Le Abilità Conversazionali. Psicologia dello sviluppo del linguaggio orale e scritto AA Laura Zampini
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- Aniello Bini
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1 Le Abilità Conversazionali Psicologia dello sviluppo del linguaggio orale e scritto AA Laura Zampini
2 Cos è una conversazione? Si definisce conversazione uno scambio verbale composto da almeno 2 turni, ad esempio, l'insieme formato da una domanda e da una risposta oppure da un'asserzione e da un commento
3 Il bambino sa conversare? Secondo Piaget i bambini in età prescolare, a causa del loro egocentrismo, non disponevano di reali capacità conversazionali: i loro scambi comunicativi erano solo dei monologhi collettivi Studi più recenti hanno dimostrato che le capacità conversazionali dei bambini in età prescolare sono in realtà più avanzate di quello che si pensava in precedenza
4 Il bambino sa conversare? 2-3 Anni E in grado di introdurre un argomento di conversazione Sostiene pochi turni conversazionali 3-4 Anni La durata dei turni conversazionali aumenta E più consapevole degli aspetti sociali del discorso Il contenuto della conversazione è limitato all attività in corso
5 Il bambino sa conversare? 4-5 Anni Modifica il suo linguaggio quando parla a bambini più piccoli Ha una maggiore consapevolezza del ruolo dell ascoltatore 5-6 Anni Riesce a mantenere la continuità tematica per una dozzina di turni E in grado di usare registri diversi a seconda degli interlocutori
6 Il bambino sa conversare? Difficoltà metodologiche nello studiare le conversazioni, soprattutto fra pari Problemi nel contesto (a scuola può essere troppo caotico; in laboratorio poco naturale) Difficoltà date dalla sovrapposizione degli enunciati Tentativo di aggirare il problema Keenan e Schieffelin (1976) hanno studiato 25 ore di interazione fra due gemelli a partire dall età di 3 fino ai 4 anni
7 Presupposti della conversazione di un bambino dipendono da due fattori: Lo sviluppo del linguaggio il livello deve essere tale da consentire l espressione dei propri pensieri Lo sviluppo sociale il bambino deve essere in grado di mettere in atto strategie per attirare l attenzione dell altro e per trovare un argomento di conversazione adeguato
8 Presupposti della conversazione I bambini con autismo o con disturbo pragmatico del linguaggio hanno particolari difficoltà con la scelta di un tema appropriato di conversazione (appropriatezza) necessità di assumere il punto di vista dell altro per avere consapevolezza delle sue conoscenze
9 Presupposti della conversazione Il bambino impara a conversare a partire dai primi scambi comunicativi: dalla nascita il bambino sa produrre dei messaggi (che vengono interpretati dall adulto) il bambino sviluppa intenzionalità comunicativa (segnali di intenzionalità: reiterazione del comportamento, disappunto in caso di mancata risposta, espressioni facciali, uso dello sguardo in unione a comportamenti gestuali o vocali) intenzionalità a comunicare su qualcosa di esterno alla diade (primo argomento di conversazione) Due abilità fondamentali: 1. Richiamare l attenzione dell interlocutore 2. Alternare i turni
10 1. Richiamare l attenzione dell interlocutore Dal primo anno di vita, si sviluppano i segnali di intenzionalità (sguardo, sorriso, contatto fisico, gesti) Verso la fine del primo anno compare il comportamento di denominazione (uso della parola) A partire dai 3 anni, si sviluppa l abilità di utilizzare richiami ed appellativi soprattutto quando il partner è lontano (richiamare verbalmente l attenzione dell altro)
11 2. L alternanza dei turni Nel primo anno di vita: conversazioni prelinguistiche (l adulto si inserisce nelle pause del bambino) Comparsa del gioco sociale (modalità concreta di imparare l alternanza dei turni) Per poter conversare, occorre sviluppare la capacità di riconoscere la fine dei turni (prevedere quando finirà il turno del parlante che precede) 1. distinguere le pause interne da quelle che marcano la fine dell enunciato (3-4 anni) 2. all aumentare del numero dei partecipanti accresce la difficoltà nel rispettare il proprio turno Attenzione alle sovrapposizioni (confusione) ed alle pause troppo lunghe (calo dell attenzione dell interlocutore)
