INSIDIE DI COLORE Oggi non è un attrezzo

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1 TECNOLOGIA E RIPRESA Alle nostre foto chiediamo sempre un ottima fedeltà di colore. Se non l otteniamo, succede che critichiamo il risultato fotografico finale. Spesso diamo la colpa all attrezzatura. Ma in molti casi sbagliamo bersaglio. Sappiamo che questa una situazione si ripete in modo abbastanza frequente ed accade sia quando si opera su pellicola sia quando si scatta con un sensore digitale. Cerchiamo allora l origine del problema. Molte volte uno slittamento cromatico è generato dallo stesso ambiente di ripresa. Altre volte da una errata regolazione dell attrezzatura. Il primo passo consiste nel capire quali possano essere gli elementi pericolosi, al momento dello scatto. Il secondo è di esaminare specifiche soluzioni tecniche, relative alle strumentazioni. Se vengono bene impostate, queste tarature possono modificare di Maurizio Capobussi significativamente, e qualche volta letteralmente salvare, le nostre immagini. In più, occorre dire che nella correzione dei difetti le funzioni digitali offrono nuove opportunità, preziose. Un classico: la temperatura di colore. Ogni fotografia è fatta di luce. E si sa bene che la luce è costituita da quantità e da qualità. Per valutare la quantità ci si affida all esperienza oppure, è molto meglio, ad un buon esposimetro. Per valutare la qualità ci si può servire di uno strumento di misura INSIDIE DI COLORE Si scatta, si stampa una foto. apposito, il termocolorimetro. Oggi non è un attrezzo Poi si scopre che presenta una molto diffuso. È abbastanza costoso, anche per via dominante cromatica. Perché? della sua intrinseca com- La colpa è dell attrezzatura, del fotografo o dell ambiente? plessità. Semplificando, possiamo dire che è costituito da un paio di esposimetri accoppiati, davanti ai quali sono stati posti rispettivamente un filtro rosso ed un filtro blu. Ne deriva che lo strumento, per comparazione delle letture, riesce ad indicare di quanto la luce è squilibrata. Cioè se la scena tende verso toni caldi oppure verso toni freddi. Permette di stabilire quali siano gli adatti filtri correttivi. È però necessario che il fotografo, a questo punto, possa disporre di un parco filtri sufficientemente ampio. Come è facile immaginare, il termocolorimetro può essere molto utile in studio e con schemi di illuminazione variati e complessi. È stato usato prevalentemente dai professionisti, soprattutto nel mondo della fotografia analogica. 72 MARZO 2008 FOTOGRAFIA REFLEX

2 A sinistra, sopra al titolo, un classico; l architettura della Sainte Chapelle a Parigi, in una ripresa a mano libera ed a luce ambiente (ottica Leica Summilux-M 35mm f/1.4). L illuminazione artificiale ha accentuato i toni caldi, che non sono stati corretti proprio per mantenere l effetto degli ori delle decorazioni dipinte. L avvento della ripresa digitale ha trasformato radicalmente questa situazione. E sotto molti profili ha mandato in pensione il termocolorimetro. Per un semplice motivo: l elettronica all interno delle macchine è in grado di misurare la qualità della luce abbastanza semplicemente e, in più, la taratura cromatica dei sensori può essere modificata senza problemi con adatti software. Una conferma: sulle fotocamere reflex è comparsa, appunto, la funzione di bilanciamento del bianco. Normalmente è basata su alcune impostazioni fisse che corrispondono a condizioni di ripresa ricorrenti: situazione di luce diurna, oppure di luce artificiale in casa (tungsteno), oppure di ambiente con dominante azzurra (ombra scoperta), oppure rischiarato da luce fluorescente (che provoca una dominante verdastra) o luce flash. Il fotografo sceglie tra diverse piccole icone, presenti sulla fotocamera digitale, che corrispondono a correzioni per prefissate sorgenti di luce. In più, può servirsi di una condizione di taratura automatica (AWB: Automatic White Balance) che compensa da sola un po tutti gli slittamenti cromatici, anche relativi a colori intermedi. È presente su tutte le reflex e su tutte le compatte