SEMINARIO NAZIONALE. Il valore delle professioni amministrative, tecniche e ausiliarie in una scuola accogliente

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "SEMINARIO NAZIONALE. Il valore delle professioni amministrative, tecniche e ausiliarie in una scuola accogliente"

Transcript

1 SEMINARIO NAZIONALE Il valore delle professioni amministrative, tecniche e ausiliarie in una scuola accogliente Firenze, 2-3 luglio 2012 CGIL Toscana Decentramento amministrativo gestione delle risorse finanziarie: scuola e ministero, un rapporto complicato. Idee per lavorare meglio Claudio Innamorato, Gruppo di lavoro nazionale ATA FLC CGIL Premessa Nell attuale crisi economica, sociale e politica in cui versa il nostro Paese, la scuola italiana si trova di fronte ad un bivio importante: proseguire con le stesse logiche politiche di questi ultimi anni che hanno determinato un progressivo impoverimento e riduzione dell offerta formativa o costruire una proposta forte di rilancio del sistema scolastico in una prospettiva di crescita equa e duratura della società e di valorizzazione del personale coinvolto. Come FLC CGIL vogliamo costruire una proposta di rilancio, attraverso la collaborazione con tutti i soggetti coinvolti nel sistema di istruzione e formazione e con il coinvolgimento di tutti i lavoratori, assumendo come punto di partenza i nuovi assetti istituzionali determinati dalla riforma del titolo V delle nostra Costituzione e le sue ricadute sui servizi scolastici. A tal fine, è necessario avviare una riflessione sui rapporti tra scuole e altre amministrazioni, tra autonomia organizzativa e decentramento amministrativo, per ridisegnare una mappa condivisa delle competenze e delle attribuzioni dentro un quadro definito ed unitario dell intero sistema di istruzione e formazione. Una riflessione che affronti in maniera organica, meno superficiale e meno semplicistica le ricadute sui servizi e sulle professionalità derivanti dai processi di decentramento e di informatizzazione in atto; ad esempio, le recenti disposizioni sulla cosiddetta decertificazione, che apparentemente accoglie una esigenza di snellimento e riduzione degli atti amministrativi, ma che applicato al contesto reale del mondo della scuola, caratterizzato da alti tassi di precarietà e mobilità del personale, mutamento delle sedi e delle aggregazioni scolastiche, da un sistema informatico inadeguato, rischia di produrre un ulteriore ed inutile aggravio di lavoro per le segreterie scolastiche nelle operazioni di accertamento e verifica. L ultimo ventennio ha visto una grande attenzione sugli assetti ordinamentali e sulle metodologie didattiche pedagogiche, per altro viziata in partenza da scelte di contenimento dei costi, mentre sugli assetti organizzativi gestionali è mancata una analisi seria e approfondita preferendo percorrere una strada a tappe, spesso per 1

2 approssimazioni dettate dall ordinaria emergenza, in assenza di un coordinamento condiviso e concertato. Alla luce dell esperienza maturata sino ad oggi, l autonomia scolastica, la gestione delle risorse finanziarie, il decentramento amministrativo e l informatizzazione del lavoro, pongono questioni importanti che non possono essere eluse: - la struttura di governo del sistema scolastico, scuola compresa; - lo sviluppo di un sistema di gestione del sistema di istruzione e formazione efficace ed efficiente; - lo sviluppo delle professionalità funzionali alla scuola dell autonomia e al principio dell unita dei servizi amministrativi e generali; - la riduzione e semplificazione dell attività amministrativa - la definizione di una rete di supporto e di coordinamento delle autonomie scolastiche. In una amministrazione pubblica sempre più interconnessa, con legami e procedure sempre più rapidi e complesse, sottoposta a continui tagli di organico e di risorse, il principio di una autonomia organizzativa come capacità progettuale specifica di ogni istituzione scolastica non è facilmente riconducibile nei processi di decentramento di informatizzazione. In una scuola autonoma occorre ripartire dalla più classica delle domande: quali sono i servizi, per quali scopi e con quali modalità che ogni istituzione scolastica è tenuta ad assicurare? L autonomia scolastica Il titolo V della Costituzione ha conferito all autonomia scolastica uno specifico statuto costituzionale (art c. 3 Costituzione) che qualifica l istruzione quale materia di legislazione concorrente, facendo salva l autonomia delle istituzioni scolastiche. L autonomia scolastica viene ripresa e valorizzata dentro un sistema istituzionale particolarmente complesso che coinvolge più soggetti in un modello organizzativo a rete. Questo passaggio importante avviene dentro un quadro normativo in continua evoluzione, o sarebbe meglio dire in continua fibrillazione, con forti elementi di ambiguità e contraddizione: la recente sentenza n. 147 della Corte Costituzionale del 7 giugno 2012 relativa al dimensionamento mette in risalto l ambiguità tra: programmazione delle scuole assegnata alle Regioni; programmazione del personale assegnata allo Stato. In questo contesto, l autonomia organizzativa attribuita alle singole scuole appare sempre più uno strumento depotenziato mentre emergono richieste di maggiori responsabilità gestionali e organizzative da parte delle autonomie regionali e locali (reclutamento del personale, curriculum e titoli di studi). Peraltro, le norme contenute nel Disegno di Legge sulle norme di autogoverno della scuola sembrano perseguire logiche aziendali finalizzate alla ricerca di nuovi contributi e nuovi sponsor anziché favorire processi di democratizzazione e trasparenza; l iniziale esclusione dagli organi collegiali del personale ATA con la riduzione del Direttore SGA a semplice verbalizzatore, senza diritto di voto, rilevano una volontà di escludere dalle scelte strategiche una componente importante nel funzionamento di una istituzione scolastica. È del tutto evidente che attraverso questi processi può passare un attacco molto pesante al carattere unitario, nazionale e democratico del nostro sistema di istruzione per favorire lo sviluppo di scuole private gestite liberamente e senza vincoli, scaricando sulle famiglie i costi di gestione e di funzionamento. 2

