caseario realizzando un importante attività di controllo e rintraccio delle partite sospette di contaminazione supportando uniformemente, su tutto il territorio nazionale, l attività dei Servizi Veterinari delle Regioni, delle ASL e dei Carabinieri per la Sanità. Un importante strumento messo a disposizione degli UVAC e delle AASSLL per gestire in maniera efficace i controlli e la tracciabilità delle merci negli scambi intracomunitari è rappresentato dal sistema informativo nazionale SINTESI- Scambi, indipendente dai sistemi informativi comunitari e in grado di tracciare tutte le partite di animali e prodotti di origine animale (o.a.), provenienti dagli altri Paesi comunitari, a differenza del sistema comunitario TRACES Modulo Scambi che traccia solo gli animali vivi e alcuni limitati prodotti.

10 L attività dei POSTI DI ISPEZIONE FRONTALIERA 2013

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12 POSTI DI ISPEZIONE FRONTALIERA (P.I.F.) allegati 1 e 2 1. POSTI DI ISPEZIONE FRONTALIERA (P.I.F.) (allegati 1 e 2) 1.1. I Posti di Ispezione Frontaliera (P.I.F.) sono Uffici veterinari periferici del Ministero della Salute riconosciuti ed abilitati, secondo procedure comunitarie, ad effettuare i controlli veterinari su animali vivi, prodotti di origine animale e mangimi provenienti da Paesi terzi e destinati al mercato comunitario o in transito verso altri Paesi terzi con le modalità di cui alle direttive del Consiglio n. 97/78/CE e n. 91/496/CEE recepite rispettivamente con decreto legislativo 25 febbraio 2000, n 80 e decreto legislativo 3 marzo 1993, n. 93, e al regolamento (CE) n. 882/ Al 31 dicembre 2013 risultano essere abilitati ai controlli 23 P.I.F. Complessivamente l attività viene svolta, in relazione alle esigenze geografiche e commerciali, presso 7 aeroporti e 16 porti. Il personale di taluni Uffici veterinari periferici opera contemporaneamente presso sedi portuali e aeroportuali di posti di ispezione frontalieri (es. PIF Venezia porto e PIF Venezia aeroporto). A seguito della completa attuazione dell Accordo tra la Comunità europea e la Confederazione svizzera sul commercio dei prodotti agricoli, che ha portato all interruzione dei controlli veterinari delle partite dei prodotti d interesse provenienti dalla Svizzera, non esistono più confini stradali e ferroviari presidiati da PIF, dopo la soppressione nel 2009 dei Posti di Ispezione Frontaliera di Campocologno, Chiasso strada/ferrovia e Gran San Bernardo-Pollein. In allegato 1 è visualizzata la localizzazione geografica dei P.I.F. 1.3 Ogni P.I.F. è abilitato al controllo di una certa gamma merceologica in funzione delle strutture possedute e secondo le categorie fissate con decisione comunitaria. L elenco dei PIF europei autorizzati a livello comunitario è allegato alla decisione della Commissione n 2009/821/CE, pubblicata sulla GU dell Unione Europea n L 296 del 12 novembre 2009 e succ. modifiche. In Allegato 2 è riportato l elenco dei P.I.F. italiani con relativa abilitazione per tipologia merceologica Oltre ai controlli veterinari su animali e prodotti di origine animale provenienti dai Paesi Terzi (vedi punto 1.1.) alcuni P.I.F. effettuano, ai sensi del decreto legislativo 17 giugno 2003, n.223, recante attuazione delle direttive del Parlamento e del Consiglio n.2000/77/ce e n.2001/46/ce, controlli sui prodotti di origine non animale destinati all alimentazione animale Il quadro dei controlli all importazione è completato dalla disciplina comunitaria relativa ai prodotti di origine animale introdotti dai Paesi Terzi a seguito di viaggiatore per il loro consumo personale (regolamento CE n. 206/2009 del 5 marzo 2009 e succ. modifiche e decreto ministeriale 10 marzo 2004 del Ministro della Salute di concerto con il Ministro dell Economia e delle Finanze) I P.I.F. sono oggetto di sopralluoghi periodici sia da parte del FVO (Food Veterinary Office) della Commissione europea che del competente ufficio del Ministero della Salute. Il ciclo di audit nazionali del 2013 ha interessato i PIF portuali di Ravenna e di Gioia Tauro. 11

13 I suddetti PIF, presenti nell elenco dei PIF comunitari autorizzati dalla Commissione europea ad effettuare i controlli sulle partite all importazione (Decisione 2009/821/CE e succ. modifiche), sono stati individuati tenendo conto delle caratteristiche tipologiche (es. sede e tipo di abilitazione), dei flussi importativi e delle risultanze di precedenti ispezioni comunitarie e nazionali. I principali obiettivi della missione sono stati la verifica della conformità alle normative comunitarie di riferimento delle strutture e delle attrezzature dei PIF, del sistema di controllo sulle importazioni di animali vivi, di prodotti d origine animale e di mangimi, in particolare, per quanto attiene all organizzazione dell attività e al rapporto con altri organismi di controllo (dogane) e l adeguamento delle strutture, del sistema e dell attività di controllo in relazione alle pregresse ispezioni del FVO della Commissione europea. L attività di audit ha previsto una fase preliminare di acquisizione di alcune informazioni da parte dei PIF interessati, attraverso l uso di un apposito questionario pre-missione, mentre, per l attività di audit in loco è stata utilizzata una specifica check list. Il rapporto di audit è suddiviso in diversi settori riguardanti l attività di controllo all importazione: strutture, attrezzature, igiene, organizzazione del personale, formazione, registrazione, documentazione, procedure di controllo e coordinamento con altre autorità. Le risultanze dell audit e le relative conclusioni, nonché le raccomandazioni con indicazione dei tempi previsti per l attuazione del relativo piano di azione, sono stati inseriti nel rapporto di audit che è stato opportunamente trasmesso a ciascun PIF interessato. Inoltre, nel 2013 è stata condotta un ispezione ai fini autorizzativi presso le nuove strutture del PIF di Venezia Porto. Nel novembre 2013, in affiancamento al FVO della Commissione europea, è stata realizzata una missione di audit finalizzata alla valutazione dell uso del sistema informativo comunitario TRACES, che ha interessato i PIF di Civitavecchia Porto e Fiumicino Aeroporto, nonché talune Autorità Sanitarie Locali italiane. 12