digitali ed è una soluzione polivalente. Vogliamo però sottolineare alcuni aspetti di importanza pratica. È vero che è utile ed è efficace ricorrere ad impostazioni precostituite, ma il ragionamento deve essere allargato. Considerando infatti che le variazioni della qualità della luce sulla scena sono normalmente variazioni continue, si deve anche ricordare che il colore di una fotografia può essere influenzato da altri svariati parametri, non facili da codificare. Ne deriva che il risultato finale è condizionato da elementi molto diversi tra loro e l esperienza del fotografo può rimanere determinante per riconoscerli. Passiamo in rassegna alcuni casi. È luce diurna? Se si fotografa all aperto, le condizioni di variabilità sono numerose. È piuttosto facile dire adopero una pellicola per luce diurna, oppure ho impostato il bilanciamento luce diurna sulla macchina digitale. È però più difficile chiarire quale sia, per davvero, la luce diurna di cui si parla. La qualità della luce dipende infatti da svariati parametri. Ad esempio dall ora del giorno in cui si scatta. Poi dalla stagione nella quale si sta operando. Da eventuali perturbazioni atmosferiche. Dalla percentuale di Una forte dominante riflessa, sul tennista Marcelo Rios, al Roland Garros di Parigi. È una situazione limite, indotta dal campo in terra battuta. Ho scattato con Canon EOS 1V, ottica EF 300mm f/2.8 stabilizzata, pellicola Fujichrome Velvia 50. A lato un particolare del tennista, ingrandito. È evidenziata la fastidiosa dominante rossa. In questo genere di riprese, l intervento digitale è determinante. Al momento della scansione della diapositiva è stato facile imporre al programma di fotoritocco di assumere come bianco di riferimento quello dei calzoncini da tennis (in basso). La correzione di tutti i colori è stata automatica. FOTOGRAFIA REFLEX MARZO

3 Uno scatto in digitale, perfettamente equilibrato. La dominante calda del tramonto caratterizza gli abeti. Però il colore del cielo e il bianco della luna rimangono naturali. L ombra che copre la chiesetta permette al bianco dei muri di rimanere tale. Osserviamo: la scelta dell ora in cui scattare è sempre decisiva. nubi bianche nel cielo. Secondo Kodak, la taratura delle pellicole per luce diurna, che si vuole sia fissata su 5500 Kelvin, non è riferita ad una bella giornata di sole con cielo azzurro e senza nubi. È invece riferita ad una condizione di cielo azzurro con generosa presenza di nuvole bianche, ampiamente distribuite (20-30% della superficie). In breve: non è detto che tutte le luci diurne siano uguali. Se ci si sposta nel mondo della fotografia digitale può allora succedere un fatto curioso: puntando sulla medesima scena all aperto, ecco che una fotocamera impostata su AWB può fornire un risultato leggermente diverso da quello ottenibile regolandola su Luce diurna. È una condizione da tenere presente e, anche grazie al fatto che il visualizzatore permette di controllare la foto già in fase di ripresa, a volte può anche essere opportuno eseguire due scatti, con entrambe le tarature, per riservarsi la scelta definitiva in un secondo momento. Conta l altitudine. Tra i parametri che contano, può avere notevole peso anche la quota sul livello del mare. Lo sanno bene molti alpinisti. Quando scatta ad alta quota, ad esempio verso i tremila metri, il fotografo nota spesso uno scurimento dell azzurro del cielo. È spiegabile in vari modi. In primo luogo con l abbondanza di raggi ultravioletti. Questi scuriscono l azzurro fino ad un blu intenso (su alcune pellicole fotografiche in modo più marcato che su altre). Inoltre l ultravioletto influenza gli esposimetri e li induce, a volte, a sottoesporre. In terzo luogo, si può dire che il fenomeno può apparire più evidente con obiettivi grandangolari. C è dell altro: va tenuto conto che esiste anche una polarizzazione naturale del cielo. Questo effetto è particolarmente marcato lungo una fascia, sostanzialmente un meridiano, posta a 90 rispetto all asse fotocamera-sole. Ne deriva una conseguenza notevole: se si usa un filtro polarizzatore su di un