PROVINCIA REGIONALE DI SIRACUSA
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- Nicoletta Capelli
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1 XII Settore Tutela Ambientale 1 Servizio Gestione Rifiuti PIANO ATTUATIVO D AMBITO TERRITORIALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI INERTI DELLA PROVINCIA DI SIRACUSA 1. Introduzione 2. Quadro normativo 3. Profilo Demografico territoriale 4. Produzione di rifiuti inerti 5. Impianti per il recupero e lo smaltimento 6. Recupero ambientale delle aree degradate 7. Obiettivi 8. Conclusioni Il Responsabile del 1 Servizio (Ing. D. Sole Greco) I Progettisti: Dr.ssa Quadarella Valeria Ing. Sole Greco Domenico Geom. Parrino Carmelo Geom. Pecora Salvatore
2 1. Introduzione La seguente proposta di piano provinciale per la gestione dei rifiuti inerti è stata predisposta attraverso l acquisizione di notizie propedeudiche, fornite dai comuni, riguardanti tra l altro: il profilo demografico - territoriale di ciascun comune della provincia; la stima degli inerti provenienti dalle attività di demolizione e scavo; l individuazione delle aree degradate che possono essere oggetto di ripristino ambientale; ogni suggerimento utile per l ottimizzazione del piano; gli impianti di smaltimento già autorizzati e/o ancora da autorizzare, da parte dell ufficio territoriale per il governo, ai sensi dell ordinanza 2983/99. La scelta di coinvolgere in prima persona tutti i soggetti interessati alla gestione dei rifiuti inerti è nata dall esigenza comune di ovviare alla proliferazione sempre crescente di discariche abusive nel territorio provinciale attraverso l individuazione di punti di raccolta ottimali sia dal punto di vista economico che territoriale. L obiettivo è quello di minimizzare, per quanto possibile, la produzione di rifiuti inerti, massimizzare il recupero e il riuso degli stessi, individuando un adeguata rete di impianti di messa in riserva e di smaltimento definitivo, in sintonia con le reali esigenze dei comuni della provincia. 1
3 2. RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legislativo 05/02/97, n. 22 Decreto Ronchi Decreto Ministeriale 5/02/98 Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure di recupero ai sensi degli artt. 31 e 33 del D. Lgs. 5/02/97 n 22. Decreto Ministeriale 25/10/99 n 471 Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati ai sensi dell art.17 del D.Lgs 5/02/97 n 22. Decreto Legislativo 13/01/2003 n 36 Attuazione della Direttiva 1999/31/CEE relativa alle discariche di rifiuti. O.P.C.M. n del 31 maggio 1999, commissariamento della Regione siciliana per la predisposizione del piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate di cui all art. 22 del d.lgs. 22/97 e per la predisposizione di un piano di interventi d emergenza per la gestione dei rifiuti urbani nonché per la realizzazione degli interventi necessari per far fronte alla situazione di emergenza. Ordinanze n del 31/03/2000, 3072 del 21/07/2000 e n del 25/05/2001, che integrano e modificano la n in relazione alla situazione di emergenza determinatasi nella Regione siciliana per i rifiuti urbani, estesa anche ai rifiuti speciali. Il commissariamento è stato di recente prorogato con l ordinanza n del 22 marzo Norme UNI-CNR Norme CNR-UNI Costruzione e manutenzione di strade. Norma CNR-176 Requisiti di accettazione e posa in opera di misti granulati non legati, naturali o corretti. Norma CNR-139 Criteri e requisiti di accettazione degli aggregati impiegati nelle sovrastrutture stradali. Linee guida UNI Guida alla demolizione selettiva di opere edilizie e di ingegneria civile. Indicazioni progettuali ed esecutive. 2