14 2. PERSONALE allegato In allegato 3 è riportato il quadro relativo alla situazione del personale in servizio al 1 gennaio 2013 presso ciascun Posto di Ispezione Frontaliera. Il quadro comprende la situazione del personale di tutti i Posti di Ispezione Frontaliera del Ministero a prescindere dalle diverse tipologie (porto, aeroporto). Per gli Uffici Periferici che sono contemporaneamente P.I.F. ed U.V.A.C. (Ancona, Bari, Palermo, Fiumicino, Genova, Livorno, Napoli, Torino) il dato relativo al personale comprende sia il personale addetto all attività P.I.F. che quello addetto all attività U.V.A.C. Complessivamente risultano operanti presso i P.I.F. 204 dipendenti. Diversi PIF con entità di traffici molto limitate, non sono presidiati da personale fisso ma sono raggiunti da veterinari e personale tecnico del PIF sede principale (es. da Palermo a Trapani) per l espletamento dei controlli richiesti Le tariffe per i controlli delle merci in importazione espletati dai PIF sono previste dal Decreto Legislativo n. 194 del 19 novembre 2008, che disciplina le modalità di rifinanziamento dei controlli sanitari ufficiali in attuazione del regolamento (CE) n. 882/2004 e dal decreto del Ministro della sanità 14 febbraio 1991 e successive modificazioni e integrazioni. Il sopracitato D.Lvo 194/2008, oltre a riportare le tariffe dei prodotti di origine animale già disposte a livello comunitario con il suddetto regolamento, disciplina anche le tariffe per i controlli dei mangimi di origine non animale effettuati dal personale del PIF, sia presso le strutture dei PIF che presso i Punti di Entrata non sede di PIF. Gli importi delle tariffe e dei diritti spettanti al Ministero della salute per le prestazioni rese a richiesta ed utilità dei soggetti interessati per il rilascio di certificati per importazioni di prodotti di origine animale soggetti ad attività di controllo non armonizzate sono invece fissati con Decreto del Ministero della Salute 19 dicembre

15 3. IMPORTAZIONI DI ANIMALI E PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE DA PAESI TERZI tabella 1-D 3.1. Nel 2013 sono state importate, attraverso i P.I.F. italiani, partite di animali, prodotti di origine animale (o.a.) e mangimi da oltre 100 Paesi terzi con un decremento del 3,7% rispetto all anno precedente. Nel grafico sottostante viene visualizzata l evoluzione delle importazioni avvenuta in Italia attraverso i Posti di Ispezione Frontaliera nazionali in questi ultimi anni. Evoluzione delle importazioni in Italia ( ) Nella tabella 1-D sono riportate in colonna 2 e 3, per ogni categoria merceologica, il numero di partite importate e la relativa quantità complessiva, in peso o in numero di capi I prodotti della pesca con partite (67,1%) rappresentano il gruppo merceologico più numeroso seguito dalle carni con partite (7,8%), dagli animali vivi con partite (6,9%), mangimi ed integratori con partite (4,3%), ecc. 14

16 Importazioni animali e prodotti o.a Sale; zolfo; terre e pietre; gessi, calce e cementi 6 Prodotti di origine vegetale 1038 Prodotti vari delle industrie chimiche 1013 Prodotti della pesca Pelli 1420 Materie plastiche e lavori di tali materie 4 Mangimi ed integratori 2185 Lat te, derivat i, uova e altri prodot ti destinat i al consumo umano 1326 Lana, peli e cascami 699 Caseine, albumine, gelatine, grassi ed altro destinate o non al consumo umano 118 Carni 3900 Animali vivi 3463 Altri prodotti di origine animale non destinati al consumo umano Tra i prodotti della pesca importati ( partite per un totale di circa tonnellate) prevale con il 36,6% la voce prodotti della pesca, dell'acquacoltura e molluschi ( partite). I grafici seguenti visualizzano la distribuzione percentuale del volume delle importazioni ripartito per i paesi di provenienza da cui sono arrivate più di 500 partite durante il 2013 e la distribuzione percentuale del volume delle importazioni ripartito per le singole voci merceologiche dei prodotti della pesca. Distribuzione % importazioni prod. della pesca per paesi Altri Paesi 1,5% Egitto 1,7% Albania 1,7% Oman 1,8% Peru 3,0% Maldive 3,1% India 3,9% Sri Lanka 4,1% Argentina 4,2% Ecuador 4,3% Senegal 4,3% Sudafrica 5,1% Cina 5,2% India 5,6% Vietnam 7,6% Marocco 7,8% Tunisia 9,6% Thailandia 9,6% Stati Uniti d'america 15,8% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% 14,0% 16,0% 15