12 2. L alternanza dei turni E necessario che il bambino impari a riconoscere i marcatori di fine turno: Chiamata in causa (intonazione ascendente nelle domande) Segnali non verbali (sguardo, gesticolare) Indizi sintattici (conoscenza della struttura della frase) Indizi prosodici (intonazione e allungamento della sillaba finale)
13 Errori conversazionali tipici dei bambini MANCATO RISPETTO DELLE PAUSE (sovrapposizioni o pause eccessive) Nelle conversazioni fra 2-3 bambini, le sovrapposizioni sono rare anche in età prescolare ma le pause di silenzio tra i turni sono solitamente più lunghe di quelle che caratterizzano le conversazioni fra adulti l'elaborazione cognitiva degli indizi di fine turno non è ancora automatica Pause troppo lunghe possono portare al cambio di tema della conversazione
14 Partner comunicativi Con chi conversa il bambino? Generalmente con persone che condividono lo stesso quadro di riferimento Con l adulto il bambino, anche se non ancora pienamente competente, viene sostenuto dall adulto, che gli consente di partecipare attivamente alla conversazione Con i pari il bambino deve affrontare un compito più difficile, deve utilizzare tutte le risorse sociali, cognitive e linguistiche (difficoltà di decodifica del messaggio/mancanza di supporto)
15 Argomenti delle conversazioni Inizialmente il bambino richiede informazioni (per soddisfare bisogni o per acquisire conoscenze) B Adulto B Adulto Mi dai? Ecco qui. Tieni la tua macchinina. Cos è? Hai visto? E il tappino per chiudere la bottiglia. Poi il bambino inizia a chiedere spiegazioni i turni del bambino si allungano (gli interventi sono più estesi e complessi) B Adulto B Adulto La metto qui. No Matteo, non ci sta la pallina dentro lì. Perché non ci sta dentro lì? Non vedi che è troppo grande?
16 Argomenti delle conversazioni Con la crescita, gli "atti linguistici" che il bambino è in grado di produrre non sono più limitati a richieste e descrizioni, ma si diversificano per rispondere alle esigenze delle interazioni sociali sempre più complesse in cui il bambino è coinvolto Esigenze comunicative: Condividere Negoziare Comprendere rendere partecipi gli altri di qualcosa attraverso il dialogo si costruiscono significati condivisi l apprendimento non è un attività individuale, ma è mediato dall interazione sociale (famiglia, contesto scolastico)
17 Argomenti delle conversazioni Inizialmente i bambini sono in grado di parlare solo di ARGOMENTI CONTINGENTI: Temi legati all attività in corso Attività di gioco simbolico Eventi non presenti, ma familiari CONTESTO CONDIVISO con gli interlocutori (se la rappresentazione del contesto è condivisa, occorre esplicitare un numero minore di elementi) Ad esempio, La mamma ha portato la torta e Luca ha soffiato [nello script festa di compleanno sono presenti le candeline]
18 Argomenti delle conversazioni Esempio, gioco simbolico (evento non presente, non reale, ma comunque condiviso) Io voglio essere la bimba. Ciao papà. E va bene, ma sì dobbiamo fare, dobbiamo fare il tuo compleanno. Quanti anni compi? 3 così. No, non è il tuo compleanno; vedi quanti piatti ci sono? E una festa! E il compleanno del bambino, della sorella. E anch io compio gli anni. No! Sì! Sono di tutte e due i compleanni. Sono di tutte e due i compleanni. Di chi è questo?
19 Argomenti delle conversazioni Molto più difficile è conversare su esperienze vissute da uno solo degli interlocutori, perché in questo caso il messaggio deve contenere una appropriata quantità di informazioni Il bambino deve imparare a non dare per scontate delle informazioni contestuali che l interlocutore non può avere Esplicitare le informazioni rilevanti CHI, COSA, DOVE, QUANDO e PERCHE
20 Errori conversazionali tipici dei bambini NON FORNIRE TUTTI GLI ELEMENTI NECESSARI PER COMPRENDERE IL CONTESTO (quale corsa?) (mancanza di chiarezza) B3 B3 Mio fratello è andato alla corsa. Eh? Dove ci sono i fili per terra. Sì. Eh lì è andato. Pure sotto casa mia. Quale? La corsa dei cavalli? Hai visto tu la corsa? Dei cavalli? Eh? Andava alla corsa dei cavalli? No. La corsa quando c era i fili per terra.
