«È lecito fermare l aggressore»

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1 MARTEDÌ 19 AGOTO 2014 ANNO N In Italia EURO 1,40 Milano, Via olferino 28 - Tel Roma, Piazza Venezia 5 - Tel Fondato nel 1876 ervizio Clienti - Tel mail: servizioclienti@corriere.it Il fondatore di Wikileaks La sfida di Assange: lascio l ambasciata Dopo due anni. «Presto uscirò ma non mi consegno» di Fabio Cavalera e Viviana Mazza a pagina 15 Con il Corriere Costantini, trilogia noir Il secondo romanzo Oggi in edicola a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano L IPOTEI DI TAGLIARE LE PENIONI PIÙ ALTE IL CONTRATTO TRADITO di PIERO OTELLINO Francesco e l Iraq: la scelta sulla modalità d intervento spetta all Onu. E scherza sulla propria morte: 2, 3 anni e via «È lecito fermare l aggressore» Il Pontefice: siamo come nella Terza guerra mondiale, ma a capitoli > Poste Italiane ped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano governativa di toccare le pensioni cosiddette L ipotesi alte per aiutare gli esodati i lavoratori che, in forza di una legge, non hanno più un lavoro, ma neppure la pensione ferma l orologio delle riforme alla redistribuzione della ricchezza (si toglie a qualcuno per dare ad altri) già praticata dai governi precedenti e che ha portato l economia nazionale nella depressione della crescita zero. Le previdenza è una sorta di contratto che il lavoratore stipula con lo tato, in base al quale, dietro il pagamento di contributi durante gli anni lavorativi, il cittadino riceverà una pensione. L assistenza è l aiuto che lo tato (sociale) fornisce ai meno abbienti attraverso la fiscalità generale. Il nostro tato che fa volentieri confusione fra assistenza e previdenza supplisce alle proprie carenze sociali e finanziarie con la redistribuzione della ricchezza. Questa che meglio sarebbe definire distruzione di ricchezza si traduce in una doppia tassazione per chi ha già ha pagato le tasse sui propri guadagni e finisce così col (ri)pagarle, in modo surrettizio, con la sottrazione da parte dello tato di una parte ulteriore di quegli stessi guadagni. e, dunque, lo tato tradisce, o mostra di voler tradire, il contratto previdenziale, non c è più certezza del diritto, il cittadino non è in grado di programmare la propria vita, smette di spendere, gli investimenti si fermano, lo sviluppo si arresta. Così come ha prodotto la fine del socialismo reale, la forzosa redistribuzione della ricchezza minaccia, da noi, di uccidere l economia libera. L idea di prelevare dalle pensioni cosiddette alte le risorse per aiutare i meno fortunati facendo pagare l assistenza a chi ha già pagato previdenza e tasse è un trucco per supplire ai costi e alle carenze di uno tato sociale che non aiuta i meno abbienti, ma fa pubblicità a se stesso e produce consenso a chi governa. Il trucco è, a sua volta, reso necessario dalla carenza di risorse, dall esigenza di reperirle e dalla promessa di riforme che chi ne parla non è, poi, in grado o non ha la volontà politica di fare. È il caso del governo Renzi che si ripromette di essere riformista e si rivela tutt altro che tale. Esso, che piaccia o no, è uguale ai governi che lo hanno preceduto. Non fa, come non hanno fatto quelli, le riforme, soprattutto quella fiscale e amministrativa, che snellirebbero lo tato e gli consentirebbero di spendere meglio le risorse di cui dispone. Un abile e opportuna operazione di marketing a favore di se stesso, diffusa da un sistema informativo inadeguato, ha promosso il governo Renzi a «ultima spiaggia» contro l eventualità di elezioni anticipate. Che nessuno pare volere. enza che i cittadini-elettori manco se ne accorgessero, l Italia è passata, così, dalla condizione di democrazia rappresentativa a quella di democrazia «guidata» da una tecnocrazia. L Italia rimane malgrado l involuzione istituzionale un Paese libero. Ciò non toglie, peraltro, che si sia concretata in parte quella rivoluzione sociale, fallendola, che la sinistra filosovietica avrebbe voluto fare subito dopo la fine della guerra. Rivoluzione che la stessa Costituzione in qualche modo ha favorito con le sue ambiguità. Ancorché condizionata da una burocrazia eccessiva e criminalizzata da una diffusa cultura politica statalista e dirigista, l economia di mercato è da noi (ancora) relativamente in buona salute. Ma non è neppure il caso di ignorare certi sintomi. «Lecito fermare l aggressore ingiusto» ma «nessun Paese può giudicare da solo»: la scelta spetta all Onu, dice papa Francesco. Di ritorno dalla Corea del ud, sul volo che sorvola la Cina, il Pontefice parla dell Iraq e del terrore dell Isis dicendosi pronto ad andare in Kurdistan. Poi Bergoglio aggiunge: «Qualcuno mi ha detto: siamo nella Terza guerra mondiale, ma fatta a pezzi, a capitoli». E scherza sulla propria morte: «Ancora due o tre anni e via, si torna alla casa del Padre». ALLE PAGINE 2 E 3 antevecchi, Vecchi Giannelli Ordinanza a Bologna in favore di due coppie. «Non c è vuoto legislativo» Il tribunale alla clinica: fate l eterologa Meteo e vacanze La ministra non rinvia l inizio della scuola di MARCO GAPERETTI A PAGINA 17 di MARGHERITA DE BAC e MARIO PAPPAGALLO I l presidente della Consulta ha dato il via libera giorni fa, precisando che non c è vuoto legislativo. E allora il tribunale di Bologna dispone che due coppie infertili ricevano subito i trattamenti con gameti di donatori. Ovvero ordina la fecondazione eterologa anche se il governo non ha ancora legiferato sul tema. A PAGINA 16 Il cambiamento di questi mesi di PIERLUIGI BATTITA La parola «guerra» resta bandita. Ma le parole del Papa segnano una correzione significativa nella politica vaticana in Medio Oriente. Motivata dalle dimensioni catastrofiche del massacro di cristiani da parte del Califfato islamico. A PAGINA 3 Il ministro Orlando dal presidente. Le novità: processi rapidi, niente più arretrati, divorzio senza magistrato Giustizia civile, via libera di Napolitano Restano i nodi sulla parte penale, soprattutto sulle intercettazioni Primo via libera del presidente della Repubblica alla riforma della giustizia. Ieri Giorgio Napolitano ha discusso con il Guardasigilli Andrea Orlando i punti fondamentali delle innovazioni. In particolare Orlando ha illustrato al capo dello tato il testo del decreto legge sulla giustizia civile che dovrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri il 29 agosto. L obiettivo è la velocizzazione del processo civile, considerato un fattore di competitività del sistema Paese. ulla parte penale (prescrizione, falso in bilancio, intercettazioni) e su quella ordinamentale (revisione del Consiglio superiore della magistratura), il ministro ha presentato solo ipotesi per raggiungere l accordo nella maggioranza di governo, tuttora divisa. ALLE PAGINE 10 E 11 Breda, Labate, Martirano Numero chiuso in piazza Navona I pittori di strada? elezionati con un test BENVEGNÙ, GUAITOLI, LANNUTTI Parole audaci contro l ipocrisia di ALBERTO MELLONI La «Terza guerra mondiale a puntate» che papa Francesco ha fatto sua rimarrà come «l inutile strage» di Benedetto XV? Francesco ha fatto quello che nessun leader era in grado di fare: cioè guardare al mondo con verità. A PAGINA 33 di FLAVIA CICCHITANO A PAGINA 20 ZMNAKO IMAEL / METROGRAPHY Fisco empre più italiani pagano le tasse a rate di M. FRACARO e. TAMBURELLO A PAGINA 6 Conti pubblici Renzi: in nessun caso noi sforeremo il 3% di MARCO GALLUZZO A PAGINA 9 ul fronte Così i curdi con l aiuto Usa lanciano l offensiva verso Mosul di LORENZO CREMONEI Dove cadono le bombe si alzano pennacchi di fumo nero. La brezza porta gli echi dei colpi di cannone o mortaio, lo stridore dei reattori di un jet in picchiata. I combattimenti più intensi presso la diga. Così i curdi con l aiuto americano lanciano l offensiva verso Mosul. ALLE PAGINE 4 E 5 Di tefano, Olimpio, Pinna Politica estera LA GUIDA CHE MANCA ALL EUROPA di ANTONIO ARMELLINI Iministri degli Esteri dell Unione Europea, riuniti a Bruxelles nel giorno di Ferragosto, hanno espresso la loro preoccupazione per l avvitarsi della crisi irachena, condannato come crimini contro l umanità le violenze dell Isis (lo tato islamico), manifestato il loro appoggio ad Haidar Al Abadi, chiamato a sostituire Nuri Al Maliki al traballante timone del governo di Bagdad. Tutte dichiarazioni corrette e direi doverose, dette con una sola voce. CONTINUA A PAGINA 33

2 2 Primo Piano Martedì 19 Agosto 2014 Corriere della era Il colloquio La anta ede Le tappe Debutto in Asia In ud Corea l incontro con i giovani Il Papa ha scelto la Corea del ud per il suo primo viaggio in Asia. Prima tappa, a Ferragosto, il santuario di olmoe, nel centro del Paese, dove ha incontrato seimila giovani provenienti da tutta l Asia, riuniti per la Giornata continentale della gioventù. Presenti anche giovani cattolici cinesi, riusciti ad arrivare nonostante gli ostacoli burocratici posti dalle autorità L apertura Ai leader cinesi: non veniamo da conquistatori Papa Francesco ha terminato la sua visita in Corea del ud aprendo il dialogo non solo «politico» ma «fraterno» con i «Paesi asiatici con i quali la Chiesa non ha ancora una relazione piena»: Corea del Nord, Vietnam ma soprattutto Cina. Dopo il telegramma inviato al presidente Xi Jinping durante il volo di andata, ieri nel viaggio di ritorno ha parlato di «stima vera per il popolo cinese» In passato Prima in Brasile poi la missione in Terra anta Quello in Corea del ud è il terzo viaggio internazionale di Francesco. Papa Bergoglio si è recato l anno scorso in Brasile, a Rio de Janeiro, per la Giornata mondiale della Gioventù (dal 23 al 28 luglio). La scorsa primavera il viaggio in Terra anta, nei luoghi d origine del cristianesimo. Tre tati: Giordania, Israele e Palestina in tre giorni, durante il quale è maturata l idea di ospitare un incontro di preghiera con i leader israeliano e palestinese Nel 2015 In ri Lanka e Filippine Poi negli Usa Il prossimo anno il Papa ha in programma di tornare in Asia, questa volta con destinazione ri Lanka e Filippine. Ieri Francesco ha anche confermato di voler andare negli tati Uniti: sta prendendo in considerazione un viaggio in tre città nel mese di settembre 2015: Philadelphia per un raduno di famiglie, Washington per un intervento al Congresso e New York per parlare all Onu. DAL NOTRO INVIATO DAL VOLO PAPALE «Qualcuno mi ha detto: padre, siamo nella Terza guerra mondiale, ma fatta a pezzi, a capitoli». Il volo B777 è decollato a eul da una mezz ora e sta per sorvolare la Cina «e ci andrei? Ma sicuro, domani!» quando Francesco raggiunge i settanta giornalisti che lo seguono da tutto il mondo. i mostra sorridente e in forma, a dispetto dei cinque giorni di viaggio in Corea del ud, sulla veste il fiocco giallo che ricorda il naufragio del traghetto ewol, simbolo dei genitori che chiedono giustizia per i ragazzi morti: «Mi suggerivano: meglio toglierlo, ma con il dolore umano non si può essere neutrali». Come sempre il Papa risponde a tutte le domande, per un ora, a cominciare dall Iraq e dal terrore dell Isis: «È lecito fermare l aggressore ingiusto» ma «nessun Paese può giudicare da solo», avverte: la scelta spetta all Onu. Intanto parla pure del successo continentale del an Lorenzo, la squadra del cuore («è una buona notizia, dopo il secondo posto in Brasile!»), racconta che in Vaticano «sono caduti i muri» e fa una vita normale senza più sentirsi prigioniero («prima il Papa non poteva prendere neanche l ascensore da solo») e scherza perfino sulla propria morte, facendo oscillare la mano come chi fa segno di andarsene: «Ancora due o tre anni e via, si torna alla casa del Padre», ride sereno. Ma lo sguardo si oscura quando riflette sul conflitto diffuso e senza regole: «È un mondo in guerra dove si commettono crudeltà. Ora i bambini non contano! Una volta si parlava di guerra convenzionale, non dico che fosse una cosa buona ma oggi la bomba ammazza l innocente con il colpevole, il bambino con la mamma, ammazza tutti. Ma vogliamo fermarci a pensare al livello di crudeltà a cui siamo arrivati? Crudeltà e tortura: oggi la tortura è uno dei mezzi direi quasi ordinari nel comportamento dei servizi di intelligence e in al- Il Papa: «e necessario sono pronto terreno per fermare gli jihadisti? Pensa di poter andare un giorno a pregare in Iraq o in Kurdistan? «Ho già dato la risposta: io sono d accordo soltanto col fatto che, quando c è un aggressore ingiusto, venga fermato. Quanto ad andare, ne abbiamo parlato, era una delle possibilità: se fosse necessario, ci dicevamo, dopo la Corea andiamo là. ono disponibile. In questo momento non è la cosa migliore da fare, ma sono disposto ad andare». Lei è il primo Papa che abbia potuto sorvolare la Cina. ono passi avanti di un dialogo possibile? E avrebbe desiderio di andarci? «All andata, quando stavamo per entrare nello spazio aereo cinese, ero nella cabina di pilotaggio. Il pilota ha chiesto l autorizzazione, una cosa normale, poi ha mandato il telegramma. ono tornato al mio posto e ho pregato tanto per quel bello e nobile popolo cinese. Un popolo saggio: penso ai grandi saggi cinesi, una storia di scienza, di saggezza. Anche noi gesuiti abbiamo una storia, lì, con padre Matteo Ricci. e ho voglia di andare in Cina? Ma sicuro, domani! Noi rispettiamo il popolo cinese, la Chiesa chiede soltanto libertà per il suo lavoro: nessun altra condizione. Resta attuale la lettera fondamentale di Benedetto XVI ai cinesi. E la anta ede è sempre aperta ai contatti, semcuni processi giudiziari. E questo ci deve spaventare. Non è per fare paura. Ma il livello di crudeltà dell umanità in questo momento deve spaventare un po». antità, lei approva il bombardamento Usa sui terroristi in Iraq, per evitare il genocidio e tutelare le minoranze? «In questi casi, dove c è un aggressione ingiusta, soltanto posso dire che è lecito fermare l aggressore ingiusto. ottolineo il verbo: fermare. Non dico bombardare o fare la guerra, dico fermarlo. I mezzi con i quali si possono fermare dovranno essere valutati. Ma dobbiamo avere memoria, pure: quante volte, con la scusa di fermare l aggressore ingiusto, le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto una bella guerra di conquista? Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore ingiusto. Dopo la econda guerra, sono state create le Nazioni Unite: là si deve decidere, come lo fermiamo? olo questo, niente di più. Quanto alle minoranze, mi parlano dei cristiani che soffrono, dei martiri, ed è vero, ci sono tanti martiri. Ma qui ci sono uomini e donne, minoranze religiose non tutte cristiane, e tutte sono uguali davanti a Dio. Fermare l aggressore ingiusto è un diritto che l umanità ha. Ma c è anche un diritto dell aggressore ad essere fermato, perché non faccia del male». arebbe pronto a sostenere un intervento sul In viaggio con il Pontefice di ritorno dall Asia: «Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore» Verso il disgelo? econdo lo studioso Ren Yanli ci sono stati passi avanti diplomatici, ma nessuna vera apertura religiosa Il teologo cinese: segnali da Pechino, ma non illudetevi Dall aereo del Papa che attraversava lo spazio cinese ieri è stato trasmesso un secondo telegramma indirizzato al presidente Xi Jinping con la benedizione per la sua nazione. Il primo, inviato la settimana scorsa mentre Francesco volava verso la Corea del ud, pare si fosse perso per motivi tecnici oscuri. Però, il ministero degli Esteri di Pechino aveva poi comunicato di aver «notato le osservazioni del Papa» e di aver sempre voluto «migliorare le relazioni con il Vaticano». E questo, dopo oltre sessant anni senza rapporti ufficiali, è un buon segno. Ieri l agenzia Xinhua, voce del governo di Pechino, ha finalmente dato notizia del viaggio, riferendo che alla messa di sabato a eul c era un milione di fedeli; ma ha taciuto sul messaggio di Francesco, che fino a ieri sera non aveva avuto alcun cenno di risposta diretta dal leader cinese. ono segnali contrastanti quelli arrivati dalla Repubblica popolare cinese in questi giorni. Il più positivo ed evidente è stato di aver consentito all aereo di Francesco di sorvolare il territorio cinese. Il più negativo è stato il divieto per centinaia di giovani cattolici cinesi di raggiungere la Corea e partecipare agli eventi con il Papa. Ren Yanli, esperto di cattolicesimo e per anni teologo presso l Accademia delle scienze sociali di Pechino (il think tank governativo) ricorda al Corriere che per due volte negli anni 80 Giovanni Paolo II aveva dovuto allungare la rotta per evitare lo spazio aereo cinese mentre era diretto a eul. E spiega che «questa prima apertura concessa a Francesco è stata decisa sicuramente ad altissimo livello». Ren però aggiunge: «i è trattato di una gentilezza che non è da interpretare con ottimismo illusorio, perché lasciar passare un volo ufficiale è una consuetudine diplomatica e anche i due telegrammi del Papa fanno parte del protocollo». Il teologo comunista spiega: «Il Papa è stato considerato come un capo di tato, non come leader religioso. E infatti sul fronte religioso non vedo alcun passo in avanti, come dimostra il divieto di andare in Corea per i cattolici I cattolici in Asia Percentuale rispetto agli abitanti del Paese <1% 1/5% > 5% > 90% PAKITAN ,6% INDIA ,4% Principale gruppo religioso Islamico Buddista Cristiano Induista NEPAL ,03% BIRMANIA % BANGLADEH % Fonte: Union of Catholic Asian News/Vaticano - AFP THAILANDIA ,5% RI LANKA % pre. Perché ha una stima vera per il popolo cinese». La preghiera per la pace con Peres e Abu Mazen è stata un fallimento? «Assolutamente no, io credo che la porta sia aperta. L iniziativa è nata dai due presidenti, loro mi hanno fatto arrivare questa inquietudine. È stata aperta la porta della preghiera, perché la pace si merita con il nostro lavoro ma è un dono. Ciò che è arrivato dopo era congiunturale, la preghiera no. Ora il fumo delle bombe e della guerra non lascia veder la porta, ma la porta è rimasta aperta». Dove andrà nel 2015, dopo ri Lanka e Filippine? «Vorrei andare a Filadelfia all incontro delle famiglie, sono stato anche invitato dal presidente americano al congresso di Washington e dal segretario dell Onu a New York. Forse andrò nelle tre città assieme. I messicani vorrebbero andassi alla Madonna di Guadalupe, si può approfittare di quel viaggio ma non è sicuro. Intanto quest anno è prevista l Albania, per due motivi importanti. Primo, perché sono riusciti a fare un governo di unità nazionale ma pensiamo ai Balcani, eh? tra islamici, ortodossi, cattolici, con un consiglio interreligioso che aiuta tanto, equilibrato e armonico, e questo va bene. La presenza del Papa vuole dire a tutti i popoli che si può lavorare assieme. e MONGOLIA 760 0,03% LAO ,7% CAMBOGIA ,14% CINA % VIETNAM ,6% COREA DEL UD ,7% GIAPPONE ,35% TAIWAN % FILIPPINE %

