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1 S ezione B rescia e Provincia w w w.dis les s ia.it w w w.a idlom ba rdia.it P E R IN FO R M A Z IO N I: bres c les s ia.it Ci si vede il primo mercoledì del mese alle ore 20,30 presso l Ist. Abba-Ballini a Brescia, via Tirandi 3 (da ottobre a giugno 20 1) Gli incontri - aperti ai soci e ai non-soci - sono occasioni di scambio di esperienze, inf ormazioni e crescita della sezione. A s s oc ia zione Ita lia na D is les s ia Piazza dei Martiri, 1/ Bologna tel f ax w w w.dis les s ia.it

2 DISLESSIA EVOLUTIVA Verso una definizione BRENO 25 FEBBRAIO 2011 MARGHERITA ACHILLE 2

3 3

4 DEFINIZIONE DI DISLESSIA Secondo l IC-10 e il DSM IV la dislessia è un disturbo settoriale della lettura che si manifesta in un bambino privo di: 1. disturbi neurologici 2. disturbi cognitivi 3. disturbi sensoriali 4. disturbi relazionali importanti e primari 4

5 DISTURBO SPECIFICO DI APPRENDIMENTO Il termine di Dislessia Evolutiva è sinonimo di Disturbo specifico di apprendimento. Specifico proprio perché tocca una parte specifica del processo di lettura scrittura e calcolo: si riferisce cioè agli aspetti esecutivi, automatizzabili degli apprendimenti scolastici. 5

6 SINTOMI MINORI - difficoltà spazio-temporali - difficoltà di coordinazione motoria - instabilità motoria - disturbi dell attenzione - incertezze linguistiche 6

7 Come si presentano a scuola queste difficoltà? DIFFICOLTA DI LETTURA Non vuole mai leggere. E lento nella lettura. E abbastanza rapido, ma fa molti errori. Non riesce a tenere il segno quando gli altri leggono. Legge abbastanza bene, ma si affatica facilmente quando deve leggere più pagine. Preferisce leggere a mente. Verbalizza fastidio quando i caratteri del testo sono piccoli e fitti. Quando deve leggere a lungo gli si arrossano gli occhi. Comprende bene anche se legge male. Fa talmente fatica nella decifrazione che non comprende nulla. 7

8 Come si presentano a scuola queste difficoltà? DIFFICOLTA DI SCRITTURA Ha fatto molta fatica a imparare i diversi caratteri. E stato faticoso per lui passare dallo stampato maiuscolo al corsivo. Fa molti errori di ortografia. Scrive troppo lentamente. Scrive male e non riesce a rileggere ciò che ha scritto. Pur avendo raggiunto una sufficiente correttezza, fa errori se deve scrivere velocemente sotto dettatura. Se deve scrivere più pagine mostra stanchezza. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna. Quando scrive i compiti sul diario non riesce più a capire cosa ha scritto. Quando deve scrivere un testo è molto disorganizzato e fa errori grammaticali e sintattici. Nonostante le sue difficoltà ortografiche,nei testi dimostra creatività e buone abilità narrative. 8

9 Come si presentano a scuola queste difficoltà? DIFFICOLTA NEL CALCOLO Quando era piccolo ha imparato tardi a contare in modo corretto. Fa fatica a imparare le tabelline o addirittura non riesce ad impararle Sbaglia anche operazioni molto semplici entro la decina. Se deve contare all indietro fa molti errori. Quando ha imparato la procedura di una operazione, se non si esercita continuamente tende a dimenticarla. Fa errori nella scrittura dei numeri lunghi. Fa molti errori nell incolonnare i numeri. E poco autonomo nell uso del danaro. Non sa leggere l ora sul quadrante. 9

10 Come si presentano a scuola queste difficoltà? PROBLEMI DI MEMORIA Ha fatto fatica a imparare la successione dei nomi dei mesi e dei giorni della settimana. Fa molta fatica a ricordare i nomi geografici, le date, i termini del linguaggio specialistico di ciascuna materia. Non riesce a ricordare i termini grammaticali e quindi non riesce nell analisi grammaticale. Non ricorda le formule matematiche, le definizioni e i termini della geometria. 10

11 Come si presentano a scuola queste difficoltà? PROBLEMI NELLO STUDIO Per studiare impiega un tempo molto superiore a quello impiegato dai coetanei. Impara meglio se qualcuno gli legge il testo. Impara bene se l insegnante spiega tutto in classe e lui sta molto attento. Impara meglio se il contenuto della lezione viene schematizzato. Nelle verifiche scritte ha una riuscita inferiore che nelle interrogazioni orali. 11

12 Come si presentano a scuola queste difficoltà? PROBLEMI DI ESPOSIZONE ORALE Ha spesso problemi di disnomia, cioè non gli vengono le parole Quando viene interrogato fa fatica a parlare in modo libero di un argomento perché non sa organizzarne l esposizione. Riesce a dimostrare meglio la sua preparazione in una materia di studio se l insegnante gli fa domande precise e mirate 12