4 3. Profilo demografico territoriale La provincia di Siracusa ha un estensione complessiva di Km 2, con una popolazione complessiva di circa abitanti distribuiti in ventuno comuni, come esposto nella tabella che segue Tabella 1 Dati demografici COMUNI NUMERO ABITANTI SUPERFICIE (Km 2 ) Augusta ,33 Avola ,26 Buccheri ,43 Buscami ,57 Canicattini Bagni ,11 Carlentini ,00 Cassaro ,40 Ferla ,77 Floridia ,22 Francofonte ,95 Lentini ,00 Melilli ,08 Noto ,00 Pachino ,00 Palazzolo Acreide ,27 Portopalo di Capo Passero ,86 Priolo Gargallo ,59 Rosolini ,15 Siracusa ,08 Solarino ,01 Sortino ,21 Il territorio provinciale è in parte montuoso, essendo attraversato dal massiccio Ibleo, in parte pianeggiante. Il massiccio Ibleo è caratterizzato da un litotipo calcareo con rocce permeabili che determinano una cospicua circolazione sotterranea e alimentano numerose sorgenti e le falde dei corsi d acqua. 3
5 La maggior parte della zona montana, per la ricchezza del patrimonio naturale ed archeologico, è sottoposta a vincolo paesaggistico da parte della Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali. Per contro la zona pianeggiante è caratterizzata dalla presenza di territori a spiccata vocazione agricola o turistica e in gran parte dal polo petrolchimico che si affaccia principalmente sulla rada di Augusta. Dal punto di vista viario i collegamenti sono assicurati dall asse attrezzato della S.S. 114, della S.S. 115 e della S.S. 113, mentre il collegamento fra le zone costiere ed i centri montani è assicurato dalla superstrada Mare Monti. 4. Produzione di rifiuti inerti Sono rifiuti inerti quelli che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa. I rifiuti inerti non si dissolvono, non bruciano, non sono soggetti a reazioni chimiche o fisiche, non sono biodegradabili e, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana. 4.1 Rifiuti provenienti dalle attività di costruzione, demolizione e scavo I rifiuti da costruzione, demolizione e scavo possono essere suddivisi in 3 categorie generali: - la frazione riutilizzabile, costituita da quegli elementi che possono essere riportati alla loro forma precedente e riconvertiti direttamente alla loro funzione originale; - la frazione riciclabile, costituita dagli scarti riciclabili o dai rifiuti che, sottoposti a termodistruzione forniscono energia. A differenza della frazione riutilizzabile, questa frazione non conserva né la forma né, tantomeno, la funzione originaria; - la frazione inutilizzabile, costituita dai componenti indesiderati presenti nel materiale da riciclare o dalle frazioni che contengono inquinanti da conferire in discarica o trattare separatamente Demolizione selettiva degli edifici Le strutture sono costituite da elementi diversi come travi, pilastri, piastre, profilati metallici, collegati tra loro mediante sistemi che ne assicurano staticità e rigidezza. Con la demolizione si realizza lo scopo di eliminare la vecchia costruzione il più velocemente ed economicamente possibile. 4
6 Anche lo smaltimento dei rifiuti prodotti nel cantiere, se non è svolto correttamente, ha costi rilevanti e quindi una separazione preliminare dei materiali può diventare economicamente vantaggiosa anche in rapporto all entità delle ammende previste dalla normativa vigente in caso di smaltimento illecito di rifiuti. Per questo le operazioni di demolizione, devono tendere all ottenimento di frazioni omogenee più agevolmente valorizzabili. In un processo edilizio la fase di costruzione è caratterizzata dalla massiccia presenza di materiali diversi ed eterogenei, quali legname per impalcature e ponteggi, plastiche, cartoni, metalli, imballaggi, sfridi di materiali sintetici (materiali isolanti in genere, impermeabilizzazioni, ecc.), materiali ceramici, residui di laterizi e calcestruzzi, mentre la fase di demolizione è caratterizzata dalla produzione di un rifiuto con composizione più omogenea e con cospicua presenza di laterizio e calcestruzzo. In quest ultimo caso occorre mettere in atto tecniche che vengono indicate con il termine generale di demolizione selettiva. Con il termine di demolizione selettiva, si intende l insieme di tecniche di smantellamento il cui scopo è quello di ottenere frazioni omogenee e valorizzabili, aumentando concretamente il livello di riciclabilità degli scarti generati sul cantiere di demolizione, qualunque