MANIFESTAZIONI DELL AGGRESSIVITA AGGRESSIVITA NELLE VARIE PATOLOGIE PSICHIATRICHE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "MANIFESTAZIONI DELL AGGRESSIVITA AGGRESSIVITA NELLE VARIE PATOLOGIE PSICHIATRICHE"

Transcript

1 MANIFESTAZIONI DELL AGGRESSIVITA AGGRESSIVITA NELLE VARIE PATOLOGIE PSICHIATRICHE Dr. Nicola Poloni Ricercatore di Psichiatria Università degli Studi dell Insubria Varese, 18 febbraio 2014

2 AGGRESSIVITA L aggressione è un comportamento che mira a scacciare, offendere, danneggiare, prevaricare, ferire o uccidere una persona, un animale o una cosa. Al comportamento aggressivo sono associate emozioni come la rabbia, il risentimento, la collera, la paura. L aggressività può essere definita come la disposizione all aggressione. (Scharfetter, 1980)

3 CLASSIFICAZIONE attiva azione fisica consapevole mirata Fatta sul serio diretta manifesta spontanea difensiva Contro persone Contro altri Affettiva, espressiva Conforme alle regole sociali passiva Omissione (abbandono) Non fisica (verbale o non verbale) inconsapevole Non mirata Fatta in maniera dimostrativa Indiretta (calunnie, danni agli oggetti) nascosta reattiva offensiva Contro cose Contro se stessi (tendenze suicidarie) sperimentale punibile

4 VIOLENZA e PSICOPATOLOGIA Atteggiamenti e comportamenti di minaccia e di violenza non hanno di per sé un significato psicopatologico. Soggetti sani, senza alcun disturbo mentale, ma appartenenti ad ambienti socio-culturali che si ispirano a ideali di violenza sono particolarmente predisposti a comportamenti aggressivi. La % di atti violenti tra malati mentali non è più elevata rispetto alla popolazione generale.

5 VIOLENZA e PSICOPATOLOGIA Nei comportamenti violenti solo un numero limitato di casi può essere considerato di interesse psichiatrico ed essere quindi oggetto di terapia. Non è sempre agevole stabilire un confine tra normalità e patologia in quest area comportamentale di confine ma può essere seguita la regola che i comportamenti violenti dipendenti da un disturbo psichiatrico sono,in genere, iscritti in una storia clinica e spesso già oggetto di un trattamento specialistico.

6 VIOLENZA e PSICOPATOLOGIA L adozione di un pattern comportamentale aggressivo violento da parte di persone affette da disturbi psichici costituisce uno dei fattori di maggiore aggravamento della prognosi del disturbo di base. L associazione tra psicopatologia e violenza comporta molto spesso un evoluzione verso una progressiva emarginazione. Le conclusioni degli studi epidemiologici non consentono di stabilire quanto l associazione con i disturbi psichici elevi la probabilità di commettere un atto criminale, ma hanno reso evidente che sussiste una relazione non causale tra la psicopatologia e la violenza.

7 ALCUNI DATI Nei dipartimenti di emergenza il 55 % degli operatori in un anno subisce aggressioni da parte di pazienti Il % degli psichiatri hanno subito un aggressione fisica almeno una volta nella loro vita professionale Gli psichiatri sono la categoria meno a rischio: le aggressioni riguardano più frequentemente gli operatori non medici, di sesso femminile e con più scarsa formazione psichiatrica

8 VIOLENZA e PSICOPATOLOGIA Perché il problema è sottovalutato: insufficienze metodologiche degli studi; l istituzionalizzazione aveva limitato il fenomeno; recentemente droghe ed alcool lo hanno accentuato; timore dei operatori di alimentare lo stigma.

9 VIOLENZA e PSICOPATOLOGIA Perché il problema è sopravvalutato: larga eco sulle pagine dei giornali di alcuni reati violenti commessi da malati mentali Ampliamento dei confini della malattia mentale Riduzione del personale nei servizi psichiatrici Scarsa formazione del personale che opera nei servizi psichiatrici

10 COMPORTAMENTI VIOLENTI I comportamenti violenti sono un tema di interesse centrale in psichiatria per 3 aspetti: 1) Clinico - analisi dei rapporti tra intensi vissuti emozionali (rabbia, ostilità, paura..) e comportamenti violenti - meccanismi di controllo delle emozioni e le loro disfunzioni 2) Medico-legale - confini tra violenza normale e violenza patologica - valutare se un atto violento può rientrare in una variabilità normale o è la conseguenza di un disturbo psichiatrico in atto che può aver compromesso la capacità di intendere e di volere 1) Sociale - il comportamento violento in presenza di necessità di cure e rifiuto delle stesse è una delle condizioni che possono portare al trattamento sanitario obbligatorio (TSO)

11 PATOLOGIE CON COMPORTANMENTI VIOLENTI PSICHIATRICHE: Schizofrenia, Sindrome Affettiva Bipolare, Disturbi Deliranti, Disturbi di Personalità TOSSICHE: Alcol, Allucinogeni, Analgesici, Amfetamine, Anticolinergici, Antidepressivi, Antipsicotici, Steroidi, Cocaina NEUROLOGICHE E MEDICHE: Epilessia, Encefaliti, Emorragia Cerebrale, Demenza, Tumori Cerebrali, Ipossia, Ipertensione, Ipoglicemia, Ipo/Ipertiroidismo, Infezioni Sistemiche, Encefalopatia Epatica, Insufficienza Renale

12 PREDITTORI DI RISCHIO (fattori demografici e anamnestici) Sesso maschile (maggiore frequenza e gravità) Età giovanile (anziani con disturbi Psico- organici) Basso livello socio- economico Ridotto supporto sociale Disoccupazione Abusi infantili o storia di violenza familiare Uso di droghe o alcol (fattori disinibenti) Ritardo mentale o danni cerebrali (anche lievi) Eventi stressanti (isolamento sociale, problemi economici, cambiamenti improvvisi)

13 PREDITTORI DI RISCHIO (variabili cliniche) Psicosi: ideazione delirante, allucinazioni uditive, concomitante abuso di alcol e/o sostanze, fasi di acuzie del quadro clinico, fasi di ricovero, scarsa aderenza al trattamento Mania: ideazione delirante di grandezza o persecutoria, disorganizzazione del pensiero, tentativi di contenimento o limitazione dei progetti Disturbi di Personalità: antisociale, borderline, paranoide Abuso di sostanze Disturbi Psico- organici

14 VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA 1. Aspetto del paziente (segni di uso di alcool e droghe, agitazione, rabbia). 2. Grado di dettaglio nell esporre i piani di violenza e le minacce. 3. Disponibilità di oggetti in grado di procurare ferite importanti (possesso di armi). Tardiff, 1992

15 VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA 4. Storia di precedenti comportamenti violenti (suicidio, guida pericolosa, comportamenti sessuali a rischio, danneggiamento di oggetti e proprietà altrui). 1. Obiettivi delle precedenti azioni di violenza. 2. Gradi di lesione nel caso di violenza già agita. Tardiff, 1992

16 VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA 1. Storia di abusi fisici subiti durante l infanzia o altri tipi di violenza subiti in famiglia. 2. Assunzione recente di alcool e droghe (in particolare amfetamine, cocaina, ansiolitici, sedativi, allucinogeni). 3. Disturbi organici del SNC. Tardiff, 1992

17 VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITA 10. Disturbi psicotici (in particolare pensiero paranoideo e allucinazioni di comando). 1. Disturbi di personalità. 2. Appartenenza ad un gruppo demografico a maggior rischio per le condotte violente (giovane età, sesso maschile, classe sociale ed economica inferiore). Tardiff, 1992

18 Il ciclo dell aggressione Fase del trigger Fase della escalation Fase della crisi Fase del recupero Fase della depressione postcritica Possibili nuovi triggers Comportamento di base (Maier e Van Rybroek, 1995)

19 1) Fase del trigger (fattore scatenante) - Intensificazione di una stimolazione avversativa. - Disinibizione indotta da sostanze. - Percezione della mancanza di alternative. - Presenza di fattori di provocazione (veri o presunti) come insulti o derisioni. - Esperienza di fattori stressanti maggiori (recenti perdite, eventi catastrofici).

20 2) Fase dell escalation - Approccio verbale mirato alla riduzione progressiva della posizione violenta. - Avviare una negoziazione che recepisca il contenuto emotivo e razionale della crisi ma ne devi il percorso comportamentale. - Una manovra aggiuntiva può essere l allontanamento dal contesto soprattutto quando fattori ambientali contribuiscono a determinare la condizione di crisi.

21 Fasi 1 e 2: pre-aggressione - Le fasi 1 e 2 sono caratterizzate sul piano clinico da segni prodromici quali tensione e irrequietezza. - E importante assumere precocemente la responsabilità della situazione e non adottare atteggiamenti di evitamento. - L assenza di un feedback appropriato verso una comunicazione violenta evoca di per sé un innalzamento del livello del rischio, essendo interpretata dal paziente come debolezza dell interlocutore ed incentiva la prosecuzione del comportamento in atto. - Da tenere presente anche le differenze nelle gestione del paziente noto rispetto a quello non noto.