3 Corriere della era Martedì 19 Agosto 2014 Primo Piano 3 Prima di partire Il Papa ieri a eul ha pregato per la riconciliazione delle due Coree (Ap) poi pensiamo alla storia dell Albania, è stato l unico dei paesi comunisti ad avere l ateismo pratico nella Costituzione: se andavi a messa era anticostituzionale! ono state distrutte 1820 chiese, altre trasformate in cinema, teatri, sale da ballo...». Come vive la sua popolarità immensa? «La vivo come generosità del popolo, ringraziando il ignore che il suo popolo sia felice. Interiormente cerco di pensare ai miei peccati, ai miei sbagli, per non credermela («montarmi la testa», ndr), perché io so che questo durerà come me, due o tre anni e poi via, alla casa del Padre!». I suoi rapporti con Benedetto XVI? «Ci vediamo, prima di partire sono andato a trovarlo, mi ha mandato un suo scritto interessante. Abbiamo un rapporto normale. Mi fa bene sentirlo, mi incoraggia. Forse l idea non piace a qualche teologo, però io penso che il Papa emerito non sia una eccezione, ma già una istituzione. I secoli diranno se è così o no. La nostra vita si allunga e a una certa età la salute forse è buona ma non c è più la forza di governare. Benedetto ha compiuto questa scelta nobile e umile. Io pregherò, ma se mi trovassi nella stessa situazione farei lo stesso». Lei ha una vita serrata. Poco riposo, niente vacanze. C è da preoccuparsi? «Io passo le vacanze in casa. Una volta ho letto cinesi». Però, sulla questione dei giovani fermati negli aeroporti cinesi mentre cercavano di imbarcarsi per eul, c è anche un interpretazione meno pessimista: «Non penso che l ordine sia arrivato da Pechino; si è trattato di eccesso di zelo da parte di funzionari locali che temevano guai», dice Anthony Lam dello Holy pirit tudy Center di Hong Kong. Un altro segnale, se non proprio incoraggiante almeno non negativo, viene dal Global Times, tabloid del partito comunista di Pechino, che ieri ha pubblicato una corrispondenza da eul citando tra virgolette un commento della tv coreana: «Francesco ha mostrato forte intenzione di aprire un dialogo attivo e di migliorare i rapporti con la Cina... tra Pechino e Vaticano è stata creata un atmosfera di conciliazione». Anche il Global Times ha chiesto un parere a un esperto. Il professor Qu Xing dell Istituto affari internazionali di Pechino ha risposto: «È il Vaticano che ha più fretta di recuperare un rapporto sereno con la Cina, ma per Pechino non c è urgenza, sa che è la Chiesa di Roma ad averne più bisogno». Guido In Iraq ci sono minoranze non tutte cristiane: tutte sono uguali davanti a Dio e ho voglia di andare in Cina? icuro, anche domani. ono un popolo saggio Prima il Papa non poteva prendere neanche l ascensore da solo ad andare in Iraq» un libro interessante, s intitolava Rallegrati di essere nevrotico! La mia nevrosi è che sono un po troppo legato al mio habitat. L ultima volta che ho fatto vacanze fuori, con la comunità gesuita, è stato nel 75. Cosi faccio vacanza a casa, cambio ritmo: dormo di più, leggo cose che mi piacciono, sento musica, prego di più. E questo mi riposa, a luglio tante volte l ho fatto. È vero, il pomeriggio che dovevo andare al Gemelli non ce la facevo. Erano giorni molto impegnativi. Adesso so che devo essere più prudente». Gian Guido Vecchi In pochi mesi IL MAACRO, LE VITTIME E LA VOLTA DI FRANCECO In volo Papa Francesco risponde ai giornalisti a bordo dell aereo decollato da eul (Ap/Gregorio Borgia) di PIERLUIGI BATTITA Guerre giuste? Il Papa non è bellicista: ma chi cercava protezione in Vaticano per promuovere un pacifismo assoluto non lo troverà La parola «guerra», quella è sempre bandita. Ma la Chiesa cattolica non ha mai disdegnato gli eufemismi per gli interventi militari che si prefiggevano di fermare «la mano dell aggressore» contro le popolazioni civili. L «ingerenza umanitaria» per l intervento armato nel Kosovo. La «polizia internazionale», limitata e circoscritta, per l azione in Afghanistan, all indomani degli attentati dell 11 settembre. Oggi però le parole di papa Francesco segnano una correzione significativa nella politica vaticana in Medio Oriente. Il massacro dei cristiani in Iraq sta assumendo dimensioni apocalittiche. La linea della prudenza appare destinata alla disillusione. La Chiesa di Francesco non è diventata bellicista. Ma difficilmente chi si è sempre nascosto sotto il manto papale per dare autorevolezza a una linea di «pacifismo» assoluto troverà accoglienza a piazza an Pietro. Come accadde nel 1991 e nel 2003, quando la sinistra italiana finì per sfilare sotto le finestre di Giovanni Paolo II, riconoscendo la sua leadership morale nel fronte contrario sia alla guerra promossa da Bush padre che a quella di Bush figlio e di Blair. Non tanti anni, ma pochissimi mesi fa, le parole di Francesco sono apparse come un alt categorico alla tentazione obamiana di intervenire in iria contro la carneficina compiuta da Assad, in un conflitto che conta oggi circa 170 mila vittime, quasi tutte civili. Invece di «fermare l aggressore», la priorità sembrò allora quella di fermare l interventismo ondivago degli tati Uniti. Un digiuno di testimonianza a favore della pace suonò più polemico nei confronti di Obama che non di Assad. Un pacifismo un po strabico, che però poteva essere giustificato dalla necessità di difendere i cristiani di iria dai crimini che i ribelli jihadisti avevano cominciato a perpetrare contro il popolo della croce. La stessa prudenza per le sorti dei cristiani che ha indotto il Vaticano nel corso di questi anni a non chiedere la mobilitazione del mondo contro i regimi islamici (non solo fondamentalisti, ma anche «moderati» come l Arabia audita) che non risparmiano persecuzioni contro i «blasfemi» che osano possedere un crocefisso o un rosario e contro i luoghi di culto cristiano, ostracizzati e martirizzati. Le dimensioni catastrofiche del massacro dei cristiani da parte dei seguaci del Califfato islamico inducono papa Francesco a correggere il tiro. Non si parla certamente di «guerra giusta» lungo una tradizione cattolica ed ecclesiastica che ha segnato secoli di riflessione sull uso degli strumenti bellici da parte degli tati. La deplorazione di papa Benedetto XV contro l «inutile strage» rappresentata dalla Prima guerra mondiale, oramai un secolo fa, esprimeva una nettezza che non dava spazio a interpretazioni equivoche o minimizzanti. E persino nella econda guerra mondiale, di fronte a uno sterminio di proporzioni inusitate, la linea della prudenza consigliava al Vaticano (ma non ai singoli vescovi e agli istituti religiosi) un atteggiamento che non suonasse come elemento ulteriore di conflitto e di divisione. Nel Medio Oriente, poi, la politica vaticana del buon vicinato con il mondo arabo, ha sempre suggerito una linea, se non di aperta ostilità, comunque di diffidenza nei confronti dello tato di Israele. Nella Guerra del Golfo, all indomani della fine della guerra fredda e nella ricerca affannosa di un nuovo «ordine internazionale» garantito dalle Nazioni Unite, il papato di Wojtyla rappresentò la calamita capace di attrarre tutto il variegato mondo contrario all intervento in Iraq, malgrado la palese violazione della legalità internazionale da parte di addam Hussein con l invasione del Kuwait. Nel 2003 le bandiere arcobaleno della pace sventolarono con l appoggio della Chiesa cattolica che pure non si era spesa contro l intervento per estromettere il regime dei talebani in Afghanistan: e anche lì le ragioni geopolitiche si mescolarono a quelle umanitarie, con la persecuzione da parte del regime di addam dei curdi uccisi con il gas e degli sciiti di Bassora. Poi la guerra del Kosovo, che pure cercò di mimetizzarsi come atto di indispensabile «ingerenza umanitaria». Ora la necessità ribadita da Francesco di fermare la mano assassina dell aggressore e impedire ulteriori massacri. Una svolta che può influenzare la politica degli tati. Non una «terza guerra mondiale», ma certamente un ribollire incontrollato dei conflitti.

4 4 Primo Piano Martedì 19 Agosto 2014 Corriere della era # Iraq Il conflitto Dalla diga verso Mosul, parte l offensiva curda «Adesso l obiettivo è riprendere i villaggi» I jihadisti piazzano mine e tendono agguati u Tripoli raid aereo anti-milizie di GUIDO OLIMPIO Caccia non identificati hanno colpito ieri posizioni dello «cudo della Libia occidentale» sulla strada da Tripoli all aeroporto civile. Un raid in sostegno al generale laico Haftar impegnato nella lotta contro le milizie foraggiate dalla Fratellanza musulmana, Qatar e Turchia. ulla appartenenza dei caccia si sono scatenate le voci più strane. Per una tv locale erano «italiani», cosa smentita dalla Farnesina. Per altri americani. Poi è arrivato l annuncio dell aviazione libica: siamo stati noi ad attaccare. Un ipotesi è che ai comandi vi fossero piloti locali che volavano su aerei forniti da un Paese vicino. Due i candidati: l Algeria e l Egitto. Entrambi, in modo discreto, appoggiano Haftar in chiave anti-islamista. Compito non facile vista la frammentazione della Libia post-gheddafi. I 20 mila uomini del generale si oppongono allo schieramento integralista dello «cudo», diviso in tre tronconi: occidentale, centrale (irte) e orientale (Bengasi). Decine di migliaia di miliziani che collaborano con i veterani del Gruppo libico islamico combattente di Abdel Hakim Belhadj, rinforzato da un nucleo di guerriglieri rientrati dalla iria dove appoggiavano i ribelli. Ogni fazione cerca di controllare uno scalo aereo. Haftar tiene la pista di Benina, vicino a Bengasi, Tobruk e la lontana base di ebha. A Camp Mitiqa ci sono i mujaheddin di Belhadj. I miliziani di Zintan, amici dell ex premier Jibril e degli Emirati, sono nell aeroporto civile della capitale devastato dagli scontri e non utilizzabile. Come è fuori uso quello di irte. Purtroppo, in questi mesi, la Libia continua ad essere una sorvegliata speciale. Con algerini e egiziani più che mai inquieti. ul piano regionale vogliono contenere la spinta qatariota, su quello locale sventare le manovre di gruppi jihadisti abili nello sfruttare il caos a fini politici e le lunghe frontiere per trafficare. Il classico binomio che unisce i predoni ai terroristi incarnato in Mokhtar Al Mokhtar. Avrebbe messo le tende in Libia, da dove coordina azioni in Tunisia e Algeria. Un vecchio nemico che ha trovato nuovi spazi. DAL NOTRO INVIATO 170 bombe 12 miliardi BADRIKE (Iraq settentrionale) L aviazione statunitense vola alta nel cielo. Dove cadono le bombe, pennacchi di fumo nero si stagliano netti contro l azzurro immobile, reso opaco dal calore estivo. Ogni tanto la brezza pigra che soffia sulla superficie calma del vasto lago artificiale porta rombi profondi, echi di colpi di cannone o mortaio, lo stridore dei reattori di un jet in picchiata. E ovvio che i combattimenti più intensi si svolgono presso la diga, nella parte più meridionale del bacino, dove però nessuno sa, o vuole dire con chiarezza, se davvero sia stata presa dalle brigate curde, oppure resti ancora nelle mani dei guerriglieri dell autoproclamato «Califfato». uperiamo il posto di blocco curdo principale allo snodo di Badrike, vicino alla provinciale che collega Dohuq a Er- 15 raid bil, ma pochi chilometri dopo una postazione d artiglieria costituisce la fine della corsa. «Abbiamo vinto. La diga è quasi nostra!», esclamano gli artiglieri curdi. Ma allora perché non possiamo raggiungerla? Chiediamo. «Impossibile, tutta la zona è imbottita di mine», rispondono mostrando un camion che trasporta nel cassone almeno una trentina di cariche esplosive disinnescate. Fili elettrici, morsetti metallici, bombe artigianali, miste a mine di fabbricazione russa sono accatastati alla rinfusa. Li indicano come un trofeo. Però alla storia della vittoria non ci credono neppure loro. La verità è semmai più ambigua: nonostante il massiccio sostegno dell aviazione Usa, i peshmerga stanno ancora combattendo, la battaglia della diga deve ancora essere completata. Da Washington Obama annuncia: «Continueremo a perseguire una strategia a lungo termine contro i militanti dello tato islamico in Iraq, sostenendo il nuovo governo di Bagdad». Anche Roma è nella partita: «tiamo mettendo insieme una coalizione internazionale per far fronte alle crisi umanitaria», ha detto ancora il presidente Obama, aggiungendo che in questo senso gli Usa «lavoreranno con il governo iracheno e con partner come Gran Bretagna, Canada, Francia, Italia e Australia per fornire acqua e assistenza alle persone che sono state costrette a fuggire dalle loro case». Forse la barriera di cemento sul Tigri è realmente stata ripresa, eppure i miliziani estremisti sunniti si dimostrano nemici coriacei, pronti a morire e soprattutto ben addestrati nelle tecniche della guerriglia. Un ingegnere curdo che osserva la scena così spiega la cautela che impronta gli scambi a fuoco: «La diga ha un difetto di costruzione. E stata eretta su di una base sabbiosa. Da anni ormai è soggetta a lavori di mantenimento periodici per fermare le infiltrazioni e al pericolo di cedimenti strutturali, che comportano soprattutto regolari iniezioni di cemento. Ora sono almeno due mesi che nessuno ci lavora. e crollasse sarebbe una catastrofe». Osservando lo scenario della prima offensiva curda, con la fondamentale copertura aerea Usa, dalle vittorie di inizio agosto del «Califfato» è possibile cogliere le dinamiche dello scontro. Non ci sono massici combattimenti campali e neppure grandi dispiegamenti di forze. La guerriglia sunnita si muove veloce sui gipponi e sugli Humvee blindati ultimo modello catturati a giugno dopo i rovesci subiti dall esercito regolare iracheno. Gli scontri sono fatti di rapide imboscate, attacchi e ritirate compiuti da unità di pochi uomini ciascuna. dislocate dall Isis attorno alla diga, sono state disarmate dai peshmerga di metri cubi la capacità del bacino, che ha una larghezza di 3,5 km Le immagini La ragazza con il fucile e le donne al fronte: «La nostra vendetta» DAL NOTRO INVIATO DAHUK (Iraq settentrionale) «Vendetta»: la parola echeggia ripetuta sempre più forte e rabbiosa, come un urlo di battaglia, un modo per lenire le ferite e trovare una ragione di vita. Non sono soltanto gli uomini a rilanciarla tra la moltitudine dei sopravvissuti umiliati, offesi, feriti nel profondo, delle comunità degli yazidi e dei cristiani iracheni. pesso sono anche le donne. Hanno perso famiglie intere, figli, mariti, genitori. aerei lanciati ieri dagli tati Uniti nell area della diga di Mosul Alcune sono sole. Ora vorrebbero combattere, prendere il fucile e imparare a utilizzarlo. «Mi sono armata e pattuglio il nostro villaggio di Al Qosh con gli uomini della nostra brigata di autodifesa. Non siamo tanti ma possiamo batterci», ci ha detto ieri Basima iffar, 55 anni, inquadrata con fucile e pistola tra i gruppi militarizzati dei villaggi cristiani. Le più determinate sono però le donne yazide. Incarnano direttamente la sfida alla soldataglia del «Califfato» che le usa come schiave Verso Mosul Un peshmerga curdo osserva una colonna di fumo che si leva sulla linea del fronte, venti chilometri a est di Mosul (Afp/Ahmad Al-Rubaye) I curdi temono le mine e le trappole esplosive di cui i nemici sono veri esperti. Hanno imparato a costruirle e posizionarle con il massimo dell effetto letale nei lunghi e sanguinosi anni della guerra contro la presenza americana in Iraq dal 2003 al Il numero delle vittime per il momento resta però relativamente limitato. I peshmerga parlano di una quarantina di cadaveri di jihadisti individuati tra i resti dei loro automezzi carbonizzati dalle bombe e dai razzi Usa. Ieri mattina una decina di combattenti peshmerga erano rimasti feriti da un paio di bombe tirate per errore dai jet americani. «I nostri uomini si sono spinti troppo avanti rispetto alle linee rosse che erano state concordate con gli alleati», ammettono i loro stessi comandi. sessuali, al meglio le converte per allevare la nuova generazione di combattenti per l Islam. Abbiamo colto più volte la volontà di lotta tra queste donne nei campi dei profughi scesi dal caldo soffocante delle montagne di injar. La foto pubblicata oggi dal Corriere in prima pagina ne simboleggia lo spirito. Una giovane, quasi una ragazzina, con il kalashnikov a tracolla segue la folla dei profughi in fuga. Facilmente la donna più matura e la ragazzina alcune decine di metri di fronte a lei sono la madre e la sorella più piccola. L abbiamo mostrata agli yazidi dei campi profughi sul confine tra iria e Iraq. piegano che è stata presa sull unica strada asfaltata che attraversa i monti injar, presso il villaggetto di Kerse, dove si comincia a scendere verso il confine siriano. La ragazza probabilmente ha preso il fucile del fratello, del padre o del marito. «Gli uomini portavano in braccio i figli piccoli, le donne li aiutavano portando le armi», spiegano i testimoni. Ma la forza dell immagine è indubbia. Arri- Nelle ultime 24 ore i raid americani sono stati una quindicina. Circa la metà della settantina di attacchi aerei iniziati l 8 agosto sono stati concentrati sulla diga di Mosul. Al Pentagono dicono di avere distrutto o danneggiato ieri alcune postazioni dello tato Islamico (come sono anche chiamati i guerriglieri), oltre a sei veicoli corazzati, un mezzo armato leggero ed altro equipaggiamento. Tutto sommato, poca roba. La sfida è piuttosto quella del controllo sui villaggi. Appena dopo lo svincolo di Badrike c è per esempio il piccolo nucleo urbano di Babirah, quasi totalmente abitato da sunniti, che sono fuggiti verso le zone pattugliate dagli estremisti. La loro presenza è elusiva, avanzano e al primo allarme spariscono, difficile individuarli grazie al sostegno offerto dalle popolazioni sunnite locali. Più avanti ci sono villaggi cristiani e yazidi che proseguono a raggiera sino a Tell Kief, Qaraqosh e la piana di Ninive. «Presto li prenderemo tutti. Catturata la diga ci apriremo la strada per la liberazione di Mosul», promettono i politici curdi da Erbil. Nel frattempo però le loro popolazioni sono scappate in massa verso nord. Vale anche per il villaggio di Al Qosh, vera culla storica del cristianesimo locale. E posto solo sette chilometri a nord del bacino artificiale. I peshmerga lo hanno circondato con una fitta rete di posti di blocco, eppure meno di 500 dei suoi quasi 8 mila abitanti sono tornati alle loro case. Un esempio delle tecniche di battaglia In fuga Donne della minoranza yazida, in fuga dalla città di injar e dalle violenze degli estremisti islamici dell Isis, vengono aiutate da una combattente curda nei pressi del confine siriano. Decine di migliaia di yazidi sono scappati dalle loro case nel nord del Paese per raggiungere la più sicura provincia di Dahuk (Reuters) vate al sicuro nei campi di tende organizzati dall Onu, alcune donne hanno deciso di imbracciare il fucile e andare a combattere. Quante? Non sappiamo. Dal campo profughi di Faysh Kabur sono partite almeno una decina. «Non si sono unite ai peshmerga iracheni perché si sentono tradite da loro. Promettevano di difendere gli yazidi, ma nel momento del pericolo sono scappati. Per questo gli yazidi ora si offrono volontari nelle brigate curde che operano in iria», ci spiega Youssef Iso Hassan,

5 Corriere della era Martedì 19 Agosto 2014 Primo Piano 5 # La missione Kalashnikov, missili, razzi: potrebbero partire a bordo di elicotteri o con navi civili Ispezione di Pinotti in ardegna Pronti i carichi d armi per l Iraq Fanno parte dell arsenale sequestrato all oligarca russo Zukhov Il presidente Obama «Lavoreremo con partner come Gran Bretagna, Canada, Francia, Italia e Australia per fornire acqua e assistenza ai profughi» Nazioni Unite L Onu denuncia un potenziale genocidio e una situazione drammatica con gli ospedali che stanno finendo le medicine 25 anni, fuggito dal villaggio di Kojio. Lui con la moglie Hinda Achmad, 30 anni, sono ora in un campo di addestramento con le milizie curde in iria. «Per Hinda combattere è il solo modo per superare il trauma spiega. Ha perso 22 membri della sua famiglia materna. Non aveva mai toccato un fucile. Ma ora è diverso. Non possiamo più tacere, uomini e donne, questi crimini non possono restare impuniti». L.Cr. semplici eppure efficaci utilizzate dagli uomini dello tato Islamico è il cerchio di petrolio in fiamme posto attorno alla cittadina di Amerli, nelle zone cuscinetto dell Iraq orientale tra l enclave curda e le regioni sunnite. Vi abitano quasi 15 mila turcomanni sciiti che da alcuni mesi sono periodicamente attaccati. L Onu denuncia una situazione drammatica e un genocidio potenziale: l ospedale ha 400 pazienti, ma le medicine scarseggiano; ci sono morti quotidiani sotto i bombardamenti; mancano acqua e cibo. Ma gli elicotteri incontrano enormi difficoltà ad atterrare per portare aiuto a causa del fumo. Le strade di accesso via terra sono bloccate. Lorenzo Cremonesi Oggi e ieri A sinistra: Runak Bapir Gherib, 14 anni, fuggita giorni fa dalle montagne degli yazidi in Iraq. A destra: la profuga afghana harbat Gula, che nel 1984 fu fotografata da teve McCurry e il cui volto divenne noto in un tutto il mondo La mappa Mar Tirreno anta Teresa di Gallura Al fronte Un peshmerga curdo imbraccia un lancia missile di fabbricazione sovietica mentre è di guardia sulla linea del fronte, una ventina di chilometri a est della città di Mosul dove sono in corso gli scontri con le milizie dello tato islamico (foto Afp) QUEGLI OCCHI CHE CI GUARDANO DALLA GUERRA di PAOLO DI TEFANO ono passati trent anni da quando teve McCurry scattò, in un campo di Peshawar, il ritratto di una ragazzina afghana dagli enormi, bellissimi, occhi verdi avvolta in un burqa color prugna. L anno dopo, nel 1985, la fotografia fu scelta come copertina di «National Geographic» e quel volto anonimo tra innocenza, stupore e fierezza divenne l immagine-simbolo dei profughi di ogni origine. Il manto, la morbidezza, la posa, lo sguardo fermo e insieme sconvolto: una specie di Madonna che sembrava dipinta da Antonello da Messina. Nel 2002, dopo la difficile ricerca realizzata dallo stesso McCurry, la ragazzina afghana ebbe un nome: la trovarono, trentenne, il volto più invecchiato del previsto e reso cupo e duro dal tempo feroce trascorso. i chiamava harbat Gula. ono passate, in questi trent anni, molte guerre, fughe, esodi, con migliaia di bambini e adolescenti vittime del furore adulto. Oggi il circuito dell informazione trasmette altri occhi di ragazza, stavolta iracheni: sono quelli di Runak Bapir Gherib, quattordicenne in cammino sul La Maddalena Palau A R D E G N A Isola Caprera Porto Cervo Porto Rotondo LA MADDALENA I kalashnikov, i missili e i razzi per i curdi che cercano di arginare l avanzata degli estremisti islamici in Iraq possono partire subito. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha compiuto una ricognizione («riservata», ha sottolineato) al deposito bunker di Guardia del Moro sull isola di anto tefano. Il tempo di organizzare il ponte aereo, di informare le commissioni Esteri e Difesa di Camera e enato convocate per domattina e il primo carico forse già venerdì può arrivare a Erbil ed essere distribuito alle milizie peshmerga. A Guardia del Moro c è quel che resta del gigantesco carico di armi sequestrato nel 1994 sul cargo Jadran Express: 30 mila fucili d assalto AK 47 (Kalashnikov), 400 missili teleguidati AT4 pigot, 5 mila razzi terraterra, 400 lanciarazzi, 11 mila razzi anticarro, più di 20 milioni di proiettili, 50 lanciarazzi, 150 mila caricatori. L arsenale, partito dall Ucraina e intercettato nel Canale d Otranto, era destinato ai Balcani; il petroliere/oligarca russo Alexander Zukhov, deputato alla Duma, fu arrestato nella sua villa in Costa meralda e indicato come capo di una banda di trafficanti internazionali d armi. Dai 133 container (2 mila tonnellate) custoditi nel deposito sotterraneo di Guardia del Moro manca il carico portato via in gran segreto fra la primavera e l estate 2011 e verosimilmente fatto arrivare in Libia ai guerriglieri che stavano per sferrare l attacco finale al regime del colonnello Gheddafi. Mancano una ventina di container, ma c è quanto basta per armare un piccolo esercito, soprattutto ci sono almeno 23 mila kalashnikov e i missili teleguidati, immediatamente utilizzabili dai curdi che da anni vengono riforniti di materiali di fabbricazione russa e non hanno dunque necessità di addestramento. Il ministro Pinotti è arrivato alla Maddalena nel pomeriggio, insieme con il capo di tato Maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi: «Ero in ardegna per una breve vacanza e ne ho approfittato per visitare basi e servitù militari». In mattinata era stata a Teulada, poi aveva sorvolato il poligono del alto di Quirra per concludere alla scuola allievi sottufficiali della Maddalena, con sosta sulla vicina isola di anto tefano, già sede della base per sommergibili a propulsione nucleare della marina Usa, dismessa nel Il deposito sotterraneo è stato costruito più di 30 anni fa: 17 ettari, due tunnel, chilometri di gallerie, cento metri sotto la roccia, «il più grande e sicuro d Italia» ha affermato di recente l ufficiale che lo comanda (fucilieri di marina, 60 militari, 10 civili) durante una visita di parlamentari. Dal 1985 è stato utilizzato anche per custodire i missili Cruise Tomahawk e le testate nucleari dei sommergibili della base Usa. La storia del Jadran Express è chiusa da tempo. Alexander Zukhov, nipote del generale Georgij, eroe dell Urss per aver intrappolato l esercito nazista, è stato assolto «per carenza di giurisdizione»: il cargo con le armi era stato intercettato in acque internazionali. E fa ancora parlare di sé in Costa meralda ma non per armi (cena e champagne al Billionaire, conto 60 mila euro), la figlia Dasha è la compagna del plurimiliardario Abramovic. Zukhov ha anche chiesto di riavere il «suo» arsenale e per non consegnarlo il governo italiano ha dovuto ricorrere a un decreto, peraltro mai convertito in legge. Quelle armi finiranno in Iraq dopo che il Consiglio dei ministri degli esteri dell Unione europea ha «accolto con favore la decisione dei singoli tati membri di rispondere positivamente alle autorità curde e inviare urgentemente materiale militare». Quanto urgentemente dipenderà più che dal passaggio parlamentare di domani si tratta di una semplice formale comunicazione e ci sarà un voto soltanto se i 5telle presenteranno una mozione dai tempi di organizzazione del ponte aereo. C è un piano A: armi sui grandi elicotteri Chinook fino all aeroporto più vicino, Olbia (e di qui sui C-130 direttamente a Erbil), o in alternativa Pratica di Mare. E un piano B che prevede l invio alla Maddalena con rotta (tre ore) verso Olbia di una nave civile, ma abilitata al trasporto di materiale bellico. Nella santabarbara di Guardia del Moro si lavora già, i primi container sono allineati e pronti a uscire dai tunnel. Alberto Pinna monte injar. Hanno perso l innocenza e la luminosità di harbat e ci guardano di scorcio, scuri e sofferenti, sopracciglia nere, aggrottate. La figurina esile e stanca, che si volta a guardarci, porta sulle spalle il kalashnikov (dicono) di suo marito e in mano una bottiglietta d acqua. È tutto ciò che le serve? No, è ciò che possiede. Ha una camicia sbiadita sui jeans e i capelli che si muovono al vento. Davanti a lei una madre e una bimba camminano mano nella mano, il cielo sembra azzurro, la strada polverosa e le montagne ai lati sono pietre brulle. L idea di provvisorietà è anche nei fili pendenti dell elettricità sui pali di legno. Il campo luminoso è ampio, la luce è tutta esterna, mentre nella foto di McCurry, un interno, era lo sguardo di harbat a illuminarci. Non c è il suo stupore né la sua innocenza. Due ragazze in tempo di guerra: diverse, quasi opposte. Ciò che non cambia è il senso drammatico di un attesa. i sentono aleggiare su di loro due versi di Montale scritti durante la guerra: «Ronzano èlitre fuori, ronza il folle / mortorio e sa che due vite non contano». Le forniture Mezzi blindati e piccoli droni dagli Usa Volendo evitare ogni coinvolgimento in un conflitto sul terreno, gli tati Uniti hanno deciso di sostenere le forze curde attraverso la fornitura di mezzi blindati, sistemi anticarro, apparati radio, munizioni e fucili. Oltre, probabilmente, a piccoli droni In arrivo dall Italia kalashnikov In attesa del passaggio parlamentare previsto per mercoledì, il governo italiano non ha ancora comunicato ufficialmente l elenco delle attrezzature da inviare. Al momento, sembra certa la fornitura di kalashnikov e un numero imprecisato di mitragliatrici Beretta Mg 42/59 L interventismo della Francia La Francia è stato uno dei primi Paesi a esprimersi a favore dell assistenza militare ai peshmerga curdi impegnati a combattere i miliziani dell Isis. Il presidente François Hollande ha annunciato l invio di equipaggiamenti e armi anche «sofisticate» L impegno della Gran Bretagna Pur senza partecipare ai raid aerei, la Gran Bretagna è già al fianco dei curdi con i suoi Tornado, dispiegati per raccogliere informazioni, cui si aggiungerà un Rivet Joint, sofisticato aereospia da ricognizione. Mobilitati anche elicotteri Chinook, pronti all occorrenza Germania dubbiosa sulle armi di offesa La Germania ha già iniziato l invio di attrezzature di difesa, visori notturni, apparati antimine, elmetti, radio: equipaggiamenti che non possono essere usati per uccidere. Il dibattito se fornire o meno armi di offesa è in pieno corso nel governo e nel Paese

