PROCEDURA AZIENDALE. PA SQ - 31 Rev. 0 del Certificato N 9122 AOLS. Data applicazione Redazione Verifica Approvazione

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1 PA SQ - 31 Certificato N 9122 AOLS Data applicazione Redazione Verifica Approvazione Dr.ssa M.V. Forleo Gruppo di lavoro Dr.ssa G. Saporetti Dr. M. Agnello

2 2/9 STATO DELLE REVISIONI Rev n Data Descrizione modifica Redazione Verifica Approvazione Prima emissione Dr.ssa M.V. Forleo Gruppo di lavoro Dr.ssa G. Saporetti Dr. M. Agnello INDICE 1. PREMESSA 2. OGGETTO E SCOPO 3. CAMPO DI APPLICAZIONE 4. RIFERIMENTI NORMATIVI/ DOCUMENTI DI RIFERIMENTO 5. ACRONIMI E DEFINIZIONI 6. RESPONSABILITA 7. DIMENSIONI DEL FENOMENO 7.1 Fattori di rischio e fattori di protezione 7.2 Il suicidio in ospedale 7.3 La comunicazione difficile 8. GESTIONE DEL CASO 8.1 Valutazione del paziente all ingresso 8.2 Anamnesi medica e infermieristica 8.3 Esame obiettivo 8.4 Osservazione del paziente 8.5 Misure preventive e di sicurezza Misure generali Misure di sicurezza ambientale e organizzativa 9. COMUNICAZIONE DELL EVENTO SUICIDARIO 9.1 Comunicazioni successive 9.2 Comunicazioni ai familiari 10. SUPPORTO AD ALTRI DEGENTI/PERSONALE/ PARENTI 11. FORMAZIONE Coordinatore gruppo di lavoro: Dr.ssa M.V. Forleo Qualità, Rischio clinico e Accreditamento Componenti gruppo di lavoro: Dr.ssa L. Dolcetti - DMP Dr.ssa B. Scaramelli - SPDC Dr.ssa C. Oppezzo Medico legale Dr. Antonazzo Ostetricia e Ginecologia

3 3/9 1. PREMESSA Il suicidio del paziente in ospedale è stato inserito dal Ministero della Salute, per la sua gravità e per la sua potenziale evitabilità, nella lista degli eventi sentinella cioè di quegli eventi indicativi di un serio malfunzionamento del sistema sanitario; pertanto è obbligatorio segnalarli attraverso il flusso SIMES (sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità). La gravità di questo evento e la possibilità di attivare misure idonee alla sua prevenzione impongono, infatti, una regolamentazione e una standardizzazione dei comportamenti degli operatori allo scopo di eliminare o quanto meno ridurne l incidenza. Poco più dì dieci anni fa, nel 2000, in tutto il mondo circa un milione di persone ha perso la vita per scelta personale, mentre un numero di individui tra 10 e 20 volte superiore ha tentato di uccidersi senza riuscirci. In pratica, una morte per suicidio ogni 40 secondi e un tentativo ogni 3 secondi. Ma il trend da allora è in rapida ascesa e già oggi il suicidio figura tra le prime tre cause di morte nella fascia d'età dai i 15 ai 44 anni. Secondo studi e analisi dei tassi di morte per suicidio nel mondo, le stime dell OMS suggeriscono che nel 2020 le vittime potrebbero salire a un milione e mezzo. Di qui gli sforzi anche in sede Onu per mettere in campo strategie di prevenzione adeguate. 2. OGGETTO E SCOPO Questa procedura ha lo scopo di consentire l applicazione della Raccomandazione del Ministero della Salute n.4 (Ottobre 2008) Prevenzione del suicidio di paziente in ospedale fornendo strategie organizzative e modalità operative atte a ridurre e/o prevenire i suicidi e i tentati suicidi nei pazienti ricoverati nella struttura ospedaliera. 3. CAMPO DI APPLICAZIONE La procedura viene applicata a livello Aziendale, ha la finalità di fornire indicazioni circa le modalità da adottare per prevenire e/o ridurre i suicidi e i tentati suicidi dei pazienti ricoverati nella struttura ospedaliera, nonché la gestione dell evento suicidario qualora questo si verifichi. L evento suicidio va considerato un fenomeno generale che coinvolge l ospedale in quanto luogo in cui un cittadino può decidere di porre fine alla propria esistenza. Il suicidio potrebbe avvenire in tutte le aree cliniche ma, sulla scorta dei dati della letteratura, possono essere considerate a maggiore rischio aree quali Unità Operativa di Oncologia, il Servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC), Ostetricia e Ginecologia e il Dipartimento di Emergenza, nonché gli spazi comuni quali scale, servizi igienici, vani di servizio 4. RIFERIMENTI NORMATIVI / DOCUMENTI DI RIFERIMENTO RACCOMANDAZIONE n. 4, MARZO MINISTERO DELLA SALUTE MINISTERO DELLA SALUTE CODICE PENALE: ART. 361, 362, 365 Prevenzione del suicidio di paziente in ospedale Protocollo per il monitoraggio degli eventi sentinella Agosto 2005 Segnalazione all'autorità Giudiziaria è per il sanitario uno dei doveri di maggiore rilievo,la cui omissione viene sanzionata dagli articoli n.361, 362 e 365 del Codice Penale; il professionista sanitario DEVE informare l'autorità giudiziaria dei fatti criminosi riscontrati nell'esercizio della professione. 5. ACRONIMI E DEFINIZIONI