22 Fasi 1 e 2: pre-aggressione Occorre prendere in esame i correlati verbali e non verbali dell aggressività: - contrattura della muscolatura facciale, stringere i pugni, serrare i denti, sguardi minacciosi; - minacce verbali, aumento del volume della voce; - aumento dei comportamenti motori macroscopici quali gesticolazione, passeggiare rapidamente; - risposta al primo intervento degli operatori (la mancanza di recettività costituisce un ulteriore segno di una crescente utilità).

23 3) Fase critica - E il punto culminante di eccitamento. - L attenzione va focalizzata sulla sicurezza e sulla riduzione delle conseguenze. - L intervento non deve essere condotto sul presupposto della possibilità di una risposta razionale, ma fondarsi sulla scelta di opzioni sintetiche (contenimento, fuga, autoprotezione). - L aggressione vera e propria consiste nell atto violento con le sue immediate ripercussioni fisiche e psicologiche sulla vittima.

24 3) Fase critica Durante questa fase si attivano importanti contenuti emotivi: PAZIENTE Momento della gratificazione per diminuzione dello stato di arousal OPERATORE Sentimenti di frustrazione ed inadeguatezza Rinforzo temporaneo dell autostima

25 3) Fase critica - Si esaurisce con un intervento di contenimento fisico da parte degli operatori. - Il sentimento di fiducia che è posto al fondamento di ogni rapporto terapeutico viene interrotto; è quindi necessario distinguere tra la terapia, fondata sul consenso, e la gestione in acuto dell atto aggressivo.

26 4) Fase di recupero - Graduale ritorno alla linea basale. - È una fase delicata perché interventi intempestivi (volti all elaborazione dell episodio) possono scatenare una riacutizzazione della crisi. - Occorre mantenere un monitoraggio attivo ma distante, senza sollecitare il paziente con stimoli inopportuni (fare accedere il paziente in un ambiente isolato e mantenere un osservazione costante).

27 5) Fase della depressione postcritica - Compaiono nel paziente emozioni negative, legate a sentimenti di colpa, vergogna o rimorso. - Recettività per interventi di carattere psicologico, volti all elaborazione dell evento. - Il confronto con la vittima è un momento molto utile, per evitare che sedimentino reazioni e controreazioni che possono inquinare il rapporto. - La discussione dell evento è un elemento di forte rassicurazione ed ha un azione preventiva contro lo sviluppo di sentimenti di paura e di rivalsa.

28 Gestione del paziente violento COMPORTAMENTO AGGRESSIVO VIOLENTO DESCALATION CONTENIMENTO Mira a deviare il percorso dalla confrontazione alla soluzione negoziale del conflitto. Impedisce di portare a termine l aggressione bloccando l evoluzione comportamentale. ATTENZIONE ALLA SICUREZZA Limita le conseguenze dell azione violenta.

29 RELAZIONE CON IL PAZIENTE VIOLENTO (1) Non fissare troppo i pazienti. E bene guardare negli occhi,ma ciò può essere sentito come minaccioso se fatto eccessivamente. Adottare e mantenere un tono di voce morbido, chiamare il paziente per nome, se possibile, e mostrarsi interessati a capire dove è il problema. Cercare di incoraggiare il paziente a sedersi. Se anche l operatore si siede, si ha una riduzione dell impatto della presenza fisica nella situazione, con conseguente riduzione delle probabilità di un comportamento violento.

30 RELAZIONE CON IL PAZIENTE VIOLENTO (2) Cercare di apparire fiduciosi senza prestare reazioni eccessive all aggressione verbale e mostrare preoccupazione per il disagio del paziente. Cercare di non prendere gli insulti in chiave personale, ciò evita reazioni difensive. Nel comunicare con il paziente occorre evitare, se possibile, di volgergli le spalle per non essere un facile bersaglio di un eventuale attacco improvviso.

31 RELAZIONE CON IL PAZIENTE VIOLENTO (3) Evitare di assumere posture chiuse, difensive o aggressive (stare a braccia conserte,far ondeggiare i pugni, etc). Essere consapevoli del proprio comportamento personale, ricordando che le nostre azioni possono essere compiute inconsapevolmente. Far andare via le persone estranee, quando possibile, poiché esse sono spesso all origine di di situazioni difficili. Andarsene se necessario.

32 ISOLAMENTO e CONTENZIONE La decisione se ricorrere a isolamento, contenzione fisica o a terapia medica coatta è clinica e dovrebbe basarsi sulle condizioni del singolo paziente. Esempi: - delirium ad eziologia ignota contenzione fisica (no farmaci neurolettici, no isolamento perché la deprivazione sensoriale peggiora quadro clinico); - paziente maniacale l isolamento riduce gli stimoli; - paziente schizofrenico paranoide possono essere necessari sia la terapia medica, sia l isolamento, sia la contenzione. N.B: I motivi che hanno reso necessari la terapia medica, l isolamento o la contenzione ed il successivo monitoraggio vanno documentati nella cartella clinica.

33 Linee guida per isolamento e contenzione (APA American Psychiatric Association, 1984) Prevenire danni ad altri. Prevenire danni al paziente. Prevenire gravi alterazioni dell ambiente terapeutico. Come trattamento comportamentale. A richiesta del paziente, se clinicamente adeguato. Per ridurre gli stimoli (solo isolamento). Da non usare per punire un paziente in risposta ad un atto particolare. Il personale deve seguire le linee guida scritte dell Istituzione (la predefinizione del compito specifico di ciascun operatore è indispensabile).

34 Linee guida per isolamento e contenzione (APA American Psychiatric Association 1984) La contenzione deve di preferenza venire eseguita da 5 persone (un operatore per ogni arto, il quinto per controllare la testa ). Il contatto fisico va iniziato contemporaneamente e preferibilmente nel momento in cui l attenzione del paziente viene meno. Questi deve essere bloccato in posizione orizzontale, supino sul pavimento. Perquisire il paziente alla ricerca di cinture, spille ed altri oggetti pericolosi. Deve essere subito chiamato il medico. Il personale infermieristico dovrebbe osservare il paziente almeno ogni 15 minuti.

35 Linee guida per isolamento e contenzione (APA American Psychiatric Association 1984) Devono essere immediatamente disponibili dei sedativi da somministrare per via parenterale se il paziente continua ad essere combattivo. Le cinghie di contenzione in cuoio sono le più sicure e vanno controllate di frequente, per verificarne il comfort e la sicurezza. E importante che gli arti non siano contorti per non produrre una trazione sui nervi o una lesione da compressione.

36 Linee guida per isolamento e contenzione (APA American Psychiatric Association 1984) I pazienti intossicati in contenzione dovrebbero essere posti in decubito laterale e controllati per il rischio di aspirazione di sostanze nelle vie respiratorie. I motivi della contenzione dovrebbero essere spiegati al paziente con tono calmo, anche durante l esecuzione stessa. E fondamentale contenere le proprie emozioni e non rispondere mai ad insulti e minacce. La contenzione non deve mai essere iniziata o rimossa senza autorizzazione del medico ed in presenza di un adeguato numero di operatori. Deve esserci documentazione scritta dei motivi e dei tempi del provvedimento.

37

38 Il punto di vista dell operatore Risposta psicologica - sentimenti sgradevoli: ansietà e paura comportamenti di diffidenza evitamento del paziente ed eccessiva distanza Risposta sociale - isolamento del paziente diminuzione feedback legato all interazione tendenza all uso della violenza Da qui la necessità di considerare la risoluzione dei sentimenti controtransferali una condizione specifica per la continuazione del trattamento del paziente che si sia dimostrato aggressivo.

39 Il punto di vista dell operatore La relazione con un paziente violento si presenta densa di problematiche che rischiano di alterare la correttezza e l adeguatezza dell intervento terapeutico. I sentimenti che l operatore prova nei confronti del paziente violento sono numerosi: PAURA, FRUSTRAZIONE, RABBIA, DELUSIONE, INSICUREZZA e di non facile gestione.

40 Il punto di vista dell operatore Le reazioni emotive, che intervengono in forma di difesa, sono finalizzate ad una gestione dell ansia che deriva dalla complessità e dalla conflittualità della relazione con il paziente violento. Generalmente lo scopo dei meccanismi di difesa è quello di produrre una barriera protettiva per preservare la propria stabilità emotiva; essi possono però presentare degli aspetti negativi quando si sviluppano in modo eccessivo.

41 Il punto di vista dell operatore Un ruolo importante è giocato dalle caratteristiche di personalità di ciascun operatore. Alcune ricerche hanno messo in luce che psichiatri e operatori più irritabili (valutati con specifiche rating scales) e più propensi a rispondere con la violenza fisica a minacce di violenza fisica, sono quelli che presentano il più alto numero di aggressioni da parte dei pazienti.

