Casi pratici di calcolo dei DPI. Vincenzo Salamone A.O.U. Policlinico-V. Emanuele Catania
|
|
- Tommasina Patti
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 Casi pratici di calcolo dei DPI Vincenzo Salamone A.O.U. Policlinico-V. Emanuele Catania
2
3 Cause degli incidenti: Occhiali protettivi non utilizzati (anche se disponibili) Uso di occhiali non adatti o difettosi Malfunzionamento/incorretto uso dello strumentario
4 Per DPI (Dispositivo di Protezione Individuale) s intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.
5 I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.
6 I DPI devono essere conformi alle norme di cui al d.lgs. 475/92 e s.m.i. I DPI, in particolare, devono: essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore; tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore.
7 Il datore di lavoro, ai fini della scelta dei DPI: effettua l analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi; ne individua le necessarie caratteristiche. Il datore di lavoro individua le condizioni in cui un DPI deve essere usato in funzione: dell entità di rischio; della frequenza dell esposizione al rischio; delle prestazioni dei DPI.
8 Il datore di lavoro: mantiene in efficienza i DPI; provvede che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti e conformemente alle informazioni del Fabbricante; fornisce informazioni e istruzioni comprensibili per i lavoratori
9 I lavoratori utilizzano i DPI messi a loro disposizione conformemente all informazione e alla formazione ricevute e all addestramento eventualmente organizzato ed espletato. I lavoratori: provvedono alla cura dei DPI messi a loro disposizione; non vi apportano modifiche di propria iniziativa. I lavoratori segnalano immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro disposizione.
10
11 Utilizzando ottiche di osservazione come endoscopi, microscopi, laparoscopi, colposcopi, lampade a fessura ed altri dispositivi ottici, gli utilizzatori devono avere un filtro o uno schermo adeguato che riduca il rischio di radiazione riflessa attraverso il canale di visione.
12 L uso di un video-endoscopio può eliminare il problema della radiazione riflessa nelle ottiche di osservazione; è comunque consigliabile che tutte le persone presenti indossino occhiali protettivi quando esiste il rischio di rottura della fibra o di una emissione accidentale quando la fibra è al di fuori dell endoscopio
13 POTENZA RADIANTE (W) ENERGIA RADIANTE (J) RADIANZA (W sr -1 m -2 ) IRRADIANZA (W m -2 ) ESPOSIZIONE RADIANTE (J m -2 )
14 Oggetto osservato 2. Diaframma Circolare (Pupilla) 3. Lente (Cristallino) 4. Sorgente apparente sulla retina 5. Distanza di misura r 6. Distanza dell immagine ( 17mm)
15 100 W 1 mw 5 m 5 m
16 100 W 10 cm L irradianza a 5m sulla cornea sarà: 5 m 17 mm 340 mm E = 100 W / 4 p 25 m 2 = 0,32 W/m 2 Sulla pupilla (7 mm) la potenza sarà: P = 0,32 W/m 2 * 3,85 x 10-5 m 2 = 1,23 x 10-5 W L irradianza sulla retina sarà: E = 4*1,23 x 10-5 W / 9 x 10-8 m 2 = 134 W m -2
17 1 mw 5 m Una sorgente puntiforme crea un immagine retinica di dimensioni minime di 20 mm Tutta la potenza entra nell occhio, pertanto l irradianza sulla retina sarà: E = 4 * 1 mw / p * (20 x 10-6 m) 2 2 MW m -2 L irradianza del Sole sulla Terra è circa 1mW/mm 2 => Una potenza di 38mW sulla pupilla. Sulla retina l immagine ha un area di 0.02 mm 2. => Irradianza sulla retina pari a 38mW/0.02 mm 2 1,9 MW m -2
18 L Esposizione Massima Permessa (EMP) è quel livello di radiazione laser a cui, in normali circostanze, l occhio o la pelle possono essere esposti senza riportare effetti dannosi. La distanza per la quale l irradiamento o l esposizione energetica del fascio è uguale alla EMP per la cornea, viene definita distanza nominale di rischio oculare (DNRO). La DNRO è tenuta in considerazione nel definire i confini della zona laser controllata. 18
19 Distanza per la quale l irradiamento o l esposizione energetica del fascio è uguale all esposizione massima permessa (EMP) per la cornea: d > DNRO (EMP) d < DNRO (EMP) NO DANNO SI DANNO DNRO = [ ( 4 P / p EMP) ½ - a ] / f 19
20 In caso di superamento possibile della EMP, devono essere indossati occhiali di protezione adeguatamente scelti per la sorgente utilizzata. Gli occhiali di protezione vanno utilizzati anche per il paziente, oltre che naturalmente per gli operatori. Le specifiche protezioni devono essere assegnate dall Addetto Sicurezza Laser (ASL) sulla base delle norme UNI EN 207. Gli occhiali protettivi devono essere conservati sempre in buono stato ed ogni eventuale peggioramento dello stato fisico e/o meccanico andrebbe comunicato tempestivamente all Addetto Sicurezza Laser. 20 CEI 76-6
21 Ogni filtro oculare ha una marcatura sulla montatura o sui filtri con queste indicazioni: D= continua I= impulsata (10-4 t secondi 10-1 ) R= impulsi giganti (Q-switching: 10-9 t secondi 10-7 ) M= impulsi a modo accoppiato (mode locking: t secondi 10-9 ) Lunghezza d onda o range garantito di protezione Numero di graduazione (attenuazione richiesta al filtro per ridurre la radiazione incidente sull occhio al valore sicuro EMP Marchio di identificazione del costruttore (conforme norma 207): include la stabilità ottica cioè la resistenza del DPI a varie tipologie di emissione del fascio laser
22 D L5 + IR L6 X D condizione di prova secondo il prospetto 4-Norma UNI EN 207 (laser a onda continua 1 impulso di 10 secondi) intervallo di in nm in cui il filtro garantisce la protezione con il numero di graduazione seguente L5 numero di graduazione ossia il fattore spettrale massimo di trasmissione del filtro pari a 10-5 nel suddetto intervallo di IR sono altre due condizioni di prova cui sono stati testati i filtri: I = laser a impulsi; R= laser a impulsi giganti (Q-switched) altro intervallo di in nmn cui il filtro garantisce la protezione con il numero di graduazione seguente L6 numero massimo di graduazione ossia il fattore spettrale massimo di trasmissione del filtro pari a 10-6 nel suddetto intervallo di X marchio di identificazione del fabbricante marchio di certificazione se applicabile (EN, ecc) Per il calcolo del numero di graduazione: CEI EN e UNI EN 207
23 D.O. = log 10 ( P IN ( ) / P OUT ( )) = - log 10 t( ) P IN ( ) = Potenza-Energia entrante nel filtro P OUT ( ) = Potenza-Energia trasmessa dopo il filtro t ( ) = Fattore di trasmissione 23
24 Numeri di graduazione (fattore spettrale massimo di trasmissione e stabilità alla radiazione laser) dei filtri e/o protettori dell occhio contro le radiazioni laser.
