Edvard Munch - Adolescenza (1894)
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- Rosangela Damiani
- 8 anni fa
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1 SESSUALITÀ IN ADOLESCENZA L adolescenza è una fase di transizione che ha inizio con una metamorfosi unica e irripetibile: quella del corpo (è la fase così detta della pubertà). Da sempre la pubertà segna l ingresso nell adolescenza attraverso la trasformazione del corpo (come già a fine 800 V. Hugo esprimeva poeticamente) ella aveva la grazia fuggevole dello stile che caratterizza la più delicata delle transizioni in adolescenza, due crepuscoli mescolati, il principio di una donna nella fine di una bambina ). Edvard Munch - Adolescenza (1894) La pubertà è un periodo critico che per le ragazze ha inizio generalmente intorno ai 9-10 anni e per i ragazzi intorno ai anni (queste ovviamente sono età indicative perché ci sono una serie di fattori che influenzano i cambiamenti; è infatti vero che per gli adolescenti raggiungere questi cambiamenti in anticipo o in ritardo rispetto ai coetanei può essere fonte di sofferenza e di insicurezza). In questo periodo si manifestano i caratteri sessuali secondari: il seno cresce, compaiono i primi peli, il timbro della voce si modifica In questa fase, quindi, il corpo riveste una funzione molto importante in quanto restituisce, attraverso la sua trasformazione, il fatto che non si è più bambini e l identità certa dell infanzia viene meno. Si assiste a una vera e propria metamorfosi che ha a che fare con la propria identità: i cambiamenti sono sempre spaventosi perchè si lascia qualcosa che si conosce (oltretutto l infanzia è generalmente una fase della vita
2 stabile e tranquilla) per andare verso qualcosa di ignoto e allora è normale avere paura: paura di non sentirsi accettati, paura della solitudine, paura del corpo che cambia e che spesso viene vissuto come inaccettabile. Non a caso tanta letteratura parla della metamorfosi (da Ovidio a Kafka). Spesso i giovani cercano di placare, attraverso la ricerca ossessiva di quel particolare vestito, di quella scarpa, di quel taglio di capelli, attraverso i tatuaggi, i piercing, quel senso di smarrimento e angoscia che li accompagna. Perché avere tutti la stesso tipo di look fa sentire meno diversi e segnarsi il corpo con tatuaggi e piercing permette di rafforzare la propria identità. Il corpo sessuato spaventa quindi, ma allo stesso tempo incuriosisce: ed è per questo che gli adolescenti vogliono conoscerlo, esplorarlo. La masturbazione, tanto condannata in passato, ha in realtà un ruolo molto importante nella scoperta del proprio corpo e della nuova identità. M. C. Escher - Bond of union (1956) Ma la metamorfosi non riguarda solo il corpo; è anche una metamorfosi della mente (si sviluppano nuove competenze cognitive, ci si percepisce in modo diverso, si riesce a guardare al mondo, a sé stessi e alle relazioni in modo diverso) e una a metamorfosi sociale (i legami affettivi-amicali si trasformano, il rapporto con i genitori cambia e ci si sente attratti dai coetanei). Lo sviluppo della nostra identità ha a che fare anche con lo sviluppo dell identità sessuale che è il risultato di una serie di fattori tra loro intrecciati di carattere biologico, culturale, religioso, famigliare e sociale, alcuni dei quali sono in continua trasformazione. Se pensiamo ad