3 Il Ministero Il processo di autonomia scolastica avviato con l art. 21 della Legge n. 59/97 e il successivo DPR 275/1999 (regolamento attuativo) con l attribuzione alle scuole della personalità giuridica ha posto le premesse per il trasferimento di alcune funzioni gestionali del servizio, prima di competenza dell Amministrazione centrale e periferica con l obiettivo di favorire un progressivo decentramento di poteri e di competenze. Oggi, però, dobbiamo constatare amaramente che per le scuole l autonomia scolastica, specialmente nei suoi assetti organizzativi, si è configurata solo come un vasto processo di trasferimento di funzioni e responsabilità. Le scuole sono state trasformate in organi terminali ed esecutivi del ministero; anche la creazione di eventuali reti territoriali di scuole, con organici flessibili e servizi differenziati, sembra andare incontro a logiche di riduzione dell apparato periferico del ministero che nulla hanno a che fare con i principi di efficacia, efficienza e trasparenza. Di fatto, il ministero continua a determinare le scelte organizzative gestionali delle scuole; la determinazione degli organici e la quantificazione delle risorse finanziarie, vale a dire di due parametri fondamentali per definire compiutamente un principio di autonomia, continuano ad essere oggetto di autonoma determinazione del ministero. Ricordo come le disposizioni contenute nel D.Lgs 150/2009 mirano a ridurre gli ambiti della contrattazione nazionale ed integrativa per permettere al Governo di riappropriarsi della gestione del personale (carriere, merito, scatti di anzianità) e dei modelli organizzativi del lavoro (assegnazione plessi, scuole sottodimensionate). Le scuole L autonomia giuridica, didattica e organizzativa, sia pure spuntata, ha comportato un allentamento e uno svuotamento di quei legami istituzionali che avevano garantito alle scuole, nel recente passato, un supporto, in qualche modo protettivo, di indirizzo e coordinamento, di circolazione delle informazioni e di formazione. La trasformazione delle scuole in piccole entità amministrative in cui concentrare tutte le competenze originariamente demandate agli uffici scolastici territoriali e a specifici uffici preposti rischia di determinare nuovi disservizi ed errori. Ogni giorno di più, le nostre scuole soccombono sotto il peso di procedure amministrative e di continue richieste di incremento del tempo scuola per mancanza di risorse umane, professionali, strumentali e finanziarie, per limiti intollerabili di accessibilità e di tempestività del sistema informatico del ministero. Da tempo le scuole, e soprattutto i servizi di segreteria, denunciano il rischio di isolamento; il progressivo venir meno degli Uffici Scolastici periferici, l esplodere di azioni vertenziali e l assoluta indifferenza del Ministero a trovare soluzioni su alcuni nodi gestionali (es. indennità di funzioni superiori), determina una situazione sempre più conflittuale all interno delle scuole con aspetti paradossali e schizofrenici. Nell attuale situazione, la scuola statale non è in grado di determinare autonomamente il proprio modello organizzativo; troppi apparati ministeriali e pubblici ne condizionano le scelte imponendo tempi e procedure; troppi centri decisionali con sovrapposizione e proliferazione di pratiche e molestie burocratiche spesso avulse dal reale contesto scolastico. Proseguire in questo modo, non è possibile; si rischia di compromettere la normale erogazione di servizi fondamentali a tutela diritto all istruzione, di cui all art. 34 della Costituzione, e di diritti e tutele contrattuali dei lavoratori che operano nelle scuole. Il decentramento amministrativo Il Ministero e le altre amministrazioni pubbliche, tutte nessuna esclusa, hanno utilizzato l autonomia come pretesto per liberarsi di pratiche seriali, spesso ad alta specializzazione, scaricando sulle scuole loro disservizi cronici (es gli arretrati relativi alle ricostruzioni di carriera, prima o poi la gestione delle pensioni). 3

4 Credo che al personale ATA vada oggi riconosciuta una grande capacità di adattamento per garantire l erogazione dei servizi scolastici. Purtroppo, temo che la situazione non è destinata a migliorare; dopo il trasferimento di competenze tecniche e professionali operato da soggetti periferici (Agenzia delle Entrate, INPS-INPDAP, Uffici di Collocamento, ecc.) siamo probabilmente alla vigilia di un trasferimento di nuove funzioni e attribuzione alle Regioni con ricadute sui servizi scolastici ancora tutti da percorrere e verificare. Siamo in presenza di soluzioni che prevedono contemporaneamente Accentuazione e centralizzazione delle scelte strategiche relative al sistema di istruzione (organici, risorse, organizzazione lavoro); Trasferimento di funzioni amministrative (risorse finanziarie, umane e strumentali) alle Regioni ; Introduzione di modelli regionali differenziati, con specifici apparati funzionali non legati da vincoli di dipendenza dal ministero Sperimentazione di reti territoriali di scuole Decentramento e trasferimento di funzioni alle scuole A titolo personale, ritengo che gli sprechi e i danni di questo modello rischiano di essere incalcolabili Moltiplicazione dei centri decisionali Aumento del divario tra studenti del Nord e del Sud Italia; Mancata riduzione della dispersione scolastica; Smantellamento delle scuole dell infanzia gestite dai Comuni; Definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni secondo parametri di riduzione e non di qualità Ulteriore differenziazioni nella distribuzione delle risorse finanziarie Progressiva differenziazione dei sistemi scolastici e delle procedure gestionali. Le scuole e le altre autonomie La scuola, che tutti noi vogliamo dovrebbe essere una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica, in cui professionalità diverse collaborano e interagiscono per un unico fine. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli di come la scuola, già in questi anni e ancor più nel prossimo futuro, si sia dovuta confrontare, e scontrare, con poteri e autonomie locali consolidate, forti del mandato elettorale; ricordo la tormentata stagione delle cosiddette funzioni miste e dell assistenza agli studenti disabili. La scuola ha rappresentato l anello più debole del sistema, con forme di soggezione (ndr anche delle organizzazioni sindacali) rispetto alle altre autonomie regionali e territoriali. La ricerca di un equilibrio tra competenze nazionali, regionali e autonomia scolastica è tutta da ricercare, forse da inventare, ma è sensato decentrare anche l istruzione a Regioni che hanno già mostrato un incapacità nella gestione del sistema sanitario? La scuola, così come avvenuto per il sistema sanitario, può divenire oggetto di scelte politiche dettate da logiche locali e parziali (si pensi solo alla gestione dei flussi di studenti di nuova cittadinanza italiana). La gestione delle risorse Investire nei settori dell istruzione produce inevitabilmente crescita e sviluppo del Paese. Purtroppo, negli ultimi anni gli investimenti per l istruzione hanno avuto una progressiva e costante riduzione; dai dati OCSE emerge che la spesa totale per l istruzione in Italia è di un punto di PIL in meno rispetto alla media degli altri paesi industrializzati. Gli effetti di queste scelte politiche sulle scuole sono state devastanti; aumento dei crediti nei confronti del Ministero, assoluta mancanza di risorse per investimento e acquisti in conto capitale, ridotta liquidità di cassa, ritardi nei pagamenti dei supplenti e di istituti contrattuali a coperture di carenza strutturale, esuberi di personale, riduzione degli organici, blocco del contratto nazionale e degli scatti di anzianità. 4