sia la configurazione di partenza dell edificio, secondo un approccio che privilegi l aspetto della qualità del materiale ottenibile dal riciclaggio. Attraverso la demolizione selettiva si possono infatti isolare frazioni riusabili e/o riciclabili che consentono la valorizzazione degli scarti come materie prime secondarie. Tanto più omogeneo è il materiale ottenuto dalla demolizione, tanto più elevate sono le possibilità di sottoporlo ad adeguati trattamenti che ne facilitino il recupero e il successivo reimpiego. Riveste quindi particolare importanza, per consistenti interventi di demolizione, il progetto di demolizione (da coordinare opportunamente con il piano di sicurezza), che preveda la dettagliata descrizione dell edificio con l indicazione dei materiali presenti nelle strutture che andranno a costituire i rifiuti da demolizione in modo da poter individuare, per ognuno, la tecnica di smantellamento più adeguata. Interessante è a questo proposito la Guida alla demolizione selettiva (U ) elaborata da parte della Commissione Edilizia dell UNI; questa fornisce indicazioni progettuali ed esecutive per regolamentare il processo di demolizione delle opere edilizie e di ingegneria civile con lo scopo di prevenire la produzione, ridurre e valorizzare i rifiuti da costruzione e demolizione. 5
7 4.1.2 Produzione di rifiuti da costruzione, demolizione e scavo Nella provincia di Siracusa i rifiuti inerti provengono prevalentemente dalle attività di costruzione, demolizione e scavo. Di seguito viene riportata la stima della quantità di rifiuti inerti provenienti dalle attività summenzionate comunicate dai comuni della provincia. Inoltre, data la difficoltà oggettiva del reperimento dei dati dovuta all abusivismo edilizio e demolizioni incontrollate, si riportano anche i dati quantitativi prendendo come base la produzione di 0,6 t/ab., dato desunto, per la regione siciliana, da studi di settore condotte dal Ministero per l Ambiente. Tabella 2 Produzione media annua di inerti da attività di demolizione, costruzione e scavo Rifiuti inerti Rifiuti inerti desunti COMUNI NUMERO ABITANTI comunicati dai dal dato medio comuni annuale regionale (ton - mc) (ton.) Augusta Non quantificabile Avola Buccheri Buscemi mc 708 Canicattini Bagni mc Carlentini mc Cassaro mc 540 Ferla mc Floridia Francofonte Non quantificabile Lentini mc Melilli mc Noto Pachino Non quantificabile Palazzolo Acreide Portopalo di C. P Non quantificabile Priolo Gargallo Rosolini Non quantificabile Siracusa Non quantificabile Solarino Sortino mc TOTALI Stima presunta in mc/anno : Totale = mc 6
8 Grafico 1 Produzione di rifiuti inerti da costruzione, demolizione e scavo t/a Augusta Avola Buccheri Buscemi Canicattini B. Carlentini Cassaro Ferla Floridia Francofonte Lentini Melilli Noto Pachino Palazzolo A. Portopalo Priolo G. Rosolini Siracusa Solarino Sortino Assumendo che l 80% dei rifiuti inerti prodotti dalle attività di demolizione edilizia può essere recuperata, si riporta di seguito la quantità di inerti riciclabili in funzione della composizione media stimata in base a statistiche nazionali. Tabella 3 Quantità annue di rifiuti inerti recuperabili Tipologia % Totale (ton.) Quantità recuperabile Calcestruzzi Laterizi Asfalti Terra da scavo Metallo Varie Totale
9 4.1.3 Caratteristiche e campi d impiego dei rifiuti da demolizioni edilizie La forma di riciclaggio da perseguire per i rifiuti inerti da demolizioni edilizie consiste nel reimmettere i materiali di scarto in un nuovo processo produttivo. Attualmente tali materiali vengono inviati in discariche autorizzate oppure riutilizzati, senza trattamento, come sottofondi o riempimento. Quest ultima procedura risulta alquanto negativa sia sotto l aspetto tecnico (scarse caratteristiche geotecniche del materiale), che ambientale, a causa della presenza di vernici, materiale impermeabilizzante e coibentante. Premesso ciò, il riciclaggio del materiale proveniente dalle demolizioni edili deve essere rivolto essenzialmente alla