Relazione programmatica

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Relazione programmatica"

Transcript

1 Regione Emilia Romagna Provincia di Piacenza Assessorato alla Programmazione Territoriale Comuni di Calendasco Gazzola Gossolengo Gragnano Trebbiense Piacenza Rivergaro Rottofreno Travo Relazione programmatica Proposta di istituzione ai sensi della L.R. 6/2005 C P a r c o r e g i o n a l e d e l Tr e b b i a AIRE GIUGNO 2007 Urbanistica

2 Parco regionale del Trebbia Proposta di istituzione (L.R. 6/2005) Società incaricata Coop. Architetti e Ingegneri Urbanistica di Reggio Emilia (CAIRE) Presidente Ugo Baldini Coordinamento progettuale Franco Fortunato Collaborazione al progetto ed elaborazioni grafiche Davide Paganotti Ha contribuito alla proposta lo storico Pier Luigi Dall Aglio con la stesura del testo Paesaggio, storia, identità per la costruzione della Rete Locale materiali per il Parco del Trebbia i segni del passato Per la Provincia di Piacenza Programmazione e Sviluppo Economico Territorio Montagna Assessore Alberto Borghi Segreteria Gabriella Garilli Servizio Pianificazione Territoriale e Ambientale Adalgisa Torselli Dirigente Giuseppe Bongiorni Pietro Bosi Fausta Casadei Elena Fantini Cesarina Raschiani Chiara Spotorno Enrica Sogni Elena Visai Servizio polizia Provinciale Vigilanza Tutela della Fauna Protezione civile Celestino Poggioli Dirigente Angelo Battaglia Uff. Polizia Provinciale Enrico Merli Area Programmazione, Infrastrutture, Ambiente Fabrizio Bernini Marcello Motta Collaborazioni esterne Società piacentina di scienze naturali Andrea Ambrogio Giacomo Bracchi Sergio Mezzadri Antonio Ruggieri

3 a. b. c. d. e. f. g. Il Parco del Trebbia: la proposta a.1 a.2 d.1 Azioni, priorità e oneri e.1 e.2 Il Struttura e filosofia della proposta Perimetro e zonizzazione b.1 b.2 b.3 b.4 b.5 Finalità, obietti specifici e progetti c.1 Obiettivi gestionali e cooperazione d.2 d.3 Tav.b.1 Perimetrazione provvisoria del Parco, zonizzazione interna e area contigua Carta generale Zona B di protezione generale Zona C di protezione ambientale Zone D territorio urbano e urbanizzabile Area contigua Finalità istitutive del Parco, obiettivi specifici e azioni per la tutela e la valorizzazione dell area Obiettivi gestionali e cooperazioni Forme di cooperazione e di concertazione da utilizzare per garantire la gestione coordinata dei vincoli Struttura dell Ente di gestione dell Area protetta Azioni per la tutela e la valorizzazione dell area Indicazione sugli impegni prioritari e oneri Il Trebbia nel sistema delle aree protette f.1 Ruolo del nel sistema regionale delle aree protette e nel sottosistema provinciale Indirizzi per il Piano Territoriale g.1 Tav.g.1 Tav.g.2 Tav.g.3 Schema del Parco e manovre per il futuro Piano Schema direttore di inquadramento generale Le manovre per il Piano Carta della zonizzazione (riduzione dalla scala 1:25.000) Foglio Nord Tav.g.4 Carta della zonizzazione (riduzione dalla scala 1:25.000) Foglio Sud

4 a Il Parco del Trebbia: la proposta

5 a. Il Parco del Trebbia: la proposta a.1 Il Motivazioni di coerenza con la L.R. 6/2005 Per l ambito fluviale di pianura e prima collina del Trebbia, descritto ed illustrato nel rapporto conoscitivo, si propone l istituzione di un Parco Regionale secondo la classificazione delle Aree protette prevista dalla L.R. 6/2005. Al punto a) dell articolo 4 si definiscono: Parchi regionali, costituiti da sistemi territoriali che, per valori naturali, scientifici, storicoculturali e paesaggistici di particolare interesse nelle loro caratteristiche complessive, sono organizzati in modo unitario avendo riguardo alle esigenze di conservazione, riqualificazione e valorizzazione degli ambienti naturali e seminaturali e delle loro risorse, nonché allo sviluppo delle attività umane ed economiche compatibili. Tale tipologia di area protetta appare la più adatta al particolare e complesso ambiente che si propone di tutelare, caratterizzato da un lato da una importante valenza naturalistica e dall altro da una significativa pressione antropica che si ritiene di dover regolamentare sino a renderla compatibile con la delicatezza del territorio. L area rappresenta senza dubbio un elemento fondamentale della Rete ecologica regionale, nella sua importante e principale funzione di garantire il collegamento tra i rilievi appenninici (nel caso i colli Piacentini) e il fiume Po. Alla legge di istituzione dell area protetta (parco regionale) è demandato il compito di definire: le finalità istitutive la perimetrazione e la zonazione interna provvisorie le norme di salvaguardia gli obiettivi gestionali le misure di incentivazione, sostegno e promozione per la conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali, storiche, culturali e paesaggistiche del territorio A tal fine, nei capitoli che seguono, si forniscono gli elementi di approfondimento per giungere alla definizione di questi aspetti.

6 a. Il Parco del Trebbia: la proposta a.2 Struttura e filosofia della proposta Aspetti metodologici Per facilitare la comprensione del percorso di formazione del Parco del Trebbia vengono riportati di seguito i due seguenti schemi: il primo è relativo al percorso effettuato per la definizione della presente Proposta di Istituzione del Parco; il secondo invece illustra il percorso complessivo necessario per giungere al Parco nella sua forma matura. Per affrontare con maggior completezza questo secondo aspetto, entrando nel merito dello schema della proposta, si è proceduto in tre direzioni: con una descrizione della geografia del luogo (quadro conoscitivo) con una descrizione suggestiva del territorio: l identità del luogo, le storie che lo riguardano, ecc. con una descrizione istituzionale attraverso interviste agli amministratori degli 8 comuni firmatari della convenzione. Dalla loro lettura emerge come centrale e continuo risulta e deve essere il percorso partecipativo e seguire (come è avvenuto per la definizione della Proposta ) l intero cammino che il Parco dovrà compiere per arrivare a maturazione. Altrettanto costante e continuo sarà il processo di approfondimento conoscitivo a supporto tanto del futuro Piano Territoriale quanto dei progetti e delle azioni di intervento che si vorranno mettere in atto già in fase di salvaguardia. Il futuro del Parco del Trebbia dipende dal perseguimento congiunto di due distinti obiettivi, che possono essere così riassunti: tutela e valorizzazione ambientale e paesaggistica del territorio proposto per l istituzione del Parco, comprensivo dell area contigua; promozione, animazione e sviluppo del contesto territoriale di riferimento per il Parco, comprensivo dei centri urbani che vi si attestano, in particolare il comune di Piacenza. TUTELA Tutele e pianificazione vigenti Perimetro Zonizzazione Norme di salvaguardia Analisi Percorso partecipato Proposta di istituzione del PARCO del TREBBIA Finalità 1 Approfondimento Politiche VALORIZZAZIONE Progetti approvati e in corso di stesura Programmazione Interventi in atto e previsti Progetti L istituzione del Parco con l articolazione interna in zone a diverso grado di tutela e le relative norme di salvaguardia rappresentano un primo significativo passo per il perseguimento dell obiettivo di cui al punto 1. Gli obiettivi specifici e i progetti d azione proposti nel Parco ne completano il quadro operativo. Salto di scala nella definizione dei regimi di tutela Messa a sistema delle analisi Struttura dell Ente Legge di Istituzione Regolamento del Parco Obiettivi Maturazione progetti Cooperazione e concertazione Interventi da progetti approvati L obiettivo di cui al punto 2 appare più complesso in quanto richiede una maggiore sinergia fra gli enti interessati e richiede una visione complessiva della struttura territoriale del Parco. Perimetro e zonizzazione (definitivi) Norme tecniche di attuazione Formazione del PIANO TERRITORIALE Piano d azione Interventi Animazione Schema del percorso del Parco el Trebbia SCHEMA DEL PERCORSO DEL PARCO TREBBIA

7 a. Il Parco del Trebbia: la proposta PARCO Attività Programmazione Temi/Problemi CONTESTO Ambiente Azioni e progetti Percorso Partecipato sintesi storicopaesistica Finalità del PARCO PROPOSTA di istituzione PARCO Approfondimenti Obiettivi gestionali Analisi CONTESTO Documentazione esistente Perimetro Zonizzazione e Norme di salvaguardia Schema del percorso per la definizione della proposta di istituzione del Parco del Trebbia SCHEMA DEL PERCORSO PER LA DEFINIZIONE DELLA PROPOSTA DI ISTITUZIONE DEL PARCO DEL TREBBIA Elaborati della proposta Elenco degli elaborati: 1. Rapporto conoscitivo 2. Paesaggio, storia, identità per la costituzione della Rete Locale 3. Relazione programmatica 4. Carta della zonizzazione in scala 1:25000 (Fogli nord e sud) 5. Norme di salvaguardia 6. Il percorso partecipato 7. Alla ricerca di una nuova identità del Trebbia Sull identità del Trebbia, ovvero su quale idea di Parco matura il processo di formazione, durante il percorso di partecipazione, sono state raccolte diverse sollecitazioni. Di seguito sono proposti alcuni spunti che dovranno, con il procedere del cammino congiungersi in un idea di sintesi che il Racconto sul Trebbia (elaborato Paesaggio, Storia, Identità a cura dello storico Pier Luigi Dall Aglio) ha cominciato a prefigurare. 1. L acqua Tanto dal punto di vista identitario ed educativo quanto dal punto di vista fisico, l acqua rappresenta senz altro la principale protagonista del futuro del Parco. Il parco deve assumere rilevante importanza ai fini della tutela delle caratteristiche idrogeologiche del conoide, la conservazione della quantità e qualità dell acqua deve costituire un elemento trasversale a tutti gli usi proposti e possibili (cultura, attività agricole e produttive, residenza, turismo ecc.); uno degli obiettivi fondamentali sarà non intaccare la riserva idrogeologica permanente del Trebbia, le sue falde profonde. 2. Parco Trebbia/Città di Piacenza Il secondo aspetto che è emerso con particolare forza è il rapporto tra il Parco del Trebbia e la città di Piacenza. L idea è che il parco (soprattutto nell area di confluenza nel Po zona Borgotrebbia) possa e debba rappresentare il luogo ricreativo, per eccellenza, della