42 Il punto di vista dell operatore Quando i meccanismi di difesa non sono opportunamente riconosciuti e valutati possono diventare un pericoloso corpo estraneo che si insinua e deforma le funzioni dell operatore, dando luogo a prese di posizione emotive personali oppure a strategie istituzionali bastate più sulle aspettative formali dell istituzione che sulle necessità reali del paziente.

43 Il punto di vista dell operatore Alcuni tra i più frequenti meccanismi di difesa massi in atto dall operatore psichiatrico sono: 1. CONCRETIZZAZIONE 2. FORMAZIONE REATTIVA 3. MINIMIZZAZIONE 4. NEGAZIONE 5. PASSAGGIO ALL ATTO 6. PROIEZIONE 7. SCISSIONE

44 1. Concretizzazione E uno specifico processo attraverso il quale un determinato concetto o idea astratta viene trasformato in un immagine concreta individuazione di un elemento unico responsabile e non considerazione della globalità della relazione individuo-comportamento violento. L attenzione è focalizzata solo un determinato sintomo psichiatrico che diventa la causa unica del comportamento violento (ad esempio: il paziente ha aggredito perché è delirante la causa è il delirio persecutorio farmaci deliriolitici, non occorrono altre indagini). L operatore cerca di evitare ogni comprensione empatica del paziente, ogni implicazione affettiva utile ai fini terapeutici, denaturando in tal modo il sintomo di cui non si coglie il significato.

45 2. Formazione reattiva E un meccanismo di difesa che consiste nel tener lontano un desiderio o un impulso inaccettabile adottando un comportamento diametralmente opposto. Ad esempio l operatore che prova nei confronti del paziente violento il desiderio di allontanarlo e di non occuparsene può mettere in atto dei comportamenti opposti di estrema cura e protezione, che però non costituiscono un adeguata presa in carico iperaccudimento. L operatore stabilisce un rapporto che a livello superficiale appare intenso ma che a livello profondo conserva la distanza emotiva dal paziente e quindi un inadeguata presa in carico. L operatore tende ad accorciare le distanze fisiche con il paziente (volta le spalle, non tiene il paziente sotto il controllo dello sguardo, si chiude nella stanza per dialogare faccia a faccia. Tali comportamenti, oltre ad essere inutili e rischiosi, possono incrementare l aggressività del paziente.

46 3. Minimizzazione Attraverso questo meccanismo l operatore tende a sottovalutare alcune variabili cliniche che possono stimolare e scatenare il comportamento violento del paziente. Minimizzazione di situazioni ambientali: il contatto con altri pazienti fortemente disturbati e agitati, mancanza di attività, ozio, noia, promiscuità tra pazienti dello stesso sesso che può generare ansia, atteggiamenti neutri percepiti come offensivi quali uno sguardo, carenze di sensibilità da parte del personale.

47 3. Minimizzazione Spesso viene prestata poca attenzione all osservazione del paziente i cui sintomi vengono genericamente definiti come agitazione psicomotoria, confusione, crisi d ansia, etc.. Minimizzazione per mancata o insufficiente discussione dell evento violento in équipe o con i pazienti che hanno assistito all atto. E necessario che gli operatori possano parlare dei loro sentimenti ed esternare le loro emozioni in rapporto al fatto; non farlo può consolidare nel personale la convinzione che il paziente non sia curabile.

48 3. Minimizzazione Anche i pazienti che hanno assistito all atto violento devono avere la possibilità di verbalizzare i loro vissuti, altrimenti possono ritenere che l équipe non sia in grado di controllare la situazione e di intervenire in modo utile e terapeutico (ciò potrebbe scatenare altri episodi di violenza). Anche l insufficiente informazione al paziente sui provvedimenti restrittivi può essere soggetta a minimizzazione. E indispensabile chiarire al paziente in modo adeguato il perché viene posto in stato di contenzione o perché vengono somministrati farmaci contro la sua volontà (indipendentemente dalle condizioni psichiche del soggetto).

49 3. Minimizzazione Minimizzazione dei prodromi che non vengono adeguatamente decodificati, perdendo così il loro valore di messaggio di richiesta di aiuto da parte del paziente (ad esempio esistenza di processi rivendicativi nella realtà del paziente, importanza di minacce verbalizzate, passaggio all azione su oggetti).

50 4. Negazione E un meccanismo di difesa attraverso il quale ciò che è intollerabile alla coscienza viene rifiutato in modo protettivo e inconscio, attraverso un apparente cancellazione di elementi percettivi. Nella relazione con il paziente violento, la negazione rappresenta la tendenza dell operatore ad ignorare, per non affrontare sentimenti ansiogeni, la reale pericolosità del paziente attraverso: - negazione dei dati anamnestici (precedenti episodi di violenza); - negazione dei sintomi attuali; - negazione delle minacce formulate dal paziente, che possono essere una richiesta di aiuto, un tentativo di rinforzare un proposito violento, una dimostrazione di potenza e non esclusivamente un passaggio all atto.

51 5. Passaggio all atto E un meccanismo di difesa attraverso il quale i conflitti emozionali possono essere espressi in forma mascherata di azione. Il paziente violento può stimolare nell operatore una serie di reazioni psicologiche difensive che si manifestano attraverso: - passaggio all azione farmacologica utilizzo inadeguato dei farmaci (sovradosaggio, non rispetto del tempo di latenza dell azione terapeutica del farmaco, etc..) e dei mezzi di contenzione fisica; - rifiuto del paziente ovvero tendenza a disfarsi di un paziente la cui gestione è difficoltosa (invio in un altra struttura il paziente non ha il tempo di adattarsi, conoscere il luogo e le persone nuovo comportamento violento).

52 6. Proiezione E un meccanismo di difesa caratterizzato dal rifiuto di determinati elementi, dal posizionamento di questi al di fuori dell Io e dall attribuzione degli stessi ad altri individui. La proiezione gioca un ruolo importante nella relazione con gli altri, in quanto può determinare una alterazione anche grave del giudizio di realtà: il paziente non viene percepito nella sua obiettività ma, attraverso una falsa interpretazione dovuta alla proiezione, possono scatenarsi reazioni ingiustificate. Esempio: aspettative non realistiche di guarigione da parte dell équipe reazioni depressive di fronte all insuccesso che, se proiettate sul paziente, possono confermare l onnipotenza della propria malattia e renderlo ancora più angosciato e senza speranza.

53 7. Scissione E un meccanismo di difesa attraverso il quale un unica entità viene scissa in due o più parti, per evitare percezioni conflittuali dell elemento intero. Interviene per separare le emozioni dalla coscienza e lasciare ampio spazio ad una visione razionale considerata più facilmente gestibile. Può essere utilizzata verso le emozioni percepite nei confronti del paziente (ansia, paura, insicurezza) e verso le emozioni che il paziente offre all interno della relazione (rabbia) l operatore si posiziona ad una distanza di sicurezza nei confronti del paziente, precludendosi la possibilità di usare l empatia.

54 Condizioni che aumentano o diminuiscono i livelli di aggressività nelle Comunità AUMENTANO mancata consapevolezza da parte degli operatori dei propri sentimenti ostili; clima esterno di aggressività che agisce preventivamente con altrettanta aggressività. DIMINUISCONO norme uguali per tutti: - carta dei servizi; - riunioni di comunità; - contatti informali dello staff con i pazienti. discussione nella riunione di comunità degli episodi aggressivi-violenti; contrastare gli eventuali comportamenti del personale troppo rigidi che possono mascherare reazioni controtransferali negative.

55 TERAPIA dell AGGRESSIVITA Messa a punto di un progetto terapeutico integrato sulla base della diagnosi psichiatrica e del rischio di comportamenti violenti; Impostare terapia farmacologica del disturbo psichiatrico di base, privilegiando i farmaci che hanno una maggiore specificità per il controllo dei comportamenti violenti.

56 TERAPIA dell AGGRESSIVITA Valutare l efficacia del trattamento dopo il periodo di latenza terapeutica previsto per i farmaci utilizzati; in caso di inefficacia sul comportamento violento cambiare posologia o tipo di farmaco; Prevedere un trattamento farmacologico per i comportamenti violenti a lungo termine, anche dopo la remissione del disturbo psichiatrico di base; Integrare il trattamento farmacologico ad interventi non farmacologici.

57 TERAPIA dell AGGRESSIVITA Non esistono farmaci antiaggressività Riconosciuti come tali dalla Food and Drug Administration (FDA). La scelta di uno psicofarmaco deve essere basata maggiormente sulla diagnosi clinica del paziente.

58 TERAPIA dell AGGRESSIVITA Numerosi trattamenti si sono dimostrati in grado di ridurre o modulare i comportamenti aggressivi: - Neurolettici - Benzodiazepine - Sali di Litio - B-bloccanti (propanololo) - Anticonvulsivanti (carbamazepina) - SSRI - Modulatori del tono serotoninegrico centrale (trazodone, buspirone, triptofano) - Antidepressivi triciclici (clomipramina) - I-MAO - psicoterapia a lungo termine

59 Antipsicotici tipici Sono i farmaci più comunemente usati utilizzati nel tattamento del comportamento violento sotteso direttamente da sintomi psicotici come deliri del controllo del pensiero, di persecuzione e allucinazioni di comando; Circa 1/3 dei pazienti sono non responder; in questo caso vengono utilizzate delle associazioni (litio, carbamazepina) oppure vengono utilizzate dosi alte per lunghi periodi di tempo (in realtà non ci sono prove concrete che le alte dosi inducano un effettiva riduzione dell incidenza del comportamento violento).