frazione di calcestruzzo e laterizio presente nel rifiuto, finalizzato alla riduzione delle discariche di materiale inerte, alla riduzione del fenomeno dell abbandono incontrollato e a un valido riuso nei vari settori dell edilizia e dei lavori pubblici in genere Raccolta del materiale inerte Il sistema di raccolta più appropriato in relazione al servizio e al tipo di utenza è senz altro il centro comunale di raccolta (C.C.R.), piccoli impianti di stoccaggio aperti al pubblico. In questi centri i Comuni predisporranno dei siti dedicati al deposito temporaneo degli inerti per consentire ai piccoli imprenditori edili e a privati cittadini il conferimento, in orari programmati, del materiale di risulta di piccoli interventi di ristrutturazioni edili. I C.C.R. consentiranno notevoli risparmi ai fruitori concorrendo attivamente all eliminazione degli abbandoni incontrollati che deturpano siti, anche di notevole pregio paesaggistico. Per il materiale inerte prodotto dalle imprese medio/grandi e quello derivante dalle opere pubbliche si dovrà usufruire degli impianti di recupero o smaltimento autorizzati, o utilizzati in interventi di recupero ambientale come di seguito specificato. Gli inerti raccolti nei C.C.R. saranno regolarmente trasportati presso gli impianti di recupero o di smaltimento. Presso gli impianti di recupero saranno sottoposti ai trattamenti di selezione, vagliatura e frantumazione previste dal D.M. 05/02/1998 per essere riutilizzati in: - formazione di piazzali; - sottofondi stradali e per l edilizia civile ed industriale; 8
10 - calcestruzzi a bassa resistenza; - misti cementati per sovrastrutture stradali. Va comunque ricordato che per accertare l idoneità all uso degli aggregati riciclati occorre valutarne le caratteristiche prestazionali attraverso la verifica di conformità alle prescrizioni ed ai criteri di accettazione previsti dalle norme di legge e di buona pratica tecnica. Prima del reimpiego e della reimmissione sul mercato, gli inerti devono essere sottoposti ad opportuno trattamento che può essere effettuato con gruppi di frantumazione mobili o mediante impianti di trattamento e riciclaggio fissi. I gruppi mobili derivano dai tradizionali impianti di frantumazione degli inerti di cava, il loro utilizzo è motivato oltre che dal basso costo di acquisto dell attrezzatura, anche dal fatto che sono particolarmente adatti per lavorare grandi quantità di macerie da utilizzare in loco senza l assoluta necessità di avere una selezione delle varie materie che compongono l inerte nè un particolare assortimento delle granulometrie. Gli impianti fissi consentono, invece, l effettiva possibilità di trattamento dei detriti provenienti dalla demolizione ottimizzando il processo lavorativo anche dal punto di vista economico. In modo particolare gli impianti fissi, che sono in grado di estrarre il ferro, anche quello di aderenza migliorata, dai blocchi di cemento armato, e di separare le frazioni leggere non idonee, forniscono materiale idoneo ad essere riutilizzato nella produzione di misti cementati o magroni a bassa resistenza per opere in conglomerato cementizio. 4.2 Terre e rocce da scavo, materiali derivati da costruzioni stradali Per quanto riguarda i materiali di risulta degli scavi si ricorda che terre e rocce da scavo destinate all effettivo utilizzo per rinterri, riempimenti, rilevati e macinati sono escluse ai sensi dell art. 8 del D.lgs 22/97. Ciò vale anche per i materiali vegetali non contaminati da inquinanti in misura superiore ai limiti stabiliti dal decreto del Ministro dell ambiente 25 ottobre 1999, n. 471, provenienti da alvei di scolo ed irrigui, utilizzabili tal quale come prodotto. In ogni caso le terre e rocce da scavo sono contemplate al punto 7.31 del D.M. 05/02/98 per le seguenti operazioni di recupero mediante procedure semplificate: - industria della ceramica e dei laterizi; - utilizzo per recuperi ambientali di ex cave, discariche esaurite e bonifica di aree inquinate (il recupero è subordinato all esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal 9