forte grandangolare, ecco che accade di potere scurire, in un modo che è spesso troppo accentuato, una striscia di cielo al centro della volta celeste. Uno scatto invernale a cima Mulaz, nelle dolomitiche Pale di S. Martino. La neve in primo piano è in ombra ed è resa blu della luce riflessa dal cielo azzurro. La saturazione del blu è accentuata dalla leggera sottoesposizione dovuta al fatto che la neve è in ombra (esposizione misurata con lettura spot sul cielo). Il tono accentua l impressione di freddo. I colori riflessi. Sia la pellicola sia il sensore digitale possono essere influenzati da dominanti riflesse. È importante che il fotografo sappia riconoscerle. La prima raccomandazione è dunque semplice: non si devono sottovalutare le dominanti d ambiente. La dominante motivo. Facciamo un passo indietro: quando i laboratori di stampa a colori non disponevano di strumentazioni perfezionate come quelle di oggi, i fotoamatori incappavano spesso in un difetto fastidioso. Era battezzato dominante motivo. Si verificava quando il fotografo scattava ad un soggetto che comprendeva un colore intenso ed uniforme su tutta l inquadratura. Alcuni casi tipici: un ritratto a mezzo busto di un soggetto con vistosa camicia rossa; oppure un personaggio lontano, di piccole dimensioni, in mezzo ad un prato verde. E così via. In questi casi le attrezzature di stampa, percepita l abbondanza di colore, la scambiavano per un difetto. Dunque la contro-filtravano in modo esagerato. Il rosso della camicia veniva attenuato ed il viso risultava verdastro. Oppure il verde del prato veniva par- 74 MARZO 2008 FOTOGRAFIA REFLEX

4 zialmente compensato e la persona risultava innaturalmente rossiccia. I fotografi più esperti richiamavano l attenzione degli stampatori, su questo problema, e raccomandavano appunto di moderare le contro-filtrature. Con il passare del tempo questo inconveniente ha perso attualità ed attualmente viene automaticamente evitato dai laboratori fotografici modernamente attrezzati. Il rischio di qualche dominante d ambiente esiste tuttavia ancora. E può verificarsi anche nell era del digitale. Esaminiamo allora qualche altro caso e indichiamo qualche possibile rimedio. Il muro rosso. Scattare un ritratto ad una persona che sia posta accanto ad un muro di mattoni è un tipico caso di ripresa che può portare ad una marcata dominante rossiccia. L effetto naturalmente si verifica soltanto se il soggetto è molto vicino alla superficie riflettente. Non esiste solo il rischio muro. In qualche caso l inconveniente può anche essere maggiore, come succede quando si fotografa su di un campo da tennis in terra battuta. Il consiglio è di stare sempre attenti, sia operando il luce riflessa, con una fotocamera digitale, sia nella fotografia su pellicola. I possibili rimedi sono svariati. Se si sta eseguendo un ritratto a distanza sufficientemente ravvicinata si può attuare una semplice correzione disponendo un pannello riflettente bianco proprio di fronte al viso. È un pannello di schiarita che deve riflettere la luce del cielo (assolutamente non del muro!). Se invece si scatta in digitale, si può ricorrere ad una funzione speciale di correzione colore, quella che va sotto il nome di bilanciamento del bianco personalizzato. In questo caso si colloca un foglio bianco al posto del soggetto e, su di esso, si misura il bilanciamento colore. La dominante rossastra verrà così compensata. Il verde e la siepe. D estate, scattare un ritratto ad un soggetto accanto ad una siepe può fare sorgere un problema cromaticamente opposto a quello già visto. Il riflesso verde della vegetazione si nota subito in fotografia, specie se il soggetto indossa una camicetta bianca. In più, toni verdastri possono creare una impressione di malattia anche sul viso acqua e sapone di una sanissima modella. Per contrastare il problema si può usare il solito pannello riflettente bianco ma vale la pena anche ricordare che, spesso, per un consistente miglioramento basta semplicemente allontanare leggermente il soggetto dalla siepe. Se si scatta in digitale, si può anche