Come si risponde all odio e alla violenza

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1 Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n Copia 1,00 Copia arretrata 2,00 L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLV n. 109 (46.947) Città del Vaticano v e n e rd ì - sabato maggio Ai vescovi della Repubblica Centroafricana il Papa indica la strada del perdono e della riconciliazione Come si risponde all odio e alla violenza Sempre più barconi alla deriva in Asia I migranti che nessuno vuole Proprio quando l odio e la violenza si scatenano, «siamo chiamati a rispondere con il perdono e l a m o re». Lo ha ricordato Papa Francesco nel discorso consegnato ai vescovi della Riconoscendo «le sofferenze» che il Paese «ha vissuto e che vive ancora», il Pontefice ha espresso ai vescovi che in questi giorni hanno compiuto la visita «ad limina Apo- Repubblica Centroafricana durante stolorum» particolare apprezzamento l udienza svoltasi nella mattina di per «tutto ciò che le vostre venerdì 15 maggio. comunità hanno fatto a favore delle persone vittime delle violenze e dei rifugiati». «Il vostro compito ha riconosciuto è difficile, ma riguarda il mistero stesso di Gesù Cristo morto e risorto. È quando il male e la morte sembrano trionfare che emerge la speranza di un rinnovamento fondato su Cristo». In questa prospettiva il Papa ha invitato a puntare soprattutto sull educazione, la salvaguardia dei valori, la promozione del dialogo, la formazione delle coscienze. In particolare Francesco ha rivolto il suo pensiero alle famiglie, ricordando che esse sono «il luogo propizio per l apprendimento e la pratica della cultura del perdono, della pace e della riconciliazione». È necessario perciò ha raccomandato che siano protette e difese «dalle colonizzazioni ideologiche nuove che si stanno diffondendo ovunque». PAGINA 7 Rilasciati a Bangui oltre 350 bambini soldato Fallito un colpo di Stato ma le tensioni si inaspriscono Minacciosa incertezza in Burundi Udienza al presidente della Romania BUJUMBURA, 15. Una minacciosa incertezza si registra in Burundi, nonostante che oggi sia giunta conferma del fallimento del colpo di Stato tentato due giorni fa da reparti dell esercito guidati dal generale Godefroy Niyombare. Tre alti ufficiali coinvolti ma non Niyombare sono stati arrestati dopo essersi arresi alle truppe fedeli al presidente Pierre Nkurunziza. Questi già ieri aveva parlato di situazione sotto controllo, ma fonti concordi avevano comunque riferito di insistite sparatorie tra le due parti e di almeno cinque soldati uccisi. Più in generale, quanto accaduto a Bujumbura conferma la crescente tensione, già sfociata in sanguinosi scontri di piazza, suscitata dall annuncio di Nkurunziza di volersi candidare a un terzo mandato nelle elezioni presidenziali di giugno, in quella che l opposizione e diversi soggetti internazionali considerano una forzatura, oltre che della Costituzione, degli accordi di pace tra hutu e tutsi che nel 2000 posero fine a quindici anni di conflitto civile. Nonostante gli appelli internazionali, il presidente appare deciso a restare al potere. Tuttavia, a questo punto c è forte incertezza sull attendibilità tanto delle elezioni parlamentari previste a fine mese, quanto appunto di quelle presidenziali di giugno. Né questo sembra di per sé il tema più scabroso. Molti osservatori, infatti, non nascondono il timore di una riesplosione del conflitto tra hutu e tutsi che pur senza arrivare alle tragiche conseguenze del genocidio in Rwanda provocò anche in Burundi decine di migliaia di morti. BANGUI, 15. «Oltre 350 bambini, compresi alcuni sotto i 12 anni, sono stati rilasciati da gruppi armati nella Repubblica Centroafricana a seguito di un accordo, facilitato dall Unicef e sottoscritto dai leader dei gruppi per liberare tutti i bambini tra le loro fila». È quanto si legge in un comunicato della stessa Unicef che sottolinea: «Siamo di fronte al più grande rilascio di bambini associati a gruppi armati nella Repubblica Centroafricana dallo scoppio delle violenze nel 2012». Ieri vicino la città di Bambari si sono svolte tre cerimonie per il rilascio dei bambini. «L Unicef garantirà a questi supporto psicologico e la riunificazione con le famiglie, e li supporterà nel loro reintegro nelle comunità», si legge nel comunicato. Settantadue operai muoiono nelle Filippine Quando il lavoro diventa una trappola mortale PAGINA 2 Un barcone di profughi rohingya (Ap) BA N G KO K, 15. In forte contrasto con il nuovo appello dell Onu a un azione umanitaria coordinata che consenta di salvare migliaia di boat-people al largo delle coste thailandesi, malesi e indonesiane, la marina di Bangkok ha respinto ieri al largo dopo averlo rifornito di acqua e cibo un altro barcone con oltre trecento profughi. Sono circa quindicimila le persone affamate e indebolite a ridosso delle coste dei tre Paesi asiatici, inclusi quelli che potrebbero trovarsi in viaggio nel Golfo del Bengala. Migranti che nessuno vuole. Le autorità thailandesi hanno spiegato di non voler accogliere nessun rifugiato in arrivo via mare fino al 29 maggio, quando è in programma un summit regionale convocato da Bangkok sulla emergenza migranti. Nelle ultime ore, un imbarcazione con a bordo quattrocento persone è stata respinta al largo della costa indonesiana di Aceh, verso la stessa area dove la notte scorsa un barcone con quasi ottocento profughi a bordo è affondato. La situazione di coloro che si trovano sparsi nel Golfo del Bengala e, più a meridione negli Stretti di Malacca che separano la costa malese dall isola indonesiana di Sumatra, va facendosi sempre più difficile. Si tratta per lo più di profughi della minoranza etnica musulmana rohingya in fuga dalle violenze nel Myanmar. Senza mezzi di sostentamento, carburante e abbandonati dagli scafisti alle correnti, a decine si teme siano già morti, mentre gravi malattie avverte l O rganizzazione internazionale per le migrazioni rischiano di decimare coloro che si trovano a bordo. Ad alcuni reporter della Bbc che si sono avvicinati all i m b a rc a z i o n e, i migranti hanno detto di essere in mare da due mesi, e che dieci di essi sono morti nel tragitto, per poi essere gettati in mare dai trafficanti di esseri umani senza scrupoli. I cataloghi della Galleria Palatina A rd i t i filologi ANTONIO PAOLUCCI A PA G I N A 4 NOSTRE INFORMAZIONI y(7ha3j1*qsskkm( +,!z!,!=!.! Venerdì mattina, 15 maggio, Papa Francesco ha ricevuto in udienza, nel Palazzo apostolico vaticano, il presidente della Romania, Klaus Werner Iohannis, il quale si è successivamente incontrato con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, accompagnato dall a rc i v e s c o - vo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Nel corso dei cordiali colloqui, svoltisi nel venticinquesimo anniversario del ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Romania, avvenuto il 15 maggio 1990, si è parlato dei rapporti bilaterali, caratterizzati da una proficua collaborazione, nonché delle relazioni tra le autorità statali con le comunità cattoliche locali, e della buona convivenza tra minoranze. Nel prosieguo della conversazione sono stati affrontati temi che interessano diverse regioni del mondo. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza: Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fe d e ; le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui (Repubblica Centroafricana), in visita Cyr-Nestor Yapaupa, Vescovo di Alindao, (Repubblica Centroafricana), con il Vescovo emerito, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Peter Marzinkowski, in visita Edouard Mathos, Vescovo di Bambari (Repubblica Centroafricana), in visita «ad limina Apostolorum»; Dennis Kofi Agbenyadzi, Vescovo di Berbérati (Repubblica Centroafricana), in visita Nestor-Désiré Nongo-Aziagbia, Vescovo di Bossangoa (Repubblica Centroafricana), in visita Armando Umberto Gianni, Vescovo di Bouar (Repubblica Centroafricana), in visita Albert Vanbuel, Vescovo di Kaga-Bandoro, (Repubblica Centroafricana), con il Vescovo coadiutore, Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Tadeusz Kusy, O.F.M., in visita Guerrino Perin, Vescovo di Mbaïki (Repubblica Centroafricana), in visita «ad limina Apostolorum». Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Klaus Werner Iohannis, Presidente della Repubblica di Romania, e Seguito. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Daniel Ramada Piendibene, Ambasciatore dell U ru - guay, in visita di congedo. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell Arcidiocesi metropolitana di Cosenza-Bisignano (Italia), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Salvatore Nunnari, in conformità al can del Codice di Diritto Canonico. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Rieti (Italia), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Delio Lucarelli, in conformità al can del Codice di Diritto Canonico. Provviste di Chiese Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo Metropolita di Cosenza-Bisignano (Italia) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Francescantonio Nolè, O.F.M. Conv., finora Vescovo di Tursi-Lagonegro. Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Rieti (Italia) il Reverendo Monsignore Domenico Pompili, del clero della Diocesi di Anagni-Alatri, Sotto-Segretario della Conferenza Episcopale Italiana e Direttore dell Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali. Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Nottingham (Inghilterra) il Reverendo Monsignor Patrick McKinney, del clero dell Arcidiocesi di Birmingham, finora Parroco di «Our Lady and All Saints» a Stourbridge. Il provvedimento è stato reso noto il 14 maggio.

2 pagina 2 L OSSERVATORE ROMANO v e n e rd ì - sabato maggio 2015 Forze afghane a Kabul dopo l attacco talebano (Afp) Settantadue operai muoiono vicino a Manila nell incendio di una fabbrica con le finestre sbarrate Quando il lavoro diventa una trappola mortale Senza riparo centinaia di migliaia di superstiti Emergenza umanitaria nel Nepal terremotato KAT H M A N D U, 15. La terra non smette di tremare nel Nepal, mentre si aggrava di ora in ora l e m e rg e n z a umanitaria. Stamane, un altra forte scossa è stata avvertita a ovest della capitale, Kathmandu. Al momento non si hanno notizie di vittime, ma molte zone colpite sono difficili da raggiungere. È intanto salito ad almeno centodieci morti il bilancio del forte terremoto (magnitudo di 7,3 sulla scala Richter) di lunedì scorso. Lo ha reso noto il Centro nazionale per le operazioni di emergenza, in base al quale i morti causati dalle scosse cominciate il 25 aprile scorso sono Nuove misure di difesa varate in Giappone TO KY O, 15. Il Giappone adotta nuove misure orientate all e s e rc i - zio della autodifesa collettiva. Il Governo del premier Shinzo Abe ha dato ieri il via libera ai due disegni di legge che riscriveranno la National Security Policy dopo la rapida approvazione della Dieta grazie all accordo siglato dai due partiti di maggioranza e malgrado le opposizioni abbiano preannunciato battaglia. Le Self-Defence Forces, forze armate nipponiche fondate nel 1954, vedranno a breve espandere notevolmente l ampiezza e la portata delle operazioni con le forze straniere all estero. «Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di norme per garantire la pace e la sicurezza in Giappone e nel mondo», ha affermato Abe tornato da pochi giorni dalla missione negli Stati Uniti per rafforzare l alleanza strategica. «Il Giappone non combatterà nuove guerre ha assicurato Abe Prepararsi ai pericoli è il miglior deterrente contro i rischi esterni». Sempre ieri, i soccorritori sono riusciti a estrarre sei persone vive dalle macerie nel distretto nordorientale di Dolakha. Gli ultimi movimenti tellurici hanno però complicato ulteriormente le operazioni di soccorso e assistenza. Centinaia di migliaia di persone sono tuttora senza un tetto e l arrivo della stagione delle piogge monsoniche potrebbe drammaticamente peggiorare la già compromessa situazione. Gli operatori sanitari temono un ulteriore crisi umanitaria, con il rischio di un aumento delle malattie. Tutte le organizzazioni internazionali presenti nel Paese asiatico stanno accelerando i tempi nella distribuzione degli aiuti, soprattutto cibo, acqua e tende, per raggiungere quanto prima le persone più a rischio. A causa delle ripetute scosse, in migliaia hanno scelto di dormire all ap erto. Inoltre, i geologi hanno lanciato un allarme per le frane, che rischiano di seppellire interi villaggi e di fare crollare strade e ponti. Il maggiore impatto potrebbe esserci all inizio di giugno, quando comincerà la stagione dei monsoni. Una donna scampata al disastro (Reuters) MANILA, 15. Strage in una fabbrica nelle Filippine. Almeno settantadue