L E G I O N E L L A Prevenzione e Strategie di Intervento

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1 L E G I O N E L L A Prevenzione e Strategie di Intervento

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3 INDICE Cap. Argomento Pag Introduzione Note storiche Legionella pneumophila, l'agente batterico Sintomi e trattamento I soggetti a rischio Habitat naturale e trasmissione del contagio Utenze a rischio Analisi del rischio Fattori di rischio Nomina di un responsabile Ispezione della struttura Periodicità Registro degli interventi Misure di controllo preventive per la riduzione del rischio Misure da porre in essere in presenza di rischio Siti di campionamento Esiti negativi dell'esame batteriologico Esiti positivi dell'esame batteriologico Notifica dei casi Conclusioni Strategie di intervento attuabili a. Clorazione b. Biossido di cloro c. Ioni positivi di rame e di argento d. Acido peracetico e. Battericidi di sintesi f. Ozono g. Acqua ossigenata catalizzata h. Filtrazione i. Raggi ultravioletti (UV) j. Trattamenti termici Servizi Deterchimica Pagina 1

4 - Introduzione Negli ultimi tempi si è verificato un notevole incremento di presenza di Legionella sia in strutture ospedaliere che in strutture ricettive. Considerando le implicazioni sanitarie, economiche e di immagine che possono derivare da questi episodi, l'approccio più pragmatico è quello di fare il possibile per mettere in atto tutte le misure necessarie alla prevenzione della malattia. La Legionella, menzionato nell allegato XLVI Elenco degli agenti biologici classificati del D.L. 9 APRILE 2008 n.81, è un batterio che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori. Il datore di lavoro deve effettuare una valutazione del rischio, descritta nella Gazzetta Ufficiale n. 28 del 4 febbraio 2005, tenendo conto di tutte le informazioni disponibili relative alle caratteristiche dell'agente biologico in particolare sulla malattia e sui potenziali effetti adottando tutte le misure protettive e preventive. Perché la prevenzione sia efficace, è importante che il datore di lavoro della struttura attui tutte le misure di controllo, non solamente in risposta ad un caso di legionellosi, ma prima che questi si verifichino, attraverso una valutazione del rischio. I batteri appartenenti al genere Legionella sono stati oggetto di numerose ricerche per il ruolo rilevante ad essi attribuito come patogeni emergenti e per lo studio delle loro peculiari caratteristiche biologiche. E ormai stato dimostrato che le legionelle sono batteri ubiquitari non solo in ambienti acquatici naturali ma anche in habitat artificiali; quest' ultimo aspetto costituisce un problema di rilevante importanza per la diffusione della legionellosi, poiché la malattia viene causata da inalazione di aerosol contaminati. L aumento nell ambito della popolazione degli anziani e degli individui immunocompromessi e la presenza di nuove nicchie ecologiche nelle quali le legionelle possono proliferare, si aggiungono alle difficoltà di identificazione dei microrganismi per mezzo delle tecniche analitiche di routine. La consapevolezza che attualmente in Italia i casi di Legionellosi siano sottostimati e le sempre più frequenti occasioni di contagio per la popolazione devono indurre a mettere in atto interventi di prevenzione e controllo efficaci. La prevenzione del rischio di contrarre l infezione si basa sul monitoraggio delle contaminazioni che deve essere Pagina 2

5 realizzato ogniqualvolta sussistano possibilità di formazione di aerosol inalabili provenienti da ambienti potenzialmente colonizzabili dalle legionelle. La Legionella pneumophila è considerata un batterio patogeno opportunista classico. L infezione si può manifestare nell uomo in due forme cliniche: la Febbre di Pontiac e la Legionellosi. La presenza di due diversi quadri patologici probabilmente deriva dal grado di virulenza del microrganismo e dalla differente suscettibilità dell ospite. - Note storiche Il termine legionella trae origine da un tragico raduno di ex combattenti della guerra in Vietnam (in gergo detti legionaires) tenutosi nel luglio del 1976 in un albergo di Philadelfia (USA). Durante tale raduno su circa partecipanti, ben 221 furono colpiti da polmonite acuta e 34 non riuscirono a sopravvivere. Si scoprì che la causa di tali decessi era da addebitarsi all azione di batteri, in precedenza sconosciuti, che si erano sviluppati nell impianto di condizionamento e ad essi fu dato, appunto, il nome di legionella. Indagini retrospettive hanno poi attribuito agli stessi batteri numerosi casi ed epidemie di polmonite acuta di cui non era stata identificata la causa. Pagina 3