5 Come FLC avevano accolto favorevolmente l introduzione del capitolone, evidenziando un problema sulla gestione dei residui, mentre abbiamo evidenziato ambiguità e rischi del cosiddetto cedolino unico, con un impoverimento di liquidità nelle casse di ogni istituzione scolastica. Purtroppo avevamo ragione; la situazione finanziaria in cui versano le scuole è sempre più preoccupante mentre emergono limiti e ritardi nelle procedure di accreditamento delle risorse alle scuole. Oggi siamo ancora in attesa di una comunicazione sui finanziamenti relativi ai 4/12 dell esercizio finanziario 2012, non si hanno elementi di certezza sulla copertura delle spese per le supplenze e sulle spese relative all affidamento dei lavori di pulizia ad imprese o cooperative, si continua ad eludere la mancata corresponsione delle indennità di funzioni superiori. Nel nostro documento Dieci provvedimenti salva scuola proponiamo alcune soluzioni che pur nella loro semplicità possono creare le premesse per un rafforzamento della scuola dell autonomia. Le scuole hanno bisogno di poter disporre di una dotazione finanziaria congrua rispetto alle proprie specificità ed effettivamente disponibili in tempi certi; per questo chiediamo di attualizzare i parametri del Decreto Ministeriale n. 21 del 21 marzo 2007 (capitolone), che assuma come riferimento la spesa storica sostenuta, e di ripristinare i finanziamenti della Legge 440/1997. In questi anni, le scuole si sono fatti carico dei ritardi dell Amministrazione nell accreditamento dei finanziamenti ricorrendo ad anticipi di cassa, utilizzando cioè ogni finanziamento comunque effettivamente disponibile (fondo di istituto, contributi delle famiglie) per finalità diverse, in attesa dei finanziamenti spettanti. Il ministero non può continuare a nascondere questo fatto, peraltro noto a tutti i revisori e a tutti i suoi funzionari e non può illudersi di risolvere il mancato accreditamento alle scuole di somme dovute per pagare le supplenze dietro alchimie contabili di vario genere o promettendo la copertura dei soli residui passivi, cosa che comunque sollecitiamo. I residui attivi vantati dalle scuole nei confronti dello Stato, pari a circa 1,8 miliardi di euro, devono essere interamente restituiti alle scuole: per questo sollecitiamo l apertura di un confronto concordi tempi e modalità di rientro dei residui attivi, garantendo da subito la copertura a favore delle scuole con maggiori difficoltà finanziarie. Chiediamo inoltre: - di spostare le spese per supplenze e per ore eccedenti a carico del MEF, o in subordine, di rivedere i parametri per la determinazione dei relativi budget, assolutamente irrisori rispetto alle esigenze di ogni scuola; - di applicare correttamente le norme contrattuali vigenti risolvendo celermente le questioni relative al pagamento dell indennità di funzione e di reggenza, per evitare nuovi contenziosi; - di intervenire sull Agenzia delle Entrate per evitare l erogazione di multe causate proprio dalla mancata erogazione dei fondi dovuti da parte del ministero; - di non far gravare sulle istituzioni scolastiche l indizione di bandi per l affidamento dei servizi di pulizia in appalto ad imprese o cooperative: al contrario chiediamo la convocazione di un tavolo di confronto con tutti i soggetti coinvolti per definire eventuali percorsi di internalizzazione e per approfondire l analisi delle spese sostenute; - di migliorare la gestione informatica e virtuale del cedolino unico superando vincoli di contabilità generale rispetto alle economie che permangono a fine anno. Il personale ATA Il mutamento degli assetti istituzionali, l evoluzione delle conoscenze e delle tecnologie informatiche sono talmente rapidi da produrre, nei profili del personale ATA, nuovi bisogni formativi e nuove specializzazioni. Sotto la spinta dei processi di informatizzazione e di decentramento si sono sviluppate nuove procedure sequenziali che richiedono una maggior disponibilità nella gestione dei 5

