MODULO 4. MASS MEDIA IN ITALIA: ISTRUZIONI PER L USO Prof. Arianna Alessandro

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1 CULTURA ITALIANA CONTEMPORANEA Corso aperto e massivo della Università di Murcia MODULO 4. MASS MEDIA IN ITALIA: ISTRUZIONI PER L USO Blocco 3. La televisione come mezzo di rappresentazione sociale e strumento di visione critica 1. Introduzione Sono numerosi gli studi che, negli ultimi anni, hanno affrontato l analisi delle rappresentazioni sociali veicolate dai mezzi di comunicazione, soprattutto quelle trasmesse dalla televisione e aventi come protagonisti i giovani (Lalli, 2002; Robasto, 2009), con il fine di esaminare come e quanto i media influenzano la costruzione delle visioni del mondo da parte degli utenti. Tra i principali aspetti messi in evidenza vi è il ruolo dei messaggi e modelli veicolati dai media nel processo di costruzione di identità degli individui, costituendo i media una delle diverse agenzie di socializzazione che, assieme alla famiglia, l istituzione scolastica, i centri di aggregazione giovanile, i gruppi amicali, propongono tali modelli. Si è osservato che i modelli che i media propongono sono spesso stereotipati, aventi come risultato e, in molti casi, como finalità rafforzare la dipendenza da modelli dominanti o ideologicamente egemoni. Di fronte a questa situazione, negli ultimi tempi sono emerse in Italia una serie di iniziative e di progetti che, se da una parte smascherano e denunciano questa realtà, dall altra cercano di proporre strumenti per rendere il pubblico in grado di cogliere gli stereotipi presenti nell offerta televisiva a loro rivolta e adottare verso di essa un approccio critico. In questo senso, si difende che i media stessi possono assumere la funzione di strumenti educativi: educare a un uso critico e consapevole dei mezzi di comunicazione attraverso gli stessi mezzi di comunicazione. In questo terzo blocco del Modulo 4, ci centreremo proprio sull analisi di alcune di queste iniziative, prestando particolare attenzione al lavoro svolto dall attivista e scrittrice italiana Lorella Zanardo. 2. Genere e media: la rappresentazione della donna in televisione Uno dei temi centrali nelle rappresentazioni sociali veicolate dai media è quello dei ruoli di genere. Il tipo di immagine e messaggio che viene trasmesso in relazione con l essere uomo o donna è senza dubbio uno degli aspetti che risente maggiormente della presenza di stereotipi diffusi. In questo senso, i programmi televisivi attuali rappresentano uomini e donne secondo modelli costanti, i quali denotano evidenti stereotipi, inconsapevoli o voluti, negli autori degli stessi. Indubbiamente, questa costanza di rappresentazioni può contribuire a perpetuare tali stereotipi nel pubblico e nella società. Uno dei temi più dibattuti e polemici in questo ambito è quello della rappresentazione della donna nei media e, in particolare, in televisione. Tra i vari studi, possiamo citare la ricerca condotta da Paola Panarese (2012), ricercatrice presso la Facoltà di Sociologia dell Università La Sapienza di Roma, sugli spot trasmessi ogni giorno dalle principali reti televisive italiane. I risultati di questa ricerca dimostrano che nella pubblicità televisiva la figura della donna è rimasta ancorata ai rigidi stereotipi del passato, protagonista fuori contesto, usata per rendere appetibile un marchio o un prodotto che non ha nulla a che fare con l universo femminile. Auto, moto, superalcolici, gioco d azzardo e tecnologia: ogni prodotto è buono per scegliere come protagonista una donna provocante.