6 6 Primo Piano Martedì 19 Agosto 2014 Corriere della era Conti pubblici Il Fisco Le entrate tributarie (Dati in milioni di euro) =2013 =2014 (tra parentesi)= Variazione % Tasse a rate, dal 2015 sarà più facile Record di richieste a Equitalia Pressione ai massimi (44%), ma le entrate calano in sei mesi dello 0,4% A luglio 156 mila domande per dilazionare pagamenti e arretrati Cortesie del Fisco Obbligate e in ritardo di MAIMO FRACARO Uno su due non ce la fa. Il boom dei pagamenti a rate delle cartelle esattoriali non è certo un bel segnale. Un ulteriore conferma della crisi in cui aziende e imprese si dibattono da ormai sei anni e che sembra non finire mai. Il conto che viene presentato con le cartelle esattoriali in genere è di quelli pesanti, comporta cioè il pagamento di somme rilevanti, ma quando si ha a che fare con il Fisco è sempre meglio chiudere la partita in fretta. E togliersi il pensiero. La rateizzazione comporta, invece, il pagamento di pesanti interessi che vanno ad appesantire, e non di poco, il conto finale. Per non parlare dei casi nei quali i contribuenti, a corto di liquidità, sono anche costretti a chiedere aiuto al sistema bancario per onorare il debito. Interessi che si sommano agli interessi. E senza dimenticare il rischio che si corre se si salta una rata... Le statistiche rese note ieri evidenziano che la dilazione dei pagamenti è più diffusa tra le famiglie, un dato che conferma quanto siano oggi in difficoltà. Resta da chiedersi, e sarebbe interessante saperlo, di quali colpe si siano macchiate per essere costrette al pagamento rateale, immaginando che le cifre in ballo siano consistenti. i tratta di multe stradali lievitate astronomicamente perché non sono state saldate in tempo? Di macroscopici errori, vere e proprie frodi, nelle dichiarazioni dei redditi? E, in questo caso, va forse rivista la mappa dell evasione? Oppure di infrazioni causate dalla complessità del sistema tributario? La risposta sarebbe utile per capire se si tratta di una dinamica ordinaria nei rapporti tra cittadini e fisco o di un ennesimo episodio di oppressione fiscale. Perché, si sa, il Fisco italiano ha il brutto vizio di essere forte soprattutto con i deboli. Forse spinta dall evidenza dei dati, Equitalia ha annunciato sempre ieri un nuovo corso: dal 2015 verranno inviati assieme alla cartella esattoriale piani di rateizzazione precompilati del debito, in modo che il contribuente possa scegliere se saldare il conto tutto e subito oppure in 72 o 120 rate. Una decisione che va apprezzata. Resta da chiedersi perché sia stata presa solo adesso. Finora, infatti, come confessa ingenuamente Equitalia, i contribuenti dovevano recarsi allo sportello e fare la coda o simulare il piano di ammortamento dal sito Internet, per capire se e come saldare il conto a rate. Immaginiamo che, considerati i dati resi noti ieri, gli uffici negli ultimi mesi siano stati presi di assalto dai contribuenti interessati a dilazionare i pagamenti. Non si poteva fare prima questo piccolo gesto di cortesia verso i contribuenti? Chi ha sbagliato, deve pagare. enza la pena accessoria della burocrazia. ROMA Il fisco pesa ma in tempo di crisi le entrate tributarie e contributive dello tato segnano il passo, presentando, nel primo semestre dell anno, una flessione, sia pure non significativa, dello 0,4%, vale a dire 1,26 miliardi di euro in meno, rispetto allo stesso periodo del In attesa, e nell auspicio, che la crisi venga messa alle spalle e si possa arrivare ad un calo delle aliquote, l amministrazione tributaria ce la mette tutta per incassare gli arretrati. Così Equitalia ieri ha annunciato che dal prossimo anno le cartelle esattoriali che invierà al contribuente ritardatario o moroso saranno accompagnate da un apposito modulo per richiedere la rateizzazione dell imposta dovuta. L interessato potrà quindi decidere se pagare in un unica soluzione o se spalmare la somma richiesta in più versamenti e lo potrà fare direttamente senza fare file allo sportello degli Uffici tributari. Una semplificazione, non c è che dire, che certo non alleggerisce l onere tributario ma lo rende meno scomodo. Del resto - dice la stessa Equitalia - negli ultimi tempi le richieste di ottenere un po più di respiro nel pagamento dei tributi arretrati (nelle cartelle di Equitalia in realtà vanno a finire anche i contributi, le multe e le sanzioni in genere) si sono moltiplicate. tando ai dati diffusi sempre ieri dalla società di riscossione, in luglio c è stato un vero e proprio record di richieste di rateizzazione: ben 156 mila, con una media settimanale doppia rispetto a quella dei primi sei mesi dell anno. Ad oggi sono attive Le imprese ono attive 2,4 milioni di rateizzazioni, di cui il 76,9% riguarda persone fisiche, il 23,1% imprese e partite Iva La classifica di Forbes 2,4 milioni di rateizzazioni per un controvalore di 26,6 miliardi. Di queste, circa il 76,9% riguarda persone fisiche, il restante 23,1% società e partite Iva. Considerando gli importi le percentuali però cambiano: il 65,9% è stato concesso a imprese e il 34,1% a persone fisiche. Non per nulla il 70,8% delle rateizzazioni riguarda debiti fino a 5 mila euro, il 26,2% debiti tra 5 e 50 mila euro e il 2,9% oltre Gisele al top con 47 milioni Con 47 milioni di dollari nel 2013, la top model brasiliana Gisele Bundchen è la modella più pagata al mondo, secondo Forbes. È l ottavo anno consecutivo. Ha superato il marito, Tom Brady, di 16 milioni. TOTALE Bilancio tato Ruoli (incassi) Enti territoriali Poste correttive* (10,9%) * le poste correttive nettizzano il gettito BILANCIO DELLO TATO TOTALE Imp. Dirette IRPEF IRE Imp. Indirette IVA Olii minerali Fonte: ministero dell Economia delle Finanze (-3,3%) 50 mila. Più della metà delle riscossioni di Equitalia avviene tramite il pagamento dilazionato. La Lombardia guida la «classifica» delle regioni con oltre 384 mila rateizzazioni attive per un importo di 5,5 miliardi, seguita dal Lazio (305 mila per un importo di 3,7 miliardi), dalla Campania (265 mila per un importo di 3,2 miliardi) e dalla Toscana (231 mila per un importo di 1,9 miliardi). Nel diffondere i dati Equitalia ricorda che è possibile ottenere un piano di rateizzazione ordinario fino a 72 rate, cioè fino a 6 anni, oppure straordinario fino a 120 rate, che vuole dire una dilazione di 10 anni. L importo minimo di ogni rata è, salvo eccezioni, pari a 100 euro. La rateizzazione massima «si può ottenere in caso di grave e comprovata situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica ed estranea alla propria responsabilità». I piani di rateizzazione, ordinari e straordinari, possono essere prorogati una sola volta. i decade dal beneficio in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive. Tornando ai dati delle entrate, che hanno fatto registrare un calo dello 0,4% nel primo semestre del 2014, il ministero dell Economia ha precisato che la «lieve» variazione registrata è la risultante di due elementi principali: la diminuzione del gettito tributario dello 0,7% (pari a 1,5 miliardi di euro) e la crescita, in termini di cassa, delle entrate contributive pari allo 0,2% (cioè di 253 milioni di euro) Le entrate tributarie, specifica ancora il ministero guidato da Pier Carlo Padoan, scontano la flessione dell Ires, l imposta a carico delle imprese, calata di 3,4 miliardi cioè del 26%, dovuta ai minori versamenti a saldo 2013 e in acconto 2014 effettuati da banche e assicurazioni, conseguenti alla maggiorazione al 130% dell acconto Per l Irpef il calo è stato solo di 175 milioni, pari allo 0,2%. per la maggior parte attribuibile al lavoratori autonomi. Il risultato positivo delle entrate contributive sconta invece gli effetti delle misure di riduzione del cuneo fiscale (0,4%) (-26,0%) (-4,7%) (-0,2%) (4,2%) (3,1%) (8,7%) previste per i premi assicurativi Inail dalla legge di stabilità per il Rispetto alle cifre diffuse dal ministero e da Equitalia si registra il commento preoccupato della Confcommercio e l intervento della Cgia di Mestre che ricorda come la pressione fiscale sia salita da 1980 ad oggi di 12,6 punti percentuali, dal 31,4% al 44%. Con un impatto per le imprese italiane di oltre 110 miliardi di euro l anno. tefania Tamburello Ricchezze e percezioni L analisi della tedesca Iw: la depressione del Vecchio Continente e l ottimismo degli americani E il ceto medio si sente più povero di quel che è DAL NOTRO INVIATO NEW YORK e parlate di soldi e di reddito con un americano, la sensazione che riceverete sarà di avere a che fare con una persona ricca. Viceversa, se un americano parlasse con un italiano, un tedesco o un francese avrebbe la percezione che il suo interlocutore sia precipitato nella fascia di povertà. ono solo sensazioni, però. Perché in realtà gli europei sono in media più ricchi di quanto credono di essere. Viceversa, dall altra parte dell Atlantico è ancora così forte il «sogno americano» da collocare il proprio reddito in una fascia più alta rispetto a quella effettiva. I risultati di una ricerca dell istituto tedesco Iw evidenziano questa diversità di atteggiamento nei confronti dell ineguaglianza reale e percepita, arrivando a concludere che è la ricchezza (o la povertà) percepita, non quella reale, a influire sulle scelte politiche dei cittadini. ottolinea Judith Niehues, l autrice dello studio, che il tema è cruciale in un periodo in cui la redistribuzione delle ricchezze attraverso la leva fiscale («patrimoniale sì, patrimoniale no») è presente nel dibattito politico dei Paesi occidentali. Dall esplosione della crisi finanziaria sono nati movimenti come «Noi siamo il 99%» per distinguersi dall 1% che possiede più della metà della ricchezza mondiale e sono venuti alla luce studi innovativi (sia pure contestati) come quello dell economista francese Thomas Piketty sulla concentrazione della ricchezza nelle mani dei più ricchi. Il confronto ITALIA Ricchi Ceto medio Redditi bassi Ricchi Ceto medio Redditi bassi Fonte: Financial Times TATI UNITI Ma in realtà, spiega lo studio di Iw, le posizioni dei cittadini in materia di ineguaglianza economica non sarebbero fondate su dati reali ma sulla percezione di essa. Per esempio Germania, Francia e vizzera sono molto simili nella distribuzione del reddito ma i loro cittadini ne hanno percezioni totalmente diverse, e questo spiegherebbe gli orientamenti politici diversi in tema di eguaglianza e redistribuzione. In questo studio, gli italiani sembrano vedere il bicchiere mezzo vuoto: per il 73% circa il Paese è come una La ricchezza percepita La ricchezza reale % della popolazione e classificazione in base al reddito % della popolazione e classificazione in base al reddito Ricchi La ricchezza percepita % della popolazione e classificazione in base al reddito Ceto medio Redditi bassi La ricchezza reale % della popolazione e classificazione in base al reddito Ricchi Ceto medio Redditi bassi D ARCO piramide (i più pessimisti come una colonna) con al vertice pochi ricchi, al centro una classe media più o meno piccola e una base molto larga di persone povere. In Germania, pagna, Francia la percezione è meno accentuata ma segue un andamento simile. Anche in Usa il 56% della popolazione descrive l America in questi termini. Ma qual è la realtà? In Germania e in Francia più che a una piramide la distribuzione della ricchezza somiglia a una botte rigonfia al centro, cioè con un ampia classe media. Gli Usa invece si percepiscono come una società più uniforme (una specie di torta a più strati) ma in realtà assomigliano a una colonna con una base (i poveri) molto larga. Anche gli standard di vita influirebbero sulle preferenze politiche in materia di redistribuzione: Ungheria e lovenia per esempio, hanno bassi livelli di disuguaglianza ma si percepiscono come fortemente diseguali, forse retaggio del loro passato comunista, è la tesi dell Iw. Analogamente la percezione di maggiore ricchezza spiegherebbe perché la spinta per un welfare state più incisivo sia debole negli tati Uniti. Fabrizio (-0,7%) (-0,8%) (-0,8%)