6 tempi e la padronanza di conoscenze specialistiche non più legate alle sole professionalità medio alta; di fatto il confine tra carriere di concetto e carriere esecutive non è più così marcato e presenta una zona di flessibilità molto ampia. Occorre dunque costruire nuovi profili professionali, adeguatamente riconosciuti e valorizzati anche sul piano salariale, e un sistema formativo integrato ed aperto con momenti dedicati ricorrenti rivolto anche al personale con contratto di lavoro a tempo determinato. Come invece sappiamo, al trasferimento dei processi lavorativi, si sono sovrapposte scelte politiche che hanno determinato una pesante taglio degli organici, una progressiva riduzione delle risorse finanziarie e strumentali, una assenza di iniziative formativa adeguate al contesto lavorativo in continua evoluzione. Le condizioni di lavoro del personale ATA sono caratterizzate da un incremento dei carichi di lavoro, da condizioni operative sempre più stressanti, da una accentuata flessibilità sulle modalità di utilizzo e di impiego, dal mancato riconoscimento professionale dei ruoli assunti dal personale. Le mutate esigenze organizzative non hanno prodotto significative modifiche nei modelli organizzative; per sopperire ai tagli di organico si è ricorso a modelli fortemente gerarchici che hanno imposto forzature contrattuali e limitazioni (es orario ridotto o impossibilità di fruire delle ferie maturate dal personale ATA a tempo determinato). Questa apparente contraddizione ripropone questioni non risolte, quali: - la mancata stabilizzazione degli organici; - la presenza di un alta percentuale di lavoratori precari; - la mancanza di iniziative di formazione, fatte salve quelle previste da specifiche intese contrattuali sulle posizioni economiche o sulla mobilità professionale. Idee per lavorare meglio Le politiche attuate in questi anni di tagli lineari e di contenimento dei costi stanno determinando nelle scuole una situazione di grave sofferenza organizzativa sul piano dei servizi amministrativi, tecnici ed ausiliari. Il prevalere di poteri forti ed una insufficiente capacità di governo, hanno prodotto dunque un scuola autonoma fortemente depotenziata. Il modello di autonomia organizzativa non può essere circoscritto alla sola definizione della dirigenza e ad una affermazione astratta del principio dell unità dei servizi amministrativi e generali. Siamo in presenza di processi che non hanno ancora sviluppato tutte le possibili ricadute; la scuola dovrà sempre più confrontarsi con una pluralità di enti e amministrazioni in un sistema di rapporti e relazioni difficilmente riconducibili alle logiche di autogoverno. Servono pertanto soluzioni capaci di riqualificare l intero sistema scolastico come asse portante, fondamentale e irrinunciabile del nostro Paese. In questa direzione, l attivazione di strumenti di coordinamento e indirizzo dei processi di decentramento e di informatizzazione in atto per definire un equilibrato riparto delle competenze e delle procedure deve diventare uno degli obiettivi strategici fondamentali della nostra azione sindacale. Il potenziamento delle autonomie scolastiche, il confronto con le autonomie territoriali, i processi di decentramento e di informatizzazione hanno bisogno: - di definire le interrelazione e i reciproci ambiti di competenza ta la scuola e gli altri attori di governo del sistema scolastico; - di ottimizzare la spesa evitando sprechi; - di una presenza diffusa sul territorio di uffici di supporto e assistenza che non può tradursi nella semplice attivazione di reti territoriali di scuole; - di un sistema informatico adeguato alla esigenza dell intera rete della pubblica amministrazione, facilmente accessibile e costantemente aggiornato rispetto alle normative contrattuali e legislative; - remunerare meglio e valorizzare il lavoro degli insegnanti e del personale ATA; 6

7 - di un sistema di formazione integrato e permanente del personale. Un processo di effettiva modernizzazione del sistema formativo italiano passa attraverso il riconoscimento del lavoro e dell impegno di tutti coloro che vi operano; per questo rivendichiamo: 1. la riapertura della stagione contrattuale, per valorizzare l impegno e la professionalità dei lavoratori, per sciogliere nodi e ridare certezze interpretative; 2. la predisposizione di un nuovo Testo Unico della Legislazione scolastica, per definire un quadro normativo coerente ed evitare sovrapposizioni e ambiguità; 3. l elaborazione di un nuovo regolamento di contabilità; 4. la definizione di un organico d istituto, funzionale alla progettazione e gestione delle attività scolastiche, stabilizzato e meno precario per valorizzare la crescita professionale e per permettere nuove politiche di reclutamento; 5. un sistema di accertamento e accreditamento delle risorse capace di valorizzare le specificità proprie di ogni scuola e di garantire soprattutto l effettiva disponibilità delle risorse disponibili in tempo certi e per importi congrui; 6. un sistema integrato e permanente di formazione del personale 7. la costruzione di re un sistema informatico accessibile a tutte le pubbliche amministrazioni per evitare le continue molestie burocratiche e per garantire l espletamento di tutte le procedure previste, coerente con i bisogni e le esigenze delle istituzioni scolastiche; 8. l istituzione di figure professionali che tengano conto dell evoluzione dei processi lavorativi. Soprattutto occorre ridare dignità a tutti quei lavoratori ATA che in questi anni hanno subito un processo di riduzione e impoverimento ed hanno continuato a lavorare con impegno e professionalità. Rilanciare il nostro sistema educativo come volano della crescita sociale del nostro Paese, nonostante la crisi economica e la presunta mancanza di risorse, è ancora un azione possibile; occorrono scelte politiche e strategiche coerenti e concrete. 7

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca D.M. N 74

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca D.M. N 74 Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della D.M. N 74 VISTO il Testo Unico delle leggi in materia di istruzione approvato con il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modifiche

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

Debiti scolastici e finanziamenti

Debiti scolastici e finanziamenti Debiti scolastici e finanziamenti La questione dei finanziamenti per lo svolgimento degli interventi di recupero del debito scolastico è decisiva per la riuscita di tutta l iniziativa. Ma un intervento

Dettagli

Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca Dipartimento per l istruzione Direzione Generale per il personale scolastico

Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca Dipartimento per l istruzione Direzione Generale per il personale scolastico DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA DEFINIZIONE DEI CRITERI E DEI PARAMETRI PER LA DETERMINAZIONE DEGLI ORGANICI DEL PERSONALE AMMINISTRATIVO TECNICO ED AUSILIARIO (ATA) DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE E EDUCATIVE

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Il Tavolo Tecnico sulle semplificazioni amministrative e il rapporto Scuole MIUR

Il Tavolo Tecnico sulle semplificazioni amministrative e il rapporto Scuole MIUR Il Tavolo Tecnico sulle semplificazioni amministrative e il rapporto Scuole MIUR Dsga Giuseppe Menditti PERIODO: 7 NOVEMBRE 2013-26 NOVEMBRE 2014 STIPENDI - SIDI NOI PA Liquidazione diretta degli stipendi

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per l istruzione Direzione Generale per il personale scolastico IL DIRETTORE GENERALE Roma, 7 settembre 2011 Visto il Decreto Legislativo

Dettagli

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI

NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI NORME IN MATERIA DI SOSTEGNO ALLA INNOVAZIONE DELLE ATTIVITÀ PROFESSIONALI INTELLETTUALI Art. 1 (Finalità e oggetto della legge) 1. La presente legge, nel rispetto del decreto legislativo 2 febbraio 2006,