2 Sulla stessa linea, Romina Spina (2013) in un articolo apparso sul giornale il Fatto Quotidiano denuncia che Nei media italiani le donne vengono ridotte ad oggetti del desiderio, quasi senza eccezioni. La rappresentazione volgare consolida vecchi cliché e rende più difficile la posizione delle donne nella società, citando come esempio la figura della velina proposta nel programma Striscia la notizia: Da 25 anni viene trasmesso in Italia in prima serata il programma Striscia la notizia. [ ] ha fatto emergere al tempo stesso un processo mediatico di lenta umiliazione delle donne italiane dando vita ad un fenomeno ormai tipico della televisione italiana: l entrata in scena di giovani ballerine poco vestite, le cosiddette «veline». Il ruolo delle veline, descritte in modo impietoso come «oggetti decorativi in carne ed ossa», causa di tanto in tanto aspre polemiche. Eppure molte ragazze le prendono come modello da seguire; non sono richieste loro particolari competenze, quel che conta sono attributi fisici e un atteggiamento disinvolto e sicuro di sé (Spina, 2013). Particolarmente attiva sul fronte della denuncia di tali modelli femminili veicolati dalla televisione è la scrittrice Lorella Zanardo. Nel 2009 è co autrice, con Cesare Cantù e Marco Malfi Chindemi, del documentario Il corpo delle donne, dove affronta il tema dell uso e della mercificazione del corpo femminile da parte dei mezzi di comunicazione italiani, attraverso una selezione di immagini tratte da programmi televisivi. Nel 2010 pubblica un omonimo libro, edito da Feltrinelli, nel quale racconta la nascita del documentario e commenta le reazioni scaturite. Sulle ragioni che hanno spinto l autrice alla realizzazione di questo documentario, la stessa Zanardo spiega: Siamo partiti da un urgenza. La constatazione che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante. La perdita ci è parsa enorme: la cancellazione dell identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime. Da qui si è fatta strada l idea di selezionare le immagini televisive che avessero in comune l utilizzo manipolatorio del corpo delle donne per raccontare quanto sta avvenendo non solo a chi non guarda mai la tv ma specialmente a chi la guarda ma non vede. L obbiettivo è interrogarci e interrogare sulle ragioni di questa cancellazione, un vero pogrom di cui siamo tutti spettatori silenziosi. Il lavoro ha poi dato particolare risalto alla cancellazione dei volti adulti in tv, al ricorso alla chirurgia estetica per cancellare qualsiasi segno di passaggio del tempo e alle conseguenze sociali di questa rimozione 1. Lorella Zanardo, Il corpo delle donne (video) Link per accedere al documentario: (blog dell autrice, con versioni in inglese, francese, spagnolo, tedesco, greco e portoghese) e (youtube) 1 Fonte: 2

3 Rivolgendosi principalmente alle giovani generazioni, con Il corpo delle donne Zanardo si propone di innalzare il livello di consapevolezza sull immagine delle donne nella tv italiana e di favorire una spinta per far loro riguadagnare centralità e misurarne la reale incidenza sul tessuto sociale e culturale dell Italia. Spegnere la tv oggi non serve afferma la scrittrice, il vero atto innovativo è guardarla. Insieme a chi normalmente la guarda, fornendo però gli strumenti adeguati che permettano di farlo con consapevolezza. Tali strumenti sono l oggetto e l obiettivo della media education. 3. Media education: educare sui e ai media attraverso i media Con il termine media education, entrato in uso con lo sviluppo tecnologico dei mezzi di comunicazione di massa, ci si riferisce a una serie di iniziative, di carattere educativo e didattico, finalizzate a sviluppare nel pubblico in generale, e nei giovani in particolare, un informazione e comprensione critica circa la natura e le categorie dei media, le tecniche da loro impiegate per costruire messaggi e produrre senso, i generi e i linguaggi specifici. Questo perché si considera che gli strumenti mediatici attuali non solo informano e amplificano i fatti, ma propongono valori e modelli di comportamento, nuove modalità di comunicazione, socializzazione e apprendimento. Con questi supposti, si vuole educare all uso consapevole e alla comprensione critica dei media educazione ai media attraverso i media stessi, considerati come strumenti da utilizzare nei processi educativi generali, portatori e trasmissori di linguaggio e cultura educazione con i media. I media diventano dunque oggetto, strumento e spazio del processo educativo. In questo senso, tale processo può essere articolato intorno ad alcune domande da cui prende l avvio l approccio della media education: chi comunica e perché? Di che tipo di testo si tratta? Come è stato prodotto? Come ne conosciamo il significato? Quali interessi sono in gioco? Chi riceve il messaggio e quale significato gli attribuisce? Come viene rappresentata la realtà? Che cosa è stato omesso e perché? Tra le iniziative più importanti in questo senso sorte in Italia negli ultimi anni, va citata l Associazione Italiana per l Educazione ai Media e alla Comunicazione 2 (MED). Nata per volontà di un gruppo di docenti universitari, di professionisti dei media e di educatori, si propone come un luogo ideale di collegamento e di dialogo. I principali obiettivi del MED sono: porsi come organismo di collegamento tra coloro che sono sensibili alle tematiche relative all educazione ai media e coloro che vogliono impegnarsi per una nuova qualità della comunicazione, rispettosa della dignità della persona ed aperta alla solidarietà; promuovere lo studio dei media attraverso una prospettiva educativa, nonché la sperimentazione di laboratori e curricoli di educazione ai media e la verifica degli stessi; incoraggiare momenti di ricerca e di confronto atti a sviluppare nel territorio un informazione corretta e democratica; favorire un attenzione critica verso le strutture sociali ed i condizionamenti politici ed economici dei media; proporsi come laboratorio di idee e di formazione degli esperti sia del settore dell educazione sia della comunicazione. Un altro progetto interessante è quella portato avanti da Lorella Zanardo, insieme a Cesare Cantù e grazie alla collaborazione di Daniel Tarozzi (direttore de Il Cambiamento) e altre attiviste e attivisti, con la creazione del sito web Nuovi occhi per i media, risultato di centinaia di incontri dedicati alla media education nelle scuole delle regioni italiane. 2 Link alla pagina web dell Associazione: 3

