Corte di Cassazione - copia non ufficiale

Transcript

1 Civile Sent. Sez. 3 Num Anno 2012 Presidente: PETTI GIOVANNI BATTISTA Relatore: D'AMICO PAOLO Data pubblicazione: 09/10/2012 SENTENZA sul ricorso proposto da: PIROZZI ANGELA PRZNGL77H57E839L, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA COSTANTINO 87/A, presso lo studio dell'avvocato DOMENICO MAGLIONE, rappresentata e difesa dall'avvocato VOLPICELLI CARLO, giusta delega in atti; contro - ricorrente - CICCARELLI ANTONIO, GENERALI ASSICURAZIONI S.P.A., CICCARELLI PAOLO; - intimati -

2 avverso la sentenza n. 31/2006 del TRIBUNALE di SANTA MARIA CAPUA VETERE - SEDE DISTACCATA di AVERSA, depositata il 02/02/2006, R.G.N. n. 988/C/04; udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 11/07/2012 dal Consigliere Dott. PAOLO D'AMICO; udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. LIBERTINO ALBERTO RUSSO che ha concluso per il rigetto del ricorso.,-/ 2

3 Svolgimento del processo Angela Pirozzi convenne in giudizio, dinanzi al Giudice di Pace di Trentola Ducenta, Antonio Ciccarelli, Paolo Ciccarelli e la Assicurazioni Generali s.p.a. chiedendo il risarcimento dei danni alla persona subiti a seguito di un incidente stradale verificatosi il 14 ottobre 1996 e causato dalla Fiat Uno condotta da Paolo Ciccarelli, di proprietà di Antonio Ciccarelli. Si costituiva in giudizio solo la Assicurazioni Generali chiedendo il rigetto della domanda attrice sia nell'an che nel quantum. Il Giudice di Pace, in parziale accoglimento della domanda attrice, condannava la società convenuta al pagamento della somma di 8.821,02 oltre accessori. Avverso tale sentenza ha proposto appello parte attrice sostenendo: che non risulta motivata la notevole riduzione del quantum richiesto a titolo di risarcimento del danno; che il giudice non ha correttamente esercitato il potere equitativo; che non ha calcolato le spese mediche sostenute, gli interessi e la rivalutazione monetaria. Per tali ragioni ha chiesto l'integrale accoglimento delle domande formulate in primo grado in ordine alla quantificazione del danno. La società convenuta ha eccepito l'infondatezza dell'appello in quanto l'accertamento e la valutazione 3

4 equitativa ed all'attualità del danno era da considerare congruo. Il Tribunale, rilevando la congruità delle somme liquidate dal giudice di Pace, rigettava l'appello e compensava le spese del grado. Propone ricorso per cassazione Angela Pirozzi con due motivi. Gli intimati non hanno svolto attività difensiva. Motivi della decisione Con il primo motivo Angela Pirozzi denuncia «Violazione e falsa applicazione di norme di diritto violazione dell'art c.c e 1223 c.c. in relazione all'art. 360 c.p.c. co. 1 n. 3 e 5. Violazione dell'art. 111 cost. e 132 cpc, in relazione all'art. 360 c.p.c. cc. l n. 3 e 5 - vizio di motivazione - insufficiente esame di un punto decisivo della controversia.» Tale motivo viene suddiviso in due censure. Con la prima si lamenta «Omessa liquidazione da parte del giudice di pace delle spese mediche sostenute dall'appellante che si possono dividere in documentate e non documentate.» Con la seconda censura si lamenta «Omessa liquidazione degli interessi e della rivalutazione monetaria.» Secondo parte ricorrente la sentenza del giudice d'appello non ha rilevato il vizio di motivazione della 4

5 sentenza censurata del giudice di pace, nella parte in cui non ha tenuto conto sia della liquidazione definitiva del danno, sia dell'intervenuta svalutazione monetaria e sia del ritardato pagamento, in violazione dei principi stabiliti da questa Corte con la sentenza n. 1712/1995. La prima censura è infondata. In tema di risarcimento del danno, il giudice, dinanzi a lesioni personali di devastante entità, che abbiano costretto il leso ed i suoi familiari a numerosi e ripetuti ricoveri, purché questi ultimi siano documentati, può liquidare il pregiudizio consistito nelle erogazioni per viaggi di cura e spese mediche anche in assenza della prova dei relativi esborsi, ai sensi dell'art c.c. (Cass., 19 gennaio 2010, n. 712). Nel caso in esame le lesioni personali non erano di grave entità e il ricorrente non ha prodotto alcuna prova documentale sui dedotti esborsi anticipati per cui non ha diritto al relativo rimborso. Anche la seconda censura è infondata. La rivalutazione monetaria e gli interessi sono dovuti, infatti, nel caso in cui il giudice di primo grado non provveda a liquidare il danno in moneta attuale. Nel caso in esame invece la complessiva somma del risarcimento (C 8.221,02) è stata calcolata all'attualità ed è comprensiva di ogni voce, alla stregua dei princilpi stabiliti 5

6 dalla sentenza di questa Corte n. 1712/1995; su tale somma matureranno poi i soli interessi legali dalla data della sentenza stessa al soddisfo. Secondo le sezioni unite di questa Corte qualora la liquidazione del danno da fatto illecito extracontrattuale sia effettuata "per equivalente", con riferimento, cioè, al valore del bene perduto dal danneggiato all'epoca del fatto illecito, e tale valore venga poi espresso in termini monetari che tengano conto della svalutazione intervenuta fino alla data della decisione definitiva (anche se adottata in sede di rinvio), è dovuto al danneggiato anche il risarcimento del mancato guadagno, che questi provi essergli stato provocato dal ritardato pagamento della suddetta somma. Tale prova può essere offerta dalla parte e riconosciuta dal giudice mediante criteri presuntivi ed equitativi, quale l'attribuzione degli interessi, ad un tasso stabilito valutando tutte le circostanze obiettive e soggettive del caso; in siffatta ultima ipotesi, gli interessi non possono essere calcolati (dalla data dell'illecito) sulla somma liquidata per il capitale, definitivamente rivalutata, mentre è possibile determinarli con riferimento al singoli momenti (da stabilirsi in concreto, secondo le circostanze del caso) con riguardo ai quali la somma equivalente al bene perduto si incrementa nominalmente, in base ai prescelti indici di rivalutazione 6

7 monetaria, ovvero in base ad un indice medio (Cass., 17 febbraio 1995, n. 1712). Con il secondo motivo si denuncia «Omessa liquidazione delle spese processuali e legali del grado» Sostiene in particolare la ricorrente che con la cassazione della sentenza del Tribunale vanno liquidate le spese processuali del secondo grado di giudizio. Il rigetto del primo motivo comporta il rigetto del secondo. Per le ragioni che precedono il ricorso deve essere dunque rigettato mentre in assenza di attività difensiva di parte intimata non v'è luogo a disporre delle spese del giudizio di cassazione. P.Q.M. La Corte rigetta il ricorso e non dispone sulle spese del giudizio di cassazione. Roma, 11 luglio 2012