Contatto cooperativo e strategie di acculturazione: uno studio in una azienda
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- Alessia Di Gregorio
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1 Tesi di Laurea Specialistica in Psicologia Sociale, del Lavoro e della Comunicazione Contatto cooperativo e strategie di acculturazione: uno studio in una azienda Indice Emanuela Damiano Introduzione I. L ipotesi del contatto e sue estensioni 1. L ipotesi del contatto 2. Il modello della decategorizzazione 2.1 Evidenze empiriche 3. Il modello dell identità dell ingroup comune 3.1 Evidenze empiriche 3.2 L identità duplice 4. Il modello del contatto intergruppi 4.1 Evidenze empiriche 5. Il modello di Pettigrew 6. Conclusioni II. Strategie di acculturazione 1. Il modello di acculturazione interattiva 2. Verifiche del modello III. La ricerca 1. Gli obiettivi 2. Il metodo 2.1 I partecipanti 2.2 Lo strumento 2.3 La procedura
2 3. I risultati 3.1 Punteggi medi e fedeltà delle misure 3.2 La struttura fattoriale di alcune scale 3.3 Verifica dei modelli del contatto La verifica dei modelli - estensione dell ipotesi del contatto 3.4 Gli effetti del contatto sulle strategie di acculturazione 3.5 Effetti di mediazione nel contatto intergruppi 3.6 Le determinanti delle strategie di acculturazione Discussione Bibliografia Appendice
3 Abstract Introduzione Guardandosi attorno è facile rendersi conto di come la società italiana stia divenendo sempre più eterogenea e come tale cambiamento comporti l affrontare nuove realtà. Queste comprendono i diversi campi di cui la vita è composta: questa ricerca si occupa di quello lavorativo, studiando i rapporti tra italiani e stranieri. L obiettivo era individuare le condizioni che avrebbero reso più armoniosi i rapporti tra gruppi e, in particolare, migliorato le relazioni tra lavoratori italiani e stranieri. In psicologia sociale inizialmente si è pensato che il modo più semplice, per migliorare i rapporti fra gruppi in conflitto, fosse quello di metterli in contatto: ciò avrebbe favorito l instaurarsi di relazioni positive. Gordon Allport, con il libro La natura del pregiudizio (1954), ha non solo fornito un analisi innovativa delle origini del pregiudizio, ma anche una serie di importanti condizioni per eliminarlo: queste sono divenute note come l ipotesi del contatto. I fattori più citati nel corso degli anni che favoriscono questo cambiamento sono: le relazioni di status (i due gruppi devono avere lo stesso status durante la situazione di contatto), il contatto intimo (poiché consente di conoscere un membro dell altro gruppo in maniera profonda, disconfermando gli stereotipi e riducendo il pregiudizio), il sostegno di un istituzione (riconosciuto da tutti i gruppi), la cooperazione (per il raggiungimento di un obiettivo condiviso). Inoltre, si è posta l attenzione anche sui fattori di personalità e sulla disconferma dello stereotipo. Un problema rilevante per l ipotesi del contatto (Allport, 1954) è quello della generalizzazione: non sono chiari i processi psicologici che portano a generalizzare gli atteggiamenti positivi, maturati in seguito al contatto, dall outgroup prossimale (i membri dell altro gruppo con cui si interagisce) a quello distale (con cui non vi è una relazione diretta). In questa tesi sono stati verificati i principali modelli volti a risolvere il problema della generalizzazione
4 Il primo dei modelli del contatto è quello della decategorizzazione o personalizzazione di Brewer e Miller (1984), secondo il quale, favorire una conoscenza interpersonale, fra membri di gruppi diversi, porta a relazioni più positive. Il secondo modello è quello dell identità dell ingroup comune (Gaertner & Dovidio, 2000; Gaertner, Dovidio, Anastasio, Bachman, & Rust, 1993). Secondo gli autori, è fondamentale creare un identità sovraordinata che permetta di percepirsi membri di uno stesso gruppo, superando la distinzione fra ingroup e outgroup. Infine, la teoria del contatto intergruppi (Brown & Hewstone, 2005; Hewstone & Brown, 1986) propone di mantenere la salienza categoriale durante l interazione con membri dell outgroup, affinché possa avere luogo la generalizzazione degli atteggiamenti positivi all outgroup distale. Il modello di acculturazione interattiva (Interactive Acculturation Model, IAM, Bourhis et al., 1997), prevede l utilizzo di sei strategie di acculturazione adottate dalla comunità ospitante, nei confronti degli immigrati. Tali strategie sono: assimilazione (gli immigrati devono adattarsi alla cultura ospitante, abbandonando la propria); integrazione