in questo caso eseguire un bilanciamento del bianco personalizzato. Ritratto al tramonto. Un inconveniente classico generato da una dominante cromatica è quello che si può verificare quando si esegue un ritratto al tramonto, magari in spiaggia. È vero che i toni caldi sono sempre gradevoli ma è anche vero che un loro Pale di S. Martino, scatto invernale su diapositiva, poi digitalizzata. Con un facile intervento di fotoritocco è stato alleggerito il peso della dominante azzurra sulla neve (con Adobe Photoshop si attiva Immagine>Regolazioni>Tonalità/Saturazione, poi si sceglie il colore Blu e lo si abbassa agendo sull apposito cursore di Saturazione). Il risultato fotografico finale è molto naturale. Non c è dubbio però che in una foto più azzurra, l impressione di freddo (nella realtà -20 C in ombra) è certamente maggiore. In strada in Francia, ad Aix-en-Provence. La classica dominante azzurra è data dalla luce riflessa dal cielo azzurro. Può essere corretta con un filtro skylight o anche con il più marcato filtro caldo Wratten 81B se si scatta in analogico. Oppure, in digitale, con il bilanciamento del bianco impostato su Ombra scoperta o anche, con effetto più energico, su Nuvoloso. eccesso, per di più combinato con l abbronzatura, può trasformare una modella in un pellerossa. L ideale, in questi casi, è anticipare di mezz ora il momento della ripresa. La spiegazione è semplice: la combinazione di una illuminazione rossa e di una bassa intensità luminosa è decisamente sfavorevole e accentua anche l impressione di sottoesposizione. In questi casi è utile ricordare che una valida possibilità di correzione si ha aggiungendo sul primo piano un leggero colpo di flash, usato come luce di rischiaramento. È meglio, tra l altro, se l intensità del flash viene leggermente ridotta e cioè se la compensazione non è completa. A questo scopo alcune fotocamere dispongono di un comando di staratura intenzionale del lampo (ad es. -1 o -1/2 stop per l emissione flash). Se non si dispone di questa riduzione, si può ricorrere alla vecchia scuola e fare qualche calcolo. Ad esempio, se l esposimetro indica di scattare ad 1/60 sec f/4 con 200 ISO, per una foto a luce ambiente, si può fare come segue. Si divide il numero guida del flash, ad es. pari a 30 (a 200 ISO), per il diaframma 4. Si ottiene il valore di circa 7.5m che indica a quale distanza collocare il flash, per la ripresa, allo scopo di ottenere una compensazione esatta dell esposizione sul primo piano. Poiché però nel nostro caso desideriamo che il rischiaramento abbia un effetto minore, ecco che possiamo variare la situazione percorrendo due diverse strade. La prima: allonta- FOTOGRAFIA REFLEX MARZO

5 Un classico esempio di dominante originata da luci fluorescenti. Ho scattato a luce ambiente, su diapositiva, nell aeroporto di Tokyo-Narita. Lo slittamento verso tonalità verdastre è molto marcato. La dispositiva è stata digitalizzata e aperta sul video del computer. Poi sono state attivate due funzioni. La prima, Immagine>Regolazioni>Colore automatico, ha corretto la dominante indesiderata. La seconda, Immagine>Regolazioni>Luci/Ombre, ha permesso di impostare il valore 25 sul cursore delle Ombre, che sono risultate alleggerite (sotto). Sopra a destra, il risultato finale, con neutralizzazione della dominante di colore e alleggerimento delle ombre scure. niamo ulteriormente il flash, magari anche mantenendo l inquadratura voluta grazie ad una più lunga focale sulla fotocamera. La seconda: passiamo ad una diversa coppia-equivalente di tempo-diaframma, ad esempio ad 1/30 sec f/5.6. In questo secondo caso il tempo di esposizione più lungo, dell otturatore, non creerà problemi con il lampo, la cui durata sarà comunque invariata in caso di impostazione flash per uno scatto in manuale, ma il valore di diaframma sarà più chiuso di un valore e ciò sottoesporrà, proprio come desiderato, il contributo del flash sulla scena. Filtri per il cielo. La dominante cromatica generata dalla riflessione del colore del cielo azzurro è definita, dai fotografi, anche come la maledizione dell