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1 LA VOCE DI LEONARDO Perché un giornalino di istituto di Grazia Vasques ed Anna Puglisi Questo giornalino nasce da una esigenza ben precisa: riflettere sulla nostra identità di appartenenti alla comunità scolastica del 1 Ist. Secondario superiore Leonardo da Vinci di Floridia. Riflettere su chi siamo e soprattutto su chi vogliamo diventare. Viviamo in un momento storico che consuma continuamente informazioni,conoscenze, saperi, dove tutto è in continua trasformazione.in questo contesto anche la scuola vive un momento particolare,investita continuamente da tentativi di riforma e cambiamento, spesso così repentini che risulta difficile comprenderne l effettiva portata.per questo sentiamo il bisogno di avere uno spazio per riflettere sulla nostra esperienza scolastica e comprendere chi siamo e dove vorremmo andare.il giornalino vuole essere uno spazio di condivisione, tra studenti, professori, dirigente scolastico e anche ex-alunni, del percorso di formazione che coinvolge tanto tempo della nostra vita. Crediamo che il punto di partenza per negoziare e costruire la nostra identità di comunità scolastica che educa, debba essere costituito proprio dal nome del nostro istituto: Leonardo da Vinci. Anche Leonardo, infatti, vive in un epoca di grandi trasformazioni e Leonardo fu pittore, scultore, architetto, filosofo,ingegnere, anatomista, letterato, musicista, inventore, rappresentando un personaggio poliedrico. Questo è quello che il nostro istituto vuole essere: un luogo in cui diventare esperti in matematica, fisica,lingue, ma anche un luogo in cui diventare persone capaci di stupirci di fronte alla bellezza e all arte, di interrogarci sulle ragioni profonde della realtà DICEMBRE 2012 "Dateci penne per scrivere, prima che qualcuno metta armi nelle nostre mani", Annotava nel suo diario. Ma il diritto allo studio e quello di andare a scuola per le ragazze pakistane è considerato un crimine "osceno" dai Talebani. "Diffonde idee laiche, ci attacca, è una fan di Obama". Per questo l'hanno condannata a morte. Per questo un killer l'ha seguita e ha sparato. Da anni Malala aspettava quel killer, ma ha continuato a difendere il futuro, il suo e anche il nostro. Lei è la ragazza che ha aperto un blog sulla Bbc per denunciare le condizioni di vita strazianti, soprattutto per quanto riguarda le donne e le bambine, nella valle di Swat nel Pakistan del nord; vincitrice del primo premio nazionale per la Pace in Pakistan e candidata al premio internazionale per la Pace della Fondazione KidsRights. Perché parlare di Malala? Cosa ci importa di una ragazzina che vive dall altra parte del mondo? Una ragazza così giovane che ha avuto il coraggio di denunciare il regime talebano, ha lottato dal suo blog per chiedere penne, istruzione, la possibilità di esistere e non semplicemente sopravvivere. Riflettiamo su come si possa essere grandi, splendidi, saggi e coraggiosi anche a 14 anni. Gli anni di Malala. Gli anni in cui crescere, studiare, sbagliare e migliorare è un diritto. Rischiare di morire per la libertà no. Riflettiamo e magari la prossima volta che si sbuffa per i compiti di latino o per l esercizio di matematica che non riesce, pensiamo a Malala che ha rischiato la sua vita per essere come voi.