7 Corriere della era Martedì 19 Agosto 2014 Primo Piano 7 ENTI TERRITORIALI ENTRATE CONTRIBUTIVE TOTALE Add. Regionale Add. Comunale IRAP IMU comuni INCAI (3,1%) (9,2%) (-17,6%) (15,0%) (0,4%) TOTALE INP INAIL Enti privatizzati (-14,5%) (3,1%) (0,2%) (1,0%) Banche centrali Il calo dei prezzi si fa sentire anche nel fronte dei Paesi nordici Il corridoio (stretto) della Bce Ma ora anche la Bundesbank vede la frenata europea Le prossime mosse di Draghi contro la deflazione TOTALE TOTALE DIRETTE TOTALE INDIRETTE (-4,8%) (4,7%) (-0,7%) IRPEF IRE ostitutiva Altre dirette IVA Olii minerali Tabacchi Lotto e lotterie Altre indirette (-0,5%) (-22,1%) (-12,8%) (-9,1%) (2,9%) (15,8%) (0,2%) (-15,3%) (8,8%) CORRIERE DELLA ERA Lo studio di Bruegel Tecnologie «mangia-lavoro», i rischi maggiori nella periferia Ue MILANO In un Europa con la crescita che non decolla e con la disoccupazione a giugno del 10,2% (Eurozona 11,5%), contro il 6,1% degli tati Uniti, le politiche per il lavoro che metterà in campo Bruxelles saranno determinanti. Uno studio di Jeremy Bowles del think tank europeo Bruegel, analizza il possibile impatto delle nuove tecnologie sui lavori tradizionali in Europa, mettendo in evidenza i Paesi più vulnerabili alla trasformazione in atto. Il punto di partenza è una ricerca americana, in base alla quale su 702 lavori «mappati», il 47% dei posti Usa risentirà dell automazione. I primi ad essere toccati saranno gli impieghi per i quali è richiesta una bassa qualifica e che sono anche i meno pagati. L evoluzione in corso impone nuove competenze ai lavoratori che dovranno essere ricollocati. Bowles ha adattato la ricerca americana alla realtà europea e il risultato è una mappa che mostra come i Paesi nordici Olanda, Belgio, Germania, Francia, Gran Bretagna, Irlanda e vezia abbiano il livello di «rischio di computerizzazione» simile a L impatto dell hi-tech sul lavoro % di posti a rischio vezia 46,69 Gran Bretagna 47,17 Irlanda 48,51 Olanda 49,50 Danimarca 49,54 Francia 49,54 Lettonia 51,08 Belgio 50,38 Germania 51,12 Finlandia 51,13 Lituania 51,85 quello americano. Mentre i Paesi della periferia sono quelli che vedranno il proprio mercato del lavoro più in trasformazione per effetto delle nuove tecnologie. In Italia il dato è al 56%, in pagna al 55% ma in Portogallo sfiora il 59%, contro il 51% della Germania, il 49,5% della Francia e il 47% della Gran Bretagna. Bowles ha messo poi in correlazione il rischio di automazione con il Pil pro capite dei diversi Paesi ed è risultato inversamente proporzionale: più alto è il Pil meno rischio si corre. Quando si sentiranno gli effetti? Difficile prevedere quando ci sarà questo cambio tecnologico, spiega lo studio di Bruegel, ma nel lungo periodo la periferia è più a rischio. Dunque, anche se la prima preoccupazione in Europa è contrastare il tasso di disoccupazione, conclude Bowles, la seconda, da non sottovalutare, è il ricollocamento nel mercato del lavoro. Una trasformazione cui dovrà adattarsi tutto il sistema formativo europeo. Francesca Basso Fonte: Bruegel D ARCO lovenia 53,19 Repubblica Ceca 53,65 Estonia 53,94 Austria 54,1 lovacchia 54,70 pagna 55,32 Italia 56,18 Polonia 56,29 Grecia 56,47 Bulgaria 56,56 Portogallo 58,94 Romania 61,93 erve ancora qualche cifra e poi Mario Draghi farà la sua mossa. Tempo un mese, forse due. La campagna anti deflattiva della Banca centrale europea potrebbe cominciare tra settembre e ottobre, riferiscono fonti accreditate. E un operazione difficile, complicata. Non esistono precedenti e, soprattutto, non ci sono riferimenti giuridici o dottrinari consolidati. Lo statuto della Bce impone di mantenere il tasso di inflazione al di sotto del 2% su base annua. Neanche una parola, invece, su quale debba essere la soglia che trasforma la prospettiva di deflazione in un serio pericolo per la stabilità dell euro e dell economia. Non è dunque un caso se nelle riunioni riservate del consiglio direttivo della Bce nessun banchiere abbia mai proposto una percentuale vincolante per far scattare gli interventi straordinari. Da mesi si discute sugli strumenti tecnici del cosiddetto «quantitative easing»: meglio cominciare comprando titoli pubblici dei Paesi più in difficoltà? Oppure procedere con acquisti ripartiti sulla base delle quote di partecipazione nella Bce? Nel primo caso le risorse della Banca centrale sarebbero indirizzate soprattutto verso la Grecia, il Portogallo e l Italia. Nel secondo la pioggia di denaro proveniente da Francoforte cadrebbe in larga parte sulla Germania, cui fa capo il 17,9% del capitale della Bce. ono domande fondamentali, specie ora che i rendimenti dei titoli di tato sono ridotti. Ieri i bund tedeschi sono scesi fino allo 0,96% e i Btp decennali italiani fino al 2,59%. iamo ai minimi storici. Tuttavia non sono questi dubbi a bloccare Draghi, attirandogli le critiche degli osservatori internazionali, dal «Financial Times» («la Bce non ha raggiunto il suo obiettivo») al «New York Times»(«Banca centrale lenta e timida»). Il teorema tedesco Il ristagno dell economia, se non la recessione vera, dipende da diverse cose. La diminuzione costante dei prezzi, cioè la deflazione, è solo una di queste. Anzi per il governo guida della zona euro, la Germania ovviamente, neanche questo è certo. econdo la dottrina tedesca prima di tutto bisogna rimettere a posto i conti pubblici, tagliare le spese, rendere flessibile il mercato del lavoro. E solo dopo,eventualmente, si può cominciare a ragionare sulla dinamica dei prezzi. Da almeno quattro-cinque mesi, con pazienza, Draghi e altri banchieri centrali, compreso quello di Banca Italia, Ignazio Visco, stanno cercando di scalfire la posizione di Berlino, dimostrando che se i cittadini non spendono, se le imprese non investono, e quindi se i prezzi non risalgono un po, sarà difficile rilanciare le economie. La Germania reagisce in modo compatto, con un riflesso anche psicologico. Dalla Repubblica di Weimar in poi i tedeschi ritengono che il vero pericolo sia l aumento dei prezzi, non la sua diminuzione. L inflazione, quindi, non la deflazione. u questa linea sono tutti d accordo: dalla cancelliera cristiano-democratica Angela Merkel all alleato di governo, il socialdemocratico Frank-Walter teinmeier; dal presidente della Bundesbank Jens Weidmann, agli imprenditori e ai sindacati. L Inflazione in Europa Dati in %, luglio 2014 Fonte: Eurostat Bulgaria Grecia Portogallo pagna lovacchia Estonia ITALIA Polonia Olanda lovenia Area Euro vezia Danimarca Irlanda Croazia Lituania Ungheria EU Belgio Rep. Ceca Francia Lettonia Malta Germania Cipro Finlandia Lussemburgo Romania Austria Gran Bretagna -1,1-0,8-0,7-0,4-0,2 Banchieri Mario Draghi, 66 anni, presidente della Banca centrale europea, con il tedesco Jens Weidmann, 56 anni, presidente della Bundesbank (a destra) 0,0 0,0 0,0 0,3 0,3 0,4 0,4 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,8 0,9 1,0 1,2 1,5 1,9 1,7 D ARCO Le carte di Draghi Ci sono, però, due grafici sui quali Draghi fa affidamento. Il primo blocco di dati si riferisce proprio ai tassi di inflazione, suddivisi Paese per Paese. L ultima tabella disponibile è quella rilasciata il 14 agosto da Eurostat (l istituto statistico della Commissione). e si considerano solo i Paesi della zona euro, le canne d organo fluttuano dal massimo dell Austria (1,7% di inflazione) al minimo della Grecia (-0,8%). Per il momento questi numeri non consentono al numero uno della Bce di superare i timori tedeschi. Anzi, raccontano che pochi giorni fa Draghi abbia dovuto incassare dalla cancelleria di Berlino più o meno queste parole: caro presidente, i Paesi in deflazione sono quelli meno virtuosi, la Grecia (-0,8%), il Portogallo (-0,7%), la pagna (-0,4%), l Italia (0%); allora perché bisogna utilizzare le risorse della Bce (in gran parte tedesche) per soccorrere ancora una volta gli indisciplinati? Finlandia, Austria e Olanda condividono in pieno la linea tedesca. Questa volta, però, sembra diverso. Il pulpito dei quattro tati intransigenti si sta rapidamente deteriorando. olo un anno fa il tasso di inflazione della Germania era pari a 1,9%: ora è allo 0,8%. La Finlandia viaggiava sul 2,5%, fin troppo surriscaldata, adesso è all 1%. Come dire: è solo questione di tempo e prima o poi nella palude della deflazione ci cadranno anche i rigoristi più puri. Draghi sta aspettando esattamente questo, che intanto si spezzi il quartetto dei «no» all intervento. La più vicina al confine è l Olanda, in piena gelata dei prezzi: nel luglio 2103 il tasso di inflazione toccava il 3,1%; dodici mesi dopo è precipitato a 0,3%. e dovesse slittare ancora, come tutto lascia pensare, il caso olandese smentirebbe il teorema tedesco (la deflazione punisce chi non tiene i conti a posto). Il rischio recessione Poi ci sono i numeri dell economia reale. Va male a tutti. Ieri l agenzia Moody s ha tagliato ancora le stime di crescita per la Francia, portandole dallo 0,6% allo 0,5% per il L allarme più vistoso riguarda proprio la Germania. empre ieri il bollettino della Bundesbank ha confermato i dubbi sulla ripresa: «Gli indicatori attuali mettono in forse le ipotesi su cui si erano basate le previsioni di primavera secondo cui l andamento ciclico di fondo si sarebbe rafforzato ulteriormente nella seconda metà del 2014». Per la Bundesbank le cause del rallentamento sono legate alle «tensioni globali, come la crisi in Ucraina e nel Medio Oriente». È una brutta notizia per tutta l Europa. Draghi la farà pesare nel confronto tutto politico che dovrà sostenere a settembre. La spinta della Bce può servire a far ripartire anche la Germania (e l Olanda), non solo l Italia (e la Grecia). Giuseppe arcina gsarcina@corriere.it

8 8 Primo Piano Martedì 19 Agosto 2014 Corriere della era Conti pubblici Le strategie Pareggio di bilancio, le mosse del governo «Non ci sono trattative con Bruxelles» L ipotesi di appellarsi alle «circostanze eccezionali» per allungare i tempi Il glossario della crisi I «mille giorni» L idea è quella di restituire alla legge di tabilità di ottobre una dimensione triennale Che coinciderebbe con i «mille giorni» di Renzi Ricoverato dall 11 luglio ROMA «Non è in corso nessuna trattativa, né pubblica, né segreta» per ottenere dall Europa sconti o moratorie sul risanamento della finanza pubblica, assicura Palazzo Chigi. Il governo «è fiducioso» sull andamento dei conti pubblici e assicura che non c è alcuna trattativa da fare perché verrà rispettato il tetto del deficit. Un risultato che secondo i tecnici del ministro dell Economia, Pier Carlo Padoan, quest anno non sarà difficile da raggiungere. Ma è un obiettivo essenziale perché, tenuto conto della crisi dell economia peggiore del previsto, potrebbe permettere all Italia di prendersi tempi un po più lunghi per arrivare al pareggio strutturale del bilancio. enza appesantire l economia con manovre restrittive, e soprattutto senza chiedere deroghe o trattamenti di favore all Unione Europea. Le «circostanze eccezionali» esplicitamente previste dai Trattati Ue consentirebbero infatti di allentare il percorso di risanamento dei conti pubblici senza incorrere in censure o, peggio, sanzioni, ai Paesi che hanno il deficit sotto il 3% e rispettano le nuove regole Ue sulla spesa e sul debito (l Italia sarebbe a posto, salvo la necessità di intervenire sul debito nel 2015). Il governo Renzi ha già invocato quella clausola in aprile, per posticipare il pareggio di bilancio dal 2015 al 2016, ma quelle stesse «circostanze eccezionali» dicono oggi al ministero dell Economia, «sono ancora presenti e si sono parecchio complicate». La «grave recessione economica» indicata dalle norme Ue come una di quelle «circostanze», è più profonda di quanto si pensasse solo pochi mesi fa, e sta cominciando a mordere anche la Germania e la Francia, acquisendo quella dimensione «europea» che è a sua volta una condizione per far scattare le attenuanti. Quanto alla crescita dell economia, poi, l Italia ha un problema specifico, ed altrettanto «eccezionale», quello di viaggiare sistematicamente, e tanto, sotto il suo potenziale di crescita. I tecnici lo chiamano «output gap» ed è uno Ciampi dimesso dall ospedale di Bolzano Carlo Azeglio Ciampi è stato dimesso dall ospedale an Maurizio di Bolzano. Il presidente emerito della Repubblica era ricoverato nella struttura sanitaria altoatesina dallo scorso 11 luglio, quando era stato colpito da un malore durante le sue vacanze a Villa Ausserer a iusi. L ex capo dello tato è stato dimesso in seguito al miglioramento e alla stabilizzazione delle condizioni cliniche generali. Un'ambulanza della Croce Bianca ha accompagnato il senatore a vita all aeroporto di Bolzano da cui è volato a Roma dove dovrà proseguire le cure. trasburgo, 2 luglio Il premier Matteo Renzi presenta all europarlamento il programma del semestre di presidenza italiana (LaPresse) Recessione strumento determinante, nell armamentario comunitario, per calcolare il reale impatto della congiuntura economica sui conti pubblici e, di conseguenza, i reali sforzi dei governi per tenerli in linea. Per l Italia la Commissione Ue prevedeva una forte riduzione di quel gap quest anno, motivo per cui si sarebbe dovuta comunque garantire una riduzione consistente del disavanzo «strutturale». Con la nuova caduta del pil, certificata pochi giorni fa dall Istat, anche il «gap» rischia di rimanere su livelli elevati. E benché non sia cosa di cui andar fieri, è comunque un altro motivo valido, oltreché esplicitamente contemplato dalle norme Ue, per prendersi più tempo per il pareggio. Dal 2016, cui è fissato dal Documento di Economia e Finanza di aprile, l equilibrio di bilancio potrebbe slittare al Che sono poi tre anni, ovvero l orizzonte dei mille giorni sui quali il premier Matteo Renzi sta articolando il programma di governo. L idea è quella di tornare a dare alla legge di tabilità di ottobre proprio una dimensione triennale, delineando un piano per la progressiva riduzione delle tasse e della spesa e di correzione del deficit. Un piano triennale che permetterebbe ad esempio di impostare fin d ora un estensione graduale del bonus Irpef di 80 euro ai pensionati o alle partite Iva, ma anche la riduzione dell Irap. Una manovra da puntellare con un cronoprogramma preciso In economia è la condizione che indica una flessione nello sviluppo o un regresso nell attività economica. È contrassegnata da livelli di produzione più bassi di quelli che si potrebbero ottenere usando, in maniera efficiente, tutti i fattori produttivi a disposizione. In caso di variazione negativa del Prodotto interno lordo (Pil) rispetto all anno precedente si ha la recessione economica. delle riforme strutturali, anche questo da sottoporre al monitoraggio di Bruxelles. Del resto sono riforme che secondo la stessa Ue aiuterebbero a chiudere quel «gap» di crescita, e che già di per sé, secondo le regole esistenti, potrebbero giustificare un allentamento temporaneo del bilancio. Mario ensini

9 Corriere della era Martedì 19 Agosto 2014 Primo Piano 9 # Deficit pubblico Crescita economica Deflazione Rapporto debito/pil Nell Unione europea gli accordi di Maastricht hanno definito un cosiddetto patto di stabilità, attraverso il quale viene imposto ai Paesi membri di contenere il deficit pubblico entro il 3% del Prodotto interno lordo. L indicazione deficit pubblico fa riferimento alla differenza tra i costi delle amministrazioni statali e le entrate derivanti dalle imposte dirette e indirette versate da imprese e cittadini. È il contesto macroeconomico caratterizzato da un incremento nel medio e lungo termine dello sviluppo della società. Corrisponde con l aumento generalizzato del livello di variabili come la ricchezza, i consumi, la produzione di merci, l erogazione di servizi, l occupazione, la ricerca e così via. i ha crescita zero nella situazione in cui l economia non si sviluppa, rimanendo stazionaria. È la diminuzione del livello generale dei prezzi. Il fenomeno deriva dalla debolezza della domanda di beni e servizi non indispensabili, cioè un freno nella spesa di consumatori e aziende, che, in regime di deflazione, sono incentivati a rimandare gli acquisti di beni e servizi non indispensabili, confidando in ulteriori cali dei prezzi, con l effetto di innescare una spirale negativa. È un indice della solidità e solvibilità finanziaria di uno tato, prescritto dal patto di stabilità e crescita vigente nell Unione europea. Il rapporto tra il debito pubblico e il Prodotto interno lordo rappresenta un parametro di quanto lo tato è in grado di risanare il proprio debito pubblico tramite, per esempio, imposizione fiscale e relativo gettito fiscale. Palazzo Chigi Il premier in vacanza a Forte dei Marmi garantisce che l Italia non salirà in alcun caso sopra il 3 per cento del rapporto tra debito e Pil Renzi: sì ai vincoli, ma l Europa non è solo Maastricht econdo il leader, «alla fine saremo in quattro Paesi a rispettare i patti» DAL NOTRO INVIATO FORTE DEI MARMI I livornesi amano le barzellette sui fiorentini e a Forte dei Marmi in questi giorni se chiedi di Renzi rispolverano quelle che riguardano la passione per il mare: il presidente del Consiglio trascorre i suoi pochi giorni di vacanza lontano da occhi indiscreti, in un elegante ma piccolo albergo a due passi dalle spiagge, ma in acqua lo si vede poco, per lo più resta in camera a lavorare. Ieri per esempio, l unica puntata fuori dalla residenza che accoglie anche la sua famiglia è stata segnalata al Bagno Zona Flora: chi lo frequenta dice che è più economico di altri lidi. Vista la curiosità che ha suscitato la presenza del capo del governo la stampa locale segnala anche piccoli dettagli: in riva al mare è arrivata prima la sua famiglia, la moglie e figli, poi all ora di pranzo si è materializzato il premier; dopo aver mangiato sarebbe rientrato in albergo. L hotel villa Roma Imperiale è frequentato per lo più da stranieri, in questi giorni fanno colazione con il presidente del Consiglio ospiti russi, francesi, una comitiva inglese. Il patio dove si cena, dove ieri sera ha cenato anche il capo del governo, ha la vista su un piccolo parco; una piscina circondata da bouganville e aiuole molto curate al tramonto accoglie ancora qualche ospite. La voglia di relax del presidente del Consiglio è comunque attutita dalle notizie che arrivano da Roma: fra la capitale e Bruxelles continuano a viaggiare indiscrezioni sui conti pubblici, Il ministro per le Riforme su un presunta trattativa segreta (smentita da Palazzo Chigi) fra il governo italiano e la Commissione europea per allentare i parametri del patto di tabilità. Forse hanno ragione i livornesi, nel prendere in giro le capacità natatorie dei fiorentini; forse, come sembra, le brevi vacanze di Renzi sono comunque all insegna del lavoro. Nel pomeriggio c è una smentita da fare, una dichiarazione, l ennesima di questo agosto, sul famoso parametro del 3%, che l Italia non si sogna di mettere a rischio né di sforare. «Il cammino di Boschi alla Capannina, balli e foto «bipartisan» erata di Ferragosto alla celeberrima Capannina di Forte dei Marmi per il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Tra sorrisi e saluti con diversi ospiti del locale, anche una foto «bipartisan» con il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Lucca Marco Martinelli. «Ci conosciamo di vista ha detto l esponente forzista è stata l occasione per scambiarsi un saluto. Alla Capannina era una serata di festa, per carità nessun significato politico» ha concluso Martinelli con un sorriso. Il ministro Maria Elena Boschi ha trascorso in Versilia, a Marina di Pietrasanta, alcuni giorni di vacanza con i genitori e il fratello dopo l approvazione a Palazzo Madama della riforma del enato. Il caso Ex ds contrari alla proposta di dedicare la kermesse allo statista dc. Guerini media: parleremo della sua eredità La Festa dell Unità e De Gasperi. Fioroni divide i dem ROMA Dedicare la festa dell Unità ad Alcide De Gasperi. La proposta è di Beppe Fioroni, democristiano doc e deputato pd, che coglie l occasione dei 60 anni dalla scomparsa dello statista democristiano per sollecitare Matteo Renzi. La proposta fa storcere il naso a molti democratici che arrivano dalle file del Pci (poi Pds e Ds). La risposta del premier è invece affidata al vicesegretario Lorenzo Guerini (ex dc) ed è perfettamente «democristiana»: non accoglie l invito, ma promette che ci sarà «un momento di approfondimento dell eredità politica dello statista, con particolare riferimento alla sua dimensione europea». Qualcuno avanza il sospetto di una «provocazione», da parte del deputato di Viterbo, insinuazione respinta con forza: «e qualche mio collega la interpreta così è da ricovero». Perché, dice Fioroni, «De Gasperi è un padre fondatore della Repubblica e un nostro gesto di attenzione sarebbe doveroso». C è di più: «De Gasperi cambiò verso all Italia, che era distrutta dalla guerra e mise insieme rigore e ricostruzione, in un ottica di pensiero lungo europeista». Fioroni non è entusiasta degli ultimi sviluppi nel suo partito: «Diciamo che non ho battuto ciglio quando siamo entrati nel Pse, anzi ho votato contro: ma ora un gesto di attenzione nei confronti della nostra cultura sarebbe importante». Vincenzo Vita commenta ironico: «Diciamo che quello di Fioroni è un modo brillante per tornare sulla scena. Comunque se parliamo di anniversari, c è anche quello di Enrico Berlinguer, che mi sembra molto più vicino a noi». E De Gasperi? «Provo grande rispetto per la sua storia, ma ricordiamoci che Anniversari Alcide De Gasperi, nato nel 1881 e scomparso 60 anni fa nella tradizione della sinistra è stato un nostro avversario, anche se di qualità». Di anniversario ne tira in ballo un altro Ugo posetti e non sarà esattamente gradito a Fioroni: «De Gasperi è stato un grande statista e ha consentito che l Italia crescesse nella democrazia. Ma insieme a lui c è Palmiro Togliatti, che è uno dei padri della Costituzione. Il 21 agosto io sarò al Verano, alle 9.30, per una cerimonia in ricordo, a 50 anni dalla sua scomparsa». Non che posetti voglia dedicare la festa dell Unità al «Migliore»: «La dedicherei piuttosto al quo- risanamento proseguirà, resteremo dentro il tetto del 3%, non esiste un problema Italia in Europa, semmai alla fine saranno altri Paesi a sforare i parametri di Maastricht, vedrete alla fine saremo solo in quattro o cinque a rispettare i patti», dice Renzi attraverso il suo staff. «Abbiamo sempre detto che l Europa non è solo spread e Maastricht, ora che la guidiamo noi è giusto dimostrarlo», è la sfida. Intanto i ristoranti di Forte dei Marmi aspettano una prenotazione che non arriva, si chiedono invano se stasera il presidente del Consiglio si farà vedere. Anche i vip della zona fanno qualche pronostico sulle serate del premier, finora sono rimasti tutti delusi. Forse fra qualche giorno un intervista pubblica, in occasione della Versiliana, al momento nessuna certezza. L atmosfera di villa Roma Imperiale respinge qualsiasi pettegolezzo, sembra essere ideale per la privacy. L idea che l Italia stia trattando qualcosa con Bruxelles viene smentita in modo assoluto, qualcuno nel governo dice che alla fine potrebbe arrivare un vero e proprio Contratto fra Roma e le autorità di Bruxelles, con tanto di timbro parlamentare e a quel punto il coinvolgimento di Forza Italia, ma al momento lo staff del presidente del Consiglio smentisce qualsiasi tipo di indiscrezione, ammesso che sia fondata. Un vero e proprio Contratto è stato del resto già trattato ai tempi di Letta, ma il lavorio delle diplomazie si arrestò su quanto l Italia avrebbe ottenuto in cambio di una leggera cessione di sovranità. Un anno fa era troppo poco quello che Bruxelles era disposta a concederci, nessuna forma di mutualizzazione del debito, nessun reale aiuto finanziario, semmai un occhio chiuso sui tempi di rientro del debito, ma con i nostri soldi. Oggi forse si tratta ancora, ma come allora lontano dai riflettori. Marco Galluzzo RIPRODUZ ONE RIERVATA tidiano. iamo al paradosso di una festa democratica tornata dell Unità ma senza l Unità». Tormenti lessicali e identitari che rimandano all origine del Pd come confluenza di due tradizioni un tempo avversarie, con il rischio di «un amalgama mal riuscita», come ebbe a definirla Massimo D Alema. Che fu direttore di quell Unità rimasta solo un brand (parola di Renzi). Per questo anche Vita rivolge un appello perché, più che di De Gasperi, si parli del quotidiano: «In queste settimane è sceso un silenzio preoccupante. pero che la Festa serva a ridare vita a un marchio storico che è ancora parte di noi». Alessandro Trocino Politica estera Lo scontro (via web) tra Lega e 5 telle MILANO cambio di piacevolezze online tra Movimento 5 telle e Lega. ul blog di Beppe Grillo è apparso un breve commento a firma john f. in cui si legge che «l On. alvini ha detto che: Di Battista è un poveretto e fa schifo. I più pericolosi sono stati quelli della lega lombardo veneta che con le loro magliette e i loro maiali hanno istigato odio contro gli arabi ed hanno fatto scaturire gravi disordini, soprattutto in Libia». egue promessa di attendere il ritorno di alvini a Napoli «per ribadirgli il nostro affetto e la nostra stima. oprattutto in merito ad un nuovo movimento che vorrebbe creare al sud, collegato alla Lega lombardoveneta». La risposta di alvini, via Facebook, non si è fatta attendere: «C è chi difende gli italiani dall invasione clandestina, c è invece chi cancella il reato di immigrazione clandestina e difende gli estremisti islamici. ono orgoglioso di essere un maiale leghista e non un grillino islamista». Mentre il segretario «nazionale» della Lega emiliana, Fabio Rainieri, osserva che «a differenza di altri che si sentono offesi quando vengono paragonati ad animali, noi non lo facciamo». E invita a Parma il leader stellato: «Chiamami, a tavola potremo parlare di immigrazione».