11 quale secondo il metodo in allegato 3 al decreto ministeriale 5 febbraio 1998, ad esclusione del parametro COD). Per quanto riguarda invece i materiali stradali si ricorda che esistono ormai tecniche collaudate di riciclaggio a freddo delle pavimentazioni stradali che impiegano emulsioni di bitume (opportunamente addizionato con specifici prodotti ed una piccola percentuale di bitume nuovo) e consentono una notevole riduzione delle quantità di materiale da smaltire in discarica. 5. Impianti per il recupero e lo smaltimento Di seguito si riporta l elenco di impianti iscritti nel registro provinciale ai sensi dell art. 33 del D.Lgs. 22/97 per attività di recupero di rifiuti inerti. Tabella 4 - Impianti di recupero del materiale inerte COMUNI IMPIANTI DI RECUPERO ATTIVITA DI POTENZIALITÀ RECUPERO (Ton/a) Augusta BUZZI UNICEM - Megara Giannalena R5 R Augusta Riciclo s.r.l. C.da P.ta Cugno R Augusta Morello Sebastiano C.da Sabuci R5 R Augusta Aprile Giovanni C.da Tardara R5 R10 - R Ferla IBLAMBIENTE s.a.s. - C.da Fusco R Francofonte MOV.TER - C.da Roccarazzo R5 R Lentini Granulati Basaltici C.da Carmito R5 R10 - R Lentini Manganaro Mimmo Via Biviere R Melilli SMA.RI. C.da Petraro R Melilli Gestione Patrimoniale C.da Dominici R Noto Edile Garofalo C.da Bufaletti R5 R10 - R Pachino ECOINERTI s.r.l. C.da Campo Reale R Pachino MEDITERRANEA s.r.l C.da Corridore R Priolo SACCER s.p.a. S.P. 25 R5 R10 - R Priolo SICS C.da Mostringiano R5 R10 - R Priolo CON. PRI. s.r.l. C.da Balorda R5 R Priolo L.I.S.A. s.r.l. C.da Mostringiano R5 R Priolo Vinci Sebastiano C.da Palombara R5 R Rosolini CO.MER. s.r.l C.da Scardina R5 R Siracusa Siracusana Acciai C.da Biggemi R Siracusa Cappuccio Corrado C.da Carancino R5 R Siracusa F.M.G. s.r.l. C.da Targia R5 R Solarino La Rosa Salvatore C.da Maltese R Solarino Europe New Entry C.da Trigona R Totale
12 La capacità annua di recupero viene stimata in circa il 15% della potenzialità totale e quindi in mc Nella tabella seguente si riporta l elenco degli impianti autorizzati per lo smaltimento dei rifiuti inerti. Tabella 5 Impianti autorizzati per lo smaltimento di rifiuti inerti COMUNI IMPIANTI DI SMALTIMENTO CAPACITÀ (mc) Augusta So.e.m. Contrada Mendola Noto Coccimiglio Carmelo Contrada Pianete Totale Nella tabella seguente si riporta l elenco degli impianti la cui autorizzazione è in fase istruttoria presso l Ufficio Territoriale per il Governo della Provincia di Siracusa. Tabella 6 Impianti per lo smaltimento di rifiuti inerti in fase istruttoria COMUNI IMPIANTI DI SMALTIMENTO CAPACITÀ (mc) Pachino ECOINERTI C.da Campo Reale Siracusa Contrada Grottone Totale
13 Figura 2 Localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento di rifiuti inerti della Provincia di Siracusa Lentini Francofonte Carlentini Augusta Buccheri Ferla Sortino Melilli Cassaro Priolo Buscemi Solarino Floridia Palazzolo A. Siracusa Canicattini B. Avola Noto Rosolini Pachino Portopalo di C.P. Impianti di recupero Impianti di smaltimento autorizzati Impianti di smaltimento in corso di autorizzazione 12
14 6. Recupero ambientale delle aree degradate Nella provincia di Siracusa esistono 60 cave ufficialmente dismesse, e si arriva a un numero nettamente superiore se si considerano le attività abusive e le vecchie cave non censite. Le procedure di recupero ambientale previste dall art. 5 del D.M. 05/02/98 permettono la restituzione delle aree degradate ad usi produttivi o sociali, attraverso i cosiddetti rimodellamenti morfologici, facendo coesistere la corretta utilizzazione della risorsa mineraria con la tutela dell ambiente. Il recupero ambientale attraverso l utilizzo, per il rimodellamento geomorfologico di aree degradate, di talune specifiche tipologie di rifiuti inerti, rientra nelle procedure semplificate previste dall art. 33 del decreto legislativo 22/97. In questo caso le condizioni per il recupero ambientale sono: - i rifiuti non devono essere pericolosi; - il progetto di recupero deve essere approvato dall autorità competente; - deve essere effettuato nel rispetto delle norme tecniche e delle condizioni specifiche previste dal decreto ministeriale 5 febbraio 1998 per la singola tipologia di rifiuto impiegato nonché nel rispetto del progetto approvato; - l intervento deve essere compatibile con le caratteristiche chimico-fisiche, idrogeologiche e geomorfologiche dell area da recuperare. 13
