La sostenibilità ambientale delle filiere di approvvigionamento dell impianto di Piombino e la loro compatibilità rispetto ai principi comunitari

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1 La sostenibilità ambientale delle filiere di approvvigionamento dell impianto di Piombino e la loro compatibilità rispetto ai principi comunitari La Direttiva 2009/28/CE fissa un quadro di riferimento comune per la promozione dell energia da fonti rinnovabili definendo obiettivi nazionali obbligatori per la quota complessiva di energia sul consumo finale lordo e per la quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti. L energia prodotta da biocarburanti e bioliquidi concorre al raggiungimento dei suddetti obiettivi e può essere ammessa alle forme di incentivazione previste solo se vengono rispettati particolari criteri di sostenibilità che la stessa Direttiva stabilisce. La Direttiva 2009/28/CE escludeva le biomasse solide dai principi di sostenibilità richiamati per i biocarburanti ed i bioliquidi sostenendo, in via generale, che le filiere produttive delle biomasse solide siano, in linea di principio, ordinariamente sostenibili rispetto ai limiti definiti per le biomasse liquide. La Direttiva auspicava comunque una relazione di approfondimento della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo sui criteri di sostenibilità relativamente all uso di fonti di biomassa solida e gassosa. Tale relazione è stata prodotta con la COM(2010)11. I criteri raccomandati e quindi non vincolanti sono gli stessi contenuti nella Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell uso dell energia prodotta da fonti rinnovabili, specifici per biocarburanti e bioliquidi. Nella COM (2010)11 vengono indicati i criteri di calcolo delle emissioni standard di gas serra per le biomasse solide e definiti degli indici di emissione per uno specifico elenco di filiere di interesse comunitario (vedi figura seguente). Grafico 1: Valori di risparmio di gas serra per gli impianti a biomassa solida La COM (2010)11 conferma, circostanziandolo, il principio in base al quale le filiere delle biomasse solide sono ordinariamente sostenibili rispetto al criterio delle emissioni equivalenti di gas serra. I limiti di risparmio di emissione che devono essere rispettati per i biocarburanti e bioliquidi sono: 35% all entrata in vigore della Direttiva RED (dicembre 2010), 50% dal 1 gennaio 2017 e 60% dal 1 gennaio

2 La tabella seguente, ripresa dalla stessa comunicazione della Commissione, evidenzia come il risparmio di gas ad effetto serra per gli impianti a biomassa solida impegnati nella generazione elettrica sia del: 95% nel caso di utilizzo di cippato di biomassa forestale; 94% nel caso di residui colturali (paglia); 90% nel caso di utilizzo di cippato da colture dedicate arboree (SRC Short Rotation Coppices); 90% nel caso di utilizzo di colture dedicate erbacee (es. Miscanto). La comunicazione della Commissione ha riportato dei valori che si riferiscono prevalentemente a casistiche di filiere europee continentali. In Italia, presso il CTI (Comitato Termotecnico Italiano) si è pertanto costituito un gruppo di lavoro per la redazione di una specifica norma UNI nazionale che approfondisse i valori sopra richiamati riconducendoli al caso italiano. La norma italiana UNI/TS Criteri di sostenibilità delle filiere di produzione di energia elettrica, riscaldamento e raffreddamento da biocombustibili solidi e gassosi da biomassa emessa il 19 gennaio 2012, riporta i valori di emissione per diverse filiere di approvvigionamento in funzione della taglia dell impianto, del suo rendimento elettrico e della distanza dell approvvigionamento. Considerando che il rendimento elettrico dell impianto di Piombino è di circa il 33,5%, i valori di risparmio di emissione da considerare sono prossimi a quelli evidenziati nella tabella seguente. Tabella 1: Esempi di risparmio standard di emissione in funzione della tipologia di approvvigionamento Filiera Biocombustibile Cippato di legno da residui forestali (0-70) km Cippato di legno da residui forestali (70-200) km Fonte: Elaborazione Agriconsulting S.p.A da norma UNI INDICI ES Emissioni Standard (gco 2 eq/mj) 1,02 98,5 2,07 97,0 Esempi di Risparmio Standard di CO 2 eq (%) Solo Energia elettrica La norma UNI conferma che le filiere delle biomasse solide sono ordinariamente virtuose rispetto ai limiti attualmente vincolanti previsti dalla Commissione per le filiere dei bioliquidi. I valori riportati nella norma sono addirittura superiori rispetto ad alcune puntuali valutazioni dello scrivente (comunque con valori sempre superiori il 90%). Dalla tabella si evince come, facendo riferimento ai valori tipici della norma UNI italiana, i valori di risparmio di emissione di gas climalteranti delle filiere di approvvigionamento che verranno definite per l impianto di Piombino siano assolutamente alti e compatibili con i Criteri di Sostenibilità ambientale definiti dalla stessa Commissione Europea. 2