2 DUBLIN FOREVER di GIOVANNA PAVANO 4C L'avventura di Dublino per noi quest'anno è cominciata il 21 agosto ma in realtà, dal primo giorno in cui ci dissero di essere stati presi, con le nostre menti già fantasticavamo su come sarebbe stata questa città, il college, le lezioni. Ci chiedevamo come avremmo passato le giornate in un paese che ci era del tutto sconosciuto, se ci saremmo persi facendo disperare i nostri professori, come ce la saremmo cavata con il nostro inglese, e alcuni si chiedevano se il tempo di permanenza non fosse addirittura troppo poco. Ricchi di entusiasmo, quando siamo arrivati abbiamo subito trovato un ambiente familiare, un po' freddo per le nostre maniche corte, ma muniti di giacconi e cappelli non ci siamo fatti abbattere dalla piovosità di Dublino e già al secondo giorno avevamo praticamente esplorato mezza città. Trascorrevamo ogni singolo giorno in giro per questa città che ci ha letteralmente rapiti. Quando c'era il sole restavamo nei grandissimi parchi semplicemente a ridere e a scherzare. Attorno a noi si riunivano sempre gruppetti di gabbiani, non avevano per niente paura di noi. Gli strani musei di arte contemporanea, in cui ci divertivamo con altri ragazzi a cogliere i significati nascosti dietro quadri bianchi. Il college stesso ci ha offerto tanto perché, nelle giornate di mal tempo, ci riunivamo nella Student's Union, giocando a biliardo o a ping pong. Lì incontravamo decine di ragazzi da tutto il mondo, e ognuno di loro aveva una storia da raccontare. Nonostante andassimo a dormire tardi la notte e la sveglia suonasse ad un orario improponibile, noi non eravamo ancora stanchi. Siamo arrivati alla fine della nostra avventura con le lacrime agli occhi perché ci siamo resi conto che quel posto aveva ancora molto da darci. Che c'erano ancora tantissime distese infinite di verde irlandese da ammirare, migliaia di persone da incontrare ogni giorno, che per strada si imbattevano in te, ti riconoscevano straniero e ti sorridevano, senza motivo. Persone con una chitarra in mano che ritagliavano il proprio mondo in un pezzetto di marciapiede. Avevamo ancora tantissimi spagnoli, francesi, brasiliani da incontrare e qualche difficoltà da superare cercando di farci capire. In un mese forse abbiamo imparato piu' parole in cinese che in inglese. Se dovessi scegliere il momento o il posto piu' bello non saprei proprio decidere. Ogni cosa era una novità, un motivo di riflessione e confronto. I posti piu' belli sono quelli in cui ritroviamo una parte di noi stessi, in cui nonostante la diversità ci sentiamo a casa. Il problema è che spesso, in un posto nuovo, vediamo prima di tutto i lati negativi: il cibo, che ovviamente non potrà mai competere con quello siciliano, il cattivo tempo, il modo strano di vestire delle persone. Eravamo tutti insieme, in un posto nuovo, e questo ci ha aiutato a superare i problemi. Noi stessi siamo cambiati. Stare lontani da casa, lontano dalle comodità di ogni giorno, dalla mamma che lava e stira i tuoi vestiti. Abbiamo imparato da noi stessi, convivendo con i nostri limiti e paure. Ad abituarci a pensare alle diversità che esistono nel mondo. Aprire la mente e uscire dai pregiudizi. Siamo partiti con 20 chili in valigia e siamo tornati con il cuore pieno di bellissimi ricordi. SOUTHAMPTON: A GREAT EXPERIENCE Chiara Indomenico (ex 5D).Per la 3 volta il nostro istituto ha dato la possibilita a 30 alunni del 5 anno ( quindi diplomandi) di partecipare al progetto che mira a migliorare le proprie competenze linguistiche al fine di possibili sbocchi lavorativi all estero. Il progetto si è rivelato fin da subito divertente, ma anche faticoso! Per bene 28 giorni abbiamo infatti vissuto una vera e propria esperienza lavorativa. Abbiamo imparato a superare la nostra timidezza e a metterci in gioco sia con la lingua straniera che con il lavoro. Ongnuno di noi, infatti, lavorava in un posto diverso ed eravamo quindi obbligati a farci capire o meglio ci provavamo! Devo dire che nonostante 28 giorni siano pochi, molti di noi, se non tutti, abbiamo fatto grandi progressi linguistici. E stata dura lasciare tutto e tornare alla solita vita, che poi solita non è perché c è l università ma devo dire che è stata veramente una bellissima esperienza! Se potessi la rifarei Non fatevi scappare un occasione del genere!