17 3.4. Le carni ed i prodotti a base di carne, con partite per un totale di circa tonnellate, rappresentano il secondo gruppo merceologico in ordine di importanza. Nel grafico è visualizzata la ripartizione percentuale per singola voce merceologica. Il 66,7% delle partite è rappresentato da carni bovine (2.603 partite), seguono con il 10% partite di prodotti a base di carne o frattaglie (391 partite), con il 9,4% le frattaglie della specie bovina, suina, ovina, caprina, equina, di volatili, conigli (366 partite), ecc. Importazioni prodotti della pesca tot partite Prodotti della pesca, dell'acquacoltura e molluschi; 36,6% Altri prodotti della pesca; 1,1% Partite miste di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici e loro preparazioni; 22,4% Crostacei; 16,8% Molluschi; 23,1% Importazione carni tot. partite Frattaglie 9,4% Partite miste di carni e frattaglie 5,7% Prodotti a base di carne o di frattaglie 10,0% Altre carni 0,7% Carni ovi-caprine 2,4% Carni equine 3,0% Carni suine 1,9% Carni bovine 66,7% 16

18 La classifica cambia parzialmente se si prendono in considerazione i quantitativi importati: carni bovine ( ton.), carni preparate (9.222 ton.), frattaglie della specie bovina, suina, ovina, caprina, equina, di volatili (4.606 ton.), ecc Le partite di animali importate (3.463) possono essere distinte, in due grossi gruppi merceologici: animali di interesse agricolo-zootecnico, rappresentate solo da galli, galline, anatre, oche, tacchini e faraone (7 partite) e altri animali quali pesci tropicali/ornamentali, animali da affezione, animali da laboratorio, invertebrati ecc. Per quanto riguarda gli animali di interesse agricolo-zootecnico si riscontra un numero minimo di importazioni (7 partite) nel corso del Tale valore conferma la tendenza negativa riscontrata negli ultimi anni a seguito dell entrata nella Comunità Europea dei paesi dell est Europa, ovvero un calo delle importazioni di animali vivi di interesse agricolo zootecnico rispetto ad un progressivo e netto aumento del traffico intracomunitario. Gli animali vivi non agricolo-zootecnici con partite rappresentano quindi il 99,8% delle partite di animali vivi. Nel grafico successivo è visualizzata, per singola voce merceologica, la ripartizione percentuale delle partite di animali vivi. Importazione animali vivi (3.463 partite) Rettili (compresi i serpenti e le tartarughe marine) 2,31% Psittaformici (compresi i pappagalli, cocorite, are e cacatua) 0,12% Sperma di tori 3,08% Altri pesci vivi 0,78% Animali terrestri diversi dai mammiferi, dagli uccelli e dai rettili 37,29% Partite miste di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici: vivi 24,67% Galli, galline, anatre, oche, tacchini e faraone, vivi, delle specie domestiche 0,20% Pesci ornamentali 21,61% Partite miste di animali vivi diversi da quelli di interesse agricolo zootecnico 0,17% Mammiferi diversi da quelli delle voci 0101; 0102; 0103; 0104, e ,41% Invertebrati acquatici diversi dai crostacei e dai molluschi 2,36% 3.6. Tra i prodotti di o.a. non destinati al consumo umano le voci merceologiche più importanti sono costituite da pelli (1.345 partite) e alimenti per cani o gatti, condizionati per la vendita al minuto (1.254 partite) L importazione di prodotti di origine vegetale e minerale destinati all alimentazione animale costituisce una nuova ed importante voce tra i prodotti sottoposti a controllo veterinario (vedi punto 1.5). Oltre al numero considerevole di partite sottoposte a controllo (1.036) si deve evidenziare l enorme mole di prodotto che è pari a quasi tonnellate. 17

19 4. CONTROLLI SULLE IMPORTAZIONI tabella 1-D 4.1. Nelle colonne 4 e 5 della tabella 1-D sono riportati, rispettivamente, il numero e la percentuale delle partite che hanno subito un controllo fisico/materiale (si parla di controllo fisico sugli animali e di controllo materiale sui prodotti di origine animale) a livello di P.I.F. Nelle colonne 6 e 7 sono riportati il numero e la percentuale delle partite che hanno subito controlli di laboratorio. Nell allegato non vengono date indicazioni sul controllo cartolare e di identità poiché questo è previsto a carattere sistematico in caso di importazione di partite di prodotti di origine animale nell UE Il controllo fisico/materiale sulle partite introdotte risulta variare tra lo 0% ed il 100%. Il controllo fisico con percentuali pari al 100% rientra nella norma per il controllo sulle partite di animali vivi. Le percentuali di controllo sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano sono stabilite dalla decisione della Commissione n. 94/360/CE e successive modifiche, che prevede una riduzione dei controlli materiali sui prodotti di origine animale provenienti da Paesi terzi oggetto di armonizzazione comunitaria completa. Percentuali superiori a quelle previste dalla sopra citata decisione sono dovute ad attività di controllo effettuate in caso di sospette irregolarità o a misure di salvaguardia adottate dalla Comunità che impongono l obbligo del controllo sistematico per alcune tipologie di prodotti Quando ritenuto opportuno dai veterinari ispettori, oppure in osservanza di specifiche disposizioni ministeriali o comunitarie (vedi punto 4.5), il controllo fisico o materiale viene integrato da un controllo di laboratorio. In totale nel 2013 sono stati effettuati controlli di laboratorio su partite. Si deve notare che la media percentuale del controllo di laboratorio (colonne 6 e 7) su tutte le merci sottoposte a controllo fisico/materiale è stata pari al 8,3%, percentuale di poco inferiore a quella riscontrata nel 2012 (9%) Il controllo di laboratorio è avvenuto in media, per le partite di animali vivi importati, sullo 0,2%, delle partite controllate, con punte massime del 0,9% sulle partite di pesci ornamentali. Sulle carni il controllo di laboratorio si attesta in media attorno al 24,2% raggiungendo il 32,6% sulle carni della specie equina, asinina o mulesca, percentuali riferite al totale delle partite sottoposte a controlli di laboratorio. Analogo discorso può essere fatto per i prodotti della pesca e dell acquacoltura, dove il controllo di laboratorio è in media del 8,5%. Sul totale dei controlli di laboratorio, quelli effettuati sui prodotti della pesca e dell acquacoltura rappresentano circa il 63,9% (1.275 controlli di laboratorio) con una prevalenza di controlli microbiologici In conformità al Regolamento (CE) n. 136/2004 e in ottemperanza alle raccomandazioni comunitarie, anche per il 2013, è stato impostato un piano nazionale di monitoraggio relativo ai controlli per la ricerca dei residui e per la ricerca dei microrganismi loro tossine e metaboliti nei 18

