Il braccio reliquiario di San Gandolfo

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1 Il braccio reliquiario di San Gandolfo Polizzi Generosa Intervento di restauro a cura dello studio di restauro Adolfo Franchi Via di Tor di Nona Roma Direzione tecnica Claudio Franchi Relazione a cura di Claudio Franchi Anno 2010

2 Relazione d intervento Stato di conservazione Il braccio reliquiario presentava prima dell intervento uno stato di conservazione piuttosto mediocre. Formato da tre pezzi - il braccio contenitore della reliquia, la coppa e il piede - il manufatto evidenziava danni strutturali nella coppa, oggetto di ripetuti interventi invasivi in stagno, metallo quest ultimo utilizzato come lega saldante per risolvere le numerose fratture, e presente in almeno la metà dell intera superficie di detta sezione. Il piede era interessato da fratture nella porzione ornamentale a cesello, oltre ad una lieve perdita dell asse, derivata dal cedimento della lamina. Anche il braccio mostrava segni d interventi precedenti non risolti in modo efficace, tale da evidenziare grossolane saldature soprattutto nei punti di congiunzione delle dita con la mano. Numerosi anche i cedimenti delle superfici identificabili in ampie ammaccature. L immagine mostra una delle ammaccature più vistose e il segno dell assemblaggio tra mano e braccio Discreto lo stato di pulitura che non presentava ossidazioni eccessive, mentre l interno della coppa, allo smontaggio, rivelava ampi strati di attacchi di sali di rame, dovuti a depositi di umidità e probabilmente ai residui degli interventi a stagno.

3 La parte interna della coppa rivela i punti di connessione delle tre lamine di riuso e alcuni brani d incisioni rivelanti l origine di detti pezzi, probabili ex voto. Si noti anche lo scollamento del bordo superiore che garantisce il collegamento con il braccio mediante l uso di viti. L immagine evidenzia le saldature in stagno che coprivano larga parte delle superfici Intervento di restauro Si è proceduto allo smontaggio delle parti che hanno rivelato il metodo di costruzione dell opera. Il braccio risulta formata da ben otto pezzi: le cinque

4 dita, il corpo della mano e del braccio, la cornice con il vetro. La coppa è invece il risultato di ben tre pezzi di materiale di riuso, probabilmente frammenti di ex voto modellati a coppa e assemblati in successione a costituire il contenitore. La natura dei pezzi di riuso è identificabile grazie ad una punzonatura riportante l aquila alata tipica dei bolli palermitani usati tra fine Seicento e inizio Settecento, il marchio non identificato di un orafo (RR), oltre ad un brano di incisione corrispondente ad una sorta di calice contenente rami d olivo e un nodo di candeliere o calice. Immagine superiore: il punzone dell ignoto orafo e quello palermitano Immagine inferiore: il frammento d incisione rivela l origine della lamina, provenienza di un ex voto Si è proceduto alla rimozione dello stagno e alla ricostruzione di metà della coppa, poiché il metallo basso fondente (lo stagno) aveva oramai

5 irrimediabilmente attaccato l argento con il conseguente indebolimento della sezione inferiore della coppa. Ecco la coppa come si presentava dopo l asportazione dello stagno, rivelando ampi strati di sottigliezze della lamina praticamente impossibile da recuperare. Sotto: le parti smontate e recuperate per il lavoro di ripristino

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7 L integrazione ex novo della coppa è stata ottenuta mediante la forgiatura a martello di un disco d argento di titolo 925 millesimi, debitamente assemblato al pezzo originale ancora integro e fissato allo stesso in modo da contenerlo e proteggerlo. Su tale sezione è stata poi applicata la vite originale, quella che garantiva e continua a garantire tutt ora- l assemblaggio con il piede. Anche il bordo è stato fissato definitivamente con un accorta operazione di brasatura che ha restituito solidità al pezzo.

8 Ecco l interno della coppa a seguito dell integrazione con una lamina ex novo che restituisce forza alla struttura e l unità compositiva precedentemente pregiudicata da interventi invasivi. Si noti anche la corretta restituzione della lettura delle incisioni dei pezzi di riuso. La risoluzione di fratture, di certo meno gravi rispetto alla coppa, è stata dedicata anche al braccio e al piede. Le fratture sono state risolte mediante interventi a fuoco che hanno anche ristabilito l originario grado di malleabilità del reticolo cristallino dell argento. La stessa strategia di recupero è stata dedicata alla mano: alcuni punti di raccordo tra le dita e il corpo della mano erano oggetto di saldature instabili e grossolane. Le saldature sono state revisionate con più adeguati rinforzi. Le superfici sono state oggetto di pulitura meccanica con bicarbonato e acqua deionizzata. Le singole parti sono state quindi interessate a lunghi lavaggi in acqua deionizzata e conseguente asciugatura con fonte di calore a circa 50. Le sezioni sono state rimontate, ricontrollando il corretto funzionamento delle parti meccaniche (viti e dadi) e restituite all originaria unità compositiva.

9 Particolare della mano dopo gli interventi a fuoco e le risoluzioni delle ammaccature

10 Il braccio reliquiario dopo l intervento di restauro

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