25 ESPOSIZIONI MASSIME PERMESSE t < 10s
26 ESPOSIZIONI MASSIME PERMESSE t 10s
27
28 I fattori C A e C C tengono conto della radiosensibilità della retina in funzione della frequenza della radiazione. Il reciproco dell assorbimento retinico è indicativo dell efficacia relativa delle differenti lunghezze d onda come causa di danno. Il fattore Cc tiene conto della diminuzione della radiosensibilità per lunghezze d onda superiori a 1100 nm
29 = 1 < 700 nm C A = ( 700 ) 700 nm < 1050 nm = nm < 1400 nm = nm < 1050 nm C C = ( 1150 ) 1150 nm < 1200 nm = nm < 1400 nm
30 Nel caso di fasci continui o con impulsi con t > 10s, alle basse lunghezze d onda nel visibile (< 550 nm) la radiazione causa danni fotochimici sulla retina. Il fattore di correzione C B tiene conto della diminuzione della radiosensibilità per > 550 nm.
31 r a a = D / r D Immagine retinica minima mm Nell ambito della sicurezza laser non è possibile distinguere tra sorgente estesa e puntiforme con una precisa definizione geometrica. Piccole sorgenti ricadono nella categoria delle sorgenti puntiformi a causa del flusso di calore prodotto sulla retina e ai movimenti dell occhio che distribuiscono l energia su un area retinica più grande per tempi di esposizione crescenti.
32 Consideriamo una SORGENTE ESTESA se l angolo di vista a è superiore ad un valore a min che dipende dal tempo di esposizione o di impulso. a min = 1,5 mrad t < 0,7 s a min = 2 t 3/4 mrad a min = 11 mrad 0,7 s t < 10 s t 10 s La maggior parte delle sorgenti laser sono da considerare puntiformi non producendo immagini estese sulla retina se le lunghezze d onda sono comprese tra 400 nm e 1400 nm. In pochi casi la sorgente può essere considerata ESTESA, come ad esempio immagini diffuse di riflessione.
33 Il fattore correttivo C E tiene conto della differenza tra immagine puntiforme e immagine estesa. C E = 1 per a < a min C E = a / a min per a min a < a max
34 Per tutte le esposizioni ripetute, derivanti da sistemi laser ripetitivi o a scansione, dovrebbero essere applicate le tre norme generali seguenti: 1) L esposizione derivante da un singolo treno di impulsi non supera il valore limite di esposizione per un singolo impulso della durata di quell impulso; SPIEGAZIONE: Se un treno di impulsi deve essere sicuro, deve essere sicuro ogni singolo impulso del treno.
35 2) L esposizione derivante da qualsiasi gruppo di impulsi (o sottogruppi di un treno di impulsi) che si verifica in un tempo t non supera il valore limite di esposizione per il tempo t. SPIEGAZIONE: Questo criterio si riferisce all esposizione energetica media nel tempo di esposizione t. Se una serie di impulsi deve essere sicura, l esposizione totale ricevuta durante il tempo t non deve superare l esposizione equivalente al VLE calcolato per un laser a onda continua (CW) nello stesso periodo di tempo. Il VLE per impulso è dato da H T / N.
36 3) L esposizione derivante da un singolo impulso in un gruppo di impulsi non supera il valore limite di esposizione del singolo impulso moltiplicato per un fattore di correzione termica C p = N -0,25, dove N è il numero di impulsi. Questa norma si applica soltanto a limiti di esposizione per la protezione da lesione termica. SPIEGAZIONE: Questa terza prescrizione si applica solo ai limiti termici (per lunghezze d onda nm) Poichè il danno aumenta ad ogni impulso, bisogna tener conto di questo effetto riducendo il VLE di un fattore di correzione termica cumulativa.
37 Diodo 980 nm
38 Diodo 980 nm Caratteristiche di funzionamento: Potenza P = 15 W Diametro fascio a = 0.3 mm Durata Impulso t = 10 s Divergenza fibra f = 7,6 mrad Distanza dell occhio dell operatore o del paziente r = 50 cm Calcoliamo l ESPOSIZIONE RADIANTE e dimensioniamo gli occhiali per l operatore o il paziente.
39 Diodo 980 nm f/2 a r = (a + r f ) = 3,8 mm a a r r a = a / r = 0.3 / 100 = 3 mrad P 0 = 4 P / p a r 2 = 4 15 / p (0,0038) 2 W / m 2 = W / m 2 H 0 = P 0 t = 1, J / m 2
40 Diodo 980 nm CALCOLIAMO L EMP EMP = 18 x C E x C A x C C x t 0,75 J / m 2 t 0,75 = 10 0,75 = 5,623 C A = 10 0,002( 700) = 3,63 C C = 1 CE = 1 ( a < a min ) EMP = J / m 2
41 Diodo 980 nm H 0 = J / m 2 Esp. Rad. all occhio dell operatore EMP = J / m 2 Esposizione Massima Permessa D.O. = Log 10 (H 0 /EMP) = Log 10 ( / 367.5) D.O. = 5.5 => SIGLA OCCHIALE LB6
42 Diodo 980 nm Verifichiamo la stabilità L irradianza al filtro sarà: P f = H 0 / t = W / m 2 SIGLA OCCHIALE LB7
43 Puntatore laser
44 Puntatore laser Potenza di uscita : 20 mw Lunghezza d onda: 532 nm Modo di funzionamento: Continuo Divergenza: 1,5 mrad Diametro del fascio all apertura: 1,5 mm Si vuole analizzare se sussiste pericolo nel caso di un errato puntamento di un puntatore laser di caratteristiche note, ad esempio durante una presentazione. Calcoliamo i valori EMP per gli occhi, la DNRO e identifichiamo i DPI per i convenuti che occupano i posti centrali della prima fila.
