Manifesto per l identità dell imprenditore italiano in Moldova

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1 MOLDOVA Str. Sfatul Tàrii 17, bir. 32 MD 2012 Chisinau Tel Fax ITALIA Via della Vittoria, Quistello (MN) Tel Fax fondazione@reginapacis.org Regina Pacis Inform@ Notiziario n febbraio 2009 Manifesto per l identità dell imprenditore italiano in Moldova L imprenditore in Moldova deve avere una sua etica professionale e soprattutto deve fondare le scelte su principi che abbiano come obiettivo il rispetto della persona e del territorio, oltre alla consapevolezza che gli investimenti devono sostenere lo sviluppo del territorio. L unità degli imprenditori deve essere sui valori e non sulla rincorsa al potere, all apparire, per cui prima di tutto bisogna essere e per essere bisogna mettere in atto quei principi che fanno dell imprenditore un promotore di giustizia sociale ed uguaglianza. Ecco quello che potrebbe essere il protocollo etico dell imprenditore italiano in Moldova: Rispetto della vita umana Centralità della persona, della sua libertà e dignità Solidarietà intesa come attenzione ai deboli e salvaguardia dello sviluppo economico e sociale del territorio Democrazia economica con il primato della persona sulla produzione, oltre alla valorizzazione del lavoro non meno del profitto Principio della sussidiarietà come principio ordinatore della società Vita sociale ed economia fondata sull uguaglianza e giustizia sociale L imprenditore non può essere un mercante, ma un operatore economico che attraverso professionalità e sacrificio vuol servire il territorio che lo ospita, senza schiavizzare, ma aiutando a crescere e vincere anche le povertà esistenti. Anche questa è una sfida, che aiuta ad essere.

2 Dopo un lungo periodo di degenza in ospedale Mons. Cosmo Francesco Ruppi, Arcivescovo di Lecce e grande amico della Fondazione Regina Pacis, ha fatto rientro in sede. Ha rilasciato una intervista. L Arcivescovo a casa Mons. Ruppi è tornato a casa. E questa sì che è una bella notizia. Un mese di assenza forzata da Piazza Duomo per via di un delicato intervento chirurgico, l hanno costretto a letto, prima in terapia intensiva e poi nel reparto di Urologia del Vito Fazzi, per più di un mese. Ora è tutto risolto e l Arcivescovo - l abbiamo imparato a conoscere in questi vent anni leccesi - ha ripreso a ritmo sostenuto i suoi numerosi impegni. L abbiamo intervistato cogliendo nel suo volto e nelle sue parole sofferenza e amarezza per la morte della povera Eluana; riscontrando la consueta disponibilità ad analizzare il suo ventennio leccese, confermando la sua fedeltà a questa amata Chiesa di Lecce e senza evitare di entrare nel merito di questioni che hanno ferito il suo cuore di padre. Eccellenza, che cos è la sofferenza? La sofferenza è il dono più grande che Dio possa fare all uomo: chi è bambino, chi giovane, chi è adulto, chi è in buona salute non si rende conto, ma quando il Signore, come ha fatto per me, dà l occasione di un intervento operatorio impegnativo e ti inchioda quasi un mese a letto è la più grande fortuna che può accadere all uomo. Perché? Perché se uno è credente ha la forza di risalire, se invece non è credente, non ha questa forza. Posso dire di essere vissuto in terapia intensiva quasi venti giorni contemplando solo il crocefisso che avevo dinanzi e la corona del rosario, perché la sofferenza non solo non mi è pesata, anche se l ho sentita, ma ho trovato nel crocifisso la forza di capire che prima di me c è Qualcuno che ha sofferto molto più di me. Quindi Eccellenza, non basta la ragione per accettare il dolore e per dare un senso alla sofferenza. Cosa fa chi non ha la fede? Non voglio rispondere a chi non ha la fede, perché dobbiamo rispettare tutti, credenti e non credenti. Chi non ha fede, non ho esperienza diretta, o è aiutato dagli uomini, dai medici, dagli infermieri, oppure vede chiudersi l orizzonte della speranza. Quando invece una persona ha la fede, sa che ha una forza. Posso dire una cosa non solo ai lettori de L Ora del Salento, che ringrazio affettuosamente dell attenzione che hanno sempre avuto, ma a tutta la diocesi, credenti e non credenti: la sofferenza, il letto, l ospedale sono come una scala, se hai la fede ti portano in alto, se non hai la fede, non so dove ti portano... Eccellenza, ha seguito la vicenda di Eluana? Che pensiero si è fatto, soprattutto alla luce degli ultimi fatti? Da pochi giorni ho ripreso la lettura dei giornali, perché per venti giorni non ho voluto né radio, né televisioni, né giornali. Quando ho cominciato a leggere i giornali locali e ho visto le baruffe e le polemiche, ho solo sorriso. Negli ultimi giorni ho seguito, con la preghiera, il dramma di Eluana: voglio ripetere soltanto ciò che il Papa ha detto dieci giorni fa dalla loggia di San Pietro, la vita è sacra,

