Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza

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1 Newsletter Informazione economico finanziaria sul mondo delle PMI italiane N.7 Dicembre 2008 SOMMARIO In primo piano Crisi transitoria o cambio di paradigma? pag 2 Quadro temporaneo degli aiuti di stato pag 3 Il progetto Solvency II pag 4 L economia italiana: dati e trend La bilancia dei pagamenti dell Italia ad Ottobre 2008 pag 8 Export in frenata per almeno due anni pag 12 La finanza per le PMI Computabilità dei fondi pubblici nel patrimonio di vigilanza dei confidi 107 e delle banche di garanzia pag 12 PMI italiane alla prova del debito nel 2009 pag 13 Dal mondo: dati e notizie Borse senza matricole: 2008 nero per le ipo pag 14 Economic Outlook pag 16 1

2 IN PRIMO PIANO Crisi transitoria o cambio di paradigma? Gli avvenimenti che si sono susseguiti nel corso delle ultime settimane hanno imposto non solo notevoli mutamenti, anche strutturali, sui mercati finanziari e nell economia reale, ma hanno anche rimesso in discussione alcuni dei pilastri concettuali su cui si stava riposizionando il mercato del credito. La crisi ha messo in luce come gli accordi di Basilea 2 soffrano di alcune importanti lacune: innanzitutto, l accordo ha evidenziato una eccessiva prociclicità, che induce le banche ad allargare i cordoni della borsa in tempi di crescita e a stringere le maglie in tempi di crisi, amplificando gli effetti prodotti dalle dinamiche proprie dei mercati. Come se ciò non bastasse, i meccanismi di Basilea 2 sembrano produrre una conseguenza paradossale: fanno ricadere le distorsioni che si vengono a manifestare al livello della finanza virtuale sull economia reale, inducendo le banche in difficoltà a imboccare la scorciatoia del razionamento del credito come soluzione più ovvia per il ripristino dei requisiti minimi di patrimonializzazione. In effetti, è emerso, con estrema evidenza, che i pericoli maggiori per la stabilità del sistema non provengono tanto dalle esposizioni verso le imprese, che al contrario risentono di metodologie di valutazione e di gestione dei portafogli alquanto severe, quanto piuttosto da inefficienze nella gestione della finanza strutturata e delle altre attività fuori bilancio, attività che hanno assunto un peso sempre maggiore nell operatività delle banche. Purtroppo, anche sotto questo profilo, Basilea 2 ha evidenziato le proprie lacune, dimostrando una sostanziale inadeguatezza come sistema di alerting contro esposizioni eccessive sui mercati finanziari. In questo contesto, le Regioni, le Camere di Commercio e altri enti di prossimità sono intervenuti con un impegno finanziario non indifferente per mitigare gli effetti che la crisi stava cominciando a produrre sull economia reale. Si tratta di misure che operano su diversi piani (di cui peraltro il Consorzio Camerale offre una sintesi aggiornata nelle pagine dedicate all Osservatorio sulla crisi, sul sito spaziando dall abbattimento dei tassi di interesse alle anticipazioni alle imprese, dalla partecipazione temporanea nel capitale delle aziende al sostegno degli investimenti strutturali. C è da chiedersi, però, se questa crisi sia destinata a essere ricordata come uno shock contingente, per quanto violento e dalle pesanti conseguenze ma i cui effetti saranno riassorbiti progressivamente dal sistema o se, viceversa, essa possa segnare l avvio di un profondo riposizionamento strategico dell intero tessuto produttivo. Un riposizionamento che ha, nella trasformazione radicale dei rapporti banca-impresa e nel drastico mutamento della cultura gestionale e finanziaria delle aziende, i due effetti di maggior portata. Non pochi osservatori cominciano a parlare di un cambiamento del paradigma del credito : basta con l eccessivo indebitamento, basta con la sottocapitalizzazione delle aziende, basta con il sostegno alle imprese incapaci di innovarsi e di competere sui mercati. Dopo aver tenuto 2