3 esempio ai fattori sociali è evidente come negli ultimi decenni siano cambiati i ruoli sociali di genere e come certi tabù siano venuti meno: si è passati da un tempo in cui i ruoli maschili e femminili erano maggiorante differenziati (si completavano) a un tempo in cui sono diventati sempre più unisex. Queste trasformazioni sociali, pur rischiando come accade con ogni trasformazione di andare verso un esasperazione (penso al rischio di un eccessiva parificazione dei ruoli e alla negazione del valore della diversità), hanno sicuramente permesso di raggiungere una maggior consapevolezza della sessualità non più vista solo nella sua funzione procreativa, ma anche come fonte di piacere, come luogo di incontro con l altro. Inoltre poter vivere in adolescenza la spinta sessuale, con sentimenti di colpa e vergogna meno intensi e con minori ostacoli morali, permette di poter mettere meglio in atto quella transizione dall infanzia all età adulta che avviene anche attraverso la sessualità. Certamente è importante ricordare che il compito che gli adolescenti attraversano è un compito complesso e difficile che è quello dello svincolo, della crescita sana verso l autonomia (in senso più ampio è il compito della formazione della loro Identità). Come diceva Freud L individuo umano deve dedicarsi al grande compito di svincolarsi dai genitori e solo dopo la soluzione di questo compito può cessare di essere un bambino. (S. Freud, Introduzione alla Psicoanalisi ) Allora è importante che i genitori accompagnino i figli in questo compito e non li lascino soli: e così come ci si prende cura di educarli al senso delle regole, di sostenerli nello studio e nelle relazioni amicali, li si educa a un alimentazione sana e allo sport, è giusto accompagnarli anche in questo territorio così difficile e importante che è quello della sessualità. Quanti adulti si sono sentiti lasciati soli in merito al tema della sessualità? spesso anche solo negli aspetti più basilari (le trasformazioni del corpo ad
4 esempio). Lasciati soli in quella metamorfosi spaventosa e angosciante. Quindi, anche se non facile, è importante poter accompagnare i ragazzi in questa trasformazione del corpo riuscendo a dare loro le giuste informazioni ed evitando di cadere nell errore del silenzio. Parlare di sessualità ai figli non è facile sia per i genitori (per ragioni culturali e religiose, per come siamo stati educati al discorso della sessualità), ma anche per i ragazzi stessi che già per natura tendono a prendere le distanze dal confronto con gli adulti e a maggior ragione in un intimo. territorio così I ragazzi non hanno solo a che fare con il oro copro che cambia, ma anche col bisogno di andare verso gli altri: è così che in adolescenza gli amici non sono più compagni di gioco, ma diventano confidenti, persone con cui confrontarsi, a cui appoggiarsi e a cui chiedere conforto e pareri. Quindi, oltre spinte sessuali, nasce la necessità di dirigere i sentimenti di tenerezza e vicinanza non più alle figure genitoriali adulte, ma verso i coetanei: allora nascono le amiche-gli amici del cuore: queste amicizie, che sono spesso travolgenti e caratterizzate da un forte senso di esclusività e dalla gelosia, permettono agli adolescenti di vivere il passaggio dall amore verso i genitori, all amore verso i coetanei in maniera più graduale. Più avanti nel tempo assume maggior importanza la figura del/della fidanzato/a con cui si possono avere le prime esperienze fisiche-sessuali che, a questa età, non possono che essere accompagnate dalla necessità di sperimentare qualcosa di nuovo, dalla curiosità, dal timore, dal bisogno di dimostrare qualcosa a se stesasi e agli altri; per molti ragazzi (e ad oggi sempre più anche per le ragazze, proprio per le trasformazioni sociali di cui parlavo prima) ad esempio, il mito del primo rapporto sessuale rappresenta il poter dimostrare a se stessi e agli amici che si è usciti dall infanzia e si è diventati grandi.