6 - Legionella pneumophila, l'agente batterico La legionellosi è causata nel 90 per cento dei casi dal batterio Legionella, del quale sono state identificate quasi 50 specie diverse e più di 70 ceppi. Si tratta di un organismo ubiquitario che prolifera soprattutto in ambienti acquatici caldi, tra i 32 e i 45 C. Si trova anche nei fiumi e nei laghi e in generale in tutti gli specchi d'acqua la cui temperatura non è eccessivamente bassa, anche se negli ambienti naturali è presente in dosi talmente basse da non costituire un pericolo. L'infezione da Legionella non si trasmette da persona a persona, ma piuttosto viene trasmessa da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o con l'uso di umidificatori. Il batterio, infatti, si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell'acqua, sui quali forma un film batterico. Sedimenti organici, ruggini, depositi di materiali sulle superfici dei sistemi di stoccaggio e distribuzione delle acque facilitano l'insediamento della Legionella. Per questo, la legionellosi pone un serio problema di salute pubblica, perché costituisce un elemento di rischio in tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come avviene in case di cura, residenze per anziani, ospedali, piscine e terme e altri luoghi pubblici, nei quali è in funzione un sistema di condizionamento, di umidificazione o di trattamento dell'aria o di circolazione delle acque. Pagina 4

7 - Sintomi e trattamento Normalmente la legionellosi si manifesta con febbre, brividi, tosse secca o grassa. In qualche caso può dare anche dolori muscolari, mal di testa, stanchezza, perdita di appetito e, occasionalmente, diarrea, il periodo di incubazione della malattia varia tra i 2 ed i 10 giorni. Nella forma febbrile minore, che può insorgere anche a poche ore dall'esposizione all'agente batterico fino a un paio di giorni dopo, la legionellosi causa febbre e dolori muscolari ma non polmonite. In questo caso i sintomi si riducono nel giro di pochi giorni. Il trattamento della legionellosi, essendo una malattia di origine batterica, passa soprattutto attraverso terapie antibiotiche. Tuttavia, molta importanza hanno anche le pratiche preventive che limitano la diffusione del batterio in ambienti a rischio, come le case di cura per anziani e gli ospedali. Diventa infatti strategico controllare frequentemente le fonti d'acqua utilizzate, i sistemi di condizionamento, le tubature e i condensatori, per evitare colonizzazione batterica. - I soggetti a rischio La legionellosi può infettare persone di tutte le età ma è particolarmente diffusa nelle persone anziane, tra i fumatori o le persone affette da condizioni polmonari croniche. Particolarmente esposti al rischio sono anche gli individui immunocompromessi, come quelli affetti da diverse forme di cancro, da infezione con Hiv,da insufficienza renale, da diabete o le persone tossicodipendenti. I fumatori risultano tra le persone più soggette al rischio di Legionella, perché il loro sistema respiratorio è compromesso e quindi non filtra efficientemente l'entrata di agenti estranei nei polmoni. La Legionella, infatti, si trasmette non solo attraverso l'inalazione di aerosol contaminati, ma anche attraverso l'aspirazione diretta di aria o acqua contaminata. Pagina 5