4 Link per accedere al sito web: L idea da cui prende avvio il progetto considera che fomentare un ruolo attivo nell uso dei media, basato su uno spirito critico e una consapevolezza dei messaggi che arrivano dai vari canali di comunicazione, rappresenti un mezzo per favorire una cittadinanza attiva e democratica. Con questo obiettivo, Nuovi occhi per i media si propone come una piattaforma, un luogo di dibattito intorno ai temi della media education, attraverso l organizzazione di incontri e corsi, oltre alla possibilità di accedere ad articoli, saggi, recensioni, esercitazioni, risorse bibliografiche, links appositamente preparati dai docenti e liberamente disponibili. In concomitanza con l uscita del progetto Nuovi Occhi per i Media, Lorella Zanardo ha pubblicato il libro Senza chiedere il permesso. Come cambiano la TV (e l Italia). In questa opera l autrice considera che lo schermo, sia esso della tv o del pc, è un mezzo di conoscenza insostituibile. Ma deve essere dominato dagli utenti, non viceversa. Per questo, è necessario dotare al pubblico, soprattutto più giovane, degli strumenti idonei per poter gestire questo rapporto con i media in modo consapevole e trarne beneficio a livello educativo e, di conseguenza, sociale. Senza chiedere il permesso (video di presentazione) Link per accedere al video: zanardo senza chiedere il permesso / Link per accedere al video: 4

5 In questo senso, il fine ultimo del libro Senza chiedere il permesso e del progetto Nuovi occhi per i media è restituire all utente/telespettatore una dimensione non più di prodotto come inteso oggi dai media, ma di cittadino in tutta la sua dignità, il cui comportamento può e deve influenzare i media e, per riflesso, la società. Per questo, Zanardo affronta nel libro questioni polemiche come l etica nei mezzi di comunicazione, il lassismo generale nei confronti dei media, il conflitto di interessi, la RAI che ha disatteso il proprio mandato educativo e il contratto di servizio appiattendosi alle scelte della tv commerciale ed entrando con essa in competizione, la guerra dell Auditel che decreta da anni il successo delle programmazioni senza tener conto dei messaggi e, in molti casi, degli stereotipi che queste veicolano, fomentando un crescente appiattimento culturale. E alla parte della denuncia, segue quella delle proposte pratiche e delle linee educative per cambiare il modo di vedere la televisione e, di conseguenza, di agire a livello sociale. Riferimenti bibliografici e per approfondire ulteriormente (letture opzionali) D Amato, M. (2007): Le donne dello schermo. Uno studio di caso, in Storia delle donne, 3, Firenze, University Press, pp content/uploads/2014/04/damato2007.pdf Lalli, P. (2002): La rappresentazione dei giovani in televisione, in F. Crespi (a cura di), Le rappresentazioni sociali dei giovani in Italia, Roma, Carocci, pp Panarese, P. (2012): La donna usata dalla pubblicità. Una ricerca sugli spot TV italiani Robasto, D. (2009): Il consumo televisivo e la rappresentazione del ruolo di genere negli adolescenti, Roma, Aracne Editrice. Spina, R. (2013): Come la cultura televisiva plasma la figura della donna, il Fatto Quotidiano, 28 settembre cultura televisiva italiana plasma figura delladonna/725350/ 5

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