3 GIULIA S LONDON di GIULIA AMENTA ( PROF.!) <<Londra una città fresca ma allo stesso tempo ricca di emozioni, punto di incontro di culture e tradizioni, ogni angolo ti suggerisce qualcosa e ti commuove, tutto si muove alla scoperta di qualcosa di nuovo che non è possibile trovare altrove>> Così hanno scritto sulla presentazione-video i nostri magnifici sedici ragazzi che hanno partecipato al PON- C1 svolto alla fine delle vacanze estive a Londra. Un progetto durato quattro settimane, scandite dal ritmo delle lezioni di inglese che si svolgevano al mattino presso il Lite College, nel cuore di Whitechapel, il quartiere al confine con la City, giusto qualche chilometro distante dal Tower Bridge. I pomeriggi erano dedicati alle visite nei musei di Londra, come la National Gallery, il Natural History Museum, il Victoria & Albert Museum, il British Museum, la Tate Modern Gallery, lo Science Museum, tutti con ingresso gratuito. Bellissimi anche il Madame Toussaud e il London Eye. Il fine settimana ha visto le escursioni a Cambridge, Bath e Stonehenge. Abbiamo ammirato anche il Parco delle Olimpiadi 2012 a Stratford, i mercatini di Camden, e abbiamo attraversato anche le strisce pedonali di Abbey Road. I Beatles non ci sono più da quarant anni, ma il loro spirito aleggia sempre per le strade di Londra. Abbiamo seguito dal maxischermo di Trafalgar Square la cerimonia di apertura delle Paraolimpiadi, il giorno della cerimonia di chiusura abbiamo visto sfilare gli atleti davanti a Bukingham Palace, qualcuno dei nostri ragazzi ha provato l emozione di toccare una medaglia olimpionica. E che dire dell Holidaybank, celebrato a Nottinghill l ultimo lunedì di Agosto! Praticamente un carnevale brasiliano a Londra, con tanto di costumi enormi, sfarzosi e succinti, e balli frenetici pieni di ritmo vivace, caraibico, tribale. Abbiamo trascorso ore di relax immersi nel verde di Hyde Park, e ammirato i negozi lussuosi di Oxford Street, quelli caratteristici di Carnaby Street, e i tipici negozi di Covent Garden. Al rientro in hotel eravamo sempre piuttosto stanchi. Dalle camere si potevano ascoltare i canti intonati all interno della vicina moschea, la più grande d Europa, e dalle finestre si poteva ammirare il panorama singolare, che, oltre le torri della moschea, si sviluppava dal grattacielo del 30 St Mary Axe, chiamato dagli inglesi Gherkin, ovvero Cetriolo, fino a the Shard, la verticalissima piramide sospesa, ultima geniale sfida del nostro architetto italiano Renzo Piano. Tutto bellissimo, insomma, ma anche diverse difficoltà, come ad esempio il cibo, le camere piccole e senza armadio. Inutile stare qui ad elencare i problemi, ormai resta il ricordo di un esperienza unica e irripetibile. Un esperienza dai risvolti ampiamente positivi, in termini di crescita culturale e relazionale, potenziamento della lingua inglese, conoscenza diretta di un patrimonio artistico, architettonico, urbanistico e culturale che solo una città unica al mondo come Londra può dare. Ritorno... è tempo di preparare la valigia per tornare a casa, riprendere il ritmo a cui sono solito. Quattro settimane passano e nemmeno te ne accorgi quando sei in un posto che ti viene istintivo chiamare casa. Lascio a malincuore questo posto a cui mi sono affezionato e che forse è riuscito a cambiarmi... In queste quattro settimane ho imparato a guardare il mondo e la vita in un modo differente, ad accoglierla a 360 gradi e non più soltanto dritto davanti a me. L'errore più grande che si possa fare è pensare che non ci sia niente al di fuori di noi e delle cose che ci succedono.il mondo è grande, c'è tanto, troppo da vedere, da fare, da esplorare, da assaporare ed ascoltare. Ritornare... Ritorno in Italia... Ma fin quando viaggerò sarò sempre a casa; L Europa è la mia casa! (Giulio Di Somma)