20 prodotti di origine animale destinati al consumo umano importati in Italia (denominato: Piano nazionale di monitoraggio per i controlli di laboratorio sugli alimenti di origine animale importati dai Paesi terzi). Lo scopo del piano è quello di armonizzare e razionalizzare i controlli a livello nazionale sulla base della natura degli alimenti di origine animale e dei rischi ad essi associati, della quantità delle partite importate nonché dei risultati di controlli precedenti. In particolare si assicura un attività di controllo di base uniforme dal punto di vista quantitativo tra tutti PIF nazionali garantendo, se necessari, esami mirati verso determinati Paesi terzi o alimenti di origine animale o sostanze o microrganismi. Il piano di monitoraggio 2013 prevedeva un attività di controllo di base uguale per tutti i PIF e per tutte le matrici e provenienze e un attività di controllo mirata verso determinati Paesi terzi/prodotti/sostanze o microrganismi. L attività di base per il 2013 consisteva nel campionamento del 3% delle partite presentate per l importazione, mentre al fine di orientare la tipologia di controlli (controlli indirizzati) i PIF dovevano tener conto prioritariamente di quanto previsto nella tabella dei controlli indirizzati, nelle raccomandazioni e nelle note finali del piano. Infine, ulteriori controlli di laboratorio potevano essere disposti da ciascun PIF, in relazione ad autonome valutazioni basate sul rischio, tenendo conto di eventuali cambiamenti dei flussi di importazione e/o di problematiche emergenti. Pertanto, secondo lo stesso criterio ciascun PIF poteva stabilire aliquote di controllo maggiori a quella di base stabilita nel piano. Più in dettaglio, premesso che in conformità alla normativa comunitaria vigente il 100% delle partite è sottoposto a controlli documentali e di identità, dai dati raccolti attraverso il sistema Traces è emerso che le partite di prodotti di origine animale destinate al consumo umano presentate per l'importazione nel 2013 sono state ( nel 2012) mentre quelle incluse nel piano (partite presentate per le importazioni al netto delle partite respinte per motivi non di laboratorio) sono state complessivamente In attuazione del piano le partite campionate dai PIF per esami di laboratorio sono state (1.855 nel 2012) con una percentuale complessiva di campionamento (totale del numero di partite campionate/ totale del numero di partite incluse nel piano) del 4,2% in linea con quella rilevata l anno scorso (4,4%). 4.6 A seguito di controlli ufficiali eseguiti dal dicembre 2012 in diversi Stati membri, sono stati riscontrati sul mercato prodotti alimentari contenenti carne equina non dichiarata in etichetta. Tenuto conto del rischio che in tale carne potesse essere presente fenilbutazone la Commissione europea ha raccomandato agli Stati membri di attuare un piano di emergenza di durata mensile (1-31 marzo 2013) che comprendeva anche controlli alle importazioni per la ricerca di fenilbutazone in carne equina (raccomandazione 2013/99/UE del 19 febbraio 2013). L obiettivo del piano era quello di verificare sul territorio della UE e alle importazioni la prevalenza di pratiche fraudolente nella commercializzazione di determinati prodotti alimentari e la eventuale presenza non autorizzata di fenilbutazone. A tal scopo i posti di ispezione frontaliera, oltre alle autorità sanitarie territoriali e i laboratori, sono stati individuati quali destinatari del piano e designati a effettuare i campionamenti sui prodotti a rischio importati. In Italia, tenuto conto dei limitati flussi di importazione di carne equina verso il territorio nazionale, ma anche dell assenza di importazioni tramite i PIF italiani di equidi d allevamento e da macello, sono stati programmati 20 campionamenti sulla carne equina importata per la ricerca di fenilbutazone. I PIF designati per tali controlli in quanto maggiormente interessati dai flussi di importazione di carne equina sono stati il PIF Genova e il PIF Roma Fiumicino. Tali uffici, tenuto conto delle partite 19

21 arrivate nel periodo di riferimento (marzo 2013), hanno potuto effettuare 12 dei 20 campionamenti raccomandati e i risultati delle analisi sono stati tutti favorevoli. 20