4 4/9 Nell uso comune, come nella letteratura, vi è una non chiarezza nei termini che vengono usati in riferimento ai comportamenti suicidari per cui si ritiene utile proporre alcune definizioni: Autolesionismo deliberato Ideazione suicidaria Minaccia di suicidio Tentato suicidio Gesto suicidario Evento avverso (E.A.) Evento Sentinella SPDC DS DMP TS TSO Atti volontari auto-inflitti, dolorosi, distruttivi o lesivi, eseguiti senza l intenzione di morire. Pensieri riferiti alla messa in pratica di azioni atte a produrre la propria morte. L ideazione suicidaria può avere può avere gravità diverse a seconda della specificità dei piani di suicidio e del grado dell intento suicidario. Verbalizzazione dell intento di mettere in pratica un atto di suicidio, oppure l aver iniziato un gesto che, se portato a termine, può condurre al suicidio. Comportamento potenzialmente dannoso con esito non fatale, per il quale vi è evidenza dell intenzionalità di procurarsi la morte; intenzionalità che può essere valutata sulla scorta della letalità del mezzo e della gravità degli esiti. Minaccia di suicidio accompagnata da un gesto suicidario (che il paziente ritiene) di ridotta letalità. Il termine parasuicidio denota un comportamento che manca della vera intenzione di uccidersi, ma che comunica in una certa misura l intento suicidario. Evento inatteso correlato al processo assistenziale e che comporta un danno al paziente, non intenzionale e indesiderabile. Evento avverso di particolare gravità, potenzialmente indicativo di un serio malfunzionamento del sistema, che può comportare morte o grave danno al paziente e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario. Per la sua gravità è sufficiente che si verifichi una sola volta perché si renda opportuna un indagine immediata per accertare quali fattori eliminabili o riducibili lo abbiano causato o vi abbiano contribuito e determini l implementazione di adeguate misure correttive da parte dell organizzazione. Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura Direzione Sanitaria Direzione Medica di Presidio Tentato suicidio Trattamento Sanitario Obbligatorio 6. RESPONSABILITA Responsabili dell applicazione della presente procedura sono tutti gli operatori in base alle proprie competenze. Il Direttore ed il Coordinatore di ciascuna Unità Operativa sono responsabili della verifica dell applicazione della procedura, mentre la responsabilità dell approvazione e di eventuali modifiche è della Direzione Sanitaria e dell Ufficio Qualità, Rischio Clinico e Accreditamento. 7. DIMENSIONI DEL FENOMENO L intento suicidario è una emergenza complessa che coinvolge aspetti biologici, genetici, psicologici, sociologici, culturali, ambientali, etici e religiosi. L Organizzazione Mondiale della Sanità segnala che il suicidio (atto ad esito fatale pianificato e portato a termine dal soggetto) è una delle tre principali cause di morte tra gli individui di età compresa tra 15 e 44 anni, in entrambi i sessi, e che negli ultimi 45 anni il tasso di suicidio nella popolazione, a livello mondiale, è cresciuto del 60%; in Italia è complessivamente inferiore a 6,5 per abitanti (dati OMS riferiti al 2009) ma i tentati suicidi (atto non abituale con esito non fatale, deliberatamente iniziato e condotto a compimento dal soggetto) sarebbero fino a 20 volte più frequenti. Più dell 80% dei casi di suicidio è associato a disturbi mentali; nei pazienti depressi il rischio è presente in circa il 60-80% dei casi. La prevenzione pertanto, date le dimensioni e la tendenza all aumento, assume particolare importanza così come sottolineato anche da organismi internazionali (OMS, Unione Europea) e in Italia dallo stesso Ministero competente. Il suicidio in ospedale, come già anticipato, rappresenta un evento sentinella la cui prevenzione si basa su un appropriata valutazione delle condizioni del paziente.