8 a. Il Parco del Trebbia: la proposta città e dei turisti che la frequentano, anche recuperando i percorsi ciclabili e pedonali. La chiesa di Camposanto vecchio, con le sue pertinenze, potrebbe diventare, attraverso un mirato recupero funzionale e architettonico, la porta del parco del Trebbia per la città di Piacenza con funzione di elemento di attrazione e di sostegno alla fruizione. 3. Parco dei Parchi Parco degli Ecomusei Un altra idea emersa nel forum è che in realtà l ambito del Trebbia preso in esame presenta una variegata ricchezza (naturalistica, storica, archeologica, paesaggistica, ecc.) tale per cui si potrebbe pensare ad un Parco dei Parchi... o ad un Parco degli Ecomusei... (sedi del Parco che siano nel contempo Ecomusei a tema: ecomuseo dell acqua, ecomuseo dell archeologia, ecomuseo dell attività estrattiva, ecc.). 4. Parco storico/evocativo Molto sentito è il tema legato alla storia o alle storie che hanno percorso quel territorio nei secoli e quanto sia fondamentale che l aspetto storico/evocativo sia messo in primo piano per diffondere la conoscenza del Parco e per indirizzare le strategia di valorizzazione quali l ipotesi degli ecomusei. Un sistema museale diffuso come idea strutturante la fruizione pubblica. In tal senso e in perfetta convergenza giocano un ruolo irrinunciabile la promozione di attività ludico/didattiche e di educazione ambientale. Infine, per rafforzare l identità del Trebbia e del suo rapporto con le comunità locali occorrerà costruire una sorta di mappa dei luoghi significativi nell immaginario collettivo. 7. Parco azienda Si ritiene che il Parco debba rappresentare anche l occasione di sviluppo economico dell area e ciò potrà avvenire se esso saprà attivare un forte rapporto con le attività esistenti e con gli attori presenti sull area (agricoltori, associazioni, ecc.), per sostenerle e valorizzarle. L idea può essere resa parlando di Parco Azienda ovvero di un entità istituzionale capace di farsi promotrice (o coordinatrice) di attività economiche e di marketing territoriale. 8. Autonomia decisionale del Parco Tra gli elementi determinanti il successo del Parco è stato sottolineato come risulta fondamentale che non si generino sovrapposizioni di competenze tra il futuro Ente Parco e gli enti locali o altre autorità e che quindi siano ben definiti i poteri che gli vengono attribuiti. Ciò riguarda sia il tema della tutela e del monitoraggio dei beni che l autonomia decisionale nei territori ricompresi all interno del confine. 5. Parco protettivo Assai diffuso è l idea che vede nel Parco uno strumento per proteggere i valori naturalistici, paesaggistici e storici presenti. A tal fine occorre individuare e tutelare le emergenze naturalistiche e i siti rilevanti. Ciò emerge, ma sempre con l idea che nel Parco debbano convivere ed essere armonizzate fra loro le attività esistenti e quelle che potranno attivarsi in futuro. 6. Parco ricreativo Anche la funzione turistica e ricreativa, opportunamente organizzata, rappresenta una condizione irrinunciabile per il successo del Parco. In questa direzione, e sempre considerando la presenza dell acqua una ricchezza, è stato più volte ribadito quanto sarebbe importante creare o ricreare le condizioni per una buona balneabilità del fiume, anche nel tratto di pianura.

9 b Perimetro e zonizzazione

10 b. Perimetro e zonizzazione b.1 Perimetrazione provvisoria del Parco, zonizzazione interna e area contigua La definizione dei confini di Parco, l articolazione in zone al suo interno e l individuazione dell area contigua sono il risultato di un intenso percorso di partecipazione e di confronto che si è sviluppato a partire da un approfondimento analitico dell area. La prima proposta di definizione dei confini è stata costruita prendendo in esame le zone di tutela già esistenti a vari livelli e in parte contenute negli strumenti di pianificazione vigenti, in particolare le zone di tutela già previste nel PTC della Provincia, le fasce di protezione fluviale e le aree individuate come SIC e/o ZPS. Tale prima proposta è stata sottoposta all esame del Forum partecipato nonché al confronto con le Amministrazioni Comunali. La struttura della componente ambientale da sottoporre a tutela ha suggerito l applicazione di un modello lineare concentrico che propone nell alveo del fiume la zona di maggiore tutela. Fanno eccezione le due singolarità esterne rappresentate dal Bosco di Croara e dalla Pietra Parcellara (vedi Tav. b.1). Sulla base dell articolazione in zone contenuta all art.25 della L.R. n 6/05, per la definizione della proposta sono stati adottati i seguenti criteri. 1. La delimitazione delle singole zone del Parco del Trebbia viene proposta sulla base di un analisi del grado di naturalità dei diversi habitat presenti, nonché sulla base di un analisi del paesaggio, tenendo conto delle strutture e delle utilizzazioni presenti nel territorio. 2. Il perimetro del Parco è stato disegnato escludendo tutte le aree interessate da attività estrattive in atto e pianificate; tali aree sono state fatte ricadere in area contigua quando non tenute addirittura all esterno del suo limite. 3. Non sono state individuate zone A di protezione integrale. 4. La zona B di protezione generale è stata individuata a partire dall area di interesse naturalistico proposta dal settore ambiente della Provincia incrociando le analisi relative alla risorsa idrica, alla fauna e alla vegetazione e confrontandole con l area interessata dal SIC. La zona B rappresenta l ossatura del 5. Parco e in essa vi ricadono: l intero alveo del fiume dal Po al confine tra Travo e Bobbio; l area del Bosco di Croara nel comune di Gazzola; i rilievi della Pietra Parcellara e della Pietra Perduca nel comune di Travo. La zona C di protezione ambientale rappresenta, nella proposta, l area ricompresa tra il limite della zona B e il confine del Parco. È l area prevalentemente agricola destinata ad ospitare le strutture di servizio alla fruizione sostenibile del Parco. Essa è stata individuata: al netto delle aree urbanizzate e urbanizzande al netto delle aree estrattive esistenti e pianificate al lordo delle aree già cavate e ritombate al lordo di costruzioni agricole e rurali, di piccoli agglomerati storici e di beni storico architettonici. Le zone D, corrispondenti al territorio urbano e urbanizzabile all interno del territorio del Parco, sono state estratte dalla mosaicatura degli Strumenti urbanistici comunali vigenti e suddivise sostanzialmente nelle 3 seguenti tipologie: D1. Aree edificate o edificabili D2. Aree a verde e per servizi pubblici D3. Aree occupate da infrastrutture Le aree D1 e D2 sono rappresentate graficamente sulla tavola della zonizzazione mentre le aree D3 sono trattate esclusivamente a livello normativo. L area contigua, non ricompresa nel Parco, ha funzione di transizione e connessione tra il Parco stesso e il territorio circostante. I confini delle zone seguono, là dove è stato possibile, elementi lineari visibili sul territorio quali strade, canali, salti morfologici, confini di foreste o coltivi etc. Per ciascuna delle singole zone vengono definite diverse previsioni di tutela e controllo degli usi e proposti regimi normativi differenziati (vedi Norme di Salvaguardia). La superficie del Parco risulta pari a Ha di cui il 60% circa ricade in zona B, il 37% in zona C e il restante 3% nelle zone D. L area contigua ha un estensione di Ha, circa la metà di quella del Parco. La carta del Perimetro e della Zonizzazione è prodotta alla scala 1: (vedi elab. 4) e costituisce il fulcro della proposta. Di seguito si riportano le schede relative alle singole zone contenenti una sintetica rappresentazione grafica, una breve descrizione, gli obiettivi di zona, gli indirizzi e la distribuzione territoriale in ettari.

11 Perimetro e zonizzazione b. Tav. b.1 Carta generale e PO Fium Fi um e PO Calendasco Rottofreno Piacenza Gragnano Trebbiense Trebbia Gazzola Gossolengo Rivergaro Travo Legenda Confini comunali a e Tr i bb Zona B Protezione generale Zona C Protezione ambientale Zona D Territorio urbano e urbanizzabile Aree edificate ed edificabili Aree a verde e per servizi pubblici Area contigua Insediamenti urbani Fiumi e corsi d acqua Rete autostradale Rete viaria principale Rete viaria secondaria Rete ferroviaria

12 b. Perimetro e zonizzazione b.2 Zona B di protezione generale Le zone di protezione generale comprendono aree per lo più prive di insediamenti e che necessitano di tutela e valorizzazione naturalistica; sono individuate nell alveo del Fiume Trebbia dalla foce al confine con il territorio del comune di Bobbio (escluso), nelle emergenze geomorfologiche della Pietra Parcellara e della Pietra Perduca, nonché nel Bosco di Croara. Nella zona B di protezione generale l ambiente (suolo, sottosuolo, acque, vegetazione e fauna) è conservato e protetto nella sua naturalità e biodiversità: sono tutelate le utilizzazioni tradizionali esistenti e compatibili con l obiettivo di zona. La zona B di alveo è interessata da alcune criticità tra cui le principali sono rappresentate dalle infrastrutture esistenti che l attraversano, dall attività estrattiva e/o produttiva contigua e da alcuni progetti infrastrutturali (nuova tangenziale ovest di Piacenza e nuovo elettrodotto con traliccio in alveo). Obiettivi: conservazione dell ambiente nella sua naturalità; conservazione e promozione delle utilizzazioni economiche tradizionali e compatibili; riduzione dei prelievi idrici dal fiume per garantire il minimo deflusso vitale nei periodi di asciutta; progressivo ampliamento della zona B a ricomprendere le aree di escavazione al termine dell attività estrattiva e a seguito dei ripristini naturalitici. Indirizzi: possono essere eseguiti interventi per l arricchimento della biodiversità o per il raggiungimento di condizioni di stabilità ecologica, nonché misure di tutela e opere di mitigazione di eventuali rischi idrogeologici; devono essere promossi tutti gli interventi e le pratiche per ridurre il prelievo idrico dal fiume; sono consentiti i soli accessi veicolari funzionali alle utilizzazioni tradizionali e alle attività agrosilvopastorali, alle sistemazioni idrauliche nonché quelli necessari ai servizi logistici del Parco e per sicurezza e protezione civile; il traffico veicolare di supporto all attività estrattiva verrà disciplinato da apposito Regolamento e potrà circolare esclusivamente nella rete indicata al suo interno ( 1 ); Distribuzione Territoriale Superficie Parco Ha 100% Alveo Ha Bosco di Croara 105 Ha Pietra Parcellara e Perduca 177 Ha Totale Zona B Ha 59% ( 1 ) Tra le principali e prime azioni che si intendono promuovere per ridurre l impatto dell attività estrattiva sul fiume è la riorganizzazione della rete viaria di supporto attraverso la predisposizione, in concerto con le imprese interessate, di una cartografia che selezioni la rete viaria che potrà essere utilizzata e un Regolamento che ne prescriverà le modalità d uso e di manutenzione 10

