L ORGANIZZAZIONE DEL CORSO DI FORMAZIONE SPECIFICA NELLA REGIONE LAZIO ORA CHE SONO TUTOR,. DOVE SONO? CHE FACCIO?

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1 L ORGANIZZAZIONE DEL CORSO DI FORMAZIONE SPECIFICA NELLA REGIONE LAZIO ORA CHE SONO TUTOR,. DOVE SONO? CHE FACCIO?

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3 ORGANIZZAZIONE La Formazione specifica in Medicina Generale prende le mosse dalla direttiva 86/457/CEE, quindi dal lontano Allo stato attuale i corsi sono di durata triennale e rilasciano un DIPLOMA, valido per altro in tutti i Paesi membri della UE.

4 ORGANIZZAZIONE ASL Capofila ASL interessate 1 Area RM/A RM/A 2 Area RM/B RM/B RM/G Rieti 3 Area RM/C RM/C 4 Area Az. San Camillo RM/D RM/F VT 5 Area RM/E RM/E 6 Area Latina LT Fr RM/H

5 ORGANIZZAZIONE I medici in formazione vincitori del concorso vengono di massima destinati alle diverse aree in ragione della loro residenza. Pertanto ogni anno di corso viene suddiviso in 6 classi, una per ASL capofila. Ogni ASL capofila fornisce aule e strutture per la didattica seminariale ed un ufficio per la gestione delle pratiche amministrative. Ogni ASL capofila riceve dalla Regione (che a sua volta riceve i fondi dal CIPE) una cifra destinata al pagamento delle borse ed alle spese di gestione dei corsi.

6 ORGANIZZAZIONE Per ogni area didattica esistono 2 coordinatori: il coordinatore per le attività seminariali (MMG), che come indica la definizione stessa è il responsabile del percorso teorico il coordinatore per le attività pratiche (dipendente della ASL), che organizza il percorso delle attività pratiche.

7 ORGANIZZAZIONE Il percorso teorico in realtà è alquanto articolato perché prevede attività seminariali studio guidato proposto dai rispettivi tutori studio finalizzato proposto dai coordinatori delle attività seminariali sessioni di confronto con i tutori sessioni di ricerca riflessione e confronto tra tirocinanti

8 ORGANIZZAZIONE La attività seminariali fino ad oggi sono state suddivise in integrate ed interdisciplinari, intendendo per Integrata: la formazione a valenza tecnica generale di taglio più classicamente clinico Interdisciplinare: la formazione più propriamente attinente la realtà della medicina generale E probabilmente questa suddivisione andrà dinamicamente superata.

9 ORGANIZZAZIONE La pratica che occupa 2/3 del monte ore di 4800, che costituisce tutto il percorso è suddivisa in 7 periodi: Medicina generale / Tutor Medicina clinica Chirurgia Pronto soccorso Ginecologia Pediatria Strutture distrettuali

10 ORGANIZZAZIONE Il passaggio da un periodo formativo all altro non è automatico; per ogni fase c è un tutor responsabile. Il tutor responsabile esprime il proprio giudizio sull andamento del periodo formativo. Tale giudizio deve essere avallato dai coordinatori.

11 ORGANIZZAZIONE I medici tutori delle strutture debbono avere la qualifica di dirigenti. Il Tutor di MG deve avere un anzianità convenzionale di almeno 10 anni ed un numero di assistiti pari ad almeno la metà del massimale vigente. Il periodo di formazione presso il tutor di MG è di 12 mesi. In più parti si è discusso dell opportunità di dilatare tale fase a 18 mesi.

12 ORGANIZZAZIONE Non esiste una regola di legge che prevede la suddivisione di tale periodo in più tranche, né un obbligo di passare una parte del periodo con un tutor ed un altra parte con un altro tutor. Ci si sta orientando sulla suddivisione del periodo in 2 sotto periodi di sei mesi ciascuno, per opportunità didattiche, piuttosto che per obblighi di legge.

13 ORGANIZZAZIONE Tutta l attività formativa deve essere sottoposta a valutazione. Occorre valutare: il gradimento del medico in formazione, circa la qualità percepita negli eventi formativi cui partecipa il raggiungimento di predefiniti obiettivi la qualità degli strumenti didattici

14 ORGANIZZAZIONE Al momento si sta molto lavorando sulla rilevazione del gradimento da parte del medico in formazione; ma questo è solo un tassello che vuole per altro significare attenzione nei confronti del giovane collega.