3 la vita non si tocca, nessuno e nemmeno i genitori sono padroni della vita. Ora continuo a pregare per la sua anima benedetta. La posizione della Chiesa sul tema della vita e dell eutanasia è chiara, abbiamo sempre condannato l eutanasia e abbiamo sempre celebrato la giornata della vita ed io, pur stando in ospedale, ho celebrato, con il bravo cappellano, l Eucaristia per la vita. Staccare la spina, togliere i liquidi, consentire la morte dolce è una cosa contro coscienza. Le suore di Lecco erano disposte a tenerla, come l hanno sempre tenuta, per sempre, senza dare fastidio a nessuno. Ora Eluana non c è più ed è una sciagura storica che porteremo tutti sulla coscienza. Bisognerà evitare, però, che la sentenza di morte diventi giurisprudenza per il futuro? Ringrazio per la domanda. La mia preoccupazione è che il discorso sulla eutanasia, sul testamento biologico e su altri problemi delicati sui quali da mesi si sta discutendo tra le forze politiche e che finora non è stato affrontato, potrebbe ulteriormente dilazionarsi. Per Eluana tutti noi abbiamo pregato, ma se la leggina fatta ad hoc solo per lei di un articolo velocemente approvata dai due rami del Parlamento, certamente firmata dal Presidente della Repubblica fermasse il grave dibattito sull eutanasia ed il testamento biologico, noi non avremmo comunque concluso alcunché. In Italia esistono migliaia di casi come quello di Eluana, anche nel Salento, qual è il suo messaggio per le persone che assistono questi ammalati gravi? Io so, perché ho avuto possibilità di sostare per alcune settimane in terapia intensiva, che ci sono casi per i quali sembra che non ci sia alcuna speranza in futuro, ma ho visto l impegno dei medici per fare tutto quello che è possibile. Ai casi, molti o pochi che siano, similari a quello di Eluana nel Salento, posso dire solo questo: la cosa più terribile sarebbe spegnere la luce, spegnere la vita che non è nostra. Eccellenza, ha celebrato il suo ventennio di episcopato leccese in un letto di ospedale, quali sono stati i suoi pensieri in quel giorno? E soprattutto, ha avuto il tempo di fare un bilancio? I bilanci li fa il Signore quando sarà la fine della vita oppure quando decide Lui. I miei più diretti collaboratori, in primo luogo il vicario, mons. Mannarini, il provicario, mons. Filograna, erano fiduciosi che il 29 gennaio, in una cerimonia in cattedrale, avrebbero potuto celebrare i vent anni presentando un grosso volume ed il vescovo di Albano, mons. Semeraro era pronto a venire per presentarlo. Il Signore ha cambiato il calendario, ma quel giorno io ho celebrato l Eucaristia nel letto dell ospedale ringraziando Iddio di tutto ciò che si è fatto e soprattutto chiedendo perdono dei miei errori. Non ho sentito nessuna nostalgia perché il consiglio episcopale, i miei sei consiglieri, ai quali sono immensamente grato, hanno voluto a mezzogiorno venire insieme a farmi gli auguri. Ma la cosa che mi ha commosso di più è che la messa del 29 gennaio l ha voluta celebrare personalmente il vicario mons. Francesco Mannarini. Di questi venti anni, quali sono i risultati di cui va fiero e quali sono le cose di cui è meno contento? Nella vita di un uomo, di un prete ma soprattutto di un vescovo, non ci sono risultati di cui uno è contento o scontento, ma soltanto la disponibilità a servire la Chiesa rappresentando, per quel poco che è possibile, la paternità di Dio e della Chiesa. Venti anni di episcopato leccese non sono stati pochi: il Sinodo, la visita del Papa indimenticabile, le chiese fatte, il nuovo seminario e tutte le altre cose che anche i ciechi