13 b. Perimetro e zonizzazione b.3 Zona C di protezione ambientale Le aree di protezione ambientale comprendono principalmente terreni con attività agricole e agrosilvopastorali in atto. Al loro interno sono ricompresi beni storicoculturali e zone con funzioni ricreative e le relative strade d accesso e di sosta. Pur essendo privilegiato il recupero del patrimonio edilizio esistente, sono ammesse nuove costruzioni funzionali alla gestione e organizzazione del Parco e all esercizio delle attività agrituristiche e agroforestali compatibili con la valorizzazione dei fini istitutivi del Parco. Le aree di protezione ambientale sono rappresentate da fasce esterne al ciglio d alveo con finalità di protezione della zona B e sono destinate ad accogliere la rete e i servizi di fruizione del Parco. La loro maggiore concentrazione la si ritrova alla foce (dove il futuro Parco del Trebbia si sovrappone al Parco fluviale della Città di Piacenza), a Gossolengo, nei pressi di Rivergaro e lungo il tratto collinare (vallivo) del Parco. Obiettivi: nelle zone C l ambiente viene tutelato attraverso la conservazione e lo sviluppo delle attività economiche e delle utilizzazioni tradizionali, delle attività agrosilvopastorali, delle forme di agricoltura compatibile, della produzione artigianale, non contrastanti con le finalità del Parco, nonchè la fruizione turistica sviluppata secondo principi di sostenibilità; progressivo ampliamento della zona C a ricomprendere le aree con attività di escavazione in corso e pianificate, al termine dell attività estrattiva e a seguito dei ripristini agricoli. Indirizzi: gli interventi di nuova costruzione (ad esclusione degli ampliamenti del patrimonio edilizio esistente) e i cambi di destinazione d uso devono essere compatibili con le finalità del Parco; devono essere incentivate le riconversioni agricole verso forme compatibili con le finalità di tutela ambientale e a minor consumo idrico; la natura è conservata principalmente attraverso interventi e misure volte a rendere compatibili la fruizione a fini ricreativi e turistici, ottimizzando il flusso di visitatori; per i principali assi di penetrazione e verso le zone più interne con funzioni ricreative, si formano progetti speciali al fine di regolare gli accessi. Distribuzione Territoriale Superficie Parco Ha 100% Totale Zona C Ha 37,6% 11

14 b. Perimetro e zonizzazione b.4 Zona D territorio urbano e urbanizzabile Nelle zone D sono ricomprese le porzioni di territorio urbano e urbanizzabile ricadenti all interno del confine del Parco. Il Piano Territoriale del Parco definirà i limiti e le condizioni delle trasformazioni urbane in coerenza con le finalità generali e particolari del Parco, trasformazioni che saranno specificate e articolate nei PSC e negli strumenti di pianificazione urbanistica, in armonia con le finalità di sviluppo delle realtà urbane interessate. Le zone D, al momento, sono state distinte in tre differenti tipologie: D1 aree edificate ed edificabili; D2 aree a verde e per servizi pubblici; D3 infrastrutture (non cartografate). Obiettivi: valorizzazione del Parco, tenendo conto delle esigenze di mantenimento delle attuali condizioni di vita e di miglioramento economico, sociale e culturale delle Comunità; opportunità di fruizione del Parco, informazione ed educazione ambientale da offrire ai visitatori. Indirizzi: promozione di interventi e attività a supporto della fruizione del Parco: attrezzature ricettive e di accoglienza, punti informativi, parcheggi, sedi museali, ecc.; promozione di progetti di riqualificazione (ove occorre) dei fronti urbanizzati a contatto con aree sensibili del Parco. Distribuzione territoriale Superficie Parco Ha 100% Aree edificate ed edificabili 23 Ha Area verde e per servizi pubblici 96 Ha Totale Zona D 119 Ha 3,4% 12

15 b. Perimetro e zonizzazione b.5 Area Contigua L area contigua svolge la funzione di transizione e connessione tra il Parco e il territorio circostante. Il Piano Territoriale del Parco indicherà le condizioni di sostenibilità ambientale che devono essere osservate dai PSC nella definizione delle scelte insediative, degli usi e delle attività compatibili con le finalità istitutive del Parco. Nell area contigua ricadono per lo più terreni agricoli o boscati con i relativi insediamenti rurali e alcuni nuclei abitati. L area contigua comprende al suo interno le aree destinate all escavazione di inerti. Al termine dell attività estrattiva è prevista una loro inclusione all interno del Parco (in fascia B o C). Obiettivi: riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio agricolo e degli insediamenti; promozione della rete di supporto al funzionamento complessivo del Parco e sviluppo delle attrezzature per la fruizione. Distribuzione territoriale Superficie Parco Totale Area Contigua Ha Ha 13

16 c Finalità, obiettivi specifici e progetti 14

17 c. Finalià, obiettivi specifici e progetti c.1 Finalità istitutive del Parco, obiettivi specifici e azioni per la tutela e la valorizzazione dell area La proposta di Parco nasce da una duplice esigenza: da una parte tutelare l ambiente fluviale valorizzandone i caratteri naturalistici, culturali e ricreativi e dall altra riorganizzare il sistema produttivo che ne utilizza le risorse (attività estrattive e attività agricole in particolare), al fine di renderlo ambientalmente sostenibile. Finalità istitutive A partire dalle finalità di un parco regionale così come indicate all art. 5 della L.R. 6/05 (e con riferimento alla L. 394/91 Legge quadro sulle aree protette ), già in sede di stipula della Convenzione tra la Provincia di Piacenza e gli otto Comuni del Parco per l elaborazione della Proposta di istituzione del futuro Parco del Trebbia, sono state condivise e riformulate le seguenti finalità istitutive: 1. conservazione della biodiversità, attraverso la tutela dell insieme delle specie animali e vegetali, dei sistemi ecologici e degli habitat naturali; 2. tutela e ricostituzione degli equilibri idraulici e dei sistemi idrogeologici; 3. tutela e riqualificazione del paesaggio e dei valori storico culturali del territorio; 4. recupero di aree marginali e di ambienti degradati; 5. applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a realizzare un integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori antropici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro silvo pastorali e tradizionali; 6. qualificazione e promozione delle attività economiche e dell occupazione locale basate su un uso sostenibile delle risorse naturali; 7. realizzazione di programmi di studio e di ricerca scientifica, con particolare riguardo alla evoluzione della natura, della vita e dell attività dell uomo nel loro sviluppo storico; 8. valorizzazione del rapporto uomo natura, anche mediante l incentivazione di attività culturali, educative, del tempo libero collegate alla fruizione ambientale. Le finalità specifiche che si prevede di perseguire con l istituzione del Parco possono essere espresse e articolate, con riferimento a tali finalità istitutive generali, attraverso i seguenti obiettivi (per ognuno dei quali sono indicate in via preliminare le azioni e i progetti che si intendono avviare prioritariamente). Obiettivi specifici Recuperare ad una condizione naturale l alveo del fiume e progressivamente dotarlo di due fasce laterali verdi di protezione. (rispondente alle finalità istitutive 1,2, 4 e 5 ) Azioni e Progetti: Riorganizzazione e riqualificazione dei siti e della viabilità al servizio dell attività estrattiva Redazione di un piano complessivo dei ripristini naturalistici e simulazione di scenari dell assetto futuro del Parco Riconversione a colture meno intensive dei terreni prossimi all alveo e ricostruzione di nuclei verdi (lungo i canali, verso il fiume, ecc.) Ridurre progressivamente il prelievo idrico dal fiume intervenendo sul fabbisogno (agricolo, industriale, urbano, ecc.) e limitando o, se possibile, eliminando gli sprechi della rete di distribuzione e nei processi di utilizzo a valle. (Minimo deflusso vitale); (rispondente alle finalità istitutive 1,2 e 6 ) Azioni e Progetti: Campagna di sensibilizzazione per la riduzione del prelievo idrico 1a. Colture meno idroesigenti 1b. Riduzione dei consumi urbani e industriali Riduzione degli sprechi nella rete di distribuzione Individuazione e messa a sistema delle concessioni idriche Tutelare e valorizzare le emergenze ambientali del Bosco di Croara e della Pietra Parcellara attraverso il mantenimento/recupero delle attività tradizionali controllate (pascolo, attività forestali, ecc.); (rispondente alle finalità istitutive 1,4 e 6 ) Azioni e Progetti: Educazione e sensibilizzazione all impiego di metologie idonee alla delicatezza dei luoghi, sia nella conduzione delle attività forestali che pascolive. Promuovere, attraverso la conoscenza della ricca e particolare storia naturale e antropica del fiume Trebbia e del territorio che solca, un diffuso interesse e una intensa partecipazione alla realizzazione del Parco, per farlo diventare un elemento centrale nelle politiche pubbliche e nelle avventure private. (rispondente alle finalità istitutive 3, 5, 7 e 8) 15

18 c. Finalià, obiettivi specifici e progetti Azioni e Progetti: L allestimento di una sede rappresentativa del Parco nel Castello di Rivalta L ecomuseo dell archeologia (partendo dalla realtà museale di Travo) La storia antica e i segni sul territorio (progetto divulgativo) Il Trebbia produttivo (l ecomuseo dell attività estrattiva) Promuovere la riqualificazione paesaggistica dei luoghi degradati o dismessi da precedenti attività; (rispondente alle finalità istitutive 3 e 4) Azioni e Progetti: Progetto pilota per cantiere da delocalizzare e ripristino dell area dismessa Pulizia e manutenzione dell alveo del fiume Sostenere la fruizione diffusa e la partecipazione attiva dei Comuni del Parco e promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale delle popolazioni residenti; (rispondente alle finalità istitutive 3, 6 e 8) Azioni e Progetti: L individuazione di un sito e la realizzazione di un area/lido attrezzata a bordo fiume in corrispondenza di ogni centro: la proiezione dei centri sul fiume Allestimento del sistema di supporto alla fruizione e alla ricettività turistica attraverso: Il sostegno alla nascita di strutture Agrituristiche La formazione di percorsi ( pedonali, ciclabili, ippici, ecc.) La definizione e la posa della Tabellonistica L allestimento di sedi, infopoint, ecomusei, centri vari, ecc. Indicatori Al fine di poter valutare nel tempo gli effetti delle politiche attivate e dei comportamenti conseguenti, nonché dei progetti realizzati, si propongono di seguito alcuni primi indicatori di riferimento per l attività di monitoraggio dei risultati nel territorio del Parco. 1. Incremento superfici rinaturalizzate conseguenti a: termine attività estrattive e ripristini naturalistici delocalizzazione cantieri e recupero aree dismesse recupero aree degradate e discariche 2. Aumento del numero di specie e del numero di individui/coppie del comparto faunistico di interesse conservazionistico (individuando alcune specie chiave). 3. Riconversione di terreni alla funzione pubblica aree demaniali terreni rinaturalizzati 4. Superfici agricole riconvertite a produzioni compatibili 5. Realizzazione interventi previsti 6. Esiti dei controlli periodici sul fiume per: qualità dell acqua livello idrico del fiume nel corso dell anno Monitoraggio dei consumi effettivi di acqua rispetto alle quantità prelevate dal fiume e dalla falda sotterranea Verifica attivazione di Protocolli d intesa, Convenzioni e Accordi di programma fra enti e fra enti e associazioni e attori privati 9. Bilancio Ente Parco 16

