la psicologia nella scuola dell obbligo Una figura controversa TEORIA E RICERCA

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1 TEORIA E RICERCA Lo psicologo nella scuola dell obbligo Una figura controversa Paolo Scapellato (Università Europea di Roma) L articolo presenta un modello di intervento per l introduzione dello psicologo nella scuola primaria e secondaria di primo grado, analizzando le difficoltà e le possibili soluzioni a livello organizzativo generale e a livello più specificamente metodologico L unico progetto nazionale che riguarda la psicologia nella scuola è quello relativo ai famosi CIC (Centri di Informazione e Consulenza) per le scuole superiori, approvato con il DPR 309 nel 1990 e regolato successivamente dalla Direttiva Ministeriale del 26 novembre 1998 n Ben diversa è la condizione degli altri gradi della scuola italiana, che devono contare sulle proprie risorse per far fronte alle esigenze di formazione e informazione psico-pedagogica. Il presente lavoro vuole portare alla luce le enormi difficoltà che lo psicologo incontra per entrare nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e vuole raccontare un modello di intervento che, a dispetto di tutti gli ostacoli, sembra essere arrivato a un utile e corretto funzionamento. Il risultato è degno di nota, se si considera che, dopo aver trovato i finanziamenti e le risorse, si incontrano numerose difficoltà organizzative, alcune comuni a tutti gli istituti, altre specifiche per ogni realtà. Vediamo più in dettaglio quali possono essere queste difficoltà. PROBLEMI GENERALI Possiamo considerare tre tipi di problemi generali, cioè comuni a tutte le scuole che intendessero organizzare un progetto di prevenzione psicologica. FINANZIAMENTO Come abbiamo già detto non ci sono fondi specifici rivolti alle scuole medie inferiori ed elementari. La scuola che pertanto vuole attivare un servizio psicologico può contare su quattro tipologie di finanziamento: 1. Finanziamento in proprio: la scuola ha dei fondi statali da investire in servizi o attività. Questi fondi però tendono a decrescere e sono in genere utilizzati per far fronte a spese inevitabili: risorse informatiche, laboratori, attività teatrali, biblioteche, ecc. Un escamotage potrebbe essere quello di reperire la parte di finanziamento che manca ricorrendo a una vera e propria colletta tra le famiglie degli alunni. 2. Finanziamento pubblico: anche in assenza 20 PSICOLOGIA e scuola / gennaio-febbraio 2009

2 Lo psicologo nella scuola dell obbligo di fondi statali specifici è possibile chiedere alle amministrazioni locali dei finanziamenti, sia all interno di progetti già strutturati dagli enti pubblici stessi sia come Coinvolgere più partner in un progetto di psicologia scolastica ne incrementa il valore e la finanziabilità contributo ad hoc. Naturalmente anche per questi contributi vanno presentati progetti: più partner sono coinvolti più il progetto acquista valore e finanziabilità. A volte sono le Province, con l appoggio degli Uffici Scolastici Regionali, a volte i Comuni e altre volte gli Ambiti Territoriali Sociali a intervenire economicamente per le esigenze delle scuole del territorio. 3. Finanziamento privato: altre fonti di finanziamento possono essere enti privati o aziende. In genere le Fondazioni contribuiscono alle iniziative di carattere culturale e sociale del proprio territorio. Diverso è invece il discorso per le aziende, le quali potrebbero essere coinvolte come sponsor per progetti specifici. 4. Convenzioni con associazioni o enti di ricerca: in mancanza di finanziamenti, un altra carta da giocare è quella dello scambio di favori con il mondo dell associazionismo e della ricerca. Le associazioni possono aver bisogno di scuole per far svolgere tirocini o stage ai propri soci o per incrementare le proprie attività. Gli enti di ricerca potrebbero essere interessati alla collaborazione della scuola per ottenere dati e svolgere piani di ricerca. Possiamo prevedere interventi a spot o interventi continuativi nella scuola NUMERO DI ORE E LORO DISTRIBUZIONE In base al finanziamento ottenuto e alla disponibilità dei professionisti, la scuola avrà a disposizione un certo numero di ore. In primo luogo, è necessario individuare i bisogni dell istituto e gli obiettivi più facilmente raggiungibili: è meglio fare una cosa buona che dieci mediocri. Secondo