Educazione inclusiva novembre 2014
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1 IIS MARZOLI Palazzolo S/o Educazione inclusiva novembre 2014 Centro Clinico Cavour -Tarcisio Sartori
2 Ultime sentenze dei TAR Il Tar del Lazio con le sentenze n del 2 luglio 2014 e n del 1 settembre 2014 ha annullato la bocciatura di due studenti. Il Tar Lombardia, al contrario, con l ordinanza n del 29 agosto 2014 ha respinto il ricorso di una famiglia sostenendo che sufficiente la predisposizione di un piano di gruppo.
3 Normativa recente 19 maggio 2014 ORDINANZA MINISTERIALE N. 37 -circolare esami di stato - Conferma il PEI con programma differenziato e con valutazione relativa al PEI e non ai programmi ministeriali. Di fatto conferma il PEI semplificato con riferimento agli obiettivi ministeriali, obiettivi minimi. Conferma l utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative per i DSA. Introduce per la prima volta nelle circolari sulla valutazione l attenzione alle situazioni di BES consentendo tutti gli strumenti compensativi dei DSA, senza misure dispensative.
4 Prima conclusione Con lacircolaren.37delmaggio2014sugliesamisichiude definitivamente la fase di ambiguità sui compiti della scuola nei confronti degli studenti in situazione temporanea o permanente di difficoltà. Tutti gli studenti in situazione di bisogno educativo speciale devono avere le stesse opportunità di inclusione e di riuscita a seconda delle proprie potenzialità e caratteristiche.
5 Il lungo percorso normativo per completare il processo di inclusione alcuni passaggi significativi Legge 104/92 Legge 517/97 Legge 53/2003 D.P.R.n.122del2009 Legge n. 170 dell 8 ottobre 2010 Direttiva MIUR del 27 dicembre 2012 CircolareMIURn.8del6marzo2013
6 Il lungo percorso culturale il Mulino 1991
7 Riconoscimento normativo DSA Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010 LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico. La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA promulga la seguente legge: Art. 1 Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia
8 Perché la normativa BES? Perché l educazione e l apprendimento devono essere opportunità per tutti. Perché negli anni di attenzione ai DSA, in particolare modo dopo la legge 170/10, si è creata nelle classi una situazione paradossale con studenti maggiormente inclusi/ tutelati, se certificati DSA, e studenti meno tutelati se non certificati, anche in situazione di compromissione maggiore. Perché tra PEI e PDP restava un area di rischio rilevante per gli studenti con Funzionamento Intellettivo al Limite. Perché sono consistenti le difficoltà per gli alunni non italiani e le difficoltà socio-economiche.
9 La via italiana all inclusione scolastica VALORI, PROBLEMI, PROSPETTIVE Seminario nazionale ROMA -Giovedì 6 dicembre 2012 ore 9:00 18:00
10 Un contesto in evoluzione La discriminante tradizionale-alunni con disabilità / alunni senza disabilità -non rispecchia pienamente la complessa realtàdelle nostre classi. Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Tale impostazione rafforza il paradigma inclusivodella nostra scuola e richiede di contestualizzare il modellodell integrazione scolastica all interno di uno scenario cambiato, potenziando soprattutto la cultura dell inclusione
11 Inclusione scolastica Con il Seminario di Roma del 6 dicembre 2012 e con la successiva Direttiva MIUR del 27 dicembre 2012 la normativa per le disabilità, per i disturbi specifici e per le difficoltà viene integrata. Tutti gli alunni in situazione di difficoltà vengono inclusi nella categoria complessiva dei BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI -BES -(diritti specifici?) nell ottica di una scuola inclusiva per tutti a seconda dei bisogni di ciascuno.
12 Bisogni Educativi Speciali L area BES include tutte le disabilità e difficoltà Disabilità fisiche ed intellettive L. 104/92 Disturbi dell apprendimento L. 170/10 Disturbi dell attenzione e del comportamento Difficoltà e disturbi emotivi Disagio sociale Alunni non italiani
13 Bisogni Educativi Speciali Disabilità L. 104 Funzionam Intellettivo Limite Disturbi Specifici DSA ADHD Disturbi della regolazione Svantaggio Sociale Economico Linguistico Culturale Disarmonie Disturbi Evolutivi
14 Non si può chiedere alla scuola di eliminare tutte le difficoltà -non è possibile e non è il compito specifico della scuola - ma di non crearle o di non aggravarle riconoscendo deficit e disagi in modo attento e accurato.