19 d Obiettivi gestionali e cooperazione 17

20 d. Obiettivi gestionali e cooperazione d.1 Obiettivi gestionali e cooperazioni Nella 1 fase di impianto del Parco, preliminarmente all approvazione del Piano Territoriale che ne definirà la messa a regime, la Provincia, in qualità di ente promotore, provvederà alla costruzione di una sorta di Agenda delle concertazioni da aprire con i diversi soggetti per i diversi temi. Emergono in primo luogo il tema delle attività estrattive e il tema dei prelievi idrici. Per il primo si propone di avviare un tavolo di concertazione con le imprese escavatrici che operano sull area finalizzato al raggiungimento di un Protocollo d intesa in base al quale le ditte si impegnano a predisporre un progetto di ammodernamento e certificazione dei propri impianti e in particolare ad affrontare in forma unitaria il problema della viabilità al servizio delle attività di cava. Occorre un piano di riorganizzazione della rete viaria che dovrà servire l intero sistema e la messa a punto di progetti di intervento puntuali sui tracciati che si confermano, finalizzati alla drastica riduzione dell impatto provocato su ambiente e paesaggio. Per quanto riguarda il problema dei prelievi idrici dal fiume è fondamentale provvedere alla messa a sistema delle concessioni in vigore. A tal fine occorre individuare i soggetti interessati a vari livelli (dai grandi prelievi a monte al reticolo idrico superficiale di pianura) e ricostruire la situazione autorizzativa in atto per agire sulla riduzione dei prelievi che segnano in maniera molto pesante il bilancio afflussi/deflussi del fiume, limitandone tanto la funzionalità ecologica che la fruibilità. Tale operazione deve essere accompagnata da un progetto complessivo di riqualificazione della rete di distribuzione idrica superficiale finalizzato altresì alla riduzione degli sprechi che si stimano aggirarsi attorno al 4560% del volume di acqua derivato dal Trebbia. Si tenga conto, peraltro, che i volumi di acque sotterranee prelevate con pozzi da parte delle aziende (per usi irrigui) risultano maggiori di quelli ricevuti dalla rete irrigua superficiale consortile. Un significativo approfondimento di tale problematica è stato effettuato con lo Studio del bacino idrografico del Fiume Trebbia per la questione sostenibile delle risorse idriche concluso nell Aprile Di tale studio si provvede ad allegare una Sintesi. A partire dagli esiti del presente studio emerge quindi la necessità di avviare un programma operativo a vari livelli, da affrontare in concerto con tutti gli attori interessati, per raggiungere il primo significativo obiettivo, ovvero garantire al fiume il Deflusso Minimo Vitale (DMV). In aggiunta a quanto su esposto, al momento è possibile tracciare un primo elenco delle eventuali cooperazioni su alcuni dei principali temi affrontati e sulle relative linee d azione. Oltre alla Regione Emilia Romagna, alla Provincia di Piacenza e agli otto Comuni ricompresi nel Parco, che si intendono sempre coinvolti per le rispettive competenze, si segnalano: Per la tutela della risorsa idrica e per garantire il Deflusso Minimo Vitale. Consorzio di Bonifica Bacini Tidone e Trebbia, Servizio Provinciale Difesa Suolo, ARPA, Università Agraria, associazioni di categoria agricole, ecc. Per le regimazioni idrauliche. C.I.R.F. (Centro Italiano di riqualificazione Fluviale), A.I.Po (Agenzia Interregionale Po), Autorità di bacino, Associazioni Industriali. Per le attività estrattive e i ripristini naturalistici. Associazione industriali (per le imprese di lavorazione di inerti: Padana Inerti, Inerti Trebbia, CPS, Campolonghi, Boccenti, Burgazzi, ecc.), associazioni ambientaliste (Legambiente, Lipu, WWF), C.I.R.F. (Centro Italiano di Riqualificazione Fluviale) per valutare le soluzioni inerenti alla delocalizzazione degli impianti di trattamento degli inerti e i progetti di rinaturazione e di riqualificazione fluviale. Per il recupero delle aree demaniali. Servizio Provinciale Difesa Suolo, Agenzia del Demanio del Ministero delle Finanze, Associazione Industriali (per le imprese di escavazione), associazioni agricole. Per gli interventi di forestazione. Associazioni ambientaliste, associazioni di categoria agricole, Corpo Forestale dello Stato, Centri di formazione professionale. Per la riqualificazione dell agricoltura nelle fasce spondali. Associazioni di categoria agricole, associazioni ambientaliste, Istituto agrario Ranieri, Università Agraria, Azienda sperimentale Tadini, Centri di formazione professionale. Per la protezione della fauna selvatica. Associazioni venatorie, associazioni ambientaliste, Lipu, WWF, Università. Per la valorizzazione turistica. Piacenza turismi, Proloco, associazioni ambientaliste, F.A.I., Italia Nostra. Per l educazione ambientale. Scuole dei Comuni rivieraschi, C.E.A. di Piacenza, CIDIEP, laboratorio di educazione ambientale di Gragnano Trebbiese, di Rottofreno. 18

21 d. Obiettivi gestionali e cooperazione d.2 Forme di cooperazione e di concertazione da utilizzare per garantire la gestione coordinata dei vincoli Diversi sono gli Enti (in aggiunta ai componenti del futuro Consorzio di gestione), le Associazioni di categoria e i Consorzi territorialmente interessati dalla presente proposta di istituzione (STB Bacini Tidone e Trebbia, Consorzio di Bonifica Bacini Tidone e Trebbia, Associazioni di categoria agricoltori in particolare, Associazione Industriali e LegaCoop ). Per ora è possibile indicare solo alcuni spunti progettuali, da approfondire in fase di conferenza come da art. 17 della L.R. 6/2005, comma 3 e 4. In particolare si sottolinea la necessità di attivare una conferenza con le organizzazioni professionali agricole, così come indicato all art. 17, comma 4 della L.R. 6/2005, per la predisposizione di accordo agroambientale. Al tavolo del percorso partecipato sono emerse inoltre alcune disponibilità alla collaborazione per la gestione del territorio (da riprendere, approfondire ed eventualmente formalizzare). Tra queste, per la gestione integrata della viabilità di cava e del demanio, la disponibilità di STB (Bacini Trebbia e Tidone) ad una collaborazione anche col futuro Ente Parco come Ente di coordinamento. Si fa inoltre salvo e si ritiene fondamentale quanto indicato all art. 21 L.R. 6/2005, in merito alla costituzione di un Comitato tecnicoscientifico come organismo consultivo propositivo dell Ente parco, e all art. 20 L.R. 6/2005, in merito alla composizione di una Consulta. Una valutazione sulla composizione di entrambi gli organi è al momento prematura. 19

22 d. Obiettivi gestionali e cooperazione d.3 Struttura dell Ente di gestione dell Area protetta Questo aspetto non è ancora stato approfondito ma in ogni caso l Ente Gestore sarà strutturato come indicato all art. 18 della L.R. 6/2005, comma 2, sotto la forma di un Consorzio tra Provincia di Piacenza e gli otto Comuni interessati dalla perimetrazione del Parco. Il medesimo Consorzio si doterà di uno statuto nei tempi e nei modi indicati ai comma 3 e 4 dell art. 18 della L.R. 6/

23 e Azioni, priorità e oneri 21

24 e. Azioni, priorità e oneri e.1 Azioni per la tutela e la valorizzazione dell area Il processo di riqualificazione del fiume Trebbia e del territorio di pertinenza è già avviato, in parte con la redazione di diversi studi e progetti e in parte con la realizzazione di interventi. Nella prima fase di vita del Parco, uno degli obiettivi principali consiste nel promuovere la realizzazione di interventi già progettati nel dettaglio. Un importante, quanto approfondito, progetto di riqualificazione del Trebbia è già stato predisposto per la valorizzazione di un tratto della sponda destra del fiume, interessante il territorio dei comuni di Gossolengo e Rivergaro. Di tale Progetto, che ha avuto il sostegno e la partecipazione sia della Regione EmiliaRomagna che della Provincia di Piacenza, viene allegata una sintesi alla presente Proposta in quanto, da un lato esprime la volontà presente ai vari livelli di intervenire attivamente sul Trebbia (in direzione del Parco) e, dall altro, rappresenta un modello di approfondimento progettuale che dovrà essere esteso all intero territorio, anche attraverso la formazione del Piano Territoriale del Parco. Un altro significativo progetto è rappresentato da Hidrosource Gestione integrata delle risorse idriche e in particolare dal suo sottoprogetto dal titolo Valorizzazione e riqualificazione degli ambiti di fruizione sostenibile. La presente proposta comincia a suggerire alcune fondamentali linee d azione coordinate e sintetizzate nei punti seguenti, con riferimento alle tematiche ritenute prioritarie. Tutela attiva di habitat e specie Un primo importante passo per la riqualificazione degli habitat e la conservazione delle specie animali e vegetali avviene con la redazione del Progetto di riorganizzazione dell attività estrattiva, la predisposizione di un Piano complessivo dei ripristini naturalistici lungo l alveo del Trebbia e l introduzione di incentivi per la riconversione a colture meno intensive ed idroesigenti dei terreni agricoli prossimi al fiume. Recupero delle aree degradate e prevenzione delle minacce Per quanto riguarda il recupero di aree degradate, al momento appare opportuno attuare alcuni degli interventi previsti nei Progetti suddetti, o in altri attivati a livello locale, mentre per quanto riguarda la prevenzione dalle minacce, un primo risultato si dovrebbe ottenere con l applicazione della normativa di salvaguardia e con la realizzazione di alcuni degli interventi elencati nel successivo capitolo sugli impegni prioritari, quali ad esempio la chiusura degli accessi veicolari all alveo del fiume. Attività estrattive Come emerge dal rapporto conoscitivo, la maggiore criticità esistente nel tratto di pianura del fiume Trebbia è senz altro quella rappresentata dalle attività estrattive, sia per la loro incompatibilità normativa con il Parco (sono state tenute tutte all esterno), sia per il forte impatto determinato soprattutto dalla circolazione di mezzi pesanti nella rete di strade (anche nell alveo del fiume) al suo servizio. Poichè però la presenza dell attività estrattiva non appare né marginale né transitoria nell area fluviale (anche per la particolare qualità delle materie estratte) occorre avviare una complessa operazione di riordino e riqualificazione dell attività in atto e progressivamente una sua riduzione e un suo allontanamento dall alveo del fiume. A tal fine alcuni passi avanti sono stati fatti in sede di concertazione con gli operatori e le loro associazioni di categoria nella fase di formazione della proposta e che trovano una prima espressione nella definizione della zonizzazione interna al Parco ma ancor più nella condivisione della normativa di salvaguardia (a cui si rimanda) che è stata particolarmente approfondita proprio sul tema delle attività estrattive. Attività agricole Il rapporto con le attività agricole (colture intensive che contendono spazio al fiume) deve essere affrontato sia in relazione al sostegno della diffusione di politiche agroambientali da indirizzare in particolare all interno dell area con l obiettivo di favorire processi di rinaturazione, di costituzione di fasce protettive, ecc., che nei confronti di un più vasto scenario territoriale per la diffusione di pratiche agricole più sostenibili, soprattutto in termini di riduzioni dei prelievi che segnano in maniera molto pesante il bilancio afflussi/deflussi del fiume e ne limitano tanto la funzionalità ecologica che la fruibilità, ma anche in termini di offerta di servizi ambientali da parte delle aziende agricole multifunzionali sostenute dalla domanda indotta dal Parco. Le zone di pertinenza fluviale richiedono quindi interventi nel campo dell attività agricola, finalizzati a recuperare un corretto rapporto con l ambiente. Occorre 22