4 Un giovane tra i giovani di Valentina Frittitta 5 C Il sindaco di Floridia Orazio Scalorino dopo aver partecipato ad una delle nostre assemblee d istituto, risponde ad alcune domande sulla scuola, l ambiente e la sua esperienza di primo cittadino. Amministrazione comunale e scuola: come il comune si muove nel territorio e quali sono gli obiettivi in tal senso? Il comune si trova a dover fronteggiare un momento di grande difficoltà. E stato necessario, dunque, stabilire un ordine di priorità in cui la scuola figurasse al primo posto. Abbiamo, infatti, destinato una parte del bilancio alla realizzazione della mensa scolastica nella scuola primaria e al finanziamento del trasporto destinato agli studenti pendolari. Il liceo, purtroppo, non è alle dirette dipendenze del comune ma è una realtà importante che vogliamo coinvolgere attraverso una serie di iniziative come il Mediterranean crew. Si dice spesso che giovani sono una risorsa. Ci sono, a suo avviso, abbastanza mezzi per sfruttare queste qualità? Un passo in questa direzione è stato fatto con la realizzazione del progetto Urban center. Esso è rivolto ai ragazzi che hanno già conseguito la laurea e che hanno voglia di lasciare un segno tangibile nella propria città. Si tratterà di una grande opportunità di lavoro coadiuvata dall azione di esperti in materia e, cosa molto importante, svilupperà un idea diversa di città. Lei è un sindaco giovane che ha già trovato una collocazione nel tessuto sociale. Qual è la sua impressione del mondo lavorativo e quali consigli si sentirebbe di dare? L Italia, in particolare la Sicilia, sta vivendo una profonda crisi in cui il tasso disoccupazionale non sembra voler scendere. In questa situazione le istituzioni dovrebbero impegnarsi in un importante opera di investimento sulla ricerca e sull università. Ciò che mi sento di consigliare ai giovani che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro, è di puntare tutto sulle lingue straniere e sull informatica, cardini della società moderna. Non a caso, con la mia amministrazione stiamo pensando di realizzare una zona di navigazione franca, dove tutti possano accedere liberamente alla connessione internet, ormai indispensabile in molti ambiti lavorativi. E in cantiere l idea di creare lo sportello della legalità. Quali eventi l hanno spinta ad idearlo e quali obiettivi vorrebbe si raggiungessero? Abbiamo assistito a numerosi atti vandalici che hanno visto attaccati circa 65 cassonetti dei rifiuti, l asilo nido comunale e un aula del liceo. Questo ci ha spinti a studiare delle politiche di intervento che, però, andassero oltre la semplice lotta al vandalismo. Questa situazione, infatti, nasce da una difficoltà territoriale che deve essere trattata con il coinvolgimento delle forze dell ordine, dell istituzioni civili e religiose. Dobbiamo, quindi, veicolare un idea alternativa di politica giovanile e in ciò il mondo associazionistico gioca un ruolo fondamentale. Altremaree è il progetto che ha visto impegnato il comune in uno scambio culturale con la Tunisia. Quanto è importante l incontro con le altre culture? C è una reale integrazione dei gruppi di immigrati con la popolazione floridiana? L evento è stato, oltre che un momento di interculturalità, un momento di interreligiosità. Lo scopo era quello di mandare un chiaro messaggio alle giovani generazioni, ovvero che la diversità è una risorsa non un pericolo. Non bisogna vedere nello straniero una minaccia ma un motivo di accrescimento personale. Purtroppo, nel paese, non si è ancora giunti ad una totale integrazione. E qualcosa su cui si deve lavorare nella consapevolezza che il futuro risiede proprio nella presenza degli stranieri. Sebbene sia presto per fare bilanci, questi sei mesi di mandato hanno rispecchiato le sue aspettative oppure ha trovato qualche difficoltà? Il momento socio-economico difficile ha, sicuramente, posto degli ostacoli maggiori rispetto a quanto pensassi. Nonostante ciò, siamo riusciti a mettere in moto importanti iniziative come il Patto dei Sindaci tra i comuni di Floridia, Solarino e Priolo Gargallo, che si prefige, tra l altro, di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 20 per cento. Inoltre, la mancanza di fondi, non impedisce di realizzare opere low cost che rendano la città più vivibile. Si sta cercando, per esempio, di incentivare l uso delle biciclette e il rispetto dell ambiente. Questo ci permetterà, senza tanti costi, di adeguarci alle politiche europee.