15 Compiti della nuova scuola Riconoscere tutte le difficoltà ed essere inclusiva per tutti. Predisporre un Piano Annuale di Inclusione, per programmare le azioni essenziali all aumento dei livelli di inclusività. Predisporre un Piano Didattico Personalizzato per una realistica inclusione degli studenti in situazioni di difficoltà.
16 IL P.A.I. Deve far crescere la consapevolezza complessiva sulla capacità di inclusione e promozione delle persone. Deve delineare le aree realistiche di inclusività Portare all unitarietà dell approccio educativo. Deve garantire la continuità dell azione educativa Deve portare al confronto sulle scelte didattiche e sulla loro efficacia Deve individuare le modalità di personalizzazione Deve rendere trasparente il rapporto con studenti e famiglie
17 La scuola inclusiva Deve saper considerare le diversità degli stili di apprendimento e considerarle una ricchezza. Deve saper sostenere con strumenti adeguati la riuscita scolastica di tutti. Deve far crescere la capacità di lavoro in gruppo tra gli studenti e tra i docenti. Deve confrontarsi con genitori e professionisti per accrescere le conoscenze sugli studenti e sulle loro dinamiche di apprendimento e di relazione.
18 Il Piano Didattico Personalizzato Personalizzare vuol dire variare la proposta didattica per i diversi stili cognitivi e i diversi modi di apprendere. Personalizzare rende più complesso ma anche più creativo il processo di insegnamento. Variare la didattica è indispensabile per tutti e non solo perglistudenticonbesmapertutti. Variare la didattica è indispensabile avendo chiaro che va salvaguardata la qualità dell apprendimento come capacità di imparare ad apprendere per vivere nel contesto attuale.
19 Il Piano Didattico Personalizzato Con la Didattica Personalizzata si rompe l idea di una didattica unica e univoca nelle mani del docente e si introduce una complessità di modalità finalizzate a raggiungere gli stessi obiettivi attraverso forme diverse. Con la didattica personalizzata il docente diviene, più di prima, esperto di didattica e di psicologia dell apprendimento.
20 Psicologia e apprendimento Una didattica troppo sbilanciata sulle parole, sull ascolto e sullo studio, può penalizzare gli studenti con: Difficoltà linguistiche Difficoltà attentive Dislessia (fonologica) Stile cognitivo visivo Stile cognitivo procedurale
21 Psicologia e apprendimento Una didattica che sollecita in modo rilevante abilità di orientamento visuo spaziale, può penalizzare gli studenti: Dislessici(visuospaziali) Disgrafici Disturbi visuospaziali non DSA
22 Psicologia e apprendimento Una didattica orientata a gestire in contemporanea qualità e quantità, può penalizzare gli studenti: Dislessici(lenti) Disortografici Disgrafici Lenti non DSA
23 Psicologia e apprendimento Una didattica eccessivamente teorica e astratta può penalizzare Gli stili procedurali Intelligenze operative Difficoltà di attenzione
24 Psicologia e apprendimento Una didattica eccessivamente centrata sui contenuti, può penalizzare lo sviluppo semantico e lo sviluppo di abilità metacognitive.
25 Psicologia e apprendimento Un clima troppo poco competitivo non accende la motivazione, non valorizza, fa sentire perdenti e sfiduciati. Un clima troppo competitivo esaspera l ansia da prestazione.
26 Psicologia e apprendimento Docenti poco gratificati e gratificanti non sostengono la motivazione degli studenti e abbassano l autostima. Unclimanervosoesasperaledifficoltàdiattenzioneela sensibilità emotiva. Il lavoro esclusivamente individuale in classe risulta pocomotivanteepocoalpassoconlerichiestedilavoro in gruppo e abilità cooperative.