5 Per gli adulti è evidente che diventare grandi è qualcosa di più complesso e che il raggiungimento di una sessualità consapevole, armoniosa e soddisfacente ha a che fare con un percorso lungo ed è influenzato da molti fattori tra cui: la disponibilità degli adulti a comprendere il valore evolutivo e relazionale della sessualità, la possibilità di vivere le curiosità e le spinte sessuali senza ostacoli morali, sensi di colpa e vergogna, l accettazione dei genitori di un distacco da loro, il ricevere giuste informazioni e l aver vissuto fin da piccoli all interni di buoni legami. La sessualità quindi non è solo ciò che ha a che fare col corpo che si trasforma ma è qualcosa di più complesso. È anche il risultato dei valori trasmessi sia a livello culturale che famigliare (non solo in termini di ciò che è giusto e sbagliato e quindi di valori morali, etici, religiosi), ma soprattutto di valori di relazione che passano necessariamente attraverso lo stare in relazione con l altro e non possono essere pedagogicamente insegnati: Françoise Dolto parlava infatti di umanizzazione. P. Picasso - Famiglia d'acrobati con scimmia (1905) Jole Baldaro Verde diceva che la sessualità umana è qualcosa a cui veniamo educati fin da quando siamo piccoli in quanto per raggiungere il suo pieno sviluppo, deve percorrere una lunga e difficile strada quella degli affetti, che parte dal rapporto con mamma e papà e tocca tutte le relazioni privilegiate e che ha a che fare col rispetto di sé e degli altri, col rispetto del proprio corpo e di quello degli altri, con la capacità di mettersi nei panni degli altri, con l accettazione del limite, della diversità e della propria identità che prende vita da un complesso intreccio tra fattori biologici, culturali, famigliari-educativi, sociali.
6 La sessualità nel mondo umano non è solo atto sessuale ma è stare in relazione con l altro e proprio per questo spesso fonte di incomprensioni e dolore anche tra gli adulti. Se riusciamo a comprendere che la sessualità porta con sé questa ricchezza, questa complessità, possiamo facilmente comprendere che la prima forma di educazione sessuale cresce all interno di un buon legame con le figure genitoriali e tra le figure genitoriali, e quindi non inizia quando i figli entrano in pubertà e le trasformazioni del corpo richiedono ai genitori di mettere parola su quello che sta accadendo, ma molto prima, fin da quando i bambini sono piccoli. Educare alla sessualità allora non è solo informare ma è anche educare alla relazione: si dibatte ancora molto oggi rispetto al tema dell educazione sessuale (chiamata anche educazione affettiva alla sessualità): è di competenza della famiglia? della scuola? degli esperti? Credo, avendo fatto per anni educazione alla sessualità nelle scuole, che questa possa essere il risultato di uno sforzo corale e collettivo dove ciascun attore (famiglia, insegnati, educatori, esperti) ha un ruolo specifico. Credo che la scuola, attraverso insegnati formati o persone esperte, possa assumersi il ruolo più informativo perché per i ragazzi confrontarsi con adulti che non sono i propri genitori (quindi con i quali non c è un legame affettivo importante, ma di cui sentono di potersi fidare) diventa più semplice e meno imbarazzante (questo non vuol e dire che i genitori si possano esimere dalla responsabilità, che a parer mio dovrebbero mettere in campo fin da quando i bambini sono piccoli, di parlare di sessualità con i loro figli). Allo stesso tempo credo anche che non si possa avvera l aspettativa o la presunzione di riuscire a fare in pochi incontri quello che una famiglia riesce a costruire in anni di relazione: pur essendo i corsi di educazione alla sessualità attenti anche al mondo emotivo dei ragazzi e non solo a quello
7 informativo (si parla ai ragazzi non solo del corpo che cambia, di cosa sono le malattie, delle precauzioni ma anche dei loro vissuti, delle loro paure, dei loro valori) non si può immaginare che l affettività sia qualcosa che si può insegnare perché, come abbiamo visto, è qualcosa che passa attraverso l aria che si respira. Mi piacerebbe chiudere con poche ma significative frasi di alcuni ragazzi conosciuti nei corsi di educazione alla sessualità (ne ho prese alcune indicative): esprimono la possibilità, come dicevo poco fa, di poter parlare con tranquillità e senza timore di giudizio, di potersi confrontare, di essere ascoltati, di poter esprime i propri dubbi, di non sentirsi in imbarazzo. È stato bello parlare liberamente senza essere giudicati da altri, ascoltare le domande degli altri e confrontarle con le mie. È stato bello e interessante; grazie per averci ascoltato e spiegato. È stato bello perché abbiamo avuto la possibilità di esprimere liberamente i nostri dubbi e le problematiche della nostra età e a prepararci a quelle successive. Non mi sono sentita imbarazzata. Hanno chiarito molto dubbi e fatto luce su molti argomenti. Dott.ssa Chiara Borghi
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