10 10 Primo Piano Martedì 19 Agosto 2014 Corriere della era Riforme Le scelte Accelerazione sulla giustizia Orlando da Napolitano Il nodo delle intercettazioni Altri rebus la prescrizione e il falso in bilancio Il precedente Il capo dello tato Giorgio Napolitano assieme al guardasigilli Andrea Orlando alla presentazione dei magistrati ordinari in tirocinio lo scorso 5 maggio. Già allora Napolitano aveva esortato il ministro ad avviare una riforma della giustizia ROMA È durato lo spazio di un fine settimana la vacanza di Ferragosto del guardasigilli Andrea Orlando, che ieri pomeriggio è stato ricevuto a Castelporziano dal presidente della Repubblica per fare il punto sui 12 capitoli della corposa riforma della giustizia annunciata per titoli il 30 giugno da Matteo Renzi. In realtà, il faccia a faccia è servito anche per ragionare sui punti della riforma che non riscuotono ancora una condivisione piena all interno della maggioranza: nel corso del colloquio di Castelporziano, infatti, sarebbe stata data molta attenzione alla giustizia civile, sulla quale in pratica l accordo è fatto, ma anche ai tempi del processo penale, che sono ancora oggetto di discussione pure all interno della maggioranza. In particolare, sulla velocizzazione del processo civile (una priorità assoluta per il governo) il Guardasigilli avrebbe portato il testo definitivo del decreto legge che verrà presentato al Consiglio dei ministri del 29 agosto. E a un passo dall accordo è anche il testo sulla responsabilità civile dei magistrati. ulla parte penale (prescrizione, falso in bilancio, intercettazioni) e su quella ordinamentale (Csm), Orlando avrebbe invece illustrato solo bozze e ipotesi. L incontro tra Giorgio Napolitano e il ministro della Giustizia al quale ha partecipato il consigliere del capo dello tato per l amministrazione della giustizia, Ernesto Lupo giunge al La responsabilità Accordo vicino sulla questione della responsabilità dei magistrati termine di un primo percorso istruttorio avviato dallo staff di via Arenula fin da luglio. Un primo di giro di consultazioni, che ha prodotto l accordo sul civile e il quasi accordo sulla responsabilità civile dei magistrati, ha visto salire al ministero di via Arenula la delegazione del Pd (Donatella Ferranti, Walter Verini e Giuseppe Lumia) e quella dell Ncd (Nico D Ascola) ma anche la squadra di Forza Italia (Giacomo Caliendo e Francesco Nitto Palma) oltre a quella del M5. Domani alle 11, sempre al ministero, si gioca il secondo tempo con la maggioranza mentre giovedì tocca all opposizione. Per il governo sarà presente anche il viceministro della Giustizia Enrico Costa (Ncd) che non nasconde le sue opinioni (talvolta in dissenso con il Pd) in materia di prescrizione, intercettazioni, falso in bilancio e responsabilità civile dei magistrati. Ora che i nodi più insidiosi della riforma vengono al pettine, è probabile che l Ncd tenti di far sentire il suo peso all interno della maggioranza. Napolitano ha lodato l abilità del premier Matteo Renzi nello schivare l insidiosa tegola dell articolo 18 Gli incontri Domani in via Arenula una delegazione della maggioranza, giovedì FI e 5 telle lanciata da Alfano e ora, probabilmente, lo schema si ripeterà sui temi più delicati della giustizia penale. Ad esempio, Costa non ha gradito la sortita di Raffaele Cantone, presidente dell Autorità nazionale anticorruzione, che ha proposto di utilizzare gli «agenti provocatori», olt re c h e p e r l e o p e r a z i o n i antidroga, anche per combattere la corruzione (fingendosi corruttori): «Gli agenti provocatori di Cantone mi sembrano solo una provocazione». Gli stessi temi del processo penale verranno affrontati giovedì nel corso degli incontri di Orlando con Forza Italia e con i grillini. Anche in questo caso, sebbene le minoranze non abbiano siglato alcun patto sulla giustizia, tornerà utile la raccomandazione di Napolitano: «Massima attenzione ai temi divisivi». D.Mart. Il testo Ultimata la parte sul civile Tribunali per la famiglia e divorzi soltanto con l avvocato ROMA Al ministero di via Arenula ormai la chiamano la «rosa della giustizia»: è un fiore che ogni giorno si arricchisce di un nuovo petalo ma che ancora non è sbocciato completamente. Lo staff del ministro Andrea Orlando, guidato dal capo di gabinetto Giovanni Melillo (che ha scelto di graficizzare la riforma della giustizia con un sommario a forma di rosa), ha prodotto una gran mole di schede sintetiche e analitiche, mentre l ufficio legislativo del Guardasigilli, affidato a Mimmo Carcano, ha già scritto, laddove è stato possibile, i testi di legge definitivi. e per il processo civile ormai si parla di testi pronti per il consiglio dei ministri del 29 agosto, per il penale (prescrizione) e per la parte ordinamentale (Csm) Orlando deve ancora chiudere l accordo all interno della maggioranza. Ecco dunque le principali novità contenute nella riforma della giustizia Renzi-Orlando. Processo civile: giudizi abbreviati Quella relativa allo snellimento del processo civile è la parte più urgente (e condivisa anche all esterno della maggioranza) che ha come obiettivo il dimezzamento (da 5 a 2,5 milioni di fascicoli) dell enorme arretrato che incombe sui tribunali. Maggiore efficienza e minore litigiosità, dunque, grazie alla risoluzione delle controversie con i giudizi abbreviati e semplificati, affidati all assistenza degli avvocati e non più davanti al giudice. Previsto un giro di vite, con sanzioni più severe, per il cosiddetto «abuso di processo». Previsto su questo tema un decreto legge. Tribunali delle imprese e della famiglia Verrà istituito in ogni capoluogo il Tribunale delle imprese. Ma ci sarà anche un Tribunale della famiglia, che si occuperà di diritti e tutele, divorzi e separazioni, minori e adozioni. Non è chiaro se il Tribunale per i minorenni sopravviverà con il nuovo schema di organizzazione che verrebbe affidato a un disegno di legge delega. Tra le novità c è anche il divorzio consensuale che, in assenza di figli minorenni, potrebbe essere certificato anche da un avvocato o un ufficiale dello stato civile. Responsabilità civile dei magistrati Dopo aver stoppato l iniziativa del enato che L iter Linee guida Il 4 agosto il guardasigilli Andrea Orlando ha reso consultabile sul sito del ministero le 12 linee guida del progetto di riforma della Giustizia da discutere prima di arrivare al ddl vero e proprio ul web ul sito è stata attivato un indirizzo mail a cui cittadini e associazioni possono inviare le opinioni sulla riforma: la fase di consultazione si concluderà il 31 agosto e si può partecipare scrivendo a Il calendario Domani la riforma della giustizia verrà presentata ai capigruppo parlamentari della maggioranza

11 Corriere della era Martedì 19 Agosto 2014 Primo Piano 11 Il retroscena Il capo dello tato riconosce che la legge Vassalli sul risarcimento in caso di dolo o colpa grave dei magistrati non ha funzionato celte nel solco dell Europa: la spinta del Colle L impianto prospettato dal Guardasigilli coglie l auspicio di dare più efficienza di MARZIO BREDA Diciassette anni di tentativi 1997 Nel febbraio 1997 nasce la commissione Bicamerale: Massimo D Alema è eletto presidente. ul tavolo delle riforme, c è anche quella della giustizia a cui viene dedicato uno dei 4 comitati. Dopo 15 mesi però il progetto fallisce era arrivato a un buon punto con un suo testo, il governo prevede un ampliamento dell area di responsabilità su cui possa far leva chi è colpito dal cattivo uso del potere giudiziario. Il cittadino che ritiene di essere stato danneggiato fa ricorso contro lo tato, che, a sua volta, si rifà sul giudice chiamato in causa (responsabilità indiretta). Verrà innalzata la soglia dell azione di rivalsa, attualmente fissata, fuori dai casi di dolo, a un terzo dello stipendio del magistrato, ma l Ncd insiste perché anche l abuso interpretativo da parte del magistrato sia considerato «violazione di legge». Responsabilità disciplinare Le regole e le sanzioni già previste per i magistrati ordinari verranno estese anche ai giudici amministrativi (Tar e Consiglio di tato) e contabili (Corte dei conti). L iniziativa disciplinare verrà concretamente affidata al presidente del Consiglio così come quella relativa agli illeciti commessi dai magistrati ordinari che è già di competenza anche del Guardasigilli. Previsti un disegno di legge delega e un decreto per applicare subito gli illeciti disciplinari e le relative sanzioni alle toghe amministrative e contabili. Csm o Alta corte? «Chi nomina non giudica» è lo slogan coniato da Renzi. Nel senso che i membri del Consiglio superiore della magistratura che nominano presidenti di tribunale e procuratori capo non devono essere gli stessi che giudicano i magistrati in sede disciplinare. Le ipotesi sul tappeto sono due: una sezione disciplinare del Csm i cui componenti laici e togati non abbiano altri compiti oppure un Alta corte (più gradita a Ncd e FI) che giudichi i magistrati lontano da Palazzo dei Marescialli (sede del Csm). È stato per vent anni il tema che più ha diviso i partiti, tenendo sotto stress il rapporto tra i poteri dello tato. E ora sembra che finalmente ci si muova davvero nel solco degli interventi sempre auspicati dal Quirinale per dare un efficienza «europea» all amministrazione giudiziaria e per riequilibrare il rapporto tra politica e giustizia. Intento apprezzato, da Giorgio Napolitano, e che sta per assumere concretezza grazie a una riforma (civile, penale, ordinamentale) in 12 punti, la gran parte dei quali seguirà il percorso di un disegno di legge, che il ministero di via Arenula completerà entro il 29 agosto, dopo aver perfezionato i propri intenti con una sorta di consultazione pubblica fra tutti gli attori interessati. Consultazione online, ma non solo. Ecco: già questo metodo (oltre a diverse questioni di merito) è stato valutato positivamente dal presidente della Repubblica, nell incontro di ieri pomeriggio a Castelporziano con il guardasigilli Andrea Orlando. Gli è sembrato insomma che si sia partiti con il piede giusto, con un elaborazione che copre parecchi argomenti messi da lui stesso all ordine del giorno negli anni scorsi. E, per quanto il suo ruolo non gli permetta di avere alcun tipo di «sentimento» rispetto alle scelte politiche che governo e Parlamento si preparano a fare, è chiaro che il Le consultazioni online Napolitano ha particolarmente apprezzato le consultazioni preparatorie alle riforma, svolte anche via Internet 2004 È nel programma elettorale del 2001 della Casa delle Libertà guidata da ilvio Berlusconi un progetto di riforma della giustizia che prevede, tra le altre cose, la separazione delle carriere dei magistrati. Il testo, dopo varie modifiche, viene approvato nel 2004 dal Parlamento L agenda La prima tranche di provvedimenti sarà pronta per il Consiglio del 29 agosto, Per il disciplinare due ipotesi: una sezione Csm senza altri compiti o un Alta corte complessivo equilibrio costituzionale di una revisione così vasta e penetrante lo riguarda. Anche perché, tra le prerogative che la nostra Magna Charta gli assegna, c è quella di guidare l organo di autogoverno della magistratura, il Csm. Qualche esempio concreto, per spiegarci: il compito di garantire che non passino misure tali da mettere sotto controllo o rendere comunque «ricattabile» la funzione del giudice oppure provvedimenti tali da ledere alcune libertà fondamentali, come quella alla riservatezza e la libertà di stampa. ono casi che rientrano nelle dibattutissime questioni della responsabilità civile delle toghe e delle intercettazioni. ul primo versante l esecutivo si muove, Gli equilibri ul regime delle intercettazioni, il presidente ha sottolineato la necessità di equilibrio tra privacy, indagini e informazione 2006 Nel 2006, con al governo il centrosinistra, la riforma Castelli viene cambiata. Il Parlamento approva una legge presentata dal ministro della Giustizia Mastella che cancella la separazione delle funzioni e alleggerisce i provvedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati previsti nel testo precedente 2005 Il testo di riforma della giustizia varato dal centrodestra viene in una prima fase rinviato alle Camere dal capo dello tato Ciampi perché ritenuto lesivo dell indipendenza della magistratura. La legge Castelli, dal nome dell allora ministro leghista della Giustizia, viene varata nel 2005 I togati e il no alle correnti Per evitare il potere delle correnti (Magistratura indipendente, Magistratura democratica, Unità per la Costituzione, ecc.) in cui è articolata l Associazione nazionale magistrati, il governo punta a cambiare il sistema elettorale per i togati (fermo restando che il Parlamento ha già accumulato un mese di ritardo per l elezione dei membri laici). La soluzione sarebbe quella di creare collegi elettorali molto piccoli ma l Ncd, che non si fida, propone il sorteggio tra i magistrati con un certo numero di anni di carriera alle spalle. La nuova mappa di Tribunali e Procure Dopo i tagli del 2012 (sono spariti 30 tribunali e altrettante procure della Repubblica), il governo si appresta a ridimensionare anche le sedi di Corte d appello e le Procure generali. Attualmente sono 26, ne rimarrebbero 20 o 21. Il modello da seguire è quello pluriregionale del Piemonte dove la Corte d appello di Torino ha competenza anche sulla Val d Aosta. A rischio, dunque, le piccole Corti (Campobasso, L Aquila, Ancona, Potenza, Perugia) ma anche le sezioni distaccate di Lecce e di assari. La prescrizione ulla riforma della prescrizione (il meccanismo che regola il tempo entro il quale si deve attuali sedi di Corte d appello e Procure generali. Nei piani del governo dovrebbero essere ridotte a 20 o 21. A rischiare sono le corti più piccole (Campobasso, l Aquila, 26le Ancona, Potenza, Perugia) ma anche le attuali sezioni distaccate di Lecce e di assari come suggerito anche dai tecnici del Colle, nella logica di adeguare l attuale normativa alla giurisprudenza europea. E in questo senso pure il capo dello tato riconosce che la legge Vassalli del 1988, subordinando il risarcimento danni alla prova del dolo e della colpa grave del magistrato, non ha mostrato di funzionare. Perché i filtri predisposti dal legislatore sono divenuti dei tappi, rispetto alle aspettative del cittadino che sia stato vittima di un ingiustizia e che reclami una riparazione del danno subito. Va quindi corretto il sistema, ma non tanto nel senso agitato in Parlamento con l emendamento Pini (la «azione diretta» non c è in alcun Paese), semmai nel senso previsto dal diritto comunitario, che si fonda su presupposti diretti, oggettivi e non soggettivi. ul secondo versante il dilemma è, come detto, sul parallelo e delicato bilanciamento di tre diritti: alla privacy, alle indagini e all informazione. arà come camminare sulle uova e, ha raccomandato il presidente, non bisognerà prestare il fianco a strumentalizzazioni interessate Nel marzo 2011 il Consiglio dei ministri del quarto governo Berlusconi approva la riforma dell allora ministro Alfano. Prevede di nuovo la separazione delle carriere, un doppio Csm, la responsabilità civile dei magistrati e l inappellabilità delle assoluzioni. Il governo cade nel novembre 2011 portare a termine un processo, pena la sua cancellazione) il governo vuole rimettere mano alla ex legge Cirielli. Con Berlusconi a Palazzo Chigi, infatti, furono accorciati tempi previsti per la sopravvivenza del processo. La soluzione è quella studiata dalla commissione ministeriale presieduta dal professor Antonio Fiorella che prevede l interruzione della prescrizione per fasi del processo (primo grado, appello, Cassazione). Le intercettazioni Per ora il ministro Orlando ha scoperto una sola carta in materia: «Estendere gli strumenti di indagine finalizzati al contrasto della criminalità organizzata anche ai reati di corruzione e affini». E questo vuol dire che chi indaga su corruzione e concussione potrà intercettare anche solo in presenza di «sufficienti» (e non per forza «gravi») indizi di colpevolezza. Mentre le intercettazioni ambientali potranno essere fatte anche nei luoghi in cui non vi è la certezza che lì si stia consumando un reato. ulla pubblicazione delle intercettazioni, l Ncd (ma anche alcune componenti del Pd) spinge per tornare al «testo Mastella» che imponeva il segreto assoluto sugli atti fino al termine delle indagini preliminari. Il falso in bilancio e l autoriciclaggio Già depenalizzato con i governi di centrodestra, ora tornerà a essere punito con la reclusione. Il problema è scegliere tra una pena massima di 5 anni e una superiore a questo limite. La differenza, non irrilevante, sta nel fatto che nelle seconda ipotesi sarebbero consentite le intercettazioni. L Ncd è contrario. Il nuovo reato di autoriciclaggio riguarda chi (oggi non soggetto a sanzione) si macchia di un delitto non colposo e poi «sostituisce, trasferisce, impiega denaro, beni e altre utilità provenienti da tale delitto in attività di carattere imprenditoriale o finanziario». Dino Martirano CORRIERE DELLA ERA Il centrodestra «Entro due settimane le nostre proposte» Berlusconi prepara il confronto col premier ROMA «Bene, adesso mettiamoci a lavorare. Abbiamo giusto due settimane di tempo...». Potrebbe essere il tornante decisivo dell intera legislatura. E mai come in questi casi il condizionale è d obbligo, perché potrebbe trattarsi anche dell ennesimo colpo sparato a salve. Resta il fatto che quella andata in scena ieri ad Arcore è stata qualcosa di più della «riunione del lunedì» che ilvio Berlusconi condivide di solito con i suoi avvocati. Perché sul tavolo, stavolta, non c erano le strategie di difesa per i processi che vedono imputato l ex Cavaliere. Bensì le proposte sulla giustizia che l ex premier ha intenzione di condividere col governo in un tavolo ad hoc che partirà prestissimo. Quanto presto? Molto presto. «Due settimane» dice Berlusconi a inizio riunione. E non è un indicazione di massima visto che i contatti tra gli sherpa di Palazzo Chigi e quelli di Arcore, mediati come sempre dall ambasciatore Denis Verdini, avrebbero già fissato sull agenda la data di un incontro Renzi-Berlusconi proprio sui temi della giustizia. La data, che per adesso ovviamente è solo ufficiosa, è quella del primo settembre. Lunedì. Tra due settimane esatte, insomma. Che qualcosa si stesse muovendo, nel triangolo Quirinale-Palazzo Chigi- Arcore, era chiaro da tempo. Da quando un mese fa il capo dello tato aveva manifestato il suo apprezzamento (senza citarlo direttamente) per le parole sui magistrati Tecnici al lavoro Riunione ad Arcore con i legali di fiducia per iniziare lo studio del dossier giustizia Dialogo La data ufficiosa del nuovo incontro su questi temi è l 1 settembre pronunciate da Berlusconi all indomani dell assoluzione, viste come un possibile viatico per raggiungere quella «condivisione finora mancata» sulla riforma della giustizia. Da quel giorno è passato un mese esatto. Nel corso degli ultimi trenta giorni, l asse Pd-Forza Italia ha retto agli stress test del enato e ha portato a casa la prima lettura delle riforma del bicameralismo e del Titolo V. In più, sul versante degli «azzurri», si è materializzata a più riprese la disponibilità ad attrezzare un ancora di salvezza da lanciare all esecutivo sui provvedimenti economici. Ma l ingresso del dossier «giustizia» tra i temi del Patto del Nazareno è qualcosa di molto più concreto rispetto al dialogo sull economia. Non foss altro perché l istruttoria politica, su questo punto, sembra già in fase avanzata. Con dei paletti ben precisi e accettati già da entrambe le parti. «ì» a una riforma condivisa che parta dalla giustizia civile e che contempli anche la responsabilità civile dei magistrati. E soprattutto «no» a qualsiasi norma possa essere ricondotta agli interessi personali di Berlusconi. Nessun fantomatico intervento sulla legge everino, tanto per dirne una, che Forza Italia non chiederebbe proprio perché non ci sono né le condizioni per farlo né tantomeno i numeri per approvarlo. E così ieri Niccolò Ghedini si è presentato ad Arcore accompagnato da alcuni colleghi del suo studio. Un rapido pranzo insieme a Berlusconi e poi tutti al lavoro per elaborare le proposte che finiranno sul «tavolo per la giustizia» in vista dell incontro tra il premier e l ex Cavaliere. «La giustizia è un po come la regola delle regole del gioco. Ha implicazioni tipiche di una carta costituzionale, anche quando non ne prevede direttamente il cambiamento» si leggeva ieri sul Mattinale, l house organ del gruppo di Forza Italia a Montecitorio. E ancora, sempre dallo stesso editoriale: «Dopo sessant anni di tentativi incompiuti, sarà la volta buona? Noi ci siamo. Abbiamo le nostre proposte sempre espresse con chiarezza». Le proposte da sottoporre a Renzi, quelle «vere», avranno poco a che fare con le carte già giocate da Forza Italia sulla giustizia. E i toni dei falchi, così come accadde sulle riforme, anche stavolta saranno poco graditi da Berlusconi. Da un Berlusconi convinto che la sua agibilità politica piena, ormai, dipenda soprattutto dal numero di riforme che riuscirà ad approvare insieme a Renzi. Togliendone al premier, di fatto, l intera paternità. Tommaso Labate