25 e. Azioni, priorità e oneri individuare le azioni e gli strumenti finanziari utili per operare una progressiva conversione delle modalità di coltivazione e di uso del suolo. Il Piano di Sviluppo provinciale ha da tempo imboccato questa strada e compito del Parco sarà di promuovere accordi e convenzioni con gli agricoltori operanti nel suo territorio. and breakfast, punti di ristoro, ecc. e avviando un processo di certificazione di qualità con l attribuzione di un marchio del Parco. Offerta di servizi (tema della Fruizione) e incentivazione, sostegno e promozione per la conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali, storiche, culturali e paesaggistiche del territorio Il tema della fruizione ricreativa, culturale e didattica e della valorizzazione delle risorse paesistiche è in particolare evidenza, anche se di minore criticità nella fase di salvaguardia, e presenta diversi aspetti L infrastrutturazione longitudinale (la percorribilità delle rive) del fiume entro corridoi (ciclovie e ippovie) rivolta ad itinerari di fruizione di medio/lungo raggio; il tema può essere quindi affrontato partendo dai progetti esistenti (citati in testa al presente paragrafo) e in particolare quello relativo alla sistemazione della sponda destra del fiume tra Gossolengo e Rivergaro. Il rapporto con la città di Piacenza e con il Po (e la sua offerta fruitiva) valorizzando il nodo all altezza dell autostrada caratterizzato dalla presenza dell Oratorio Camposanto Vecchio e dalla sua corte rurale come auspicabile sede dell offerta di servizi per il Parco e della futura realizzazione di un autogrill (esterno al Parco), all interno del quale sarà fondamentale la collocazione di un punto informativo e di accoglienza funzionale sia al Parco che alla città di Piacenza. L allestimento di una sede di rappresentanza nel Borgo del Castello di Rivalta (sono in corso contatti con il proprietario del Castello per valutare tale ipotesi). La balneabilità e le altre utilizzazioni ludico/sportive del corso d acqua (canoa, pesca sportiva, ecc.) con la loro esigenza di infrastrutturazione minuta e di regolazione dell accessibilità. La proiezione sul fiume dei singoli paesi attraverso la realizzazione di lidi comunali (aree attrezzate sia al servizio della fruizione generale del Parco che al servizio delle popolazioni locali). La fruizione culturale entro una rete ecomuseale e attraverso un percorso di valorizzazione dei beni culturali emergenti (castelli, centri storici, beni architettonici isolati, ecc.) e delle aree di interesse archeologico. L infrastrutturazione ambientale del sistema di offerta, attraverso la realizzazione e la messa in rete di centri di educazione ambientale, centri visita, punti per l osservazione della fauna ecc. Il sistema di accoglienza e l offerta ricettiva promuovendo e sostenendo l apertura di agriturismi, bed 23

26 e. Azioni, priorità e oneri e.2 Indicazione sugli impegni prioritari e gli oneri Si riporta di seguito uno schema di proposta finanziaria riferita alle azioni, alle attività e agli oneri di gestione ordinaria e straordinaria individuati alla lettera c), par delle Linee Guida regionali. Le seguenti voci sono da intendersi come indicazioni di massima, risultato della sintesi di diverse ipotesi progettuali che in questi anni hanno interessato lo studio dell area oggi proposta come Parco. Sarà compito di questa Amministrazione di concerto con i Comuni interessati dal Parco e dell Ente Gestore del Parco stesso, definire le priorità di attuazione delle azioni elencate, a seguito di studi di fattibilità più approfonditi e in base alla disponibilità finanziaria. Azioni prioritarie di tutela a valorizzazione Accessi Chiusura di una serie di accessi al greto e all alveo del fiume attualmente presenti lungo l intera l asta, utilizzati dai mezzi fuoristrada senza un adeguata regolamentazione. Questa attività allo stato attuale è di difficile gestione e di forte impatto per gli habitat vegetazionali e per l avifauna nidificante nel greto. Tali opere saranno effettuate mediante posa in opera di sbarre metalliche, escavazione di fossi e sbarramenti, riporto di arginature di ghiaia o di terreno presente in loco in modo da limitare il più possibile l accesso incontrollato di automezzi e ciclomotori. Il presente finanziamento deve intendersi ad integrazione del contributo concesso nell ambito del Piano di Azione Ambientale Stralcio 2006, misura 1.A) ParchiAree protette Rete Natura 2000 e riguardante un tratto del SIC/ZPS IT Basso Trebbia, in modo da poter realizzare un primo strumento di gestione attiva dell alveo perimetrato del Parco nella sua interezza. Stima oneri Aree di sosta Realizzazione di aree di sosta attrezzate per biciclette ed automezzi ubicate in prossimità del fiume (fascia C/area contigua) esternamente al cuore del Parco (Zona B, fascia di greto e di alveo), in siti che sono già stati, in linea di massima, individuati nell ambito del progetto europeo INTERREG IIIC Hidrosource Gestione integrata delle risorse idriche fluviali, sottoprogetto Valorizzazione e riqualificazione degli ambiti di fruizione sostenibile, nonché, per il tratto in territorio di Gossolengo e Rivergaro, nel Progetto di tutela, recupero e valorizzazione della sponda destra del fiume Trebbia. La ricognizione dell asta del fiume lungo l intero tratto piacentino effettuata grazie al progetto citato ha permesso di individuare le aree maggiormente fruite da bagnanti ed escursionisti e gli impatti conseguenti all utilizzo indiscriminato dell alveo con accesso diretto al fiume. L analisi è stata conseguentemente rivolta all individuazione di potenziali aree di sosta gestite, localizzate in settori già sfruttati allo scopo e in condizioni di degrado (vecchie aree di sosta, rettificazioni stradali, piazzole abbandonate di impianti di cava dismessi), da attrezzare opportunamente in modo da poter conseguentemente bloccare tutti gli altri accessi. Nel tratto di Fiume Trebbia interessato dal Parco, complessivamente tra sponda destra e sponda sinistra, sono stati individuati 9 potenziali siti. Il costo di realizzazione di ognuno di essi (evidentemente variabile in base a stato dei luoghi e disponibilità dei terreni) è comprensivo della posa di pavimentazione permeabile, di alberature (specie autoctone) per l ombreggiamento, di recinzioni in legno per la delimitazione, della manutenzione e della posa/realizzazione di pannelli informativi didattici e di contenitori per i rifiuti. Si potrebbe realizzare un primo progetto pilota di parcheggio verde, approfondendo l analisi preliminare degli altri siti indicati come idonei. Stima oneri per sito Ripristini naturalistici Contributo per la forestazione e la ricostituzione dell omogeneità della rete ecologica mediante la realizzazione di ambiti boscati (lembi di fascia riparia), il ripristino e la bonifica dei siti degradati del greto fluviale. Questa attività richiede uno studio preliminare dell area in sponda destra, a completamento di quello effettuato nei Comuni di Gossolengo e Rivergaro, e in sponda sinistra, per l intero corso, allo scopo di individuare nel dettaglio tutte le condizioni di abbandono e di degrado e la tipologia di ripristino più opportuna. Il costo di un ettaro di rimboschimento nelle tipologie più diverse e comprendente anche la preparazione del terreno e i presidi contro: siccità (tramite canalette di irrigazione a goccia), infestanti (tramite pacciamatura), lepri (tramite reticelle o tubetti di protezione), greggi di pecore (tramite recinzione dell area) e prime manutenzioni per almeno 45 anni (consistenti soprattutto nell eliminazione infestanti e irrigazione nei mesi estivi) va approssitivamente dai ai (la differenza è così elevata in quanto il gradiente delle condizioni di partenza può passare dal suolo nudo al roveto con la necessità di eliminare preliminarmente le infestanti, oppure alla necessità di ripristinare o creare zone umide nelle radure presenti tramite movimento terra); mentre 1 Km di bosco lineare di 5 6 m di larghezza nelle tipologie più diverse e comprendente anche in questo caso i presidi di protezione si aggira intorno ai In base a stime dei costi di interventi di forestazione già realizzati dalla presente Amministrazione, si presenta qui una stima dei costi per ettaro. Stima oneri per ettaro 24

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento

Dettagli

TITOLO 3 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI E PAESAGGISTICHE Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio

TITOLO 3 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI E PAESAGGISTICHE Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio Unità di paesaggio (Art. 3.1-3.2) Indicazioni generali Le unità di paesaggio, al fine di garantire una gestione del territorio coerente con gli obiettivi di valorizzazione

Dettagli

- che attualmente il Lazio è interessato da 6 aree protette nazionali e da 69 aree protette regionali

- che attualmente il Lazio è interessato da 6 aree protette nazionali e da 69 aree protette regionali OGGETTO: PROPOSTA DI ISTITUZIONE DEL MONUMENTO NATURALE ''LAGHETTO IN LOC. SEMBLERA MONTEROTONDO SCALO'' AI SENSI DELL'ART. 6 DELLA LEGGE REGIONALE 6 OTTOBRE 1997 N. 29 E SS.MM.II. - APPROVAZIONE DELLA

Dettagli

Bio i d o i d v i er e s r i s t i à à in i n r e r t e e.

