COMUNE DI GIOVE (TR)

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2 1 COMUNE DI GIOVE (TR) Indagini geognostiche Le indagini sono state condotte in ottemperanza ai disposti del D.M. LL.PP , riguardante le "Norme tecniche per indagini su terreni e rocce...omissis", della Circolare del Ministero LL.PP. n del , e in particolare della Deliberazione della Giunta regionale dell Umbria , n. 226 contenente i Criteri per l esecuzione degli studi di microzonazione sismica a supporto della redazione degli strumenti urbanistici. Per quanto attiene le caratteristiche morfologiche, idrauliche, geologiche ed idrogeologiche del lotto, si rimanda a quanto in precedenza descritto. Le indagini hanno avuto luogo nel mese di novembre c.a. e sono state così articolate: - esecuzione di una campagna geognostica mediante esecuzione di n. 1 sondaggio a carotaggio continuo, - test penetrometrico dinamico, per la definizione della serie litotecnica e la valutazione generale dei parametri geomeccanici dei terreni di sedime.

3 2 L areale in oggetto è costituito da un appezzamento a morfologia pianeggiante, posto alla periferia Est dell abitato, contraddistinto in Catasto, N.C.T. Comune di Giove, foglio n. 4 - p.lla 378. Il lotto di terreno non è interessato da nessun elemento geomorfologico di rilievo. Ha forma grossomodo rettangolare ed è identificato da limiti con terreni che mostrano la stessa configurazione topografica. Le uniche forme morfologiche di rilievo sono delle scarpate di diversi metri di altezza poste a Nord dell'area, che comunque si trovano a distanza tale da non influenzare la geodinamica del sito. L appezzamento di terreno appare stabile e non si evidenziano situazioni di dissesto né a piccola né a grande scala. Lo scorrimento superficiale delle acque meteoriche appare basso in ragione della superficie pianeggiante del terreno; quest ultimo evidenzia una discreta permeabilità in quanto, anche dopo abbondanti piogge, non si nota la presenza di ristagni. La litologia superficiale mette in evidenza la presenza di un manto regolitico, costituito da suolo di colore marrone sostanzialmente a medio impasto. La natura dei depositi al sedime del suddetto è di origine vulcanica; gli stessi provengono dal disfacimento dei tufi piroclastici. Gli unici affioramenti che possono essere direttamente osservati sono lungo le scarpate che bordano il lato Nord a circa 30 metri dal sito, di cui si è già detto, che mettono anche in evidenza la presenza di terreno caotico e affioramenti di travertino in blocchi massivi.

4 3 Procedendo sul lato Est a distanze decisamente superiori, si osserva la presenza di molto travertino, presente in banchi litoidi superficiali di discreto spessore, intercalati da facies travertinose meno compatte, ad aspetto terroso e detritico, fino alla presenza di grandi blocchi massivi. Per quanto riguarda la stratigrafia si rimanda allo schema del sondaggio che è stato ricostruito con l ausilio delle fotografie scattate alle cassette catalogatrici. Ciò al fine di dare anche un immediata comprensione visiva di ciò che si descrive. La sequenza stratigrafica mette in evidenza terreni di caratteristiche del tutto soddisfacenti dal punto di vista geomeccanico sia per quanto riguarda la stabilità d'insieme dell'area, sia per la portanza e la deformabilità dei terreni di sedime. I primi 2 metri mostrano la presenza di terreni di media consistenza, caratterizzati anche dalla presenza di una certa percentuale di terreno coesivo. Successivamente inizia l intercettazione di facies di travertino litoide di considerevole spessore, intervallate da facies travertinose più o meno compatte o facies terrigene provenienti da alterazioni di depositi vulcanici. Data la continua presenza di travertino litoide non è stato possibile prelevare campioni di terreno per caratterizzazioni geotecniche di laboratorio. Comunque la stratigrafia del carotaggio fornisce ampie garanzie di stabilità del sito.