45 Puntatore laser CALCOLIAMO LA DNRO Distanza nominale di rischio oculare DNRO= [ ( 4 P 0 / p EMP ) 1/2 - a] / φ = (4 * 0,02 /(p * 25, 46)) 0,5 / 1,5 * ,5 * 10-3 / 1,5 * 10-3 = 6,6 m
46 Puntatore laser CALCOLIAMO L EMP OCCHI: la radiazione è visibile, si suppone che tutti i convenuti abbiano un riflesso palpebrale nella norma con un tempo di ritardo pari a t = 0,25 s: t 10 s H = 18 * t 0,75 * C E J/m 2 = 18 * 0,25 0,75 J/m 2 = 6,36 J/m 2 (a = 0.3 mrad ; a min = 1.5 mrad => C E = 1) EMP = H / 0,25 s = 25,4 W/m 2
47 Puntatore laser DETERMINAZIONE DEI DPI Per la determinazione dei protettori oculari occorre valutare la densità di potenza E al protettore, dove E = P/A e A è l area del fascio al protettore. Stimando una distanza media tra il puntatore e i convenuti seduti centralmente nella prima fila pari a 5 m, si ha: A = p * (d 2 /4) = p * (1,5 * * 1,5 * 10-3 ) 2 / 4 = 6,36 *10-5 m 2 Quindi: E = P/A = (20 * 10-3 )/ 6,36 *10-5 = 314,5 W/m 2 O.D. = log ( E / EMP ) = log ( 314,5 / 25,4 ) = 1,1 Dalla norma UNI EN 207 si determina il filtro, pari a L2. Ne segue la sigla del DPI: 532 D L2 X S
48 Laser a impulsi
49 Laser a impulsi Lunghezza d onda: 1064 nm Modo di funzionamento: pulsato Frequenza: f = 20 Hz Impulso: 0,5 ms Energia impulso: E = 0.5 J Diametro del fascio : a = 0,6 mm Divergenza: f = 3,2 mrad Distanza occhio operatore: r = 30 cm => Dimensione del fascio a 30 cm: a r = a + rf = m H = 4 E / p a r2 = 2, J/m 2
50 Laser a impulsi Applichiamo i 3 criteri di limitazione delle esposizioni per I laser pulsati CRITERIO 1) L esposizione ad ogni singolo impulso non deve superare I VLE per un singolo impulso: H sing = 90 t 0,75 C C C E per = 1064 nm => C C = 1 a = 0,6 mm / 0,3 m = 2 mrad; a min = 1,5 mrad C E = a/a min = 1,3 H sing =0,6 J/m 2
51 Laser a impulsi CRITERIO 2) L esposizione media per un treno di impulsi di durata di esposizione T non deve superare I VLE per un impulso singolo di durata di esposizione T; Essendo radiazione infrarossa, e quindi invisibile, la durata di un esposizione potenzialmente pericolosa può essere stimata in T = 10s. H T = 18 C A C C C E T 0,75 J/m 2 = 1012 J/m 2 H sing,med = H T / N = 5 J/m 2
52 Laser a impulsi CRITERIO 3) L esposizione media ad impulsi appartenenti ad un treno di impulsi non deve superare i VLE per un impulso singolo moltiplicato per il fattore di correzione termica cumulativa C p = N ; H treno = H singolo N = 0.18 J/m 2
53 Laser a impulsi RICAPITOLANDO CRITERIO 1) VLE = 0.6 J/m 2 CRITERIO 2) VLE = 5 J/m 2 CRITERIO 3) VLE = 0.18 J/m 2 Esposizione al protettore: H 0 = J/m 2 D.O. = Log 10 (H 0 /VLE) = Log 10 ( /0.18) = 7.2 La sigla del protettore sarà: IR 1064L9
54
Pericoli e danni connessi alla presenza di luce blu
Pericoli e danni connessi alla presenza di luce blu Analisi e quan3ficazione delle emissioni da sorgen3 LASER nei luoghi di lavoro A.Tomaselli Università di Pavia 15-11- 2013 A.Tomaselli 1 Cos è un LASER?