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP)

SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE (SMIVAP) PREMESSA Il Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance, per il seguito anche SMIVAP, è improntato all applicazione delle disposizioni

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883 740 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIO- NALE 20 dicembre 2011, n. 2883 Legge regionale n. 33/2006 Norme per lo Sviluppo dello Sport per Tutti Articolo 5 - Approvazione Protocollo d intesa e Convenzione tra

Dettagli

Accordo 12 dicembre 2012 Recupero scatti di anzianità

Accordo 12 dicembre 2012 Recupero scatti di anzianità Accordo 12 dicembre 2012 Recupero scatti di anzianità Ipotesi di CCNL relativo al personale del comparto scuola per il reperimento delle risorse da destinare per le finalità di cui all art. 8, comma 14,

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

Programma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR

Programma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR Programma triennale per la trasparenza e l integrità ANVUR 2012-2014 1 1. PREMESSA L art. 2, comma 138, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre

Dettagli

IL CONTRIBUTO STATALE PER LA PERDITA DI GETTITO I.C.I. RIFERITA AGLI IMMOBILI DEL GRUPPO CATASTALE D

IL CONTRIBUTO STATALE PER LA PERDITA DI GETTITO I.C.I. RIFERITA AGLI IMMOBILI DEL GRUPPO CATASTALE D Asm Rovigo PROGETTO TECNICO IL CONTRIBUTO STATALE PER LA PERDITA DI GETTITO I.C.I. RIFERITA AGLI IMMOBILI DEL GRUPPO CATASTALE D PRESENTATO DA INDICE 1. IL CONTESTO DI RIFERIMENTO... 3 2. LA DETERMINAZIONE

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi della Giustizia Amministrativa

PROTOCOLLO D INTESA. Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi della Giustizia Amministrativa Il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione Il Presidente del Consiglio di Stato PROTOCOLLO D INTESA Per la realizzazione di interventi di sviluppo dei sistemi informativi

Dettagli

IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE

IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE IL CONSIGLIO COMUNALE PREMESSO CHE - questo Consiglio ha votato in data 01/10/2008 un ordine del giorno in merito a Finanziaria 2008 e successivamente in data 31/3/2009 un ordine del giorno in merito a

Dettagli

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori. I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni

Dettagli

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25

CGIL CISL UIL. Gli Enti Bilaterali emanazione delle parti sociali (alle quali resta la competenza delle politiche. 00198 Roma Corso d Italia, 25 Particolare rilievo è posto alla questione della formazione professionale continua che si evidenzia come un importante strumento per il rafforzamento del patrimonio di conoscenze dei lavoratori, per il

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE SBROLLINI, SCUVERA

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE SBROLLINI, SCUVERA Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 1479 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI SBROLLINI, SCUVERA Disposizioni per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili di

Dettagli

RILANCIO, GOVERNO E RAPPRESENTANZA DELLE AUTONOMIE SCOLASTICHE La scuola è un Istituzione della Repubblica che garantisce, insieme al valore legale

RILANCIO, GOVERNO E RAPPRESENTANZA DELLE AUTONOMIE SCOLASTICHE La scuola è un Istituzione della Repubblica che garantisce, insieme al valore legale RILANCIO,GOVERNOERAPPRESENTANZADELLEAUTONOMIESCOLASTICHE Lascuolaèun IstituzionedellaRepubblicachegarantisce,insiemealvalorelegaledeititolidistudiosu tutto il territorio nazionale, pari opportunità a tutti

Dettagli

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili.

Comune di Sondrio. Si assiste inoltre ad una maggior richiesta di accesso alla scuola secondaria di secondo grado da parte degli alunni disabili. Comune di Sondrio LINEE GUIDA PER LA SPERIMENTAZIONE del coordinamento territoriale per l integrazione dei servizi a favore dell inclusione scolastica degli alunni con disabilità PREMESSA Il Comune di

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

Indice. Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo

Indice. Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo Indice Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo PARTE PRIMA - La RSU 11 Capitolo I Che cosa è la RSu 13 Capitolo II Come lavora la RSu 18 Capitolo III - Il negoziato: tempi

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AMMINISTRATIVE E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI

L ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AMMINISTRATIVE E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI E GESTIONALI NEGLI ENTI LOCALI 1 ultimo aggiornamento: febbraio 2002 Le leggi di riforma dell ordinamento degli Enti Locali e più in generale della Pubblica Amministrazione che si sono succedute in modo

Dettagli

Bozza di disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 Patto per la salute

Bozza di disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 Patto per la salute IPOTESI A Bozza di disegno di legge delega in materia di gestione e sviluppo delle risorse umane ex art.22 Patto per la salute Art. 1. Al fine di garantire la nuova organizzazione dei servizi sanitari

Dettagli

Dote scuola Le policy di Regione Lombardia Anno scolastico 2014-2015. 3 febbraio 2014

Dote scuola Le policy di Regione Lombardia Anno scolastico 2014-2015. 3 febbraio 2014 Dote scuola Le policy di Regione Lombardia Anno scolastico 2014-2015 3 febbraio 2014 Si aprono le iscrizioni Da oggi al 28 febbraio sono aperte le iscrizioni alle scuole statali, alle scuole paritarie,

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

La domanda aumenta inevitabilmente la spesa ( aging, veloce diffusione di conoscenza delle soluzioni disponibili, innovazione tecnologica sono i

La domanda aumenta inevitabilmente la spesa ( aging, veloce diffusione di conoscenza delle soluzioni disponibili, innovazione tecnologica sono i Tra costi elevati e difficoltà nella cura: riabilitazione ed assistenza domiciliare e protesica. Il tema della cronicità. 21 maggio 2014 Sala MELODIA Centro Servizi Blocco B Fiera EXPOSANITÀ Bologna Ore

Dettagli

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007

Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 Regolamento Approvato dal Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte il 16 luglio 2007 REGOLAMENTO CENTRO ON LINE STORIA E CULTURA DELL INDUSTRIA: IL NORD OVEST DAL 1850 ARTICOLO 1 Obiettivi e finalità