5 4 Durante la perforazione si è tentata anche l esecuzione di prove SPT e successivamente di prove penetrometriche dinamiche continue SCPT, che comunque hanno determinato il rifiuto all avanzamento prodotto dalla facies litoide. Il sondaggio meccanico a rotazione, con modalità a carotaggio continuo, è stato eseguito con sonda cingolata semovente, CMV M420K, con sistema ad aste e carotiere avente diametro φ = 101 mm. Il carotaggio (cfr. documentazione fotografica) ha evidenziato un primo livello di terreno formato da prodotti di alterazione di formazioni tufacee, di circa 2 metri di spessore, di cui il primo metro è caratterizzato da una più spiccata abbondanza di componente fine, mentre il secondo metro inizia a mostrare la presenza di noduli formati da frammenti di travertino sfarinati; questi tendono ad aumentare in numero ed in grandezza. Da 2 a circa 7 metri di profondità si nota la sequenza praticamente ininterrotta di facies di travertino a consistenza da litoide a semisciolta. Tra i 7 e gli 8 metri di profondità è stata riconosciuta la presenza di una facies tufacea, in parte sciolta, cui segue fino a circa 9 metri una facies di travertino litoide. Segue tra i 9 ed i 10,50 metri una facies abbastanza sciolta di terreno tufaceo e frammenti di travertino che continua fino a circa 13 metri con la presenza di frammenti di travertino più grandi e più frequenti nella matrice a componente sabbiosa di natura tufacea. Segue fino a 16,50 metri travertino litoide. Le risultanze del sondaggio a carotaggio continuo sono illustrate nella colonna stratigrafica schematica.

6 5 Per la campagna penetrometrica, eseguita con modalità dinamica, si è fatto ricorso ad un penetrometro carrellabile superpesante (DPSH20). Il penetrometro pesante Pagani TG ISM.C, consente l'infissione di aste di acciaio di diametro ø = 3,60 cm, lunghezza 100 cm e peso 6.31 Kg cadauna; il maglio di battuta, del peso di 63,50 Kg, prevede un'altezza di caduta fissa di 75 cm; al termine dell'ultima asta è montata una punta conica Begemann, avente area A = 20,43 cmq ed angolo di apertura ß = 90. Tale penetrometro sviluppa un energia specifica / colpo Q = 11,66 kg/cmq (per riferimento, una prova SPT sviluppa una QSPT = 7.83 kg/cmq); il coefficiente teorico di energia βt=q / QSPT=1.489 (in teoria quindi NSPT=βt x N). Sui tabulati allegati si riportano il numero dei colpi N per ogni 20 cm di avanzamento della batteria di aste, sia in veste analitica che grafica, ed i valori delle resistenze dinamiche di rottura alla punta con la profondità in Kg/cmq, calcolate ricorrendo alla formula olandese ricordata sul prospetto riepilogativo iniziale. Il rifiuto strumentale quasi immediato fa ipotizzare la presenza di facies travertinose da compatte a litoidi. In generale si tratta di terreni senza attitudine a subire processi di fluidificazione in quanto terreni nel complesso permeabili e in assenza di falda, mentre gli orizzonti terrigeni mostrano comportamento coesivo. La presenza di orizzonti di spessore considerevole di travertino contribuisce alla stabilità geomorfologica del sito, anche se andrebbe condotto un approfondimento tramite indagine sismica, al fine di valutare eventuali fenomeni di interferenza tra i vari orizzonti travertinosi che impongono velocità maggiori alle onde rispetto le intercalazioni terrigene.

7 6 Data la morfologia tabulare non si evidenziano situazioni di amplificazione delle onde sismiche dovute a cause di forma e di contatto tra depositi di riempimento e bedrock. Per quello che concerne l eventuale realizzazione di edifici su detta area, in relazione a quanto sopra indicato, è necessario comunque eseguire verifiche di microzonazione sismica strettamente inerenti all'area in questione. Per il resto la successione stratigrafica e geomeccanica del terreno, riconosciuta tramite prova penetrometrica e tramite il sondaggio, mette in evidenza parametri geomeccanici di tutto rispetto. Viterbo, lì 3 dicembre 2004 In Fede