21 Argomenti delle conversazioni Spesso il tema delle conversazioni è relativo ad un conflitto : i bambini devono fornire informazioni per giustificare il proprio punto di vista Disputa verbale per il possesso di qualcosa (barattolo di colla) B4 Questo è tuo? Hei, questo è tuo? Non si chiama Hei, si chiama Martina. Martina è tuo questo? Dai Marti non te la puoi prendere. No perché io non l ho incollato. Almeno pucciala prima.
22 Argomenti delle conversazioni Disputa concettuale (cosa rappresenta il disegno che stiamo colorando?) B3 B3 B3 Noi l abbiamo già fatto il verde. No, il semaforo. Macché, lo stop. Il pallino verde, come lo vuoi chiamare? Non è il semaforo quello lì. Eh no, cos è allora? E la paletta dei vigili. Attraverso le prime dispute il bambino impara a dialogare e a sostenere la propria posizione: sviluppa sia le abilità linguistiche, sia quelle socio-cognitive
23 Argomenti delle conversazioni A volte le conversazioni non hanno un vero e proprio argomento Attività di sperimentazione delle abilità conversazionali i bambini provano piacere nel parlare insieme, anche se non hanno sviluppato ancora adeguate competenze Esercizio di alternanza dei turni Tentativo di allungare i propri turni comunicativi
24 B3 B4 B3 B3 B3 B4 B5 B5 B5 B5 B3 B6 B5 Prova quello del pomodoro. Pomodoro... Argomenti delle conversazioni Pomodoro da gondola. Pomodoro con il fiore. Pomodoro con le orecchie del cane. Pomodoro mela. Pomodoro cacca. Un pomodoro, un pomodoro. Un pomodoro ciliegia. Ciccia. Ah, un pomodoro signora. E una tigre. Pomodoro fiore. Una margherita fiore. Una cipolla vestita da maialino Una cipolla vestita da stella. Una cipolla vestita da Martina. Una cipolla vestita da colori. Un pomodoro che si veste da pomodoro. Una pomodora che si veste da ragnetto.
25 Errori conversazionali tipici dei bambini DIFFICOLTA A MANTENERE LA CONTINUITA TEMATICA I bambini in età prescolare riescono a mantenere uno stesso argomento di comunicazione solo per un numero ristretto di turni La strategia più frequentemente messa in atto è la ripetizione con minima variazione B3 Io sono andato un giorno su un elicottero. Io domani vado su un castello. Io domani vado su la barca.
26 Errori conversazionali tipici dei bambini DIFFICOLTA A MANTENERE LA CONTINUITA TEMATICA B3 B3 Dobbiamo finire l albero. Non si chiama albero. Eh no, come si chiama? Questo non si chiama albero. E un cespuglio. Sepie. Siepe. Io ieri ho mangiato la siepe. Il pesce con la siepe. Ma lo sai che esiste il pesce alice? E io ho mangiato il pesce che si chiama spigola. Lo sai che con il pesce ho fatto il bis? Ho mangiato due volte ieri. Mi sono mangiata due volte il pesce a pranzo.
27 La grammatica nelle conversazioni USO DEI CONNETTIVI Il primo connettivo prodotto dai bambini è E che però inizialmente viene utilizzato sia nelle relazioni di coordinazione tra due frasi, sia con valore di subordinazione, sia come modalità di attacco al turno precedente Io ho i Dinofroz a casa. E io ho i Dinofroz. PERCHE viene utilizzato per introdurre una spiegazione o una giustificazione che spesso fa riferimento a norme condivise Tu no. Io sì. No. Perché non si parla con la bocca piena.
28 La grammatica nelle conversazioni USO DEI CONNETTIVI Il SE viene usato per contrattare già dai 4-5 anni Coloro tutto. Se mi dai il blu io ti do il giallo. Io coloro il cielo.
29 La grammatica nelle conversazioni USO DELLA REFERENZA ANAFORICA Consiste nell uso di un pronome in riferimento ad un elemento già introdotto (e quindi già condiviso, in quanto precedentemente esplicitato) Mantiene la continuità tematica, senza dover ricorrere a ripetizioni Io disegno la casa del topo. Il topo non ha la casa. Sì che ce l ha.
30 Come condurre una conversazione fra bambini 1. Fornire una situazione condivisa (argomento) 2. L adulto avvia il discorso, sottolineando alcuni punti problematici (ruolo dei bambini nel problem-solving) 3. Seguire l interesse dei bambini su particolari aspetti 4. Evitare il controllo rigido dei turni 5. Riformulare gli interventi dei bambini che risultano essere poco chiari
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