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13 Corriere della era Martedì 19 Agosto Esteri # Ucraina Ancora fermo alla frontiera il convoglio umanitario russo Kiev, il governo accusa: «Decine di civili uccisi dai razzi dei separatisti» Durante la fuga dall assedio di Luhansk MOCA Due giorni dopo l annuncio da parte dei ribelli di essersi rinforzati con uomini e mezzi militari, un convoglio di civili che lasciava la città assediata di Luhansk sarebbe stato colpito da razzi e colpi di mortaio. econdo un portavoce del governo di Kiev che ha accusato gli indipendentisti, ci sarebbero state «decine di vittime, compresi donne e bambini». La stessa fonte ha precisato che i profughi viaggiavano su camion militari che issavano bandiera bianca. I ribelli hanno a loro volta accusato le truppe regolari della strage. alvo poi affermare che forse si tratta di una invenzione di Kiev e che nessun convoglio è stato colpito. Fino a ieri sera non era stato contri e diplomazia L incontro diplomatico tra i ministri degli Esteri a Berlino non ha portato risultati Le trattative proseguono, mentre nell Est dell Ucraina si continua a combattere ituazione a Est Aereo abbattuto IIl 17 luglio il volo MH17 della Malaysia Airlines viene abbattuto nei pressi di Grabovo, nell est dell Ucraina. Kiev, e gli Usa, accusano i filorussi Assedio Le due roccaforti filorusse di Luhansk e Donetsk vengono strette d assedio nelle ultime settimane dall esercito ucraino. Nel frattempo due leader separatisti, Borodai e Bolotov, annunciano le loro dimissioni confinamento Mentre gli scontri tra esercito di Kiev e separatisti non sembrano placarsi, il 16 agosto Kiev accusa la Russia di aver fatto entrare in territorio ucraino una colonna di tank possibile ottenere una conferma indipendente dell accaduto. Negli ultimi giorni le forze armate ucraine hanno fatto notevoli progressi, mettendo i ribelli sempre più in difficoltà. Ora stanno cercando di isolare le sacche di resistenza nelle due città di Luhansk e Donetsk dai corridoi che le collegano alla Russia. Da lì infatti arrivano, secondo Kiev e secondo la Nato, armi e uomini addestrati. Certamente gli indipendentisti sembrano essere molto bene armati, visto che negli ultimi scontri hanno usato batterie di razzi Grad e sistemi missilistici russi Uragan. Ma tutto ciò non è per loro sufficiente e la situazione si starebbe facendo sempre più difficile, come forse dimostrano anche le dimissioni di tre leader filorussi che hanno lasciato i loro posti negli ultimi giorni. Ieri, poi, è stata annunciata la creazione di tribunali militari che commineranno la pena di morte a «traditori e disertori». Un altro segno di una possibile fine imminente. L incontro diplomatico svoltosi a Berlino non ha portato risultati evidenti, pure se le trattative proseguiranno. Non c è sospensione dei combattimenti, anche perché Kiev sostiene (e gli stessi ribelli sembrano confermarlo) che dalla Russia continuano ad arrivare rinforzi. Anche il convoglio umanitario russo è fermo alla frontiera. Lì sono ammassate migliaia di truppe regolari di Mosca che il ministro degli Esteri ergej Lavrov ha definito misure difensive cautelative: «La prudenza non è mai troppa» ha detto sicuro. Il governo ucraino ha invece accusato ieri le truppe «cautelative» russe di aver bombardato con cannoni e razzi un posto di frontiera che è andato completamente distrutto. Altri bombardamenti, ma questa volta di parte ucraina, hanno colpito varie postazioni ribelli nelle roccaforti assediate. arebbe stato centrato anche l ingresso di una miniera dove sono bloccati trenta minatori. In alcune zone di Donetsk, città che aveva un milione di abitanti, manca l acqua. Rimangono comunque molto tesi i rapporti tra Russia e Occidente. La cancelliera Merkel ha ieri annunciato in Lettonia che la Germania inizierà un pattugliamento aereo della zona baltica in ambito Nato. Putin sembra in difficoltà, perché se abbandona i separatisti perde la faccia con i nazionalisti russi, ma se insiste rischia nuove sanzioni. E per la Russia le conseguenze sono serie, visto che il governo si vede ora costretto ad autorizzare l importazione da Bielorussia e Kazakistan di materie prime occidentali «lavorate». Vale a dire che nei negozi di Mosca arriveranno camambert francese, carne olandese e pomodori italiani in pacchetti trasparenti con su scritto in cirillico «made in Belarus». Fabrizio tati Uniti L autopsia sul ragazzo nero evidenzia numerose ferite da arma da fuoco: una, mortale, alla testa ei colpi a bruciapelo, così è morto Michael A Ferguson la Guardia Nazionale punta un video della sparatoria DAL NOTRO INVIATO NEW YORK «Arrestate quel poliziotto», grida Lesley Mcpadden, madre di Michael Brown, il 18enne di Ferguson, sobborgo nero di t. Louis, Missouri, ucciso il 9 agosto da un poliziotto nonostante fosse disarmato. «Va arrestato», gridano anche i legali, dopo l esito sia pure preliminare dell autopsia di parte che mostra «almeno sei colpi di pistola» esplosi di fronte. Le rivelazioni sono benzina sul fuoco in una città squassata da quasi dieci giorni di proteste e scontri con la polizia locale che non ha spiegato la dinamica dei fatti e per sei giorni non ha rivelato il nome dell agente, Darren Wilson. Il governatore del Missouri, Jay Nixon, ieri ha chiesto l intervento della Guardia Nazionale. Una situazione sempre più complessa che ha addosso gli occhi del mondo. È intervenuto perfino il segretario generale dell Onu, Ban Ki-moon, chiedendo che «siano Nel campo Donne in preghiera in una cappella allestita in un campo profughi fuori Donetsk, vicino al confine tra Ucraina e Russia (Reuters/ Demianchuk) assicurate le libertà di espressione e di manifestazione pacifica». Il presidente Barack Obama ha interrotto le ferie per due giorni. «Abbiamo fatto progressi straordinari sulle disuguaglianze razziali, ma c è ancora molto da fare», ha detto da Washington, annunciando l arrivo domani a Ferg u s o n d e l m i n i s t r o d e l l a Giustizia, Eric Holder. Il presidente ha anche ammonito che l uso della Guardia Nazionale deve essere «limitato» contro la «minoranza» che sta creando problemi e che «non ci sono scuse per un azione eccessiva da parte della polizia che neghi il diritto di protestare pacificamente». A condurre l autopsia di parte è stata gratuitamente un autorità in materia: Michael Boden, già medical examiner della città di New York. Boden, 80 anni, è protagonista della serie televisiva Autopsy, e nella sua carriera ha riesaminato i cadaveri di John Fitzgerald Kennedy e di Martin Luther King, ha testimoniato in casi chema I colpi di pistola andati a segno A terra Il video trasmesso dalla Cnn celebri come quello di O.J. impson e ha effettuato autopsie sui corpi di id Vicious e John Belushi. econdo Boden il colpo mortale, alla sommità della testa, potrebbe dimostrare che Brown si stava piegando in avanti, forse in segno di arresa, ma forse anche per caricare l agente. La ricostruzione dei fatti non è ancora chiara neanche per i periti. Potrebbe aiutare un video trasmesso ieri dalla Cnn ripreso da una testimone col cellulare: si vede il ragazzo a terra e il poliziotto che cammina lungo la strada a destra e sinistra. Il telefono era stato sequestrato dalla polizia subito dopo lo sparo ed è stato riconsegnato solo adesso. C è poi un altra ferita all occhio destro e altre quattro lungo il braccio destro, compatibili con un azione di fuga o di difesa ma anche con un segno di resa. Non ci sarebbero segni di colluttazione. econdo i testimoni Brown era con le mani alzate: l agente avrebbe cercato di spingere dentro l auto il ragazzo attraverso il finestrino, Brown si sarebbe divincolato scappando e Wilson l avrebbe inseguito a piedi. Poi gli spari. I risultati dell autopsia ufficiale non sono invece ancora noti. Questa notte il coprifuoco non è stato dichiarato, per allentare la tensione dopo gli scontri di sabato e domenica, portati avanti da «gente non della comunità», ha spiegato il comandante della Highway Patrol Police Ron Johnson, nero, subentrato alla polizia locale nella gestione dell ordine pubblico. A surriscaldare il clima c è anche la comparsa di manifestanti pro-wilson, ora sospeso e in una località segreta. Fabrizio Medio Oriente Le trattative Gaza, la tregua sarà prolungata Israele: sventato golpe di Hamas DAL NOTRO CORRIPONDENTE GERUALEMME I treni fermi e i carrarmati in movimento. Il governo israeliano aveva ordinato all esercito di prepararsi alla fine del cessate il fuoco. I mediatori egiziani hanno sfruttato fino alle ultime ore prima della mezzanotte i cinque giorni di calma e sono riusciti a ottenere che la tregua fosse prolungata. «Altre 24 ore», sostiene un portavoce di Hamas. Non ancora un accordo definitivo, per quello i negoziati vanno avanti. I generali al Cairo offrono ai palestinesi di organizzare una conferenza per la raccolta fondi e la ricostruzione. I gruppi principali, Hamas e la Jihad Islamica, non sembrano voler ricominciare a combattere dopo quasi un mese di guerra e gli oltre duemila morti palestinesi, per la maggior parte civili. Tuttavia i collegamenti ferroviari tra Ashkelon e derot sono stati sospesi, le spiagge chiuse, i rifugi riaperti. «e attaccati, la risposta sarà durissima» avverte il premier Benjamin Netanyahu. Che ha promesso agli abitanti del sud il ritorno alla quiete e alla sicurezza, deve dimostrare che i 64 soldati sono caduti per un obiettivo raggiunto. Abu Mazen, il presidente palestinese, è in Qatar per incontrare Khaled Meshal, il leader di Hamas che dall estero ha guidato «dirottato», sostiene qualche fonte araba le trattative. Domenica vede Abdel Fattah Al isi, il presidente egiziano, che insiste perché Abu Nuova scadenza ll gruppo al potere nella triscia fa sapere di aver prorogato la tregua di 24 ore Mazen riprenda il controllo di Gaza e le sue forze di sicurezza vengano schierate al valico di Rafah. Il presidente palestinese spera che un intesa possa rendere effettiva la riconciliazione con Hamas, stabilita in aprile e osteggiata dal governo di Benjamin Netanyahu: il movimento fondamentalista tra difficoltà economiche e perdite di sostegno politico era disposto a cedere a un governo tecnico il potere conquistato nella triscia con le armi sette anni fa. I servizi israeliani accusano l organizzazione di aver pianificato un golpe simile in Cisgiordania: lo hin Bet ha rivelato di aver arrestato in tre mesi 93 estremisti che con fondi inviati da un palestinese in Turchia hanno comprato armi e munizioni. Gli attacchi sarebbero dovuti servire a destabilizzare l Autorità di Ramallah e permettere l ascesa di Hamas. Gli analisti sono scettici. Roni Daniel, al telegiornale del Canale 2, ammette «non so se il gruppo sarebbe stato in grado di scatenare il caos in Cisgiordania». Barak Ravid, del quotidiano Haaretz, ironizza in un tweet sulla quantità (ridotta) di armamenti sequestrati, una trentina tra pistole, kalashnikov, lanciagranate. La riconciliazione tra Hamas e Fatah sembra restare sulla carta firmata in aprile anche perché i fondamentalisti non stanno cedendo il dominio della triscia. Durante il conflitto raccontano testimoni all agenzia Associated Press i capi del movimento laico fondato da Yasser Arafat sono stati messi agli arresti domiciliari. Chi ha tentato di lasciare casa (anche solo per sedersi davanti alla porta d ingresso, come ami Abu Lashin) è stato gambizzato da miliziani mascherati. Davide

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15 Corriere della era Martedì 19 Agosto 2014 Esteri 15 Regno Unito Il fondatore di Wikileaks parla dalla sede diplomatica dell Ecuador. Voci su possibili problemi cardiaci: avrebbe bisogno di curarsi «Presto andrò via dall ambasciata» L annuncio (e la sfida) di Assange L attivista australiano è rinchiuso da due anni: «Ma non mi consegno» Il personaggio Attivista Julian Assange, 43 anni, australiano, è un giornalista e programmatore. Negli anni 80 è attivo come hacker DAL NOTRO CORRIPONDENTE La vicenda LONDRA «Lascerò presto l ambasciata dell Ecuador». Julian Assange conosce l arte del giallo. E da due anni chiuso o «rinchiuso» nelle stanze della rappresentanza del Paese sudamericano che gli ha offerto asilo. Non può uscire perché, se ci prova, cotland Yard che lo aspetta lì fuori 24 ore su 24 lo blinda e lo estrada in vezia. Ma il fondatore di Wikileaks ha qualche problema di salute (pare di cuore, anche se lui resta in proposito sul vago). Ha bisogno di curarsi. E di ritrovare i ritmi della vita normale. Ventiquattro mesi fra quattro mura, sia pure con il massimo comfort televisivo, culinario e tecnologico, pesano. E il «recluso» Julian Assange ha deciso di sfidare la polizia e la giustizia britannica. Il 43enne australiano è il coraggioso attivista che ha rivelato le segrete corrispondenze della diplomazia americana, con tutte le porcherie annesse. coop e scandalo mondiale. Ma è pure un soggetto che si fa scudo delle sue ambiguità caratteriali. E che ha imparato a usare bene le leve della comunicazione-spettacolo. Così, quando ieri ha convocato all improvviso i giornalisti nell ambasciata ecuadoriana, ha saputo esibire le virtù di furbizia e di slalomista, qual è, che si destreggia fra silenzi e mezze ammissioni. Ma è comprensibile: fra lui e cotland Yard è in corso una guerra dei nervi e il minimo errore si paga. Non poteva di certo svelare cosa significa «lascerò presto», consegnando una carta in mano al nemico. e si camufferà. e si farà caricare su un ambulanza. e uscirà da qualche tunnel sotterraneo. E quando. ono tutte ipotesi buone per elettrizzare la Metodi di fuga Le ipotesi sulla fuga vanno dal travestimento all uso di un ambulanza, a un tunnel sotterraneo fantasia e la suggestione. Così come ha beffato l amministrazione Usa scoperchiando il pozzo degli intrighi diplomatici di Washington (che ha giurato vendetta) Assange potrebbe p e n s a r e d i s g a m b e t t a r e cotland Yard (molto difficile) con uno stratagemma. Una cosa è certa: di consegnarsi non ne ha la minima intenzione. La vezia vuole interrogarlo in quanto due donne lo accusano di stupro. Ha chiesto e ottenuto l estradizione e Londra, che non vede l ora di disfarsi dell indesiderato ospite, è ansiosa di eseguire la consegna. Vecchia e brutta storia. Lui è prontissimo, dice, a rispondere e a difendersi da questi sospetti ripetuti e odiosi. Ma non ci sta a diventare il pollo da sacrificare al cospetto della volontà di rappresaglia americana. Lo ha ripetuto ancora: se io mi presento spontaneamente per andare dai giudici svedesi, vengo preso, ammanettato e consegnato agli tati Uniti dove l Fbi «sta indagando da 4 anni e ha costruito un dossier di 4 mila pagine». Insomma, c è un complotto per metterlo a tacere e per «intimidire i giornalisti». E allora l idea di arrendersi va scartata. e esce dalla sede della rappresentanza diplomatica dove è rifugiato è solo per scappare e provare a raggiungere un territorio tranquillo. I tempi e i modi sono i prossimi capitoli della saga. A meno che Londra e Quito non raggiungano un «gentlemen s agreement». L Ecuador protegge Julian Assange da un paio d anni avendolo in casa, in ambasciata, e avendogli dato asilo. Il Paese sudamericano chiede al Foreign Office una sorta di lasciapassare: le autorità britanniche consentano a Julian Assange di uscire dalla «prigione», che è a due passi dai magazzini Harrods, gli diano la libertà di andare in aeroporto e di salire su un volo per Quito. Per ora la risposta è stata solo un lungo silenzio. Accompagnata dall ordine a cotland Yard, schierata attorno all ambasciata, di intervenire se il biondo australiano dovesse avere la sciagurata pensata di concedersi una camminata. L Ecuador non dispera comunque di trovare una soluzione. Il ministro degli esteri Ricardo Patiño ha annunciato che proverà di nuovo a sfondare il muro britannico e a cercare una soluzione. Così come stanno, le cose non reggono più. i tengono Assange in ambasciata per l eternità? Il fondatore di Wikileaks da par suo alza la posta: lascerò presto la «prigione». Nulla di più. Guai a chiedergli dettagli. Ma è un guanto di sfida? L ennesima sfida? e lo è, è pure una telenovela. Manca ancora il colpo di scena. Fabio Wikileaks Nel 2007 è cofondatore di Wikileaks che nel novembre 2010 rende pubblici 250 mila file diplomatici Usa Mandato d arresto Il 20 agosto 2010 la Procura svedese spicca nei confronti di Assange (nella foto ieri in conferenza stampa) un mandato d arresto per molestie e stupro. Le vittime sarebbero due volontarie di Wikileaks Accuse Assange nega tutte le accuse ma il 20 novembre il mandato d arresto diventa internazionale. Il fondatore di Wikileaks si presenta in commissariato a Londra dove viene preso in custodia e rilasciato su cauzione il 16 dicembre Estradizione e asilo La vezia chiede l estradizione di Assange, e il 19 giugno 2012 il fondatore di Wikileaks si rifugia all ambasciata dell Ecuador chiedendo asilo politico. Il 16 agosto l Ecuador glielo concede Conduttore Tv Nell aprile 2012 è conduttore Tv, dagli arresti domiciliari, per Russia Today durante il l programma «The world tomorrow» Le indagini Accusato di molestie e stupro nei confronti di due ragazze, si rifugia nell ambasciata dell Ecuador a Londra per sfuggire all estradizione in vezia La strategia Il team punta a due risultati: vincere la battaglia in tribunale e convincere l opinione pubblica internazionale Così la cerchia dei legali prova a farlo uscire da Londra Un gruppo ristretto di persone lo guida Obiettivo: un passaggio per l Ecuador DALLA NOTRA INVIATA NEW YORK Nessuno può dire davvero se Assange lascerà presto il suo rifugio-prigione. Quel che è certo è che l annuncio di ieri fa parte di una strategia lanciata dalla sua cerchia di consulenti per assicurasi che esca al più presto. Una strategia fatta di cavilli legali, di politica, ma anche di immagine. Contattati dal Corriere, il portavoce (da sempre) di Wikileaks Kristinn Hrafnsson e l avvocato newyorkese Carey henkman spiegano che l obiettivo è far sì che il governo inglese «rompa l assedio» intorno all ambasciata dell Ecuador e garantisca ad Assange il passaggio sicuro all aeroporto, dove si imbarcherebbe per Quito che gli ha garantito l asilo. La conferenza stampa di ieri mirava a lanciare un appello più che ad annunciare un intesa col governo inglese, ed era prevista da tempo per coincidere con la visita di Patiño a Londra. Il fondatore di Wikileaks si era consultato con quella decina di avvocati (su un totale di «alcune dozzine» da lui assunti) che fan parte della sua cerchia ristretta, capeggiati da Baltasar Garzón (che accusò Pinochet e indagò Berlusconi) e dall inglese Gareth Peirce, che ottenne la libertà per i «quattro di Guildford» e ispirò il film «Nel nome del padre» (lei è Emma Thompson). Non è un caso che Assange abbia citato i cambiamenti nelle leggi inglesi sull estradizione: il parlamento ha approvato nuove norme in luglio che vietano l estradizione se l individuo non è stato incriminato (cosa che la vezia non ha fatto nell accusa di stupro contro Assange). Londra ha precisato che la legge non è retroattiva e dunque non si applica ad Assange ma dal punto di vista dell immagine i suoi legali puntano sul fatto che era una legge sbagliata. «La legge era viziata, il parlamento l ha capito», dice Hrafnsson. «Ora serve la volontà politica di correggere gli errori». Priorità Dal punto di vista legale la priorità è la vezia dove tra poco si terrà il processo per stupro contro Assange Dal punto di vista legale la priorità è la vezia: i legali si giocano tutto in una corte d appello dove, nelle prossime settimane, tenteranno di far rimuovere il mandato d arresto contro Assange. e anche dovessero vincere, però, non bisogna aspettarsi che il fondatore di Wikileaks sia libero. Il timore più grande è che Londra lo consegni comunque agli americani, per le accuse di aver divulgato segreti governativi. «appiamo che c è un inchiesta in corso ma non sappiamo se c è un mandato di estradizione segreto dice henkman. Assange e Wikileaks potrebbero essere implicati perché hanno aiutato nowden a ottenere asilo politico». L avvocato newyorkese Jacques emmelman, uno dei maggiori esperti di estradizione, dice al Corriere che i trattati in vigore renderebbero difficile agli Usa pretendere la consegna di Assange perché è prevista una chiara esenzione per i casi politici. Difficile ma non impossibile. «I suoi avvocati, un team abilissimo, lo stanno consigliando molto saggiamente sia sulla scena legale che su quella dell opinione pubblica». Viviana Mazza FONDATO NEL 1876 DIRETTORE REPONABILE Ferruccio de Bortoli CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo chiavi Barbara tefanelli CONIGLIO DI AMMINITRAZIONE PREIDENTE Angelo Provasoli VICE PREIDENTE Roland Berger AMMINITRATORE DELEGATO Pietro cott Jovane CONIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVIIONE MEDIA Alessandro Bompieri 2014 RC MEDIAGROUP.P.A. DIVIIONE QUOTIDIANI ede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n del 3 febbraio 1962 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli privacy.corsera@rcs.it - fax COPYRIGHT RC MEDIAGROUP.P.A. DIVIIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. 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16 16 Martedì 19 Agosto 2014 Corriere della era Cronache Bologna Per il tribunale dopo la sentenza della Consulta non servono autorizzazioni e sui donatori valgono le direttive europee Il giudice ordina alla clinica: fate l eterologa La decisione sui ricorsi di due famiglie. «Devono avere subito il trattamento» La vicenda La Consulta boccia il divieto di eterologa La Corte costituzionale con la sentenza del 9 aprile 2014 cancella il divieto di fecondazione eterologa, la tecnica di fecondazione assistita che usa gameti (ovuli o sperma) di donatori. Il divieto era previsto dalla legge 40 del Passano poche settimane e l associazione Coscioni annuncia che l eterologa è già stata praticata a Roma e a Milano top al decreto: parola alle Camere ROMA La magistratura torna a dire sì all eterologa. Due ordinanze del tribunale di Bologna uscite il 14 agosto affermano che due coppie infertili devono ricevere subito i trattamenti con gameti (spermatozoi o ovociti) di donatori. E obbligano i centri ai quali i quattro aspiranti genitori si sono rivolti di procedere «secondo le migliori e accertate pratiche mediche ad applicare la tecnica nel rispetto delle più accreditate e aggiornate conoscenze tecnico scientifiche». ignifica che i vincitori del ricorso avranno diritto a saltare le liste di attesa. Quattro anni fa l eterologa era vietata dalla legge sulla procreazione medicalmente assistita delegittimata il 9 aprile anche in questa parte dalla Corte Costituzionale. I giudici bolognesi avevano cominciato a lavorare sui due casi già da tempo. Poi è subentrato un fatto nuovo che ha orientato le loro decisioni. Una telenovela. Tre giorni fa, in un intervista al Corriere, la ministra della alute Beatrice Lorenzin si augurava: «Le Regioni possono dare il via all eterologa, ma io spero aspettino». i riferiva all attesa di una nuova legge che, dopo la retromarcia del governo sul decreto, il Parlamento dovrebbe approvare «entro gennaio 2015» con regole per uniformare l attività dei centri. Ammesso che il provvedimento veda la luce, e sono molti a scommettere che non se ne farà niente, rischia di essere tardivo. Le due cliniche bolognesi oggetto delle ordinanze, Tecnobios di Andrea Borini e ismer di Luca Gianaroli, devono partire ed è probabile che molti altri in Italia seguano a ruota, nonostante le sentenze firmate da Antonio Costanzo abbiano valore limitato alle parti coinvolte. La Toscana ha fatto da apripista con una delibera che autorizza le strutture a cominciare con l attività, sospesa nel 2004, prima della legge proibizionista. Carlo Lusenti, presidente dell Emilia Romagna, La situazione I magistrati: «Non c è vuoto legislativo». I privati ora partono, penalizzati invece i centri pubblici vuole un accordo tra le Regioni: «Bisogna definire norme comuni entro settembre. Altrimenti noi andremo avanti da soli». Nino Guglielmino, centro Hera di Catania, canta vittoria: «Abbiamo già distribuito i moduli del consenso informato, utilizzeremo gli ovociti congelati di donne che hanno avuto un bambino grazie alla provetta». Ma la ministra non si scompone. Anzi i suoi tecnici rilevano: «Niente di nuovo sotto il sole. Colpisce anzi il passaggio dove i giudici affermano che bisognerà tenere conto di successive norme statali. Anche la Toscana prevede la cosiddetta clausola di cedevolezza». In altre parole un intervento ministeriale o del Parlamento viene ritenuto «essenziale per garantire la sicurezza dell eterologa: tracciabilità dei donatori e test per selezionarli». Questo avviene nelle strutture private, la stragrande maggioranza su circa 350 censite in Italia. E nel pubblico? arà il grande sfavorito, come teme Eugenia Roccella, vicepresidente Commissione affari sociali della Camera. Il decreto Lorenzin prevedeva che l eterologa fosse rimborsata. Arduo pensare che senza finanziamenti gli ospedali si organizzino. Le coppie meno abbienti saranno svantaggiate. I due ricorsi sono stati difesi rispettivamente dagli avvocati Maria Paola Costantini, ebastiano Papandrea e Marilisa D Amico (contro Tecnobios), e da Gianni Baldini e Filomena Gallo (contro isfer). Nel primo si afferma tra l altro che, come è scritto nella sentenza e come ha ribadito alla stampa il presidente della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro, non esiste vuoto legislativo: «ono identificabili più norme che già disciplinano e non esistono incolmabili lacune concernenti la regolamentazione essenziale». Citate le direttive europee per la donazione, approvvigionamento e stoccaggio di tessuti e cellule umane, anonimato del donatore, divieto di disconoscimento e paternità del bambino. Un punto su cui il ministero ha insistito è che per l avvio dell eterologa sarebbero servite ulteriori autorizzazioni. Invece, si precisa che non c è «modifica sostanziale dell attività da parte delle strutture autorizzate». Uniche questioni in sospeso: il numero delle donazioni e quello dell accesso ai dati del donatore. Per Baldini e Gallo è un successo: «Due passi importanti sia pur di valore inferiori a quello della Consulta. L abbiamo sostenuto da subito,, l eterologa è immediatamente praticabile». Margherita De Bac mdebac@corriere.it A luglio il ministro della alute Beatrice Lorenzin annuncia che il via libera all eterologa dovrà aspettare un decreto che la regoli. Tra i punti il «no» ai cataloghi con le caratteristiche dei donatori. Ma il Consiglio dei ministri pone lo stop al provvedimento. E il governo rimanda la questione alle Camere. La ministra della alute dice che bloccherà chi pratica l eterologa La polemica giuridica i muovono le Regioni A spiazzare tutti è il presidente della Corte costituzionale Giuseppe Tesauro: «L eterologa si può fare subito. Quelli autorizzati possono praticare la tecnica purché siano rispettati i paletti posti dalla legge 40». La Conferenza delle Regioni punta all adozione di linee guida comuni. La Toscana approva una delibera per permettere di praticare l eterologa 348 le coppie italiane che vanno all estero per la fecondazione eterologa. assistita in Italia secondo gli ultimi dati I centri di procreazione medicalmente econdo le stime ci sarebbero altre 9 dell Istituto superiore di sanità. Quelle 20Mila mila coppie italiane, meno abbienti, pubbliche o private convenzionate sono che aspettano di farla in Italia 131, quelle private 217 Il medico Andrea Borini Il responsabile del centro: qui 200 coppie sono già pronte «Potrebbe sembrare che l ordinanza non aggiunga nulla a quanto già sentenziato dalla Consulta, in realtà ha un valore importante perché un giudice afferma oggi che la fecondazione eterologa si può fare, nel rispetto delle buone pratiche mediche. Che non ci sono vuoti legislativi, perché ciò che resta della legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita è sufficiente. E, anzi, con l ordinanza la obbliga». Andrea Borini è il responsabile scientifico della Tecnobios procreazione di Bologna (ha sedi anche a Genova e Padova), uno dei due centri oggetto delle ordinanze. Quante coppie avete in attesa? «Al momento 200 solo a Bologna, sia per ovociti sia per seme. ono già state inquadrate, sottoposte agli esami previsti e pronte al trattamento». Ma come vi regolate con i donatori? «Noi abbiamo praticato la fecondazione eterologa per almeno 15 anni prima del 2004, quando cioè la legge 40 l ha proibita. Oggi, rispetto ad allora, seguiremo le linee guida delle società scientifiche (appena pubblicate) per quanto riguarda età dei donatori, esami a cui sottoporli, tempi e numero di donazioni possibili per ognuno». E per quanto riguarda l anonimato? «In attesa di diverse decisioni, applicheremo l anonimato completo senza alcuna possibilità per il donatore di essere successivamente contattato (il decreto Lorenzin bocciato prevedeva invece eccezioni in caso di malattie genetiche)». Tasto dolente: la compatibilità per colore di occhi, capelli, pelle... Che cosa farete? il numero di bambini nati in Italia nel 2012 (ultimi dati del ministero della alute) grazie alla procreazione medicalmente assistita. Le gravidanze ottenute, 12mila nello stesso periodo, sono state «Come in tutto il mondo è un problema medico. Noi garantiamo la compatibilità in modo da non arrecare problemi successivi al nascituro. Un evento procreativo, seppur medicalmente assistito, non è paragonabile certo a un adozione». Quante donazioni possibili per ogni donatore? «Massimo per 10 famiglie con bambini. Ma se una coppia che ha già avuto un bambino ne vuole un altro utilizzando lo stesso donatore non c è limite. D altra parte la possibilità che in futuro si possano accoppiare due figli dello stesso donatore biologico è pari a un milionesimo su una popolazione come quella italiana di 60 milioni di abitanti». Mario