27 PDP primo livello Classe di efficienza inclusiva Vedi esercitazione
28 PDP primo livello Consapevolezza della classe e dei docenti Quali sono le principali modalità di insegnamento in questa classe? Quali studenti possono risultare valorizzati/ penalizzati? Come può essere riorganizzata la didattica affinché tutto il consiglio di classe possa essere più inclusivo? Cosa serve al Consiglio di classe per realizzare un educazione inclusiva? Come non trasformare il deficit cognitivo in disagio. Quali sono le principali attenzioni, a prescindere dai PDP?
29 PDP secondo livello Strumenti Strumenti compensativi 1 Fiducia e impegno Serenità e sicurezza dei docenti Fiducia e metacognizione Attenzione e studio Supporto domiciliare e impegno
30 PDP secondo livello Strumenti Strumenti compensativi 2 Tempo Importante per un numero elevato di studenti Importante per alcune prove e fondamentale nello studio Dà senso alle interrogazioni programmate Obbliga ad eliminare i lavori inutili Obbliga all utilizzo di tutto quanto già esiste Introduce la possibilità di registrazioni.
31 PDP secondo livello Strumenti compensativi 3 Tavole e formulari Importanti per un numero elevato di studenti Importante per alcune prove Fondamentale nello studio Fondamentale negli esami
32 PDP secondo livello Strumenti compensativi 4 tecnologie compensative Video didattica e ricerca per video Didattica per schemi e ricerca per immagini Sintesi vocale e lettura assistita Calcolatrici Vocabolari digitali Audiolibri Applicazioni
33 PDP secondo livello Misure dispensative 1 Letturaadaltavoce(secreaimbarazzo) Scrittura di appunti(se eccessivi) Esercitazioni su materiali complessi dal punto di vista sintattico-grammaticale Apprendimento mnemonico Vocabolario cartaceo Corsivo Lingue straniere in forma scritta
34 Educazione inclusiva e qualità L attenzione inclusiva arricchisce i docenti e tutta l istituzione scolastica, rende più aperti alla complessità, più flessibili e più efficaci. L educazione inclusiva migliora tutto il processo dell apprendimento scolastico. L educazione inclusiva può essere misurata attraverso indicatori cognitivi, emotivi e interpersonali.
35 Possibili indicatori di qualità Complessità e articolazione delle classi Complessità e articolazione delle proposte scolastiche Confronto sulle strategie didattiche intra e inter Consiglio di Classe Prove invalsi Apprendimentoeriuscitanelcorsodei5anni Qualità percepita dagli studenti, famiglie e territorio Credibilità e aspirazione in termini di iscrizioni scolastiche
36 Funzionamento cognitivo e DSA L inclusione passa da una conoscenza attenta della difficoltà e del funzionamento cognitivo ed emotivo.
37 Definizione DSA I disturbi, o disabilità, diversi da difficoltà, sono: specifici circoscritti si manifestano essenzialmente nel processo di apprendimento (Cornoldi, 1991)
38 Diagnosi DSA I Disturbi dell Apprendimento vengono diagnosticati quando lettura, scrittura o calcolo, risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all età, all istruzione e al livello di intelligenza. Quando interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, di calcolo, o di scrittura. Vengono certificati gli studenti con prestazioni al di sotto del 5 percentile nelle prove di correttezza o oltre le due deviazioni nelle prove di rapidità.
39 Diagnosi DSA Le diagnosi di Dislessia, Disortografiae Disgrafia possono essere poste dalla fine della classe II^ della scuola primaria La diagnosi di Discalculia dalla fine della classe III^ Le diagnosi tardive derivano principalmente da due situazioni spesso opposte: Mancato riconoscimento e mancata accettazione da parte dei genitori Ottima compensazione strumentale da parte dello studente e manifestazione tardiva delle difficoltà.
40 Dislessia Evolutiva Difficoltà sproporzionata nell apprendimento della lettura che non si può spiegare con un ritardo mentale, un deficit sensoriale, una ambiente sociale o familiare svantaggiato. (Dehaene, 2007) Difficoltà riconducibili ad una enorme lentezza, ad una marcata inaccuratezza o ad entrambe le difficoltà. Non tutti i cattivi lettori sono dislessici. (Dehaene, 2007)
41 DisortografiaEvolutiva Difficoltà marcata nella conversione fonema grafema e nella scrittura corretta di parole e testi Ecco un esempio di scrittura in un alunna di 2^ media. Dettato di brano Viaggio sul Nilo. L alunna presenta un disturbo marcato di lettura e scrittura.