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA SERVIZIO PREVENZIONE PROTEZIONE Direttore Dr. Claudio Soave Strada Le Grazie, 8-37134 Verona - Tel. 045 8027627-0458027627 - Fax 045 8027626 e-mail: servizio. prevenzioneprotezione@univr.it
DettagliUNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA. Le radiazioni laser e il d.lgs. 81/08
UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PAVIA AREA AMBIENTE E SICUREZZA Le radiazioni laser e il d.lgs. 81/08 Ing. Dante Milani Ufficio rischi fisici e tecnologici Tel. 0382 984887 E-mail: dante.milani@unipv.it Associazione
DettagliArtt. 74-79 e Allegato VIII Decreto Legislativo N.81/2008
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI Artt. 74-79 e Allegato VIII Decreto Legislativo N.81/2008 Definizione -. qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata dal lavoratore allo scopo di proteggerlo
DettagliDISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE LA GESTIONE DELLA SICUREZZA IN LABORATORIO Dr.ssa Laura Gasperetti IZSLT Sezione di Pisa DEFINIZIONE DI DPI Art. 74 D. lgs. 81/08 Si intende per dispositivo di protezione
DettagliISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO Dipartimento di Roma
ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO Dipartimento di Roma CORSO di FORMAZIONE per RSPP e ASPP Modulo A D.LGS. 81/08 I dispositivi di protezione individuale (Ing.. Ugo Romano)
DettagliValutazione e protezione dei rischi delle Radiazioni Ottiche Artificiali. Rischio laser in ambito medicale
Valutazione e protezione dei rischi delle Radiazioni Ottiche Artificiali Rischio laser in ambito medicale DLgs 81/2008 titolo VIII, capo V Indicazioni operative ISPESL www.ispesl.it Michele Saba Dipartimento
DettagliClassificazione dei laser
Classificazione dei laser ATTENZIONE: i criteri di classificazione sono cambiati Classi introdotte nel 1993 Classi introdotte nel 2007 1 1 1M 2 2 3A 3B 2M 3R 3B 4 4 Che cos è la coerenza (spaziale):
DettagliROA: effetti sulla salute e protezione dei lavoratori
ROA: effetti sulla salute e protezione dei lavoratori Alessandra Cattini Dipartimento SanitàPubblica Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro Reggio Emilia ROA: effetti sulla salute Gli effetti
DettagliELENCO ED ISTRUZIONI OPERATIVE PER L UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI)
Data 01-03-2010 Rev. N. 00 Pagina 1 di 8 ELENCO ED ISTRUZIONI OPERATIVE PER L UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) Documento unico formato da 8 pagine Ddl RSPP RLS MC INDICE ISTITUTO
DettagliDISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE: DPI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE: DPI CORSO B RSPP DATORI DI LAVORO Lucca 25 Giugno 2013 D.Lgs.n.81/2008 s.m.i. - Art. 18 Obblighi del datore di lavoro e del dirigente 1. Il datore di lavoro e i dirigenti
DettagliDipartimento di Prevenzione U.O.C. SPISAL - Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza in Ambienti di Lavoro
Dipartimento di Prevenzione U.O.C. SPISAL - Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza in Ambienti di Lavoro SCHEDA 1 Occhiali per la protezione degli occhi contro la proiezione di schegge V2-25/06/2013 La
DettagliD.Lgs. 81/08. Dispositivi di Protezione Individuale DPI. Tecnico della Prevenzione Dott. Sergio Biagini
Dispositivi di Protezione Individuale DPI Tecnico della Prevenzione Dott. Sergio Biagini DEFINIZIONE di DPI Per DPI si intende qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore
DettagliREGIONE PIEMONTE AZIENDA SANITARIA LOCALE BI -------------------------------------- Via Marconi, 23 13900 Biella
REGIONE PIEMONTE AZIENDA SANITARIA LOCALE BI -------------------------------------- Via Marconi, 23 13900 Biella LAVORARE SICURI! Formazione e informazione dei lavoratori per l igiene e la sicurezza sul
DettagliRiccardo Di Liberto Struttura Complessa di Fisica Sanitaria Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo -Pavia
Effetti biologici derivanti da dall interazione tra fasci laser utilizzati nelle applicazioni industriali ed il corpo umano Riccardo Di Liberto Struttura Complessa di Fisica Sanitaria Fondazione IRCCS
DettagliValutazione mediante calcoli
Valutazione mediante calcoli Esposizione radiante: integrale nel tempo della Radianza, espressa in Joule per unità di area irradiata (J/m 2 ) Definizioni delle grandezze radiometriche Potenza radiante:
DettagliProve di Accettazione e Controlli periodici delle apparecchiature laser
Prove di Accettazione e Controlli periodici delle apparecchiature laser Andrea Guasti U.O.C. Fisica Sanitaria Azienda Ospedaliera Universitaria Senese 4 set 01 c I controlli di qualità comprendono
DettagliCorso di formazione: Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) D.Lgs:81/2008 s.m.i (D.Lgs: 106/09) Titolo III - Capo II / D.
Corso di formazione: Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) D.Lgs:81/2008 s.m.i (D.Lgs: 106/09) Titolo III - Capo II / D.lgs 475/92 Programma del corso Definizione di DPI DPI una misura di protezione
DettagliD. Lgs 81/08 titolo VIII AGENTI FISICI. A cura di Norberto Canciani
D. Lgs 81/08 titolo VIII AGENTI FISICI A cura di Norberto Canciani Capo I: DISPOSIZIONI GENERALI - definizioni e campo di applicazione - Agenti fisici: rumore, ultrasuoni, infrasuoni, vibrazioni meccaniche,
DettagliCAPO IV - PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI
CAPO IV - PROTEZIONE DEI AVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI EETTROMAGNETICI Articolo 206 - Campo di applicazione 1. Il presente capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori
DettagliSENZA UNA CORRETTA VALUTAZIONE DEI RISCHI LE MACCHINE NON POSSONO ESSERE INTEGRATE IN MANIERA SICURA NEI POSTI DI LAVORO
SENZA UNA CORRETTA VALUTAZIONE DEI RISCHI LE MACCHINE NON POSSONO ESSERE INTEGRATE IN MANIERA SICURA NEI POSTI DI LAVORO Gustaaf VANDEGAER Esperto di sicurezza delle macchine 27 gennaio 2009 La valutazione
Dettagli7.2 Controlli e prove