17 Corriere della era Martedì 19 Agosto 2014 Cronache 17 Istruzione Il sindaco di Forte dei Marmi aveva proposto di posticipare a ottobre l apertura delle scuole Giannini boccia il rinvio delle lezioni «Così si danneggiano le famiglie» Il ministro: calendari già decisi, vanno garantiti i 200 giorni previsti Botta e risposta La proposta Il sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti (Pd, foto in basso), ha scritto al ministro tefania Giannini (sotto) per chiederle di posticipare a ottobre l apertura delle scuole e aiutare così gli operatori turistici a rimediare alla cattiva stagione La replica Il ministro ha risposto che «i calendari con le date di inizio e fine delle lezioni vengono deliberati dalle Regioni che li hanno già comunicati a scuole e ministero in tempo utile per consentire la programmazione». II «posticipo potrebbe danneggiare le famiglie» Incidenti in montagna Massa Carrara Dal Bianco alla Val Badia ei vittime sulle Alpi Ancora vittime in montagna. È di sei morti il bilancio di quattro incidenti avvenuti nelle ultime ore sulle Alpi. ul Picco dei Tre ignori, in valle Aurina, un escursionista austriaco è morto assiderato dopo essersi perso in alta montagna: indossava solo pantaloni corti, maglietta e scarpe da ginnastica. In Val Badia un uomo è precipitato da una ferrata sul assongher, mentre sul Monte Bianco sono state trovate le salme di tre francesi, dispersi dal giorno di Ferragosto. Durante la traversata della Vallée Blanche, la guida alpina, originaria dell Alta avoia, e i suoi due clienti parigini, sono precipitati per 800 metri, probabilmente per il cedimento di una cornice di neve. E nel tardo pomeriggio di ieri è morto anche un alpinista che, sempre sul Bianco, era finito in un crepaccio: inutili i tentativi di salvarlo. I carabinieri usano un drone per fermare tir con l hashish Un blitz antidroga con un drone. L hanno utilizzato i carabinieri di Massa per seguire un tir spagnolo con un carico di hashish, bloccato poi domenica in un area di servizio dell autostrada del ole vicino ad Anagni (Frosinone). In carcere sono finiti i due autisti romeni. equestrati 456 chili di stupefacenti per un valore di tre milioni di euro: erano nascosti nel sottotetto del rimorchio. Per seguire il Tir, intercettato a Ventimiglia, i carabinieri hanno deciso di impiegare un drone: proprio grazie alla telecamera del velivolo sono state seguite tutte le mosse del camion. I due romeni avrebbero detto di non sapere del carico di droga, spiegando di essere diretti a Bari per imbarcarsi per la Grecia e quindi proseguire per la Romania. Nell abitacolo sono state però trovate bolle false che attestavano il trasporto di ortaggi e il loro relativo scarico, mai avvenuto, in varie parti d Italia. Napoli Morto a 80 anni il comandante dell Achille Lauro FORTE DEI MARMI (Lucca) Il ministro boccia il sindaco, almeno per quest anno. Tutti a scuola a settembre e nessuna deroga per garantire qualche giorno di tintarella in più dopo il meteo disastroso di luglio e di agosto. «La decisione potrebbe entrare in contrasto con gli impegni delle famiglie, nostre vere interlocutrici spiega tefania Giannini, titolare del dicastero dell Istruzione dove spesso entrambi i genitori sono impegnati al lavoro». Insomma, a calendari scolastici ormai ultimati, mamma e papà potrebbero essere danneggiati da un eventuale apertura posticipata della scuola dei figli. Ma Umberto Buratti (Pd), primo cittadino di Forte dei Marmi, rilancia e chiede un incontro tato-regioni. «olo in Toscana gli incassi degli stabilimenti balneari sono calati del 40%. Allungare realmente la stagione turistica può essere molto utile», avverte incassando il plauso quasi totale degli operatori turistici colpiti da crisi e acquazzoni. La ministra Giannini, che proprio in questi giorni sta trascorrendo le vacanze in Versilia, ha risposto ieri alla lettera con la quale il sindaco Buratti chiedeva di prorogare l apertura delle scuole al primo ottobre. «Ringrazio il sindaco per la lettera che mi ha inviato scrive la Giannini. Io, come lui, ho potuto constatare le difficoltà create alla stagione turistica dalle cattive condizioni meteorologiche. E però, al sindaco e a quanti in queste ore si concentrano sull ipotesi di rinviare l apertura dell anno scolastico, non posso non ricordare che i calendari con le date di inizio e di fine delle lezioni vengono deliberati dalle Regioni, che li hanno già comunicati alle scuole e al ministero in tempo utile per consentire la programmazione delle attività didattiche». tefania Giannini sottolinea poi che «le scuole nella loro autonomia possono chiedere lievi variazioni rispetto al calendario regionale, a patto di È morto a 80 anni a Gragnano, nel Napoletano, Gerardo De Rosa, l uomo che era al comando della nave Achille Lauro quando fu dirottata da quattro terroristi palestinesi il 7 ottobre 1985 al largo delle coste egiziane con 700 passeggeri a bordo. Gli uomini, del Fronte per la liberazione della Palestina, si erano imbarcati garantire i 200 giorni minimi di lezione previsti per legge», ma poi spiega che nella «maggior parte dei casi le richieste riguardano aperture anticipate che consentono di programmare pause flessibili nel a Genova. I terroristi volevano la liberazione di 50 palestinesi detenuti in Israele: iniziò una trattativa internazionale, che contò anche una vittima, un passeggero ebreo con passaporto americano, disabile, Leon Klinghoffer, ucciso e gettato in mare (nelle foto la nave e De Rosa) R PRODUZ ONE RIERVATA corso dell anno scolastico». E dunque in questo caso, la richiesta di segno opposto «potrebbe entrare in contrasto con gli impegni delle famiglie». Poi una piccola apertura con battuta finale: «Al sindaco Buratti garantisco la mia collaborazione e sono pronta a incontrarlo, magari proprio in spiaggia, confidando in un miglioramento del tempo», conclude il ministro. Anche le Regioni blindano il calendario scolastico di quest anno, ma intanto valutano possibili modifiche. «Che eventualmente dovranno essere concordate a livello nazionale spiega il governatore della Toscana Enrico Rossi. e Lombardia, Emilia e Lazio, tanto per fare un esempio, mantengono l inizio scolastico a settembre inutile deliberare in Toscana. Comunque quest anno il problema non si pone. ono d accordo con il ministro Giannini». tamani a Firenze ci sarà un vertice in Regione alla presenza dei rappresentanti delle categorie turistiche per discutere un piano di finanziamenti capace di garantire un prolungamento della stagione turistica anche a scuole aperte. Intanto il sindaco Buratti incassa il sì quasi unanime di operatori turistici e associazioni di categoria. Tra questi quello del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. «Già con il governo Prodi la nostra categoria aveva chiesto che settembre tornasse, come un tempo, mese di vacanze ricorda Bocca. Adesso è il momento di agire». Anche Costanzo Jannotti Pecci, past president di Federturismo Confindustria, plaude all iniziativa di Buratti e chiede dal 2015 «un anno scolastico che allunghi la sua durata a tutto giugno e inizi il primo ottobre». Contrario, invece, Pietro Liuzzi, capogruppo di Forza Italia alla commissione Istruzione di Palazzo Madama. Che ammonisce: «Guai a giudicare le questioni della scuola come faccende last minute. erve invece una maggiore attenzione sulla faciloneria e l insufficienza d analisi che caratterizzano la pianificazione delle politiche economiche nel turismo». Il dibattito è aperto. Marco Gasperetti mgasperetti@corriere.it Le misure Disinfettato un volo Etihad tudenti dall Africa Le università inglesi in allerta per Ebola L avanzata del virus Ebola procede più veloce del previsto e per fermare il contagio in Africa Occidentale ci vorranno come minimo altri sei mesi, secondo le previsioni degli specialisti. E a chi getta acqua sul fuoco, replica chi è in prima linea: «È un epidemia mai vista, senza precedenti, che si sta allargando». La Nigeria (12 casi di Ebola confermati e 4 morti) è il nuovo Paese al centro dell attenzione. Frontex, l agenzia dell unione europea per la gestione delle frontiere, ha deciso di sospendere fino a nuova decisione i voli di rimpatrio in Nigeria degli immigrati clandestini a causa dell epidemia. E in Gran Bretagna tutte le università sono state allertate e istruite s u c o m e g e s t i r e un eventuale focolaio di epidemia. Il motivo? La Nigeria è la quarta nazione più rappresentata negli atenei britannici: nell anno accademico vi hanno studiato nigeriani. Ecco allora che, con l approssimarsi dell inizio delle lezioni a settembre, Universities Uk, organismo che rappresenta rettori e Atenei britannici, ha inviato ad ogni campus e università una guida dettagliata su Ebola. «In caso di sospetta infezione è scritto, lo studente deve essere immediatamente isolato in una stanza, dotata di bagno proprio, lontano da qualunque possibilità di contatto con altri studenti e personale universitario. Doppi guanti e visiera monouso dovranno essere obbligatoriamente indossati da chiunque debba interagire con l isolato». A ieri, il virus ha colpito persone e ne ha uccise In Liberia, dove il bilancio è di 790 casi e 416 morti, alle forze armate è stato dato l ordine di «sparare a vista» a chi cerca di passare illegalmente il confine dalla vicina ierra Leone. Confine chiuso settimane fa A Monrovia Un infermiere e una vittima proprio nel tentativo di arginare Ebola. Non è stato il virus del pipistrello, invece, a uccidere una donna britannica morta a Vomp, in Austria, dopo un viaggio in Nigeria. Ad Abu Dhabi, infine, un aereo della Etihad Airways è stato disinfettato: vi aveva viaggiato una 35enne nigeriana malata di tumore e diretta in India per le cure. i è aggravata durante lo scalo negli Emirati e i medici hanno notato sintomi di una possibile infezione dal virus di Ebola. Mario

18 18 Cronache Martedì 19 Agosto 2014 Corriere della era Indonesia Il dramma venerdì sera. «A nuoto fino all isola, vivi mangiando foglie» Naufraga la barca dei turisti Due italiani fra i sopravvissuti «Per ore tra le onde». Giallo su due dispersi ROMA e l è cavata con una piccola infezione a un piede, Oriana Bucci, che assieme a Fabio Rossi è stata ripescata nelle acque indonesiane a largo dell isola di umbabwa dopo un tragico naufragio da film d avventura. Mentre ancora proseguono le ricerche di due persone disperse, una delle quali, secondo fonti indonesiane, sarebbe una donna italiana, alcuni sopravvissuti hanno raccontato di aver nuotato per ore tra le onde, di essere arrivati sfiniti su un isola con un vulcano in eruzione e di essere sopravvissuti «mangiando foglie e bevendo urina». Con lo sguardo sconvolto, i capelli ancora incollati dalla salsedine, la barba incolta, a torso nudo, tra i muri scrostati, bianco verdi dell ospedale di Bima, un ragazzo racconta in un inglese incerto a una tv indonesiana, il minuto esatto in cui la minicrociera nel paradiso delle isole a est di Bali si è trasformata in 40 ore di inferno: «Abbiamo visto l acqua nella barca. Nel mezzo della barca dove ci sono i bagagli. L acqua aveva rotto i motori». Poco più in là, su un lettino di metallo, un altra sopravvissuta al naufragio, capelli ricci trattenuti a stento da una larga fascia azzurra, porge il braccio e chiede all infermiera che le sta misurando la pressione «quanto» sia alta, con un improprio: «How much?». I 23 naufraghi (oltre agli italiani c erano a bordo spagnoli, francesi, neozelandesi, tedeschi, olandesi e occorsi Un sopravvissuto riceve le cure mediche dopo il naufragio al largo dell Indonesia Orientale del battello che trasportava venti turisti inglesi) sono stati recuperati in mare dai pescatori locali quasi due giorni dopo lo schianto sulla barriera corallina. Alcuni erano ancora in acqua. Altri, che erano approdati, stremati, su una piccola isola con un vulcano in eruzione, angeang, sono riusciti ad attirare l attenzione di una barca che passava non lontano. L avventura estrema non preventivata era iniziata con i selfie e le family photos dal ponte, con lo sfondo della sabbia bianca e le acque turchine di Lombok in lontananza. Nome della barca: «Versace amara». Destinazione Komodo. Con un unico brivido incluso nel viaggio: l incontro con gli ultimi «draghi», lucertoloni lunghi fino a tre metri. Improvvisamente, secondo le prime frammentarie testimonianze, si è levato un forte vento e, nella pioggia, la barca è stata travolta da un onda alta circa tre metri. Verso l una lo schianto. Lo scafo non ha retto all impatto con la barriera corallina e ha cominciato ad imbarcare acqua. E l assenza di apparecchiature di emergenza ha fatto il resto. «Verso mezzanotte di venerdì, l equipaggio ci ha chiesto di indossare i giubbotti di salvataggio. A bordo non avevamo né radio né Gps né un computer. C era solo una scialuppa di salvataggio per 25 persone! ei persone sono salite sulla scialuppa, le altre sono rimaste sul tetto dell imbarcazione, che non era completamente affondata» ha spiegato l olandese Jan Van Omben. «Abbiamo aspettato a bordo fino a mezzogiorno mentre il barcone si riempiva d acqua» ha aggiunto, raccontando di aver deciso di tentare la fortuna e di raggiungere a nuoto la spiaggia più vicina insieme ad altri cinque compagni Niente radio né Gps A bordo della «Versace amara» non c era radio né sistema Gps e neanche un computer Le ricerche i cercano ancora due persone. Fonti locali: una donna è italiana. La Farnesina non conferma di viaggio mentre l acqua saliva e gli altri passeggeri erano nel panico. È lì che affamati e assetati hanno dovuto ricorrere ai rimedi estremi. Bertrand Homassel, un superstite francese, ha raccontato quelle tragiche ore aggrappato al relitto: «ei persone avevano il salvagente. Gli altri erano arrampicati sul tetto dell imbarcazione che non era ancora completamente affondata. Abbiamo aspettato così fino a mezzogiorno di sabato. Eravamo a cinque chilometri di distanza, ma onde alte ci separavano dalla costa. La gente era terrorizzata». Poi la decisione di buttarsi a nuoto: «È stata un esperienza terribile. Abbiamo nuotato tra le onde alte per sette ore prima di essere trovati da un pescatore» ha riferito una superstite di nome Maria all emittente indonesiana Metrotv. Infine l arrivo dei soccorsi. econdo utopo Purwo Nugroho, portavoce dell agenzia indonesiana che si occupa di questo tipo di incidenti, riportato dal The Telegraph, i superstiti italiani sarebbero tre, insieme a 5 olandesi, 4 tedeschi, due spagnoli e due neozelandesi, un francese e un inglese. Lui stesso ha accreditato l ipotesi che la donna dispersa sia italiana, assieme a un turista olandese. La Farnesina non conferma. Inutili le ricerche fino alla tarda sera di ieri, quando per le cattive condizioni del tempo e per il buio sono state sospese. Il 2 aprile del 2011 a un analogo naufragio a largo di Komodo era scampato anche un bambino di dieci mesi. Per questo Van Omben si ritiene «molto fortunato. Ho ancora i pantaloncini, una maglietta, un passaporto e una carta di credito». Virginia Piccolillo R PRODUZIONE RIERVATA Musica online Il premier Cameron mette il filtro ai video hard Anche i video di YouTube e Vevo avranno un «rating». Ossia una sorta di «giudizio» che indicherà ai genitori se i contenuti di quei fotogrammi sono adeguati o meno ai figli minorenni. È quanto ha stabilito il primo ministro britannico David Cameron per proteggere i ragazzi dall esposizione a contenuti violenti o «hard». La decisione di predisporre una nuova legge pilota nasce dall esperienza personale di Cameron in quanto padre di Nancy (dieci anni), Elwen (otto) e Florence (tre), particolarmente attivi sulla rete su computer e tablet. Da ottobre siti come YouTube dovranno sottoporre al British board of film classification, legalmente responsabile della classificazione dei film in base alle fasce d età, i video considerati più a rischio nonché la grafica che accompagna la musica online. I genitori potranno ricorrere a software che filtrano i contenuti a seconda del grado di rischio. Il «rating» sarà obbligatorio anche su prodotti come i dvd. La sfida di Cameron adesso è di estendere la legge a tutto il web. RIPRODUZ ONE RIERVATA idee per la mia casa riflessisrl.it HANGA Tavolo con base inacciaio epiano in rovere scortecciato. l n l s v