5 5/ FATTORI DI RISCHIO E FATTORI DI PROTEZIONE Fattori di rischio Gli studi epidemiologici mostrano come il suicidio sia più frequente nel sesso maschile e come la sua incidenza aumenti con l aumentare dell età e nei soggetti che vivono da soli. I disturbi psichici associati al suicidio sono prevalentemente depressione, schizofrenia, disturbi della personalità. Inoltre risultano frequentemente rappresentate altre condizioni quali abuso di sostanze, alcolismo, malattie fisiche croniche e dolorose, cancro e HIV in primis ma anche disturbi neurologici. Tra i fattori ambientali vanno segnalati problemi di relazione e familiari, violenze subite, lutti, divorzi, separazioni, altri eventi traumatici recenti e solitudine. Influiscono in modo rilevante le condizioni economiche, tracolli finanziari, povertà, disoccupazione, emigrazione. Sono fattori di rischio alcune occupazioni che mettono in contatto con sostanze letali (personale sanitario, farmacisti, agricoltori) e, in generale la disponibilità di mezzi letali, l esposizione a suicidi altrui, un precedente tentativo di suicidio: il10-14% di chi ha tentato il suicidio si toglie la vita. Fattori di protezione L Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo in evidenza come alcune situazioni tendano a ridurre il rischio di suicidio, le più rilevanti sembrano essere l avere buone relazioni familiari, una forte consapevolezza del proprio valore e la fiducia in se stessi, ma anche la capacità di chiedere aiuto, di confrontarsi con gli altri e di imparare. Altri fattori sono l interiorizzazione di valori e tradizioni della propria cultura, una rete di buone relazioni con amici, vicini, compagni di lavoro o di scuola, l integrazione nel lavoro, nelle attività culturali e di tempo libero, o anche fattori ambientali come il non uso di droghe o tabacco, mangiare e dormire in modo corretto, una buona attività fisica e la presenza della luce del sole. I mezzi utilizzati differiscono in base al sesso e l età, i maschi tendono ad usare mezzi più violenti (impiccagione e armi da fuoco) rispetto alle donne (abuso di farmaci e annegamento) in entrambi è diffusa la precipitazione dall alto IL SUICIDIO IN L incidenza del suicidio aumenta drasticamente nella popolazione ricoverata in ospedale e nella popolazione dimessa dall ospedale da una a tre settimane. Molteplici possono essere le ragioni di questo aumento: - l ospedalizzazione corrisponde ad uno stato di malattia e lo stato di malattia si accompagna a vissuti di perdita, lutto, confusione ed ansietà; - l ospedalizzazione non raramente è l ultimo atto di un fallimento non solo fisico ma anche esistenziale, relazionale, assistenziale o economico; - la condizione di ricoverato si può accompagnare a vissuti di abbandono, estraniazione, mancanza di autonomia, controllo e privacy; - l ospedale è una istituzione sociale che ha a che fare con la nascita, la malattia e la morte; è quindi un crocevia di percorsi umani reali che hanno a che fare con gli aspetti più delicati della condizione umana, ma è anche il luogo simbolico per eccellenza della vita e della morte e quindi è il teatro ideale per il gesto suicidario, il quale pur essendo gesto individuale, privato e spesso segreto presenta aspetti sociali e rituali misconosciuti. La modalità più frequentemente utilizzata in questo ambito è la defenestrazione. 7.3 LA COMUNICAZIONE DIFFICILE Un altro fattore favorente o scatenante la tendenza suicidaria in Ospedale è rappresentato dall apprendere che la patologia di cui il paziente è affetto (o di cui è affetto un congiunto) presenta una prognosi infausta. La perdita della speranza e la presa di coscienza che non si dispone di ulteriori strumenti per combattere la malattia determina una condizione psicologica ad elevato rischio di suicidio nelle persone predisposte. Quanto detto è ancora più importante se il percorso di malattia nell immediato futuro si prospetta estremamente negativo in termini di qualità di vita (dolore, decadimento psico-fisico,