7.2 Controlli e prove Lo scopo dei controlli e delle verifiche è quello di: assicurare che l ascensore sia stato installato in modo corretto e che il suo utilizzo avvenga in modo sicuro; tenere sotto controllo
DettagliD.LGS.81/08 TITOLO VIII CAPO V RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA)
D.LGS.81/08 TITOLO VIII CAPO V RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI (ROA) 1.1 Descrizione della fonte di rischio Le radiazioni ROA sono radiazioni elettromagnetiche che hanno la caratteristica di avere una lunghezza
DettagliLAVORO IN QUOTA CON FUNI LA SCELTA ED IL CORRETTO USO DEI DPI ANTICADUTA
D.Lgs.235/2003 LAVORO IN QUOTA CON FUNI LA SCELTA ED IL CORRETTO USO DEI DPI ANTICADUTA Stefano Cesari Amorini Srl - Perugia GCodina Quando si applica il D.Lgs.235/2003? Art. 3 Il presente decreto determina
DettagliOrganizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini
Organizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini 1 Compiti e responsabilità L organizzazione della radioprotezione è strutturata in modo da distribuire alle varie figure di riferimento
Dettaglicertificazione CE corrispondente a un modello tipo e ha effettuato il controllo di qualità sui DPI prodotti. I DPI devono:
Dispositivi individuali di protezione (DPI) Qualsiasi attrezzatura indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la salute o la sicurezza
DettagliI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA a cura di Marialuisa Diodato SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE V IA A LBERTONI, 15-40138 BOLOGNA! 051.63.61.371-FAX 051.63.61.358 E-mail: spp@aosp.bo.it
DettagliRelatore: Alessandro De Luca DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Con il recepimento, del decreto legislativo 81/08, relativo alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro, sono stati stabiliti, per ciò
DettagliRADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI: i DPI per OCCHI e VISO
RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI: i DPI per OCCHI e VISO Omar Nicolini - Az.USL di Modena (o.nicolini@ausl.mo.it) Lorenza Gandolfi Az.USL di Modena (l.gandolfi@ausl.mo.it) 1 DLgs.81/08 -Titolo VIII -Capo
DettagliLa formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto
La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto 1 Riferimenti normativi Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n. 626 capo VI Decreto Ministeriale 16 gennaio 1997 Decreto
DettagliDichiarazione di conformità per caldaie a carica manuale
Ufficio di contatto marchio di qualità: Moritz Dreher Neugasse 6 CH-8005 Zürich Tel.: +41 (0)44 250 88 16 Fax.: +41 (0)44 250 88 22 Email: dreher@holzenergie.ch Marchio di qualità Energia leg Svizzera
DettagliI dispositivi di protezione ed il TU
Seminario La sicurezza nel cantiere edile alla luce del DLgs 81/08 I dispositivi di protezione ed il TU Luca Rossi Bari, 24 aprile 2009 Sala Convegni Confindustria Programma Introduzione Definizioni Metodologia
DettagliD.Lgs. 81/08 TITOLO III CAPO I USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E RISCHIO ELETTRICO
Dipartimento Sanità Pubblica SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro STOP DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC
DettagliValutazione dei Rischi. Normativa e documenti di riferimento. Definizioni (UNI EN ISO 12100)
Definizione e individuazione dei fattori di rischio, individuazione delle misure di prevenzione e protezione, riunione periodica Rev. 1 del 28/11/2012 ARISSA Maggio 2015 2 Normativa e documenti di riferimento
DettagliCorso LA SICUREZZA LASER
Sincrotrone Trieste S.C.p.A. Servizio di Prevenzione e Protezione Corso LA SICUREZZA LASER La sicurezza nell utilizzo dei laser Prof.ssa Alessandra Tomaselli Università degli Studi di Pavia Formazione/Informazione
DettagliCOME GARANTIRE UN BUON LIVELLO DI RADIOPROTEZIONE NEL LAVORO?
COME GARANTIRE UN BUON LIVELLO DI RADIOPROTEZIONE NEL LAVORO? A Flusso di attività B - INPUT C Descrizione dell attività D RISULTATO E - SISTEMA PROFESSIONALE RICHIESTA DEL CLIENTE/DATORE DI LAVORO L input
DettagliINTRODUZIONE: PERDITE IN FIBRA OTTICA
INTRODUZIONE: PERDITE IN FIBRA OTTICA Il nucleo (o core ) di una fibra ottica è costituito da vetro ad elevatissima purezza, dal momento che la luce deve attraversare migliaia di metri di vetro del nucleo.
Dettagliddestramento sicurezza sul lavoro Centro di formazione e addestramento per la sicurezza sul lavoro
formazione ddestramento sicurezza sul lavoro Centro di formazione e addestramento per la sicurezza sul lavoro Centro di formazione e addestramento per la sicurezza sul lavoro La pubblicazione del D.Lgs.
DettagliI lavori elettrici dal D.Lgs 81/2008 alle Norme Tecniche
Sezione Toscana e Umbria I lavori elettrici dal D.Lgs 81/2008 alle Norme Tecniche Dott. Ing. Emilio Giovannini Direttore UO Prevenzione Protezione dai Rischi ASL1 di Massa Carrara Consigliere AEIT sezione
DettagliInquadramento legislativo e normativo: dal D.Lgs.81/2008 alla UNI/TR 11450:2012 Modena 12 ottobre 2012
Inquadramento legislativo e normativo: dal D.Lgs.81/2008 alla UNI/TR 11450:2012 Modena 12 ottobre 2012 Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008 Capo II Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al
DettagliANALISI DI RISCHIO SEMIQUANTITATIVA IN SUPPORTO ALLE VALUTAZIONI IN PRESENZA DI ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX)
ANALISI DI RISCHIO SEMIQUANTITATIVA IN SUPPORTO ALLE VALUTAZIONI IN PRESENZA DI ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX) T. Pezzo *, D. Vannucci *, G. Uguccioni + * D Appolonia SpA, Genova + D Appolonia SpA, San Donato
DettagliP.S.C. Allegato 8 VALUTAZIONE PREVENTIVA RISCHIO RUMORE
ELABORATO P.S.C. Allegato 8 VALUTAZIONE PREVENTIVA RISCHIO RUMORE Pagina 1 di 10 1. BIBLIOGRAFIA... 3 2. VALUTAZIONE PREVENTIVA DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AL RUMORE. 4 2.1 PREMESSA... 4 2.2 FASCE DI ESPOSIZIONE...