operai sono morti nel gigantesco incendio che si è sviluppato mercoledì i per cause ancora da accertare in una fabbrica di sandali di gomma a Valenzuela, un sobborgo della capitale Manila. Si teme, però, che il bilancio della sciagura possa essere più grave. Altri dieci operai risultano, infatti, ancora dispersi. La sciagura, tra le peggiori della storia filippina, ha suscitato non solo lutto, ma anche forti proteste. La maggior parte delle vittime sono state rinvenute carbonizzate l una sull altra al primo piano dell edificio, dove l aria era stata resa subito irrespirabile dal denso fumo sprigionato dall incendio. A impedire a molti la fuga ha contribuito il fatto che le finestre fossero sbarrate da griglie di ferro. Si tratta, purtroppo di una pratica abbastanza comune nelle Filippine e non solo per scoraggiare furti non tanto dall esterno, ma da parte degli stessi lavoranti, spesso spinti dalle precarie condizioni economiche e dall inadeguatezza dei salari ad appropriarsi illegalmente di parte dei manufatti che producono. In questo come in altri casi, però, le grate hanno trasformato l edificio in una gabbia di fuoco. La velocità con la quale si sono propagate le fiamme ha infatti impedito a molti di raggiungere le uscite situate in altre parti dell edificio, compresa l unica al primo piano. Secondo la stampa, all interno della fabbrica si trovavano circa trecento persone. Il ministro dell Interno, Manuel Roxas, ha dichiarato che il Governo indagherà per far luce sulle responsabilità. «Qualcuno verrà sicuramente accusato», ha aggiunto da parte sua il capo della polizia. Dai sopravvissuti sta già emergendo un quadro di produzione a basso costo per il mercato locale, senza tanti riguardi per la sicurezza: «Non ho mai partecipato a un esercitazione anti-incendio in cinque anni di lavoro», ha raccontato una superstite a una radio locale. Tuttavia, lo scorso settembre la fabbrica aveva passato i controlli governativi sugli standard di sicurezza. Ondata di arresti dopo la strage di Karachi Sanguinoso attentato nel centro di Kabul KABUL, 15. Ancora violenze in Pakistan e Afghanistan. Con un attacco ben orchestrato e diretto contro gli stranieri, i talebani sono riusciti nuovamente a colpire ieri la zona più protetta di Kabul uccidendo 14 persone, tra cui un italiano, e sollevando ancora una volta pesanti incognite sulla sicurezza dell Afghanistan nell anno in cui la coalizione internazionale si appresta a lasciare il Paese dopo 13 anni di conflitto. Firmati accordi per un valore di dieci miliardi di dollari Passi avanti nella cooperazione tra Cina e India PE C H I N O, 15. Il primo ministro indiano, Narendra Modi, al secondo giorno di visita in Cina ha siglato assieme al premier cinese, Li Keqiang, 24 accordi bilaterali in diversi settori industriali per un valore Il premier indiano Modi con quello cinese Li Keqiang (Reuters) Convegno all O nu Famiglia e sviluppo sostenibile NEW YORK, 15. Dignità, persone, prosperità, pianeta, giustizia e partnership. Su questi sei punti si è dipanato l intervento dell a rc i v e s c o v o Vincenzo Paglia, presidente dal Pontificio Consiglio per la famiglia, al convegno su «La famiglia e lo sviluppo sostenibile», organizzato ieri nel Palazzo di vetro di New York dal Pontificio Consiglio stesso e dall Alleanza delle civiltà delle Nazioni Unite, in occasione appunto della Giornata mondiale della Famiglia. Nel salutare i presenti, l osservatore permanente della Santa Sede all Onu, arcivescovo Bernardito Auza, ha ricordato l enfasi sulla famiglia «elemento essenziale dello sviluppo umano e sociale sostenibile» posta da Papa Francesco un anno fa, nel convegno in Vaticano al quale partecipò, con altri leader mondiali, il segretario generale dell Onu, Ban Kimo on. Sul concetto antropologico di famiglia si è mosso a sua volta l arcivescovo Paglia, sottolineando che gli stessi obiettivi di sviluppo del millennio, pur senza citarla espressamente, vi ruotano intorno. La famiglia è infatti il luogo antropologico per eccellenza da sostenere e da tutelare per perseguire davvero quegli obiettivi. «La dottrina sociale della Chiesa, in particolare sulla famiglia, si basa su un riconoscimento della dignità inalienabile di ogni persona umana, dal concepimento fino alla morte naturale. Quella dignità ci chiama a una vita di solidarietà che supera l individualismo e la solitudine, che si vivono senza il rispetto della sussidiarietà», base dell autentica libertà delle scelte complessivo che si aggira attorno ai dieci miliardi di dollari. Nella sede dell Assemblea nazionale del popolo (il Parlamento cinese), i primi ministri dei due giganti asiatici hanno parlato dei rapporti bilaterali e siglato intese di cooperazione nei campi del commercio, del turismo, dello sviluppo del settore minerario, degli scambi culturali e dello sviluppo scientifico e tecnologico. Modi è arrivato ieri in Cina, dove ha incontrato a Xian il presidente cinese, Xi Jinping, con cui ha parlato delle relazioni politiche tra i due Paesi. Xi, ha riferito ieri sera il ministero degli Esteri cinese, ha sottolineato l importanza di costruire un rapporto di fiducia «tenendo sotto controllo le differenze» e aumentando la cooperazione economica. Sul fatto che Cina e India potrebbero trarre significativi vantaggi da una relazioni costruttiva i dubbi sono pochi. I due Paesi asiatici, che da soli contano per il 36 per cento della popolazione mondiale, sono però divisi da ultradecennali dispute di confine e la Cina è uno dei principali alleati del Pakistan, avversario dell India nel sub-continente. Con Modi, il presidente cinese ha parlato dell importanza della cooperazione tra Pechino e New Delhi per la pace e la stabilità nella regione dell Asia-Pacifico e per «promuovere un ordine internazionale verso una direzione più giusta ed equa». Nel feroce attentato al Park Palace Hotel, nell enclave diplomatica della capitale, durato oltre cinque ore, sono rimasti uccisi, oltre all italiano, una donna kazaka, quattro indiani, due pakistani, uno statunitense e un britannico con la doppia nazionalità afghana. Secondo la ricostruzione della polizia, un commando armato ha fatto irruzione nel ristorante dove si trovava un folto gruppo di persone per un concerto. L edificio, che sorge nei pressi del compound delle Nazioni Unite, ospitava circa cento clienti, tra cui molti cooperanti indiani. Durante l assedio si sono udite esplosioni e raffiche di mitragliatori. Le forze di sicurezza afghane sono riuscite a trarre in salvo 54 ostaggi, tra cui 45 stranieri. La crisi è terminata con l uccisione di tre t e r ro r i s t i. E un procuratore di una provincia dell est dell Afghanistan al confine con il Pakistan, Najibullah Sultanzoi, è stato ucciso ieri sera davanti alla sua abitazione a Kabul: lo ha reso noto il parlamentare Mujibullah Rahman. L attentato è stato rivendicato dai talebani. Nel frattempo, nel confinante Pakistan, 135 persone sono state arrestate dalle forze dell ordine a Karachi per il grave attentato di mercoledì contro un autobus della comunità sciita degli ismailiti che ha causato 46 morti. Lo riferiscono oggi i media locali. Le retate sono state condotte ieri e nella nottata dal corpo militare dei Rangers e dalla polizia in diversi quartieri della metropoli. Tra i detenuti c è anche il responsabile locale di un partito politico. Le forze di sicurezza hanno anche effettuato dei raid in alcuni covi di gruppi islamisti. Inoltre, almeno 17 sospetti militanti fondamentalisti sono stati uccisi oggi in raid dell aviazione militare pakistana nel distretto tribale del Nord Waziristan. Lo riferiscono fonti dell esercito. I bombardamenti sono avvenuti nell area di Shawal e sono stati effettuati sulla base di informazioni di intelligence. Tre presunte basi e quattro veicoli sarebbero stati distrutti secondo le stesse fonti. individuali e comunitarie. Di qui, appunto, l insistenza sulla dignità umana, per porre fine alla povertà e combattere la disuguaglianza; sulle persone, alle quali garantire una vita sana e l accesso all istruzione, con l inclusione di donne e bambini; sulla prosperità, in un economia forte, inclusiva e di trasformazione; sul nostro pianeta, da proteggere per questa e per le prossime generazioni; sulla giustizia, per promuovere società pacifiche e sicure e istituzioni forti: su una partnership fatta di solidarietà globale per lo sviluppo sostenibile. «La storia ci insegna che le società che sono riuscite a proteggere la stabilità e la fecondità delle famiglie ha anche saputo proteggere i loro membri dal tipo di povertà che opprime più di un miliardo di persone nel mondo», ha ricordato l arcivescovo. Le società incentrate sulla famiglia hanno aperto la strada per la creazione di scuole, università e strutture sanitarie che oggi, anche se hanno abbandonato le proprie radici religiose, sono ancora accessibili a tutti. Per quanto riguarda specificamente l O c- cidente, l arcivescovo ha ricordato che «a differenza di quasi ovunque nella società contemporanea», la famiglia naturale «è un luogo dove l altro non può essere ignorato. Un particolare saluto l arcivescovo ha rivolto proprio all Alleanza delle civiltà delle Nazioni Unite, della quale ha sottolineato il prezioso lavoro «per eliminare le incomprensioni tra società islamiche e occidentali e favorire il miglioramento sostanziale e durevole delle loro relazioni reciproche». L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum Città del Vaticano o r n e o s s ro m.v a w w w. o s s e r v a t o re ro m a n o.v a POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt GI O VA N N I MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino v i c e d i re t t o re Piero Di Domenicantonio cap oredattore Gaetano Vallini segretario di redazione Servizio vaticano: vaticano@ossrom.va Servizio internazionale: internazionale@ossrom.va Servizio culturale: cultura@ossrom.va Servizio religioso: religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono , fax photo@ossrom.va w w w. p h o t o.v a Segreteria di redazione telefono , fax s e g re t e r i o s s ro m.v a Tipografia Vaticana Editrice L Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale 99; annuale 198 Europa: 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: 450; $ 665 America Nord, Oceania: 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono , fax , , info@ossrom.va d i f f u s i o n o s s ro m.v a Necrologie: telefono , fax Concessionaria di pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A. 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3 v e n e rd ì - sabato maggio 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 3 Obama con l emiro del Qatar (al centro) e il premier dell Arabia Saudita (Ansa) In Iraq e Siria Guerra e propaganda dell Is BAGHDAD, 15. Atti di terrorismo e azioni militari continuano ad alternarsi sui fronti iracheni e siriani dove è in atto la sfida del cosiddetto Stato islamico. Ma il gruppo jihadista è, come sempre, molto attivo anche nella propaganda. Ieri Furqan Media, considerato una sorta di sito ufficiale del gruppo jihadista, ha pubblicato un messaggio radiofonico, del quale è peraltro difficile accertare l'autenticità, attribuito al leader Abu Bakr Al Baghdadi, che fonti occidentali vorrebbero gravemente ferito e ormai incapace di guidare i suoi seguaci. Il cosiddetto califfo, o chi per lui, afferma tra l a l t ro che l islam sarebbe una religione di guerra. Non sono possibili verifiche neppure della notizia diffusa dal ministero della Difesa iracheno, ma che altre fonti governative di Baghdad e il comando statunitense hanno detto di non poter confermare dell uccisione del vice di Al Baghdadi, Abdul Rahman Mustafa Mohammed, conosciuto come Abu Alaa Al Afri. Sul piano militare, intanto, l Is è impegnato in una nuova offensiva in Siria, in particolare nella provincia di Homs, dove il gruppo jihadista sta minacciando anche il sito archeologico di Palmira, considerato dall Unesco un patrimonio dell umanità. Nell area di Palmira nelle ultime ore sarebbero stati uccisi decine di civili e dieci soldati sarebbero stati decapitati. Fonti dei ribelli siriani attribuiscono invece all aviazione governativa i bombardamenti che avrebbero ucciso decine di abitanti delle località di Ays, Hader e Khalsa, tutte a sud di Aleppo, dove sarebbero stati colpiti anche un ospedale e alcune scuole. Le ultime notizie dai fronti iracheni parlano invece di un rafforzamento delle posizioni difensive dell Is nell area di Mosul Nel vertice di Camp David auspicate soluzioni pacifiche per i conflitti Obama rassicura i Paesi del Golfo persico WASHINGTON, 15. Gli Stati Uniti difenderanno i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo persico (Arabia Saudita, Oman, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Kuwait) da «ogni tipo di aggressione