5 Giornata Mondiale dell Accesso al Sapere, 17 Novembre a Siracusa di MARCO ZAPPULLA 4C L'Unione degli Studenti di Siracusa ha organizzato, anche quest'anno, la Giornata Mondiale dell'accesso al Sapere, in ricordo delle manifestazioni studentesche soppresse con la violenza in Spagna, America e Grecia. La giornata ha avuto inizio di mattina e si è conclusa a sera inoltrata. Per la prima volta il Liceo L. da Vinci di Floridia (SR) ha partecipato all evento con la rappresentanza del Comitato Studentesco (40 ragazzi). La giornata, organizzata a difesa del diritto all istruzione e all accesso al sapere per tutti, è stata molto interessante. Diversi sono stati i corsi, i concerti e i giochi organizzati. I ragazzi del nostro liceo hanno partecipato al corso sul primo soccorso, proposto dalla Croce Rossa, alla caccia alla cultura e al corso Mareluce durante il quale una psicologa, in base hai colori utilizzati per un disegno, descriveva il tipo di personalità del soggetto. La caccia alla cultura è stata una sorta di caccia al tesoro a squadre,formate da un minimo di 3 persone fino a un massimo di 6. La caccia consisteva nel risolvere quatto indovinelli che descrivevano un monumento di Ortigia, recarsi nel luogo descritto dall indovinello e scattare una foto con tutti i membri della squadra. La prima squadra che risolveva tutti i quesiti vinceva 100 euro. La squadra vincitrice è stata quella formata da 4 ragazzi del Liceo Gargallo che hanno battuto solo per pochi secondi la squadra del Liceo Leonardo da Vinci formata da: Marco Zappulla, Giulio Di Somma, Peppe Mudanò, Salvo Cutrale e Giulia Fontana Del Vecchio. La giornata è continuata con esibizioni di gruppi musicali, con un laboratorio di riciclaggio e con un bel contest di breakdance. Il grido giovanile. Di Mariagrazia Teodoro 4A Manzoni definiva gli italiani con un nomignolo "volgo" per sottolineare il rifiuto di un popolo che non ama lottare per la propria libertà ma che ha l'illusione che siano gli altri a portarla. Ma le manifestazioni che in quest ultimo periodo hanno colpito l Italia, mostrano un forte desiderio di cambiamento. Vedere ragazzi, di tutte le età occupare, piazze, monumenti e scuole, mi ha donato un po di speranza. Speranza per riuscire a vedere, forse, un futuro, migliore di quello che si prospetta adesso.i telegiornali, hanno riportato soltanto notizie relative a scontri e disordini, penalizzando migliaia di ragazzi, che invece stavano, cercando di rivendicare i propri diritti, in modo pacifico e creativo.l unico metodo che abbiamo noi studenti per farci sentire è gridare alla società e alla politica quello che non va, e non saranno di certo le critiche negative dei Media che ci fermeranno. L unica cosa che riuscirà a placare il forte desiderio di manifestare i nostri diritti, sarà un buon dialogo, basato su leggi che vadano bene per noi giovani, che non trattino di tagli indiscriminati o di riforme assurde. Spero sinceramente di riuscire a vedere dei veri cambiamenti, la scuola è la ricchezza libera di tutti i cittadini essenziale, per il futuro del nostro paese, per il futuro di noi giovani. Generazione P...di Rosalia Cannuscio 5B «Il termine Generazione "P" negli ultimi tempi ha suscitato parecchio clamore». Solitamente con esso indichiamo quella generazione di adolescenti PERSA, incline esclusivamente al divertimento e a tralasciare gli elementi importanti della vita. Quest'ultimi formano il mondo interiore di ciascun essere umano ed indicano il corretto impiego delle risorse mentali, intellettive e spirituali. Onestà, disciplina e rispetto permetteranno di esprimere appieno quei valori umani attraverso i quali si può comprendere il senso stesso dell'esistenza. Ma in circostanze come queste, in cui non abbiamo di fronte una generazione ma una "degenerazione di sconvolti" come possiamo parlare di virtù etiche e morali? Tutti credono di esser liberi, ma nei giovani di oggi non esiste affatto la libertà. Sono solamente vittime innocenti di un sistema che propone una nuova forma di schiavitù, che viene accettata senza alcun tipo di problema da tutti gli individui, quale la dipendenza dei social network, del fumo, dell'alcool e del sesso. La libertà è solo un'illusione ben orchestrata in cui tutti pretendono dei diritti ma vogliono sentirsi liberi dai doveri. Questi ultimi sono fondamentali, soprattutto per l'inserimento dei giovani all'interno del mondo lavorativo, dettaglio spesso tralasciato. Ecco spiegato il perché il termite di "Generazione P" indica anche una generazione di Precari, assumendo così un ulteriore significato. Il precariato è quell'insieme di soggetti che vivono una condizione lavorativa che rileva due importanti fattori di insicurezza quali : la mancanza di continuità del rapporto di lavoro e di certezza sul futuro; e la mancanza di un reddito e di condizioni di lavoro adeguate su cui poter contare per pianificare la propria vita presente e futura. Dopo anni di studi e sacrifici, molti studenti vedono volare i loro intensi anni di studio come sabbia al vento. Ciò crea grosse difficoltà sia collettive che individuali, questi neo laureati vagano costantemente alla ricerca di quel "posto fisso che non c'è" senza alcun risultato. I nostri giovani si trovano improvvisamente smarriti, senza una meta ben precisa da raggiungere e di fronte a questa assenza purtroppo molte sono le derive a cui essi si lasciano andare. Gli antichi dicevano : "E' troppo tardi per far economia quando si è arrivati al fondo, tant'è che in esso c'è ben poco ma soprattutto vi è il peggio! " Ma purtroppo al giorno d'oggi la determinazione, la combattività e la grinta di ogni singolo ragazzo diventano elementi essenziali per poter andar avanti.