3 artificialmente in vita imprese e settori che avevano perso il treno della competitività, dell innovazione, dell efficienza, il sistema del credito starebbe ora per avviare una sorta di drastica selezione darwiniana del tessuto produttivo. Naturalmente, come spesso succede nelle fasi di transizione, il rischio è quello di passare da un eccesso all altro: dal troppo a tutti al niente a nessuno e dalla concessione del credito sulla base della conoscenza personale e delle valutazioni qualitative dell imprenditore a una valutazione del merito del credito asetticamente quantitativa. Una situazione che penalizzerebbe la stragrande maggioranza delle imprese e soprattutto quelle aziende che, seppur robuste, dimostrano una fragilità formale per la mancanza di trasparenza e di sufficienti informazioni contabili da offrire alle banche. In una situazione del genere, si verrebbe a creare un secondo paradossale effetto della crisi finanziaria: non solo si farebbero pagare all economia reale gli errori della finanza virtuale, ma con un razionamento indiscriminato del credito, si andrebbero a penalizzare anche quelle aziende sane e virtuose che invece Basilea 2 dovrebbe premiare. Nel corso di queste settimane si è assistito a una specie di schizofrenia di sistema: mentre da un lato le banche assicuravano che non solo non vi era il rischio di credit crunch ma che il volume degli impieghi cresceva, dall altro numerose indagini spot svolte sul territorio indicavano invece un progressivo peggioramento delle condizioni di accesso al credito. Qualunque sia la verità, appare evidente che, secondo i classici canoni del dilemma del prigioniero, i due giocatori - banche e imprese - rischiano di non collaborare, impedendo di raggiungere quella che sarebbe la soluzione ottimale per il sistema-paese. In una ipotesi del genere, l intervento di un arbitro esterno diventa fondamentale per ovviare alle distorsioni che si potrebbero creare e per indirizzare gli attori verso una soluzione condivisa. E evidente che, per il proprio ruolo istituzionale, per l esperienza maturata e per il radicamento sul territorio, sono le Camere di Commercio le naturali candidate a svolgere questo compito. Esse possono offrire un monitoraggio neutrale della dinamica del sistema, evidenziando se, come e dove si vengano a creare situazioni di sofferenza sul mercato del credito. Allo stesso tempo, possono indirizzare e accompagnare le imprese sul lungo e probabilmente doloroso percorso di adeguamento alla nuova realtà, offrendo quei servizi di formazione, informazione e assistenza che diventano fondamentali per l imprenditore al momento di compiere scelte drastiche per il futuro della propria azienda. E questa l eredità e la sfida che il 2008 ci lascia in eredità. Sta a noi trasformarla in una opportunità di crescita. Fonte: Ufficio Studi Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza. Quadro temporaneo degli aiuti di stato Per contribuire al superamento della crisi, la Commissione Europea ha approvato il quadro temporaneo degli aiuti di stato, che resterà in vigore fino al I governi potranno, quindi, concedere aiuti diretti alle imprese fino a un massimo di euro (anziché ), senza necessità di notifica alla Commissione degli aiuti di stato eccezionali. 3

4 Nel dettaglio, gli Stati membri, entro il 2010, potranno decidere le seguenti misure senza notificarle a Bruxelles: aiuti forfettari per un massimo di 500 mila euro per aiutare le imprese a superare le difficoltà attuali; garanzie di Stato per i prestiti alle pmi accompagnati da una riduzione del premio; prestiti agevolati soprattutto per chi fabbrica prodotti verdi; gli aiuti sotto forma di capitale di rischio potranno raggiungere i 2,5 milioni di euro per pmi e per un anno, invece degli attuali 1,5 milioni: ma solo nei casi in cui almeno il 30 per cento del costo dell'investimento (invece dell'attuale 50) sia di investitori privati. Fonte: Ufficio Studi Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza. Il progetto Solvency II La Commissione Europea dal 2004 ha avviato i lavori sulla nuova normativa relativa alle società di assicurazione. Le nuove regole mirano a rivoluzionare il modo in cui gli assicuratori del ramo vita, gli assicuratori generali e i riassicuratori accantonano il capitale per far fronte a inattesi aumenti delle richieste di riscatto o a un improvviso crollo dei mercati finanziari. In linea con Basilea II, il capitale sarà collegato in modo dinamico ai mutamenti dei livelli di rischio delle società, con l intento di migliorare le condizioni del settore nel suo insieme. Che cos è Solvency II E una proposta di Direttiva UE, della quale non esiste ancora un testo approvato definitivamente, che ha lo scopo di estendere la normativa di Basilea II al settore assicurativo. Il progetto comunitario Solvency II mira a introdurre nuove regole prudenziali poste a presidio della stabilità delle imprese di assicurazione. La Normativa vigente: Solvency I Gli operatori della UE sono attualmente soggetti a Solvency I, un assetto regolamentare introdotto nel febbraio 2002 e che risulta essere frutto dell adattamento di una direttiva degli anni 70. Ai sensi dell attuale normativa, il cosiddetto regime di Solvency I, i cardini della stabilità finanziaria dell impresa di assicurazione sono essenzialmente tre: 4