esterna». Lo ha affermato il presidente statunitense, Barack Obama, nella conferenza stampa che si è svolta ieri sera a Camp David al termine del summit con i Paesi alleati del Golfo p ersico. «Gli Stati Uniti sono pronti a lavorare insieme ai membri del Consiglio di cooperazione del Golfo persico per impedire e fronteggiare minacce esterne all integrità territoriale di ogni Stato dell organizzazione in contrasto con la Carta delle Nazioni Unite», ha dichiarato Obama, precisando che «in caso di aggressione, o di minaccia di aggressione», gli Stati Uniti valuteranno insieme ai partner «le azioni più appropriate» per eliminare il pericolo, usando ogni mezzo a disposizione, anche «la forza militare». Il presidente statunitense ha quindi annunciato un rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza, spiegando che ci sarà un incremento delle esercitazioni militari congiunte. «Questo significa maggiore addestramento e collaborazione Salvati oltre duemila migranti Un giorno senza morti nel Mediterraneo ROMA, 15. Oltre duemila e duecento persone sono state tratte in salvo nel Mediterraneo nella giornata di ieri, una di quelle meno amare sul fronte dell emergenza che si protrae da mesi in questo mare dove migranti e profughi affrontano, sempre in condizioni drammatiche, in cerca di scampo. Il dato in un giorno nel quale per fortuna non si sono dovute registrare altre morti è stato fornito dalla Marina italiana, alle cui unità si sono affiancate anche navi di altri Paesi europei. La situazione, intanto, si fa più difficile di giorno in giorno. Sulle coste libiche potrebbero esserci oltre mezzo milione di persone pronte a partire per l Europa, secondo quanto dichiarato dall inviato dell Onu, Bernardino León. Proprio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è chiamato nei prossimi giorni a pronunciarsi su una risoluzione che autorizzi l intervento contro gli scafisti contenuto nell Agenda europea sull immigrazione presentata mercoledì dalla Commissione europea, ma già anticipata al Consiglio stesso lunedì scorso dall alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell Unione europea, Federica Mogherini. León sostiene che la priorità di un intervento della comunità internazionale devono essere «rafforzare la capacità di salvare le persone in mare e cercare di instaurare una cooperazione con le città sulla costa». Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Tripoli, Mahdi Al Harati, che ha parlato di un piano dei sindaci libici per la cooperazione con l Europa. «Abbiamo individuato tutti i punti della costa in cui partono i barconi. Ora abbiamo bisogno di supporto morale e materiale dell Europa e del mondo per risolvere il più presto possibile il problema», ha detto. L Agenda illustrata da Mogherini prevede una ripartizione per quote tra i Paesi europei di quanti sbarcano soprattutto sulle coste italiane. Al momento, però, ci sono segnali che sembrano contraddire questo nuovo spirito di solidarietà europea sottolineato da più parti. Diversi Paesi hanno già escluso di prendere proprie quote. Inoltre si moltiplicano gli episodi di respingimenti di persone che tentano di passare dall Italia in Francia. La Consulta modifica la legge sulla fecondazione assistita ROMA, 15. La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita subisce una nuova modifica. La Corte costituzionale italiana a quanto si apprende la sentenza non è stata ancora pubblicata avrebbe infatti definito illegittimo il divieto di accedere alla diagnosi preimpianto dell embrione per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche. Finora, la possibilità di ricorrere a tale procedura era consentita solo a coppie coniugate infertili o sterili. Non è la prima volta che la Corte definisce incostituzionali alcuni dispositivi della legge. Circa un anno fa, per esempio, aveva rimosso il divieto di fecondazione eterologa. tra le nostre forze per le operazioni speciali e maggiore condivisione di informazioni», ha aggiunto Obama. Inoltre, ha concluso, «aiuteremo i nostri partner a migliorare la loro capacità di difendersi» e «lavoreremo insieme per sviluppare un sistema di difesa integrato del Consiglio di cooperazione del Golfo persico contro i missili balistici». Una cena di lavoro alla Casa Bianca e tre diverse sessioni di colloqui a Camp David in meno di ventiquattro ore: Obama ha deciso di dedicare molto tempo agli alleati del Golfo persico, anche perché lo scambio di vedute è stato molto ampio, su tutti i problemi della regione mediorientale. A partire dai conflitti militari in Libia, Siria, Yemen e Iraq, per i quali si legge nella dichiarazione congiunta finale «non c è soluzione militare». Sono conflitti che possono essere risolti «solo attraverso mezzi politici e pacifici, il rispetto per la sovranità degli Stati e la non interferenza nei loro affari interni». Sempre attenti però «alla protezione delle minoranze e dei diritti umani». Quattro dei sei capi di Stato invitati a Camp David hanno deciso di non partecipare direttamente e inviare i loro vice. La defezione più vistosa è stata quella del re saudita Salman, ma anche Emirati Arabi Uniti, Oman e Bahrein hanno inviato delegazioni di più basso livello. Di persona sono andati solo i leader di Qatar e Kuwait. Sul piatto, però, Obama ha messo un rafforzamento della cooperazione e della assistenza militare a tutti gli alleati del Golfo persico. Nel frattempo, gli aiuti umanitari sono cominciati ad arrivare nello Yemen, dopo l entrata in vigore di una tregua umanitaria di cinque giorni tra la coalizione araba e gli huthi, nonostante l Arabia Saudita abbia denunciato la violazione del cessate-il-fuoco da parte dei ribelli sciiti. In una nota dell agenzia ufficiale saudita Spa, l alleanza militare sostiene che vi sono state dodici violazioni della tregua lungo il confine tra Yemen e Arabia Saudita e all interno dello stesso Yemen. La coalizione ha ribadito comunque il proprio «pieno impegno» a rispettare la tregua umanitaria, entrata in vigore martedì su iniziativa dell Arabia Saudita. Riad guida dal 26 marzo una campagna aerea contro i ribelli sciiti huthi, che minacciano di prendere il controllo della totalità dello Yemen, al confine con il regno. Chiesto dalla Nato il rispetto degli accordi di Minsk Il segretario generale della Nato Stoltenbeger, a sinistra, al vertice in Turchia (Afp) Duro monito di Mattarella contro la corruzione TO R I N O, 15. «È vero, c è una corruzione che vediamo diffusa come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita». Parole dure dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, contro la corruzione, l illegalità, il distacco evidente della gente dalla politica, che sta provocando «una rottura del patto generazionale». Mattarella ha scelto un luogo simbolo di Torino, l Arsenale della pace, per lanciare l allarme: non si sottovaluti il malaffare generale gravissime le responsabilità di «una caduta della politica» che ormai si è innestato come un virus nel tessuto sociale. Gli italiani spesso si «indignano» per la corruzione e poi cedono a comportamenti personali al di fuori della legalità. Allo stesso tempo il capo dello Stato italiano ha chiesto che non si perda la speranza di un futuro migliore perchè c è chi «non si rassegna alle difficoltà» e anzi vuole superarle. Niente «pessimismo» quindi (in Italia ce n è «un eccesso»): piuttosto è l ora di volgere «il nostro sguardo al futuro» per contribuire tutti a una «ripartenza» del Paese. Quasi una lezione di etica della politica quella che è venuta ieri dal presidente della Repubblica nella sua prima visita a Torino. In precedenza, parlando al Lingotto, Mattarella aveva iniziato a costruire il suo richiamo: «Avvertiamo rischi di un individualismo che disgrega, manca la mediazione dei corpi intermedi e il cittadino si ritrova solo davanti alle istituzioni. A questi pericoli di solitudine bisogna reagire», aveva detto, spiegando però che i cittadini non possono pensare di avere solo diritti ma hanno anche «doveri». AN KA R A, 15. I capi delle diplomazie dei Paesi aderenti alla Nato si sono riuniti ad Antalya, in Turchia, per un confronto sulla crisi ucraina. Durante l incontro è emersa soprattutto la richiesta del rispetto degli accordi di Minsk per mettere fine alla situazione di conflitto. Il vertice turco si è svolto all indomani dei lunghi colloqui a Sochi, in Russia, tra il segretario di Stato americano, John Kerry, e il presidente Vladimir Putin. Parlando con i ministri degli Esteri dell Alleanza atlantica sui colloqui di Sochi, John Kerry ha sottolineato che gli accordi di Minsk «costituiscono un opportunità enorme per trovare una strada verso la risoluzione del conflitto». Secondo il segretario di Stato questo sarebbe «un momento cruciale per mettere fine alle violenze in Ucraina». Intanto, secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel la tregua in Ucraina non sarebbe ancora rispettata. Merkel ha incontrato mercoledì sera a Berlino il presidente ucraino, Petro Poroshenko, al quale ha ribadito come il Paese possa contare su tutto il sostegno necessario «per raggiungere e la strada verso la pace e un percorso economico di successo». Un altro convoglio di aiuti umanitari russi per il sud-est dell Ucraina è nel frattempo giunto dalla regione meridionale di Rostov. Lo ha comunicato il ministero delle Emergenze russo, che coordina l op erazione. Il convoglio si divide, come già in passato, in due parti: una diretta nella regione di Donetsk e l altra a Lugansk. Gli aiuti consistono in cento camion che trasportano oltre mille tonnellate di riso, latte condensato, cereali, manuali scolastici e altri beni di prima necessità. Si tratta del ventiseesimo convoglio di aiuti russi per le regioni di Donetsk e Lugansk dall agosto scorso. Il Governo israeliano ottiene la fiducia della Knesset TEL AV I V, 15. Con sessantuno voti a favore e cinquantanove contrari, il nuovo Governo israeliano del primo ministro, Benyamin Netanyahu, ha ottenuto ieri sera la fiducia della Knesset. La composizione dell Esecutivo si basa su cinque partiti: Likud, Kulanu (centrista laico), Ebraismo della Torah e Shas (ortodossi) e Focolare ebraico (vicino al movimento dei coloni). Nel discorso di presentazione, Netanyahu che manterrà anche la guida del dicastero degli Esteri ha tenuto a precisare due concetti: ha anticipato che cercherà di allargare la base della coalizione e che punterà poi a una riforma istituzionale per consentire al Paese maggiore governabilità. Vice premier e ministro degli Interni sarà Silvan Shalom. Alla Difesa è stato confermato Moshe Yaalon (Likud), mentre alle Finanze farà il suo esordio il centrista Moshe Kahlon. Alla Giustizia è stata invece nominata Ayelet Shaqed, parlamentare di Focolare ebraico. Riunione egiziana per i leader tribali libici IL CA I R O, 15. L Egitto «ha deciso di ospitare il secondo meeting delle tribù libiche a partire dal 25 maggio e per tre giorni». È quanto ha dichiarato ieri in una nota il sottosegretario agli Esteri egiziano per gli Affari dei Paesi vicini, Osama Al Magdoub. «Questo passo viene dalla fede dell Egitto nel ruolo vitale che i dignitari tribali possono giocare nell u n i f i c a re il popolo libico e scongiurare la divisione che lo minaccia», ma anche dalla consapevolezza di quanto sia «importante accelerare il raggiungimento della stabilità e il traghettamento della Libia verso un porto sicuro», si legge nella nota, secondo cui «sono stati invitati più di 250 dignitari di tutte le tribù più influenti». «L Egitto spera che gli sforzi di questo incontro siano coronati dal successo e che siano raggiunti risultati positivi che giovino a tutto il popolo libico», ha aggiunto Al Magdoub. Il Cairo, ha concluso, «sostiene e rispetta sempre le scelte dei fratelli libici e crede che dalla stabilità della Libia dipenda la stabilità dell Egitto». Il Governo egiziano sostiene il processo di dialogo patrocinato dall Onu in Libia attraverso l inviato speciale, Bernardino León. Nodi da sciogliere tra Atene e creditori ATENE, 15. Restano ancora tanti i nodi da sciogliere nelle trattative tra Grecia e le istituzioni internazionali. I punti di attrito riguardano pensioni, mercato del lavoro e misure di bilancio, dove Atene sarebbe stata chiamata a fare ulteriori tagli per tre miliardi di euro. Il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, ha detto ieri di puntare a un accordo entro la fine del mese, auspicando una riunione straordinaria dell Eurogruppo dopo il consiglio europeo in programma a Riga la prossima settimana. Varoufakis precisano gli analisti ha riconosciuto che il sistema previdenziale greco «è insostenibile», anche se punta più su un riordino della previdenza che su tagli. Tra i punti a favore della Grecia ci sarebbe invece la politica di privatizzazioni finora intrap re s a.