il numero di ore a disposizione, possiamo avere due tipi di interventi: interventi a spot : l istituto ha l esigenza di organizzare un attività su un tema specifico e coinvolge uno psicologo che va nelle classi a svolgere il compito affidatogli e poi non ha più possibilità di rivedere gli alunni e di portare avanti il discorso. Tipiche sono le lezioni sull affettività e sessualità o sul decision making per l orientamento; interventi continuativi: lo psicologo è chiamato a svolgere un percorso più lungo e articolato, dagli incontri in classe allo sportello, dal supporto all insegnante alla formazione dei genitori. La sua presenza a scuola diviene pertanto piuttosto stabile. NUMERO DI ALUNNI E DI CLASSI Un altro problema può essere rappresentato dal numero di alunni e di classi. Una scuola media con numerose classi avrebbe bisogno di un finanziamento cospicuo per dare a tutti gli studenti la possibilità di usufruire del servizio. Pertanto, spesso bisogna decidere se coinvolgere tutte le classi o selezionarne alcune. Sarebbe meglio scegliere le prime classi se si preferisce puntare sulla formazione del gruppo e sulla condivisione delle regole; scegliere le terze se si intende lavorare sull orientamento o su altre tematiche, dato che per questi alunni è l ultima occasione di partecipare a un attività del genere. C è poi l eventualità di un grande numero di alunni in una classe. Sappiamo come le nuove normative rendano possibile l esistenza di gruppi di 30 studenti. Se è difficile fare scuola PSICOLOGIA e scuola / gennaio-febbraio

3 TEORIA E RICERCA a così tanti ragazzi, figuriamoci la mole di ostacoli che può incontrare uno psicologo esterno a svolgere attività in classe! Diventa più difficile formare il gruppo, agganciare gli alunni per lo sportello, coinvolgere tutti nelle attività. PROBLEMI SPECIFICI Per specifici si intendono tutti quei problemi che riguardano non l organizzazione in sé del servizio psicologico, ma lo svolgimento dell attività da parte di un dato professionista e in una data scuola: problemi quindi che dipendono dalle circostanze specifiche. RISORSE ATTIVATE In genere l intervento nelle scuole medie viene svolto da un singolo professionista, proprio a causa della scarsità di risorse disponibili, soprattutto per gli interventi spot. Per fornire un servizio completo, Per fornire un servizio completo, sarebbe utile poter contare su un équipe di professionisti del benessere emotivo e comportamentale sarebbe utile poter contare su un équipe di professionisti che lavorino in contatto, condividendo le osservazioni e pianificando le attività). Una eventuale équipe potrebbe essere costituita da: psicologo: esperto di problematiche adolescenziali, di colloqui clinici e di attività di gruppo; può svolgere gli incontri nelle classi, seguire lo sportello di ascolto, formare i genitori; psicologo o pedagogista clinico: esperto di metodi di studio, difficoltà di apprendimento, iperattività; può fare degli screening per i disturbi dell attenzione e dell apprendimento, rendersi disponibile per lo sportello riguardo alle tematiche che tratta, formare i genitori e lavorare con gli insegnanti; medico: esperto di prevenzione e di igiene; può informare gli studenti su una buona prassi alimentare, sulla sessualità, sullo sviluppo ormonale e, in generale, sulle problematiche fisiche adolescenziali; insegnante referente: ha il compito di raccordare l équipe ai bisogni e alle richieste dell istituto e dei singoli insegnanti; insegnanti di sostegno: con il compito di integrare i piani individuali che seguono con le attività del servizio psicologico. COLLABORAZIONE DEGLI INSEGNANTI E DEI PRESIDI Notoriamente ci sono insegnanti più sensibili e insegnanti meno sensibili alle difficoltà psicologiche che gli alunni potrebbero incontrare. Inoltre alcuni hanno materie di primo piano, con più ore settimanali, mentre altri possono contare su un contatto ridotto con le classi. La scarsa predisposizione di un docente a collaborare con il servizio psicologico può anche originare da una mancata percezione di efficacia: un insegnante, ad esempio, potrebbe non sentirsi adatto a fare attenzione ai segnali di malessere psicologico dei propri alunni e anzi operare, in virtù di meccanismi difensivi quali la negazione e la razionalizzazione, un distacco emotivo. Altri insegnanti sono invece troppo occupati con progetti o incarichi diversi per avere ulteriore energia da spendere: il responsabile del POF, quello delle gite, quello del progetto teatro, il coordinatore di classe, ecc. Quindi, o perché non adeguati o perché troppo impegnati, molti insegnanti non si rivelano buoni collaboratori e, a volte, arrivano anche ad ostacolare le attività (lamentandosi di perdere delle ore con la classe, non segnalando casi sospetti, ecc.). Sarebbe utile allora organizzare un incontro con tutti i docenti all inizio dell anno per spiegare l utilità e le modalità di 22 PSICOLOGIA e scuola / gennaio-febbraio 2009