5 1. Riserve tecniche, calcolate prudentemente e sufficienti a rispondere agli obblighi nei confronti degli assicurati; 2. Disponibilità di attivi idonei e sufficienti per la copertura delle riserve tecniche; 3. Rispetto del Margine Minimo di Solvibilità, ossia del requisito patrimoniale minimo. Il Margine Minimo di Solvibilità viene oggi calcolato utilizzando criteri eccessivamente elementari per la complessità del mercato attuale, criteri che risultano essere non idonei a cogliere l effettiva rischiosità delle imprese e anacronistici rispetto agli strumenti e ai metodi di gestione del rischio adottati dal management. Gli obiettivi generali di Solvency II Solvency II sarà la prima Direttiva sulle assicurazioni a conformarsi al modello Lampfalussy, ossia una serie di raccomandazioni concepite appositamente per accelerare la creazione e l approvazione di nuove regole a livello comunitario. Nell ambito di tale procedura, la Commissione Europea intende redigere una proposta di Direttiva Quadro che contenga i principi tecnici generali del nuovo regime di vigilanza prudenziale. Come di consueto alla proposta faranno seguito misure di attuazione mirate a delineare le peculiarità di tale sistema. Il CEIOPS (Comitato Europeo per l Assicurazione e i Fondi Pensione), che prende parte alla procedura Lampfalussy, è un comitato di regolatori ed è, altresì, il principale organismo di consultazione per i diversi profili del progetto, impegnato nell attività di coordinamento del processo di consultazione con i diversi stakeholder. La Commissione Europea ha definito una serie 5

6 di principi fondamentali per lo sviluppo del progetto. I principi di particolare rilievo sono i seguenti: 1. Il sistema verrà strutturato in tre pilastri, analogamente a quanto previsto da Basilea II per le banche: - Pilastro I: requisiti patrimoniali, criteri di calcolo delle riserve tecniche e regole relative agli attivi a copertura - Pilastro II: attività di vigilanza - Pilastro III: obblighi informativi nei confronti del mercato e della vigilanza 2. Nell ambito del primo Pilastro sarà previsto un duplice livello di requisiti patrimoniali: il Solvency Capital Requirment (SCR) e il Minumum Capital Requirment (RCM). Il Solvency Capital è un Capitale Target cioè l obiettivo ottimale di capitale per l impresa. Il SCR è quel capitale che deve essere detenuto dall impresa per far fronte a tutte le perdite non già calcolate o non preventivate preventivate (nelle riserve tecniche), dato un certo orizzonte temporale e data una certa probabilità. Il Minimum Capital Requirement dovrebbe costituire invece un minimo assoluto, da calcolare con metodo semplificato, la cui violazione da parte dell impresa darebbe il via a misure di vigilanza estreme. 3. Il futuro regime dovrà supportare e fornire incentivi alle imprese per misurare e gestire in modo adeguato i rischi a cui esse sono esposte. A tal proposito verranno delineati i principi comuni a livello Comunitario in materia di risk management, controllo interno e relative attività di vigilanza. Sarà prevista, inoltre, la possibilità di riconoscere i modelli interni adottati dalle imprese per determinare i requisiti patrimoniali, purché questi riflettano meglio, rispetto all approccio standard, il profilo di rischio specifico dell impresa e possono essere validati in modo appropriato. 4. Le riserve tecniche dovranno essere calcolate secondo criteri armonizzati coerentemente con gli sviluppi sul fronte degli standard contabili internazionali. Le riserve tecniche consisteranno in una best estimate e in un risk margin, intendendo per best estimate il valore attuale atteso dai futuri flussi di cassa, e per risk marging ciò che serve a coprire i rischi legati ai flussi di cassa degli impegni futuri lungo l intero orizzonte temporale di riferimento. 5. Per quanto riguarda le regole sugli investimenti, la Commissione Europea suggerisce di adottare l approccio chiamato Prudent Person Plus, ossia un insieme coordinato di principi generali di gestione e di pochi limiti quantitativi agli investimenti. Le Imprese dovranno dotarsi di una politica di Asset-Liability Managment così come di una politica di investimento globale comprensiva di Investment Plan e di procedure che ne descrivano i criteri di attuazione. 6. Per determinare i requisiti patrimoniali delle imprese dovranno essere considerati gli effettivi profili di rischi delle imprese. 7. Solvency II ha come obiettivo primario la vigilanza di gruppi assicurativi e conglomerati finanziari. 6