8 7 Bibliografia Amodio et alii (1987) Evoluzione geologico strutturale del bacino vulcano tettonico di Bolsena (complesso vulcanico vulsino)". CNR boll. GNV, 21-36, Roma. Buonasorte et alii (1987) Tectonic struttures and geometric setting of the Vulsini Volcanic Complex. Per. Mineral., 56, Castellarin et alii (1978). "Fase distensiva e sovrascorrimenti lungo la linea Ancona Anzio dal Lias al Pliocene". Geol. Rom. 17 Mortari & Tozzi (1998) Geotechnical assessment of overburdens applied to the timing of building of central Apennines (Italy)". Geologica Balcanica, Sofia, August. 1998, p Parotto & Praturlon (1975) "Geological summary of the central apennines. Structural model of Italy". Quaderni de <<La ricerca scientifica>> 90, Patacca & Scandone (1989) "Post Tortonian mountain building in the Apennines the role of the passive sinking of a relic lithospheric slab". Atti del convegno <<The lithosphere in Italy>> Maggio 1987 Roma, Acc. Naz. dei Lincei, Roma. Ricci Lucchi F. (1975) "Miocene paleogeography and basin analysis in the periadriatic Apennines". Geology of Italy vol II , P.E.S.L., Tripoli. Salvini & Vittori (1982) Analisi strutturale della linea Olevano Antrodoco-Posta (Ancona-Anzio auct): metodologia di studio delle deformazioni fragile e presentazione del tratto meridionale Soc. Geol. It., XXIV Sgrosso I. (1986) "Alcune considerazioni sulla Linea Ancona _ Anzio". Mem. Soc. Geol. It.

9 8 Sgrosso I. (1986) "Criteri ed elementi per una ricostruzione paleogeografica delle zone esterne dell Appennino centro-meridionale". Mem. Soc. Geol. It.

10 COMUNE DI GIOVE (TR) (Magazzini del Comune) UBICAZIONE Sondaggio a carotaggio continuo Prova penetrometrica LEGENDA Sondaggio a rotazione Prova penetrometrica

11 Foto n. 1: cassetta catalogatrice delle carote estratte da 0 a -5 metri dal p.c. Ft. 1 Foto n. 2: cassetta catalogatrice delle carote estratte da -5 a -10 metri dal p.c. Ft. 2

12 Foto n. 3: cassetta catalogatrice delle carote estratte da -10 a -15 metri dal p.c. Ft. 3 Foto n. 4: cassetta catalogatrice delle carote estratte da -15 a -16 metri dal p.c. Ft. 4

13 Ft. 5 Foto n. 5: Aspetto dell intero carotaggio. Ft. 6 Foto n. 6: Prova penetrometrica.

14 ,20-3,90: Travertino litoide ad aspetto cariato e spugnoso. 9,00-9,30:facies tufacea argillificata a media consistenza, plastica. 9,30-9,70: frammento di travertino in matrice tufacea argillificata a bassa consistenza. Circa 2 metri di prodotti di alterazione di formazioni tufacee. Colore d insieme da marrone a marrone chiaro; la componente principale è formata da materiale argilloso a comportamento plastico di consistenza da bassa a media. Scarsa o assente è la componente sabbiosa. A circa 1 metro di profondità iniziano ad intravvedersi piccoli noduli di natura calcarea sfarinati. 6,50-7,20: probabile vuoto o materiale fine sciolto asportato dall acqua di perforazione. 9,70-10,50: matrice tufacea argillificata a bassa consistenza con frammenti di travertino in percentuale variabile. La consistenza nel complesso è bassa. 12,80-14,30 Travertino litoide. 15,00-16,50: Travertino litoide ,90-4,20: Travertino in frammenti sciolti, presenza di fine ad aspetto di fango (generato dall acqua di perforazione) Aumenta, con l approfondimento, la presenza di frammenti di travertino in granuli della grandezza di una sabbia grossolana fino a frammenti. La matrice è la stessa di quella già descritta. 4,20-4,80: livelli di travertino alternati a piccoli livelli a consistenza sciolta. 7,20-7,80: facies tufacea argillificata con sabbietta e piccoli frammenti di travertino. 10,50-12,80: Travertino in frammenti per lo più grossolani in matrice sabbiosa-argillosa di natura tufacea. 2 2,00-2,20: frammenti di travertino preponderanti nella matrice tufacea argillosa. 5 4,80-5,00: piccolo livello di tufo argillificato, a bassa consistenza e di colore marrone. 5,00-5,80: Numerosi frammenti di travertino in matrice tufacea argillificata. 8 7,80-9,00 : Travertino litoide con qualche sottile livello terroso nella parte più superficiale ,20-2,80: Travertino 14,30-15,00: travertino litoide Travertino in frammenti per lo più grossolani in matrice fine ad aspetto terroso. 3 2,80-3,20: Facies travertinosa a bassa consistenza costituita da piccoli frammenti di aspetto sabbioso in matrice fine costituita per lo più da fango calcareo. 6 5,80-6,50: Travertino

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