4 pagina 4 L OSSERVATORE ROMANO v e n e rd ì - sabato maggio 2015 Il mestiere dello storico dell arte attivo nei musei è quello di custodire l insieme delle opere e di studiare contemporaneamente ogni singolo lavoro Raffaello, «Madonna dell'impannata» ( , Firenze) di E ANTONIO PAOLUCCI cco un opera che onora allo stesso tempo la scuola storico artistica e l editoria italiane, in questo caso la fiorentina Giunti. È il primo catalogo il primo di una serie che ne prevede complessivamente sei dei tesori pittorici della Galleria Palatina. Questo, curato da Serena Padovani che nella Galleria ha servito per molti anni prima come funzionario della amministra- Raffaello, «Ritratto di Fedra Inghirami» ( , Firenze) I cataloghi della Galleria Palatina A rd i t i filologi zione poi come direttrice, ha per argomento Le scuole dell Italia Centrale Dire pittori dell Italia Centrale in Palatina significa dire Botticelli e Andrea del Sarto, Piero di Cosimo e Pontormo, Andrea del Sarto e Rosso Fiorentino, Luca Signorelli e Perugino, Fra Bartolomeo e Raffaello e molti altri ancora. Praticamente sono i maestri delle Vite vasariane che, distribuiti su più file, quasi sempre contenuti in cornici sontuose, affollano secondo l o rd i - namento gremito della quadreria antico regime le pareti della Reggia di Pitti. Nel 2003 era ancora in servizio lo storico e grande direttore Marco Chiarini al quale questa pubblicazione è giustamente dedicata usciva il Catalogo generale dei dipinti della Galleria Palatina e degli Appartamenti Reali in due volumi, il primo dedicato alla storia delle collezioni, il secondo contenente le schede sintetiche di tutte le opere esposte. Ora quella prima sintesi catalografica cresce e si sviluppa in una serie davvero monumentale che prevede sei volumi, di cui questo, dedicato ai dipinti dell Italia centrale, è il primo. Seguiranno altri cinque volumi a coprire i diversi settori storico artistici e collezionistici nei quali si articola la Galleria Palatina; dalle Scuole dell Italia Centrale alla Pittura del Cinquecento a Venezia o nell Italia Settentrionale al Seicento e Settecento fiorentino al Seicento e Settecento italiano al Seicento e Settecento europeo. È un progetto grandioso e affascinante che ci fa capire qual è il mestiere dello storico dell arte attivo nei musei. È quello di custodire gli insiemi la Galleria Palatina è un insieme mirabile che tollera il confronto in Italia solo con la Borghese di Roma e di studiare contemporaneamente ogni singolo componente di quell insieme. Studiarlo nella sua storia fisica, nelle ragioni culturali e di gusto di chi lo ha scelto, studiarlo nel suo linguaggio formale iconografico e stilistico, nella sua fortuna critica, nella letteratura che lo ha accompagnato nella sua vita. Ed ecco il volume, il primo della serie. Sono 480 pagine di pura filologia, per 81 schede di altrettante opere; 81 schede ognuna delle quali è un vero e proprio saggio critico. Hanno aiutato Serena Padovani nella grande impresa, Nicoletta Baldini e Lucia Aquino, mentre la foltissima bibliografia generale è stata curata da Elena Capretti. celliano (inv nr. 348) è in realtà restituito con ineccepibili argomentazioni filologiche e critiche alla piena autografia di Alessandro Filipepi? In certi casi lo scrutinio rigoroso di ogni singola opera e il confronto con altre affini e contemporanee ha permesso di identificare la corretta iconografia delle scene rappresentate. Come nel caso di una piccola pala di Niccolò Soggi. Ci è riuscita Nicoletta Baldini collegando al dipinto fiorentino un elemento di predella custodito nel Museo di Castelvecchio a Verona. Ci sono rettifiche di attribuzione e di identità anagrafica, conseguenze del nuovo scrutinio dei numerosi ritratti conservati in Palatina. Per esempio quello che un tempo era indicato come opera di Marco Palmezzano che ritrae Caterina Sforza è in realtà opera di Piero di Cosimo al circa che ritrae Semiramide Appiani moglie di Lorenzo di Pier Francesco Medici, rappre- di FELICE ACCRO CCA Ma come è organizzato l assetto critico del catalogo? È organizzato in questo modo. Prendiamo per esempio Andrea del Sarto. Ce ne sono circa venti, assolutamente certi, in Palatina, praticamente la parte più importante e la meglio significativa del c o rp u s del pittore. Preceduta da una biografia dell artista aggiornata sugli ultimi studi, la scheda analizza le vicende conservative di ogni dipinto, quelle storiche e stilistiche e quelle collezionistiche e si conclude con il commento critico che ci fornisce la valutazione complessiva dell opera. Scorrendo le schede si scoprono notizie curiose, inaspettate, spesso intriganti. Chi sapeva, per esempio, che l ambigua, inquietante Ma d - dalena del Bachiacca era in realtà molto amata da una principessa ultra bigotta come Maria Maddalena d Austria che la teneva nella sua camera da letto nella villa del Poggio Imperiale? Come non rallegrarsi accorgendosi che il tondo sempre ritenuto genericamente bottisentante di un ramo cadetto di quella grande famiglia. Ci sono arricchimenti importanti se è del Pontormo al 1537 circa come tutto, dopo la lettura della accuratissima scheda, farebbe credere, il ritratto di Cosimo 1. Certo, alcuni problemi restano aperti. Io per esempio continuo a pensare che il ritratto femminile attribuito a Botticelli (la cosiddetta Bella Simonetta) sia un geniale, a suo modo affascinante, falso ottocentesco nonostante la diversa e molto efficacemente argomentata opinione contraria della autrice della scheda. sul poggiolo d ottone della seggiola che dà il nome al celebre tondo con la Madonna e il Bambino. Oppure fermarsi di fronte al Raffaello che ritrae Fedra Inghirami o il cardinale Bibbiena. Neppure Dürer negli stessi anni ha saputo scendere altrettanto a fondo nell animo umano. La Madonna dell Impannata è integralmente di Raffaello, afferma con efficacissime argomentazioni la imponente scheda pubblicata su questo volume. Su questo quadro potrebbe aprirsi un lungo discorso. A mio giudizio occorre capire che la scuola di Raffaello da questo, soprattutto da questo si può intendere la sua grandezza è eccelsa quasi quanto il maestro stesso. Raffaello era un giovane uomo che lavorava con ragazzi di poco più giovani di lui (Giulio Romano, il Penni, Polidoro, Giovanni da Udine) dialogando, confrontandosi, consigliando, rettificando, stimolando in ognuno quel gusto della sperimentazione, quell amore per la pura bellezza che avevano sedotto e contagiato tutta la sua scuola. Il risultato sono gli affreschi di Giulio Romano alla Farnesina e al The di Mantova, sono le nature morte di Giovanni da Udine nelle Logge, sono, ancora, Giulio Romano e il Penni nelle Stanze. Il risultato è anche la Madonna dell Impannata della Palatina. Può essere di Raffaello o di Giulio Romano ma il livello di qualità è comunque eccelso. Il restauro della Sala di Costantino attualmente in corso in Vaticano ci farà capire cosa è stata la scuola di Raffaello. Cinquecento anni fa nasceva Felice Porri da Cantalice Il frate che sussurrava ai cavalli Felice Porri da Cantalice, che all ep o ca del sacco di Roma (1527) aveva do dici anni in circa, venne al mondo cinquecento anni fa, nel 1515 (e non il 18 maggio 1513, come con falsa sicurezza si af- Uscì illeso da un grave incidente agricolo E pensò che avrebbe dovuto restituire al Signore quella vita che gli era stata donata una seconda volta tà nel calmare un cavallo imprigionato in una inferriata e perciò oltremisura innervosito verrà giudicata un fatto miracoloso. Un incidente agricolo, dal quale uscì illeso per miracolo i buoi spaventati gli presero un giorno la mano ed egli finì sotto l aratro con le lame che lo sfiorarono, lacerandogli i vestiti, ma risparmiandone il corpo lo convinse infine che doveva restituire al Signore quella vita di cui gli era stato fatto dono una seconda volta. Entrò così tra i cappuccini della Provincia romana, che lo invia- L attento scrutinio dei ritratti ha consentito in qualche caso di rettificarne la paternità Un quadro attribuito a Marco Palmezzano era invece di Piero di Cosimo La parte del volume che sicuramente affascinerà e intrigherà di più gli storici dell arte è quella che riguarda la formidabile collezione di Raffaello che la Galleria Palatina ospita. Solo in Vaticano fra le Stanze, le Logge e le grandi pale in Pinacoteca, di Raffaello ce ne sono di più. Si potrebbero passare ore in Palatina solo per guardare i due ritratti Doni che per me sono una reinvenzione, a Firenze, sulla suggestione di Leonardo, del dittico dei Duchi di Piero della Francesca. Oppure stupire di fronte ai prodigi fiamminghi che fa la luce ferma nel Dizionario biografico degli italiani). Fin verso il 1543 fu a servizio di una famiglia di Cittaducale, i Pichi, come contadino e domatore di buoi, mestiere che metterà ancora a profitto negli anni della maturità, quando la sua abilirono al noviziato di Fiuggi. Nel giunse a Roma, nel convento urbano di San Bonaventura, accanto a quella che è ora la Pontificia università Gregoriana, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta il 18 maggio Un esistenza ordinaria, tutto sommato, simile a quella di tanti altri frati di cui la storia non ha trattenuto nulla, neppure il nome. E tale fu giudicata dai suoi confratelli che sembrarono non accorgersi di quale pasta era fatto quell uomo con cui vivevano gomito a gomito. Se ne accorse però il popolo romano, che di santi, di fanfaroni e anche di cialtroni ne ha visti un infinità e che perciò aveva buon fiuto nel distinguere l o ro dall ottone: la notizia della morte di Felice da Cantalice infatti si diffuse tra i rioni come scintille in un campo di stoppie e in breve tempo la chiesetta dei cappuccini fu invasa; la folla si accalcava fin dalla piazza dei Santi Apostoli. Per la sua eccezionale portata, questa spontanea dimostrazione di devozione popolare colse di sorpresa gli stessi frati allora convenuti a Roma per il Capitolo generale. D ell evento fu informato Sisto V, che impose al guardiano del convento, Sante da Roma, di raccogliere testimonianze sulla vita di quell uomo così singolare. Il processo di canonizzazione fu dunque deciso mentre il corpo del frate non era ancora stato calato nella tomba. Tra coloro che furono ascoltati c era anche il suo maestro di noviziato, fra Bonifacio da Anticoli di Campagna (l o dierna Fiuggi); raccontò che quando il giovane si fece frate «era un tozzotto che era di ferro» e «non sapeva leggere né scrivere. Io li haveva gran devotione riconoscerà il vecchio frate ma non tanto quanto è riuscito che Iddio benedetto ha fatto aparire. Chi l avesse creduto, ché pareva un huomo salvatico! Et farlo morire a un capitolo generale, che ci erano tutt i padri in Roma». Huomo salvatico appariva dunque; senza curialità e gentilezza lo dipinse il Bellintani. In definitiva, Felice era rimasto quel che era stato per i primi tre decenni della sua vita, né poteva essere altrimenti. Eppure quanta sostanza di Vangelo in quell esistenza semplice, che percorreva con gioia le vie di Roma insegnando canzoncine ad adulti e bambini e con quel mezzo efficace parlava di Gesù («O Giesù, Giesù /figliuolo di Maria, / chi ti possedesse /quanto bene haverìa»). E poiché i santi sanno riconoscersi, quando tra i vicoli dell urbe incrociava Filippo Neri, tra i due non mancavano motti di spirito, scherzi, gesti di affetto. Quando Carlo Borromeo sottomise una regola appena redatta per gli Oblati di Sant Ambrogio al discernimento di Filippo Neri, questi volle sottoporla tra la meraviglia del porporato a Felice. Inizialmente il frate rifiutò ma poi si mise al lavoro e ne corresse due articoli, suscitando così l ammirazione del Borromeo, il quale riconobbe la correttezza degli emendamenti: «né egli né tanti huomini di dottrina e di spirito l havessero mai avvertito ciò che da un huomo senza lettere fu notato». I diari di Astrid Lindgren Da Pippicalzelunghe agli orrori della guerra I più la conoscono per aver fatto divertire: eppure ha scritto anche molte pagine commoventi. Sono le pagine dei diari redatti durante la seconda guerra mondiale da Astrid Lindgren, la scrittrice svedese (tradotta in più di settanta lingue) che tutti ricordano per aver creato una delle figure centrali della letteratura d infanzia, Pippicalzelunghe. I diari, riferisce «The Guardian», sono stati ora pubblicati per la prima volta in Scandinavia: raccontano gli orrori di quei terribili anni. Queste pagine, radunate in diciassette volumi dopo una certosina opera di catalogazione, sono state definite dai critici «una scioccante lezione di storia». Il primo settembre 1939, Lindgren scriveva: «Oh! Oggi è scoppiata la guerra! Nessuno riesce a crederci!». (gabriele nicolò) La scrittrice svedese ( ) Icona del Blues È morto B. B. King È morto all età di 89 anni a Las Vegas B. B. King, musicista che, con la chitarra da lui battezzata Lucille fedele compagna di quarant anni di musica ha portato in tutto il mondo il Blues, diventandone ambasciatore e icona. Era nato in Mississippi, lo Stato americano degli immensi B. B. King campi di cotone. Lo stesso B. B. King, all età di dodici anni, aveva lavorato come raccoglitore. Th e Thrill Is Gone, When loves comes to town e How blue can you get sono solo alcuni dei successi della sua lunga e intensa carriera: oltre sessanta dischi fra album in studio e dal vivo, concerti in ogni parte del mondo e collaborazioni con decine di musicisti, tra i quali Eric Clapton e gli U2.

