Paesaggi di luce. materiali tra luce e metafore. Micronido La Mongolfiera. Carpineti
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1 Paesaggi di luce materiali tra luce e metafore Micronido La Mongolfiera Carpineti a.s
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3 luce scenografica esplorabile essenziale invisibile metaforica Indagata e esplorata intensa materia duttile suggestiva porta con sè fascinosa magica trasformabile interrogata plasmabile qualifica gli ambienti lascia traccia di sè attraversa
4 Tavolo luminoso Lavagna luminosa assorbimento diffusione trasmissione riflessione provocazioni sensoriali carte tessuti plastiche materiali naturali La luce gialla Filippo
5 indice premessa la lavagna luminosa introduzione il tavolo luminoso trasformazioni grafiche la grafica dialoga con i materiali conclusioni
6 introduzione Il tavolo luminoso unitamente alla lavagna luminosa, rappresentano sorgenti di luce artificiale che permettono di esaltare la qualità dei materiali non strutturati, elementi che si lasciano agire e trasformare nel gioco, sempre aperti a nuove ricerche. I materiali non strutturati sostengono pensieri azioni, dialoghi metaforici che ne permettono una trasformazione, e la metafora è il dispositivo che permette la trasformazione di materiali aperti a possibili interpretazioni. La trasformazione si pone in stretta relazione con il pensiero creativo, perché è una possibilità che genera nuove idee, apre a più punti di vista sul materiale, e soprattutto accoglie nelle esperienze i pensieri dei diversi soggetti: non c è un solo modo di trasformare le cose. La trasformazione trattiene una ricchezza di idee e di contributi data da tutti i soggetti che costruiscono e partecipano il processo creativo.
7 Quali strategie conoscitive il bambino/i bambini mettono in atto durante le ricerche luminose? Attraverso quali linguaggi? Quali narrazioni e metafore possono nascere dall incontro tra i materiali proposti e la luce?
8 premessa I materiali posti in relazione alla luce, parlano ai bambini sostenendo spesso un pensiero analogico, trasgressivo: i bambini davanti ai materiali hanno un attimo di sospensione, stabiliscono con essi un rapporto empatico, e l intreccio dei linguaggi espressivi diventa importante per scoprirne le potenzialità, sostenendo il processo creativo, ma anche per costruire rappresentazioni del mondo e di sé, che permettono ai bambini di creare nuovi orizzonti di libertà. Se per l adulto sperimentare la metafora appare come un valore aggiunto per i bambini non c è nessun problema di svelamento della realtà: per loro la realtà è quella, essi hanno un modo di pensare originariamente metaforico, disobbediente, e che diventa per loro strumento di conoscenza nel quotidiano. La luce prodotta dal tavolo luminoso e dalla lavagna luminosa si è intrecciata con una varietà di materiali non strutturati: plastiche, carte, tessuti e materiali naturali, i quali, interagendo con essa attraverso fenomeni come l assorbimento, la diffusione, la riflessione, la trasmissione, ne sono risultati esaltati nelle loro qualità.
9 il tavolo luminoso Il tavolo luminoso si presta a ricerche molteplici, accresce le qualità, la trasparenza, la semi-trasparenza, l opacità, ed evidenzia la texture dei materiali. E un piano di lavoro che permette l incontro di più linguaggi, che asseconda esperienze individuali o a piccolo gruppo e sostiene la collaborazione. I bambini si soffermano sulle variazioni attraverso accostamenti, sovrapposizioni, stratificazioni, allineamenti, composizioni estetiche.
10 Le case con la luce sotto là Anita
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12 Le strisce lunghe bianche tante barche sulla luce!! Gabriele
13 La luce blu e gialla Giada
14 Una coda del gatto un serpente marino... Riccardo
15 Sono grossi questi serpenti... è andato via il gatto sono arrivati i serpenti... metto la coda del topo e la faccia...arriva il serpente a mangiare il topo.. non c è più il topo, è dentro la pancia del serpente Filippo
16 Ci sono dei fiorellini, una campana che fa din don, un serpente che prende la campana e la porta sui fiorellini, e poi su nel campo, casca giù e torna. Qui sotto la luce c è il campo. Gabriele
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18 la lavagna luminosa La lavagna luminosa possiede due zone di ricerca: il piano e la proiezione di esso, e l interazione fra i due livelli apre interessanti spazi di indagine. È uno strumento che trasforma ambienti e oggetti, amplificandoli in una visione più vasta e macrodimensionale, produce inganni sensoriali, e percettivi, proiezioni, spostamenti, ribaltamenti delle immagini, che sono in grado di sostenere la nascita di narrazioni e metafore.