15 E CHIARO FINO AD ORA?

16 ANDIAMO OLTRE

17 LA DIDATTICA Sicuramente il medico in formazione deve apprendere: GESTIONE, ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT CURA CENTRATA SULLA PERSONA ATTIVITA' DI COMUNICAZIONE APPROCCIO GLOBALE E BIOPSICOSOCIALE ORIENTAMENTO ALLA COMUNITA' AUDIT E RICERCA, FARMACOVIGILANZA

18 LA DIDATTICA E sicuramente è presso il tutor di MG che deve apprendere questi aspetti della professione. Forse un mandato di tal fatta può generare perplessità in più di un tutor.

19 LA DIDATTICA Molti tutor sono animatori di formazione, o comunque sono persone a vario titolo esperte di formazione. Ma normalmente ben pochi hanno impiegato il loro tempo a sistematizzare e sezionare la professione, in modo tale da poter dare una risposta esaustiva a tutti i capitoli sopra riportati.

20 IL TUTOR!!!!!

21 LA DIDATTICA GESTIONE, ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT Cominciamo con il mostrare la nostra organizzazione; come funziona il nostro studio. Non avendo paura di far vedere anche le fragilità del nostro sistema. Forse proprio il confronto con il giovane in formazione, e l esigenza di trasmettere un esperienza, ci può aiutare a sciogliere quei nodi che mai siamo riusciti a sciogliere.

22 LA DIDATTICA CURA CENTRATA SULLA PERSONA Non manchiamo di mostrare come gli atti medici che compiamo sono il più possibile cuciti addosso al paziente che abbiamo di fronte; dal linguaggio che si adatta alla cultura del nostro interlocutore, alla scelta di una terapia piuttosto che di un altra quando possibile.

23 LA DIDATTICA ATTIVITA' DI COMUNICAZIONE Ogni MMG ha sviluppato ahimè costruendola sul campo, senza rete una propria abilità comunicativa. Forse non sarà la migliore di questo mondo, ma al medico in formazione manca anche quella. E ricordiamo: IL TRIENNIO E L UNICA CHANCE DI APPRENDERE IN MODO PROTETTO DELLE ABILITA COMUNICATIVE. Opportunità che gli attuali tutor di solito non hanno avuta

24 LA DIDATTICA APPROCCIO GLOBALE E BIOPSICOSOCIALE La MG è esercitata sul territorio, fianco a fianco con i pazienti, le loro realtà, le loro famiglie; tutti sappiamo istintivamente, oserei dire, se possiamo proporre un certo percorso ad un paziente o meno. Tutti sappiamo chi possono essere i care giver in una famiglia; e se una famiglia può contare su aiuti esterni, su una rete parentale o amicale.

25 LA DIDATTICA ORIENTAMENTO ALLA COMUNITA' Tutti noi possiamo spiegare di appropriatezza prescrittiva (ahimè!) Tutti possiamo spiegare una campagna anti influenzale Tutti possiamo mostrare la denuncia delle malattie trasmissibili TUTTI DOBBIAMO SOTTOLINEARE IL RUOLO COSTANTE DELLA MG NEL SOSTENERE LE PERSONE CHE SENTONO DI AVERE UN PROBLEMA.

26 LA DIDATTICA AUDIT E RICERCA, FARMACOVIGILANZA Un sw gestionale lo abbiamo tutti: il gradino minimo di attività che tutti possiamo fare è perdere un poco di tempo assieme al medico in formazione ad analizzare i nostri personali atteggiamenti prescrittivi sia in ambito farmacologico che di diagnostica. E a raffrontare questi dati con il nostro registro di patologie.

27 LA DIDATTICA CRESCIAMO INSIEME

28 LA DIDATTICA Il medico in formazione inizierà con un periodo di osservazione di quello che succede; un periodo in cui la presenza del terzo dovrà essere integrata e facilitata dal tutor. Il giovane medico starà ad osservare; ma sarà un osservazione attiva, partecipata. E profondamente rispettata dal tutor; in modo che sia anche rispettata dal paziente.

29 LA DIDATTICA Poi progressivamente il medico in formazione parteciperà alle attività: lavoreremo in coppia. La discussione garbata, senza contrapposizione tra i 2 medici rappresenta un elemento di forza nella comunicazione con il paziente. Infatti, questo potrà chiaramente percepire che le scelte del medico (scelte di solito silenziose e quasi naturali) sono invece frutto di riflessione, di analisi di pro e contro.

30 LA DIDATTICA Fino ad arrivare a far gestire la relazione con il paziente da parte del medico in formazione, alla nostra presenza. Senza paura. Come un bravo istruttore di guida, che sa fino a che punto può lasciar andare l auto e riprenderla prima che si metta in una situazione pericolosa; ma subito prima, non molto prima.

31 LA DIDATTICA E discutere con il medico in formazione cosa è successo nella / e visita / e. Soprattutto in quelle situazioni in cui il tutore è dovuto intervenire per riprendere una situazione.