22 5. ESITO DEI CONTROLLI/RESPINGIMENTI tabella 1-D 5. ESITO DEI CONTROLLI/RESPINGIMENTI 5.1. A seguito dei controlli veterinari sulle merci provenienti da Paesi terzi, le merci possono essere: - importate in libera pratica nell Unione Europea (UE); - introdotte nell UE sotto controllo doganale; - respinte al di fuori del territorio dell'unione Europea, distrutte o trasformate ai sensi del regolamento (CE) n.1774/2002 (in seguito sostituito dai Reg. (CE) n. 1069/2009 e n. 142/2011). Nei punti successivi verranno esposti ed analizzati i dati relativi alle partite respinte comprendendo con tale termine anche le partite distrutte o trasformate Dall esame della tabella 1-D, colonne da 8 a 15 emerge che nel 2013 sono state respinte 319 partite di merci pari allo 0,6% circa delle partite presentate all importazione. La percentuale è analoga a quella riscontrata nel 2012 (0,6%). Anno N Respingimenti Percentuale Respingimenti ,6% ,4% ,3% ,3% ,4% ,5% ,8% ,6% ,7% ,6% ,4% ,6% ,5% ,5% ,6% ,6% ,6% 5.3. Esaminando i grandi gruppi di merci introdotte da Paesi Terzi (animali vivi, prodotti di o.a. destinati al consumo umano e prodotti di o.a. non destinati al consumo umano) riscontriamo che la percentuale dei respingimenti ha delle consistenti variazioni. 21

23 5.4. Analizzando il dato relativo al respingimento medio degli animali vivi (0,09%) si rileva che le 3 partite di animali respinte nel 2013 riguardano esclusivamente gli animali non di interesse agricolo zootecnico. Per le partite di animali di interesse agricolo zootecnico è necessario considerare comunque che eventuali problemi riscontrati (irregolarità formali, irregolarità nell identificazione degli animali, ecc.) vengono normalmente risolti con la regolarizzazione, senza dover ricorrere al respingimento, spesso di difficile esecuzione per problemi soprattutto di tutela del benessere degli animali Per quanto riguarda i prodotti di origine animale destinati al consumo umano si può rilevare che la percentuale media dei respingimenti è risultata pari allo 0,6% (224 partite respinte). Per i prodotti di o.a. non destinati al consumo umano si può rilevare che la percentuale media dei respingimenti è dell 1,2% (92 partite respinte). 22

24 6. RESPINGIMENTI PER TIPOLOGIA tabella 1-D 6.1. I respingimenti possono essere distinti, in base alle motivazioni che li hanno determinati, in tre categorie: respingimenti a seguito di controllo documentale, respingimenti a seguito di controllo di identità e respingimenti a seguito di controllo fisico o materiale come esiti di ispezioni veterinarie o di esami di laboratorio sfavorevoli Esaminando il totale dei respingimenti avvenuti nel 2013 (tabella 1-D, colonne da 8 a 15) si può constatare che il 57,7% (pari a 184 respingimenti) è stato effettuato a seguito di controllo documentale, l 1,9% (pari a 6 respingimenti) è conseguente a controllo materiale, il 8,1% (pari a 26 respingimenti) è conseguente a controlli di laboratorio, il 6,6% (pari a 21 respingimenti) è avvenuto a seguito di controllo d identità ed il 25,7% restante (pari a 82 respingimenti) per altri motivi I respingimenti a seguito di controllo documentale hanno riguardato pressoché tutte le categorie di merci, ma hanno avuto una particolare incidenza (32,6%) nel settore del latte, derivati, uova e altri prodotti destinati al consumo umano. Irregolarità documentali, mancanza di certificato e certificato non conforme le cause di respingimento più frequenti Il settore dei prodotti della pesca rileva invece una particolare incidenza per i respingimenti per altri motivi (72) e per esiti sfavorevoli a seguito di controllo documentale (28). 23

25 7. IMPORTAZIONI, CONTROLLI E RESPINGIMENTI PER PIF DI ENTRATA tabelle 2-D e 3-D 7.1. Come si può evidenziare nella tabella 2-D (colonna 1) e nella tabella 3-D, il flusso di importazioni varia in modo rilevante tra i P.I.F. attualmente operanti. Presso i P.I.F. che hanno il volume di traffici più elevato (Genova porto, Livorno porto, Fiumicino aeroporto, Malpensa aeroporto) sono state presentate per l importazione nel territorio comunitario partite, pari al 72,8% dell intero flusso importativo. Presso gli altri P.I.F., alcuni con traffico inferiore alle 100 partite annue, sono state presentate per l importazione le rimanenti percentuali La percentuale del controllo fisico rispetto alle partite notificate in ogni singolo P.I.F. (tabella 2- D, colonna 3) varia tra il 31,6% ed il 100%. Per spiegare tale ampia variabilità occorre considerare il fatto che la diversa tipologia di merce notificata (es. prevalenza di animali vivi) può giustificare una diversa percentuale di controllo fisico. In altri casi, si tratta di prodotti di origine animale non armonizzati e, come tali, soggetti a normativa nazionale con l obbligo di controllo materiale presso il PIF italiano di arrivo. Inoltre, per alcuni P.I.F. con attività limitata il dato statistico non è significativo perché caratterizzato da un numero esiguo di partite La percentuale di controlli di laboratorio rispetto al totale delle partite sottoposte a controllo fisico/materiale (tabella 2-D, colonna 5), è mediamente del 8,3%, ma varia tra lo 0% ed il 100%. La diversa tipologia di merce sottoposta a controllo influisce sicuramente su tale grande variabilità Il numero, la percentuale rispetto alle partite importate e la tipologia dei respingimenti per P.I.F. di entrata è riportato nella tabella 2-D, colonne 6,7,8,9,10, 11 e Un confronto tra i diversi P.I.F. in materia di numero e percentuale dei respingimenti appare non facile perché bisogna tener conto di molte variabili (tipologia delle merci sottoposte a controllo, Paesi terzi di provenienza, ecc.). Non tenendo conto dei dati relativi agli uffici che presentano un numero di partite inferiore a 100, e quindi poco significativo, si evidenzia comunque una variabilità nella percentuale di respingimento delle partite che hanno subito un controllo che va dal 0,0% al 31,89%. 24