7 8. Solvency II promuoverà l armonizzazione dei metodi e degli strumenti di vigilanza qualitativa e quantitativa: le regole di solvibilità non dovrebbero dunque richiedere interventi aggiuntivi da parte dei singoli Stati Membri. 9. Il sistema mira ad assicurare parità di trattamento fra i diversi settori finanziari. 10. Il futuro sistema dovrà essere in armonia con i principi tecnici e gli standard di vigilanza assicurativa in corso di elaborazione presso la IAIS (International Association of Insurance Supervisors). Le associazioni nazionali guardano con una certa apprensione alcuni aspetti del progetto Solvency II perché temono che i principi da esso imposti possano risultare eccessivamente complessi, tanto da obbligare piccole e medie società a ricorrere alle figure degli Attuari. Tuttavia, alcuni Paesi europei, tra cui Regno Unito e Paesi Bassi, e la vicina Svizzera, hanno già adottato l approccio di sensibilità al rischio che è alla base di Solvency II e la Gran Bretagna intende promuovere il proprio sistema come modello pilota per tutta la UE. Solvency II rappresenta un processo di grande rilevanza nel settore assicurativo e richiede nuovi ed ulteriori adeguamenti ai Paesi che hanno recentemente riformato le regole sul capitale, ma, più ancora, imporrà cambiamenti radicali di adeguamento a tutti quei Paesi che non hanno ancora intrapreso alcuna riforma. Fonte: AC Formazione AC Formazione nasce come Scuola di Formazione specializzata in programmi e percorsi di formazione in ambito giuridico, economico, tecnico-fiscale per operatori del mercato assicurativo, finanziario e bancario, nonché della previdenza complementare e dell assistenza sanitaria. Gli agenti, i broker, i produttori diretti, il personale d agenzia, i collaboratori degli intermediari, gli sportellisti bancari e postali, a seguito della Regolamentazione in materia di intermediazione, sono obbligati a ricevere una formazione qualificante e permanente che abbia ad oggetto le nozioni normative, tecniche, fiscali, attuariali ed economiche dell assicurazione, con particolare riferimento alla disciplina dei contratti di assicurazione e alle disposizioni sulla tutela del consumatore. Questa formazione prevede una fase di verifica e di certificazione, nonché il rilascio di un attestato comprovante il conseguimento di requisiti di professionalità, il tutto prescritto e reso obbligatorio da Regolamento Isvap n.5 del AC Formazione ha ampliato nel tempo la propria attività di formazione, organizzando corsi e seminari che riguardano ambito differenziati: imprenditori, operatori del settore finanziario e assicurativo, i consumatori stessi, possono trovare strumenti operativi e basi culturali per affrontare le nuove dinamiche sociali e di mercato. La completezza e l alta qualità della formazione erogata costituiscono un fattore determinante per la filosofia di AC Formazione che si avvale di un team di docenti altamente qualificati provenienti dal settore giuridico, assicurativo,previdenziale,finanziario, fiscale e bancario, scelti tra i più importanti atenei e centri di ricerca italiani. 7

8 L ECONOMIA ITALIANA: DATI E TREND La bilancia dei pagamenti dell Italia ad Ottobre 2008 Tabella: La bilancia dei pagamenti sintetica (milioni di euro) Conto corrente Nel mese di ottobre 2008 il conto corrente ha registrato un disavanzo di milioni di euro contro uno di milioni di euro nel corrispondente mese del L'aumento del disavanzo del conto corrente è da collegare alla variazione negativa del saldo dei servizi (1.111 milioni di euro) e dei redditi (303 milioni di euro), parzialmente controbilanciata dalla variazione positiva del saldo dei trasferimenti unilaterali (304 milioni di euro). Il saldo mercantile è rimasto pressoché invariato. Nei dodici mesi compresi tra novembre 2007 e ottobre 2008, il conto corrente ha registrato un saldo negativo di milioni di euro contro uno di milioni di euro registrato nei dodici mesi 8

9 precedenti. L'aumento del disavanzo complessivo è stato determinato dalla variazione negativa del saldo dei redditi (9.674 milioni di euro), dei trasferimenti unilaterali (2.512 milioni di euro) e delle merci (2.299 milioni di euro). Il saldo dei servizi ha registrato una variazione positiva di 645 milioni di euro. Conto finanziario Nel mese di ottobre 2008 si sono registrati deflussi netti di 829 milioni di euro per investimenti diretti e afflussi netti di milioni di euro per investimenti di portafoglio. Gli altri investimenti hanno registrato un deflusso netto di milioni di euro. Per i capitali italiani, rispetto ad ottobre 2007, caratterizzato da un operazione di investimento diretto di importo elevato, si è avuta una diminuzione degli investimenti diretti di milioni di euro e una diminuzione degli investimenti di portafoglio di milioni di euro. Per i capitali esteri si è registrata una diminuzione degli investimenti diretti pari a milioni di euro ed un aumento degli investimenti di portafoglio pari a milioni di euro. 9