8 - Habitat naturale e trasmissione del contagio La malattia si manifesta a causa di inalazione di microscopiche gocce d acqua contaminate. Le gocce di piccole dimensioni sono le più pericolose poiché, quelle inferiori a 5µm, raggiungono le basse vie respiratorie. La malattia si contrae anche per instillazione diretta o aspirazione di acqua contaminata. Contrariamente ad altri batteri patogeni dell apparato respiratorio, per Legionella non è stato descritto il passaggio da uomo a uomo. La descrizione di nicchie ecologiche artificiali che possono essere colonizzate da Legionella spp. è sempre più frequente; sono ormai numerose le segnalazioni di contaminazione di impianti di acqua potabile, apparecchi sanitari, torri di raffreddamento, condensatori evaporativi, piscine, ecc. Pagina 6

9 - Utenze a rischio Per le considerazioni precedentemente esposte, le utenze e gli impianti più esposti a rischio sono: ospedali, cliniche, case di cura e simili; alberghi, caserme, campeggi e strutture ricettive in genere; impianti per attività sportive e scolastiche; edifici con torri di raffreddamento; piscine; stabilimenti termali; fontane decorative e cascate artificiali. - Analisi del rischio Quando si effettua una valutazione del rischio, tra i fattori da considerare si ricordano: la fonte di approvvigionamento dell'acqua dall'impianto; i possibili punti di contaminazione dell'acqua all'interno dell'edificio; le caratteristiche di normale funzionamento dell'impianto; le condizioni di funzionamento non usuali, ma ragionevolmente prevedibili (esempio rotture); le prese d'aria per gli edifici (che non dovrebbero essere situate vicino agli scarichi delle torri di raffreddamento). Pagina 7

10 - Fattori di rischio Il rischio di acquisizione della legionellosi dipende da un certo numero di fattori. Tra questi ricordiamo quelli più importanti: la presenza e la carica di Legionella; le condizioni ideali per la moltiplicazione del microrganismo (ad esempio: temperatura compresa tra 20 e 50 C); presenza di una fonte di nutrimento come alghe, calcare, ruggine o altro materiale organico; la presenza di tubature con flusso d'acqua minimo o assente; l'utilizzo di gomma e fibre naturali per guarnizioni e dispositivi di tenuta; la presenza di impianti in grado di formare un aerosol capace di veicolare la Legionella (un rubinetto, un nebulizzatore, una doccia, una torre di raffreddamento). - Nomina di un responsabile Ogni struttura deve individuare una persona responsabile per l'identificazione e la valutazione del rischio potenziale di infezione, che sia esperto e che comprenda l'importanza della prevenzione e dell'applicazione delle misure di controllo. Pagina 8

11 - Ispezione della struttura Una corretta valutazione del rischio deve partire dall'analisi di uno schema aggiornato dell'impianto, per individuarne i punti critici. In base ai disegni progettuali, si può prevedere quali siano le sezioni dell'impianto che possono presentare un rischio per gli ospiti e per i lavoratori. L'ispezione della struttura deve essere accurata per poter evidenziare eventuali fonti di rischio e valutare l'intero impianto, non solamente i singoli componenti. A questo deve seguire la valutazione dell'uso delle varie sezioni o parti dell'impianto, la ricerca dei bracci morti o comunque soggetti a ristagno di acqua o a un suo defluire intermittente. - Periodicità L'analisi del rischio deve essere effettuata regolarmente (almeno ogni 2 anni) e ogni volta che ci sia motivo di pensare che la situazione si sia modificata. L'analisi deve comunque essere rifatta ad ogni segnalazione di un possibile caso di legionellosi. - Registro degli interventi Ogni struttura deve essere in possesso di un registro per la documentazione degli interventi di valutazione del rischio e di manutenzione ordinari e straordinari, sugli impianti idrici e di climatizzazione. Tutti gli interventi devono essere approvati e firmati da un responsabile. Pagina 9