26 Percentuale respingimenti P.I.F. con più di 100 partite annue im portate Trieste, P 3,64% Bergamo, A 9,09% Bolog na - Borgo Panigale, 31,89% Trapani, P Taranto, P 0,00% 0,00% Civitavecchia, P 1,05% Vado Ligure Savona, P 0,61% Salerno, P Bari, P 0,91% 0,46% Ravenna, P 0,14% Gioia Tauro, P 0,81% Venezia, A 0,00% Palermo, P Venezia, P Ancona, P 0,46% 0,08% 0,26% La Spezia, P 0,34% Napoli, P 0,14% Milano - Malpensa, A 1,56% Livor no - Pisa, P 0,15% Roma - Fiumicino, A Genova, P 0,54% 0,26% 0,00% 5,00% 10,00% 15,00% 20,00% 25,00% 30,00% 35,00% 25

27 8. INTERVENTI PER CONTRASTARE L INTRODUZIONE CLANDESTINA DI MERCI 8.1. L introduzione clandestina di animali e di prodotti di origine animale può rappresentare un grosso rischio per la salute dell uomo e degli animali. Malattie altamente contagiose per gli animali quali l afta epizootica o l Influenza Aviaria ad Alta Patogenicità (HPAI), zoonosi quali la rabbia e la HPAI stessa, altri agenti patogeni per l uomo o per gli animali possono essere introdotti nel territorio comunitario attraverso canali diversi dai canali commerciali legali. Per prevenire o quantomeno minimizzare questo rischio occorre intervenire anche sui seguenti due fenomeni: - l introduzione, non sempre dolosa, di merci attraverso i bagagli dei passeggeri o i pacchi postali e l introduzione di animali al seguito di viaggiatori; - l introduzione fraudolenta di merci I PIF svolgono un importante e delicato compito di supporto tecnico ed operativo agli Uffici Doganali nell esercizio dei controlli a loro affidati in materia di prodotti di origine animale introdotti dai Paesi Terzi al seguito di viaggiatori per il loro consumo personale e di animali introdotti, sempre da Paesi terzi, al seguito di viaggiatori con finalità non commerciale. Nel 2009 è entrato in vigore il regolamento (CE) n. 206/2009 relativo all introduzione nell UE di scorte personali di prodotti di origine animale, che ha abrogato il precedente regolamento comunitario n. 745/2004 ed ha disposto, tra l altro, nuovi modelli da utilizzare per la rendicontazione alla Commissione europea delle spedizioni inviate a privati o ordinate a distanza (lettera, telefono, internet) e recapitate al consumatore e sequestrate perché non ammesse all introduzione nella UE I controlli di cui al punto 8.2. devono essere effettuati al punto di ingresso nel territorio nazionale (porto, aeroporto o confine terrestre) a prescindere che esso sia sede di PIF oppure non lo sia. In generale, i passeggeri provenienti da Paesi terzi, e cioè da Paesi che non appartengono all Unione Europea, devono essere sottoposti dal personale degli Uffici Doganali a controlli casuali e a sondaggio. Condizioni particolari sono previste, invece, per specifici Paesi terzi che hanno stipulato accordi con l UE (es. Andorra, Isole Faroer, Groenlandia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, San Marino, Svizzera). Informazioni fornite dalle compagnie di navigazione ed appositi cartelli esposti nelle zone di arrivo informano i passeggeri circa i divieti esistenti Per contrastare le introduzioni fraudolente di prodotti di origine animale e di animali provenienti da Paesi a rischio o di animali soggetti a restrizioni CITES è senz altro importante la stretta collaborazione fra le Autorità competenti (PIF, USMAF, Dogane, Guardia Forestale ecc.). Fondamentale, inoltre, è anche il ruolo esercitato dagli organi di vigilanza sul territorio (ASL) ed il ruolo di intelligence/controllo degli Uffici Antifrode delle Dogane, NAS ecc. 26