4 Lo psicologo nella scuola dell obbligo funzionamento del servizio e come essi stessi possono essere parte attiva nel progetto. Se risultasse complicato riunire il corpo docenti, si potrebbe parlare con i singoli insegnanti. Lo scopo è quello di responsabilizzarli, tenendo conto tuttavia che si tratta di una collaborazione volontaria e non obbligatoria, di un interesse e non di un dovere. In sintesi, la collaborazione tra corpo docente e professionisti è necessaria per una serie di La collaborazione tra corpo docente e professionisti è necessaria per il successo di un servizio di psicologia scolastica motivi: fa emergere anche i casi più nascosti; crea un insieme di conoscenze condivise e limita le contraddizioni nei messaggi che arrivano ai ragazzi; permette all insegnante di portare avanti con la classe il lavoro introdotto dallo psicologo e, infine, crea un clima sereno e di fiducia reciproca. Per realizzare tutto questo è importante far partecipare l équipe o il singolo professionista ai consigli di classe. Esistono diverse strategie per favorire l attiva partecipazione dei genitori COINVOLGIMENTO DEI GENITORI Se è difficile coinvolgere gli insegnanti, i quali comunque lavorano nella struttura scolastica, figuriamoci i genitori, sempre più impegnati a districarsi tra lavoro, casa e figli. Per attirare la loro attenzione sulle attività di supporto psicologico è necessario fare molto di più che una lettera informativa consegnata nelle mani dei figli: una gran parte di questi fogli infatti non arriva neanche a destinazione, un altra parte viene ammucchiata insieme alle altre comunicazioni e dimenticata. Alcune prassi però possono facilitare la partecipazione del genitore: incontro di inizio anno: è il periodo in cui la famiglia è più attenta alle esigenze della scuola e pertanto si dovrebbe organizzare un incontro di presentazione del POF; tra le altre iniziative e raccomandazioni c è anche lo spazio per presentare il progetto di prevenzione psicologica; serate di formazione e lettere di invito: una volta organizzati alcuni incontri di formazione (il numero dipende dalla scuola e dalla disponibilità dei professionisti), il preside dovrebbe inviare a casa o consegnare agli alunni con ricevuta firmata dai genitori delle lettere di invito, sia all inizio degli incontri con il programma completo, sia per ogni data degli incontri; colloqui: il giorno dei colloqui è prezioso in quanto vengono incontrati singolarmente tutti i genitori; si potrebbe sfruttare questa occasione per promuovere le attività dello psicologo e della formazione genitoriale. DIFFIDENZA DEGLI ALUNNI È opinione comune che gli alunni vedano come un passatempo gli incontri in classe con lo psicologo. L esperienza però insegna il contrario. Se partiamo I ragazzi manifestano sempre una forte curiosità verso gli aspetti personali e relazionali della propria vita dall idea che i ragazzi di scuola media hanno sempre una forte curiosità verso gli aspetti personali e relazionali, allora diventa chiaro come un progetto che affronta temi interessanti con modalità partecipative non può che destare la loro attenzione. L incontro in classe non dovrebbe essere una lezione frontale: i ragazzi sono esposti continuamente a nozioni e a informazioni da incamerare. Bisogna quindi spezzare la routine PSICOLOGIA e scuola / gennaio-febbraio