4 sanno. Se qualche cosa in questi anni si è potuto realizzare è solo perché il Signore mi ha aiutato e perché il meraviglioso clero leccese, il popolo, le autorità, l opinione pubblica mi hanno sempre sorretto ed io spero di aver dato un piccolo contributo alla crescita della Chiesa, della città, del Salento e, in dieci anni di presidenza episcopale, anche della Puglia. Provo rammarico per la mia infedeltà, la mia debolezza, la mia fragilità su cui sono certo la misericordia di Dio ha aperto le braccia. Ho poi una grande amarezza: che tutta l azione di carità, dal 7 marzo 97, che la Chiesa di Lecce ha svolto con l eroismo, la tenacia e i sacrifici del mio antico segretario, Mons. Cesare Lodeserto, dopo innumerevoli elogi (al Regina Pacis sono venuti Cardinali, il Capo dello Stato, il Governatore della Banca d Italia, il Commissario Europeo per l Immigrazione, i Presidenti del Consiglio Prodi e D Alema ed un infinità di ministri), che hanno fatto rimbalzare in Italia e in Europa la Chiesa di Lecce, si sia persa e che la figura di don Cesare, alla fine, sia stata infangata. Non accuso nessuno ed ho un grande rispetto per la Magistratura, alla quale puntualmente a Natale e a Pasqua rendo omaggio. Sono certo che la Magistratura leccese sia all altezza, ma vedere sbattuto in prima pagina sui giornali locali la figura di uno dei migliori sacerdoti di Puglia, non poteva non amareggiarmi profondamente. Posso dire che l eroismo di don Cesare, trasferito in Moldavia, dove l ho mandato come missionario fidei donum, è al centro del riconoscimento, non solo della Chiesa cattolica ma anche dei rappresentanti del governo, tanto che persino il primo ambasciatore italiano in Moldavia, a Chisinau, mi ha detto più volte al telefono: Don Cesare Lodeserto è un buon italiano che lavora in Moldavia. Ho avuto, stando in ospedale, la gioia di sapere che la Suprema Corte di Cassazione, ha emesso la sentenza pienamente assolutoria. Forse, con l aiuto di Dio, comincia a risalire la stima di questo caro e bravo sacerdote. Se c è a Lecce un gruppetto di atei che fanno chiasso sul Regina Pacis, hanno tutto il mio rispetto ma a loro porgo solo un invito: andate a vedere tutti i sacrifici che la Chiesa e don Cesare hanno fatto e fanno. Persone illustri ed autorevoli più volte hanno costatato di persona la realtà. Eccellenza, cosa sente di dire a tutti i fedeli che le hanno inviato numerosissimi messaggi attraverso il nostro settimanale e che hanno seguito con apprensione e con tanta dedizione la sua permanenza in ospedale? Non ho parole per ringraziare tutti coloro che hanno rivolto verso di me le loro preghiere. Mi dicono che sulla mia scrivania c è una montagna di lettere, che ho cominciato già a vedere. Ho letto molti messaggi arrivati a L Ora del Salento, ho recepito che la sofferenza del vescovo è stata accompagnata da un intensa, grandissima, unanime preghiera. Anche persone che noi riteniamo lontane, si sono affacciate, in terapia intensiva in ospedale, per avere notizie della salute del vescovo. Ringrazio tutti i sacerdoti, le suore, i parroci e i fedeli. Ringrazio tutti per l intensa preghiera che è stata fatta per il vescovo, che ho potuto ricambiare perché, nella mia degenza di quasi più di un mese, ho recitato moltissimi rosari; un giorno sono arrivato a quarantadue rosari, perché sentivo intorno a me il calore, l interesse, la preghiera del popolo cristiano ed anche del popolo civile. Non riceverei più grande conforto che da questo fatto ed anche dal fatto che l assenza forzata del vescovo non ha neppure scalfito il lavoro della diocesi: quando il popolo prega per il suo Vescovo, quando la Curia funziona regolarmente, quando i parroci fanno il loro dovere, quando una Chiesa continua a camminare bene anche con l assenza forzata del suo vescovo, vuol dire che è una grande Chiesa.

5 La Fondazione Regina Pacis avvia una campagna di solidarietà nel corso dell anno 2009 finalizzata alla raccolta di fondi e cibo a beneficio degli anziani e indigenti della Moldova. << Cerco amici per un pezzo di pane >>