28 9. ALLERTA COMUNITARI 9.1 Allo scopo di notificare e condividere in tempo reale a livello dell Unione euroea le informazioni sui rischi diretti o indiretti per la salute pubblica e animale connessi al consumo di alimenti o mangimi, il Regolamento (CE) n. 178/2002 che fissa i principi ed i requisiti generali della legislazione alimentare, ha istituito il sistema rapido di allerta comunitario per gli alimenti e i mangimi (Rapid Alert System for Food and Feed RASFF). L organizzazione e il funzionamento del RASFF sono disciplinate dal reg. (UE) n. 16/2011 che ha stabilito l esistenza di una rete di punti di contatto costituita fondamentalmente dagli Stati membri e Commissione europea. In applicazione di tali normative il RASFF deve essere attivato da ogni membro della rete nel caso di rilevamento di un rischio per la salute umana o animale dovuto ad alimenti e mangimi in seguito ai controlli sia sul territorio nazionale sia nel corso delle importazioni. Tutte le notifiche RASFF sono raccolte e conservate in specifici database e siti Internet della Commissione Europea denominati CIRCA (Communication & Information Resource Centre Administrator) e Rasff window, la cui consultazione diretta è consentita a ciascun membro della rete e di conseguenza anche agli Uffici periferici del Ministero della Salute (PIF) che via accedono tramite apposite credenziali A seguito dei controlli effettuati nel corso del 2013 sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano e sui mangimi in importazione, i PIF europei hanno dato origine a 505 notifiche RASFF di cui 417 sugli alimenti di origine animale e 88 sui mangimi (dati rasff window). Di queste notifiche, 51 sono state effettuate da PIF italiani: 38 per gli alimenti di origine animale e 13 per i mangimi. In termini percentuali i PIF italiani hanno trasmesso il 10% delle notifiche comunitarie e in dettaglio il 9,1% delle notifiche comunitarie per gli alimenti di origine animale e il 14,7% per i mangimi (tabella A). Nelle tabelle B e C è riportato, rispettivamente per alimenti e mangimi, il numero di notifiche originate dai PIF italiani per ciascun pericolo riscontrato. Negli alimenti le irregolarità di laboratorio hanno riguardato principalmente i prodotti della pesca, molluschi e crostacei, la carne e prodotti di carne e la carne di pollame. I pericoli rilevati sono stati: virus (norovirus) nei molluschi bivalvi, istamina nei prodotti della pesca, metalli pesanti nei prodotti della pesca e cefalopodi, E.Coli produttori di shigatossina nella carne e salmonella nella carne di pollame. Rispetto allo scorso anno si segnalano le notifiche per norovirus su molluschi bivalvi e in linea con quanto rilevato a livello europeo, le notifiche per E.Coli produttori di shigatossina nella carne e salmonella nella carne di pollame. Nei mangimi le irregolarità hanno riguardato solo la presenza di salmonella e il loro numero è in linea con quanto rilevato l anno scorso (13 nel 2013, 8 nel 2012). Si evidenzia infine che negli ultimi tre anni il numero di notifiche per gli alimenti destinati al consumo umano è diminuito passando da 82 nel 2011, a 56 nel 2012 e a 38 nel Tale diminuzione è da imputare a un minor numero di notifiche sia per esami di laboratorio sfavorevoli sia per cause non legate a esami di laboratorio sfavorevoli (es. alterazioni organolettiche, cattivo stato di conservazione, certificati irregolari, etichettatura irregolare, parassiti, muffa, corpi estranei etc.). 27

29 Tabella A Notifiche comunitarie originate in seguito ai controllo sugli alimenti di origine animale e mangimi da parte dei PIF europei nel 2013 (dati rasff window) PIF europei (inclusi i PIF % notifiche PIF Italiani PIF italiani) italiani N. notifiche totale (alimenti o.a % mangimi) N. notifiche alimenti o.a ,1% N. notifiche mangimi ,7% Tabella B - - Numero di notifiche comunitarie originate in seguito ai controlli sugli alimenti di origine animale da parte dei PIF italiani nel 2013 (dati rasff window) Prodotto/Categoria alimentare Pericolo Numero di notifiche Molluschi bivalvi e prodotti derivati Norovirus 10 Molluschi cefalopodi e prodotti derivati Cadmio 3 Crostacei Solfiti non dichiarati 1 Prodotti della pesca (esclusi molluschi e Istamina 4 crostacei) Mercurio 2 PCB non diossina simili 2 Ingrediente non dichiarato (uova in surimi) 1 Carne e prodotti di carne (esclusa la carne E. coli produttore di shigatossina 6 di pollame) Carne di pollame e prodotti derivati Salmonella 7 Totale numero notifiche per esami di 36 laboratorio sfavorevoli Totale numero notifiche per altri motivi 2 (alterazioni organolettiche, cattivo stato di conservazione, certificati irregolari, etichettatura irregolare, parassiti, muffa corpi estranei etc Totale 38 Tabella C - Numero di notifiche comunitarie originate in seguito ai controlli sui mangimi da parte dei PIF italiani nel 2013 (dati rasff window) Rischio microbiologico Rischio chimico N. notifiche comunitarie dai PIF italiani Microorganismi 13 potenzialmente patogeni Contaminazione microbilogica 0 Additivi 0 Contaminanti industriali 0 Medicinali veterinari 0 Contaminazione chimica 0 (altro) Pesticidi 0 Metalli 0 Micotossine Aflatossine 0 GMO Prodotti geneticamente 0 modificati non autorizzati TSE Materiale a rischio specifico 0 Altro Altro (etichettatura) 0 Totale 13 28