ombra scoperta. Intorno ad essa sono fiorite svariate soluzioni correttive. La tradizione dice che, soprattutto se si scatta su pellicola, la si può almeno in parte neutralizzare adoperando un filtro skylight (colore rosa salmone). È tuttavia un intervento piuttosto tenue. Se non appare sufficiente si può ricorrere a correzioni più pronunciate, a filtri colore ambra più intensi, come ad esempio i Wratten 81A, 81B, 81C, detti filtri caldi. La versione 81B riteniamo che sia quella preferibile, di uso più universale. Se invece si scatta in digitale, l impiego di filtri di compensazione colore è normalmente meno raccomandabile ed è meglio ottenere una efficace correzione impostando il bilanciamento del bianco sulle funzioni Ombra o magari anche su Nuvoloso. Sono regolazioni di bilanciamento colore che aggiungono una filtratura elettronica leggermente calda, a componente prevalentemente gialla. Nel primo caso è leggera e nel secondo è piuttosto marcata. Pavimento azzurro. L esempio dell eccesso di tono rosso dovuto ad un muro di mattoni trova un equivalente, di colore diametralmente opposto, quando si scatta in una palestra. È una situazione abbastanza ricorrente nella fotografia sportiva indoor: il rivestimento azzurro intenso, del pavimento di molti campi di gara, può facilmente spostare i colori su tonalità eccessivamente fredde. Ricorrere a filtri ottici di correzione colore può essere sconsigliabile perché, in molti palazzetti dello sport, l illuminazione artificiale è intensa ed è abbastanza puntiforme, dunque può indurre più facilmente riflessi indesiderati. La fotografia digitale in questi casi è avvantaggiata: si può rinunciare all uso di filtri ma adottare la soluzione di un bilanciamento del bianco personalizzato, eseguito come al solito su di un foglio bianco prima che la partita abbia inizio. Pomeriggio inoltrato. Alla domanda su quale sia l ora migliore per scattare, la risposta tradizionale è sempre alle prime ore del mattino ed a quelle del pomeriggio inoltrato. Certamente, si sa che ogni fotografia ha una propria ora giusta per essere ripresa. È quella in cui la luce ha una temperatura di colore particolare. Quando il sole è più basso sull orizzonte la luce ha un colore più caldo, dunque più gradevole. Inoltre è radente e ciò accentua l impressione di nitidezza. In questi casi si può operare con la macchina digitale impostata sulla regolazione Auto White Balance. Però, attenzione, è spesso più vantaggioso impostare la regolazione Nuvoloso. Questa equivale ad aggiungere un leggero filtro di colore ambra, a scaldare ancora di più la fotografia (anche se in realtà il cielo non è per nulla nuvoloso). Colori più vivaci. La personalizzazione dei risultati è da sempre una componente essenziale nel lavoro dei fotografi. Intorno a questo tema le stesse case produttrici hanno cercato di venire incontro ai desideri degli utenti. Il primo punto ha riguardato la personalizzazione delle emulsioni. Molti fotografi cercano di saturare al massimo i colori delle loro diapositive. E a questo scopo preferiscono pellicole ad alto contrasto ed alta saturazione di colore. La fama delle Fujichrome Velvia o dell Ektachrome VS100 è, in notevole misura, legata a questa capacità di vivacizzazione. Guardando alle pellicole per diapositive rivolte ai fotoamatori, si sa che oggi la Kodak Professional Elite Chrome Extra Color 100 offre colori molto più saturi della versione Professional Elite Chrome 100. Quest ultima è quindi più indicata per il ritratto mentre la prima è preferita per fotografia di paesaggio e natura. Secondo punto: la sottoesposizione controllata. Rimanendo nel mondo della fotografia analogica segnaliamo un accorgimento classico. Si ricorre spesso al metodo di effettuare una leggera sottoesposizione, ad esempio pari a 1/2 stop. Ha lo scopo di caricare ulteriormente i colori. È un sistema ampiamente usato dai fotografi paesaggisti, per le diapositive. È invece inutile con le pellicole negative colore, perché in esse le eventuali variazioni di esposizione in ripresa vengono normalmente compensate al momento della stampa. Nel mondo digitale si è constatato che non ha molto senso intervenire in questo modo 76 MARZO 2008 FOTOGRAFIA REFLEX