Dettagli

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus)

Protocollo d intesa tra. Regione Toscana e. Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Protocollo d intesa tra Regione Toscana e Water Right and Energy Foundation Onlus (W.E.R.F. Onlus) Consolidamento e sviluppo della collaborazione per attività cooperazione internazionale nel settore dell'accesso

Dettagli

LA SICUREZZA STRADALE IN ITALIA NEL CONTESTO DELL OBIETTIVO EUROPEO 2020

LA SICUREZZA STRADALE IN ITALIA NEL CONTESTO DELL OBIETTIVO EUROPEO 2020 LA SICUREZZA STRADALE IN ITALIA NEL CONTESTO DELL OBIETTIVO EUROPEO 2020 Roma, 18 settembre 2013 Dott. Dario Focarelli DG ANIA L ASSICURAZIONE IN CIFRE (ANNO 2011) Oltre 230 le imprese che operano in Italia

Dettagli

Decreto ministeriale n. 21

Decreto ministeriale n. 21 Decreto ministeriale n. 21 Il Ministro della Pubblica Istruzione Roma, 1 marzo 2007 VISTA la legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante: Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XIV LEGISLATURA N. 1372 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa della senatrice TOIA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 6 MAGGIO 2002 (*) Modifica dell articolo 156 del codice civile, e norme

Dettagli

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA La trasparenza è uno strumento per il controllo diffuso da parte dei cittadini dell attività amministrativa e un elemento dell azione di prevenzione

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

Ruolo e attività del punto nuova impresa

Ruolo e attività del punto nuova impresa SISTEMA DOTALE E CULTURA D IMPRESA: UNA RETE DI SERVIZI PER IL TERRITORIO MANTOVANO a cura di Alessandra Ligabue PROMOIMPRESA Ruolo e attività del punto nuova impresa PromoImpresa, in qualità di Azienda

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per l Istruzione Direzione Generale per lo Studente, l Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione S.I.C.E.S. SrL Società

Dettagli

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

IL DIRIGENTE SCOLASTICO ISTITUTO COMPRENSIVO SCUOLA INFANZIA - PRIMARIA - SECONDARIA I GRADO "A. FOGAZZARO" di BAVENO Via Brera n. 12-28831 Baveno (VB) - Tel. e Fax 0323.924.737 Codice Fiscale 93020510033 - Codice Meccanografico

Dettagli

La nuova rete territoriale del Coni: visione, strategie ed organizzazione territoriale

La nuova rete territoriale del Coni: visione, strategie ed organizzazione territoriale La nuova rete territoriale del Coni: visione, strategie ed organizzazione territoriale 2 La vision Nel riconoscere il ruolo fondamentale che le politiche territoriali rivestono per l'organizzazione sportiva

Dettagli

DELIBERAZIONE N. 30/7 DEL 29.7.2014

DELIBERAZIONE N. 30/7 DEL 29.7.2014 Oggetto: Assegnazione all Azienda ASL n. 8 di Cagliari dell espletamento della procedura per l affidamento del servizio di realizzazione del sistema informatico per la gestione dell accreditamento dei

Dettagli

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA VISTO l art. 3 comma 4 del D.P.R. 275/1999 come modificato dall art. 1, comma 14, della Legge

Dettagli

GILDA DEGLI INSEGNANTI FEDERAZIONE GILDA-UNAMS. Il fondo d istituto

GILDA DEGLI INSEGNANTI FEDERAZIONE GILDA-UNAMS. Il fondo d istituto Il fondo d istituto Il Fondo è destinato a retribuire le prestazioni rese dal personale docente, educativo ed ata (solo personale interno, sia a tempo determinato che indeterminato) per sostenere il processo

Dettagli

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali

Piani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Piani integrati per lo sviluppo locale Progetti di marketing territoriale Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Sviluppo di prodotti turistici Strategie e piani di comunicazione Percorsi

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ATTIVAZIONE DI MASTER DI I E II LIVELLO. Politecnico di Bari

REGOLAMENTO PER L ATTIVAZIONE DI MASTER DI I E II LIVELLO. Politecnico di Bari REGOLAMENTO PER L ATTIVAZIONE DI MASTER DI I E II LIVELLO Politecnico di Bari Decreto di emanazione D.R. n. 307 del 24/05/2002 D.R. n. 307 IL RETTORE VISTO VISTO lo Statuto di questo Politecnico; il Regolamento

Dettagli

Contabilità e fiscalità pubblica

Contabilità e fiscalità pubblica Contabilità e fiscalità pubblica Corso 60 ore Negli ultimi anni è in corso un consistente sforzo - che partendo dal piano normativo si ripercuote sull ordinamento e sulla gestione contabile di tutte le

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE PER L ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE

REGOLAMENTO COMUNALE PER L ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE COMUNE DI GARGNANO Provincia di Brescia REGOLAMENTO COMUNALE PER L ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DEL NUCLEO DI VALUTAZIONE - appendice al regolamento sull ordinamento degli uffici e dei servizi - (Approvato

Dettagli

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE PER IL FUNZIONAMENTO DELL UFFICIO COMUNE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DELLA FUNZIONE DI ISTRUZIONE PUBBLICA E ASILI NIDO

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE PER IL FUNZIONAMENTO DELL UFFICIO COMUNE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DELLA FUNZIONE DI ISTRUZIONE PUBBLICA E ASILI NIDO REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE PER IL FUNZIONAMENTO DELL UFFICIO COMUNE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DELLA FUNZIONE DI ISTRUZIONE PUBBLICA E ASILI NIDO (Approvato con delibera Giunta Comunale di Scarlino n.