6 6/9 perdita di autonomia, ecc.). Per questa particolare situazione è molto importante che gli operatori sanitari deputati a fornire informazioni cliniche a pazienti e familiari siano preparati a gestire la comunicazione tenendo conto della capacità di elaborazione e di accettazione della notizia da parte di chi hanno di fronte. Nella relazione interpersonale (rapporto medico-paziente) è evidente che intervengono molti fattori che esprimono le caratteristiche individuali, tuttavia per migliorare la preparazione degli operatori in tal senso assume un significato particolare la formazione. 8. GESTIONE DEL CASO Per una adeguata prevenzione è necessaria un appropriata ed efficace presa in carico del paziente. 8.1 VALUTAZIONE DEL PAZIENTE ALL INGRESSO La prima osservazione è volta a comprendere la tipologia di paziente che si ha di fronte, con il colloquio o con le informazioni ottenute attraverso i familiari. 8.2 ANAMNESI MEDICA E INFERMIERISTICA Il personale medico ed infermieristico, ciascuno secondo le proprie competenze, dovrà effettuare, in un clima accogliente che favorisca la comunicazione tra operatore e paziente, un attenta e completa anamnesi, strumento essenziale per l identificazione dei pazienti che presentano fattori di rischio da monitorare. La valutazione del rischio suicidario si avvale di : - anamnesi storica della vita del paziente (diagnosi cliniche e valutazione psicosociale), considerando in particolare eventi autolesivi e familiarità per il suicidio, abusi sessuali, avversità significative (ad esempio un lutto); - analisi delle caratteristiche socio-ambientali, come la perdita di un rapporto affettivo fondamentale (familiare, partner, amico, ecc.), la perdita di situazioni pregresse lavorative, economiche, di studio e condizioni di isolamento sociale. - condizioni cliniche con particolare attenzione a sindromi cerebrali organiche, patologie terminali, patologie psichiatriche: depressione, disordine bipolare, schizofrenia, disturbi psicotici, disturbi di personalità con comportamento aggressivo, personalità borderline. - disturbi della condotta e disturbo oppositivo in età evolutiva, abuso o dipendenza (alcol, stupefacenti, psicofarmaci, gioco d azzardo), ansia, attacchi di panico. - rilevanza di altri segni, tra cui disturbi cognitivi, riferimenti al suicidio, sentimenti caratterizzati da mancanza di speranza, inutilità, impotenza, bassa stima di sè, senso di colpa, mancanza di progetti per il futuro... Particolare attenzione va rivolta ai pazienti che hanno una reazione suicidiaria all interno della struttura sanitaria, che hanno subito o temono di subire una grave perdita compresa la comunicazione di una diagnosi di particolare gravità, di patologia oncologica, di passaggio da terapia curativa a palliativa, di decesso di neonato, di amputazione d arto e di altre prognosi infauste. In caso di anamnesi significativa per possibili intenzioni suicidarie è necessario: - richiedere una consulenza psichiatrica - informare il personale di assistenza della presenza di paziente a rischio di evento suicidario - registrare in cartella la positività dell anamnesi. 8.3 ESAME OBIETTIVO Un attento e completo esame obiettivo risulta utile per cogliere i segni tipici di abuso/dipendenza da alcol e/o sostanze stupefacenti nonché di un eventuale sindrome da astinenza.