12 - Misure di controllo preventive per la riduzione del rischio Per assicurare una riduzione del rischio di legionellosi, lo strumento fondamentale da utilizzare non e' il controllo di laboratorio routinario, ma l'adozione di misure preventive, basate sull'analisi del rischio costantemente aggiornata. Di conseguenza tutti i gestori di strutture recettive devono garantire l'attuazione delle seguenti misure di controllo, alcune delle quali devono essere effettuate da personale opportunamente addestrato, che indossi, soprattutto per quelle operazioni che generano aerosol, idonei dispositivi di protezione individuale: a) mantenere costantemente l'acqua calda a una temperatura superiore ai 50 C all'erogazione. L'acqua in uscita da tutti i rubinetti deve essere molto calda al tatto (si raccomanda di mettere degli avvisi accanto ai rubinetti e alle docce o, in alternativa, si possono utilizzare rubinetti a valvola termostatica; Temperature consigliate per evitare scottature: Tipologia Temperatura Bidet 38 Lavabo 41 Docce 41 Vasca da bagno 44 Pagina 10

13 b) mantenere costantemente l'acqua fredda ad una temperatura inferiore a 20 C. Se non si riesce a raggiungere questa temperatura, e se una qualsiasi parte dell'impianto dell'acqua fredda o delle uscite si trova al di sopra di questa temperatura, si deve prendere in considerazione un trattamento che disinfetti l'acqua fredda; c) fare scorrere l'acqua (sia calda che fredda) dai rubinetti e dalle docce delle camere non occupate, per alcuni minuti almeno una volta a settimana e comunque sempre prima che vengano occupate; d) mantenere le docce, i diffusori delle docce ed i rompigetto dei rubinetti puliti e privi di incrostazioni, sostituendoli all'occorrenza; e) pulire e disinfettare regolarmente (almeno 2 volte l'anno) le torri di raffreddamento ed i condensatori evaporativi delle unità di condizionamento dell'aria; f) svuotare, disincrostare e disinfettare i serbatoi di accumulo dell'acqua calda (compresi gli scalda acqua elettrici) almeno due volte all'anno e ripristinarne il funzionamento dopo accurato lavaggio; g) disinfettare il circuito dell'acqua calda con cloro ad elevata concentrazione (cloro residuo libero pari a 50 ppm per un'ora o 20 ppm per due ore) o con altri metodi di comprovata efficacia dopo interventi sugli scambiatori di calore e all'inizio della stagione turistica; h) pulire e disinfettare tutti i filtri dell'acqua regolarmente ogni 1-3 mesi; i) ispezionare mensilmente i serbatoi dell'acqua, le torri di raffreddamento e le tubature visibili. Accertarsi che tutte le coperture siano intatte e correttamente posizionate; j) se possibile, ispezionare l'interno dei serbatoi d'acqua fredda, e comunque disinfettare almeno una volta l'anno con 50 mg/l di cloro per un'ora. Nel caso ci siano depositi o sporcizia, provvedere prima alla pulizia. La stessa operazione deve essere effettuata a fronte di lavori che possono aver dato luogo a contaminazioni o a un possibile ingresso di acqua non potabile; Pagina 11

14 k) accertarsi che eventuali modifiche apportate all'impianto, oppure nuove installazioni, non creino bracci morti o tubature con assenza di flusso dell'acqua o flusso intermittente. Ogni qualvolta si proceda a operazioni di bonifica, occorre accertarsi che subiscano il trattamento di bonifica anche i bracci morti costituiti dalle tubazioni di spurgo o prelievo, le valvole di sovrapressione e i rubinetti di bypass presenti sugli impianti; l) in presenza di attrezzature per idromassaggio, occorre assicurarsi che le stesse siano sottoposte al controllo da personale esperto, che deve provvedere alla effettuazione e alla registrazione delle operazioni di pulizia e di corretta prassi igienica come: sostituire almeno metà della massa di acqua ogni giorno; trattare continuamente l'acqua con 2-3mg/l di cloro; pulire e risciacquare giornalmente i filtri per la sabbia; controllare almeno tre volte al giorno la temperatura e la concentrazione del cloro; assicurare una operazione di disinfezione accurata almeno una volta a settimana. Oltre a queste misure, per un'efficace prevenzione e' necessario che in ogni struttura venga effettuata periodicamente un'analisi del rischio, come precedentemente descritto. Questa analisi diventa urgente in presenza di un caso di legionellosi. - Misure da porre in essere in presenza di rischio Se in una struttura si evidenzia la presenza di un potenziale rischio (per esempio la concentrazione del disinfettante non raggiunge un livello necessario per l'abbattimento della carica batterica), si deve effettuare un campionamento dell'acqua per la ricerca della Legionella, in un numero di siti che sia rappresentativo di tutto l'impianto idrico e comunque non inferiore a sei. Pagina 12