3 Ulteriori considerazioni sul criterio della Filiera Corta (70 km) in riferimento all istruttoria dell impianto di Piombino Il criterio della FC è un riferimento normativo nazionale finalizzato a favorire l approvvigionamento dell impianto sulla base della leva del sistema di incentivazione dell energia prodotta. Il legislatore nazionale ha inteso favorire l esercizio degli impianti a biomassa attraverso il ricorso alla materia prima prossima all impianto. Il criterio nazionale della filiera corta e quello europeo della sostenibilità in base alle emissioni di gas climalteranti, riguardano la sfera dell incentivazione degli impianti e non quella della loro legittimità autorizzativa che deve fare riferimento ad altri criteri previsti da altre norme. Non è pertanto corretto confondere un criterio di incentivazione dell energia prodotta con i criteri di compatibilità autorizzativa di un impianto. Il criterio della FC richiama il principio della sostenibilità ambientale degli approvvigionamento ma senza seguire il rigore tecnico e scientifico delle Direttive Comunitarie citate. Questo limite della normativa nazionale è stato superato con il D.lgs.vo 28/2011 e con il successivo Decreto Attuativo del 6/07/2012 Attuazione dell art. 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n.28 in cui, per gli impianti a biomassa solida entrati in esercizio a partire dal 1 Gennaio 2013 non verrà applicato, come criterio di incentivazione, il principio della filiera corta. Autorizzare un impianto che entrerà in esercizio sicuramente dopo il 1 Gennaio 2013 richiamando il criterio della filiera corta significa non permettere all impianto di confrontarsi con la normativa di incentivazione in vigore e fare una discussione, oltre che poco pertinente rispetto al punto precedente, sicuramente superata dall evoluzione normativa. Le Direttive Comunitarie di riferimento e la Norma Uni nazionale conseguente sui Criteri di sostenibilità delle filiere di produzione di energia elettrica, riscaldamento e raffreddamento da biocombustibili solidi e gassosi da biomassa sottolineano la necessità di valutare la sostenibilità ambientale di una filiera nel suo complesso ovvero mettendola in relazione al rendimento dell impianto. Questo principio è sicuramente disatteso dal criterio della filiera corta (basato sul solo principio della distanza dell approvvigionamento) e più in generale dalle discussioni, spesso non tecniche, sull argomento. Al riguardo vengono spesso preferiti, nelle linee di indirizzo alla realizzazione degli impianti da parte delle amministrazioni competenti, iniziative a carattere microgenerativo (<1 MWe), co-generative e con approvvigionamento da filiera corta. Questa preferenza, spesso, va nella direzione esattamente opposta rispetto ai criteri di sostenibilità ambientale richiamati dalla normativa comunitaria. Infatti: o Gli impianti micro-generativi, in base alle tecnologie oggi commercialmente disponibili, hanno rendimenti molto inferiori rispetto ad impianti di taglia industriale. E importante sottolineare il fatto che un impianto micro generativo con rendimento elettrico del 16%, rispetto ad un impianto industriale con 3