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44 Disgrafia Evolutiva Grave difficoltà nella realizzazione grafica e quindi nella produzione di una scrittura corretta, leggibile e accurata. Ritardo nello sviluppo posturale e motorio Difficoltà nell elaborazione cognitiva non verbale Lentezza nella scrittura Difficoltà neuromotoria, spesso abbinata a difficoltà relazionali e interpersonali su disfunzione dell emisfero destro. (Ruggerini 2008)
45 DiscalculiaEvolutiva Difficoltà abnorme nell apprendimento degli automatismi del calcolo e della elaborazione dei numeri. In particolare nella numerazione bidirezionale, nella transcodifica, nel calcolo mentale, nell immagazzinamento dei fatti aritmetici, nel calcolo scritto ( Linee guida DSA Chiarenza )
46 DSA negli adulti Difficoltà nella fluenza verbale Difficoltà nelle prove di denominazione rapida Difficoltà nell apprendimento verbale Difficoltà nella lettura di non parole Difficoltà nella comprensione inferenziale del testo Difficoltà nella comprensione di frasi sintatticamente complesse Difficoltà nella memoria di lavoro Difficoltà nella scrittura/ più lenti, testi più brevi/ parole più brevi Difficoltà nel conteggio Difficoltà nelle studio analitico più che globale
47 Funzionamento cognitivo ai limiti ICD 10 F. 83 Disturbo evolutivo misto Q.I Si tratta di studenti con difficoltà di ragionamento e di astrazione Riescono ad apprendere i meccanismi e gli elementi basilari delle discipline Esclusa la dimensione sociale che può essere brillante, sono generalmente omogenei in tutte le attività di apprendimento Necessitano di piani ridotti e semplificati Necessitano di tempi più lunghi Nella vita raggiungono un buon adattamento
48 Disturbo del pensiero autismo af F 84. DISTURBI EVOLUTIVI GLOBALI Rigidità emotiva e comportamentale Difficoltà significative di interazione Apprendimento per schemi rigidi e ripetitivi Eccellenti in memoria, poco flessibili, poco in grado di generalizzare, in ansia nei cambiamenti e nelle novità Necessitano di un accoglienza globale, tutto il sistema scuola si deve far carico delle specifiche necessità di questi ragazzi. Il problema di apprendimento può essere minimo.
49 Disturbi delle Funzioni Esecutive alcune FE Vigilanza, allerta, reattività Attenzione selettiva (visiva-uditiva) Attenzione sostenuta Attenzione divisa Resistenza alla distrazione e inibizione Flessibilità cognitiva Pianificazione Memoria di lavoro
50 Disturbi dell umore F. 30 Disturbi maniacali F. 31 Disturbo bipolare F. 32 Disturbi depressivi F. 34 Disturbi persistenti dell umore
51 Disturbi d ansia (F40-F48) F 40.0 Disturbi ansioso-fobici F 40. Fobia scolare F 41.0 Disturbo da attacchi di panico F 41.1 Disturbo d'ansia generalizzata F42. Disturbo ossessivo compulsivo
52 Disturbi dell attenzione ICD 10 F. 90 Gravi difficoltà nel controllo/governo dell attenzione Gravi difficoltà di controllo del comportamento e della relazione Si percepiscono le abilità ma anche le difficoltà attentivee/o comportamentali Non elaborano un numero elevato/adeguato all età di informazioni, perdono la complessità, scivolano continuamente su elaborazioni minime e banali Necessitano di un contesto molto contenitivo ma tendono a rifiutare ogni forma di controllo Necessitano di potenziamento attentivoguidato Necessitano di strategie cognitive e metacognitive
53 Disturbi comportamentali F 91.1 disturbo del comportamento sociale con ridotta socializzazione F91.3 Disturbo del comportamento sociale oppositivo e provocatorio F91.8 Altri disturbi della condotta
54 Difficoltà linguistiche e sociali Si tratta di difficoltà non certificate e non certificabili Riconosciute dal Consiglio di Classe che può (deve) attivare un Piano Didattico Personalizzato specifico per gli studenti che si trovano in tale situazione affinché, nonostante le difficoltà possono vedere non compromesso il diritto allo studio.
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