60 Antipsicotici tipici L assunzione continuativa anche a dosi standard può indurre acinesia, acatisia esacerbazione del discontrollo, rabbia e violenza; Tenere presente la possibilità che un comportamento violento che non risponde al trattamento con neurolettici, rappresenti una particolare variante di acatisia. In questo caso è preferibile l uso delle BDZ, eventualmente in associazione con litio e valproato.

61 CLOZAPINA Antipsicotici atipici Attività serotoninergica (blocco dei recettori 5- HT) l attività dopaminergica (recettori D2 sistema limbico) Gli effetti antiaggressivi sono relativamente specifici (non dovuti a sedazione o a generici effetti antipsicotici); Riduce il comportamento aggressivo nella schizofrenia, nei disturbi schizoaffettivi e probabilmente in altri disturbi.

62 Antipsicotici atipici RISPERIDONE Ha lo stesso spettro d azione della clozapina sul SNC. Come per la clozapina il dosaggio deve essere aumentato in modo graduale; Entrambi questi farmaci non possono essere impiegati in interventi in acuto ma in pazienti con sintomi psicotici stabili che conducono alla violenza.

63 Anticonvulsivanti instabilità del SNC nel sistema limbico (equivalente epilettico) sindrome da discontrollo episodico (Monroe, 1975) La carbamazepina riduce il comportamento aggressivo in pazienti con un ampio spettro di diagnosi: bambini con disturbi della condotta, carcerati non psicotici, psicotici adulti; Dati meno consistenti per valproato.

64 Benzodiazepine attività GABAergica centrale inibizione dell aggressività. Efficaci nel controllo a breve termine degli episodi acuti di aggressività; Buona risposta in un ampio spettro di diagnosi: schizofrenia, demenza, oligofrenia, disturbi di personalità; Minore incidenza di reazioni paradosse con Oxazepam; In aggiunta agli antipsicotici negli schizofrenici con eccitamento persistente.

65 + Blocco noradrenergico Beta-bloccanti attività serotoninergica (blocco recettori 5-HT ad alte dosi) Acatisia Usati in associazione agli antipsicotici in pazienti schizofrenici riducono i sintomi, compresa l aggressività; L azione antiaggressiva potrebbe essere mediata dal miglioramento delle componenti periferiche di acatisia, tensione e ansia.

66 Attività 5-HT Antidepressivi Fluoxetina: nei disturbi di personalità, negli schizofrenici cronici, nei depressi unipolari; Trazodone: nei pazienti dementi con ritardo mentale, anche in associazione con il triptofano; Citalopram: nella schizofrenia cronica.

67 TERAPIA dell AGGRESSIVITA Il trattamento di un paziente che presenta un episodio acuto di violenza, indipendentemente dall eziologia sottostante, necessita talora di contenimento, isolamento e sedazione. L utilizzo di neurolettici e benzodiazepine è solitamente efficace nel controllo dell episodio acuto di violenza. Più complesso è il trattamento di chi presenta ripetuti episodi di aggressività accessuale.

68 TERAPIA dell AGGRESSIVITA E compito del terapeuta ricercare la terapia più corretta per il singolo paziente. Il trattamento più efficace spesso è quello che prevede l integrazione di strumenti terapeutici: - farmacologici; - psicologici; - socio-assistenziali.

69 Il confronto con il paziente violento rappresenta per l operatore psichiatrico una difficile sfida dal momento che, più di qualsiasi altra situazione, lo costringe a confrontarsi con le proprie emozioni e le proprie paure. Solo attraverso un lavoro di équipe ed una formazione costante è possibile far fronte agli episodi di violenza del paziente, senza una destabilizzazione e una rottura della relazione terapeutica.

70 MOTIVI GENERICI DELL AGGRESSIVITA Rabbia per il ricovero forzato e/o la limitazione della libertà (sopraffazione, terapia specie se iniettiva) Rabbia e collera per la limitatezza della propria vita, per l essere malato, per il senso di inferiorità e di impotenza Rabbia per la propria sconfitta con vergogna, sfida contro il destino, vendetta contro gli altri e la società

71 MOTIVI GENERICI DELL AGGRESSIVITA Risentimento per la malattia o per lo scacco vitale che essa comporta, rabbia contro tutti quelli che non stanno male come il malato Reazione all aggressività da parte di altri Rabbia (commisurata al bisogno) per la mancanza di amicizia, attenzione, compassione e amore

72 AGGRESSIVITA NEGLI SCHIZOFRENICI Delirio di persecuzione e influenzamento Interpretazione delirante dell ambiente Reazione alla presunta imposizione esterna nell agire, nel pensare, nel sentire Reazione ad allucinazioni uditive Reazione alla vicinanza fastidiosa, molesta e limitativa delle altre persone Reazione alla perdita della distanza sociale

73 AGGRESSIVITA NELLE PSICOSINDROMI ORGANICHE Risentimento per la propria limitatezza, debolezza, per la mancanza di aiuto o per la dipendenza Visione o comprensione carenti delle situazioni Errato riconoscimento dell ambiente di tipo delirante, allucinatorio, illusorio

74 AGGRESSIVITA NEI DEPRESSI Propensione alla critica eccessiva e alla provocazione, permalosità (partner) Tendenza a tiranneggiare il prossimo con la scusa di essere malato: desiderio di dominio sugli altri da cui si esige considerazione Negativismo: negazione di un desiderio prima manifestato Aggressività espressa con minacce di suicidio

75 ALTRE CAUSE DI AGGRESSIVITA Rabbia e risentimento per le limitazioni sensoriali e/o somatiche Irritazione per il dolore fisico Irritazione per i disturbi del sonno Reazione alla dipendenza, al rifiuto e alla derisione cui è esposto il malato di mente Reazione alla gelosia patologica (alcolismo) Aggressività immotivata e impulsiva (epilettici e impulsivi)

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa

Accettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Accettazione della malattia diabetica e la famiglia Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Malattia cronica Condizione patologica che dura tutta la vita Medico deviazione da una norma biologica. Oggettività

Dettagli

Dai comportamenti aggressivi al bullismo

Dai comportamenti aggressivi al bullismo Dai comportamenti aggressivi al bullismo Ricercatore e Docente di Psicopatologia Clinica Università degli Studi di Udine I LIVELLI DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO Livello 1. irritabile Livello 2. indisciplinato

Dettagli

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza mancanza di energia e di voglia di fare le cose Materiale a cura di: L. Magliano, A.

Dettagli

Il programma si compone di due ricerche internazionali sulle valutazioni legate all assistenza degli individui affetti da tali patologie.

Il programma si compone di due ricerche internazionali sulle valutazioni legate all assistenza degli individui affetti da tali patologie. Keeping Care Complete Sintesi dei risultati internazionali Keeping Care Complete ha l obiettivo di esaminare e creare consapevolezza circa le questioni emotive e sociali associate al trattamento e all

Dettagli

DISTURBI AFFETTIVI. Dr. Alessandro Bernardini

DISTURBI AFFETTIVI. Dr. Alessandro Bernardini HOME DISTURBI AFFETTIVI Dr. Alessandro Bernardini La caratteristica principale delle patologie emotive ed affettive è rappresentata dall'alterazione del tono dell'umore. La manifestazione più comune è

Dettagli

Alcol e disturbi psichiatrici

Alcol e disturbi psichiatrici Alcol e disturbi psichiatrici In tutti i sistemi che si occupano del trattamento dei problemi alcolcorrelati e complessi prima o poi iniziano le difficoltà dovute all inserimento delle famiglie con problemi

Dettagli

LE STRATEGIE DI COPING

LE STRATEGIE DI COPING Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono

Dettagli

Educazione Emotiva. Dott.ssa Antonella De Luca Psicologa Psicoterapeuta - Ipnoterapeuta PhD Psicologia e Clinica dello Sviluppo Università di Roma TRE

Educazione Emotiva. Dott.ssa Antonella De Luca Psicologa Psicoterapeuta - Ipnoterapeuta PhD Psicologia e Clinica dello Sviluppo Università di Roma TRE Educazione Emotiva Dott.ssa Antonella De Luca Psicologa Psicoterapeuta - Ipnoterapeuta PhD Psicologia e Clinica dello Sviluppo Università di Roma TRE REBT = Rational Emotive Behavior Therapy Ideata da

Dettagli

La gestione della terapia della depressione di Salvatore Di Salvo

La gestione della terapia della depressione di Salvatore Di Salvo Associazione per la Ricerca sulla Depressione C.so G. Marconi 2 10125 Torino Tel. 011-6699584 Sito: www.depressione-ansia.it La gestione della terapia della depressione di Salvatore Di Salvo Gli Antidepressivi