6 Crescita e altruismo: binomio fondamentale dell AVIS L'AVIS, Associazione Volontari Italiani del Sangue, è un ente morale non lucrativo e di utilità sociale. Tale associazione permette di far fronte attraverso donazioni di sangue ai bisogni ospedalieri. Oltre a questo, l'avis è un centro di crescita per i giovani perché li educa alla socializzazione, li inserisce in un ambiente lavorativo e forma la persona da un punto di vista morale. I giovani di oggi appartenenti ad una società poco impegnata nel sociale e piuttosto chiuso nella tecnologia, credono che il volontariato sia qualcosa di monotono e preferiscono dilettarsi in altre attività. Solo se costretti dal benevolo punto di credito i giovani decidono di sprecare il loro tempo all'interno dell'associazione. Ma perché se l'avis appare noiosa sono innumerevoli i giovani volontari a seguirlo? Ebbene sì, chiunque entri all'interno dell'associazione seppur involontariamente, non riesce a staccarsene più. Essa offre ai giovani un mondo nuovo, funge da stimolo e da intrattenimento - dichiara il presidente della sede di Floridia Concetto De Caro - Una società per essere aperta deve essere equilibrata e i giovani devono essere educati ad un crescente equilibrio. 2012, fine del mondo? Ecco come stanno le cose di Calogero LGiudice 3 A Il 2012 è l anno nel quale secondo alcune credenze e profezie, si dovrebbe verificare un evento, capace di produrre una discontinuità storica con il passato: una qualche radicale trasformazione dell'umanità oppure la fine del mondo. L'evento atteso viene collegato alla fine di uno dei cicli del calendario maya. La fonte proposta qui a sinistra è tratta da Wikipedia che spiega in modo generico la fine del mondo. David Stuart, uno studioso americano, spiega che il calendario Maya è suddiviso in Baktun, periodi di tempo che durano 394 anni. Proprio il 2012 è l ultimo anno del 13 Baktun, numero sacro per i Maya, ma da nessuna parte non è menzionata voce riguardo a qualcosa di negativo. Secondo Bernal nel 2012 un dio Maya scenderà dal cielo, Bolon Yokte. Nel 2009 la NASA rassicura gli animi, perché è certa che nel 2012 non ci sarà nessuna fine del mondo, perché per i Maya il Baktun finisce il 21/12 e ne comincia un altro il 22/12. Funziona come il nostro calendario.