5 v e n e rd ì - sabato maggio 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 5 Incontro dei vescovi per le relazioni con i musulmani in Europa Fa t i c a e gioia del dialogo SAINT MAU R I C E, 15. «In quest anno che segna il cinquantesimo anniversario di Nostra aetate, siamo più che mai convinti che il dialogo interreligioso, e nel nostro caso il dialogo tra cristiani e musulmani, non solo è necessario per costruire la pace, ma è un imperativo della nostra fede». Lo affermano i vescovi e delegati per le relazioni con i musulmani in Europa nel messaggio (intitolato La fatica e la gioia del dialogo) diffuso a conclusione del loro incontro svoltosi dal 13 al 15 maggio a Saint Maurice, in Svizzera, sul tema «Come cambiano i musulmani in Europa». L islam è «una religione ricca e varia nella sua tradizione, con molte scuole di pensiero. Tuttavia, come tutte le religioni, si trova ad affrontare sfide di radicalizzazione nel contesto contemporaneo. Per superare la radicalizzazione scrivono abbiamo bisogno della libertà di religione e del suo principio fondamentale, la libertà di coscienza. L educazione religiosa gioca un ruolo importante nel rafforzamento della propria identità religiosa nel pieno rispetto delle convinzioni religiose degli altri. Aiuta anche a costruire la solidarietà con gli emarginati, i perseguitati e le vittime della radicalizzazione qualsiasi sia il loro credo». Al termine del loro incontro, promosso dal Consiglio delle conferenze episcopali d Europa (Ccee), i presuli rinnovano l impegno per il dialogo dal punto di vista religioso, culturale e sociale e per un incontro dinamico con i musulmani sia a livello intellettuale-accademico sia a livello di vita vissuta. Ciò richiede «un profondo auto-esame e una riflessione teologica sulla nostra fede e sulla pratica cristiana, in particolare alla luce delle sfide poste dalla secolarizzazione e dai movimenti populisti sia al cristianesimo sia all islam. Un dialogo autentico richiede che le nostre comunità cristiane continuino a essere testimoni viventi della Parola di Dio, comunità di preghiera e accoglienti l alt ro che vive in mezzo a noi». In tal senso il Giubileo della misericordia «ci fornisce un opp ortunità unica per dimostrare che è possibile vivere insieme e condividere aspirazioni comuni. La misericordia non domina. La misericordia crea spazio per la diversità e l accettazione dell a l t ro». Nella tre giorni di lavoro, la rete europea dei responsabili per il dialogo con le comunità musulmane del continente si è confrontata sull origine e le cause del fenomeno di radicalizzazione di alcune comunità musulmane in Europa e ha condiviso alcune esperienze di dialogo in corso in particolare in Spagna, Svizzera, Germania, Francia e Bosnia ed Erzegovina. Il dibattito è stato guidato dall arcivescovo di Bordeaux, cardinale Jean-Pierre Ricard, con il contributo fra gli altri del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. «Penso ha detto Tauran che i musulmani siano molto fieri della loro religione, mentre noi cristiani abbiamo bisogno di recuperare questo senso profondo della fede nella nostra vita». Il dialogo interreligioso è «un occasione per approfondire la propria fede. Non si può imbastire un dialogo sull ambiguità. Devo dire al mio interlocutore musulmano: io sono cristiano, credo in Gesù e vivo in conseguenza di questo». Il cardinale Salazar Gómez nuovo presidente del Celam SANTO DO M I N G O, 15. Il cardinale Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Bogotá, guiderà per i prossimi quattro anni ( ) il Consiglio episcopale latinoamericano (Celam). Le elezioni si sono svolte nel corso della trentacinquesima assemblea ordinaria, che si è conclusa oggi, venerdì, a Santo Domingo. Sono ventidue le Conferenze episcopali che fanno parte del Celam. Il cardinale Salazar Gómez, succede a monsignor Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla. Il direttivo del Consiglio episcopale latinoamericano ha designato inoltre primo vice-presidente monsignor Carlos María Collazzi Irazábal, vescovo di Mercedes (Uruguay), e secondo vice-presidente monsignor José Belisário da Silva, arcivescovo di São Luis do Maranhão (Brasile). Durante i lavori i vescovi hanno affrontato numerosi temi: in particolare, il bilancio dell ultimo quadriennio, le priorità pastorali per il continente dal 2015 al 2019 e il fenomeno dell emigrazione. Verso il convegno di Firenze Per una Chiesa accogliente ROMA, 15. «Vogliamo una Chiesa che sia accogliente, che sappia spendersi perché un orizzonte di senso e di vita appartenga a tanta più gente possibile». Ciò comporta la necessità di «impegnarci perché la Chiesa non sia autoreferenziale, ma sappia uscire per andare incontro agli uomini di oggi, che hanno bisogno di incontrare Gesù». Parola di monsignor Nunzio Galantino. Il segretario generale della Conferenza episcopale italiana ha aperto questa mattina, venerdì, a Roma, la prima delle due giornate del seminario organizzato dalla rivista «Il Regno» e dal Gruppo Abele, in collaborazione con numerose realtà del mondo cattolico, in vista del convegno ecclesiale nazionale, l appuntamento decennale della Chiesa italiana che si terrà a Firenze dal 9 al 13 novembre prossimi. «Il convegno di Firenze ha detto Galantino sarà l occasione perché si trovi la quadra che riconcilia i due tornanti del postconcilio: la possibilità che si riesca finalmente a incrociare pastorale e cultura». A proposito di cultura, rispondendo ai giornalisti con riferimento al dibattito sulla riforma della scuola, il presule ha registrato lo «sforzo del Governo per uscire dal pantano» e ha auspicato che «non ci sia il muro contro muro, ma che cresca veramente la voglia di mettere i nostri ragazzi nelle condizioni più giuste per una formazione adeguata». Una battuta anche sul tema della corruzione su cui «non si insiste mai abbastanza», perché «c è una globalizzazione del male che nella corruzione trova la sua forma più arrogante e più spietata». Argomento affrontato anche dal fondatore del Gruppo Abele, don Luigi Ciotti, per il quale «il sistema politico ed economico in questi anni non solo non ha eliminato le ingiustizie ma le ha moltiplicate, mentre il pianeta avrebbe tutte, ribadisco tutte, le risorse per garantire agli uomini una vita dignitosa». E, riferendosi all Italia, ha rilevato come «le mafie, insieme alla corruzione, siano un cancro che ha inquinato la politica e l economia e che sono tornate più forti in questo periodo di crisi». di TIMOTHY MICHAEL DOLAN Il nostro incontro è particolarmente provvidenziale, poiché celebriamo il giubileo d oro di Nostra aetate, illuminato documento del concilio Vaticano II e insegnamento che ha trasformato in modo radicale i rapporti tra ebrei e cattolici. Per oltre la metà di questi cinquant anni il Papa è stato Giovanni Paolo II ora santo per il quale la comunità ebraica nel mondo nutre profondo rispetto. Quattro mesi dopo la sua morte, nel 2005, ho compiuto un viaggio molto commovente in Polonia e a Roma, insieme con altri quattro vescovi e una mezza dozzina di rabbini. Nella città eterna stavamo facendo tardi e la nostra guida annunciò che, per non arrivare in ritardo al nostro appuntamento nella sinagoga, avremmo dovuto saltare la preghiera sulla tomba di Giovanni Paolo II. «Nemmeno per sogno», hanno protestato i sei rabbini. Stare davanti alla sua tomba nella basilica di San Pietro, vescovi e rabbini con le mani unite, è stato tra i momenti culminanti del nostro viaggio. Ora, sono due le cose che mi vengono subito in mente: la prima sono i progressi teologici nella comprensione ebraico-cattolica sotto Giovanni Paolo II; e la seconda, il dialogo sincero sulle questioni nevralgiche sorte durante i ventisei anni del suo pontificato. Questo prestigioso centro di teologia ebraica di certo è ben consapevole della proposta indirizzata da Giovanni Paolo II a noi, ebrei e cristiani, di ritornare ora al dialogo rudemente interrotto nel 70 dopo Cristo, quando i soldati romani rasero al suolo Gerusalemme, sparpagliando sia gli ebrei sia i cristiani in una diaspora ancora presente, e di riprendere questioni profonde, come l alleanza, l elezione, il posto unico e speciale di Israele nella rivelazione di Dio, la Legge e il modo in cui dobbiamo relazionarci come figli di Abramo e popolo del Libro. L accoglimento di quell invito fatto da Giovanni Paolo II ha portato a un promettente fiorire di sapere ebraico-cristiano. Allo stesso modo, tutti conosciamo le questioni radioattive che il Papa polacco non ha mai eluso, temi delicati come le preghiere del venerdì santo, la tetra e tragica eredità dell antisemitismo cristiano, il ruolo della Santa Sede durante la shoah, il riconoscimento diplomatico dello Stato d Israele da parte del Vaticano, o perfino episodi più eclatanti come la croce e il convento proposti a Auschwitz, il film La passione di Cristo e la visita di Kurt Waldheim a Roma. A cinquant anni dalla «Nostra aetate» Sogno diventato realtà Invece di approfondire questi due ambiti certamente meritevoli, oso suggerire che Papa Giovanni Paolo II ha realizzato il sogno di Nostra aetate in un modo più sostanziale e innovativo: fidandosi abbastanza della comunità ebraica da invitarla a quella che era senz altro la priorità numero uno del suo pontificato, ovvero recuperare il primato dello spirito. Detto in termini semplici, Giovanni Paolo II riteneva che la tossina più rilevante che avvelenava il progetto umano fosse la negazione della sovranità di Dio, perfino della sua esistenza, e che l alleato più naturale della Chiesa per rispondere a questa sfida fossero gli ebrei. La tendenza ultimamente prevalente di «cavarsela benissimo senza Dio», per usare la definizione del secolarismo data dal rabbino Jonathan Sacks, era mortale e doveva essere rovesciata. Il Papa riteneva che la comunità ebraica avrebbe condiviso il suo senso di urgenza. Vorrei tentare di spiegare. Giovanni Paolo II aveva preso alla lettera l affermazione del salmista per la quale «solo in Dio riposa l anima mia» e che, come le nostre Scritture rivelano costantemente, qualsiasi tentativo di cercare pace assoluta, significato e fine in chiunque o in qualunque cosa non sia Dio è una ricetta per il caos e la frustrazione. È stato Billy Graham a osservare come il risveglio dell anima vuota ed esaurita dell umanità fosse diventata la missione di Giovanni Paolo II, e come questo Pontefice fosse convinto che i «nostri fratelli e sorelle maggiori», come vi ha definiti, fossero i nostri partner più preziosi in questo sforzo. Era giunto a questo impulso di ripristinare il primato dello spirituale nell attività umana in modo molto naturale. Il cattolicesimo ad alto contenuto di ottani della sua amata Polonia vedeva il disegno e la presenza di Dio ovunque. La stessa tragica storia della Polonia aveva insegnato a Karol Wojtyła che solo la fede non avrebbe mai fallito. La sua Polonia era stata letteralmente cancellata dalle carte geografiche nel tardo XIX secolo e, sebbene il suo status fosse stato ripristinato dopo la prima guerra mondiale, era stata lasciata nel fango. Così il giovane Karol Wojtyła aveva guardato ai vostri Salmi: «Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre». Lui stesso aveva perso tutto la madre, la sorella, il fratello e il padre quando era appena poco più che ventenne. Aveva pianto con tutto il resto della Polonia quando, il 1 settembre 1939, aveva visto gli stormi della Luftwaffe sul suo Paese, e per sei cupi anni aveva vissuto nel pericolo quotidiano, vedendo scomparire ogni notte gli amici ebrei e i suoi compagni di classe nel seminario clandestino a Cracovia. Le cose non migliorarono, poiché la Polonia perse la guerra due volte quando il totalitarismo di Hitler fu sostituito da quello di Stalin, giacché il clima di «vita senza Dio» imposto, oppressivo, continuò a soffocare la Polonia. C è dunque da stupirsi che le sue prime parole dalla loggia della basilica di San Pietro siano state quelle tante volte ripetute dal Dio d Israele e da suo Figlio, Gesù: «Non abbiate paura!»? La causa di Giovanni Paolo II, dunque, era quella di far scendere in piazza cattolici, cristiani ed ebrei per gridare «Noi vogliamo Dio». Perché a essere dissipato era stato il senso di soggezione per il mistero stesso di Dio, mistero al centro del giudaismo e del cristianesimo. La nostra visione è stata macchiata; scetticismo e cinismo dominano; tutto è alla mercé della manipolazione da parte della nostra cocciutaggine; e il principio del piacere ha finito col derubarci della gioia. L uomo era diventato un rompicapo che doveva essere risolto da tecnici, non un mistero da amare e abb r a c c i a re. Nostra aetate ci dice che tutti i popoli includono una sola comunità e hanno una sola origine, e una è anche la loro meta finale: Dio. La sua provvidenza, la sua bontà, i suoi disegni salvifici si estendono a tutti. Per ebrei e cristiani, la fede in Dio ha determinate implicazioni che, così riteneva Giovanni Paolo II, obbligano ebrei e cristiani a lavorare insieme. Una di queste potrebbe essere il nostro insistere sulla dignità della persona umana, creata, secondo la Genesi, a immagine e somiglianza di Dio, fatta, come dice il salmista «poco meno di un dio». La seconda potrebbe essere la santità di ogni vita umana, mai il mezzo per un fine, bensì fine a se stessa. La terza potrebbe essere la fedeltà alla legge di Dio, verità, come ha commentato Giovanni Paolo II sul monte Sinai, «inscritte nel cuore umano prima ancora di essere scolpite nella pietra», che non devono essere contraddette dalla volontà propria o dalla richiesta popolare. La quarta potrebbe essere la solidarietà, la percezione che ci siamo dentro tutti insieme e che è molto meglio se siamo uniti e ci cerchiamo invece di rinchiuderci nelle nostre comodità. La quinta potrebbe essere la mutua visione del mondo. Ebrei e cattolici condividono le stesse lenti. Detto in parole semplici, la storia è la Sua storia. La storia della salvezza, alla quale credono ebrei e cristiani, è, di fatto, la storia del mondo. Sia Giovanni Paolo II sia il rabbino Joshua Heschel ci ricordavano che «coincidenza è il termine usato dai non credenti al posto di p ro v v i d e n z a». E, come Heschel anche Giovanni Paolo II era convinto che la storia umana non sia tanto il raccontare la nostra ricerca di Dio, bensì la ricerca che Dio fa di noi. Al Seminario teologico ebraico di New York Il cardinale arcivescovo di New York ha tenuto nei giorni scorsi una conferenza dedicata ai cinquant anni di Nostra aetate, la dichiarazione conciliare riguardante il dialogo con i non cristiani. L i n c o n t ro, che si è svolto presso il Milstein Center for Interreligious Dialogue del Jewish Theological Seminary, è stato realizzato in collaborazione con il Centro Giovanni Paolo II per il Dialogo Interreligioso dell Università San Tommaso d Aquino di Roma e con la Russell Berrie Foundation. Pubblichiamo, in una nostra traduzione, ampi stralci dell intervento del porporato. Quindi, Papa Giovanni Paolo II è potuto diventare un pellegrino, come Abramo, ricordando al mondo la sua vera storia, la sua identità autentica, come creazione di Dio, che si sviluppa secondo il Suo disegno. Questa ottica comune a ebrei e cristiani ci rende, come ha spesso osservato Giovanni Paolo II, «una benedizione gli uni per gli altri». Insieme, condividiamo le nostre lenti con altri, di modo che tutti possano vedere la storia come la Sua storia, che la dignità e la vita umana vengano favorite e non frenate quando proclamiamo «noi vogliamo Dio», che ciascuno di noi è chiamato a rinnovare l esodo, permettendo al Signore di liberarci dalla schiavitù e dalla morte per passare alla libertà e alla vita, come celebriamo ogni primavera con il Pesach e la Pasqua. È stato Theodor Herzl, più di un secolo fa, a comprendere che l antisemitismo è una prova del fatto che nella cultura dell O ccidente c è qualcosa di gravemente sbagliato. E George Weigel: «Quando il canto delirante dell antisemitismo s innalza, è sempre un segno che il paziente è in pericolo di vita in non piccola parte perché ha dimenticato le radici bibliche dell impresa civilizzatrice occidentale».