7 7/9 A questo scopo puo essere utile l effettuazione di esami ematochimici, eventualmente anche specifici come l alcolemia, la ricerca di oppiacei o altre sostanze. Durante l esame obiettivo è possibile osservare anche i segni di eventuali comportamenti autolesivi. 8.4 OSSERVAZIONE DEL PAZIENTE Necessaria l integrazione delle diverse competenze e soprattutto una comunicazione adeguata tra gli operatori al fine di cogliere i segni premonitori dell atto suicidario e poter mettere in atto tutte le misure di prevenzione possibili. Fondamentale che qualsiasi dubbio sulla possibilità che un paziente possa avere l intento di suicidarsi sia tempestivamente comunicato all interno dell equipe di cura, inclusa la registrazione nella documentazione clinica della positività dell anamnesi. Osservazione diretta del paziente: prestare particolare attenzione alla rilevazione di possibili segni premonitori che un paziente potrebbe presentare e che possono essere indicativi di un alto rischio di suicidio quale ad esempio una psicolabiltà. 8.5 MISURE PREVENTIVE E DI SICUREZZA Se il personale sanitario valuta che un paziente possa essere a rischio di suicidio dovrà mettere in atto tutte le possibili misure di sicurezza strutturali, ambientali e organizzative che possano contribuire a evitare il verificarsi dell evento. Di seguito alcune misure possibili che potranno essere messe in atto dagli operatori in relazione al proprio profilo di competenza MISURE GENERALI Per i pazienti potenzialmente a rischio si devono mettere in atto le seguenti azioni: - informare tutto il personale sul rischio suicidiario; - dimostrarsi disponibili, calmi, tranquilli, ma nello stesso tempo mantenere un atteggiamento professionale di comprensione empatica e di fermezza, controllare reazioni di rabbia e di spinta ad allontanare il paziente. Questo atteggiamento rassicurerà il paziente, che identificherà negli operatori persone in grado di aiutarlo; - se si ritiene opportuno, richiedere la consulenza di specialisti psicologi e psichiatri che eventualmente prescriveranno terapia ad hoc e/o decideranno il trasferimento presso l S.P.D.C.; - osservare/sorvegliare accuratamente ma discretamente il comportamento del paziente a rischio in modo continuativo ed eventualmente definire modalità per la vigilanza, sulla base della gravità del rischio. - aiutare il paziente a raggiungere e mantenere un adeguato ritmo sonno/veglia ; - coinvolgere familiari e caregivers sia nella fase di valutazione che nella gestione dei fattori di rischio e ove possibile favorire /consentire la presenza di un familiare in reparto; - garantire una comunicazione adeguata tra gli operatori e tra questi e il paziente. Particolare attenzione deve essere prestata nelle ore serali e notturne, quando il rapporto numerico tra personale e pazienti è ridotto, ma anche durante le fasi della giornata in cui il personale è impegnato in attività di routine o di emergenza che possano distrarre l attenzione dal soggetto a rischio" MISURE DI SICUREZZA AMBIENTALE E ORGANIZZATIVA In riferimento a queste indicazioni e nel rispetto della dignità della persona, se si valuta che un paziente sia a rischio di suicidio: accertarsi che tra gli oggetti personali non siano presenti, oggetti da toeletta taglienti o in vetro e oggetti potenzialmente pericolosi e che non ve ne siano di facilmente reperibili nella stanza di degenza; chiedere la collaborazione dei familiari ed amici del paziente, per evitare che questi possa entrare in possesso di oggetti, sostanze, capi di abbigliamento, ecc. che potrebbero essere nocivi o impropriamente utilizzati;

8 8/9 evitare che il paziente possa accedere a sostanze potenzialmente pericolose limitandone l accesso (farmaci, detersivi, veleni, ecc.) e potenziando il più possibile l osservazione da parte del personale; fare attenzione alla scelta della stanza di ricovero, e alla posizione del letto nella stanza affinché il paziente possa essere facilmente sorvegliato, se possibile evitare il ricovero in stanze posizionate ai piani alti della struttura e i letti vicino alle finestre; porre in atto misure che impediscano alla persona a rischio, di accedere ad ambienti (ad es. docce) e mezzi (ad es. oggetti taglienti, cinture, corde, lenzuola, farmaci) per togliersi la vita. All atto della dimissione di pazienti che hanno tentato il suicidio o sono ritenuti a rischio suicidario, è opportuno assicurare una dimissione protetta, che coinvolga le persone che si occuperanno del paziente a domicilio: familiari, caregivers, servizi socio-sanitari territoriali, M.M.G., centri di salute mentale territoriali, 9. COMUNICAZIONE DELL EVENTO SUICIDARIO 1. In caso di suicidio in ospedale, l operatore sanitario che trova il paziente o che ha assistito da lontano al suicidio, se non è un medico, deve chiamare con urgenza un medico. Il medico deve accertare le condizioni del paziente e mettere in atto le manovre rianimatorie, ove ancora possibili. 