Bio i d o i d v i er e s r i s t i à à in i n r e r t e e. Biodiversità in rete. Studio di fattibilità della Rete Ecologica locale tra Adda e Lambro passando per il Monte Barro. Con il contributo di Il progetto nel suo contesto. Il presente progetto è stato presentato

Dettagli

Dott.ssa S. Anelli Dott. S. Porta

Dott.ssa S. Anelli Dott. S. Porta Dott.ssa S. Anelli Dott. S. Porta 1 PARCO DEL TREBBIA - Legge Regionale n. 19/2009 2 PARCO DEL TREBBIA - Legge Regionale n. 19/2009 Art. 1 Istituzione del Parco regionale, finalità e obiettivi gestionali

Dettagli

AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LECCE

AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI LECCE CONSULTAZIONE PUBBLICA Pianificazione Urbanistica Partecipata La Città non è fatta di soli edifici e piazze, ma è fatta di memoria, di segni, di linguaggi, di desideri, che sono a loro volta l espressione

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000. Fulvio CERFOLLI, PhD

Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000. Fulvio CERFOLLI, PhD Struttura, obiettivi e strategia dei Piani di Gestione dei Siti Natura 2000 Fulvio CERFOLLI, PhD Che cos e un PIANO DI GESTIONE di un sito Natura 2000? E uno strumento di pianificazione del territorio

Dettagli

Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO

Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO Piano di Gestione delle Acque I Aggiornamento Rapporto tra PDGAcque e altri piani di indirizzo: PDGAlluvioni, Piano di Sviluppo Rurale, Piano di Indirizzo

Dettagli

1. INSERIMENTO URBANISTICO

1. INSERIMENTO URBANISTICO A.S.A. Azienda Servizi Ambientali Comune di Pomarance OPERE DI COLLETTAMENTO DELLA RETE FOGNARIA AL NUOVO DEPURATORE RELAZIONE INSERIMENTO URBANISTICO Data Aprile 2015 Codice PGI G089-0636-000 Codice Commessa

Dettagli

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI IMPERIA AL SINDACO DI POMPEIANA

AL PRESIDENTE DELLA REGIONE LIGURIA AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI IMPERIA AL SINDACO DI POMPEIANA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI IMPERIA AL SINDACO DI POMPEIANA AL COORDINAMENTO PROVINCIALE DEL CORPO FORESTALE DI IMPERIA ALLA POLIZIA PROVINCIALE DI IMPERIA Prot.n. 251/06

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA Ottobre 2009 Sono passati dieci anni dall avvio del progetto regionale Fattorie Didattiche che ha creato nel periodo un apertura di dialogo

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO

PROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO ALLEGATO A ALLA DELIBERAZIONE N. DEL PROTOCOLLO D INTESA per la gestione e la valorizzazione dei magazzini idraulici di A.I.PO nel circondario idraulico di ROVIGO PROTOCOLLO DI INTESA tra l'agenzia Interregionale

Dettagli

Altopascio 21.01.2011 PIANO PLURIENNALE ECONOMICO-SOCIALE della R.N.P. LAGO DI SIBOLLA

Altopascio 21.01.2011 PIANO PLURIENNALE ECONOMICO-SOCIALE della R.N.P. LAGO DI SIBOLLA Riserva Naturale Provinciale Lago di Sibolla Altopascio 21.01.2011 CHE COSA E IL PPSE? l. n. 394/ 91 legge quadro sulle aree protette ha la finalità di promuovere e sostenere iniziative atte a favorire

Dettagli

Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio

Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Architettura Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio UNA RETE DI GREENWAYS PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI PRATO: occasioni di riqualificazione

Dettagli

C o m u n e d i C o s t a d e N o b i l i P r o v i n c i a d i P a v i a P I A N O D I G O V E R N O D E L T E R R I T O R I O

C o m u n e d i C o s t a d e N o b i l i P r o v i n c i a d i P a v i a P I A N O D I G O V E R N O D E L T E R R I T O R I O C o m u n e d i C o s t a d e N o b i l i P r o v i n c i a d i P a v i a P I A N O D I G O V E R N O D E L T E R R I T O R I O Q U E S T I O N A R I O C O N O S C I T I V O P A R T E C I P A Z I O N E

Dettagli

Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica

Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica 20 ottobre 2004 Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica Norme di Attuazione: Titolo 6 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 2 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO

Dettagli

COMUNE DI LAJATICO PROVINCIA DI PISA PIANO DI ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE PIANO DELLA DISTRIBUZIONE E LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI

COMUNE DI LAJATICO PROVINCIA DI PISA PIANO DI ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE PIANO DELLA DISTRIBUZIONE E LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI COMUNE DI LAJATICO PROVINCIA DI PISA PIANO DI ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE PIANO DELLA DISTRIBUZIONE E LOCALIZZAZIONE DELLE FUNZIONI PIANO D INDIRIZZO E REGOLAZIONE DEGLI ORARI PIANO MOBILITÀ

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO

Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente. U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO Dipartimento Ambiente e Sviluppo Servizio Ambiente U.O. C. Sviluppo Sostenibile, Agenda XXI, Comunicazione SINTESI PROGETTO ATTUAZIONE DEL PROGETTO REBIR Risparmio Energetico, Bioedilizia, Riuso Data 29.01.2009

Dettagli

Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna S.A.R.A. SISTEMA AREE REGIONALI AMBIENTALI

Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna S.A.R.A. SISTEMA AREE REGIONALI AMBIENTALI Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna S.A.R.A. SISTEMA AREE REGIONALI AMBIENTALI Roma 27 marzo 2008 workshop Financing Natura 2000 PROGRAMMA S.A.R.A. Sistema Aree Regionali

Dettagli

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it

Bandi 2015 ARTE E CULTURA. Protagonismo culturale dei cittadini. www.fondazionecariplo.it Bandi 2015 ARTE E CULTURA Protagonismo culturale dei cittadini BENESSERE COMUNITÀ www.fondazionecariplo.it BANDI 2015 1 Bando senza scadenza Protagonismo culturale dei cittadini Il problema La partecipazione

Dettagli

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione

ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione PROVINCIA DI POTENZA Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio Home PIANO D AZIONE ENEPOLIS Indice ATTIVITÀ E Piano di informazione e comunicazione L attività E comprende tre azioni specifiche;

Dettagli

AIBE ED EXPO 2015 S.p.A. Protocollo d intesa

AIBE ED EXPO 2015 S.p.A. Protocollo d intesa AIBE ED EXPO 2015 S.p.A. Protocollo d intesa Siglato a Milano il 17 Maggio 2010 PROTOCOLLO D INTESA TRA Associazione fra le Banche Estere in Italia (di seguito AIBE ), con sede in Milano in Piazzale Cadorna

Dettagli

Parco Locale di Interesse Sovracomunale SERIO NORD

Parco Locale di Interesse Sovracomunale SERIO NORD Parco Locale di Interesse Sovracomunale SERIO NORD PIANO TRIENNALE DEGLI INTERVENTI 2009-2011 Seriate, 29 Gennaio 2009 (modificato nell Assemblea dei Sindaci del 12/11/2009 verbale n. 51) Parco Locale

Dettagli

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile 1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4

Dettagli

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie

B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305. Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie B.U. 13 novembre 1998, n. 45, III Suppl. Straord. d.g.r. 2 novembre 1998, n. VI/39305 Adeguamento della V.I.A. Regionale alle Direttive Comunitarie LA GIUNTA REGIONALE Premesso: che con D.P.R. 12 aprile

Dettagli

Gruppo di Lavoro. Le scelte urbanistiche TERZO INCONTRO. Sala Polifunzionale della Biblioteca del Comune di Nembro, 20-02-2008 SCHEDE PROGETTO

Gruppo di Lavoro. Le scelte urbanistiche TERZO INCONTRO. Sala Polifunzionale della Biblioteca del Comune di Nembro, 20-02-2008 SCHEDE PROGETTO Introduzione Gruppo di Lavoro Le scelte urbanistiche TERZO INCONTRO Sala Polifunzionale della Biblioteca del Comune di Nembro, 20-02-2008 SCHEDE PROGETTO Il terzo incontro, a cui erano presenti 12 partecipanti,

Dettagli

Per la realizzazione delle opere ospedaliere: dal rilevamento delle esigenze all avvio dei progetti

Per la realizzazione delle opere ospedaliere: dal rilevamento delle esigenze all avvio dei progetti Le metodologie di elaborazione degli strumenti di espressione della domanda e di verifica del progetto Per la realizzazione delle opere ospedaliere: dal rilevamento delle esigenze all avvio dei progetti

Dettagli

1. Servizio / Ufficio! Politiche Ambientali. 2. Dirigente! Viviana De Podestà. 4. Referente per la comunicazione!

1. Servizio / Ufficio! Politiche Ambientali. 2. Dirigente! Viviana De Podestà. 4. Referente per la comunicazione! [13] 1. Servizio / Ufficio! Politiche Ambientali 2. Dirigente! Viviana De Podestà 3. Account! Vincenzo Terlizzi 4. Referente per la comunicazione! Maria Carla Cuccu 5. Referente sito web! Davide Lombardelli

Dettagli

IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA

IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA INU Emilia Romagna Istituto Nazionale Urbanistica Summer School 2010 Cesenatico, 23-24-25 settembre 2010 IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA RELAZIONE GUIDO LEONI P.le Arturo Balestrieri

Dettagli

COMPLESSITA TERRITORIALI

COMPLESSITA TERRITORIALI PROGETTO PILOTA COMPLESSITA TERRITORIALI OBIETTIVI E FINALITA DEL PROGETTO PROGETTO PILOTA COMPLESSITA TERRITORIALI IL CONTESTO Il Sistema Territoriale di progetto è parte del sistema metropolitano lombardo,

Dettagli

3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI

3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI 3. PROBLEMATICHE AMBIENTALI La tavola riassume le criticità più significative che interessano l intero territorio comunale di Valeggio sul Mincio alla luce dell analisi operata dal Documento Preliminare

Dettagli

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO nuove scelte per la difesa del nostro Appennino

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO nuove scelte per la difesa del nostro Appennino Comitato alluvione 11 Giugno 2011 onlus Il dissesto nell Appennino di Parma programmiamo la prevenzione Fornovo, Biblioteca Comunale, 20 Maggio 2014 IL DISSESTO IDROGEOLOGICO nuove scelte per la difesa

Dettagli

LA REGIONE SICILIANA ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI E DELL IDENTITA SICILIANA (di seguito Assessorato)