15 Nella tabella che segue vengono riportate le aree degradate individuate dai singoli comuni della provincia. Tabella 7 Aree degradate individuate dai comuni COMUNI Augusta Avola Buccheri Buscemi Canicattini Bagni Carlentini Cassaro Ferla Floridia Francofonte Lentini Melilli Noto Pachino Palazzolo Acreide Portopalo di C. P. Priolo Gargallo Rosolini Siracusa Solarino Sortino AREE DEGRADATE Cave dimesse di C.da Mendola e Castelluccio Discariche esaurite c.da Nicolella-Baglio e c.da Cimunia-Calderaro Discarica R.S.U. c.da Casalgeraldo, c.da Piana S. e c.da Roccata Discarica comunale esaurita (non meglio specificata) Cava Ordirei Cave dimesse in c.da San Leonardo Soprano Non specificata Grande area (non meglio specificata) Cave artificiali in c.da Cava Mulinello e discariche esaurite di c.da Raina vallone del Pero e Poggio Tre Pizzi Molte aree degradate (non meglio specificate) Cave artificiali in c.da Abbandonato e discarica in c.da Armicci Vecchie cave (non meglio specificate) Cave dismesse di c.da Villa Vela, Porcari, Spineta, S. Giovanni Lo Vecchio e Santa Chiara Molte aree (non meglio specificate) Cave artificiali in c.da Fondi e discariche esaurite in c.da Timpa di Corvo Non specificate Non specificate Non specificate Non specificate Non individuate Piccola cava dismessa non meglio specificata 14
16 7. Obiettivi Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono: - incentivare le iniziative volte alla riduzione dei rifiuti inerti a monte della produzione prevedendo l apposito progetto di demolizione selettiva per ogni edificio da demolire e/o ristrutturare; - individuare in ciascun C.C.R. comunale un area dedicata a deposito temporaneo degli sfabbricidi provenienti dall attività di demolizione, costruzione e scavo dell area urbana di modo che gli stessi possano essere successivamente convogliati alle fasi di lavorazione finalizzate al recupero e/o riciclaggio; - incentivare il recupero ambientale delle aree degradate secondo i criteri fissati dalla normativa vigente. Per ottimizzare la gestione delle discarica per inerti, sarà opportuno conferire nelle stesse solo la quota parte dei rifiuti non più riutilizzabile, prevedendo di convogliare agli impianti di recupero tutto il materiale idoneo alla lavorazione. 8. Conclusioni E stata stimata in circa mc/anno la produzione di rifiuti inerti dei comuni in base alle dichiarazioni prodotte dagli stessi, come già detto in premessa. Si aggiunga a ciò la quantità media dei rifiuti inerti prodotti dal polo industriale che è quantificabile in circa mc/anno (dati APAT: 1998, 1999, 2000, 2001). Si deduce che, a fronte di una produzione media annua complessiva di circa mc, risulta una capacità impiantistica di smaltimento di circa mc, che consente un autonomia di circa 8 anni. Si deve considerare inoltre che la capacità impiantistica di recupero, stimata in circa mc/anno, abbatte notevolmente la quantità di rifiuti inerti da smaltire in discarica. Sulla base delle superiori premesse sarà necessario prevedere in ciascun C.C.R. una sezione appositamente dedicata al conferimento di rifiuti inerti provenienti dall attività di costruzione e demolizione edilizia dell area urbana. 15
17 Tutto ciò è finalizzato all abbattimento dei costi di trasporto a carico delle piccole e medie imprese che operano nel settore dell edilizia. In questo modo si ovvierebbe anche all annoso e ormai incontenibile problema dello smaltimento abusivo degli inerti abbandonati anche in aree di notevole pregio paesaggistico. 16
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