2. Il medico accerta l identità del paziente utilizzando allo scopo tutti gli ausili disponibili in ospedale (operatori sanitari, braccialetto, DMP, SITRA, ecc ) 3. Il medico, una volta accertata la morte comunica l accaduto contattando telefonicamente: le forze dell ordine (113), la Direzione Medica di Presidio o il medico di direzione reperibile, il Direttore della Unità Operativa di degenza del paziente e della U.O. in cui è avvenuto il suicidio (se diversa da quella di degenza). 4. Fino all arrivo delle forze dell ordine il cadavere e tutto quanto sia presente nel luogo del suicidio non deve essere toccato ed un operatore deve rimanere sul posto a tutela di questo aspetto. 5. La documentazione sanitaria relativa al paziente deve essere sollecitamente aggiornata con l evento e con la specifica delle comunicazioni già fatte (113, telefonata alla DMP al direttore della UO..) N.B. E molto probabile che la documentazione sanitaria possa essere sequestrata da parte dell Autorità Giudiziaria. 6. Gli operatori sanitari del reparto in cui il paziente era degente provvederanno quanto prima possibile ad avvisare i parenti del defunto secondo le modalità descritte al punto La DMP a sua volta provvederà ad inoltrare all Autorità Giudiziaria la comunicazione scritta che descrive l evento COMUNICAZIONI SUCCESSIVE 1. Il Direttore della U.O. di degenza del paziente deve inviare una relazione dettagliata di quanto accaduto alla DMP. 2. Una copia della relazione inoltrata alla DMP deve essere inviata all U.O. Qualità Rischio Clinico e Accreditamento per consentire l invio della segnalazione dell evento sentinella. 3. La U.O. Qualità, Rischio Clinico e Accreditamento prende visione della documentazione relativa al caso e prepara la segnalazione dell evento sentinella provvedendo a: acquisire gli atti, la documentazione sanitaria e ogni altra documentazione utile; effettuare l analisi del caso descrivendone gli elementi oggettivi e a raccogliere tutte le informazioni utili. Dopo aver analizzato il caso inserisce l evento sentinella nella scheda A del Protocollo Ministeriale per il monitoraggio degli eventi sentinella. Successivamente l U.O. Qualità, Rischio Clinico e Accreditamento provvede ad analizzare l accaduto al fine di approfondire le cause dell evento, i fattori contribuenti, i possibili rischi

9 9/9 latenti, i provvedimenti da intraprendere per rimuovere tali rischi. A tale scopo potranno essere utilizzate le tecniche della Root Cause Analysis o dell Audit. Al termine raccoglie ed analizza tutte le informazioni necessarie richieste nella scheda B del Protocollo Ministeriale per il Monitoraggio degli Eventi Sentinella ed inoltra la scheda B entro 45 giorni dalla data in cui si è verificato l evento avverso o dall avvenuta conoscenza dello stesso. 9.2 COMUNICAZIONE AI FAMILIARI Il Direttore della U.O. presso la quale il paziente era degente o un altro medico, individuato dal direttore sulla base del rapporto stabilito con il paziente durante la degenza, provvede a comunicare l evento ai parenti del paziente. Il processo di comunicazione ai familiari è un momento delicato, l approccio deve essere aperto e trasparente. La comunicazione deve avvenire il prima possibile, infatti il ritardo potrebbe suscitare nei familiari l impressione che vi sia reticenza. Devono essere assicurate condizioni di riservatezza ed il luogo dovrebbe essere appartato e senza interferenze, con la possibilità di comunicare con l esterno. Durante l incontro dovranno essere espressi in modo comprensibile ai familiari: descrizione chiara dell evento; esplicita e sincera dichiarazione di rincrescimento per l evento accaduto. Prima dell incontro può essere utile recuperare tutte le informazioni sulle caratteristiche socio culturali ed etniche per poter tarare e gestire con attenzione il colloquio provvedendo anche ad eventuali persone di sostegno, psicologo, interprete. Prevedere al termine dell'incontro uno spazio per domande o ulteriori chiarimenti. E consigliabile annotare in cartella l avvenuto colloquio. 10. SUPPORTO AD ALTRI DEGENTI / PERSONALE / PARENTI Dovrebbe essere posta attenzione, mediante eventuale supporto psicologico, anche alle possibili reazioni emotive di altri degenti in qualche modo coinvolti nell evento (compagni di stanza, degenti con i quali il paziente aveva legato prima del gesto) oltre che del personale di assistenza presente in turno e dei familiari durante o dopo la comunicazione dell evento. 11. FORMAZIONE Va effettuata formazione specifica del personale in merito a tale problematica, in particolare con richiami alle modalità di prevenzione, controllo e soprattutto in merito alla comunicazione dell evento ai familiari. Il personale da formare sarà inizialmente quello delle U.O. maggiormente coinvolte in base ai dati della letteratura. La formazione mirerà a far conoscere la presente procedura e tutte le informazioni necessarie a gestire, a qualsiasi titolo, pazienti con rischio suicidario.

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