19 Corriere della era Martedì 19 Agosto 2014 Cronache 19 # Il caso Il tentato omicidio in un campeggio delle Marche: lui non accettava la separazione Una donna uccisa dal marito un altra ferita dopo due denunce In Calabria caccia all uomo che ha sparato alla tempia della moglie La vicenda La sparatoria Un uomo ha tentato di uccidere la moglie a colpi di pistola domenica sera in un campeggio a Marina Palmense (Fermo). La donna si trova ricoverata in gravi condizioni all ospedale di Ancona. Il marito è stato arrestato per tentato omicidio I precedenti L uomo non avrebbe potuto avere con sé alcuna arma: aveva ricevuto un provvediment o di divieto alla detenzione di armi proprio in seguito alle denunce presentate dalla moglie per le sue minacce e le violenze: la prima era del 2012, l ultima del 2014 DALLA NOTRA INVIATA ANCONA È il copione di un film visto troppe volte: un uomo che viene lasciato e coltiva il risentimento. E così eccolo con un arma fra le mani a premere il grilletto. Il messaggio è sempre lo stesso: o con me o con nessun altro. È successo di nuovo: due volte in poche ore. Due uomini incapaci di accettare l abbandono si sono accaniti contro le proprie compagne di vita. È successo in un campeggio di Marina Palmense, in provincia di Fermo. E a Monasterace, vicino a Reggio Calabria. Adela Micaela Balaie ha 39 anni, è romena di origine. Per due volte nel 2012 la prima e qualche settimana fa la seconda ha querelato per minacce e per lesioni suo marito, Roberto Paglia, dieci anni più grande di lei. Quando lui aveva alzato le mani la prima volta, due anni fa, lei non soltanto aveva firmato la querela ma si era anche convinta che la sola via d uscita da quella storia, diventata di possesso e non più d amore, sarebbe stata la separazione. Alle botte di quella volta sono seguiti periodi di riavvicinamento (nonostante fossero avviate le pratiche del divorzio) in nome di una unione familiare tenuta assieme dal figlio della coppia che oggi ha 13 anni e che da due giorni vive con i nonni paterni. C era anche lui, il ragazzino, domenica sera nel campeggio di Marina Palmense (vicino Prima del suicidio L ultimo videomessaggio di Robin Williams Un bacio per la fan malata DALLA NOTRA INVIATA L arma All aggressore di Fermo erano state sequestrate tutte le armi da caccia, ha sparato con una calibro 9 NEW YORK Compiere 21 anni, sposare Jack, essere ancora viva per il primo compleanno della figlia ophie, visitare l isola polinesiana di Rarotonga e, infine, incontrare Robin Williams. Vivian Waller, una ragazza neozelandese, aveva espresso questi cinque «ultimi desideri», sperando di realizzarli prima di morire per un cancro ai polmoni che si è esteso all intestino e al fegato. Grazie anche a Robin Williams ha potuto esaudirli quasi tutti (tranne vedere la giungla e le spiagge di Vittima Mary Cirillo, 31 anni, assassinata ieri sera in Calabria dopo una lite con il marito (foto da Facebook) La bambina di 18 mesi L autopsia: Alessia colpita con 5 coltellate Alessia, la bimba di 18 mesi uccisa domenica dal padre Luca Giustini ad Ancona, è stata colpita con 5 coltellate, che hanno tutte raggiunto organi vitali. La piccola non sarebbe morta subito. Intanto la madre di lui prova a fornire un possibile movente: «Luca era depresso e piangeva. Ieri mattina (domenica ndr) abbiamo pregato insieme. Era come se mi stesse dicendo addio». Rarotonga). Pochi giorni prima di impiccarsi, l attore contattato da un amico di Vivian ha mandato un video via a quella giovane sconosciuta. È un messaggio breve ma gioioso in cui imita l accento neozelandese e Matthew McConaughey. «Ehi ragazza, come va dall altro capo del mondo? Con affetto a te, Jack e ophie. Puoi cancellare questo dalla tua lista dei desideri». L attore dell Attimo fuggente era noto per la sua generosità e la sua partecipazione a organizzazioni come Comic Relief, che mirano non solo ad aiutare economicamente ma anche a regalare una risata a chi sta male. Ma il messaggio a Vivian è particolarmente struggente perché, proprio mentre cercava di dare una ragione in più a una giovane che si aggrappava alla vita, Williams segretamente Fermo) dove Roberto ha provato ad ammazzare Adela. i è presentato con una pistola calibro 9 in tasca anche se, proprio per scongiurare il rischio che la situazione fra i due degenerasse, da quando lei lo aveva querelato gli erano state sequestrate le armi che deteneva come cacciatore. e n è procurata una lo stesso, ha raggiunto la roulotte dove in quel momento Adela era da sola e ha provato a «chiarire un po di cose» su una relazione che la donna avrebbe con un altro uomo. Così ha poi raccontato lui ai carabinieri che l hanno arrestato. I toni sono diventati minacciosi, le parole sono diventate offese. Quel che lei aveva sempre temuto stava per succedere. Adela ha capito di essere in trappola e ha provato a scappare ma lui l ha raggiunta in un vialetto buio del camping e ha premuto il grilletto. Un proiettile alla testa e quattro al torace: ora Adela lotta per la vita in un letto dell ospedale di Torrette, ad Ancona. Dopo aver sparato, Roberto è stato bloccato e disarmato da amici di famiglia che, come lui e sua moglie, vengono ogni estate da Foligno, vicino a Perugia, per passare le vacanze a Marina Palmense. Al capitano Pasquale Zacheo che lo portava in caserma, l uomo ha ripetuto in lacrime «io non sono mai stato in galera», quasi si aspettasse di non andarci nemmeno stavolta. a bene invece di rischiare l ergastolo Giuseppe Pilato, 32 anni, in fuga da ieri pomeriggio dopo aver ucciso sua moglie, a Monasterace. Mary Cirillo aveva 31 anni, quattro figli, un profilo Facebook dal quale interagiva con un gruppo che si occupa di violenza contro le donne, e molti sogni. Per esempio quello di riprendersi la sua esistenza, La figlia A trovare la vittima di Monasterace è stata la figlia di dieci anni, la più grande di quattro perché quella che viveva la faceva sentire prigioniera. Per questo aveva deciso di lasciare Giuseppe, uomo che non amava più, che diventava sempre più violento, con il quale litigava in continuazione e che però non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare via. Ieri pomeriggio l ennesima lite furibonda. I vicini hanno chiamato i carabinieri ma prima che la pattuglia arrivasse lui ha sparato: un colpo solo, alla tempia. Mary non ha avuto scampo. L ha trovata la figlia più grande, 10 anni. Anche lei non avrà scampo: i ricordi di sua madre nel sangue la tormenteranno per sempre. Giusi Fasano Il saluto L attore nel video inviato a una giovane neozelandese malata di cancro che aveva espresso il desiderio di conoscerlo malato di Parkinson maturava in sé la decisione di rinunciare alla sua. Il marito di Vivian ha reso noto solo ieri il video, spiegando di voler mostrare al mondo che «persona meravigliosa fosse Robin Williams». Ma non ha avuto il coraggio di dire alla moglie, che è riuscita a compiere 21 anni e lotta ancora nonostante il fallimento della chemioterapia, che il suo eroe invece ha preferito farla finita. Viviana Brindisi De Nardis «La giornalista non si avvicini al compagno accoltellato» MILANO Gli arresti domiciliari le sono stati revocati, ma dovrà tenersi a 500 metri di distanza da Piero Lorusso, l uomo che ha accoltellato la notte del 13 agosto nella casa delle vacanze a Ostuni, mentre i bambini dormivano. Eleonora De Nardis (nella foto) non potrà dunque avvicinarsi a nessuno dei domicili del compagno e neppure contattarlo. È stato il giudice delle indagini preliminari di Brindisi, Maurizio aso, a firmare il provvedimento. arà poi il tribunale a stabilire come si sono svolti i fatti. La donna, ex giornalista Rai, ha spiegato il suo gesto con queste parole: «Ho provato a lasciarlo, c è stata una lite, lui ha reagito minacciando di morte me e i miei figli e io mi sono difesa». Diversa la ricostruzione di Lorusso, avvocato, al Corriere del Mezzogiorno. Racconta infatti di un escalation di episodi violenti, dettati dalla gelosia di lei e culminati mercoledì scorso. Ha raccontato: «Mi ha colpito alla gamba destra e poi reciso l arteria del braccio sinistro quando ho tentato di parare i colpi con l avambraccio. Mi hanno messo 50 punti di sutura e ci sono volute due sacche di sangue e due ore e mezzo di intervento per evitare il peggio». La relazione tra Lorusso e De Nardis dura da sei anni, i due hanno una figlia che al momento è con la madre, mentre gli altri due bambini della donna sono a Roma dai nonni materni. La misura del divieto di avvicinamento sostituisce quella degli arresti domiciliari. «i tratta di una scelta intelligente, che andrebbe applicata tutte le volte che ci sono gli estremi, cioè quando si inserisce in un contesto a due: garantisce da un lato la tutela dell incolumità della vittima e dall altro non è afflittiva come il carcere» interviene l avvocato Giulia Bongiorno, fondatrice con Michelle Hunziker dell associazione «Doppia difesa». Il fatto che per una volta sia una donna, e non un uomo, a subire questa misura per quanto infrequente non è anomalo. «Doppia difesa da qualche anno riceve segnalazioni anche di stalking al femminile: sono pochissime, ma ci sono. Negli tati Uniti la casistica è più alta, e va inquadrata nel processo di emancipazione femminile. tatisticamente, comunque, la donna continua a essere quella che subisce di più persecuzioni e atti intimidatori». El. er. R PRODUZIONE RIERVATA Lettere e interventi BRONZI DI RIACE ovrintendenze e il ministro Franceschini non vuole tenere in considerazione la sovrintendente ai beni culturali di Reggio Calabria in merito ai Bronzi di Riace perché non abolire questa figura che peraltro ha un costo per la collettività? Anche in quanto non si capirebbe più il senso della presenza e delle prerogative esclusive di un sovrintendente quando queste vengono ignorate e scavalcate da un ministro ai Beni culturali o da una commissione di esperti o da un critico d arte, con tutto il rispetto. Alfio Lisi Catania MEDICINE ALTERNATIVE Principi attivi ll professor Firenzuoli (Corriere del 17 Agosto) nel commentare le mie considerazioni sugli estratti di erbe cade in contraddizione perché, da un lato, non contesta che non vi siano evidenze (di efficacia) e, dall altro, dice che Aifa (l Agenzia del farmaco) ne ha verificato qualità, efficacia e sicurezza. Oggi lo sviluppo delle moderne tecnologie analitiche permette di identificare i principi attivi delle piante che, in questo caso, sono assimilabili a quelli dei farmaci. Non si capisce perché si debba invece continuare a vendere prodotti che accanto al principio attivo contengono decine o centinaia di altre sostanze chimiche di cui non si conoscono le caratteristiche farmacologiche e tossicologiche. Il fatto che la Regione Toscana dispensi questi prodotti é solo prova della confusione che regna quando manchi un coordinamento nazionale che decida di mettere a carico del ervizio sanitario nazionale solo i prodotti dotati di efficacia terapeutica stabilita anche attraverso studi comparativi. ilvio Garattini Irccs-Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Le lettere vanno indirizzate al Corriere della era, via olferino 28, Milano. Fax: lettere@corriere.it, oppure al sito La rubrica di ergio Romano riprenderà lunedì 1 settembre. 5 Puzzles by Pappocom udoku Diabolico Altri giochi su Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 LA OLUZIONE DI IERI

20 20 Cronache Martedì 19 Agosto 2014 Corriere della era # La storia Ha sposato arah, americana con cui chattava dal fronte. Lei lo vide la prima volta in ospedale: «Non è andata via» Lassù gli sono passati davanti i momenti in Afghanistan, i compagni là e quelli che non ci sono più. Poi le parole con arah, quelle scambiate via mail o sulla chat. E la prima volta che l ha vista, lui immobile in un letto, lei corsa dagli tates per incontrarlo. Poi quel giorno, «ah quel giorno», quando a Erba perché in quei luoghi del comasco per la prima volta sono stati insieme si sono detti «sì, io ti voglio sposare», «sì, io voglio passare la vita con te». Ricordi e sensazioni, mentre era lì, sul monte Rosa, lui che dai medici si era sentito dire: «Non ti muoverai più». «Missione compiuta!!!» ha scritto al mondo l alpino Luca Barisonzi attraverso i social network. Come quando faceva il soldato. Ma questa volta l o b i e t t i vo e r a u n a l t ro: un ascensione su una sedia a rotelle cingolata, su fino al rifugio più alto d Europa. Barisonzi, Croce Verde al valore dell Esercito, rimasto tetraplegico a causa di un attentato a Bala Murghab, Afghanistan, nel 2011, ci è arrivato assieme alla moglie e a Luca Colli, alpinista estremo, che ha avuto l idea di un progetto forse folle, certamente entusiasmante. Lo hanno chiamato «Touching the ky». E il cielo lo hanno toccato domenica, quando hanno raggiunto la Capanna Margherita. Mai nessuno con tetraplegia c era riuscito prima. Un passo indietro, a quella fine gennaio Luca Barisonzi aveva 24 anni: «Il quinto mese in missione». È insieme a Luca anna, alpini della 6a Compagnia, 8 reggimento. ono di guardia in un avamposto. Vengono avvicinati da persone in divisa dell esercito afghano, ma hanno solo la divisa dei soldati, in realtà sono terroristi. Li falciano con colpi di mitra. anna muore, Barisonzi rimane ferito. Viene portato a Herat prima, poi a Ramste in Germania. Ci sono i medici americani. Gli viene detto: «Muoverai solo la testa». Risponde: «Come starò dipende anche da me». Anni di terapie e riabilitazione. Ora le braccia hanno movimento e non c è più il respiratore: «Riesco a prendere un piatto di pasta, muovermi da solo, sollevare Verso la vetta Luca Barisonzi durante l ascensione sulla sedia a rotelle cingolata verso Capanna Margherita (4.554 metri), e sotto con i compagni della spedizione (foto Marco Orbassano) Luca, l alpino tetraplegico conquista il monte Rosa «Missione compiuta» Ferito in Afghanistan nel Ora sogna i Giochi oggetti». La sua storia è anche un libro, «La patria chiamò» (Mursia). C è la fede a sostenere e l obiettivo della Paralimpiade: «Ho provato il tiro a segno». oprattutto c è arah. La loro è una straordinaria storia d amore. «Un marine mi fece vedere la foto di sua sorella. Gli Il suo racconto dissi: Bella. Ma chi è quella di fianco?. Era arah. La cercai su Facebook. Iniziammo a chattare». L amore comincia così, anche se nessuno dei due lo dice. Poi l attentato, l ospedale, arah che non sente più Luca. Vede che gli amici gli scrivono: «Forza, non mollare». E lei non sa nulla. i informa. Lascia l Ohio e parte per l Italia: vuole conoscere l uomo con cui ha scambiato tante parole. ono già innamorati, ma non si conoscono di persona. «Mi vide in ospedale. Non è più tornata in America». La battaglia di Luca è anche per lei: «Per poterla amare». E oggi arah «si commuove quando cerco di muovere la mano per abbracciarla. Dice che questo è un amore forte». Vivono insieme dallo scorso anno, in una casa domotica a Gravellona Lomellina, nei luoghi di Luca, costruita grazie agli alpini, la sua seconda famiglia. i sono sposati il 5 luglio. ul monte Rosa si sono guardati negli occhi, pensando a quanta strana è la vita, per due come loro, meravigliosamente, cocciutamente insieme. Claudio Arrigoni «Mi dissero: muoverai solo le spalle. Invece ho toccato il cielo» di LUCA BARIONZI Il 18 gennaio 2011 un elicottero ha accompagnato il momento più difficile della mia vita. Un attentato in cui perse la vita il mio collega e amico Luca anna. La prima diagnosi parlava di tetraplegia e mi prospettava impietosamente un futuro attaccato a un respiratore con la sola possibilità di muovere le spalle. Dopo le difficoltà iniziali ho capito e realizzato dentro di me che reagire e agire era l unica soluzione, soprattutto perché lo dovevo fare per tutti quei fratelli che non avevano avuto la mia stessa fortuna. Con tanta tenacia sono riuscito a riacquistare parte dell utilizzo delle braccia, tanto da poter mangiare da solo e spingermi con la carrozzina. Il 17 agosto 2014 un altro elicottero ha dato un senso al mio lottare. Grazie al sostegno dell amico Luca Colli, al corpo Guide di Alagna Valsesia, ai occorritori alpini e Carabinieri sono riuscito a realizzare il sogno di raggiungere il rifugio più alto d Europa, la Capanna Margherita, a metri sul monte Rosa, utilizzando una speciale carrozzina cingolata fornita low cost dalla Action Tracker, una ditta statunitense. Conquistata la vetta ho provato un esplosione di emozioni, sopra tutte la sensazione di essere riuscito a dimostrare che se veramente credi in un sogno non esiste l impossibile. ul Monte Rosa ho rivissuto in un momento le sensazioni di questi ultimi mesi, per me straordinari: prima il matrimonio con arah, poi l obiettivo raggiunto di Touching the ky. arah è stata la prima a crederci sino in fondo e averla lì, accanto a me in quel momento è stata una emozione non descrivibile: poter fare ciò che si ama con a fianco la persona che si ama. Touching the ky si è interamente autofinanziato grazie alle donazioni di singoli sostenitori e continuerà per aiutare in altre imprese i sognatori come me. In Brasile Una scuola di Cosenza vince i mondiali di robotica Quando i giudici di gara hanno comunicato la notizia, quasi stentavano a crederci. L istituto tecnico industriale «Monaco» di Cosenza si è laureato campione del mondo di robotica a João Pessoa, in Brasile. Gli studenti calabresi sono riusciti a prevalere nella categoria «dance» dedicata alle scuole secondarie. I robot e l esibizione creativa di queste «creature» sono stati preferiti a quelli preparati dalle scuole di altri Paesi molto quotati in questo settore come Germania, tati Uniti, Corea del ud e Giappone. Il pass per il ud America è arrivato dopo il successo nelle selezioni nazionali dello scorso aprile a Pontedera (Pisa). La «Robocup Junior» può essere paragonata a una sorta di Olimpiade, dove ci si cimenta in diverse categorie. «Il risultato conquistato commenta il dirigente scolastico del «Monaco» Gli altri premi tricolori Riconoscimenti al «Robocup» anche per quattro scuole di Thiene, Grosseto e Roma Ennio Guzzo acquista ancora più valore se si considera che abbiamo fatto i salti mortali per assicurare la permanenza in Brasile di sei nostri studenti e di due professori. e ci siamo riusciti è solo grazie al contributo di enti e aziende private, che hanno dato fiducia ai nostri ragazzi. Un premio per loro? Vedremo...». Dal canto suo l assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha già fatto sapere che il «Monaco» verrà premiato nell ambito della manifestazione delle eccellenze scolastiche calabresi. Quello di Cosenza, tuttavia, non è l unico motivo per sorridere. Titoli e menzioni sono arrivati anche per l istituto tecnico «Chilesotti» di Thiene (Vicenza), per quello «Manetti» di Grosseto, per il tecnico industriale «Galilei» e il liceo «Democrito» di Roma. Antonio Ricchio Roma Il regolamento approvato dal Comune: gli aspiranti artisti di strada dovranno sottoporsi a un test per dimostrare le loro qualità Bonito Oliva chiamato a valutare chi può dipingere a piazza Navona Non basteranno più un paio di pennelli, tavolozze consumate o cavalletti di rappresentanza. Non sarà più ammessa neanche l improvvisazione, con schizzi di città irriconoscibili o ritratti di turisti sfigurati. A piazza Navona cambiano le regole: adesso per dipingere bisognerà essere dei veri artisti. Via i venditori di «croste» quindi. I posti d onore nell antico salotto romano saranno riservati esclusivamente a chi sa fare il mestiere, a chi lo ha studiato o ha fatto esperienza. Ma soprattutto a chi dimostrerà di avere i requisiti per farlo, ad alti livelli. Gli aspiranti pittori, ritrattisti e caricaturisti saranno, infatti, sottoposti a un test: una prova pratica di disegno in cui esibirsi dal vivo, ciascuno nel proprio settore e con la propria tecnica. I dettagli sono ancora da definire ma, per la prima volta nella tradizione di piazza Navona lo prevede il nuovo regolamento per i pittori approvato a fine luglio dalla commissione Commercio del Comune di Roma a giudicarli sarà una giuria d eccezione. Una commissione tecnica composta da esperti, non più da semplici impiegati dell amministrazione comunale. E al vertice si vorrebbe un critico d arte illustre, possibilmente romano. Un nome che gira già c è: si parla piacerebbe moltissimo ai redattori del piano di Achille Bonito Oliva, lo scopritore della Transavanguardia, romano d adozione e Le opere Il numero di pittori, caricaturisti o venditori di quadri a piazza Navona aveva toccato la quota record di 44 (foto Benvegnù/Guaitoli) Il grande critico «Ho molti impegni, quando mi mostreranno le carte deciderò» residente in via Giulia, nel centro storico della Capitale. Un matrimonio forse difficile, ma che il celebre critico, come si evince dalle sue parole, è tentato di accettare: «Ho molti impegni internazionali ha risposto e non so se potrò farmi carico anche di questo. Ma non appena mi saranno mostrate le carte certamente valuterò». D altronde l interesse per il progetto di riqualificazione di una delle più importanti piazze italiane è alto. «Auspico una regolamentazione che ripristini la bellezza di piazza Navona, lasciata da troppo tempo in mano non ad artisti ma ad artieri che l hanno ridotta a un suk ha sottolineato Bonito Oliva. È una situazione insostenibile che deve essere regolamentata senza tergiversare, nel rispetto della storia, dell archeologia e dell arte, evitando scivoloni osceni. Con la collaborazione di tutti, cittadini e non, ognuno con le proprie responsabilità». In ogni caso la competizione sarà molto dura: solo 25 i posti disponibili prima erano 44, tagliati a fine mese dalla giunta capitolina d accordo con Mibact e oprintendenza per salvaguardare il valore dell area per centinaia di candidati pronti a contendersi la bottega più ambita del mondo. Insomma questa volta vinceranno davvero l arte, il merito e la qualità. E si metteranno a tacere una volta per tutte polemiche che infiammano da oltre dieci anni. caduta (e mai rinnovata) l autorizzazione a stare in piazza nel 2004, i pittori ad aprile scorso vennero sfrattati dalle forze dell ordine. Da lì una battaglia legale e non solo (alcuni di loro si erano inferti tagli sul corpo in segno di protesta) da cui uscirono indenni in sei. Gli unici sei che ancora oggi continuano a fare ritratti. Ma con il nuovo regolamento non ce ne sarà per nessuno: a chi subaffitterà o occuperà uno spazio non suo sarà revocata la concessione con subentro del primo escluso. Flavia cicchitano

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