Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione

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1 COSTRUZIONI Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell industria delle costruzioni; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto a valori concatenati, ovvero espresso in termini reali (depurato cioè dall inflazione specifica del settore). 1 Nell ultimo decennio le costruzioni hanno prodotto mediamente circa il 5.4 del Pil italiano. Negli ultimi anni si è assistito ad uno sviluppo piuttosto intenso del settore: il trend mostrato dalla dinamica del valore aggiunto nel settore delle costruzioni è stato decisamente crescente per circa un decennio. Nella prima parte degli anni novanta l andamento dell attività era stato sostanzialmente stagnante, con una flessione intensa nel biennio , quando l aggravarsi delle condizioni finanziarie italiane si tradusse in un aumento dei tassi, disincentivando gli investimenti nel settore. Dopo qualche anno di stabilità, dal 1999 si è osservato una tendenza nettamente crescente. Nel periodo tra il 2001 ed il 2005 l attività nel settore delle costruzioni è aumentata ad un tasso medio annuo del 2.8 per cento. La crescita è proseguita fino al 2007 per poi interrompersi con il manifestarsi dei primi segnali della crisi finanziaria. Dal 2008 gli investimenti in costruzioni si stanno notevolmente riducendo, e così ha fatto l attività edilizia, che nel triennio si è contratta complessivamente di 13.4 punti percentuali nel biennio. Il tasso medio di variazione del periodo tra il 2006 ed il 2010 risulta così negativo (-2.4 per cento). Lo sviluppo dell attività delle costruzioni ha beneficiato delle condizioni di finanziamento estremamente favorevoli di cui godevano le famiglie nel contrarre mutui. Al mutamento di tali condizioni, la domanda di investimento immobiliare, e di conseguenza di investimento in costruzioni, si è notevolmente corretta. In 1 Il valore aggiunto è definito, per ogni impresa, come la differenza tra il valore della sua produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati. La somma dei valori aggiunti per le imprese operanti in un determinato comparto produttivo rappresenta il valore aggiunto settoriale. Mediante la tecnica del concatenamento, utilizzata nella contabilità nazionale a partire dal 2005, si è introdotta un indicatore delle variazioni di volume che non tenga conto solo dei valori assunti in due momenti precisi (l anno corrente e quello base), ma che sia in grado di incorporare l andamento complessivo del fenomeno nell intervallo di tempo considerato. 1

2 prospettiva, non è possibile immaginare un ritorno sui livelli sperimentati nel recente passato. Sebbene la correzione possa essere probabilmente conclusa, non ci sono spunti per un recupero dei livelli produttivi. L attività dell industria delle costruzioni, di conseguenza, è prevista restare sostanzialmente stagnante ancora nel medio periodo, con tassi annui di variazione mediamente nulli nel periodo tra il 2011 ed il Valore Aggiunto (*) Variazioni % annue 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-8,0-10, (*) A prezzi costanti La produttività del lavoro è un altra variabile di rilievo al fine di cogliere le tendenze di ciascun settore dell economia. La dinamica della produttività del lavoro 2 nell ultimo ventennio ha mostrato un trend sostanzialmente negativo. Durante gli anni novanta, quando il settore appariva in stagnazione, la produttività era rimasta debole; tra il 1996 ed il 2000 il tasso di variazione medio annuo era nullo. La fase di intenso sviluppo dell attività nel corso degli anni duemila non ha fornito grande stimolo alla produttività del settore, che è andata diminuendo. Tra il 2001 ed il 2005, infatti, la produttività si è ridotta ad un tasso medio annuo dello 0.5 per cento. Non va d altra parte dimenticato che sulla relazione crescita-occupazione del settore hanno inciso anche gli effetti della regolarizzazione degli immigrati. Il settore delle 2 La produttività del lavoro è misurata dal valore aggiunto per unità di lavoro. Incrementi di produttività permettono di conseguire determinati livelli produttivi con un minor fabbisogno di lavoro. In altre parole, la produttività aumenta se l occupazione cresce a ritmi inferiori a quelli del prodotto. 2