10 Gli investimenti diretti cumulati dei dodici mesi compresi tra novembre 2007 e ottobre 2008 si sono risolti in deflussi netti per milioni di euro contro deflussi netti per milioni di euro registrati nei dodici mesi precedenti. Nel comparto degli investimenti di portafoglio (italiani ed esteri) si è passati da un afflusso netto di milioni di euro a uno di milioni di euro con un aumento di circa 108 miliardi di euro. L aumento dell'afflusso netto è da collegare ad una diminuzione degli investimenti italiani in azioni e titoli di debito rispettivamente per circa 89 e 2 miliardi di euro e ad un aumento degli investimenti esteri in titoli di debito per circa 26 miliardi di euro. Gli investimenti esteri in azioni sono diminuiti di circa 9 miliardi di euro. Tabella: La bilancia dei pagamenti (milioni di euro) 1 Le riserve ufficiali registrano, a cambi costanti, un aumento di 902 milioni di euro rispetto al mese di settembre La consistenza delle riserve ufficiali a fine ottobre 2008 calcolata in base ai prezzi ed ai tassi di cambio della fine del mese è pari a milioni di euro. 1 (*) Le attività si riferiscono a capitali italiani, le passività a capitali esteri. (**) il segno (+) indica riduzione di riserve. Il segno (-) indica aumento di riserve. 10

11 Tabella: Riserve ufficiali (milioni di euro) Tabella: Bilancia dei pagamenti turistici a settembre (milioni di euro) Nel mese di settembre 2008 la spesa totale dei viaggiatori stranieri in Italia è stata di milioni di euro, con un incremento del 2,5% rispetto a settembre La spesa degli italiani all'estero, pari a milioni di euro, è aumentata del 5,8% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Nel periodo ottobre 2007settembre 2008, le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, pari a milioni di euro, sono aumentate del 3,0% rispetto ai dodici mesi precedenti. Nello stesso periodo, le spese degli italiani all'estero, pari a milioni di euro, sono aumentate del 3,8%. Le spese dei 2 (*) In considerazione dell'elevato grado di provvisorietà dei dati di dettaglio sul turismo del mese di riferimento del comunicato stampa, le informazioni riportate nella tavola sono relative al mese precedente. (**) Per i viaggiatori stranieri in Italia l'area visitata, per i viaggiatori italiani all'estero l'area di residenza. 11

12 viaggiatori stranieri in Italia hanno presentato i maggiori incrementi nel segmento Altri motivi personali (6,2%) e nell area di destinazione Nordest (8,8%). Le spese dei viaggiatori italiani hanno presentato i maggiori incrementi nel segmento Altri motivi personali (18,1%) e nell area di residenza Nordest (6,9%). Fonte: Banca d Italia. Export in frenata per almeno due anni Frena l export italiano: nei prossimi due anni le vendite all estero aumenteranno ad un tasso inferiore al 5% annuo contro il 9% registrato nel biennio Le previsioni di rallentamento arrivano dall ultimo rapporto annuale di Sace, gruppo di assicurazione del credito, secondo cui la ripresa arriverà solo a partire dal Il rapporto stima un ridimensionamento nella crescita del valore delle vendite all estero al 5,5% nel 2008 e prevede un modesto tasso del 4,3% nel L export inizierà a ripartire gradualmente dal 2010, ma solo nel 2012 tornerà a livelli del trend di espansione pre-crisi. Stesso discorso per le esportazioni in volume (al netto dell effetto dei prezzi), i cui tassi di crescita scenderanno all 1,5% nel 2009, meno della metà della crescita tendenziale del passato. A risentire meno del rallentamento saranno i settori a più alta innovazione tecnologica del made in Italy, come la meccanica strumentale, che dovrebbe mantenere una crescita media del 7% annuo con punte del 16,1% in Brasile e del 15,7% in India. Indicazioni favorevoli arrivano anche dall agroalimentare, le cui vendite all estero sono previste in accelerazione grazie alla qualità riconosciuta alle produzioni italiane, mentre si ridurrà l espansione sui mercati esteri di tessile-abbigliamento, arredamento e altri beni di consumo. I rallentamenti più evidenti si registreranno nei Paesi avanzati come Stati Uniti, Regno Unito, Germani, Francia. La domanda arriverà solo dai mercati emergenti di Est Europa, Asia e America Latina, come Cina, india, Russia e Brasile. Ma anche Romania, Polonia e Turchia. I paesi che offriranno le migliori opportunità di sviluppo sono però quelli con i rischi politici e finanziari più elevati. Infatti, molti paesi emergenti hanno dovuto ricorrere all aiuto dell Fmi, tra cui Ungheria, Ucraina, Pakistan, Serbia ed Islanda. I rischi finanziari hanno subito un impennata anche in Paesi con abbondanti riserve internazionali come Russia e Kazakistan, Corea del Sud e Vietnam. A questo si deve aggiungere il graduale aumento dei rischi politici, come fenomeni di esproprio indiretti o forti interferenze governative sugli investimenti esteri. Fonte: IlSole 24 Ore. 12