Dettagli

REGOLAMENTO SUL- L ISTITUZIONE E FUNZIONAMENTO DELL ORGANISMO COMUNALE DI VA- LUTAZIONE NU- CLEO DI VALUTA- ZIONE

REGOLAMENTO SUL- L ISTITUZIONE E FUNZIONAMENTO DELL ORGANISMO COMUNALE DI VA- LUTAZIONE NU- CLEO DI VALUTA- ZIONE COMUNE DI CARTURA PROVINCIA DI PADOVA REGOLAMENTO SUL- L ISTITUZIONE E FUNZIONAMENTO DELL ORGANISMO COMUNALE DI VA- LUTAZIONE NU- CLEO DI VALUTA- ZIONE Approvato con deliberazioni della Giunta Comunale

Dettagli

L autonomia scolastica

L autonomia scolastica L autonomia scolastica di Giacomo D Alterio La Legge 7 agosto 1990 n. 241, che detta le nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto d accesso ai documenti amministrativi, meglio

Dettagli

UNA CONCRETA OPPORTUNITA DI BUSINESS O L APERTURA AL CAOS?

UNA CONCRETA OPPORTUNITA DI BUSINESS O L APERTURA AL CAOS? UNA CONCRETA OPPORTUNITA DI BUSINESS O L APERTURA AL CAOS? Dalla Direttiva Europea al art. 22 del DL Cresci Italia 2.0 PREMESSA E QUADRO GENERALE DALLA PRIMA DIRETTIVA EUROPEA ALLA LEGGE BERSANI PASSANDO

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI

REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI REGOLAMENTO AMMINISTRATIVO DELL ASSOCIAZIONE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA A FAVORE DEI RAGIONIERI E PERITI COMMERCIALI Premessa Questo Regolamento, nell ambito dell autonomia gestionale,

Dettagli

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Rel. sig. Giancarlo Cavallin Volontarinsieme Coordinamento delle Associazioni di volontariato della provincia di Treviso. Gruppo Salute, ospedale

Dettagli

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRALISATION AND COORDINATION: THE TWIN CHALLENGES OF LABOUR

Dettagli

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza R.L.S. nel Decreto Legislativo 81/08 e 106/09 Articoli 48 e 50

Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza R.L.S. nel Decreto Legislativo 81/08 e 106/09 Articoli 48 e 50 Il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza R.L.S. nel Decreto Legislativo 81/08 e 106/09 Articoli 48 e 50 Beppe Baffert USR CISL Piemonte . Nelle aziende con più di 15 lavoratori il RLS è eletto,

Dettagli

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro

La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro La nuova Legge regionale in materia di Istruzione, Formazione e Lavoro Qualità, innovazione ed internazionalizzazione nei sistemi di istruzione, formazione e lavoro in Regione Lombardia Valentina Aprea

Dettagli

I principi del diritto comunitario in materia di assistenza sanitaria

I principi del diritto comunitario in materia di assistenza sanitaria I principi del diritto comunitario in materia di assistenza sanitaria Dott. Paolo Piani Ancona (26 marzo 2015) 1 Premessa Trattati Il diritto comunitario in tema di assistenza sanitaria (prevale sulle

Dettagli

LIBERA UNIVERSITÀ DI BOLZANO

LIBERA UNIVERSITÀ DI BOLZANO LIBERA UNIVERSITÀ DI BOLZANO MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEL PERSONALE AMMINISTRATIVO ALLEGATO AL PIANO DELLA PERFORMANCE 2014-2016 Approvato con Decreto del Presidente n. 27

Dettagli

Piano delle Performance

Piano delle Performance Comune di Pavullo nel Frignano Provincia di Modena Bilancio di Previsione 2011 Bilancio Pluriennale 2011 / 2013 Piano delle Performance *** Documento sulla compatibilità del sistema di programmazione,

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

C O M U N E D I S A N S I R O Provincia di Como

C O M U N E D I S A N S I R O Provincia di Como C O M U N E D I S A N S I R O Provincia di Como SERVIZIO AMMINISTRATIVO E CONTABILE N. 65 del 27-03-2012 Oggetto: AFFIDAMENTO INCARICO PER LA COMPILAZIONE E TRASMISSIONE MODELLO 770 - TRIENNIO FISCALE

Dettagli

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA

LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA Milano Milano LINEE GUIDA PER I PIANI DI ZONA La legge 328/00 attribuisce agli enti locali, alle regioni ed allo Stato il compito di realizzare la programmazione degli interventi e delle risorse del sistema

Dettagli

Capo I disposizioni comuni. art. 1 contenuti e finalità. art. 2 struttura competente

Capo I disposizioni comuni. art. 1 contenuti e finalità. art. 2 struttura competente Regolamento per la concessione e l erogazione dei contributi per la realizzazione di alloggi o residenze per studenti universitari, ai sensi della legge regionale 23 gennaio 2007, n. 1, art. 7, comma 18

Dettagli

MOBILITÀ INTERNAZIONALE PER STUDIO

MOBILITÀ INTERNAZIONALE PER STUDIO MOBILITÀ INTERNAZIONALE PER STUDIO MOBILITÀ INTERNAZIONALE PER STUDIO Fin dalla sua istituzione l Università Iuav di Venezia ha sviluppato le sue attività accademiche in ambito internazionale con l intento

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 572 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI LAFFRANCO, BIANCONI Disciplina della professione di educatore di asilo nido e istituzione

Dettagli

Famiglie e welfare comunitario. Stefania Mazza 11 febbraio 2015

Famiglie e welfare comunitario. Stefania Mazza 11 febbraio 2015 Famiglie e welfare comunitario Stefania Mazza 11 febbraio 2015 LE COMPETENZE A) Analizzare I bisogni B) Creare C) Progettare D) Realizzare E) Valutare IL FARE QUALE SENSO DELLA PROGETTAZIONE Che cosa ci

Dettagli

MODULO DIDATTICO 2 Trasparenza amministrativa: gli obblighi normativi per le scuole dopo il D.LGS. n. 33/2013

MODULO DIDATTICO 2 Trasparenza amministrativa: gli obblighi normativi per le scuole dopo il D.LGS. n. 33/2013 MODULO DIDATTICO 2 Trasparenza amministrativa: gli obblighi normativi per le scuole dopo il D.LGS. n. 33/2013 Introduzione al D. Lgs. n. 33/2013 1 of 21 MODULO DIDATTICO 2 Trasparenza amministrativa: gli

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio

Dettagli

Legge sulla formazione continua dei docenti 1 (del 19 giugno 1990)