4 o o rendimento elettrico del 32%, valorizza, dal punto di vista energetico e quindi ambientale, solo per il 50% il contenuto energetico del combustibile. Indipendentemente dalla provenienza della biomassa (vedi Direttive Comunitarie) il bilancio ambientale per l impianto micro-generativo, sarà spesso negativo nel confronto tra i due impianti. La preferenza per l assetto co-generativo deve essere espressa solo in quegli areali dove tale possibilità è tecnicamente ed economicamente sostenibile. Nello specifico, nei comuni in fasce climatiche non montane e ampiamente serviti dalla metanizzazione, la richiesta co-generativa è spesso limitata ai soli utilizzi industriali del calore (peraltro casistiche molto limitate). L eventuale utilizzo della componente termica in ambito industriale quasi sempre penalizza ulteriormente la possibilità di rendimento elettrico dell impianto e quindi la sua reale capacità cogenerativa. Al riguardo è anche importante sottolineare che se quantitativamente il confronto tra rendimento termico, rendimento elettrico e rendimento complessivo è sempre possibile, dal punto di vista qualitativo non è spesso corretto confrontare una forma di energia nobile e quasi universale (l energia elettrica, appunto) con una energia povera e dagli utilizzi limitati quali l energia termica. Il richiamo alla filiera corta in riferimento alla sostenibilità ambientale degli approvvigionamenti è spesso fuorviante se approfondito in maniera analitica rispetto ai contenuti della normativa comunitaria. Si pensi, ad esempio, all approvvigionamento di una biomassa forestale recuperata in ambito montano a 40 km di distanza dall impianto (in filiera corta) rispetto ad una biomassa forestale recuperata in pianura (es. pinete litoranee) a 80 km di distanza (non filiera corta). Spesso la Pubblica Amministrazione con il criterio della Filiera Corta intende favorire delle filiere locali (es. forestali) più difficilmente attivabili per limiti logistici e di accessibilità. In questo caso sarebbe più opportuno attivare altri sistemi di incentivazione, più specifici e puntuali (contributi alla meccanizzazione, all insediamento di cooperative forestali, ecc ), che il generico principio della Filiera Corta che, come detto, potrebbe risultare invece fuorviante in riferimento al principio della sostenibilità ambientale se vista in termini di emissione di gas climalteranti. 4

5 Considerazioni conclusive: i principi caratterizzanti il piano di approvvigionamento dell impianto di Piombino Il piano di approvvigionamento di un impianto a biomassa deve essere uno strumento dinamico nel tempo perché deve tener conto del mutare delle condizioni tecniche e di mercato della fonte di approvvigionamento. I risultati di stima della disponibilità di biomassa a livello regionale, così come rilevati nello studio, fanno supporre che l impianto potrà comunque essere alimentato con biomassa di origine regionale nonché ricadente in prevalenza (maggiore del 50%) nel raggio compatibile con l attuale criterio (auspicabile ma non vincolante) della filiera corta (70 km in linea d aria). Il piano di approvvigionamento di Piombino deve poter coniugare tre diverse componenti caratterizzanti l iniziativa industriale nel suo complesso: la disponibilità (tipologia e quantità) di biomassa usufruibile a livello locale, la scelta tecnologica ed impiantistica e la compatibilità dell iniziativa con il quadro di riferimento normativo riferito al sistema di incentivazione. Dal punto di vista tecnologico, l impianto dovrà essere alimentato prevalentemente con biomasse legnose che verranno conferite in caldaia sotto forma di cippato. L impianto potrà inoltre essere alimentato, con una percentuale non eccedente il 30% in termini di input energetico, con biomasse di natura cellulosica (paglie). In riferimento alla tipologia di biomassa, compatibilmente con lo studio di mercato realizzato e le stime di disponibilità usufruibile a livello locale, verranno utilizzate biomasse di natura residuale (sottoprodotti). Tali biomasse sono sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1-A del Decreto 6 luglio 2012 Attuazione dell art. 24 del decreto legislativo 3 mrzo 2011, n.28, recante incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dai fotovoltaici. Per quanto riguarda l origine del materiale, verranno rispettati i principi di sostenibilità ambientale degli approvvigionamenti nel rispetto degli orientamenti comunitari in materia. Verrà applicato lo strumento della tracciabilità dell origine della biomassa ma soprattutto la determinazione del livello di riduzione dei gas ad effetto serra su tutti i conferimenti. 5

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