13 LA FINANZA PER LE PMI Computabilità dei fondi pubblici nel patrimonio di vigilanza dei confidi 107 e delle banche di garanzia La computabilità dei contributi pubblici nel patrimonio di vigilanza dei confidi, anche alla luce delle norme contenute nelle ultime due leggi finanziarie, rappresenta un tema estremamente attuale. A fine novembre, la Banca d Italia ha emanato una comunicazione per fornire alcune spiegazioni al riguardo. Secondo la Banca d Italia, i fondi pubblici che presentano vincoli di destinazione (territoriale, settoriale, funzionale, ecc) e quelli assegnati in gestione (anti-usura, ecc) non sono computabili nel patrimonio di gestione. L inclusione dei fondi pubblici nel patrimonio di vigilanza dei confidi 107 o delle banche di garanzia non è pertanto ammessa in via generale ma è valutata dalla Banca d Italia caso per caso al momento delle istruttorie per l iscrizione nell elenco speciale o per la costituzione della banca. D altra parte, in virtù delle norme stabilite nelle leggi finanziarie, per quanto riguarda i fondi pubblici contabilizzati a bilancio dai confidi alla data del 30 giugno 2007, non sarà fatta alcuna verifica dell assenza di vincoli di destinazione né sarà necessaria alcuna attestazione dell ente erogante, fermo restando il divieto di computazione di fondi assegnati in semplice gestione. I fondi strutturali europei, quali quelli assegnati dal DOCUP, dispongono di specifici vincoli di destinazione e, essendo di pertinenza comunitaria, sono sottratti all applicazione della legge finanziaria. Pertanto essi non possono essere computati automaticamente nel patrimonio del confidi. E prevista una eccezione solo per gli eventuali residui post-rendicontazione lasciati nella disponibilità dell ente territoriale erogante e da questo conferiti ai confidi a titolo definitivo. Fonte: Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza. PMI italiane alla prova del debito nel 2009 Gli effetti della crisi economica sulle imprese e sulle famiglie si faranno sentire a partire dal Soltanto per 70 delle principali aziende industriali italiane nel primo trimestre del prossimo anno sono in scadenza prestiti per 8 miliardi di euro. Il dato emerge dall ultimo studio condotto da AlixPartners, società di consulenza internazionale specializzata in tournaround aziendale che ha valutato la struttura dei finanziamenti in scadenza delle principali 100 aziende industriali italiane. Lo studio è stato condotto in molti paesi europei inclusi regno Unito, Germania, Francia, Spagna; Svizzera, Svezia e Paesi Bassi. Se i prestiti dovranno essere in qualche modo rifinanziati, secondo il 73% degli intervistati, il ritorno alla normale operatività sarà improbabile prima della fine del 2009, con conseguenze che saranno paragonabili alla crisi finanziaria mondiale del 29 (per il 41%), a quella dei primi anni novanta (34%) e della crisi del petrolio degli anni sessanta (35%). La richiesta di liquidità sarà ancora per il prossimo anno un aspetto di criticità molto forte tenuto conto che le banche saranno 13