duplice (gli immigrati sono liberi di mantenere alcuni tratti della propria cultura, integrandoli, allo stesso tempo, in quella maggioritaria); integrazione con trasformazione (i membri della comunità ospitante sono disposti a modificare alcuni tratti della propria cultura, al fine di favorire l integrazione degli immigrati); segregazione (le diverse culture non devono venire in contatto fra loro); esclusione (gli immigrati non sono accettati dai membri della comunità ospitante, i quali ne auspicano il ritorno nei propri Paesi d origine); individualismo (ciò che conta sono le caratteristiche personali di ogni individuo, a prescindere dall appartenenza culturale). In questa tesi sono state studiate le strategie adottate dai lavoratori italiani nei confronti degli immigrati. I contesti a cui si riferiscono sono quelli del lavoro. Obiettivi Lo scopo della tesi era di verificare i modelli del contatto, utilizzando come variabili dipendenti le strategie di acculturazione; a nostra conoscenza, si tratta del
5 primo tentativo in letteratura. Tali modelli sono stati verificati anche considerando, come variabili criterio, il valore dell outgroup distale, le emozioni nei suoi confronti, e l atteggiamento misurato in modo indiretto. È stato verificato anche il modello di acculturazione interattiva. Procedura La ricerca è stata condotta nel territorio provinciale bolognese coinvolgendo una grande cooperativa, che si occupa di igiene e manutenzione di beni immobili, e diverse piccole aziende artigiane, contattate attraverso CNA, con dipendenti sia italiani sia stranieri. I partecipanti erano dipendenti italiani che avevano un contatto lavorativo quotidiano con colleghi stranieri. Si è costruito un questionario che, ai partecipanti, veniva presentato come strumento di verifica di teorie sugli atteggiamenti e sui rapporti tra i gruppi. Si chiedeva di rispondere in modo autonomo: veniva inoltre garantito l anonimato. I partecipanti sono stati 153, conosciamo il sesso di 135 (54 maschi e 81 femmine), di età compresa tra 17 e i 60 anni, con una media di 42,55 anni. Risultati Il questionario conteneva scale per verificare i suddetti modelli del contatto, considerando sia la valutazione che i lavoratoti italiani avevano dei colleghi stranieri e dei connazionali di questi ultimi, sia le emozioni di distensione e di empatia provate nei loro confronti. Relativamente alle condizioni del contatto, esse risultano tutte soddisfatte; infatti, tutti i dipendenti italiani hanno contatto con gli immigrati e si tratta di un contatto amichevole e cooperativo. Circa lo status, i dipendenti percepiscono una lievissima superiorità del proprio gruppo, ma il punteggio è strettamente vicino a quello della non differenza; si ritiene, inoltre, che l azienda favorisca l integrazione tra i gruppi. Il contesto riproduce, quindi, una condizione di contatto ottimale. I risultati relativi ai modelli del contatto indicano che volendo migliorare i rapporti tra i gruppi, in questo tipo di popolazione, conviene, durante le interazioni,
6 rendere rilevanti sia le rispettive appartenenze di gruppo infatti percepire se stessi e gli altri come membri tipici del proprio gruppo riduce le emozioni di ansia nei confronti degli immigrati sia l appartenenza ad un gruppo comune percepirsi come dipendenti dell azienda aumenta le emozioni di empatia nei confronti degli immigrati e ne accentua il valore. Conviene, quindi, favorire un identità duplice. Per le strategie di acculturazione sono stati utilizzati item con cui i rispondenti dovevano esprimere il loro grado di accordo. Si è trovato che solo quando nel contatto sono mantenute salienti le rispettive appartenenze, quindi il lavoratore italiano percepisce se stesso e il collega straniero come membri tipici dei propri gruppi, vengono prodotti effetti positivi, ovvero viene favorita la strategia di integrazione duplice che rende concordi nell affermare che quando un lavoro è disponibile, i datori di lavoro dovrebbero assumere tanto un immigrato quanto un italiano, qualunque siano le loro pratiche culturali (esempio di item). Conclusioni É interessante notare come questi risultati ci mostrino quanto sia importante mantenere la propria distintività e allo stesso tempo sentirsi parte di uno stesso gruppo. Lo scopo di questa ricerca era, infatti, quello di individuare il modo migliore per favorire atteggiamenti positivi nei confronti di gruppi di immigrazione. Si tratta del primo tentativo fatto in Italia considerando, come soggetti, lavoratori impiegati in aziende.
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