DettagliORGANI DI VIGILANZA. Titolo III- Capo I Artt. 68-73. Decreto Legislativo n.81/2008. Giuseppe Fazio 1
ORGANI DI VIGILANZA Titolo III- Capo I Artt. 68-73 Decreto Legislativo n.81/2008 Giuseppe Fazio 1 Definizioni Attrezzature di lavoro Attrezzature di lavoro Qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto
DettagliTIPO ART. NO. PAG. PAG. Diametro 20 - V dc/ac - 20mW - 20.000 h. Diametro 12-2,7-5Vdc - 3mW - 20.000 h LS12-635-3-T20-P-V SM305001 LSV12-635-3-T20-X
CATALOGO PUNTATORI LASER SM.PROX SRL Via della Beverara 13/A - 40131 Bologna Tel. 051 6350755 - Fax 051 6353462 TIPO ART. NO. PAG. TIPO ART. NO. PAG. Diametro 12-2,7-5Vdc - 3mW - 20.000 h LS12-635-3-T20-P-V
DettagliProgetto Labor - Linea 4 Emersì Sicurezza nei luoghi di lavoro ed Emersione del lavoro irregolare
Progetto Labor - Linea 4 Emersì Sicurezza nei luoghi di lavoro ed Emersione del lavoro irregolare Prevenzione e promozione della sicurezza Lavoro sicuro 1 LAVORO SICURO 2 1. Sicurezza: i provvedimenti
DettagliTITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art.
TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art. 87) CAPO I USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO N 5 articoli (da art. 69
DettagliLINEE GUIDA PER L UTILIZZO IN SICUREZZA DEI SISTEMI LASER INDICE
Pag. 1 / 22 INDICE 1. STESURA ED EMISSIONE...2 2. OGGETTO E SCOPO...3 2.1 Oggetto...3 2.2 Scopo...3 3. DEFINIZIONI...3 4. RESPONSABILITA...5 5. CAMPO DI APPLICAZIONE...5 6. CLASSIFICAZIONE DEI LASER...6
DettagliServizio di Fisica Sanitaria e Radioprotezione
Programma Obblighi del Datore di Lavoro, Dirigenti e Preposti Attribuzioni dell Esperto Qualificato Classificazione dei Lavoratori Classificazione delle Zone Obblighi dei Lavoratori Calcolo della Dose
DettagliCHECK-LIST PER LA VERIFICA DEI CONTENUTI MINIMI DEL POS ai sensi del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. - art. 89, comma 1, lettera h) e Allegato XV
CHECK-LIST PER LA VERIFICA DEI CONTENUTI MINIMI DEL POS ai sensi del D.Lgs. 8/008 e s.m.i. - art. 89, comma, lettera h) e Allegato XV POS dell Impresa Cantiere per la realizzazione di Lavori svolti in
DettagliImpianti d illuminazione di sicurezza. Procedure per la verifica e la manutenzione periodica.
Impianti d illuminazione di sicurezza Procedure per la verifica e la manutenzione periodica. Leggi e Norme di riferimento Leggi e Norme di riferimento Rispetto della legge e della norma tecnica I parametri
DettagliMisuratore di potenza per fibre ottiche Sorgente luminosa per fibre ottiche
FOM, FOS 850, FOS 1300, FOS 850/1300 Misuratore di potenza per fibre ottiche Sorgente luminosa per fibre ottiche Foglio di istruzioni Introduzione Il misuratore FOM (Fiber Optic Meter - misuratore per
DettagliSommario PREMESSA... 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 1 CALCOLO ILLUMINOTECNICO... 4
Relazione di calcolo illuminotecnico Sommario PREMESSA... 1 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 1 CALCOLO ILLUMINOTECNICO... 4 PREMESSA Oggetto del seguente lavoro è il calcolo illuminotecnico da effettuarsi nel
DettagliManuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative
Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro
Dettagli4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI
Unione Industriale 35 di 94 4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI 4.5.1 Generalità La documentazione, per una filatura conto terzi che opera nell ambito di un Sistema qualità, rappresenta l evidenza oggettiva
DettagliINFORMATIVA PER L UTILIZZO IN SICUREZZA DEI SISTEMI LASER
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA INFORMATIVA PER L UTILIZZO IN SICUREZZA DEI SISTEMI LASER (D.Lgs. 81/2008 e s.m.i., Capo V Norma CEI EN 60825-1 Norma CEI 76 Fascicolo 3850 R) Data: 04/2010 rev. 1 Pagina
DettagliPROCEDURA DI SICUREZZA
SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI Pagina 1 di 5 PROCEDURA DI SICUREZZA 1. NORME DI COMPORTAMENTO GENERALI 2. Revisione numero Data emissione e/o ultima modifica Approvata da Emessa da S.P.P.R.