14 sempre meno inclini a concedere finanziamenti alle imprese, in un contesto segnato da un brusco rallentamento dei consumi delle famiglie e degli investimenti aziendali. Questa situazione rappresenta la fase successiva della crisi finanziaria in corso: anche nell eventualità che i prestiti in scadenza venano prolungati, le aziende ne subiranno comunque le conseguenze in quanto l aumento dei prezzi legati al risparmio farà lievitare i costi di finanziamento per gran parte di loro. La frenata dei ricavi e i rincari dei prezzi delle materie prime contribuiscono poi ad accrescere le pressioni sui risultati economici, accentuando quindi la pressione su tutte le variabili che determina le problematiche inerenti la liquidità aziendale. Le aziende, pertanto, saranno costrette in molti casi a ritornare al tradizionale autofinanziamento, importante quando si continuano ad ignorare le riserve intrappolate proprio nel circolante: ottimizzare la situazione dei crediti, dei debiti e le rimanenze spesso consente di liberarne una notevole liquidità. Secondo le stime della società di consulenza, le risorse totali intrappolate nel circolante delle 100 principali aziende industriali italiane è stata stimata in circa 12 miliardi di euro. La valutazione delle riserve di capitale circolante nel settore industriale, è stata calcolata considerando i crediti, debiti e rimanenze oltre ai rispettivi valori, confrontati successivamente con la media del gruppo industriale di riferimento. Fonte: IlSole 24 Ore. DAL MONDO: DATI E NOTIZIE Borse senza matricole: 2008 nero per le ipo Fuori dalla Borsa evitano di ricorrere al capitale di rischio. È quanto hannod eciso migliaia di società sparse in tutto il mondo che nel 2008 si sono tnute lontane dal listino. Lo dimostrano le operazioni di Ipo (Initial Publica Offering) crollate di oltre la metà rispetto allo scorso anno. Il calcolo è stato effettuato da Ernst&Young che in uno studio ha messo in luce come da gennaio a novembre di quest anno le Ipo siano state 745 (-58%) per un controvalore di 95,3 miliardi di dollari (-63%) in netto calo rispetto alle operazioni di quotazione per 256,9 miliardi di dollari del A dispetto delle apparenze, i Paesi in via di sviluppo hanno realizzato il 62% delle operazioni di quotazione rispetto al 38% dei Paesi sviluppati. L Asia è stata l area più attiva con 337 Ipo, seguita dall Europa con 161 operazioni e dal Nord America con 91. In calo, ma sopra ai livelli di Europa e Nord America anche i collocamenti provenienti dai mercati bric (Brasile, Russia, india e Cina) con 163 operazioni per un totale di 28 miliardi di dollari raccolti (nel 2007 avevano raccolto 106,8 miliardi ed effettuato 365 collocamenti). Le difficili condizioni dei mercati hanno chiaramente minato al fiducia degli investitori e la propensione alla quotazione in Borsa; questa tendenza rispecchia la diffusa convinzione che la quotazione in Borsa sia un processo lungo e che in media le aziende preparano il loro ingresso con 14

15 12/24 mesi di anticipo. Non è facile prevedere quando terminerà questo periodo di incertezza prima che i mercati finanziari ritrovino un punto di equilibrio e ridiano fiducia agli investitori. Molte aziende, infatti, utilizzeranno questo periodo di transizione per essere pronte a cogliere l attimo in vista della ripresa dei mercati. C è poi il capitolo dei settori più attivi in termini di Ipo. Tra questi, quelli dei materiali con 183 quotazioni, seguiti dall industria con 105 e l alta tecnologia con 81 operazioni. In termini di capitale raccolto, in cima alla classifica sui 12 totali ci sono i servizi finanziari (26,2 miliardi di dollari), dell energy&power (18,3 miliardi di dollari) e l industria dei materiali (16 miliardi di dollari). A titolo di esempio, si ricorda che lo sbarco a Wall Street di Visa Inc. rappresenta il record per capitale raccolto con 17 miliardi di dollari seguita da China Railway Construction con 5,7 miliardi di dollari sulle Borse di Shangai ed Hong Kong e della società energetica brasiliana OGX Petrolio e Gas Participacoes con 4,1 miliardi alla Borsa di San Paolo. Se tra le prime 20 Ipo, 15 sono società da ascriversi ai mercati emergenti, la soglia di valore per entrare nella top 20 si è abbassata significativamente rispetto al 2007, quando era stata di 1,9 miliardi di dollari, attestandosi a 0,85 miliardi dei primi 11 mesi del Fonte: IlSole 24 Ore. 15