6 Missione della Fondazione Mediterranea in Ucraina e Moldavia Una delegazione della Fondazione Mediterranea, guidata dal presidente Enzo Cuttone e dal giornalista Nino Ippolito, è attualmente in missione in Ucraina e Moldavia nell ambito di un progetto di cooperazione internazionale e scambi culturali con i paesi della CSI, le ex repubbliche sovietiche. A Nikopol, nella regione di Dnievopetrovsk, nel sud dell Ucraina, cittadina di 135 mila abitanti, la delegazione ha incontrato un rappresentante della locale municipalità, Yuri Petrovic Taran, per avviare una rapporto di collaborazione finalizzato alla stipula di un protocollo d intesa che consenta l interscambio culturale tra Italia ed Ucraina dando la possibilità soprattutto ai giovani di visitare i paesi, conoscerne le istituzioni e studiarne usi e costum Particolarmente significativa e ricca di esperienze nella città e nei villaggi circostanti la visita a Chisinau, capitale della Repubblica Moldova. Qui la delegazione italiana, accompagnata da Nazzareno Gaffuri (un italiano originario di Erba che da anni, alla guida dell associazione internazionale «Arci Moldova» promuove progetti di sviluppo per gli agricoltori dei villaggi oltre che attività culturali rivolte alla popolazione locale) e da Diana Rotaru (interprete e coordinatrice delle attività culturali dell Arci Moldova) ha visitato la sede della «Fondazione Regina Pacis», la struttura di accoglienza fondata e gestita da Mons. Cesare Lodeserto, un prete leccese che ormai da 8 anni fornisce supporto agli indigenti, ai ragazzi di strada, ai drogati e alle prostitute. Nella sede della Fondazione, che opera solo ed esclusivamente con i fondi di beneficenza provenienti dell Italia, la delegazione italiana ha assistito ad un rito quotidiano che rende bene l idea del livello di povertà che c è in Moldavia: la distribuzione dei pasti ai poveri della capitale, ovvero centinaia di anziani che percepiscono una pensione così misera da non potersi garantire un regolare pasto. Gli anziani ogni giorno, con grande dignità, fanno la fila per avere una pagnotta calda, un piatto di pasta e del companatico. Scene dure da vedere perché questa condizione di povertà colpisce persone già deboli e abbandonate come gli anziani. Nella giornate di martedì, durante la distribuzione dei pasti, l Arci Moldova ha organizzato un concerto in onore degli anziani eseguito dai «Briganti», la nota band milanese che è arrivata qui in Moldavia nell ambito di un progetto di solidarietà internazionale. Nella sede di «Regina Pacis» Don Cesare, oltre a garantire la mensa quotidiana, ospita 8 ragazzi ed 8 ragazze, molti strappati alla strada (alcune ragazze si prostituivano in Italia), altri senza una famiglia, molti drogati che sniffano la «colla». La Fondazione Mediterranea assieme alla Fondazione «Regina Pacis» e all Arci Moldova ha avviato una collaborazione finalizzata in questo caso alla promozione di progetti di cooperazione nel campo della solidarietà sociale La visita della delegazione italiana si è conclusa mercoledì 21 gennaio a Chisinau nella sede dell Ambasciata Italiana, peraltro aperta da poche settimane,

7 dove Enzo Cuttone, Nino Ippolito e Nazareno Gaffuri sono stati ricevuti dal neo ambasciatore Stefano De Leo, da poco a Chisinau proveniente dall Ambasciata di Bagdad. Nel corso dell incontro, durato circa un ora, il capo della diplomazia italiana in Moldavia ha manifestato la piena disponibilità a supportare, dal punto di vista istituzionale, i progetti che mirano all interscambio culturale e alla cooperazione tra i due paesi. «L Europa dei popoli spiega il presidente della Fondazione Mediterranea, Enzo Cuttone si costruisce soprattutto con i progetti di cooperazione e gli interscambi culturali. Una reciprocità che presuppone soprattutto la conoscenza» La visita della delegazione italiana è stata contrassegnata anche da un piccolo «incidente» avvenuto al confine con la Transnistria, la regione «cuscinetto» tra Ucraina e Moldavia, che si è autoproclamata repubblica indipendente (c è pure un governo autonomo), sebbene non sia stata mai riconosciuta dalla comunità internazionale. La Moldavia considera ovviamente la Transnistria parte integrante del Paese. La Transnistria, la cui etnia è a maggioranza russa, è diventata negli anni una sorta di propaggine dei russi che con il proprio esercito ne controllano anche i confini. Nella notte tra lunedì 19 e martedì 20 gennaio, la delegazione italiana, proveniente dall Ucraina, al posto di frontiera di ingresso in Transinistria, dopo estenuanti controlli, un attesa di circa 2 ore e senza alcuna spiegazione, s è visto negare l ingresso. E toccato così raggiungere il successivo posto di frontiera che dall Ucraina consente direttamente l ingresso in Moldavia, e cioè a Palanca, allungando il rientro di 250 chilometri. Si ritiene opportuno citare l episodio ritenendolo significativo di come sia ancora difficile la libera circolazione in Transinistria, una regione controllata dai russi (che vi hanno trasferito la 14ª armata) e nota per la presenza di numerose fabbriche di armi. In foto: Nazzareno Gaffuri, presidente dell Arci Moldova, l ambasciatore dell Italia in Moldavia Stefano De Leo, il Presidente della Fondazione Mediterranea Enzo Cuttone, il giornalista Nino Ippolito