30 10. COORDINAMENTO CON ALTRE AUTORITA La necessità di adeguate interazioni tra PIF ed altre autorità ed in particolare tra PIF e Dogane scaturisce dalle disposizioni della Direttiva 97/78/CE, dal Reg. (CE) n. 882/2004 e dalle varie Decisioni applicative ma ha assunto una specifica configurazione con i Regolamenti (CE) 136/2004 e 282/2004 e, negli ultimi anni, è diventata un elemento di primo piano sia delle attività dei PIF che delle verifiche del FVO della Commissione Europea I settori nei quali è stata evidenziata come indispensabile una maggiore interazione con le Dogane sono: L integrazione dei sistemi informativi per consentire l accesso alle informazioni dei data base dei servizi doganali; L attività di contrasto delle importazioni clandestine Per quanto riguarda il primo settore, sulla scorta dell esperienza positiva dei precedenti anni con l Agenzia delle Dogane, che aveva portato all adeguamento del sistema informativo Doganale AIDA con l evidenziazione delle merci che devono essere sottoposte a controllo veterinario (elenco positivo della decisione 2007/275/CE e succ. modifiche ), nel 2013, è continuata l attività di collaborazione per la realizzazione dello Sportello Unico Doganale (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 242 relativo alla Definizione dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi che concorrono all assolvimento delle operazioni doganali di importazione ed esportazione), che prevede l interoperabilità dei sistemi informativi delle diverse amministrazioni interessate. La suddetta attività di collaborazione a livello centrale ha reso possibile l acquisizione telematica da parte dei PIF dei manifesti di bordo delle Dogane attraverso l accesso al Sistema informativo doganale L attività di collaborazione per il contrasto delle importazioni clandestine ha riguardato il settore delle importazioni illegali non sempre dolose di prodotti di origine animale trasportati nei bagagli al seguito dei passeggeri (Regolamento CE n.206/2009) e spedite a privati. In linea generale, per evitare le importazioni illegali, assume un ruolo fondamentale lo scambio di informazioni con le dogane per assicurare un adeguata sinergia dei controlli che si deve realizzare attraverso: Lo sviluppo di procedure comuni per contrastare le importazioni illegali (cooperazione con il Servizio Antifrode delle Dogane, operazioni comuni in caso di sospetto); Analisi congiunta del rischio (selezione congiunta delle provenienze da sottoporre ai controlli rafforzati dei bagagli /container); Scambio di informazioni per quanto riguarda gli esportatori/importatori illegali conosciuti; Elaborazione e acquisizione dei dati sui sequestri; Realizzazione di adeguate procedure di distruzione dei prodotti sequestrati. 29

31 10.5. Sportello unico doganale - Modello di interoperabilità Agenzia delle Dogane Ministero della Salute. Con la pubblicazione, nel gennaio 2011, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM n 242 del 4 novembre 2010) è stata intensificata l attività di collaborazione con l Agenzia delle Dogane e dei Monopoli finalizzata alla realizzazione dello Sportello Unico Doganale. Al fine di monitorare le attività di funzionamento dello Sportello Unico, conformemente all articolo 6 del DPCM n 242 è stato istituito a livello centrale un Comitato di coordinamento a cui partecipano rappresentanti di tutte le Amministrazioni coinvolte nelle attività di importazione/esportazione. Parallelamente sono previste a livello regionale apposite Conferenze di servizi a cui partecipano i rappresentanti di tutti gli Uffici territorialmente competenti coinvolti nel settore delle importazioni (Dogane, PIF, ecc). Gli esiti di tutte le conferenze territoriali vengono analizzati e discussi dal Comitato di coordinamento centrale al fine di rimuovere eventuali criticità segnalate e fornire opportune istruzioni univoche per favorire l uniformità di comportamento a livello nazionale. L articolo 5, comma 2 del DPCM n. 142 prevede la realizzazione dell interoperabilità tra i sistemi informativi utilizzati dalle Amministrazioni interessate. Numerosi incontri si sono svolti a livello centrale allo scopo di elaborare un progetto di Interoperabilità Agenzia delle Dogane Ministero della Salute che prevede l interazione dei sistemi informativi utilizzati dai PIF con il sistema AIDA utilizzato dalle Dogane. Per l implementazione del progetto sono state previste più fasi (4 modelli TO RUN) per arrivare alla completa interoperabilità del sistema (modello TO-BE). La prima fase del progetto prevede il controllo automatizzato della corretta composizione formale dei numeri dei certificati inseriti dagli operatori nell apposita casella 44 della dichiarazione doganale con i numeri dei certificati rilasciati dai PIF. La seconda fase consiste nella realizzazione di una procedura centralizzata per la consultazione, da parte dei PIF, dei manifesti doganali delle merci in arrivo (MMA) direttamente dal sito dell Agenzia delle Dogane. Il personale dei PIF e l Ufficio di coordinamento centrale (Ufficio VIII) è stato, pertanto, autorizzato alla consultazione degli MMA attraverso una specifica utenza e password. Per i PIF è possibile la funzionalità di consultazione dei manifesti delle unità doganali territorialmente competenti, mentre l Ufficio VIII ha la visibilità di tutti i manifesti a livello nazionale. La terza fase One stop shop prevede lo sviluppo dell integrazione dei processi di controllo tra i sistemi informativi AIDA - TRACES (comunitario) e AIDA NSIS SINTESI (nazionale). Nel 2013 sono state attivate le sperimentazioni in numerosi porti e aeroporti nazionali sede di PIF portuali e aeroportuali (Ravenna, Civitavecchia, Napoli, Venezia, Malpensa, Genova, La Spezia, Livorno e Torino). Considerato che il sistema TRACES è gestito dalla Commissione europea, per l implementazione dell interoperabilità tra il sistema informativo AIDA e il sistema TRACES, è stato necessario prevedere il coordinamento con i competenti Direttorati della DG SANCO e della DG TAXUD per sviluppare il modello di interoperabilità tra i sistemi AIDA e TRACES. L ultima fase (RUN-4) è dedicata alla definizione di ulteriori processi di miglioramento. 30

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