Dettagli

PROGETTO GIOBBE. RSA SENZA DOLORE Teatro Casa di Cura Beato Palazzolo - Bergamo 2 APRILE 2014. Dr. Francesco Locati Direttore Sociale ASL

PROGETTO GIOBBE. RSA SENZA DOLORE Teatro Casa di Cura Beato Palazzolo - Bergamo 2 APRILE 2014. Dr. Francesco Locati Direttore Sociale ASL PROGETTO GIOBBE. RSA SENZA DOLORE Teatro Casa di Cura Beato Palazzolo - Bergamo 2 APRILE 2014 Dr. Francesco Locati Direttore Sociale ASL Il dolore Il dolore è una delle principali malattie che si incontrano

Dettagli

I DISTURBI COMPORTAMENTALI

I DISTURBI COMPORTAMENTALI IC1 PESCANTINA A.S. 2013-2014 I DISTURBI COMPORTAMENTALI Ins. Francesca Bonafini Ins. Gisella Di Marco Associazione Nuovi Talenti Speciali BES: BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE MACROCATEGORIA CHE COMPRENDE MOLTE

Dettagli

RASSEGNA STAMPA CONVEGNO NAZIONALE

RASSEGNA STAMPA CONVEGNO NAZIONALE RASSEGNA STAMPA CONVEGNO NAZIONALE Ufficio stampa CB-Com Milano COMUNICATO STAMPA Convegno della Società Italiana di Psichiatria: costituto l Italian Board for Information and Study of Adult ADHD (IBISa-ADHD)

Dettagli

LA CLASSE CONTESTO DIFFICILE IL MEGLIO DI NOI LO DIAMO QUANDO INTERPRETIAMO LE SITUAZIONI DIFFICILI COME PROBLEMI CHE AMMETTONO SOLUZIONI 1 PASSO

LA CLASSE CONTESTO DIFFICILE IL MEGLIO DI NOI LO DIAMO QUANDO INTERPRETIAMO LE SITUAZIONI DIFFICILI COME PROBLEMI CHE AMMETTONO SOLUZIONI 1 PASSO LA CLASSE CONTESTO DIFFICILE IL MEGLIO DI NOI LO DIAMO QUANDO INTERPRETIAMO LE SITUAZIONI DIFFICILI COME PROBLEMI CHE AMMETTONO SOLUZIONI 1 PASSO PERCEPIRE IL PROBLEMA, AVENDO BEN CHIARA LA DIFFERENZA

Dettagli

prova, e che sembra provenire dal nostro interno, è una caratteristica fondamentale dell esperienza emotiva.

prova, e che sembra provenire dal nostro interno, è una caratteristica fondamentale dell esperienza emotiva. M. Cristina Caratozzolo caratozzolo2@unisi.it Psicologia Cognitiva A.A. 2010/2011 Dipartimento di Scienze della Comunicazione Università di Siena } Il termine ha origine dal latino emovere, cioè muovere

Dettagli

Aspetti psicologici della vulvodinia. Dott.ssa Chiara Micheletti Consulente per la psicoterapia H San Raffaele - Resnati Milano. obiettivi Quando deve intervenire lo psicoterapeuta. Cosa deve fare. Cosa

Dettagli

POLITERAPIE NEL PAZIENTE ANZIANO. Dipartimento Farmaceutico Azienda USL di Reggio Emilia

POLITERAPIE NEL PAZIENTE ANZIANO. Dipartimento Farmaceutico Azienda USL di Reggio Emilia POLITERAPIE NEL PAZIENTE ANZIANO Dipartimento Farmaceutico Azienda USL di Reggio Emilia PAZIENTI ANZIANI Maggiori utilizzatori di farmaci per la presenza di polipatologie spesso croniche Ridotte funzionalità

Dettagli

Nozioni generali. Principali forme di trattamento

Nozioni generali. Principali forme di trattamento tano essere di vitale importanza per il benessere psicofisico del paziente, pertanto vale sempre la pena impegnarsi, anche quando la sindrome non venga diagnosticata subito dopo la nascita. Principali

Dettagli

attacchi di panico, agorafobia, fobia sociale, comportamento

attacchi di panico, agorafobia, fobia sociale, comportamento L ansia, è ciò che permette all uomo di sopravvivere: parleremo in questo caso di ansia reale che viene utilizzata per segnalare un pericolo interno (proveniente dal mondo inconscio), o esterno (proveniente

Dettagli

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI

DIMENSIONI CRITERI INDICATORI Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari

Dettagli

Il 65% dei pazienti seguiti dagli psichiatri italiani soffre di schizofrenia, il 29% di disturbo bipolare e il 5% di disturbo schizoaffettivo.

Il 65% dei pazienti seguiti dagli psichiatri italiani soffre di schizofrenia, il 29% di disturbo bipolare e il 5% di disturbo schizoaffettivo. Keeping Care Complete Psychiatrist Survey Focus sull Italia Background Obiettivo dell indagine Keeping Care Complete è comprendere - in relazione alle malattie mentali gravi - quale ruolo e quale influenza

Dettagli

INTRODUZIONE. abilità specifiche, Per imparare ad affrontare le situazioni di conflitto nell attività lavorativa.

INTRODUZIONE. abilità specifiche, Per imparare ad affrontare le situazioni di conflitto nell attività lavorativa. Sessione Gestione dei Conflitti Introduzione INTRODUZIONE Il presente modulo formativo ha lo scopo di aiutare il manager a saper identificare le cause che sono alla base dei conflitti in ambito lavorativo

Dettagli

PRINCIPI DI TERAPIA COGNITIVA

PRINCIPI DI TERAPIA COGNITIVA PRINCIPI DI TERAPIA COGNITIVA Secondo la terapia cognitiva, l uomo possiede la chiave della comprensione e soluzione del suo disturbo psicologico entro il campo della sua coscienza. I problemi dell individuo

Dettagli

LE CONOSCENZE SUL TEMA HIV E LA RAPPRESENTAZIONE DEL MALATO INDAGINE SULLA POPOLAZIONE ITALIANA

LE CONOSCENZE SUL TEMA HIV E LA RAPPRESENTAZIONE DEL MALATO INDAGINE SULLA POPOLAZIONE ITALIANA LE CONOSCENZE SUL TEMA HIV E LA RAPPRESENTAZIONE DEL MALATO INDAGINE SULLA POPOLAZIONE ITALIANA GfK Eurisko Milano, 29 Settembre 2014 Premessa e obiettivi dell indagine Verificare presso la popolazione

Dettagli

RUOLO E PROBLEMATICHE DEL CAREGIVER NELLA DEMENZA

RUOLO E PROBLEMATICHE DEL CAREGIVER NELLA DEMENZA RUOLO E PROBLEMATICHE DEL CAREGIVER NELLA DEMENZA Ricordare che l 80% dei malati vive in famiglia! (indagine Censis 2006) Chi è il caregiver? (letteralmente: colui che presta assistenza) Un familiare Un

Dettagli

IL LAVORO D EQUIPE TRA LAVORO DI RETE E RETE SOCIALE

IL LAVORO D EQUIPE TRA LAVORO DI RETE E RETE SOCIALE IL LAVORO D EQUIPE TRA LAVORO DI RETE E RETE SOCIALE Persone al centro Quarrata, 21 febbraio 2009 IL LAVORO DI RETE E un processo finalizzato/tendente a legare fra loro più persone tramite connessioni

Dettagli

Il dolore nel trattamento delle lesioni cutanee

Il dolore nel trattamento delle lesioni cutanee Il dolore nel trattamento delle lesioni cutanee Pavia 18 giugno 2008 Docente Dott. Dario Paladino inf. esperto in wound care Vice-Presidente AISLeC Che cosa è il dolore? 1 Dolore Il dolore è una sgradevole

Dettagli

Vittime minori. LA VIOLENZA ASSISTITA vittime «minori» Dr.ssa Iria Barbiè, psicologa psicoterapeuta

Vittime minori. LA VIOLENZA ASSISTITA vittime «minori» Dr.ssa Iria Barbiè, psicologa psicoterapeuta Vittime minori LA VIOLENZA ASSISTITA vittime «minori» Dr.ssa Iria Barbiè, psicologa psicoterapeuta Migliaia di bambini assistono in casa a scene di violenza domestica: questa è una delle esperienze più

Dettagli

Patologie più comunemente coinvolte nel mobbing.