19 Con la luce ho fatto gli occhi e la bocca! Alice
20 Un cerchio azzurro le mani verdi tutti i colori: verde, blu, arancione 2 ruote! Gabriele
21 La luna è su in alto, adesso è andata giù Mirea
22 La luna... Pietro La luna e il sole Giada Il mare, l acqua tutto illuminato! Giada Un sole grande!! Pietro e Giada
23 Li dentro c è la luce c è quelli grigi e dentro la luce è azzurra Filippo
24 I puntini sotto la luce! Anita
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28 La luce rende tutto più vivo
29 Il mostro!! Alice
30 Riccardo si accorge che agendo sullo specchio della lavagna può agire sullo scenario spostandolo nello spazio; l attenzione dei due bambini si sposta dall oggetto, all immagine di esso proiettata: due realtà parallele, e ne nasce una narrazione condivisa.
31 Un mostro cattivissimo, molto cattivo, con una bocca hhaa, tutto nero! Adesso lo nascondo e adesso lo faccio diventare alto alto! Riccardo Un mostro che mangia i lupi e ha la pancia grossa. Fa paura come il serpente! Elia Fa paura ma se va via non c è più la paura. Riccardo
32 Un treno carico di cose le porta in un bosco le prende un signore Filippo
33 Fa paura il cane! Giada Un cane gigante! Riccardo Che cos ha in bocca? Giada Una palla.. C è un albero gigante! Riccardo
34 Si stabilisce uno stretto legame tra esperienza emozionale ed esperienza creativa: la creazione del mostro è affine allo stato d animo che domina in quel momento Giada e Riccardo: tutte le impressioni ricevute in quel momento, tutti i pensieri che si susseguono nella loro mente, e i gesti che compiono sono avvolti dal sentimento comune che li domina: la paura. Ci metto tutte le foglie un ragno! Giada
35 Una scarpa... Un mostro di coccodrillo! Giada
36 Vai via,cane! Riccardo
37 È andato via! Giada Giada sposta il pezzo di corteccia dalla lavagna luminosa, così l immagine del cane non si proietta più sul muro.
38 Il ribaltamento dell immagine rende il contesto elettrico, e Giada e Riccardo danno vita ad un conflitto - giocoso fra loro e il mostro.
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41 Le esperienze condotte con l utilizzo del tavolo luminoso hanno fatto emergere maggiormente il linguaggio costruttivo, con importanti gesti compositivi, mentre l interesse dei bambini rispetto alle ricerche condotte nei contesti luminosi creati con la lavagna luminosa, hanno sollecitato la nascita di narrazioni a più voci, ricche di evocazioni e metafore che intrecciandosi abbiamo pensato avrebbero creato nuovi spazi di approfondimento. Il fascio di luce ha creato paesaggi luminosi e scenografici in movimento che sono evoluti attraverso l agire dei bambini, e in cui i bambini sono potuti entrare con tutto il corpo, paesaggi che hanno restituito percezioni, che hanno permesso ai bambini di rileggere e dare nuovi significati a contesti e materiali. I bambini più piccoli hanno soffermato maggiormente la loro attenzione sull aspetto visibile del materiale, mentre quelli più grandi hanno dato nuove letture, soffermandosi sulla loro identità leggibile e narrabile. La luce è diventata così elemento che ha consentito la realizzazione di contesti coinvolgenti, in grado di sostenere linguaggi espressivi, costruttivi, e narrativi divenuti zone simboliche di drammatizzazioni, di condivisioni che hanno fatto nascere narrazioni con una forte valenza metaforica.
42 trasformazioni grafiche Attraverso la grafica l esperienza diventa soggetto di narrazione. Giada, Gabriele e Riccardo disegnano ciò che conoscono del loro oggetto, pensano al mostro come se ne stessero facendo una narrazione e contemporaneamente raccontano ciò che stanno disegnando, esprimendo quel sincretismo tipico della creazione infantile: in cui i differenti linguaggi espressivi non sono ancora separati e specializzati, ma nascono da una radice comune: il gioco, radice di ogni creazione infantile, esperienza fondamentale per impadronirsi del discorso umano Wygotskij. La creatività si avvale di elementi assunti dal di dentro, ma anche di dati mutuati dal di fuori, dalla esperienza personale; la relazione con l ambiente stimola e dirige il pensiero creativo, e l ambiente in cui i bambini vivono, in cui l elemento naturale è ancora fortemente dominante (le colline, gli alberi, la neve) diventa contesto condiviso, che accoglie il mostro, testimoniando anche un forte senso di appartenenza dei bambini al territorio di provenienza.
43 Attraverso quali linguaggi i bambini potranno rileggere, rielaborare, concretizzare le narrazioni e le metafore suscitate dall incontro con precedenti paesaggi luminosi? In che modo le esperienze potranno diventare soggetti di narrazioni? L intreccio di questi linguaggi potrà generare nuove evoluzioni narrative?