5 TEORIA E RICERCA e creare una sorpresa e un attesa: Chissà che faremo oggi con lo psicologo!. I ragazzi hanno bisogno di apprendere non con la memoria, ma con l esperienza; devono essere coinvolti in prima persona attraverso esempi, esercizi, giochi. È per questo che non si possono affrontare temi complessi, perché i concetti che possono essere passati in questo modo dinamico sono pochi. Occorre quindi sceglierli con razionalità e comprendendo le reali necessità della classe. All inizio delle attività si dovrebbe fare un serio patto con la classe, attraverso il quale il professionista si impegna a rendere l incontro piacevole e i singoli alunni, dal canto loro, a non ostacolare i lavori, pena la conclusione precoce dell incontro. Una seria diffidenza si riscontra invece per quello che riguarda lo sportello di ascolto. Se inserito nel gruppo un ragazzo si adegua e partecipa, ben più difficile è chiedere l incontro singolo: vergogna, disinformazione, idee errate e paura possono essere grandi ostacoli alla richiesta di contatto. L incontro in classe allora dovrebbe servire a creare un clima di fiducia e di tranquillità, come se parlare di certe cose fosse la cosa più naturale del mondo e lo sportello servisse per poter avere il tempo, che è mancato in classe, di affrontare questioni personali. Lo psicologo deve fare una vera e propria azione di promozione, elencando come esempio i motivi per cui un ragazzo potrebbe chiedere un colloquio: difficoltà a scuola, litigi con gli amici e in casa, paure e preoccupazioni, dubbi sui temi trattati, curiosità di vario tipo. Un piccolo trucco per attirare gli alunni allo sportello è quello di invogliare i ragazzi più in vista della classe, così da far muovere poi anche gli altri. Certamente, fra tanti casi di routine, prima o poi vengono fuori problemi di ogni genere e gravità! LE ATTIVITÀ POSSIBILI Ma quali sono le attività che un équipe di professionisti del sociale potrebbe svolgere all interno di una scuola media inferiore? Vediamole da vicino. INCONTRI CON LE CLASSI Questa è forse l attività più diffusa nelle scuole italiane. Gli incontri possono essere programmati in base agli scopi e alle esigenze della classe: informazione su specifiche tematiche: educazione alimentare, educazione stradale, affettività, metodo di studio, dinamiche di gruppo, ecc.; fronteggiamento di situazioni specifiche: intervento su problemi della classe, difficoltà di integrazione dei nuovi arrivati o degli extracomunitari, comportamenti indesiderati, ecc.; accoglienza e formazione della classe: per i primi anni, allo scopo di facilitare la formazione del gruppo-classe; orientamento scolastico: prevede incontri sia informativi che formativi (conoscenza delle varie carriere scolastiche, delle tipologie di scuola, decision making). L importante è svolgere tali incontri in maniera coinvolgente, limitando al massimo le classiche lezioni: giochi didattici, esercitazioni in piccoli gruppi, utilizzo di filmati e canzoni possono animare la classe e aumentare la partecipazione anche dei più critici. SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO L attività di sportello è senz altro quella centrale per gli scopi dei progetti di prevenzione del disagio minorile. È l unico spazio che i ragazzi hanno per poter parlare dei loro dubbi e dei loro problemi senza remore o imbarazzi: non ci sono i genitori, gli amici, gli insegnanti, ma un esperto esterno non facente parte della loro 24 PSICOLOGIA e scuola / gennaio-febbraio 2009

6 Lo psicologo nella scuola dell obbligo vita e per questo disinteressato a qualsiasi distorsione dei fatti. I ragazzi hanno di fronte una persona che è abituata ad ascoltare i giovani, che ne ha sentite tante, che non si meraviglia o stupisce di niente, che tiene per sé quello che ascolta, che è in grado di capire quello che gli altri adulti non riescono a capire. Lo sportello non è un semplice colloquio né una Lo sportello non è un semplice colloquio né una terapia, ma un tempo dedicato ad ascoltare e a dare risposte e sostegno terapia: è invece un tempo dedicato ad ascoltare e a dare risposte quando è possibile, oppure un sostegno per comprendere la propria situazione. Lo sportello ha senso se il singolo alunno ha la possibilità di effettuare più di un colloquio; risultati si vedono già con 3-4 incontri. SPORTELLO DI ASCOLTO PEDAGOGICO Lo stesso discorso dello sportello psicologico vale per quello pedagogico. Il pedagogista potrebbe farsi carico di tutte le problematiche legate alle difficoltà scolastiche, ai problemi di attenzione e di apprendimento, nonché dei metodi di studio. I ragazzi molto probabilmente non conoscono la differenza tra i due professionisti ed è necessario che ci sia una collaborazione di entrambi per inviarsi reciprocamente le richieste di aiuto. ORIENTAMENTO