Il monitoraggio dei pollini aerodispersi ad interesse allergologico

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1 2011 Il monitoraggio dei pollini aerodispersi ad interesse allergologico A cura di Paolo Veronesi ARPA Sez. Prov.le di Forlì - Cesena 18/01/2012

2 Agenzia Regionale per la Prevenzione e l Ambiente dell Emilia-Romagna Via Po, n BOLOGNA tel 051/ fax 051/ P.IVA e C.F Sezione Provinciale di Forlì-Cesena C.P FORLI COP tel 0543/ fax 0543/ sez@fo.arpa.emr.it Servizio Sistemi Ambientali Area Monitoraggio e Valutazione Aria Monitoraggio Pollini Anno 2011 A cura di Paolo Veronesi Pagina 2 di 19

3 Il monitoraggio dei pollini aerodispersi ad interesse allergologico è effettuato durante tutto l anno nelle stazioni di Forlì e Cesena mediante campionatori automatici e successiva identificazione al microscopio ottico delle specie presenti. Il monitoraggio in continuo è affidato a campionatori volumetrici VPPS 2000 Lanzoni (un esempio è riportato nella figura a lato). Il polline aspirato mediante una pompa a flusso continuo rimane intrappolato su un nastro di cellulosa, trattato con silicone liquido. Il nastro ruota per la durata di una settimana attorno a un cilindro. Al termine del campionamento settimanale, il nastro viene sostituito e porzioni di 44 mm (corrispondenti al campionamento di un giorno) vengono esaminate al microscopio ottico dopo colorazione con fuxina (nella foto a lato alcuni rulli di campionamento e la scatola per il trasporto dopo la raccolta settimanale). Nell aria ambiente generalmente sono presenti solo i pollini delle essenze ad impollinazione anemofila, che di conseguenza producono grandi quantità di pollini, pur in assenza di un fiore evidente (il fiore ha la funzione di attrarre gli insetti; nelle piante ad impollinazione anemofila il vento è l unico vettore dei pollini). Alcune di queste essenze hanno un elevato potere allergenico e, in alcuni casi, sono presenti in concentrazioni che possono superare il migliaio di granuli pollinici per metro cubo d aria. La comparsa dei primi granuli pollinici di una determinata essenza non è in genere sufficiente a provocare l instaurarsi di fenomeni allergici nei soggetti sensibili, in quanto ogni individuo allergico ha una propria soglia entro la quale non si sviluppa alcuna sensibilizzazione. In generale è importante evidenziare le prime presenze di determinate specie proprio per permettere il corretto trattamento di desensibilizzazione agli allergeni nei soggetti sensibili prima che si instaurino i fenomeni di reazione allergica. Pagina 3 di 19

4 Le stazioni di monitoraggio di Forlì e Cesena fanno parte della rete regionale di monitoraggio dei pollini allergenici e i dati delle letture settimanali contribuiscono alla redazione del bollettino settimanale dei pollini allergenici consultabile al sito (nella foto a lato la pagina web del bollettino) Il bollettino riporta le concentrazioni medie e massime registrate nei vari siti di campionamento nel corso della settimana per le diverse specie analizzate. Settimanalmente sono prodotte le previsioni per la settimana successiva, in modo da facilitare il trattamento dei pazienti sensibili, sia a livello medico ospedaliero, sia nei casi di auto medicazione per i pazienti già a conoscenza della loro patologia e della relativa terapia stagionale. Il sistema DEXTER ( exter), a registrazione ed accesso gratuito, permette inoltre la disanima dei dati storici del campionamento su tutto il territorio regionale, oltre a fornire una nutrita serie di dati meteorologici (a lato la pagina web di Dexter). In generale, nel corso degli anni, si è notato che inverni particolarmente caldi o freddi influiscono unicamente sulla fioritura delle piante precoci e di quelle tardive, ma il grosso della fioritura è situato per ogni specie sempre nello stesso periodo, in quanto la fioritura della maggior parte delle piante è regolata principalmente dal fotoperiodo (lunghezza delle ore di luce rispetto alle ore di buio) piuttosto che dalle temperature. E evidente che gelate tardive o forte Pagina 4 di 19