LA REGIONE SICILIANA ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI E DELL IDENTITA SICILIANA (di seguito Assessorato) PROTOCOLLO D INTESA PER LA INDIVIDUAZIONE DI AZIONI COMUNI VOLTE A MIGLIORARE LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE DELLE CITTA D ARTE DELLA SICILIA TRA LA REGIONE SICILIANA ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI

Dettagli

BANCHE DATI NATURALISTICHE REGIONE PIEMONTE (BDNRP) Deontologia e norme per l utilizzo e l accesso ai dati

BANCHE DATI NATURALISTICHE REGIONE PIEMONTE (BDNRP) Deontologia e norme per l utilizzo e l accesso ai dati BANCHE DATI NATURALISTICHE REGIONE PIEMONTE (BDNRP) Deontologia e norme per l utilizzo e l accesso ai dati Sommario 1 Finalità...1 2 Origine dei dati...1 3 Proprietà dei dati...2 4 Proprietà dei software...2

Dettagli

I CONTRATTI DI FIUME in Lombardia

I CONTRATTI DI FIUME in Lombardia Governance e partecipazione per il bacino del Po Colorno 26 ottobre 2007 I CONTRATTI DI FIUME in Lombardia Mario Clerici Regione Lombardia mario_clerici@regione.lombardia.it PERCHE UN CONTRATTO DI FIUME

Dettagli

tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività

tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività SCHEMA DI ACCORDO DI PROGRAMMA tra la Regione Autonoma della Sardegna e il Consorzio di Bonifica. per lo svolgimento di attività inerenti al servizio di piena e intervento idraulico e presidio territoriale.

Dettagli

IL CONSIGLIO COMUNALE

IL CONSIGLIO COMUNALE Si chiede di iniziare dal punto 3 dell ordine del giorno. I Consiglieri sono d accordo. Illustra l Assessore Diegoli. IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE: - rientra tra gli obiettivi dell Amministrazione

Dettagli

Zonizzazione Acustica

Zonizzazione Acustica Zonizzazione Acustica Relazione POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO LOMBARDO Consulenti: dott. arch. Luca Bertagnon dott. arch. Claudio Scillieri 0 introduzione La zonizzazione acustica è la classificazione del

Dettagli

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.

Dettagli

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale. L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria

Dettagli

Sviluppo sostenibile locale: Agenda 21 come processo partecipato e condiviso del nostro territorio

Sviluppo sostenibile locale: Agenda 21 come processo partecipato e condiviso del nostro territorio CoMoDo. Comunicare Moltiplica Doveri (art direction, grafica, fotografia Marco Tortoioli Ricci) Provincia di Terni in collaborazione con i Comuni della provincia Sviluppo sostenibile locale: Agenda 21

Dettagli

Linee guida del Piano Programma di valorizzazione e gestione del Complesso Ex Convento di Sant Orsola.

Linee guida del Piano Programma di valorizzazione e gestione del Complesso Ex Convento di Sant Orsola. ALLEGATO 2 Linee guida del Piano Programma di valorizzazione e gestione del Complesso Ex Convento di Sant Orsola. Approvate dalla Giunta Provinciale con Deliberazione n. 22 del 18 Febbraio 2014 Palazzo

Dettagli

ASSE 2 CABINA DI REGIA PER GOVERNARE LE TRASFORMAZIONI

ASSE 2 CABINA DI REGIA PER GOVERNARE LE TRASFORMAZIONI ASSE 2 CABINA DI REGIA PER GOVERNARE LE TRASFORMAZIONI COMUNE DI NOVARA CODICE15.3.1.5 Cabina di Regia: funzioni di rango urbano e gateway Scheda azioni Immateriali Cabina di Regia: funzioni di rango urbano

Dettagli

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA

Dettagli

PRESENTAZIONE PROGETTO

PRESENTAZIONE PROGETTO PRESENTAZIONE PROGETTO Serie di attività svolte per sollecitare : Un maggior impegno sociale, Coinvolgimento attivo nella vita cittadina, Crescita della cultura della solidarietà, Dedicazione di parte

Dettagli

Schede delle aree di trasformazione MODIFICATA A SEGUITO DELLE CONTRODEDUZIONI

Schede delle aree di trasformazione MODIFICATA A SEGUITO DELLE CONTRODEDUZIONI Schede delle aree di trasformazione MODIFICATA A SEGUITO DELLE CONTRODEDUZIONI Novembre 2012 INDICE Nuove aree di trasformazione... 3 Ambito A - Residenziale e Commerciale... 4 Ambito B - Residenziale

Dettagli

Standard qualitativi per la pianificazione delle zone produttive. Tagung am 24.10.2014

Standard qualitativi per la pianificazione delle zone produttive. Tagung am 24.10.2014 Standard qualitativi per la pianificazione delle zone produttive Tagung am 24.10.2014 Punto di partenza: Nuova definizione della politica di gestione delle zone produttive» Riforma delle zone produttive:

Dettagli

STATUTO CONSORTILE. Art. 50, comma 4

STATUTO CONSORTILE. Art. 50, comma 4 STATUTO CONSORTILE Art. 50, comma 4 Entro due anni dall approvazione dello statuto da parte della Giunta regionale, il Consorzio provvede ad esplicitare nell avviso di pagamento lo specifico beneficio

Dettagli

ALLEGATO A: LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DELLE PRIORITÀ D INTERVENTO

ALLEGATO A: LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DELLE PRIORITÀ D INTERVENTO ALLEGATO A: LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DELLE D INTERVENTO PER LA CONSERVAZIONE DELL ORSO BRUNO MARSICANO Riduzione degli impatti legati alle attività antropiche (rif. azioni A1, A3, A4 e A5 del PATOM)

Dettagli

Assistenza tecnica funzionale alla

Assistenza tecnica funzionale alla definizione, alla identificazione ed alla gestione dei Sistemi Turistici Locali ed altri idonei strumenti di promozione turistico territoriale complementari agli STL, e utili allo sviluppo del settore

Dettagli

Comune di Cassano d Adda. Comuni interessati dal progetto. Parco Adda Nord. Comune di Pozzuolo Martesana. Comune di Trezzo d Adda

Comune di Cassano d Adda. Comuni interessati dal progetto. Parco Adda Nord. Comune di Pozzuolo Martesana. Comune di Trezzo d Adda Comune di Cassano d Adda Parco Adda Nord Comune di Pozzuolo Martesana Comune di Trezzo d Adda Comuni interessati dal progetto Inzago, Vaprio d Adda, Truccazzano Pozzo d Adda Busnago Grezzago Trezzano Rosa

Dettagli

Valsat Sintesi non tecnica

Valsat Sintesi non tecnica Valsat Sintesi non tecnica Pagina 1 di 7 SOMMARIO 1 INTRODUZIONE... 3 2 CONTENUTI ED OGGETTO... 3 3 VERIFICA DI COERENZA... 4 4 ANALISI AMBIENTALI... 5 5 CONCLUSIONI... 7 Pagina 2 di 7 1 INTRODUZIONE La

Dettagli

Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione Piemonte.

Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE BU51 24/12/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 30 novembre 2015, n. 38-2535 Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Toscana Turistica Sostenibile & Competitiva - Fase 2

Toscana Turistica Sostenibile & Competitiva - Fase 2 Toscana Turistica Sostenibile & Competitiva - Fase 2 Applicazione del Modello di Gestione sostenibile della Destinazione turistica Area di verifica AUTOVALUTAZIONE Elenco Domande per area tematica NECSTOUR

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale O GG E TTO : Art. 57 LR 36/97 e art. 8 LR 18/99 : Schema di Accordo di Pianificazione per variante PTC della Provincia di Genova in recepimento del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del Bacino

Dettagli

QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA

QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA QUADRO DI SINTESI POTENZIALITA E CRITICITA CONTRATTO DI PAESAGGIO FINALIZZATO ALLA DEFINIZIONE DI UNA STRATEGIA DI SVILUPPO TERRITORIALE E DI RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA DEI TERRITORI MONTANI DI COMUNANZA

Dettagli

Allegato n. 2 QUESTIONARIO CONOSCITIVO SUL PATRIMONIO VERDE COMUNALE O PROVINCIALE ESEMPIO

Allegato n. 2 QUESTIONARIO CONOSCITIVO SUL PATRIMONIO VERDE COMUNALE O PROVINCIALE ESEMPIO Allegato n. 2 QUESTIONARIO CONOSCITIVO SUL PATRIMONIO VERDE COMUNALE O PROVINCIALE ESEMPIO Si prega di compilare il seguente questionario, costituente parte integrante dell iter per l attribuzione del

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 39/ 15 DEL 5.8.2005

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 39/ 15 DEL 5.8.2005 DELIBERAZIONE N. 39/ 15 Oggetto: Attuazione degli interventi finalizzati alla definizione del Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS). L Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito

Dettagli

Parc Adula Progetto di parco nazionale. Una piccola Svizzera nel cuore delle Alpi

Parc Adula Progetto di parco nazionale. Una piccola Svizzera nel cuore delle Alpi Parc Adula Progetto di parco nazionale Una piccola Svizzera nel cuore delle Alpi 1 Una piccola Svizzera nel cuore delle Alpi, Associazione Parc Adula, Marzo 2011 Missione Il progetto Parc Adula si prefigge

Dettagli

Indice degli Elaborati del PdG PIANO DI GESTIONE. Ambito territoriale di Isola di Pantelleria. versione conforme al DDG ARTA n 603 del 26/06/2009

Indice degli Elaborati del PdG PIANO DI GESTIONE. Ambito territoriale di Isola di Pantelleria. versione conforme al DDG ARTA n 603 del 26/06/2009 Unione Europea Regione Siciliana Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali Codice POR: 1999.IT.16.1.PO.011/1.11/11.2.9/0351 Ambito territoriale di Isola di Pantelleria PIANO DI GESTIONE versione

Dettagli

PROTOCOLLO D' INTESA PER L ATTUAZIONE DELL ASSE 6 CITTA AT- TRATTIVE E PARTECIPATE DEL POR FESR EMILIA ROMAGNA 2014-2020

PROTOCOLLO D' INTESA PER L ATTUAZIONE DELL ASSE 6 CITTA AT- TRATTIVE E PARTECIPATE DEL POR FESR EMILIA ROMAGNA 2014-2020 Allegato parte integrante - 2 Allegato B) PROTOCOLLO D' INTESA PER L ATTUAZIONE DELL ASSE 6 CITTA AT- TRATTIVE E PARTECIPATE DEL POR FESR EMILIA ROMAGNA 2014-2020 TRA Regione Emilia Romagna, in persona