6 pagina 6 L OSSERVATORE ROMANO v e n e rd ì - sabato maggio 2015 Il cardinale Tagle presidente di Caritas internationalis Nel nome di tutti i poveri «Grazie per la vostra fiducia. Le mie capacità sono limitate ma insieme a voi, con l amore che Gesù ha riversato nei nostri cuori e nel nome di tutti i poveri nel mondo, accetto questo incarico. Insieme rafforzeremo la Chiesa dei poveri in modo che la nostra testimonianza possa aiutare a guidarci verso un mondo di giustizia comprensiva, libertà autentica e pace». Sono le prime parole pronunciate in collegamento telefonico del cardinale arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle, eletto giovedì 14 maggio nuovo presidente di Caritas internationalis dall assemblea generale in corso a Roma. Succede al cardinale arcivescovo di Tegucigalpa, Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, che lascia la presidenza dopo due mandati quadriennali consecutivi. La vita della Chiesa, ha proseguito Tagle, si regge su tre pilastri: la parola di Dio, i sacramenti e il servizio della carità. Le Caritas possono «collaborare insieme per essere più strategicamente efficaci e produttive nella prevenzione dei disastri e nel farsi trovare preparate nel rispondere alle gravi catastrofi». Emergenze che il nuovo presidente conosce bene visto che le Filippine e più in generale il continente asiatico sono stati colpiti negli ultimi anni da numerose e gravi calamità. Caritas, oltre agli interventi di soccorso, «può contribuire alla ricerca in tutto il mondo delle azioni efficaci per mitigare il mutamento climatico». Gli effetti del clima sulle sciagure naturali e sull aumento della fame nel mondo, insieme all e m e rg e n z a povertà e alle tante guerre che insanguinano il mondo, sono al centro dell assemblea di Caritas internationalis (il tema è «Una sola famiglia umana, prendersi cura del creato») che deve definire strategie e programmi per i prossimi quattro anni. Intervenendo ai lavori, il cardinale presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, Peter Kodwo Appiah Turkson, ha detto che la comunità internazionale deve realmente impegnarsi per lo sviluppo sostenibile, mettendo in guardia da una «irrazionale infatuazione per il prodotto interno lordo» e dall accumulazione di risorse, per passare a lavorare insieme a «uno sviluppo sostenibile, in un sistema che leghi la prosperità economica all inclusione sociale e alla protezione». Il porporato ha ribadito la necessità di affrontare con serietà la pressante sfida dei cambiamenti climatici che pesano soprattutto sulle popolazioni più povere. Servono «soluzioni tecnologiche ed economiche innovative e sostenibili», ha spiegato, sottolineando poi che la Chiesa è «esperta in umanità» e che per questo non si stanca di chiamare all impegno per la giustizia e la carità. Nel suo intervento, il presidente di Iustitia et Pax ha evidenziato il paradosso di un mondo che produce più cibo di quanto ne servirebbe ai suoi 7,3 miliardi di abitanti, ma che poi vede ottocento milioni di persone affamate, oltre il 10 per cento Lutto nell episcopato Monsignor Geraldo Majela de Castro, religioso dell ordine premostratense, arcivescovo emerito di Montes Claros, in Brasile, è morto giovedì 14 maggio, nell ospedale Santa Casa. Nato a Montes Claros il 24 giugno 1930, era stato ordinato sacerdote l 8 dicembre Nominato coadiutore dell allora diocesi di Montes Claros il 15 giugno 1982, aveva ricevuto l ordinazione episcopale l 8 settembre dello stesso anno. Quindi il 1º giugno 1988 era succeduto per coadiuzione e, con l elevazione di Montes Claros ad arcidiocesi, il 25 aprile 2001 ne era divenuto primo arcivescovo. Il 7 febbraio 2007 aveva rinunciato al governo pastorale. Le esequie sono state celebrate alle ore 9 di venerdì 15 maggio nella cattedrale di Montes Claros. della popolazione planetaria. Per questo è necessario che finalmente la comunità internazionale «faccia proprio il concetto di sviluppo sostenibile» anche considerando quanto i cambiamenti climatici e i disastri a essi correlati si abbattono su popolazioni già prostrate dalla povertà. Riprendendo le parole di Papa Francesco, il porporato africano ha ammonito che, senza una conversione morale e un cambiamento dei cuori, le leggi e le politiche saranno inefficaci: «Senza un fondamento etico l umanità sarà priva del coraggio, della sostanza morale» per portare avanti proposte politiche giuste. Se dominano l individualismo e l egoismo, «non potrà esserci sviluppo sostenibile». Oggi il progresso «richiede una fondamentale apertura alla giustizia, alla responsabilità, alla solidarietà», e «i cittadini delle nazioni più ricche devono stare spalla a spalla con i poveri sia nel proprio Paese sia all e s t e ro». Turkson ha dedicato una parte importante del suo discorso alla protezione dell ambiente, sottolineando che le nazioni ricche che hanno beneficiato dei combustibili fossili sono «moralmente obbligate a trovare e a promuovere soluzioni per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici». In particolare sono obbligate a «ridurre le loro emissioni di biossido di carbonio e a impegnarsi per le future generazioni e per proteggere i Pax Christi a Betlemme per i settant anni di fondazione Per aprire spazi di pace L incontro di Pax Christi international a Betlemme sia «un o ccasione per aprire il cuore a Dio» e per «servire in lui le comunità», perché la «vita sociale sia uno spazio di fraternità, di giustizia, di pace, di dignità per tutti». Lo auspica Papa Francesco nel messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin inviato ai centocinquanta delegati, di trenta nazioni, riuniti in Terra santa per celebrare i settant anni della fondazione di Pax Christi. «Pellegrini sulla via della pace» è il tema dell incontro che è iniziato mercoledì 13 per concludersi domenica 17 maggio. Proprio «Betlemme spiegano i promotori è stata scelta come simbolo concreto dell impegno di Pax Christi per la pace e la riconciliazione». Per don Renato Sacco, coordinatore del movimento in Italia, il messaggio forte oggi di Pax Christi è «fare della non violenza non una passività ma un impegno» che richiede «coraggio, anche martirio». Secondo don Sacco, è decisivo «esporsi in prima persona, mai accettando la logica della guerra, della violenza o della distruzione dell ambiente». Concerto nell aula Paolo VI per sostenere la carità del Papa Ultimi in prima fila Profughi, senzatetto, anziani, disabili: giovedì 14 maggio, le primissime file dell aula Paolo VI sono state tutte per loro. Proprio i posti normalmente riservati alle autorità, infatti, sono stati assegnati a un p op olo duemila persone commosso e felice per questo nuovo regalo del Papa: un biglietto per il concerto organizzato, appunto, per sostenere le opere di solidarietà di Francesco. E se per tutti l ingresso era gratuito, oltre ai posti d o n o re, nelle file più indietro, sulle sedie gli spettatori hanno trovato una busta bianca con la dicitura «offerta», che hanno poi consegnato all a rc i v e s c o v o elemosiniere Konrad Krajewski, presente con il capo ufficio dell Elemosineria, monsignor Diego Giovanni Ravelli. Dai brani della «Divina Commedia» (un omaggio a Dante Alighieri per i 750 anni della nascita) ai canti pasquali, l orchestra Filarmonica salernitana Giuseppe Paesi poveri dai disastri causati o esacerbati dagli eccessi dell industrializzazione». Parole e concetti risuonati più volte durante l assemblea generale. «Non c è carità senza giustizia e la giustizia va al di là della legalità», ha detto padre Gustavo Gutiérrez Merino, teologo, parlando del significato della missione Caritas. «La gente dice che stiamo vivendo il post socialismo, il post capitalismo, il post industrialismo. La gente ama essere p ost, tuttavia non viviamo la post povertà». Altri relatori hanno approfondito gli sforzi della Caritas per ridurre la fame nel mondo, in particolare attraverso la campagna «Una sola famiglia umana, cibo per tutti», come modo per praticare l amore per l altro, esortando i cristiani a essere simili a Cristo nel rapporto gli uni con gli altri. Haridas Varikottil, specialista in agricoltura per Caritas India, ha detto che la campagna è stata un successo, perché promuove un agricoltura sostenibile, l accesso all acqua e a mezzi di sussistenza. «Una sola famiglia umana, cibo per tutti», lanciata nel dicembre 2013, riunisce tutti i membri della Caritas con la finalità di lavorare per il raggiungimento di questi obiettivi. Verdi, diretta dal maestro israeliano Daniel Oren, e il coro della diocesi di Roma, guidato da monsignor Marco Frisina, hanno proposto due ore di grande musica. «Con i poveri e per i poveri» è stato, dunque, il significato del concerto pensato «per seminare gioia», come ha indicato proprio Papa Francesco mercoledì mattina, ricevendo gli organizzatori e i protagonisti del concerto. Lo ha ricordato, all inizio, monsignor Frisina che ha aggiunto: «Oggi siamo qui con i nostri amici più bisognosi e li abbracciamo». Ad accompagnargli, i volontari dalla Caritas diocesana di Roma, della comunità di Sant Egidio, del centro Astalli, dell Ordine di Malta, dell Unitalsi e del circolo San Pietro. A patrocinare il concerto, insieme con l Elemosineria, sono stati il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, il Pontificio Consiglio della cultura e la Fondazione San Matteo in memoria del cardinale Van Thuân. A Venezia la beatificazione di don Luigi Caburlotto In mezzo a frotte di ragazzi scalmanati di RO B E R TA BALDUIT* O ttant anni trascorsi tutti nella città natale, Venezia, accompagnandone il difficile e doloroso trapasso da Repubblica libera a città soggetta a governi stranieri, in rivolta per la riconquista della libertà perduta, infine provincia periferica in quel regno d Italia che l aggregava senza particolari entusiasmi. Cristiano e cittadino per don Luigi Caburlotto ( ) che sabato 16 maggio, in rappresentanza di Papa Francesco, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, beatifica in piazza San Marco a Venezia sono state realtà inscindibili: nel consorzio sociale si vive infatti secondo i valori e i principi cui mente, cuore e anima aderiscono. Fin dall infanzia, Luigi è segnato dalla fede cattolica accolta e vissuta in famiglia e nella parrocchia. Già a 17 anni lascia intravvedere la sua vocazione mentre parla di san Giuseppe Calasanzio, fondatore delle scuole cristiane, ispiratore e protettore della scuola dei venerabili fratelli Cavanis, che egli sta frequentando ormai da cinque anni. Il santo, racconta Luigi ai suoi condiscepoli, mentre per via si imbatteva in frotte di ragazzi scalmanati e senza alcuna disciplina, «lesse in essi vivamente impressa la sua vocazione» e avvertì nel cuore risuonare il salmo 9: «A te è affidato il povero, dell orfano tu sarai il sostegno». È questa la sigla della vita di Luigi Caburlotto, fin da subito: passare accanto, passare in mezzo vedendo e avvertendo nel cuore una chiamata di Dio cui rispondere con sollecito amore, con tutte le energie di mente, di cuore, di relazione, di iniziativa, di dedizione spinta fino al totale sacrificio di sé. Alla scuola dei venerabili Antonangelo e Marcantonio Cavanis, suoi maestri per sei anni, e con la guida spirituale di don Andrea Salsi suo parroco e collaboratore dei Cavanis, assorbe il senso di unità tra fede e vita, riconoscendo nella loro dedizione educativa paterna, attenta, diuturna l espandersi del loro amore di Dio. Da chierico si impegna a dare mete di santità alla sua vita radicandola nell a rd e n t e amore per Dio e nell impegno di evangelizzazione attraverso l annuncio della parola e la cura educativa delle giovani generazioni. Da sacerdote avverte di essere scelto senza suo merito come lampada sul candelabro per la gloria di Dio, per confortare l afflitto cuore del popolo annunciando la misericordia. Ha individuato e scelto il cuore della missione sacerdotale nell essere ponte tra Dio e gli uomini, tra gli uomini e Dio, tra uomo e uomo. Si definirà più avanti un punto mediano, colui che ha il compito, e lo assume, di districare i nodi, di appianare le difficoltà, di riconoscere i fili comuni e riannodarli. Don Luigi era parroco da soli sei mesi, nella parrocchia di San Giacomo dall Orio, che ben conosceva per i sei anni di ministero pastorale accanto al parroco da poco defunto. Erano stati anni in cui il vedere povertà, fatica, desolazione, aggravate dai rivolgimenti degli anni , avevano scavato nel suo cuore una sofferenza che egli divenendo parroco chiama c o rd o g l i o. È a quel momento che egli fa risalire la scintilla decisionale che farà nascere il 30 aprile 1850 una scuola popolare di carità nella parrocchia e contemporaneamente, sebbene ancora in germe, una famiglia reli- giosa: le figlie di San Giuseppe. Essa cresce da sé, dal volontariato delle prime tre collaboratrici, nelle quali matura il desiderio della consacrazione. Don Luigi, una volta ancora, legge nella richiesta di queste prime tre giovani, tutte catechiste della sua parrocchia, un appello di Dio. Lasciando la parrocchia don Luigi confesserà ai suoi parrocchiani di avere «un cuore che ama assai», uno sguardo che possiamo definire c o rd i a l e. Dal 1856, e molto più dal 1869, fino alla fine dei suoi giorni, don Luigi si trova a lavorare con e in istituzioni pubbliche, nella direzione degli istituti Manin, femminile e maschile, e più tardi degli orfanotrofi cittadini. Gli fu chiaro fin da subito che la sua presenza nella direzione dell istituto era ben delimitata dall ente gestore e che, se voleva guadagnare quella autorevolezza che gli avrebbe permesso di incidere in modo determinante sull indirizzo educativo, unica cosa che gli stava a cuore, doveva anzitutto lavorare a solo titolo di carità, rinunciando a ogni stipendio e rivendicando per sé la scelta del personale docente sul fronte della moralità e dell orientamento di pensiero. Per don Luigi la vita di Gesù deve essere la nostra vita: di questo era così certo da ripeterlo in molti modi e a tutti. E questo è stato il suo luminoso segreto, il perno coagulante del suo esistere, la ragione propulsiva del suo pensare e oper a re. *Vice postulatrice Governatorato della Città del Vaticano Ufficio delle poste e del telegrafo Annullo postale speciale in occasione dell emissione della serie filatelica 70 anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e della fondazione delle Nazioni Unite (19 maggio 2015) In occasione dell emissione della serie filatelica 70 anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e della fondazione delle Nazioni Unite, le Poste Vaticane porranno in uso uno speciale annullo del quale si riproduce l i m p ro n t a : Nel bozzetto è rappresentata una mano che sorregge il logo delle Nazioni Unite, organizzazione intergovernativa a carattere internazionale fondata nel 1945 subito dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale al fine di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Completano l annullo le scritte: «70 anniversario della fine della seconda guerra mondiale e della fondazione delle nazioni unite prima die», «poste vaticane» e «19.V.2015». Il bozzetto è stato realizzato dall Ufficio Filatelico e Numismatico. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con i francobolli della serie cui l annullo si riferisce, dovrà pervenire all Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 20 giugno 2015.