8 NOTIZIE IN BREVE (*) Indirizzo del blog dove Carlo e Claudia raccontano la loro esperienza a Varvareuca. Riportate le vostre impressioni, messaggi, saluti e gesti di amcizia: (*) CHISINAU Venerdi 6 febbraio: presso la sede della Fondazione ha avuto luogo il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Regina Pacis, dove sono stati presentati i bilanci del 2008, oltre alla programmazione dell anno (*) Dal 3 al 7 marzo prossimo Don Cesare Lodeserto accompagnerà S.E.Mons. Anton Cosa in un viaggio in Turchia, lungo gli itinerari di San Paolo. Il viaggio è stato organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d Europa. (*) Inizia la programmazione per il volontariato estivo in Moldova: hanno già dato adesione al programma i volontari di Torino, Verona e Messina.

9 Benefattore Destinazione Donazione N.N. Chisinau Attività in Moldova 1.800,00 $ Francesco Disoteo Verona Pasti per gli anziani 62,00 Cenacolo Regina Pacis Chisinau Attività in Moldova 104,00 Cenacolo Regina Pacis Chisinau Attività in Moldova Lei Md Stefano De Fanti - Verona Attività in Moldova 500,00 Cenacolo Regina Pacis Attività in Moldova Lei Md Giovanni Domizi Chisinau Attività in Moldova 200,00 Antonello Testa Chisinau Attività in Moldova Viveri Natalia Vieru Chisinau Attività in Moldova 500,00 Ass.ne Ave Maria Nostra Speranza Mn Attività in Moldova Viveri N.N. Chisinai Attività in Moldova 1.000,00 N.N. Verona Attività in Moldova 500,00 Stefano De Fanti - Verona Attività in Moldova Viveri Nilla e Antonio - Chisinau Attività in Moldova 150,00 N.N. Formia Attività in Moldova 500,00 Alessandro Zenoni - Bergamo Attività in Moldova 6.437,00 Scuola Materna S.Bertilla Verona Attività in Moldova 640,00 V.Garrino R. Rampone Verona Adozione 300,00 Pietro Vezzoni Mantova Adozione 45,00 Simone Curi Verona Adozione 50,00 S. Cavallotto L. Tibaldi Adozione Roberta Azimonti Sesto Calende Adozione 600,00 Laura Roveda - Verona Adozione 50,00 Osteria del bacco - Sesto Calende Adozione 200,00 S. Cavallotto L. Tibaldi Adozione 100,00 Maria Thery Agnes - Bologna Adozione 50,00 Cesare De Montis - Chisinau Attività in Moldova 100,00

10 S o l i d a r i e t à Aiutaci anche Tu a dare dignità alle persone La Fondazione Regina Pacis svolge la sua attività grazie alla disponibilità di persone che hanno scelto di dedicare parte del proprio tempo, delle proprie capacità e delle proprie risorse a favore del prossimo. Ovviamente grande è la necessità di fondi perché le iniziative intraprese possano avere uno sviluppo significativo. Per sostenerci Conto corrente bancario Fondazione Regina Pacis Monte Paschi di Siena IBAN: IT95 O Conto corrente postale Fondazione Regina Pacis Conto n Le erogazioni liberali in denaro, fino ad euro 2068,83 annuali, effettuate a favore della Fondazione Regina Pacis da parte di persone fisiche sono detraibili dall imposta sul reddito (IRPEF) per un importo pari al 19% della donazione (art.13bis, lett. i bis) del DPR n. 917/1986). Le erogazioni liberali effettuate da soggetti titolari di reddito d impresa sono invece deducibili per un importo massimo di euro 2068,83 ovvero del 2% del reddito d impresa (art.6, comma 2, c sexies) del DPR n. 917/1986). La detrazione è consentita a condizione che il versamento venga eseguito tramite banca o ufficio postale. Grazie per il sostegno Allegato de L Ora del SalentoSettimanale Cattolico Iscritto al n.517 del Registro stampa del Tribunale di Lecce Per non ricevere più questa newsletter invia la mail utilizzando l indirizzo sul quale ricevi questa mail. Questa mail non può essere considerata spam, in quanto è data la possibilità di cancellarsi in modo autonomo dal nostro database. Il tuo indirizzo è custodito ex d. lgs. 30/06/2003, n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali). Il titolare, o chi in diritto, può chiederne la modifica o la cancellazione.