Legge sulla formazione continua dei docenti 1 (del 19 giugno 1990) Legge sulla formazione continua dei docenti 1 (del 19 giugno 1990) 5.1.4.3 IL GRAN CONSIGLIO DELLA REPUBBLICA E CANTONE TICINO visto il messaggio 15 novembre 1989 n. 3528 del Consiglio di Stato, d e c

Dettagli

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE

POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE POLITICA DELLA FORMAZIONE DEL PERSONALE CIVILE 1. Che cos è la formazione La formazione è il processo attraverso il quale si educano, si migliorano e si indirizzano le risorse umane affinché personale

Dettagli

STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020

STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020 STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020 Verso un utilizzo più strategico imparando dall esperienza maturata Roberto D Auria Mario Guido Gruppo di lavoro Competitività Roma, 28 ottobre 2013 L esperienza

Dettagli

Ripensare l assetto della docenza universitaria"

Ripensare l assetto della docenza universitaria 1 Ripensare l assetto della docenza universitaria III. I Contratti pre-ruolo gennaio 2015 Adunanza del 29 gennaio 2015 2 2 IL PRESIDENTE (Prof. Andrea Lenzi) Premessa Il Consiglio Universitario Nazionale,

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

IPOTESI DI SEQUENZA CONTRATTUALE PER IL PERSONALE ATA PREVISTA DALL ART. 62 DEL CCNL 29/11/2007 DEL COMPARTO SCUOLA

IPOTESI DI SEQUENZA CONTRATTUALE PER IL PERSONALE ATA PREVISTA DALL ART. 62 DEL CCNL 29/11/2007 DEL COMPARTO SCUOLA IPOTESI DI SEQUENZA CONTRATTUALE PER IL PERSONALE ATA PREVISTA DALL ART. 62 DEL CCNL 29/11/2007 DEL COMPARTO SCUOLA ART. 1 - COMPITI DEL PERSONALE ATA, MOBILITÀ PROFESSIONALE, VALORIZZAZIONE DELLA PROFESSIONALITÀ

Dettagli

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità Istituto Comprensivo Statale Lorenzo Bartolini di Vaiano Piano dell Offerta Formativa Scheda di progetto Progetto 5 Formazione, discipline e continuità I momenti dedicati all aggiornamento e all autoaggiornamento

Dettagli

Protocollo di Intesa

Protocollo di Intesa Protocollo di Intesa tra Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (di seguito denominato INPS), E Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca (di seguito denominato MIUR) per la valorizzazione

Dettagli

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 75 i dossier www.freefoundation.com COSA HA VERAMENTE DETTO IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE NEL RAPPORTO CONCLUSIVO DELLA MISSIONE IN ITALIA DEL 3-16 MAGGIO 17 maggio 2012 a cura di Renato Brunetta EXECUTIVE

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 39/ 15 DEL 5.8.2005

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 39/ 15 DEL 5.8.2005 DELIBERAZIONE N. 39/ 15 Oggetto: Attuazione degli interventi finalizzati alla definizione del Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS). L Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito

Dettagli

L.R. 22/2010, art. 9, c. 19 B.U.R. 8/6/2011, n. 23. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 31 maggio 2011, n. 0128/Pres.

L.R. 22/2010, art. 9, c. 19 B.U.R. 8/6/2011, n. 23. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 31 maggio 2011, n. 0128/Pres. L.R. 22/2010, art. 9, c. 19 B.U.R. 8/6/2011, n. 23 DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE 31 maggio 2011, n. 0128/Pres. Regolamento per la determinazione dei criteri di ripartizione e delle modalità di concessione,

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE COMINARDI, LOMBARDI, DI BATTISTA, TRIPIEDI, CIPRINI, CHIMIENTI, BALDASSARRE, BARONI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE COMINARDI, LOMBARDI, DI BATTISTA, TRIPIEDI, CIPRINI, CHIMIENTI, BALDASSARRE, BARONI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2832 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI COMINARDI, LOMBARDI, DI BATTISTA, TRIPIEDI, CIPRINI, CHIMIENTI, BALDASSARRE, BARONI Modifiche

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

GOVERNANCE. Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013. crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA

GOVERNANCE. Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013. crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA Programma operativo NazioNale GOVERNANCE e assistenza tecnica Obiettivo Convergenza (FESR) 2007-2013 crescita coesione trasparenza efficienza competenze integrazione UNA PA PER LA CRESCITA Una premessa

Dettagli

newsletter N.4 Dicembre 2013 Erasmus+ il nuovo programma integrato per l istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.

newsletter N.4 Dicembre 2013 Erasmus+ il nuovo programma integrato per l istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. newsletter N.4 Dicembre 2013 Questo numero è stato realizzato da: Franca Fiacco ISFOL Agenzia Nazionale LLP Programma settoriale Leonardo da Vinci Erasmus+ il nuovo programma integrato per l istruzione,

Dettagli

INDICI SINTETICI DI PROTEZIONE E TUTELA DELL IMPIEGO

INDICI SINTETICI DI PROTEZIONE E TUTELA DELL IMPIEGO INDICI SINTETICI DI PROTEZIONE E DELL IMPIEGO Analisi comparata Dicembre 2014 SINTETICA LETTURA INTERPRETATIVA Nel 2013 l Italia ha un sistema di tutela e di protezione dei licenziamenti collettivi e

Dettagli

Comune di Firenze Direzione Servizi Sociali

Comune di Firenze Direzione Servizi Sociali Comune di Firenze Direzione Servizi Sociali Avviso pubblico esplorativo per la ricerca e la selezione di proposte progettuali, ai sensi dell art. 60 del Regolamento generale per l attività contrattuale

Dettagli

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI COMUNE DI VENTOTENE PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Approvato con delibera del Consiglio Comunale n. 3 del 26.04.2013 1 CAPO I Art.1 Art.2 Art.3 Art.4 PRINCIPI GENERALI

Dettagli

3.4.1 Descrizione del Programma

3.4.1 Descrizione del Programma PROGRAMMA N -002 Razionalizzazione delle Risorse Umane e professionali RESPONSABILE SIG.- GUIDO PERGHEM (Il riferimento al Responsabile è puramente indicativo, individuazione formale avverrà in sede di

Dettagli