7 v e n e rd ì - sabato maggio 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 7 Nomine episcopali Ai vescovi della Repubblica Centroafricana il Papa indica la strada del perdono e della riconciliazione Come si risponde all odio e alla violenza Quando odio e violenza si scatenano, «siamo chiamati a rispondere con il perdono e l amore». Lo ha ricordato Papa Francesco nel discorso consegnato ai vescovi della Repubblica Centroafricana durante l udienza di venerdì mattina, 15 maggio, in occasione della visita «ad limina Apostolorum». Di seguito una nostra traduzione italiana del testo francese. Cari Fratelli Vescovi, È una grande gioia accogliervi in occasione della vostra visita ad limina, accoglienza da parte mia ancor più fraterna e affettuosa dato che il vostro Paese e le vostre comunità vivono, da troppi mesi, una situazione difficile e dolorosa. Il nostro incontro è l occasione per rafforzare ancora di più i vincoli di comunione che esistono tra le vostre Chiese locali e la Chiesa di Roma, e mi auguro che sappiate quanto resto attento agli eventi che vivete, e quanto la mia preghiera personale, e la preghiera della Chiesa universale, vi accompagnano. Ringrazio molto sinceramente Monsignor Dieudonné Nzapalainga, Presidente della vostra Conferenza, per le parole e la testimonianza che mi ha rivolto a nome vostro. Formulo il voto che questo pellegrinaggio alle sorgenti della fede vi dia conforto e incoraggiamento per proseguire il vostro ministero pastorale. Che l intercessione di san Pietro e di san Paolo ottenga per voi le grazie necessarie per riunire e guidare il gregge che il Signore vi ha affidato. Vorrei che trasmetteste a tutto il popolo della Repubblica Centroafricana l assicurazione della mia vicinanza. Conosco le sofferenze che ha vissuto e che vive ancora, come pure le innumerevoli testimonianze di fede e di fedeltà che i cristiani hanno reso a Cristo risorto in molteplici occasioni. Sono particolarmente sensibile a tutto ciò che le vostre comunità hanno fatto a favore delle persone vittime delle violenze e dei rifugiati. Il vostro compito è difficile, ma riguarda il mistero stesso di Gesù Cristo morto e risorto. È quando il male e la morte sembrano trionfare che emerge la speranza di un rinnovamento fondato su Cristo. È quando l odio e la violenza si scatenano che siamo chiamati e troviamo la forza di farlo attraverso la potenza della croce e la grazia del Battesimo a rispondere con il perdono e l amore. Se, purtroppo, non è sempre stato così negli eventi recenti che avete vissuto, è segno che il Vangelo non è ancora penetrato ovunque e a fondo nel cuore del popolo di Dio, al punto da cambiarne le reazioni e i comportamenti. Le vostre Chiese sono di recente evangelizzazione, e la vostra missione principale è quella di proseguire l opera appena cominciata. Non vi dovete quindi sentire scoraggiati nella tempesta che state attraversando, ma al contrario dovete trovarvi, nella fede e nella speranza, la fonte di un entusiasmo e di un dinamismo rinnovati. A voi è rivolta oggi questa esortazione dell Apostolo san Paolo a Timoteo: «sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del Vangelo, adempi il tuo ministero» (2 Tm 4, 5). La formazione cristiana e l a p p ro - fondimento della fede a tutti i livelli sono dunque per voi obiettivi prioritari, affinché il Vangelo impregni veramente la vita dei battezzati, per il bene non solo delle comunità cristiane, ma anche dell intera società della Repubblica Centroafricana. Sono molti gli attori coinvolti in questa opera educativa, e vorrei qui rendere omaggio al ruolo indispensabile assicurato dai catechisti che offrono generosamente il loro tempo e spesso le loro risorse. La parte significativa della missione assicurata dai sacerdoti fidei donum merita anch essa di essere sottolineata. Siano vivamente ringraziati perché vengono a condividere il ministero in condizioni così difficili. Ma voi, Fratelli Vescovi, dovete svolgere, nel processo di transizione istituzionale in corso, un ruolo profetico insostituibile, nel ricordare e testimoniare i valori fondamentali di giustizia, di verità e di integrità che sono alla base di ogni rinnovamento, promuovendo il dialogo e la coabitazione pacifica tra i membri delle diverse religioni ed etnie, favorendo così la riconciliazione e la coesione sociale che è una chiave per il futuro. Apprezzo in modo particolare il vostro sforzo in tale ambito, e vi invito a continuare in questa direzione, avendo cura di coltivare sempre più tra voi l unità di pensiero e di azione. Siete chiamati a formare la coscienza dei fedeli; e anche quella di tutto il popolo poiché la vostra voce è ascoltata e rispettata da tutti. È questo il modo più adeguato per voi di occupare il posto che vi corrisponde nei cambiamenti attuali, evitando di entrare direttamente nelle dispute politiche. Ma, formando e incoraggiando i laici, convinti nella fede e saldamente formati alla Dottrina Sociale della Chiesa, a impegnarsi nel dibattito politico e ad assumere responsabilità, è questo il loro ruolo trasformerete poco a poco la società secondo il Vangelo e preparerete un futuro felice al vostro popolo. Al fine di riprendere e di proseguire l annuncio del Vangelo, è necessario che abbiate a cuore di prendervi cura e di rafforzare i vostri sacerdoti, per i quali dovete essere padri attenti. La vicinanza del Vescovo ai suoi sacerdoti è importante, perché permette di dialogare con loro nella verità, di provvedere a ciò che Francesco ripropone i valori autentici dello sport e mette in guardia dall invadenza degli interessi economici Il buon allenatore Nello sport gli allenatori sono chiamati a essere «buoni educatori» al servizio dei «valori autentici dello sport», per impedire che esso «si snaturi sotto la spinta di tanti interessi, soprattutto economici, oggi sempre più invadenti». Lo scrive il Papa nel messaggio inviato al cardinale Ryłko in occasione del seminario internazionale su «Allenatori: educatori di persone», organizzato nei giorni 14 e 15 maggio dalla sezione Chiesa e sport del Pontificio Consiglio per i laici. Al Venerato Fratello Signor Cardinale Stanisław Ryłko Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici Rivolgo il mio cordiale saluto a Lei e a tutti i partecipanti al Seminario Internazionale di studio sul tema Allenatori: Educatori di persone, organizzato dalla sezione Chiesa e Sport del Pontificio Consiglio per i Laici. Proseguendo nel vostro percorso di riflessione e di promozione dei valori umani e cristiani dell attività sportiva, in questo quarto Seminario avete preso opportunamente in considerazione la figura Luca Grippa, «Sport giovanili» (2008) meglio sia addice a ognuno, di prevenire e di porre rimedio alle mancanze. Talvolta una sanzione è certamente necessaria, ma è l ultima risorsa, e deve sempre lasciare la porta aperta alla misericordia. La formazione iniziale nel seminario e il discernimento vocazionale sono determinanti. Oltre alla formazione intellettuale, spirituale e comunitaria, un attenzione del tutto particolare deve essere rivolta alla formazione umana e affettiva, affinché i futuri sacerdoti siano capaci di vivere il loro impegno al celibato nel quale non può essere accettato alcun compromesso. Siano ringraziati i responsabili del seminario per il lavoro svolto. Vi esorto anche a promuovere l unità del p re s b y t e r i u m attorno a voi, e a favorire, in particolare tra i più giovani, la preghiera, la formazione permanente e l accompagnamento spirituale. Siate voi stessi per i vostri sacerdoti modelli di unità e di perfezione nella pratica delle virtù sacerdotali. Ringrazio i sacerdoti della Repubblica Centroafricana per la loro dedizione e per la testimonianza che rendono, in situazioni spesso difficili. Li esorto a rinnovare coraggiosamente il loro dono di sé a Cristo in modo radicale, sfuggendo le tentazioni del mondo e restando fedeli ai loro impegni. Vorrei anche ringraziare le persone consacrate, che restano vicine alle popolazioni afflitte; la loro dedizione è degna di elogio e insostituibile. Quante opere di carità compiute dalle numerose congregazioni religiose, nel campo sia dell educazione, sia della cura e della promozione umana, allorquando i bisogni sono immensi! Prego perché i religiosi e le religiose trovino in questo Anno della Vita Consacrata un autentico conforto spirituale e l o ccasione di un approfondimento della loro vocazione e della loro unione a Cristo. È bene favorire sempre l armonia tra gli Istituti e le istanze diocesane in modo da rendere al mondo la migliore testimonianza di unità e di amore. La mia attenzione si volge infine alle famiglie, che sono le prime vittime delle violenze e sono troppo spesso destabilizzate o distrutte a causa dell allontanamento di un membro, di un lutto, della povertà, di discordie e di separazioni. Esprimo loro la mia vicinanza e il mio affetto. Le famiglie non sono solo il luogo privilegiato dell annuncio della fede e della pratica delle virtù cristiane, la culla di numerose vocazioni sacerdotali e religiose, ma sono anche «il luogo propizio per l apprendimento e la pratica della cultura del perdono, della pace e della dell allenatore, ponendo l accento sul suo ruolo di educatore, sia in ambito professionistico che amatoriale. Tutti noi, nella vita, abbiamo bisogno di educatori, persone mature, sagge ed equilibrate che ci aiutano a crescere nella famiglia, nello studio, nel lavoro, nella fede. Educatori che ci incoraggiano a muovere i primi passi in una nuova attività senza aver paura degli ostacoli e delle sfide da affrontare; che ci spronano a superare momenti di difficoltà; che ci esortano ad avere fiducia in noi stessi e nei nostri compagni; che ci sono accanto sia nei momenti di delusione e smarrimento sia in quelli di gioia e di successo. Ebbene, anche l allenatore sportivo, soprattutto negli ambienti cattolici dello sport amatoriale, può diventare per tanti ragazzi e giovani uno di questi buoni educatori, così importanti per lo sviluppo di una personalità matura, armonica e completa. La presenza di un buon allenatore-educatore si rivela provvidenziale soprattutto negli anni dell adolescenza e della prima giovinezza, quando la personalità è in pieno sviluppo e alla ricerca di modelli di riferimento e di identificazione; quando si avverte vivamente il bisogno di apprezzamento e di stima da parte non solo dei coetanei ma anche degli adulti; quando è più reale il pericolo di smarrirsi dietro cattivi esempi e nella ricerca di false felicità. In questa delicata fase della vita, è grande la responsabilità di un allenatore, che spesso ha il privilegio di passare molte ore alla settimana con i giovani e di avere grande influenza su di loro con il suo comportamento e la sua personalità. L influenza di un educatore, soprattutto per i giovani, dipende più da ciò che egli è come persona e da come Un campo profughi a Bossangoa, nella Repubblica Centroafricana (Afp) riconciliazione» (Africae munus, n. 43), di cui il vostro Paese ha tanto bisogno. È fondamentale che la famiglia sia protetta e difesa «per poter rendere alla società il servizio che essa si aspetta da lei, cioè quello di darle uomini e donne capaci di edificare un tessuto sociale di pace e di armonia» (Ibidem). Non posso non incoraggiarvi a prestare alla pastorale del matrimonio tutta l attenzione che merita, e a non scoraggiarvi di fronte alle resistenze provocate dalle tradizioni culturali, dalla debolezza umana o dalle colonizzazioni ideologiche nuove che si stanno diffondendo ovunque. Vi ringrazio anche per la vostra partecipazione ai lavori del Sinodo che si terrà a Roma a ottobre prossimo e chiedo le vostre preghiere in tal senso. Cari Fratelli nell Episcopato, affido tutti voi, come pure i sacerdoti, le persone consacrate, i catechisti e i fedeli laici delle vostre diocesi, alla protezione della Vergine Maria, Madre della Chiesa e Regina della Pace, e vi imparto di tutto cuore la Benedizione Apostolica. vive che da quello che dice. Quanto è importante allora che un allenatore sia esempio di integrità, di coerenza, di giusto giudizio, di imparzialità, ma anche di gioia di vivere, di pazienza, di capacità di stima e di benevolenza verso tutti e specialmente i più svantaggiati! E com è importante che sia esempio di fede! La fede, infatti, sempre ci aiuta ad alzare lo sguardo verso Dio, per non assolutizzare alcuna delle nostre attività, compresa quella sportiva, sia essa amatoriale o