6 Una condizione di ripresa estrema, impeccabilmente resa dal sensore da 24x36mm di una Canon EOS 5D dotata di zoom EF mm. La neve, in ombra, risulta azzurra come appariva nella realtà, senza essere esageratamente blu. Il sole in controluce è perfettamente naturale (l obiettivo tiene bene i riflessi). È lo scatto che preferiamo. Intervenendo sull originale, con una azione di ritocco basata su Photoshop, attivando Immagine>Regolazioni>Tonalità/Saturazione e poi riducendo la Saturazione del colore Blu e del Ciano, si restituisce il bianco alla neve. La fotografia appare perfetta ma, confermiamo, lo scatto più fedele continua ad essere quello iniziale, con leggera dominante azzurra. sull esposizione, per cercare una maggiore saturazione. Si è cercata allora una diversa strada, la variante dell accentuazione digitale. In pratica, visto che agire sull esposizione significa scurire una scena ma non toccare i colori, si è preferito ricorrere a comandi di personalizzazione. Qualche fotocamera, non soltanto reflex ma anche compatta digitale, a questo proposito incorpora espressamente una funzione Vivid, che può sostituire quella Normal. È una taratura che punta ad aumentare la saturazione della scena. Apriamo una parentesi: non pochi fotografi acquistano una reflex digitale ma dopo i primi scatti si lamentano, dicendo di ottenere immagini troppo morbide. Le vorrebbero più brillanti e più secche. La loro protesta incappata però in un errore di fondo. La morbidezza dei file è un risultato spesso intenzionalmente voluto dagli stessi fabbricanti che dicono che l aumento di contrasto, la generale accentuazione della vivacità della foto, sono infatti ottenibili abbastanza facilmente con successivi interventi di fotoritocco (mentre effettuare il contrario è molto più difficile). Ne deriva una conseguenza: se si vogliono immagini con più mordente, già in ripresa, occorre cambiare le tarature direttamente in macchina. Nelle reflex digitali si può facilmente agire sull effetto di Nitidezza (Sharpening) e sull incremento di Contrasto. Il risultato è molto valido e può essere di grande effetto su scene che già mostrano colori intensi e che sono favorite dall assenza di ombre marcate. Un caso tipico: i risultati migliori si hanno se si scatta in esterni con cielo coperto, senza ombre radenti. Colori di notte. Gli scatti notturni hanno sempre entusiasmato i fotografi, sia eseguiti su pellicola sia su digitale. Anche qui, si faccia attenzione. Operando su pellicola: se si scattano diapositive ad un paesaggio urbano notturno e si usa una emulsione Daylight, appunto bilanciata per luce diurna, la luce dei lampioni stradali viene di solito registrata con una dominante marcatamente verdastra. L effetto è interessante, a fini creativi, ma non corrisponde ad una riproduzione fedele. L avvento della fotografia digitale ha sanato questa situazione. La ripresa con sensori digitali patisce molto meno l inconveniente. Se infatti si lascia la fotocamera impostata sul bilanciamento per Luce diurna oppure se la si mantiene su Auto White Balance, di solito non si registrano particolari slittamenti cromatici. A meno che, attenzione, l inquadratura non comprenda superfici anomale. Una può essere ad esempio rappresentata da un ampio muro bianco rischiarato da un lampione stradale antinebbia, con lampada a scarica a forte componente cromatica gialla. Questo riesce infatti ad indurre la fotocamera ad applicare una compensazione automatica per una dominante inconsueta, una compensazione che risulta certamente eccessiva. Tra i consigli dettati dall esperienza di qualche fotografo c è anche quello che suggerisce di non ricorrere, nei notturni, ad una impostazione su Luce artificiale, oppure Tungsteno. Se la si attiva succede a volte che si imponga al sensore una correzione elettronica eccessiva, facendo slittare l immagine verso toni troppo azzurri. l FOTOGRAFIA REFLEX MARZO

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