44 I bambini credono fortemente ai prodotti della loro immaginazione e attraverso la grafica, la metafora del mostro prende corpo, connotata da alcuni elementi costitutivi del soggetto originale: occhio, bocca, orecchie, la grafica concretizza il mostro; in questo modo esso sussiste non solo per chi ne è l autore ma anche per tutti gli altri.
45 Un mostro terribile e bellissimo che sembra un cane! Giada Un cane gigante che mangia il serpente! Filippo Con un occhio grande che guarda i serpenti e con una bocca grande grande per prenderli Gabriele Ha le orecchie lunghe e grosse per ascoltare, i serpenti che fanno sci sci Riccardo Vive sulla montagna! Gabriele Una montagna con la neve e gli alberi Riccardo
46 Le grafiche realizzate vengono proposte al gruppo dei bambini, in un contesto di luce conosciuto, evocativo delle esperienze vissute nel corso di questi mesi; il gruppo viene incaricato di scegliere la grafica che maggiormente rappresenta l idea di mostro. Gabriele intrattiene il gruppo con una descrizione dettagliata, coinvolgente, corporea, un corpo creativo, che produce una espressione simbolica, mano che imita la bocca del mostro, che crea un clima narrativo che accompagna la presentazione, una caratteristica estetica e formale capace di suscitare curiosità, disponibilità fra i compagni e che li convince; La condivisione all interno del gruppo della elaborazione grafica, ne rafforza il senso di appartenenza dei suoi membri. Essi riconoscono nella grafica le parole del compagno, la grafica è in relazione con i contesti emozionali vissuti, e i bambini la interpretano attivando un processo metaforico, e per questo essa arriva a concretizzare l idea di mostro. Il mio mostro è diventato più grande! Giada Perché è altissimo e grandissimo! Riccardo
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49 Questo è il mio mostro, con i denti e l occhio là in alto Gabriele
50 Con la bocca fa haaaa, piena di serpenti!! Gabriele
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52 la grafica dialoga con i materiali Viene organizzato un nuovo contesto, che ponendo la grafica in dialogo con i materiali, cerca di ispirarsi fortemente alla descrizione che i bambini hanno elaborato in precedenza. La ricerca di una connessione fra mondo reale (gli alberi e le montagne) e il mondo immaginario (il mostro) ci consente di porre i materiali in relazione attraverso un uso scenografico degli stessi producendo nuove interferenze ed evoluzioni narrative.
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54 La grafica entra in relazione con il mondo reale producendo nuove contaminazioni.
55 Il mostro, è sulla montagna con gli alberi Gabriele
56 Nel bosco ha sentito un rumore, sono dei cacciatori Giada Scappa scappa, veloce Riccardo Via via e si deve nascondersi Filippo Perché i cacciatori lo prendono Gabriele gli sparano o lo mettono in gabbia, in trappola Riccardo Lo portano via dalla sua casa e lo mettono nel recinto Gabriele Nel recinto è arrabbiato e triste Giada Perché non può uscire Filippo Scappa corri che arrivano i cacciatori Tutti Il mostro salta, scappa veloce sulla montagna Gabriele Si nasconde dietro ad un albero e sta bene Riccardo
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58 conclusioni
59 La luce e i materiali hanno modificato l ambiente e la percezione degli spazi, creando provocazioni sensoriali, variazioni cromatiche, scenografie e paesaggi luminosi che si sono lasciati indagare, variare, trasformare, interpretare, narrare. Attraverso l invenzione della storia i bambini hanno elaborato le loro paure, accedendo ad un mondo immaginario che si è costruito grazie ad un forte senso di complicità nel gioco e ad un costante confronto. Il mostro è diventato soggetto vivo, nei confronti del quale l iniziale sentimento di paura, ha lasciato lo spazio ad una relazione intensa, empatica e solidale. Il confronto ha favorito la costruzione di un sapere che è diventato patrimonio di gruppo e la trama degli immaginari che nel tempo si sono delineati, fatta in questo caso di mostri, bocche, serpenti,, boschi, alberi.. Hanno creato un mondo altro del tutto immaginario ma non per questo meno significativo e vero di quello concreto.
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61 Protagonisti Bellelli Riccardo Braglia Federico Canovi Eduardo Doublali Anita Ferrari Giada Galeotti Alice Gazzotti Elia Ghinelli Valentina Guidetti Alyssa Iellamo Matilde Lorusso Anna Marazzi Mirea Marchi Gabriele Menolfi Emiliano Monticelli Filippo Orlandini Giulia Ruggi Tommaso Torlai Pietro Insegnanti Rinaldi Cristina Bezzi Debora Biastri Elena Coordinatore pedagogico Ruozzi Rossana Atelierista Girolimetti Sara Ausiliaria Tincani Sara
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