DettagliComune di Cattolica Provincia di Rimini
Comune di Cattolica Provincia di Rimini DETERMINAZIONE DEL COMANDANTE N. 797 DEL 20/10/2014 ADEMPIMENTI DI CUI AL D.LGS. 9 APRILE 2008, N. 81 "TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO": IMPEGNO
DettagliLa valutazione del rischio chimico
La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,
DettagliOCCHIALI OCCHIALI SU MISURA CHE COSA C È SULL ETICHETTA
OCCHIALI OCCHIALI SU MISURA La vendita al pubblico di occhiali e lenti su misura, protettive e correttive dei difetti visivi, è consentita solo ai soggetti in possesso del titolo abilitante all esercizio
DettagliPROTEZIONE DELLA VISTA E DEL CAPO
NORME EUROPEE PER LA PROTEZIONE DELLA VISTA Norme principali Norme per tipologia di filtro (lenti) Saldatura EN116 Requisiti di base EN169 Filtri per saldatura EN175 Dispositivi per la protezione degli
DettagliIn anticipo sul futuro. La tecnica termografica come strumento di verifica e diagnosi di malfunzionamenti
La tecnica termografica come strumento di verifica e diagnosi di malfunzionamenti La tecnica termografica genesi e definizioni Termografia: definizioni e principio di misura Dal greco: Scrittura del calore
DettagliNorma 17-13. Generalità
QUADRI ELETTRICI Generalità Norma 17-13 I quadri elettrici, sono da considerare componenti dell impianto. Essi devono rispondere alla Norma CEI 17-13, che riporta le prescrizioni generali e distingue:
DettagliRichiesta-Approvazione-Consegna Dispositivi di Protezione Individuale
Richiesta-Approvazione-Consegna Il presente documento in formato cartaceo privo del timbro in colore COPIA CONTROLLATA n è da ritenersi non valido come documento di riferimento. Il documento originale
DettagliSeminario su D.Lgs.81/08
Seminario su D.Lgs.81/08 La Valutazione del Rischio Per individuare le Misure di Prevenzione e Protezione a tutela della Salute e Sicurezza dei lavoratori Piacenza, 17/11/2010 Anna Bosi Dipartimento Sanità
Dettagli2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994
2.2.4 Distanze di sicurezza UNI EN ISO 13857:2008, UNI EN 349:1994 2.2.4.1 Descrizione L uso delle distanze di sicurezza rappresenta un modo per garantire l integrità fisica dei lavoratori in presenza
DettagliCelle frigorifere e lavori in isolamento. Il lavoro isolato casi di studio. rivetta sistemi
Celle frigorifere e lavori in isolamento Il lavoro isolato casi di studio rivetta sistemi Ogni qualvolta un lavoratore entra in una cella frigorifera da solo si trova ad operare in isolamento. Nel caso
DettagliComitato Tecnico 82 : Sistemi di conversione. fotovoltaica dell energia energia solare CEI 82-25
Comitato Tecnico 82 : Sistemi di conversione fotovoltaica dell energia energia solare CEI 82-25 25 Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di media
DettagliTrasmettitore TX-4M10HA/V
Trasmettitore TX-4M1HA/V TX-4M1HA/V Modulo trasmettitore con antenna integrata per applicazioni con modulazione ON-OFF di una portante RF con dati digitali. Pin-out Connessioni Pin 1 TX Dati Ingresso dati
Dettaglidella manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.
L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono
Dettaglidi Protezione Individuale
FULVIO D ORSI GIACOMO GUERRIERO EVA PIETRANTONIO della sicurezza nell uso dei Dispositivi di Protezione Individuale Informazione dei lavoratori ai sensi degli art. 36, 74 e successivi del D.Lgs. 81/2008
DettagliNormativa di riferimento. Relatore Dr. Domenico Acchiappati Direttore S.C. Fisica Sanitaria AUSL Modena
Normativa di riferimento Relatore Dr. Domenico Acchiappati Direttore S.C. Fisica Sanitaria AUSL Modena 1 Comma 3 Art. 180 D.Lgs. 81/08 La Protezione dei lavoratori dalle radiazioni Ionizzanti è disciplinata
DettagliESTRATTO NORMA UNI CEI 11222
ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222 Art. 4 VERIFICHE PERIODICHE 4.1 Generalità Per l esecuzione delle verifiche periodiche deve essere resa disponibile la documentazione tecnica relativa all impianto, compresa
DettagliPROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa
PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto
DettagliCONTROLLO INIZIALE E MANUTENZIONE DEI SISTEMI DI RIVELAZIONE INCENDI
Milano, Gennaio 2012 NORMA UNI 11224 GIUGNO 2011 CONTROLLO INIZIALE E MANUTENZIONE DEI SISTEMI DI RIVELAZIONE INCENDI Gà la norma UNI 9795/2010 Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione
DettagliSCHEMA 0 STORIA. Schema certificativo CP003 0.1 DOCUMENTI ESTERNI DI RIFERIMENTO
SCHEMA per la certificazione del controllo della produzione in fabbrica ai fini della marcatura CE dei prodotti laminati a caldo di acciai per impieghi strutturali di cui alla norma UNI EN 10025-1, edizione
DettagliGli accordi definiscono la durata, i contenuti e le modalità della formazione da svolgere.
Torino, 24 gennaio 2012 Oggetto: Accordo Stato Regioni per la formazione dei lavoratori ai sensi dell articolo 37, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n*81 NOTA INFORMATIVA Dopo quasi tre anni
DettagliMANUALE D USO PER TRASFORMATORI DI TENSIONE PER MISURA IN MEDIA TENSIONE
MANUALE D USO PER TRASFORMATORI DI PER MISURA IN MEDIA F.T.M. S.r.l. Fabbrica trasformatori di misura Via Po, 3 20090 Opera MI - Italia Tel : +39 (0)2 576814 Fax : +39 (0)2 57605296 E-mail: info@ftmsrl.it
DettagliFattori di rischio fisico le novità
Fattori di rischio fisico le novità Decreto Legislativo 09 aprile 2008 n 81n Attuazione dell articolo 1 della legge 03 agosto 2007, n 123 n in materia di tutela della salute della sicurezza nei luoghi
DettagliRumore: nozioni generali
Rumore: nozioni generali Pietro Nataletti INAIL (Dipartimento Igiene del Lavoro ex ISPESL) p.nataletti@inail.it Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008 Capo II Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione
DettagliRAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874
RAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874 DETERMINAZIONE DEL CONTRIBUTO DI UNA VERNICE TERMICA A BASE CERAMICA SUI VALORI DI TRASMITTANZA DI PARETI INTONACATE, DELLA DITTA "ATRIA s.r.l." STABILIMENTO DI PARTANNA
DettagliATTREZZATURE DI LAVORO
ATTREZZATURE DI LAVORO ASL della Provincia di Bergamo Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL) Corso anno scolastico 2010-2011 OGGI PARLEREMO DI DEFINIZIONE DI: ATTREZZATURA DI
Dettagli*HVWLRQHGHOODVLFXUH]]D 6FRSR
*HVWLRQHGHOODVLFXUH]]D 6FRSR Ridurre la probabilità di sviluppo di un incendio, e poter efficacemente contenere al minimo i danni che un eventuale incendio potrebbe arrecare alle persone e alle cose. *HVWLRQHGHOODVLFXUH]]D
DettagliTest per determinare la capacità di regolazione secondaria
Pagina 1 di 5 Test per determinare la capacità di regolazione secondaria Autori: Dominik Schlipf, Marc Scherer, Matthias Haller Rielaborazioni: Versione Data Sezione 1.0 20.10.2008 Documento finalizzato
DettagliTUTTE LE DOMANDE E LE RISPOSTE SULLA NOSTRA GESTIONE DELLA QUALITÀ CERTIFICATA
TUTTE LE DOMANDE E LE RISPOSTE SULLA NOSTRA GESTIONE DELLA QUALITÀ CERTIFICATA C E N T R I O T T I C I S E L E Z I O N A T I CHE COSA SONO LE CERTIFICAZIONI ISO? I Centri Ottici GreenVision sono stati
Dettagli1 La politica aziendale
1 La Direzione Aziendale dell Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. al livello più elevato promuove la cultura della Qualità, poiché crede che la qualità delle realizzazioni dell Impresa sia raggiungibile solo
DettagliVALUTAZIONE DEL RISCHIO DA Radiazioni Ottiche Artificiali
VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA Radiazioni Ottiche Artificiali Dr. Riccardo Di Liberto Struttura Complessa di Fisica Sanitaria Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia 1 E possibile definire i passi
DettagliLA TERMOGRAFIA SPETTRO ONDE ELETTROMAGNETICHE
SPETTRO ONDE ELETTROMAGNETICHE La radiazione elettromagnetica è un mezzo di trasmissione dell energia sotto forma di onde aventi entrambe le componenti elettriche e magnetiche. La sequenza ordinata delle
DettagliLA VALUTAZIONE DEL E IL RUOLO DEL TECNICO SICUREZZA LASER
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO LASER E IL RUOLO DEL TECNICO SICUREZZA LASER Il presente articolo affronta il tema della valutazione dei rischi delle radiazioni laser ed è sostanzialmente diviso in due parti:
DettagliLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Formazione, Consulenza, Gestione Ambiente e Sicurezza SEMINARIO Carmagnola, 23 febbraio 2010 RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI CHE FARE? Valutazione del rischio e programma delle misure di prevenzione e protezione
DettagliI.T.I.S. "S. CANNIZZARO", via Consolare Latina n.263, 00034 Colleferro RM D.S.: Prof.ssa Marisa Pia Zeppa R.S.P.P.: Arch. Vittorio Magliozzi
I.T.I.S. "S. CANNIZZARO", via Consolare Latina n.263, 00034 Colleferro RM D.S.: Prof.ssa Marisa Pia Zeppa R.S.P.P.: Arch. Vittorio Magliozzi LEZIONE # 2 Gestione della Prevenzione, D.Lgs. 81/08 SICUREZZA
DettagliSCHEMA 0 STORIA. Schema certificativo CP004 0.1 DOCUMENTI ESTERNI DI RIFERIMENTO
SCHEMA per la certificazione del controllo della produzione in fabbrica ai fini della marcatura CE dei profilati cavi di acciai non legati e a grano fine per impieghi strutturali di cui alle norme UNI
DettagliGESTIONE DEL RISCHIO NEI DISPOSITIVI MEDICI: DALLA CLASSIFICAZIONE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE
1 GESTIONE DEL RISCHIO NEI DISPOSITIVI MEDICI: DALLA CLASSIFICAZIONE ALLA COMMERCIALIZZAZIONE Ing. Enrico Perfler Eudax s.r.l. Milano, 23 Gennaio 2014 Indice 2 Il concetto di rischio nei dispositivi medici
DettagliISTITUTO ATERNO-MANTHONE'
ISTITUTO ATERNO-MANTHONE' INTRODUZIONE Il termine sicurezza nella comune accezione indica una caratteristica di ciò che non presenta pericoli o ne è ben difeso. Sicurezza è una caratteristica anche delle
DettagliCircolare N.85 del 23 Maggio 2013
Circolare N.85 del 23 Maggio 2013 Dal 01.06.2013 obbligatorie le procedure standardizzate per la valutazione dei rischi Gentile cliente con la presente intendiamo informarla che a partire dal 01.06.2013
DettagliConcetti generali in tema di PREVENZIONE e SICUREZZA del lavoro
kiker Concetti generali in tema di PREVENZIONE e SICUREZZA del lavoro Collana PREVENZIONE E PROTEZIONE Collana PREVENZIONE E PROTEZIONE IL D.LGS.81/2008: TESTO UNICO SICUREZZA SUL LAVORO L evoluzione Normativa
Dettagli= 103.8 10 2 5 = = 1
= = π 10 2 = 103.8 10 2 5 = = 1 π =3.2 10 3.810 = 1 5 π = µ = = π = = Industriali: taglio, saldatura, trattamenti di materiali, Misure di distanze e velocità, giroscopi laser Sensori, attuatori a distanza
DettagliTAU S.r.l. Linee guida per le automazioni, secondo le nuove norme europee EN 13241-1, EN 12445 ed EN 12453
TAU S.r.l. Linee guida per le automazioni, secondo le nuove norme europee EN 13241-1, EN 12445 ed EN 12453 Dal 31 maggio 2001, gli impianti per cancelli automatici ad uso promiscuo (carrabile-pedonale)
DettagliRev. N Descrizione delle modifiche Data Prima emissione del documento per estensione campo applicazione
Pagina 1 di 6 INDICE 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE...2 2. RIFERIMENTI...2 3. SIGLE E DEFINIZIONI...2 4. RESPONSABILITÀ...2 5. PROCEDURA...3 5.1 GENERALITÀ...3 5.2 VALUTAZIONE DEI RISCHI E VERIFICA DELLA
DettagliATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE
SICUREZZA: VERIFICA PERIODICA DELLE ATTREZZATURE E RISCHIO MACCHINE CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO Alessandro Berton Inn Med S.r.l. 30 Gennaio 2013 Parco Scientifico VEGA LEGGI E NORME DI RIFERIMENTO
DettagliAGENTI CHIMICI. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE NELLE ATTIVITA SALDATURA A cura di : Mariacristina Mazzari e Claudio Arcari
Dipartimento di Sanità Pubblica U.O. Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro AGENTI CHIMICI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE NELLE ATTIVITA SALDATURA A cura di : Mariacristina Mazzari e Claudio Arcari
Dettagli