Patologie più comunemente coinvolte nel mobbing. Patologie più comunemente coinvolte nel mobbing. Episodio Depressivo Maggiore. Cinque o più dei seguenti sintomi sono presenti da almeno due settimane comportando un cambiamento rispetto al precedente

Dettagli

TERAPIA DI COPPIA. Rita Gagliardi. 27 aprile 2013

TERAPIA DI COPPIA. Rita Gagliardi. 27 aprile 2013 TERAPIA DI COPPIA Rita Gagliardi 27 aprile 2013 TERAPIA DI COPPIA Nella relazione terapeutica con una coppia ci si deve occupare in contemporanea sia delle rappresentazioni interne di ciascun partner della

Dettagli

I disturbi di comprensione del testo scritto

I disturbi di comprensione del testo scritto I disturbi di comprensione del testo scritto Le difficoltà nella comprensione del testo sono pervasive e difficili da identificare. L insegnante avverte una sensazione di disagio nell interazione con il

Dettagli

Questionario per indagine nazionale conoscitiva data di avvio: marzo 2015

Questionario per indagine nazionale conoscitiva data di avvio: marzo 2015 IL DOVERE E IL DIRITTO DI DARE VOCE E CURA AL DOLORE DELLA PERSONA NON IN GRADO DI RIFERIRLO Questionario per indagine nazionale conoscitiva data di avvio: marzo 2015 Il dolore è il più soggettivo tra

Dettagli

Psicopatologia dell anziano. Prof.ssa Elvira Schiavina 02 marzo 2016

Psicopatologia dell anziano. Prof.ssa Elvira Schiavina 02 marzo 2016 Psicopatologia dell anziano 02 marzo 2016 Invecchiamento e Psicopatogia Salute mentale dell anziano: nuovo campo della psicopatologia. Affinamento dei criteri di diagnosi, costruzione e validazione di

Dettagli

La Terapia Farmacologica. giovedì 26 novembre 15

La Terapia Farmacologica. giovedì 26 novembre 15 La Terapia Farmacologica Introduzione - Non esistono farmaci specifici per la cura dell autismo: non esistono cioé farmaci attivi sul disturbo dello sviluppo in sé; - L approccio farmacologico ha valenza

Dettagli

Criteri diagnostici principali. Bulimia Nervosa. Anoressia nervosa

Criteri diagnostici principali. Bulimia Nervosa. Anoressia nervosa Linee guida per curare con efficacia i disturbi dell alimentazione e del peso. Cause e conseguenze del disturbo, i soggetti a rischio, l informazione e le terapie più adeguate per la cura e la risoluzione

Dettagli

La donna tossicodipendente e la sindrome feto alcolica. Matr. 1207176

La donna tossicodipendente e la sindrome feto alcolica. Matr. 1207176 La donna tossicodipendente e la sindrome feto alcolica Relatore: Dott. Saverio Pompili Studentessa: Jessica Valeri Matr. 1207176 La donna tossicodipendente in gravidanza La gravidanza di una donna tossicodipendente

Dettagli

Il nostro Progetto La scelta? Essere indipendente!

Il nostro Progetto La scelta? Essere indipendente! Il nostro Progetto La scelta? Essere indipendente!, in un ottica di prevenzione della salute, si è proposto di offrire ai ragazzi del secondo anno un occasione di discussione e di riflessione all interno

Dettagli

GVV FORMAZIONE REGIONE PIEMONTE 2015 2016

GVV FORMAZIONE REGIONE PIEMONTE 2015 2016 GVV FORMAZIONE REGIONE PIEMONTE 2015 2016 L ASCOLTO Primo passo dell Accoglienza Padre GHERARDO ARMANI C. M. 1. La relazione di aiuto La relazione si fonda su un rapporto umano centrato sull incontro di

Dettagli

ASPETTI PSICOLOGICI NELL ASSISTENZA AL PAZIENTE CON GRANDI INSUFFICIENZE D ORGANO END STAGE

ASPETTI PSICOLOGICI NELL ASSISTENZA AL PAZIENTE CON GRANDI INSUFFICIENZE D ORGANO END STAGE GRANDI INSUFFICIENZE D ORGANO END STAGE : CURE INTENSIVE E/O CURE PALLIATIVE? Aula Magna Nuovo Arcispedale S. Anna Cona, Ferrara - Sabato 4 Ottobre 2014 ASPETTI PSICOLOGICI NELL ASSISTENZA AL PAZIENTE

Dettagli

LABORATORIO PERMANENTE di NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA NEFROLOGIA E DIALISI PERITONEALE OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA ASL2

LABORATORIO PERMANENTE di NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA NEFROLOGIA E DIALISI PERITONEALE OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA ASL2 LABORATORIO PERMANENTE di NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICA NEFROLOGIA E DIALISI PERITONEALE OSPEDALE SAN PAOLO SAVONA ASL2 La narrazione autobiografica come progetto di cura nei pazienti uremici cronici L idea

Dettagli

PROGETTO DI APPRENDIMENTO

PROGETTO DI APPRENDIMENTO PROGETTO DI APPRENDIMENTO IN AMBITO CLINICO PROBLEMA PRIORITARIO DI SALUTE SALUTE MENTALE Settembre 2006 Il percorso di apprendimento in ambito clinico relativo al problema prioritario di salute malattia

Dettagli

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile

Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente

Dettagli

INDICATORI DI ABUSO SESSUALE E MALTRATTAMENTO. Rose Galante, Centro di Terapia Relazionale 095.221178 www.psicoterapiactr.it

INDICATORI DI ABUSO SESSUALE E MALTRATTAMENTO. Rose Galante, Centro di Terapia Relazionale 095.221178 www.psicoterapiactr.it Indicatori fisici Lividi, ustioni, lacerazioni, fratture Ritardo o arresto della crescita Lesioni traumatiche dell apparato genitale ed anale Denutrizione Aspetto gravemente sofferente Abbigliamento inadeguato

Dettagli

L avversario invisibile

L avversario invisibile L avversario invisibile Riconoscere i segni della depressione www.zentiva.it www.teamsalute.it Cap.1 IL PERICOLO NELL OMBRA Quei passi alle mie spalle quelle ombre davanti a me il mio avversario la depressione

Dettagli

Aspetti della promozione della salute mentale attraverso lo sport: un bel gioco dura... tanto!

Aspetti della promozione della salute mentale attraverso lo sport: un bel gioco dura... tanto! Aspetti della promozione della salute mentale attraverso lo sport: un bel gioco dura... tanto! A Cura della Struttura Semplice Per lo sviluppo ed il monitoraggio di azioni in tema di educazione e promozione

Dettagli

PRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA

PRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA PRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA La nostra Associazione Mariposa si pone come obiettivo quello di approfondire la percezione ed il grado di conoscenza del tema della violenza assistita dai minori

Dettagli

Comunicazione. Comunicazione Verbale, non verbale e paraverbale: limiti e risorsa nella comunicazione

Comunicazione. Comunicazione Verbale, non verbale e paraverbale: limiti e risorsa nella comunicazione Comunicazione Comunicazione Verbale, non verbale e paraverbale: limiti e risorsa nella comunicazione Non si può non comunicare, afferma uno degli assiomi della comunicazione. Non esiste infatti la non

Dettagli

Università Degli Studi Di Sassari CLINICA PSICHIATRICA. Dir. Prof. GianCarlo Nivoli DISTURBO COMPULSIVO. Prof.ssa Lorettu

Università Degli Studi Di Sassari CLINICA PSICHIATRICA. Dir. Prof. GianCarlo Nivoli DISTURBO COMPULSIVO. Prof.ssa Lorettu Università Degli Studi Di Sassari CLINICA PSICHIATRICA Dir. Prof. GianCarlo Nivoli DISTURBO OSSESSIVO- COMPULSIVO Prof.ssa Lorettu DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO Caratteristica essenziale di questo disturbo

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

FIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE. Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata

FIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE. Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata FIACCHEZZA, STANCHEZZA, MALESSERE MORALE Carenza di ferro molto diffusa e spesso sottovalutata Cari pazienti! Vi sentite spesso fiacchi, stanchi, esauriti o giù di morale? Soffrite facilmente il freddo?

Dettagli

Dolore frustrazione e. legami affettivi. nel ciclo vitale

Dolore frustrazione e. legami affettivi. nel ciclo vitale Dolore frustrazione e legami affettivi nel ciclo vitale Dottoressa Tiziana Mizzoni Psicologa e Psicoterapeuta Gestazione Spazio mentale del bambino Pensare Individuale Pensare Comune Maturità della Coppia

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono

Dettagli

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE

UN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di

Dettagli

Le Droghe Alcune cose che vale la pena sapere A cura del Dipartimento Dipendenze

Le Droghe Alcune cose che vale la pena sapere A cura del Dipartimento Dipendenze Le Droghe Alcune cose che vale la pena sapere A cura del Dipartimento Dipendenze Az. ULSS 20 Verona Cosa sono? Le Sostanze Psicoattive Sono tutte quelle sostanze legali ed illegali che: 1. Agiscono sul

Dettagli

Il Contributo Delle Associazioni Dei Genitori. Alla Gestione Del Dolore Dei Bambini In Ospedale: L esperienza di ASEOP.