15 - Siti di campionamento I siti su cui effettuare il campionamento riguardano sia la rete dell'acqua fredda che calda. Campionamento sulla rete dell'acqua fredda: a) serbatoio dell'acqua (possibilmente dalla base); b) il punto più distale dal serbatoio; Campionamento sulla rete dell'acqua calda: a) la base del serbatoio dell'acqua calda vicino alle valvole di scarico; b) sul ricircolo dell'acqua calda; c) almeno 2 siti di erogazione lontani dal serbatoio dell'acqua calda (docce, rubinetti). - Esiti negativi dell'esame batteriologico Se il campionamento risulta negativo, ma non e' possibile adottare le raccomandazioni delle misure di controllo preventive per la riduzione del rischio, esso deve essere ripetuto con cadenza da stabilirsi sulla base di un'analisi del rischio e inserito in un piano di autocontrollo. In una prima fase il campionamento deve essere ripetuto mensilmente per almeno sei mesi, e comunque le analisi devono essere sempre ripetute prima dell'apertura stagionale della struttura recettiva. Nel caso in cui il campionamento risulti negativo e vengano effettuati gli interventi necessari a rimuovere potenziali fattori di rischio dall'impianto ed adottate le procedure riportate nella lista di controllo, non e' necessario ripetere il campionamento mensilmente, ma solo ad intervalli dipendenti dai risultati dell'analisi del rischio. Pagina 13

16 - Esiti positivi dell'esame batteriologico Quando il campionamento e' positivo, occorre mettere in atto le misure elencate nella tabella 1, a seconda della carica di Legionella riscontrata all'esame batteriologico. Tabella 1 G.U. n. 28 del 4 Febbraio 2005 Legionella (UFC/L) Intervento richiesto Minore di 100 UFC/L Nessun intervento Maggiore di 100 UFC/L ma minore o uguale di UFC/L Verificare che siano messe in atto le misure di controllo preventive. Negli stabilimenti termali effettuare comunque la bonifica. Maggiore di UFC/L ma minore o uguale di UFC/L In assenza di casi, verificare che siano messe in atto le misure di controllo preventive sotto elencate ed effettuare una valutazione del rischio. In presenza di un caso singolo rivedere le misure di controllo ed effettuare la bonifica. Maggiore di UFC/L Contaminazione importante: mettere in atto immediatamente le misure di bonifica, sia in presenza che in assenza di casi. Successiva verifica dei risultati, sia immediatamente dopo la bonifica, sia periodicamente per verificare l'efficacia delle misure adottate. Pagina 14

17 - Notifica dei casi Data la pericolosità della malattia, nella maggior parte dei paesi europei, i casi di Legionellosi devono essere notificati alle competenti autorità sanitarie. In Italia è prevista la notifica obbligatoria in classe II del D.M. 15/12/90. - Conclusioni In base ai risultati complessivi dell'analisi del rischio, il datore di lavoro deve preparare, con l'ausilio di personale tecnico qualificato, un protocollo scritto per il controllo e la manutenzione degli impianti che specifichi gli interventi (fisici o chimici) da mettere in atto come le procedure di pulizia e disinfezione e la loro periodicità. E' opportuno che l'efficacia delle misure di controllo venga verificata periodicamente. Anche se e'(difficile definire il limite massimo di Legionelle presenti in un impianto al di sotto del quale la probabilità di contrarre la malattia sia assente, si considera comunemente che, in presenza di una carica inferiore o uguale a 100 unità formanti colonia (UFC)/Litro, la probabilità di essere infettati sia estremamente bassa. Pagina 15