3 costruzioni è a elevata intensità di impiego di manodopera immigrata; spesso la regolarizzazione significa l emersione nelle statistiche di manodopera già presente, che si traduce così in una caduta della produttività. Anche la crisi ha comportato un calo ulteriore della produttività del settore. Il settore è stato interessato dal fenomeno del labour hoarding: la caduta del valore aggiunto si è difatti tradotta in una parallela contrazione della produttività del lavoro, mentre la domanda di lavoro si è contratta in misura minore. In prospettiva la produttività dell industria delle costruzioni è prevista restare debole, in contrazione ad un tasso medio annuo dello 0.7 per cento. 1,2 Produttività del lavoro Livello, 1980=1 1,2 1,1 1,1 1,0 1,0 0,9 0,9 0, Nel terzo grafico si confronta l andamento dell occupazione con quello degli equivalenti a tempo pieno, ovvero le unità di lavoro 3. L intenso sviluppo del settore si è accompagnato ad un incremento della domanda di lavoro: la crescita dell attività si è quindi interamente tradotta in crescita occupazionale, data l evoluzione negativa della produttività. Nel periodo tra il 2001 ed il 2005 le unità di lavoro sono aumentate ad un tasso medio annuo pari al 3.3 per cento. La crescita è proseguita anche nella seconda 3 L unità di lavoro rappresenta la quantità di lavoro prestata da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o che svolgono un doppio lavoro, al netto della Cassa Integrazione. Le unità di lavoro sono dunque utilizzate come unità di misura del volume di lavoro impiegato nella produzione dei beni e servizi; con tale misura si tiene conto delle variazioni dell orario di lavoro. 3

4 metà degli anni duemila, ma con una decelerazione; in media, il tasso medio annuo di variazione è stato dello, anche se a tassi più contenuti anche nel quadriennio successivo, quando l incremento medio annuo è stato dello 0.4 per cento. La domanda del fattore lavoro si è solo ridotta nel biennio , contraendosi complessivamente del 2.3 per cento. Gli effetti della crisi sui livelli di attività sono stati difatti quasi interamente assorbiti dalla caduta della produttività. La dinamica dell occupazione è risultata sostanzialmente in linea con quella delle unità di lavoro. L incidenza del tempo parziale è difatti piuttosto modesta nel settore. Il ricorso alla Cassa Integrazione, aumentato notevolmente in occasione della crisi (nel solo 2009 le ore autorizzate di Cig nell edilizia sono raddoppiate), ha però determinato un ampliamento del modesto divario esistente tra l andamento dell occupazione e quello delle unità di lavoro. Nel medio periodo, però, tale divario dovrebbe gradualmente ridursi. Le prospettive poco brillanti del settore non permettono peraltro di prevedere un recupero particolarmente vivace dell occupazione. La domanda di lavoro, difatti, è crescere nel periodo dello 0.7 per cento per cento in media all anno. Questo è la sintesi di una stagnazione nella prima parte del periodo, seguita da un graduale recupero nella seconda parte. L evoluzione dell occupazione dovrebbe essere simile: il tasso medio annuo di crescita è previsto dello 0.6 per cento, un po più debole proprio per effetto del graduale aumento delle ore lavorate procapite per riassorbire gli squilibri creatisi con la crisi. Gli occupati a fine periodo risulteranno aumentati di 59 mila addetti rispetto al livello registrato nel 2010; considerato che nel settore lavorano quasi 2 milioni di lavoratori, l incremento complessivo dell occupazione è tutto sommato modesto. 4

5 Occupati totali - Unità di lavoro Livello, migliaia Unità di lavoro Occupati totali L andamento degli aggregati professionali al 2015 La tabella che segue distribuisce la previsione dell occupazione al 2015 per i Grandi Gruppi professionali della Classificazione delle Professioni ISTAT CP L'occupazione al 2010 e le previsioni al 2015 GRANDI GRUPPI PROFESSIONALI*** Legislatori, dirigenti e imprenditori Professioni intellettuali ad elevata specializzazione Tecnici Professioni amministrative e di ufficio Professioni relative alle vendite ed ai servizi alle famiglie Artigiani, agricoltori e operai specializzati Conduttori di macchinari e impianti Professioni non qualificate Numero occupati Variazione 2010* 2015** ** Totale occupazione *Dati riproporzionati sui valori di Contabilità Nazionale **Previsioni ISFOL-IRS basate su proiezioni metodo dei coefficienti fissi e metodo delle variazioni sempice (media ponderata ***Si riportano i grandi gruppi professionali rlevanti per il settore Fonte: elaborazioni ISFOL-IRS su microdati Istat Forze di Lavoro e previsioni ISFOL-REF 5

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