Il Contributo Delle Associazioni Dei Genitori. Alla Gestione Del Dolore Dei Bambini In Ospedale: L esperienza di ASEOP. Il Contributo Delle Associazioni Dei Genitori Alla Gestione Del Dolore Dei Bambini In Ospedale: L esperienza di ASEOP Erica Andreotti ASEOP ONLUS ASSOCIAZIONE SOSTEGNO EMATOLOGIA ONCOLOGIA PEDIATRICA ASEOP

Dettagli

Autostima Amica-Nemica

Autostima Amica-Nemica Autostima Amica-Nemica come influenza le nostre scelte Dott.ssa Gioia Negri Psicologa, Psicoterapeuta Dottore di Ricerca in Neuroscienze Cognitive cos è l Autostima? Definizione «psicologica» «il processo

Dettagli

La Leadership efficace

La Leadership efficace La Leadership efficace 1 La Leadership: definizione e principi 3 2 Le pre-condizioni della Leadership 3 3 Le qualità del Leader 4 3.1 Comunicazione... 4 3.1.1 Visione... 4 3.1.2 Relazione... 4 pagina 2

Dettagli

PROGETTO INTEGRATO TARTARUGA IL METODO DI VALUTAZIONE DEI BAMBINI CON DISTURBO AUTISTICO

PROGETTO INTEGRATO TARTARUGA IL METODO DI VALUTAZIONE DEI BAMBINI CON DISTURBO AUTISTICO PROGETTO INTEGRATO TARTARUGA IL METODO DI VALUTAZIONE DEI BAMBINI CON DISTURBO AUTISTICO Magda Di Renzo Federico Banchi di Castelbianco Disturbo autistico come patologia complessa che chiama in causa tutte

Dettagli

IL RUOLO DEL CAREGIVER. Manuela Rebellato Responsabile Counselling : OaD, UVA, Continuità Assistenziale CHI SONO?

IL RUOLO DEL CAREGIVER. Manuela Rebellato Responsabile Counselling : OaD, UVA, Continuità Assistenziale CHI SONO? IL RUOLO DEL CAREGIVER Manuela Rebellato Responsabile Counselling : OaD, UVA, Continuità Assistenziale CHI SONO? Per i pazienti un sostegno indispensabile Per i Medici un riferimento Per le Istituzioni

Dettagli

COPIA. Neuropatia diabetica. «Il diabete può danneggiare il sistema nervoso!»

COPIA. Neuropatia diabetica. «Il diabete può danneggiare il sistema nervoso!» Neuropatia diabetica «Il diabete può danneggiare il sistema nervoso!» www.associazionedeldiabete.ch Per donazioni: PC 80-9730-7 Associazione Svizzera per il Diabete Association Suisse du Diabète Schweizerische

Dettagli

COSA FARE SE SI È VITTIMA DI STALKING? Strategie d azione

COSA FARE SE SI È VITTIMA DI STALKING? Strategie d azione COSA FARE SE SI È VITTIMA DI STALKING? Strategie d azione Non esiste un'unica soluzione che vada bene per ogni situazione di molestie assillanti. Le strategie d azione rivelatesi efficaci nel contrastare

Dettagli

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI L ACCREDITAMENTO INTERNAZIONALE ALL ECCELLENZA Fondazione Poliambulanza ha ricevuto nel dicembre 2013 l accreditamento internazionale all eccellenza da parte di

Dettagli

Autoefficacia e apprendimento

Autoefficacia e apprendimento Autoefficacia e apprendimento Definizione di autoefficacia Convinzione della propria capacità di fornire una certa prestazione organizzando ed eseguendo le sequenze di azioni necessarie per gestire adeguatamente

Dettagli

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981

Chi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Chi sono Francesco lo Basso Molfetta (Ba) Progettista di Formazione Giudice di Gara dal 1972 Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Esperienze specifiche: Tutor Progetto Formazione Giovani Obiettivi Acquisire

Dettagli

Crampi. Denti e gengive

Crampi. Denti e gengive Crampi Il collegamento tra il sintomo e l emozione in questo caso è molto intuitivo. I crampi indicano infatti tensioni profonde, paure, mancanza di rilassamento, incapacità di lasciarsi andare. Oltre

Dettagli

Bambini e nonni insieme per una vita più bella. incontro con la Malattia di Alzheimer

Bambini e nonni insieme per una vita più bella. incontro con la Malattia di Alzheimer Bambini e nonni insieme per una vita più bella incontro con la Malattia di Alzheimer Società Cooperativa Sociale Occhio Magico BAMBINI E NONNI INSIEME PER UNA VITA PIÙ BELLA incontro con la Malattia di

Dettagli

RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE

RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE RISCHIO INQUINAMENTO & SOLUZIONI ASSICURATIVE Sala delle Colonne BPM Milano 29 aprile 2010 Francesco G. Paparella Presidente AIBA PERCHE IL BROKER Nel 2009 i broker: hanno intermediato il 46,1% dei rami

Dettagli

LA COMUNICAZIONE ASSERTIVA

LA COMUNICAZIONE ASSERTIVA LA COMUNICAZIONE ASSERTIVA Dott.ssa Alessandra Marsili Psichiatra, Psicoterapeuta Civitanova Marche L assertività è la capacità del soggetto di utilizzare in ogni contesto relazionale, modalità di comunicazione

Dettagli

LA RESPONSABILITA CIVILE E PENALE DEL SOCCORRITORE VOLONTARIO

LA RESPONSABILITA CIVILE E PENALE DEL SOCCORRITORE VOLONTARIO LA RESPONSABILITA CIVILE E PENALE DEL SOCCORRITORE VOLONTARIO ARGOMENTI DELLA LEZIONE IL RUOLO GIURIDICO DEL VOLONTARIO NEL SOCCORSO SANITARIO LE CAUSE DI NON PUNIBILITA (LO STATO DI NECESSITA E IL T.S.O.)

Dettagli

VERBALE UVMF SUL CASO

VERBALE UVMF SUL CASO AMBITO DISTRETTUALE 6.1 Comune di Sacile - Ente Gestore del Servizio Sociale dei Comuni - VERBALE UVMF SUL CASO VERBALE UVMF SUL CASO lì, Comune di. COGNOME NOME DEL MINORE/I 1. Ipotesi di lettura del

Dettagli

Presentazione di Nicola Torina Infermiere di Sala Operatoria IL Dolore e le Scale di misurazione

Presentazione di Nicola Torina Infermiere di Sala Operatoria IL Dolore e le Scale di misurazione Presentazione di Nicola Torina Infermiere di Sala Operatoria IL Dolore e le Scale di misurazione Nulla e e cosi facilmente sopportabile come il dolore degli altri Rochefoucauld Concetto di dolore L International

Dettagli

di consulenza legale in diritto di famiglia e mediazione familiare

di consulenza legale in diritto di famiglia e mediazione familiare Servizio di consulenza legale in diritto di famiglia e mediazione familiare Associazione italiana per l educazione demografica Sezione di Roma Scopo del servizio è offrire consulenza legale su tutte le

Dettagli

SIDS : SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE. Suggerimenti per gli operatori che entrano in contatto con una famiglia colpita

SIDS : SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE. Suggerimenti per gli operatori che entrano in contatto con una famiglia colpita SIDS : SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE Suggerimenti per gli operatori che entrano in contatto con una famiglia colpita Obiettivo e metodo Obiettivo: Metodo: fornire spunti di riflessione e consigli pratici affinché

Dettagli

RICERCA SULL ADOZIONE. IMPLICAZIONI PER L INTERVENTO. Jesús Palacios Università di Siviglia

RICERCA SULL ADOZIONE. IMPLICAZIONI PER L INTERVENTO. Jesús Palacios Università di Siviglia RICERCA SULL ADOZIONE. IMPLICAZIONI PER L INTERVENTO Jesús Palacios Università di Siviglia Milano, 10 giugno, 2011 Ricerca sull adozione La ricerca sull adozione é un fenomeno relativamente recente Si

Dettagli

Conferenza di consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? Torino 17 maggio 2008

Conferenza di consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? Torino 17 maggio 2008 Conferenza di consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? Torino 17 maggio 2008 1 Quali aspetti della menopausa possono essere divulgati come problemi di salute?