5 piovosità possono abbattere anche notevolmente le concentrazioni polliniche presenti nell aria. La sezione Arpa di Forlì-Cesena contribuisce anche alla rete AAITO (associazione allergologi immunologi territoriali e ospedalieri) mediante l identificazione e la conta dei pollini campionati a Faenza. Sebbene quasi tutte le specie ad impollinazione anemofila possano contribuire all instaurarsi di reazioni allergiche (soprattutto dell apparato respiratorio) nei soggetti sensibili, le specie principalmente responsabili di tali fenomeni sono di seguito elencate: - Betulacee: betulle e ontani sono specie a fioritura precoce, con gli ontani tipicamente fioriti a febbraio e le betulle tra marzo e gli inizi di aprile. Il loro polline è considerato molto allergenico (nelle foto: gli amenti della betulla e il polline di betulla al microscopio elettronico). Compositae: le specie fortemente allergizzanti sono unicamente Ambrosia e Artemisia, generalmente poco presenti nelle nostre zone. Tuttavia, la loro fioritura tipicamente estiva può creare fenomeni molto intensi in un periodo in cui normalmente non si hanno altre specie fortemente allergizzanti (nelle foto: Ambrosia artemisifolia in natura e i suoi pollini al microscopio ottico) Pagina 5 di 19

6 - Corilacee: il nocciolo è specie a fioritura tipicamente invernale dalla fine di gennaio all inizio di marzo. I carpini fioriscono in periodo primaverile sovrapponendosi in parte al periodo di fioritura delle betulle. Queste specie sono allergizzanti e molto comuni (nelle foto: amenti di nocciolo e il suo polline al microscopio ottico). - Fagacee: comprendono tutte le quercie (rovere, roverella, leccio), il faggio e il castagno. Sebbene faggio e castagno siano tipici della fascia montana, i loro pollini si possono ritrovare anche in città. Il periodo di pollinazione risente ovviamente delle condizioni climatiche della fascia montana e le piante a bassa quota possono fiorire già ad aprile, mentre faggi e castagni fioriscono in estate. In genere non creano fenomeni particolarmente gravi di allergia (nelle foto: infiorescenza di castagno e polline di quercia al microscopio elettronico). - Graminacee: le graminacee infestanti e spontanee fioriscono praticamente tutto l anno tranne che nel periodo invernale. La loro presenza è particolarmente significativa nel periodo tardo primaverile ed estivo e contribuiscono a fenomeni allergici importanti (nelle foto: una graminacea spontanea e il suo polline al microscopio elettronico). Pagina 6 di 19

7 - Oleacee: l ulivo a fioritura estiva è il principale responsabile dei fenomeni allergici di questa famiglia. Il frassino maggiore inizia a fiorire già a febbraio ed è seguito dall orniello. L orniello è una pianta a impollinazione parzialmente entomofila e pertanto raramente è causa di allergie. Il ligustro fiorisce poco prima degli ulivi e, dato il suo utilizzo come siepe, può generare fenomeni di sensibilizzazione nonostante il suo non elevato potere allergenico (nelle foto: infiorescenza di orniello e il suo polline al microscopio ottico). - Plantaginacee: lanceola e piantaggine sono piante spontanee anche infestanti i cui pollini non sono mai presenti in grandi quantità, ma già pochi pollini per metro cubo possono provocare fenomeni allergici nei soggetti sensibili; la loro fioritura è tra giugno e luglio (nelle foto: infiorescenza di piantaggine e il suo polline al microscopio ottico). - Urticacee: la parietaria è la principale responsabile dei fenomeni allergici di questa famiglia. I suoi pollini, piccoli ed estremamente volatili, si possono ritrovare praticamente tutto l anno. Durante la primavera e l estate si aggiunge alla fioritura della parietaria quella dell ortica dioica (nelle foto: parietaria e il suo polline al microscopio ottico). Pagina 7 di 19