agonistica, ed avere così il giusto distacco e la saggezza per relativizzare sia le sconfitte che i successi. La fede ci dà quello sguardo di bontà sugli altri che ci fa superare la tentazione della rivalità troppo accesa e dell aggressività, ci fa comprendere la dignità di ogni persona, anche di quella meno dotata e svantaggiata. L allenatore, in questo senso, può dare un contributo assai prezioso per creare un clima di solidarietà e di inclusione nei confronti dei giovani emarginati e a rischio di deriva sociale, riuscendo a trovare modi e mezzi adeguati per avvicinare anche loro alla pratica sportiva e ad esperienze di socializzazione. Se ha equilibrio umano e spirituale saprà anche preservare i valori autentici dello sport e la sua natura fondamentale di gioco e di attività socializzante, impedendo che esso si snaturi sotto la spinta di tanti interessi, soprattutto economici, oggi sempre più invadenti. L allenatore può essere, dunque, un valido formatore dei giovani, accanto ai genitori, agli insegnanti, ai sacerdoti, ai catechisti. Ma ogni buon formatore deve ricevere una sua solida formazione. È necessario formare i formatori. È opportuno per questo che il vostro seminario richiami tutte le organizzazioni che operano nel campo dello sport, le federazioni internazionali e nazionali, le associazioni sportive laiche ed ecclesiali, a prestare la dovuta attenzione e ad investire le necessarie risorse per la formazione professionale, umana e spirituale degli allenatori. Come sarebbe bello se in tutti gli sport, e a tutti i livelli, dalle grandi competizioni internazionali fino ai tornei degli oratori parrocchiali, i giovani incontrassero nei loro allenatori autentici testimoni di vita e di fede vissuta! Prego il Signore, per intercessione della Vergine Santa, perché il vostro lavoro di questi giorni sia ricco di frutti per la pastorale dello sport, e perché si continui a promuovere la santità cristiana anche in questo ambiente, nel quale tante giovani vite possono essere raggiunte e trasformate da gioiosi testimoni del Vangelo. Vi chiedo per favore di pregare per me e con affetto vi benedico. Dal Vaticano, 14 maggio 2015 Festa di san Mattia Apostolo Le nomine di oggi riguardano la Chiesa in Italia e in Inghilterra. Francescantonio Nolè arcivescovo di Cosenza- Bisignano (Italia) È nato a Potenza il 9 giugno Entrato nei frati minori conventuali a Ravello nel 1959, ha frequentato la scuola media nel seminario dell ordine prima a Ravello e poi a Nocera Inferiore. Ha quindi frequentato gli studi ginnasiali a Portici e dopo l anno di noviziato ha proseguito gli studi liceali a Sant Anastasia. Al Seraphicum di Roma ha conseguito il baccalaureato. Nella Pontificia facoltà dell Italia meridionale, sezione San Luigi - Posillipo, ha ottenuto la licenza in teologia morale. Infine ha conseguito la laurea in pedagogia all università di Cassino. Ha emesso la professione solenne il 1 novembre È stato ordinato sacerdote il 2 settembre Ha ricoperto i seguenti uffici e ministeri: rettore del seminario minore dei conventuali di Nocera Inferiore ( ); rettore del seminario minore di Benevento ( e ); parroco e cappellano della scuola agenti di custodia a Portici ( ); direttore del centro missionario nazionale dei conventuali ( ); ministro provinciale della provincia religiosa di Napoli ( ). È stato inoltre assistente ecclesiastico della Fuci di Benevento e assistente ecclesiastico della gioventù francescana, dei gruppi famiglia e dei medici cattolici di Nocera-Sarno. Ha anche insegnato nel seminario di Benevento, negli istituti superiori di scienze religiose di Napoli e Capua e nell istituto magistrale di Benevento. Il 4 novembre 2000 è stato eletto alla sede vescovile di Tursi-Lagonegro e ha ricevuto l o rd i - nazione episcopale il 10 dicembre successivo. In seno alla Conferenza episcopale italiana (Cei) è membro della commissione episcopale per il clero e la vita consacrata. Domenico Pompili vescovo di Rieti (Italia) È nato a Roma il 21 maggio 1963 ed è stato ordinato sacerdote il 6 agosto 1988 per la diocesi di Anagni-Alatri. Ha conseguito la licenza (1990) e il dottorato (2001) in teologia morale presso la Pontificia università Gregoriana in Roma. Dopo l ordinazione presbiterale ha ricoperto vari ministeri e uffici. Dal 1988 al 1999 ha svolto il ministero nella diocesi di Anagni-Alatri in qualità di segretario particolare del vescovo e direttore dell ufficio diocesano per le comunicazioni sociali. È stato contestualmente parroco in Vallepietra (Roma). Dal 2000 al 2006 ha svolto il ruolo di vicario episcopale per la pastorale, continuando a essere direttore dell ufficio diocesano per le comunicazioni sociali e assistente unitario dell Azione cattolica diocesana. Inoltre è stato parroco nella concattedrale di Alatri ( ). Nell ottobre 2005 è stato nominato aiutante di studio della segreteria generale della Conferenza episcopale italiana, con incarichi presso Sat 2000 e Radio inblu. Dal2007èdirettore dell ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei e, dal 2009, è sotto-segretario della stessa. Inoltre è segretario della fondazione comunicazione e cultura, membro del consiglio di amministrazione del quotidiano «Avvenire», docente incaricato di teologia morale presso l Istituto teologico leoniano di Anagni, dove insegna dal Patrick McKinney vescovo di Nottingham (Inghilterra) È nato a Birmingham, il 30 aprile Si è preparato al sacerdozio nel seminario di St.Mary s, Oscott. Successivamente ha studiato presso la Pontificia università Gregoriana conseguendo la licenza in sacra teologia (1984). È stato ordinato sacerdote per l arcidiocesi di Birmingham il 29 luglio Dopo essere stato assistente parrocchiale presso la parrocchia di Our Lady of Lourdes, Yardley Wood, dal 1978 al 1982, ha insegnato teologia fondamentale al seminario di St. Mary s, Oscott, divenendone poi rettore dal 1989 al Dal 1998 al 2001 è stato parroco di St. John s, Great Haywood, e vicario episcopale per la zona nord dell a rc i - diocesi di Birmingham. Dal 2001 al 2006 è stato vicario episcopale a tempo pieno. Dal 2006 è parroco di Our Lady and All Saints a Stourbridge e vicario foraneo del decanato di Dudley.

8 pagina 8 L OSSERVATORE ROMANO v e n e rd ì - sabato maggio 2015 Franco Tanzi «La gioia di vivere» (2007) Paura e tristezza fanno ammalare le persone e anche la Chiesa, perché paralizzano, rendono egocentrici e finiscono per viziare l aria delle comunità che sulla porta espongono il cartello «vietato» perché hanno paura di tutto. È invece la gioia, che nel dolore arriva a essere pace, l atteggiamento coraggioso del cristiano, sostenuto dal timor di Dio e dallo Spirito Santo. È quanto ha detto il Papa nella messa celebrata, venerdì 15 maggio, nella cappella della Casa Santa Marta. Nella liturgia della parola, ha fatto subito notare Francesco commentando le letture del giorno, «ci sono due parole forti che la Chiesa ci fa meditare: paura e gioia». E così si legge negli Atti degli apostoli (18, 9-18) il Signore dice a Paolo: «Non aver paura; continua a parlare». «La paura ha spiegato il Papa è un atteggiamento che ci fa male, ci indebolisce, ci rimpiccolisce, ci paralizza anche». Tanto che «una persona sotto paura non fa nulla, non sa cosa fare: è timorosa, paurosa, concentrata su se stessa affinché non le succeda qualcosa di male, di brutto». Dunque «la paura porta a un egocentrismo egoistico e paralizza». Proprio «per questo Gesù dice a Paolo: non aver paura, continua a parlare». La paura, infatti, «non è un atteggiamento cristiano», ma «è un atteggiamento, possiamo dire, di un anima incarcerata, senza libertà, che non ha libertà di guardare avanti, di creare qualcosa, di fare del bene». E così chi ha paura continua a ripetere: «No, c è questo pericolo, c è quell a l t ro, quell altro», e così via. «Che peccato, la paura fa male!» ha commentato ancora Fr a n c e s c o. La paura, però, «va distinta dal timore di Dio, con la quale non ha nulla a che vedere». Il timore di Dio, ha affermato il Pontefice, «è santo, è il timore dell adorazione davanti al Signore e il timore di Dio è una virtù». Esso, infatti, «non rimpiccolisce, non indebolisce, non paralizza»; al Messa a Santa Marta Senza paura contrario, «porta avanti verso la missione che il Signore dà». E in proposito il Pontefice ha aggiunto: «Il Signore, nel capitolo 18 del Vangelo di Luca, parla di un giudice che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno, e faceva quello che voleva». Questo «è un peccato: la mancanza di timore di Dio e anche l autosufficienza». Perché «distoglie dal rapporto con Dio e anche dall adorazione». Perciò, ha detto Francesco, «una cosa è il timore di Dio, che è buono; ma un altra cosa è la paura». E «un cristiano pauroso è poca cosa: è una persona che non ha capito quale sia il messaggio di Gesù». L «altra parola» proposta dalla liturgia, «dopo l Ascensione del Signore», è «gioia». Nel passo del Vangelo di Giovanni (16, 20-23), «il Signore parla del passaggio dalla tristezza alla gioia», preparando i discepoli «al momento della passione: Vo i piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Gesù suggerisce «l esempio della donna nel momento del parto, che ha tanto dolore ma dopo, nato il bambino, si dimentica del dolore» per lasciare spazio alla gioia. «E nessuno potrà togliervi la vostra gioia» assicura dunque il Signore. Ma «la gioia cristiana ha avvertito il Papa non è un semplice divertimento, non è un allegria passeggera». Piuttosto, «la gioia cristiana è un dono dello Spirito Santo: è avere il cuore sempre gioioso perché il Signore ha vinto, il Signore regna, il Signore è alla destra del Padre, il Signore ha guardato me e mi ha inviato e mi ha dato la sua grazia e mi ha fatto figlio del Padre». Ecco cosa è davvero «la gioia cristiana». Un cristiano, perciò, «vive nella gioia». Ma, si è chiesto Francesco, «dov è questa gioia nei momenti più tristi, nei momenti del dolore? Pensiamo a Gesù sulla Croce: aveva gioia? Eh no! Ma sì, aveva pace!». Infatti, ha spiegato il Papa, «la gioia, nel momento del dolore, della prova, diviene pace». Invece «un divertimento nel momento del dolore diviene oscurità, diviene buio». Ecco perché «un cristiano senza gioia non è cristiano; un cristiano che vive continuamente nella tristezza non è cristiano». A «un cristiano che perde la pace, nel momento delle prove, delle malattie, di tante difficoltà, manca qualcosa». Francesco ha invitato a «non avere paura e avere gioia», spiegando: «Non avere paura è chiedere la grazia del coraggio, il coraggio dello Spirito Santo; e avere gioia è chiedere il dono dello Spirito Santo, anche nei momenti più difficili, con quella pace che il Signore ci dà». È ciò che «accade nei cristiani, accade nelle comunità, nella Chiesa intera, nelle parrocchie, in tante comunità cristiane». Infatti «ci sono comunità paurose, che vanno sempre sul sicuro: No, no, non facciamo questo... No, no, questo non si può, questo non si può». A tal punto che «sembra che sulla porta d entrata abbiano scritto vietato : tutto è vietato per paura». Così «quando si entra in quella comunità l aria è viziata, perché la comunità è malata: la paura ammala una comunità; la mancanza di coraggio ammala una comunità». Ma «anche una comunità senza gioia è una comunità ammalata, perché quando non c è la gioia c è il vuoto. No, anzi: c è il divertimento». E così, in fin dei conti, «sarà una bella comunità divertente, ma mondana, ammalata di mondanità perché non ha la gioia di Gesù Cristo». E «un effetto, fra gli altri, della mondanità ha messo in guardia il Pontefice è quello di sparlare degli altri». Dunque, «quando la Chiesa è paurosa e quando la Chiesa non riceve la gioia dello Spirito Santo, la Chiesa si ammala, le comunità si ammalano, i fedeli si ammalano». Nella preghiera all inizio della messa, ha ricordato il Papa, «abbiamo chiesto al Signore la grazia di innalzarci verso il Cristo seduto alla destra del Padre». Proprio «la contemplazione del Cristo seduto alla destra del Padre ha affermato ci darà il coraggio, ci darà la gioia, ci toglierà la paura e ci aiuterà anche a non cadere in una vita superficiale e divertente». «Con questa intenzione di innalzare il nostro spirito verso Cristo seduto alla destra del Padre ha concluso Francesco continuiamo la nostra celebrazione, chiedendo al Signore: innalza il nostro spirito, toglici ogni paura e dacci la gioia e la pace».

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