Dettagli

Seminario Un ponte tra Ospedale e territorio

Seminario Un ponte tra Ospedale e territorio Seminario Un ponte tra Ospedale e territorio Prof.ssa A. Peloso Tipologie e necessità degli adolescenti ultraquattordicenni in carico al Servizio di Degenza Ospedaliera Chi sono? Presentano sottodiverse

Dettagli

Effetti a breve e a lungo termine delle varie forme di maltrattamento e abuso sulla salute fisica e mentale dei bambini

Effetti a breve e a lungo termine delle varie forme di maltrattamento e abuso sulla salute fisica e mentale dei bambini Effetti a breve e a lungo termine delle varie forme di maltrattamento e abuso sulla salute fisica e mentale dei bambini Caserta, 10 Gennaio 2014 Psicologa/Psicoterapeuta Consultorio Istituto Toniolo Napoli

Dettagli

APPLICAZIONE DELLA FARMACOLOGIA ALLA PRATICA INFERMIERISTICA

APPLICAZIONE DELLA FARMACOLOGIA ALLA PRATICA INFERMIERISTICA APPLICAZIONE DELLA FARMACOLOGIA ALLA PRATICA INFERMIERISTICA Evoluzione delle responsabilità dell infermiere a proposito dei farmaci Applicazione della farmacologia alla Cura del paziente Applicazione

Dettagli

FARMACISTI, DONNE E FARMACI EQUIVALENTI

FARMACISTI, DONNE E FARMACI EQUIVALENTI FARMACISTI, DONNE E FARMACI EQUIVALENTI L atteggiamento delle donne verso il generico visto attraverso gli occhi del farmacista Sintesi dei risultati di ricerca per Conferenza Stampa Milano, 16 ottobre

Dettagli

dell organismo a richieste esterno Dott. Giuseppe Marmo Ordine degli Psicologi di Basilicata

dell organismo a richieste esterno Dott. Giuseppe Marmo Ordine degli Psicologi di Basilicata SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO Risposta generale aspecifica dell organismo a richieste provenienti dall ambiente esterno Ordine degli Psicologi di Basilicata Ad un stimolo stressogeno si risponde con:

Dettagli

LA DEPRESSIONE NEI BAMBINI E NEGLI ADOLESCENTI

LA DEPRESSIONE NEI BAMBINI E NEGLI ADOLESCENTI Che cos è la depressione? LA DEPRESSIONE NEI BAMBINI E NEGLI ADOLESCENTI La depressione è un disturbo caratterizzato da un persistente stato di tristezza che può durare mesi o addirittura anni. Può manifestarsi

Dettagli

Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare

Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare Disturbi dello Sviluppo (DS): approccio riabilitativo in età scolare Caterina D Ardia Neuropsichiatria Infantile Università Sapienza, Roma Disturbi dello Sviluppo Sono Disturbi che accompagnano la persona

Dettagli

Capitolo 5_d URGENZE MEDICHE ADULTO

Capitolo 5_d URGENZE MEDICHE ADULTO Capitolo 5_d URGENZE MEDICHE ADULTO 1 OBIETTIVI RICONOSCERE LE PRINCIPALI PATOLOGIE NEUROLOGICHE CHE PROVOCANO ALTERAZIONI DELLA COSCIENZA IDENTIFICARE I SEGNI E SINTOMI DI: SINCOPE, CONVULSIONI, MENINGITE,

Dettagli

LA RELAZIONE CON IL SOGGETTO NEL REATO DELLO STALKING

LA RELAZIONE CON IL SOGGETTO NEL REATO DELLO STALKING LA RELAZIONE CON IL SOGGETTO NEL REATO DELLO STALKING Dott.ssa Claudia Cazzaniga, Psicologa Psicoterapeuta C.A.DO.M. 25 novembre 2010 Palazzo delle Stelline, Milano IL CADOM www.cadom.it Un associazione

Dettagli

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet

Lavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet Lavorare in Rete Nulla su di Noi senza di Noi a cura di Nunzia Coppedé Cosa significa lavorare in rete Significa lavorare con diversi attori per affrontare insieme una causa comune La rete informale Le

Dettagli

Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA )

Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA ) Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA T. Mandarino (MMG ASL RMA ) La Malattia di Alzheimer La malattia di Alzheimer è la forma più frequente

Dettagli

Gli aspetti emotivi e relazionali del bambino e dell insegnante. di Catia Bufacchi Psicoterapeuta- Vice presidente la cura del Girasole Onlus

Gli aspetti emotivi e relazionali del bambino e dell insegnante. di Catia Bufacchi Psicoterapeuta- Vice presidente la cura del Girasole Onlus Gli aspetti emotivi e relazionali del bambino e dell insegnante di Catia Bufacchi Psicoterapeuta- Vice presidente la cura del Girasole Onlus PRINCIPI DELL INTERVENTO EFFICACE NEI CASI DI SOSPETTO ABUSO

Dettagli

*Il mobbing. * Dott. Paolo Cardoso * Psicologo psicoterapeuta

*Il mobbing. * Dott. Paolo Cardoso * Psicologo psicoterapeuta *Il mobbing * Dott. Paolo Cardoso * Psicologo psicoterapeuta Si tratta di un comportamento strategico che può verificarsi anche sul luogo di lavoro dove viene utilizzato per allontanare soggetti indesiderati

Dettagli

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice

Psicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------

Dettagli

Studio sui cambiamenti nella depressione, nella fragilità emotiva e nei meccanismi di difesa

Studio sui cambiamenti nella depressione, nella fragilità emotiva e nei meccanismi di difesa Studio sui cambiamenti nella depressione, nella fragilità emotiva e nei meccanismi di difesa Dal 1998 al 2005 Attivecomeprima ha realizzato, in tempi diversi, due studi per valutare con metodi quantitativi

Dettagli

EFFETTI A LUNGO TERMINE DELLO STRESS LAVORATIVO : IL BURN OUT

EFFETTI A LUNGO TERMINE DELLO STRESS LAVORATIVO : IL BURN OUT EFFETTI A LUNGO TERMINE DELLO STRESS LAVORATIVO : IL BURN OUT E BUONA NORMA NON SOTTOVALUTARE NESSUN CASO PERCHÉ: In una percentuale significativa di essi si potrebbe andare incontro a patologie ad insorgenza

Dettagli

MODULO 01. DIMENSIONI, SINTOMI ANSIA E DEPRESSIONE DEPRESSIONE SOTTOSOGLIA Donatella Alesso Alfonsino Garrone

MODULO 01. DIMENSIONI, SINTOMI ANSIA E DEPRESSIONE DEPRESSIONE SOTTOSOGLIA Donatella Alesso Alfonsino Garrone MODULO 01 DIMENSIONI, SINTOMI ANSIA E DEPRESSIONE DEPRESSIONE SOTTOSOGLIA Donatella Alesso Alfonsino Garrone STATO DEPRESSIVO: dimensione e sintomi 2 Su 10 pazienti che si presentano nello studio di un

Dettagli

UOC PSICOLOGIA. Attività psicologica per il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze (DSMD)

UOC PSICOLOGIA. Attività psicologica per il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze (DSMD) UOC PSICOLOGIA Attività psicologica per il Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze (DSMD) Dr.ssa Annalisa Antichi (Conferenza Dipartimento DSMD, 25/6/15) L intervento psicologico mira al potenziamento

Dettagli

Le Dipendenze Patologiche. Dott. Vincenzo Balestra

Le Dipendenze Patologiche. Dott. Vincenzo Balestra Le Dipendenze Patologiche Dott. Vincenzo Balestra C è dipendenza e dipendenza L essere umano, per sua natura, è dipendente Esiste, pertanto, una dipendenza che è naturale, fisiologica Quando la dipendenza

Dettagli

Indennità per menomazione dell integrità a norma LAINF Tabella 19

Indennità per menomazione dell integrità a norma LAINF Tabella 19 Indennità per menomazione dell integrità a norma LAINF Tabella 19 Menomazione dell integrità da esiti psichici di lesioni cerebrali Pubblicata dai medici dell Istituto nazionale svizzero di assicurazione

Dettagli

Tossicodipendenze: tra persona e necessità

Tossicodipendenze: tra persona e necessità Tossicodipendenze: tra persona e necessità Direttore Generale Dr. Enrico Desideri Direttore Amministrativo Dr. Moraldo Neri Direttore Sanitario Dr.ssa Branka Vujovic Direttore servizi sociali Dr.ssa Patrizia

Dettagli

Gruppo medici legali e psichiatri forensi della provincia di Trento eventi formativi 2013 Elementi fisiologici e patologici del lutto: stima clinica

Gruppo medici legali e psichiatri forensi della provincia di Trento eventi formativi 2013 Elementi fisiologici e patologici del lutto: stima clinica Gruppo medici legali e psichiatri forensi della provincia di Trento eventi formativi 2013 Elementi fisiologici e patologici del lutto: stima clinica e medico/legale Si riferisce ad una serie di comportamenti

Dettagli

L USO DELLA PNL IN AZIENDA: COME, QUANDO E PERCHE

L USO DELLA PNL IN AZIENDA: COME, QUANDO E PERCHE L USO DELLA PNL IN AZIENDA: COME, QUANDO E PERCHE LA SCIENZA Se si cerca programmazione neurolinguistica O PNL si hanno questi risultati ( tantissimi ) Definire la PNL, Programmazione Neuro Linguistica

Dettagli

COME AIUTARE I NOSTRI FIGLI A CRESCERE BENE?

COME AIUTARE I NOSTRI FIGLI A CRESCERE BENE? COME AIUTARE I NOSTRI FIGLI A CRESCERE BENE? Ogni genitore desidera essere un buon educatore dei propri figli, realizzare il loro bene, ma non è sempre in armonia con le dinamiche affettive, i bisogni,

Dettagli

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA

Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA Proposta di intervento rieducativo con donne operate al seno attraverso il sistema BIODANZA Tornare a «danzare la vita» dopo un intervento al seno Micaela Bianco I passaggi Coinvolgimento medici e fisioterapiste

Dettagli