13 Come si presentano a scuola queste difficoltà? PROBLEMI VISUO-SPAZIALI E DI COORDINAZIONE MOTORIA Disegna malvolentieri e male. E un po scoordinato nei movimenti Non ama giochi di manipolazione fine, come puzzles, costruzioni, lego. Usa le forbici in modo scorretto. Ha imparato tardi ad allacciarsi le scarpe e ad abbottonarsi. E disattento, dispersivo, disorganizzato. Fa fatica ad utilizzare strumenti quali: compasso, righello, squadra, ecc. Fa fatica ad orientarsi nei percorsi e a leggere le mappe e carte geografiche. E molto disordinato (quaderni, materiale scolastico, banco, oggetti personali 13

14 La dislessia è una disabilità? (Giacomo Stella) Secondo la definizione dell OMS una disabilità è riduzione o perdita di capacità funzionali conseguenti ad una menomazione Quando si incontra una menomazione si pensa sempre ad una disabilità. Quando si osserva una disabilità si immagina sempre una possibile menomazione Siamo riluttanti a definire la dislessia come disabilità perché non c è una menomazione visibile. Ne consegue che l assenza di abilità viene spiegata con argomentazioni legate a mancanza di applicazione e motivazione. 14

15 Una nuova definizione di disabilità (Giacomo Stella) Abilità: capacità di mettere in atto una serie di azioni, spesso in sequenza tra loro, in modo rapido ed efficiente, per raggiungere uno scopo con il minimo dispendio di risorse. Come si acquisisce una abilità? In tutte le situazioni in cui sussistano 3 condizioni fondamentali: - prerequisiti - esposizione a stimoli adeguati - allenamento 15

16 Una nuova definizione di disabilità (Giacomo Stella) Disabilità: incapacità di costruirsi una routine di azioni che rende facile raggiungere un determinato scopo. Che cosa impedisce la costruzione di una routine? Quando manca anche solo una delle condizioni sopra esposte: quindi se c è stata una adeguata esposizione agli stimoli e c è stato un sufficiente allenamento, si può verosimilmente supporre che manchi la prima condizione, cioè i prerequisiti di partenza 16

17 La dislessia è una disabilità (Giacomo Stella) La dislessia è una disabilità non visibile, determinata da un difetto dei prerequisiti di partenza. Ciò produce un effetto negativo sul processo di apprendimento: le condizioni di partenza impediscono all esperienza di depositare una traccia e successivamente di rinforzarla L allenamento non sortisce gli effetti attesi: il bambino non riesce a stabilizzare l apprendimento perché ha difficoltà a svolgere sequenze ripetitive di lavoro in modo standardizzato. 17

18 Evoluzione naturale del disturbo La dislessia non è un disturbo stabile, ma si modifica in modo significativo con l età del bambino Nel tempo si verifica un miglioramento della correttezza nella lettura Migliora anche la correttezza ortografica Il bambino dislessico tende invece a mantenersi soprattutto lento Nei dislessici severi la velocità resiste a qualsiasi tipo di intervento 18

19 PROGNOSI I bambini molto lenti sono quelli che hanno la prognosi peggiore Migliore è la prognosi per quelli rapidi, anche se molto scorretti. Studi italiani su dislessici adulti rivelano che dopo il trattamento: 20% recuperano ampiamente 45% compensano 35% il disturbo persiste 19

20 VELOCITA LETTURA IN 3 MEDIA NORMODOTATO 5-6 SILL/SEC D. MEDIO LIEVE 3 SILL/SEC D. SEVERO 1/1,5 SILL/SEC D.MOLTO SEVERO 0,9 SILL/SEC 20

21 TEMPI DI LETTURA I TEMPI DI LETTURA MIGLIORANO DI CIRCA 0,5 SILL/SEC CIRCA OGNI ANNO PER STUDIARE TESTI DI MEDIE E SUPERIORI NC VELOCITA 3 SILL/SEC (MEDIA 5 EL. 3,5 SILL/SEC) NB: IL SOVRACCARICO DI MEMORIA DI LAVORO CREA INTERFERENZA CON LA SOPPRESSIONE DI INFORMAZIONI IRRILEVANTI 21

22 RISCHI PSICOPATOLOGICI Il bambino sviluppa una bassa stima di sé Elabora un immagine di sé improntata alla sfiducia nella sue capacità ( sono stupido ) Manifesta ansia Prova sentimenti confusivi riguardo alla propria identità ( Chi sono e come sono io? Che cosa potrò mai essere e fare da grande? ) Rischia di sviluppare una depressione 8-9 volte di più rispetto alla popolazione generale della stessa fascia di età In casi più gravi, anche se più limitati, rischia di sviluppare un disturbo della condotta 22

23 COME MINIMIZZARE I RISCHI DI SOFFERENZA PER IL BAMBINO Clima di collaborazione tra scuola e famiglia Diagnosi certa Non nascondere il problema Pieno coinvolgimento del bambino Capacità di ascolto dei problemi del bambino nella sua globalità Stabilità emotiva degli adulti che circondano il bambi 23

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