SCOLASTICO L attività di orientamento ormai è molto diffusa nelle scuole medie e superiori e assume spesso forme molto articolate: incontri in classe, visite guidate alle scuole, incontri con i genitori, colloqui singoli con gli studenti, somministrazione di questionari, ecc. Si va da un servizio informativo (quali scuole e quali carriere) a uno formativo (come scegliere). Lo psicologo è necessario per seguire tutto il percorso di orientamento, soprattutto per la parte formativa. Ma spesso, per mancanza di tempo, allo psicologo viene richiesto solamente l uso di questionari per la valutazione degli interessi e delle attitudini. Naturalmente questo tipo di test è utile, ma basare un indicazione orientativa solo su questi strumenti risulta rischioso e a volte fuorviante. I risultati dei questionari vanno infatti integrati con altri indici: valutazione da parte degli insegnanti, colloqui con i genitori e soprattutto con i ragazzi stessi. Molto importanti quindi sono gli incontri in classe per fornire gli strumenti generali di scelta e poi i colloqui individuali per affrontare i singoli casi. AGGIORNAMENTO DEGLI INSEGNANTI Tutti gli insegnanti sono formati, ma hanno bisogno di essere aggiornati. I tempi cambiano, gli studenti cambiano e quindi l insegnante deve cambiare con loro. Lo psicologo e il pedagogista sono necessari per coprire quel bisogno sempre più diffuso di imparare a dialogare con i giovani: gli aspetti comunicativi, i comportamenti dell adolescente di oggi, i bisogni profondi, ecc. FORMAZIONE DEI GENITORI Più che un dovere la formazione genitoriale è un servizio che la scuola offre alle famiglie. Come si interviene sul ragazzo e sull insegnante così ci si rivolge ai genitori per dialogare anche con loro su come affrontare insieme i problemi che sorgono nella vita scolastica e privata dei ragazzi. Il genitore non dovrebbe mai mettersi a priori dalla parte del figlio contro la scuola: è un comportamento che mina alla base il rapporto e il compito educativo dell insegnante. Viceversa, bisogna dare all alunno PSICOLOGIA e scuola / gennaio-febbraio

7 TEORIA E RICERCA l impressione che genitori e scuola marcino sugli stessi binari, magari con qualche differenza a livello di scelte specifiche, ma con gli Sarebbe utile stessi obiettivi generaccontare rali. ai genitori ciò che Sarebbe naturalmeni figli fanno te proficuo poter raca scuola contare ai genitori ciò che i figli fanno a scuola e presentare anche a loro gli argomenti trattati in classe. È inutile infatti far comprendere al ragazzo un suo atteggiamento sbagliato se questo poi è rinforzato dalla famiglia stessa. ALTRE ATTIVITÀ COMPLEMENTARI Lo psicologo, oltre alle attività canoniche, potrebbe anche farsi promotore di altre forme educative, sfruttando la maggiore autonomia PER APPROFONDIRE La scuola odierna presenta sfide di crescente complessità sia sul piano degli apprendimenti che su quello della gestione della classe. Di conseguenza, è fondamentale che gli insegnanti e gli altri operatori scolastici acquisiscano una serie di strumenti operativi per promuovere il benessere ed il successo scolastico dei propri allievi. A tal fine, i due testi di Guido Petter Lo psicologo nella scuola (Giunti, 2004) e Il mestiere di insegnante (Giunti, 2007) presentano un quadro esaustivo delle possibilità d intervento per raggiungere tre obiettivi irrinunciabili: aiutare gli allievi a crescere come persone; aiutarli a crescere intellettualmente e culturalmente; ottenere il loro spontaneo coinvolgimento nelle attività di apprendimento. 26 PSICOLOGIA e scuola / gennaio-febbraio 2009 che la scuola sta scoprendo in questi anni. Qualche idea: costruzione di un progetto teatrale a partire dai vissuti dei singoli ragazzi, organizzazione di un concorso musicale o letterario con testi autobiografici, laboratori dove integrare contenuti psicologici con altri temi formativi (ambiente, lavoro ecc.), veri e propri corsi outdoor, ecc. BIBLIOGRAFIA Lancini M. (2003), Ascolto a scuola: la consultazione con l adolescente, Franco Angeli, Milano. Reffieuna A. (2002), Il bambino a scuola, Carocci, Roma. Salvatore S., Scotto di Carlo M. (2006), L intervento psicologico per la scuola. Modelli, metodi, strumenti, Carlo Amore, Roma. Scapellato P. (2004), «La formazione outdoor a scuola», Psicologia e Scuola, 121,

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