18 - Strategie di intervento attuabili La Gazzetta Ufficiale (Serie generale n. 103; Documento 4 aprile 2000) ha pubblicato le Linee - guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi. Questo documento indica in dettaglio e con grande chiarezza ogni aspetto del controllo e della prevenzione della legionellosi, considerando questi problemi come un importante obiettivo di salute pubblica. Le linee-guida indicano le modalità di realizzazione degli interventi di decontaminazione dei sistemi idrici che di seguito descriveremo. a. Clorazione Il cloro è un forte agente ossidante, da molti anni usato per la disinfezione delle acque potabili. Per il trattamento antilegionella, è però richiesto in dosi molto elevate e presenta alcuni effetti negativi quali: la formazione di alometani (sostanze in parte ritenute cancerogene); l insorgere di gravi fenomeni di corrosione; l instabilità della concentrazione nel tempo; la poca penetrazione nei biofilm; l insufficiente azione dove l acqua ristagna; l alterazione del gusto e del sapore dell acqua. b. Biossido di cloro Possiede buone capacità antibatteriche, non produce alometani e permane relativamente a lungo nelle tubazioni. Le sue molecole, inoltre, possono entrare all interno dei biofilm. Pagina 16

19 c. Ioni positivi di rame e di argento Esercitano una forte azione battericida dovuta al fatto che la loro carica elettrica può alterare la permeabilità degli organismi cellulari e portare ad una degradazione proteica. Possono, inoltre, accumularsi nei biofilm. Pertanto il loro effetto persiste (per alcune settimane) anche dopo la disattivazione del trattamento. Questi i principali svantaggi: non possono essere usati con superfici zincate in quanto lo zinco disattiva gli ioni d argento (esistono studi che avallano l'uso del trattamento Cu/Ag su tubature zincate non nuove); la loro concentrazione non deve superare i limiti ammessi per l acqua potabile; richiedono costi elevati. d. Acido peracetico Alcune esperienze dimostrano una discreta efficacia di questo composto nei trattamenti shock. e. Battericidi di sintesi Messi in commercio da Società specializzate nel trattamento dell acqua, possono essere attivi anche contro la legionella. Alcuni di questi prodotti esercitano anche un efficace azione contro le incrostazioni e i biofilm. Sono, comunque, da verificare gli effetti negativi legati alla specificità del prodotto, alla loro stabilità nel tempo e agli effetti sugli utenti. Pagina 17

20 f. Ozono Può esercitare una forte azione contro la legionella, gli altri batteri e i protozoi presenti nei biofilm. Si deve, tuttavia, considerare che il trattamento con ozono: richiede costi elevati per le attrezzature di produzione e dosaggio; necessita di una manutenzione accurata; ha un efficacia alquanto limitata nel tempo; degrada alcuni prodotti utilizzati per trattamenti anticalcare e anticorrosione; può accrescere la possibilità che si formino nuove infezioni. L azione dell ozono sulla corrosione è ancora alquanto controversa. Alcuni Autori sostengono che esso la favorisce, altri il contrario. E giustificano quest'ultima tesi col fatto che l ozono può ossidare l azoto presente nell acqua formando composti (nitrati e nitriti) che inibiscono la corrosione degli acciai. g. Acqua ossigenata catalizzata È una tecnica di disinfezione che associa all acqua ossigenata un catalizzatore (solitamente un sale d argento). La sua efficacia dipende dall azione del catalizzatore. In teoria, l acqua ossigenata presenta diversi vantaggi, tra cui prodotti di decomposizione non tossici, di contro in associazione con Sali di argento: non può essere usato con superfici zincate in quanto lo zinco disattiva gli ioni Ag; potrebbe essere richiesto, da parte del gestore idrico, il monitoraggio della concentrazione degli ioni Ag nell acqua di scarico; richiede costi elevati per la gestione. Pagina 18