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato Casalese Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l Astigiano Osservatorio del Paesaggio Alessandrino Osservatorio del Paesaggio

Dettagli

Progetto promosso e finanziato dalla. Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise

Progetto promosso e finanziato dalla. Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise Osservatorio Regionale sui Trasporti, la logistica e le infrastrutture in Molise Progetto promosso e finanziato dalla Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise Rapporto finale Gennaio 2008

Dettagli

La Giunta Comunale. Visto il D.P.R. 30.05.1989 n. 223 Regolamento Anagrafico e sue modifiche;

La Giunta Comunale. Visto il D.P.R. 30.05.1989 n. 223 Regolamento Anagrafico e sue modifiche; Oggetto: Definizione linee di indirizzo per accesso in consultazione alla banca dati informatizzata dell Anagrafe del Comune di Teglio ed utilizzo dei dati anagrafici da parte degli Uffici comunali. La

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 795 clienti TIEMME SpA (errore di campionamento +/ 2%) rappresentativo della popolazione obiettivo,

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO

REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO REGOLAMENTO PER LE EROGAZIONI EMBLEMATICHE DELLA FONDAZIONE CARIPLO 1. Finalità degli interventi emblematici 2 2. Ammontare delle assegnazioni e soggetti destinatari 2 3. Aree filantropiche di pertinenza

Dettagli

Gestione integrata e partecipata delle risorse idriche

Gestione integrata e partecipata delle risorse idriche Gestione integrata e partecipata delle risorse idriche Quadro legislativo Direttiva 2000/60/CE D.Lgs 152/2006, riportante Norme in materia ambientale Piano di Gestione del distretto idrografico del Fiume

Dettagli

Verso il PSR Marche 2014-2020

Verso il PSR Marche 2014-2020 Verso il PSR Marche 2014-2020 Focus Ecosistema, energia e clima Osimo, 25 Ottobre 2013 PSR Marche 2007-2013 e tutela della biodiversità Pietro Politi Servizio Agricoltura, Forestazione e Pesca - Regione

Dettagli

CASTIGLIONE E SCARLINO: SOLUZIONI IN AGENDA

CASTIGLIONE E SCARLINO: SOLUZIONI IN AGENDA Progetto CASTIGLIONE E SCARLINO: SOLUZIONI IN AGENDA Contesti e Cambiamenti snc di Tessa Ercoli, Carlotta Iarrapino, Concetta Musumeci Via Cironi 2, 50134 Firenze P.I. 05856210488 www.contestiecambiamenti.it

Dettagli

PIT Progetto Integrato Territoriale Stazione accessibile. Integrazione delle politiche di riqualificazione del centro urbano di Terni

PIT Progetto Integrato Territoriale Stazione accessibile. Integrazione delle politiche di riqualificazione del centro urbano di Terni PIT Progetto Integrato Territoriale Stazione accessibile. Integrazione delle politiche di riqualificazione del centro urbano di Terni IL PIT Il Progetto Integrato Territoriale ed il POR-FESR 2007-13 Il

Dettagli

Piano operativo del sub-progetto WALL

Piano operativo del sub-progetto WALL Piano operativo del sub-progetto WALL Titolo attività Regioni italiane responsabili Regioni italiane Titolo sotto-attività Descrizione Durata (mesi) Ubicazione attività Partner locali SOTTOATTIVITA 1.1

Dettagli

Facoltà di Architettura LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANISTICA

Facoltà di Architettura LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANISTICA I Programmi complessi Si innestano in una duplice riflessione: 1. scarsità delle risorse pubbliche per la gestione delle trasformazioni urbane; 2. limiti della operatività del Piano Regolatore Generale.

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA SULLA PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO AMBIENTALE TRA. CONFINDUSTRIA - Confederazione Generale dell Industria Italiana

PROTOCOLLO D INTESA SULLA PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO AMBIENTALE TRA. CONFINDUSTRIA - Confederazione Generale dell Industria Italiana PROTOCOLLO D INTESA SULLA PREVENZIONE DELL INQUINAMENTO AMBIENTALE TRA CONFINDUSTRIA - Confederazione Generale dell Industria Italiana E ANIA - Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici Confindustria,

Dettagli

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 Documento approvato con DGR 1532 del 2.12.2005 - Allegato 2 - ALLEGATO 2

Dettagli

Modifiche in materia Commerciale

Modifiche in materia Commerciale PROVINCIA DI BOLOGNA PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Modifiche in materia Commerciale VARIANTE NON SOSTANZIALE AL PTCP ai sensi dell art.27bis della L.R. 20/2000 e s.m.i. RECEPIMENTO DEI

Dettagli

Il contributo della Pianificazione Comunale nel calcolo degli indicatori

Il contributo della Pianificazione Comunale nel calcolo degli indicatori Il contributo della Pianificazione Comunale nel calcolo degli indicatori A cura di: Gianluca Bortolini - referente per il Mosaico Informatizzato Provinciale - Sintesi PRG Settore Operativo Pianificazione

Dettagli

COMPETENZE DI CONTESTO (Capacità)

COMPETENZE DI CONTESTO (Capacità) DENOMINAZIONE POSIZIONE: CODICE POSIZIONE: TIPO DI POSIZIONE: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI APPARTENENZA: AREA SETTORIALE DI APPARTENENZA: FAMIGLIA PROFESSIONALE DI APPARTENENZA: GRADUAZIONE POSIZIONE: FINALITÀ

Dettagli

IL VERDE PUBBLICO 2.0

IL VERDE PUBBLICO 2.0 IL VERDE PUBBLICO 2.0 Approcci innovativi alla gestione del verde 21 novembre 2014, Brindisi Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, L. n 10/2013: cosa significa per i Comuni? Dott.ssa for. Francesca

Dettagli

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso

Dettagli

Piano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia

Piano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia Associazione Imprenditori Idroelettrici del Friuli Venezia Giulia Monitoraggio dei corsi d'acqua per la realizzazione e la gestione delle derivazioni Palazzo Torriani, Udine, 20 settembre 2013 Piano Regionale

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili 1. PREMESSA La disciplina dei cantieri temporanei e mobili ha trovato preciso regolamentazione nel Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e nel successivo

Dettagli

Difesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici

Difesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici Quadro normativo: Legge 183/89, «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo» Si intende: a) per suolo: il territorio, il suolo, il sottosuolo, gli abitati e le opere infrastrutturali;

Dettagli

Art. 1 (Istituzione) 2. Il parco è classificato ai sensi dell art. 10, comma 1 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 come parco marino.

Art. 1 (Istituzione) 2. Il parco è classificato ai sensi dell art. 10, comma 1 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 come parco marino. Legge regionale 21 aprile 2008, n. 11 Istituzione del Parco Marino Regionale Costa dei Gelsomini. (BUR n. 8 del 16 aprile 2008, supplemento straordinario n. 2 del 29 aprile 2008) Art. 1 (Istituzione) 1.

Dettagli

D I C H I A R A Z I O N E D INTENTI

D I C H I A R A Z I O N E D INTENTI D I C H I A R A Z I O N E D INTENTI E PROGRAMMA DI AZIONE P E R L A R E A L I Z Z A Z I O N E D I A T T I V I T À F I N A L I Z Z A T E A L L A C O N S E R V A Z I O N E D I O R S O L U P O L I N C E (Ursus

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

Criteri per l elaborazione Dr. Nino Bosco

Criteri per l elaborazione Dr. Nino Bosco Criteri per l elaborazione Dr. Nino Bosco Mercoledì 9 febbraio 2005 Milano, Fieraforum Risorse comuni Il Comune di Monza ha avviato il piano per coordinare gli interventi sul suolo e sottosuolo stradale

Dettagli

IL CANALE VILLORESI I comuni e le province interessate

IL CANALE VILLORESI I comuni e le province interessate V arco Villoresi occasione di tutela e valorizzazione ecologico-fruitiva del territorio a Nord di Milano 1 Cos è un CONSORZIO DI BONIFICA (quadro normativo di riferimento: L.R. 31/2008) Il Consorzio di

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA ANCI E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI

PROTOCOLLO D INTESA ANCI E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI PROTOCOLLO D INTESA TRA ANCI E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI Per l installazione, il monitoraggio, il controllo e la razionalizzazione degli impianti di stazioni radio base Vista la legge del 22 febbraio

Dettagli

Boccadoro. Porto Ercole. Comune di Monte Argentario Variante al Piano Strutturale. Sindaco: Arturo Cerulli Assessore all Urbanistica: Enzo Turbanti

Boccadoro. Porto Ercole. Comune di Monte Argentario Variante al Piano Strutturale. Sindaco: Arturo Cerulli Assessore all Urbanistica: Enzo Turbanti Comune di Monte Argentario Variante al Piano Strutturale Sindaco: Arturo Cerulli Assessore all Urbanistica: Enzo Turbanti Progettista della Variante e Responsabile del procedimento Ing. Luca Vecchieschi

Dettagli

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari 17.03. 2008 1 Fase 2.1.1 Trasferimento delle esperienze maturate dalla Regione Marche in materia

Dettagli

RINNOVO PROTOCOLLO D INTESA tra REGIONE PIEMONTE e CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI

RINNOVO PROTOCOLLO D INTESA tra REGIONE PIEMONTE e CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI RINNOVO PROTOCOLLO D INTESA tra REGIONE PIEMONTE e CONSORZIO NAZIONALE IMBALLAGGI Il CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, con sede in Roma, Via Tomacelli 132, in persona del Vice Direttore Generale,

Dettagli

MISURA 312 MISURA 312 MISURA 312 - C

MISURA 312 MISURA 312 MISURA 312 - C MISURA 312 I BANDI Sostegno allo sviluppo di attività economiche Le opportunità disponibili da Lunedì 11 Ottobre 1 Beneficiari: : Microimprese (Partita iva e Registro Imprese Camera Commercio) Obiettivi:

Dettagli

Repertorio dei Piani e Programmi relativi a sottobacini o settori e tematiche specifiche

Repertorio dei Piani e Programmi relativi a sottobacini o settori e tematiche specifiche Repertorio dei Piani e Programmi relativi a sottobacini o settori e tematiche specifiche All. VII, parti A e B, punto 8 della Direttiva 2000/60/CE e All. 4, parti A e B, punto 8, alla Parte Terza del D.Lgs.

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione della Villa e della Tenuta Medicea di Cafaggiolo e dell area circostante.

PROTOCOLLO D INTESA per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione della Villa e della Tenuta Medicea di Cafaggiolo e dell area circostante. PROTOCOLLO D INTESA per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione della Villa e della Tenuta Medicea di Cafaggiolo e dell area circostante tra Regione Toscana Provincia di Firenze Comune di Barberino

Dettagli