16 ECONOMIC OUTLOOK Statistiche macro-economiche: Paesi del G7 e Emergenti Cambi (dati al 22 dicembre 2008) Paese PIL Tasso Inflaz. Tasso Disocc. Paese Prezzo Variazione annua Stati Uniti 0,7% 1,1% 6,7% Euro $ USA 1,39-4,7% Eurozona 0,6% 2,1% 7,7% Euro Sterlina 0,93 26,9% Germania 0,8% 1,4% 7,5% Euro Yen 124,26-23,8% Regno Unito 0,3% 4,1% 6,0% Euro Fr. Svizzero 1,54-7,1% Francia 0,6% 1,6% 7,7% Euro Yuan Cina 9,52-10,5% Italia -0,9% 2,7% 6,7% Euro $ Canada 1,69 16,1% Spagna 0,9% 2,4% 11,3% Euro Rublo Russo 39,20-9,1% Giappone -0,5% 1,7% 3,7% Euro Real Brasile 3,28 26,2% Cina 9,0% 2,4% 4,0% Euro - $ Hong Kong 9,77-14,2% India 7,6% 10,5% 7,3% Euro - $ NZ 0,80-58,0% Hong Kong 1,7% 1,8% 3,8% Euro - $ AUS 0,95-43,2% Corea del Sud 3,8% 4,5% 3,3% Fonte: Bloomberg. Brasile 6,8% 6,4% 7,6% Argentina 6,5% 7,9% 7,8% Fonte: Bloomberg. I dati sono annuali e si riferiscono all ultima rilevazione ufficiale. Mercati obbligazionari e immobiliari (dati al 22 dicembre 2008) Paese Valore Variazione 1 settimana 1 mese YTD JP Morgan 1 3 anni 197,53 0,7% 0,7% 6,8% JP Morgan 1 10 anni 169,48 1,4% 1,1% 8,4% REIT Europa 447,42 1,9% -0,7% -46,1% REIT USA 1.268,66 8,1% 41,4% -43,8% Fonte: Bloomberg. 16

17 Mercati azionari (dati al 22 dicembre 2008) Paese Valore Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza Variazione 1 mese YTD YTD ( ) 3 S&P/MIB ,2% -48,9% -48,9% Dax Francoforte ,8% -41,8% -41,8% Cac 40 Paris ,0% -42,5% -42,5% FTSE London ,4% -33,6% -43,6% Swiss Mkt. Zurich ,1% -35,6% -30,7% IBEX 35 Madrid ,2% -39,0% -39,0% S&P 500 US ,0% -39,5% -36,6% Nasdaq Comp US ,% -41,0% -38,1% Nikkei ,6% -43,9% -26,4% Hang Seng ,5% -45,6% -42,6% RTS Russia 634 9,3% -72,3% -74,6% Shangai Cina ,5% -61,6% -57,1% Bovespa - Brasil ,2% -38,7% -51,5% Fonte: Bloomberg. Materie prime (dati al 22 dicembre 2008) Commodities Valore Variazione 1 settimana 1 mese YTD Petrolio (WTI) (barile) 33,9-26,8% -36,8% -64,7% Oro (oncia) 838,6 1,9% 14,1% 0,5% Argento (oncia) 10,9 5,7% 17,5% -26,4% Platino (oncia) 849,5 3,5% 3,9% -44,3% Rame (tonnellata) 2.930,0-7,7% -18,4% -56,1% Mais (bushel) 3,8 5,9% -3,7% -20,5% Frumento (bushel) 5,6 11,1% 3,1% -29,2% Fonte: Bloomberg. 3 Valori espressi in funzione del cambio dell Euro. 17

18 Futures (dati al 22 dicembre 2008) Paese Valore Variazione attesa su prossima apertura S&P/MIB ,0-2,77% FTSE London 4.234,0-1,25% S&P 500 US 881,3-0,75% Dax Futures 4.670,2-0,57% Nikkei Futures 8.530,0-0,69% Bovespa - Brasil ,0 1,37% Fonte: Bloomberg. Mercato monetario (dati al 22 dicembre 2008) Costo denaro Banca Centrale Delta Libor 3 mesi Tasso di sconto Europa 3,08% 2,50% 0,58% Regno unito 2,98% 2,00% 0,98% Stati Uniti 1,50% 0,25% 1,25% Giappone 0,90 0,10% 0,80% Fonte: Bloomberg. Spreads verso Italia (dati al 22 dicembre 2008) 2 anni 5 anni 10 anni 30 anni Italia 2,35%% 3,83% 4,28% 5,07% Germania -0,57% -1,48% -1,32% -1,47% Francia -0,42% -1,09% -0,90% -1,33% Spagna -0,35% -0,70% -0,58% -0,89% Fonte: Bloomberg. 18

19 Tutto lo Staff del Consorzio augura Buone Feste e un felice

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