21 h. Filtrazione È un trattamento che ha il suo punto di forza nella possibilità di ridurre la contaminazione dell acqua senza alcuna aggiunta di prodotti chimici. Due le tecniche in uso: il sistema tradizionale con filtri di sabbia, che viene utilizzato soprattutto coi circuiti di raffreddamento; il sistema con microfiltri (da 1 µm e anche meno) ad elevata portata, che si utilizza, sia coi circuiti di acqua calda sanitaria, sia coi circuiti di raffreddamento. In commercio esistono microfiltri in grado di trattare diverse decine di metri cubi d acqua ogni ora. Questi i principali inconvenienti della filtrazione: richiede costi elevati; necessita di una manutenzione accurata; la sua efficacia non è costante nel tempo per la progressiva occlusione dei filtri; è esposta a rotture improvvise dei filtri; sussiste il pericolo di contaminazione dei filtri da parte di altri batteri. i. Raggi ultravioletti (UV) Sono in grado di inattivare i batteri che passano attraverso le apparecchiature di emissione dei raggi. Va, tuttavia, considerato che tali apparecchiature possono esercitare solo un azione locale. Inoltre la torbidità dell acqua può creare coni d ombra che proteggono i batteri. Pertanto all azione dei raggi UV vanno associati altri sistemi di disinfezione. Sussistono limiti anche per quanto riguarda la quantità d acqua che può essere trattata da ogni apparecchiatura. Infatti, il flusso del fluido sottoposto all azione dei raggi deve avere uno spessore piccolo (in genere non più di 3 cm) e questo riduce sensibilmente la portata delle apparecchiature utilizzate per il trattamento. Pagina 19

22 j. Trattamenti termici Come nel caso della filtrazione, il punto di forza di questi trattamenti sta nel fatto che essi possono esercitare una completa azione battericida senza alcuna aggiunta di prodotti chimici e senza aver bisogno (come nel caso dei raggi UV) di sistemi integrativi. La loro azione si basa sul fatto che le temperature elevate causano la morte dei batteri in generale e della legionella in particolare. Pagina 20

23 - Servizi Deterchimica 3000 La Deterchimica 3000 s.r.l. da anni operante nel settore, offre una gamma completa di servizi, che vanno, dallo studio iniziale per stabilire il piano di azione, fino alla forniture dei disinfettanti di propria produzione necessari per gli interventi (la Deterchimica 3000 s.r.l. è registrata come officina di produzione del Ministero della Salute decreto PMC 17/2002 e successivi ampliamenti). Tutti i trattamenti chimici o fisici sopra descritti, sono quanto viene raccomandato dalle linee-guida per la prevenzione ed il controllo della Legionellosi, ognuno di essi ha dei vantaggi e degli svantaggi, dei pregi e difetti, dei costi più o meno contenuti, un'efficacia più o meno comprovata. Sta alla competenza e all'esperienza dei nostri tecnici comprendere quali tra questi siano i più efficienti ed i più economici a seconda delle molteplici situazioni che si possono riscontrare in ogni singolo caso esaminato. Conseguentemente il nostro personale, altamente qualificato, provvederà all'attuazione dei metodi selezionati con attrezzature, prodotti idonei e/o installazione di specifiche apparecchiature. I nostri tecnici sono inoltre a Vostra disposizione per effettuare una corretta valutazione del rischio di ogni struttura, per fornire assistenza alla compilazione del registro interventi, per consigliare e/o mettere in atto le più indicate misure preventive, per stabilire i punti di campionamento validi, le frequenze dei campionamenti, il prelievo e il trasporto dei campioni con conseguenti analisi in laboratori certificati. Pagina 21

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