8 - Cupressacee: le numerose specie di questa famiglia (nella quale sono inseriti anche i pollini di Taxacee per affinità morfologica) fioriscono principalmente durante l inverno e l inizio della primavera. Le loro altissime concentrazioni sono responsabili di molti fenomeni di sensibilizzazione durante i mesi di gennaio e febbraio (nelle foto: Thuja orientalis e il suo polline al microscopio ottico). - Chenopodiacee: si tratta di piante pioniere come il farinaccio, presenti in terreni abbandonati che sono presenti a basse concentrazioni dalla tarda primavera alla tarda estate. Il loro potere allergizzante è elevato (nelle foto : Chenopodium album e il suo polline al microscopio ottico). - Ulmacee: l olmo fiorisce alla fine dell inverno, mentre il bagolaro tra aprile e maggio. Normalmente non sono presenti in grandi quantità non costituiscono un particolare problema per gli allergici (nelle foto: bagolaro e il suo polline al microscopio ottico). e - Platanacee: i platani fioriscono tra aprile e maggio. Il loro potere allergenico non è elevato, ma la loro presenza in molti viali cittadini può innescare comunque la reazione allergica nei soggetti sensibili (nelle foto: Platanus hybrida e il suo polline al microscopio ottico). Pagina 8 di 19

9 - Aceracee: gli aceri non sono normalmente responsabili di fenomeni allergici. L acero negundo è praticamente l unico rappresentante della famiglia che, producendo grandi quantità di polline, fra la fine dell inverno e l inizio della primavera, può scatenare qualche fenomeno allergico (nelle foto: Acer negundo e il suo polline al microscopio ottico). - Pinacee: le numerose specie presenti in questa famiglia comprendono numerose essenze ornamentali a fioritura molto diversificata. Alcuni pollini di pinacee si ritrovano tutto l anno; tutte le pinacee producono enormi quantità di polline e l allergia è dovuta proprio alla quantità di pollini prodotti piuttosto che al potere allergizzante degli stessi (nelle foto: infiorescenza di Pinus sp. e il suo polline al microscopio ottico). - Salicacee: i pioppi fioriscono tra la fine di febbraio e marzo e il loro polline disperso dal vento (che non ha nulla a che fare con i frutti piumosi dispersi molto più tardi) può causare fenomeni allergici. I salici sono solo parzialmente anemofili e normalmente non sono responsabili di alcuna sensibilizzazione. La fioritura dei salici è successiva (aprile) (nelle foto: infiorescenza di pioppo e il suo polline al microscopio ottico). - Juglandacee: i noci fioriscono tra aprile e maggio; il loro polline non è causa di particolari fenomeni allergizzanti (nelle foto: infiorescenza di noce e il suo polline al microscopio ottico). Pagina 9 di 19

10 - Alternaria e Stemphilium: si tratta di due muffe interessanti anche dal punto di vista agronomico per i danni che possono provocare soprattutto alle colture orticole. In aria si ritrova il loro sporangio, che contiene le spore responsabili degli episodi allergici. La loro pericolosità dal punto di vista sanitario è dovuto alla loro grande proliferazione in ambienti indoor. Sono presenti quasi tutto l anno in condizioni di temperature non fredde e alta umidità (nella foto: sporangi di alternaria). Di seguito si riportano i grafici delle medie mensili delle concentrazioni riscontrate durante il monitoraggio 2011 (sulle ordinate è riportato il numero di granuli medi per metro cubo d aria). I periodi di fioritura sono praticamente identici nelle due stazioni di monitoraggio. A seconda della specie variano, invece, anche in maniera considerevole le concentrazioni soprattutto a inizio e fine fioritura a testimonianza di una relazione diretta fra le comunità floreali presenti nelle vicinanze del campionatore e le concentrazioni polliniche riscontrate. In generale la primavera 2011 è stata caratterizzata da concentrazioni polliniche più elevate rispetto allo stesso periodo del 2010, sebbene i periodi di fioritura non siano stati significativamente anticipati o ritardati. Le concentrazioni delle specie a fioritura estiva sono state, invece, in linea o leggermente inferiori rispetto a quelle del Le concentrazioni delle spore sono state generalmente più alte rispetto a quelle del 2010 con punte di Alternaria elevatissime nel mese di settembre. Particolarmente significative sono risultate le concentrazioni di Cupressacee-Taxacee che in primavera hanno dominato la spettro pollinico con concentrazioni spesso superiori ai 1000 granuli per metro cubo d aria nel mese di marzo. Pagina 10 di 19

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