7 Una NEOZELANDESE AL DA VINCI di MIRIAM GOZZO 4B Who is Olivia? I am a 17 year old girl from Hamilton, New Zeland. Why are you here? I am here for a student exchange with AFS Intercultura. Why did you want to come to Italy? I had always wanted to come to Italy and AFS gave me the opportunity to come and live here for a year. I wanted to come to Italy to experience the culture, learn a new language, and have new experiences. Italians are known all over the world as friendly, kind people, and I now know this is even more true of the people here in Floridia. Since I arrived everyone here has made me feel very welcome and I am really enjoying my experience so far. How is it living with a different family? Living with a new family is a big part of the exchange experience. There are many differences between my family in New Zealand and my family here, though it is those differences that make life here so fun. I love my family here, and I am so grateful to them for embracing me and making me feel so welcome. NOMOFOBIA, LA GUERRA AN- CORA DEVE INIZIARE! di MARLI AUGELLO 5B L primo impatto il termine nomofobia sembra non dire nulla che ci riguardi. Chiunque, se venisse accusato di essere nomofobo, negherebbe, non conoscendo il reale significato, che si cela dietro questa parola. Eppure è una "malattia" che accomuna un po' tutti, quasi ad avere una portata epidemica. Si tratta della paura di rimanere sconnessi dal contatto con la rete di telefononia mobile. Che tutti hanno ormai almeno un cellulare per persona era ormai assodato, ma che la maggior parte di essi lo tenga sempre acceso è una conseguenza della terza rivoluzione industriale, che si è appurata soltanto a partire dagli ultimi 8 anni circa e che riguarda soprattutto le nuove generazioni. Se si chiedesse a un anziano quale potrebbe essere un motivo valido per tenere il telefonino tutta la notte accesa, sicuramente non troverebbe un motivo plausibile, se non per la propria sicurezza. Oggi le ragioni sono cambiate, si ha una vera e propria paura di rimanere sconnessi, e il cellulare sta diventando un po' il piccolo "Teddy" di grandi e piccini: colui che ci mette in salvo da un qualcosa di indefinito. Non c'è un vero male da cui sfuggire, ma si tratta di una dipendenza, che porterebbe ansia e nervosismo se ci distaccassimo dall'oggetto delle nostre rassicurazioni. Secondo alcuni studi effettuati di recente il livello di stress indotto mediamente dalla nomofobia sono paragonabili a quelli indotti dalla "tremarella del giorno delle nozze" o a quelli quando si va dal dentista. Si tratta di una forma di ansia ingiustificata. Sicuramente il fatto che i nuovi smartphone di ultima generazione permettono di fare tutto dal programmare gli impegni, all'usare la torcia, dal leggere un libro al comporre canzoni premendo i tasti di un pianoforte virtuale, comporta che la vita sia tutta vissuta in funzione di questi "aggeggini". Essi sono come i nuclei attorno i quali gli uomini, come delle pedine, ruotano seguendo una determinata orbita. Il nostro modo di pensare infatti, è chiuso e stabilito in quanto per ogni problema abbiamo Mr Teddy che ce lo risolve. Il guaio è che mentre la tecnologi avanza, noi retrocediamo. Inutile che parliamo di grandi ideali, la pace nel mondo e quant'altro, se non sappiamo gestire neppure i mezzi che ci vengono dati a disposizione. Impariamo a controllarci, tagliamo le corde che ci imprigionano e ci rendono succubi delle stesse cose che noi abbiamo creato, solo così possiamo aspirare a grandi obiettivi. TEST SBAGLIATI PER UN FUTURO INCERTO Di FABIO GENOVESI 4B I test d ingresso sono delle prove organizzate dagli atenei per gli studenti che vogliono accedere ad una università. In molte facoltà universitarie, infatti, l iscrizione è subordinata al superamento di una prova di ammissione che ha lo scopo di valutare la probabilità che ha uno studente di frequentare con profitto un determinato corso di studi. Ma siamo sicuri che questi test non sono offensivi alla libertà di studio che è propria di uno stato che si definisce democratico? Siamo sicuri che riescono a qualificare le persone giuste per quel determinato corso di studi? Ma non solo! Non bastava lo stress per sostenere i test. Non bastava dover pagare 40 euro di tasse. Non bastava neanche sborsare soldi per frequentare corsi preparatori (tra l altro carissimi) per aumentare la probabilità di accedere alle facoltà. Ad arricchire lo scenario ci mancavano solo gli errori contenuti nei test. Famosissima è stata la domanda sulle Repubbliche Marinare. Sulle quattro opzioni, si doveva barrare quella errata. Peccato che, tra le risposte possibili, a non essere state Repubbliche Marinare c erano sia Ragusa che Cagliari! Un altro quesito riguardava la geometria e si chiedeva quale figurano fosse intrusa tra triangolo, quadrato, rettangolo, trapezio e quadrilatero irregolare. Tracce le possibili risposte a mancare era proprio quella esatta (quadrilatero irregolare), disorientando così gli studenti costretti a barrare delle opzioni corrette. Bisogna allora utilizzare questo strumento dei test con estrema attenzione, disponendo quesiti attinenti. Non si può basare un test d ingresso di facoltà come medicina o professioni sanitarie su domande del tipo: come è morto Gandhi o cos è la grattachecca della Sora Maria. La scelta per un bravo futuro medico dovrebbe essere indirizzata su altri parametri: chi è troppo introverso o troppo scontroso o troppo facile a seccarsi è bene che non ci provi nemmeno. E neanche chi non è disponibile a studiare duramente per molto tempo. Insomma, certi non vanno bene anche se sanno l origine della tragedia greca.

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