PIANO MUNICIPALE PER L AFFIDAMENTO FAMILIARE. Anno 2011
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1 Allegato n. 1 PIANO MUNICIPALE PER L AFFIDAMENTO FAMILIARE Anno 2011 Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 1
2 PIANO DI SOSTEGNO PER L AFFIDAMENTO FAMILIARE (Deliberazione della Giunta Regionale del 6 Luglio 2009 n. 501) PREMESSA L affidamento familiare per minori è regolato dalla Legge 4 maggio 1983, n. 184, modificata e integrata dalla Legge 28 marzo 2001, n La scelta dell affido si fonda dunque su alcuni elementi: la realizzazione degli interventi di sostegno e di aiuto a minori in difficoltà la diagnosi di inidoneitàdelle famiglie di origine; la prognosi di temporaneitàdel progetto di affido. L affidamento familiare è inteso come intervento assistenziale temporaneo in quanto il principio informatore della Legge è il diritto del minore ad essere mantenuto, istruito ed educato nella propria famiglia. Laddove ciò non sia possibile, il minore è affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l educazione, l istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno; l inserimento del minore in una comunità di tipo familiare è consentito soltanto quando non può realizzarsi l affidamento a terzi. Gli Enti locali, titolari delle funzioni di servizio sociale, hanno un ruolo centrale come soggetti della pianificazione territoriali, nonché erogatori di prestazioni e servizi e sono, pertanto gli organismi che decidono sulle iniziative da attuare in favore dei minori con problematiche sociali. Nel caso dell affidamento familiare, il Comune può prevedere l erogazione di un contributo economico che copra le spese per il mantenimento, l istruzione e quant altro si renda necessario per il minore. La Regione Lazio, con Deliberazione di Giunta Regionale del 6 luglio 2009 n. 501, ha approvato i criteri e le modalità per l assegnazione e l utilizzo delle risorse per il sostegno alle famiglie affidatarie di minori. Con la suddetta D.G.R. si intende dare continuità, ma anche perfezionare i processi di pianificazione del sistema integrato di interventi e servizi sociosanitari con riferimento agli obiettivi strategici, agli strumenti realizzativi e alle risorse da attivare, per garantire il diritto del minore alla famiglia. Con questo provvedimento, la Regione vuole continuare a sostenere i Comuni nell incentivazione dell istituto dell affido familiare con forme di sostegno alle famiglie affidatarie attraverso la pianificazione e l attuazione del Piano Distrettuale per l Affidamento Familiare che è lo strumento fondamentale attraverso cui i Municipi disegnano il sistema integrato di interventi e servizi sociosanitari, con riferimento agli obiettivi strategici, agli strumenti realizzativi e alle risorse da attivare, per garantire il diritto del minore alla famiglia attraverso una équipe competente multidisciplinare. Il Piano Distrettuale per l Affidamento Familiare si compone di un documento denominato Piano per il Sostegno Finanziario per l Affidamento Familiare e di un documento denominato Piano dei Progetti per l Affidamento Familiare Piano per il Sostegno Finanziario per l Affidamento Familiare: il 4 comma dell art. 5 della legge 184 che stabilisce che Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell ambito delle proprie competenze e nei limiti delle disponibilità finanziarie dei rispettivi bilanci, intervengono con misure di sostegno e di aiuto economico in favore della famiglia affidataria. A favore della famiglia affidataria sono previsti due tipologie di Aiuti economici: l assegno di base e il sussidio integrativo. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 2
3 L assegno di base è una misura di sostegno forfettaria a favore degli affidatari per contribuire alle spese relative e alle prestazioni di ogni natura fornite dagli stessi al minore in affido. E attribuita a tutte le famiglie affidatarie, senza alcun riferimento alla situazione reddituale delle stesse. Il sussidio integrativo è una misura di sostegno aggiuntiva rispetto a quella dell assegno base che si realizza quando, in relazione al minore in affido, ricorrano situazioni particolari come: Situazioni complesse, per problematiche di natura fisica, psichica e sensoriale che comportino spese rilevanti per la famiglia o la persona affidataria; Spese straordinarie di natura medica non erogate o parzialmente erogate dal Servizio Sanitario Regionale; Spese di natura scolastica. Beneficiari: I beneficiari dei finanziamenti previsti nel piano di intervento distrettuale per l affidamento familiare sono tutte le famiglie affidatarie di minori, per i quali esiste un atto di affidamento della competenza Autorità Giudiziaria. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 3
4 PIANO FINANZIARIO Municipio Roma 19 Scheda dati del Piano municipale per il sostegno finanziario alle famiglie affidatarie (periodo 1 gennaio 31 dicembre 2011) Referente tecnico amministrativo: Dott. Fulvia Flavioni Ass.Sociale Dott. Isabella Palmieri Ass.Sociale Istr.AmministrativoSig.ra Federica Cataldi Telefono: 06/ / / Fax: 06/ fulvia.flavioni@comune.roma.it isabella.palmieri@comune.roma.it federica.cataldi@comune.roma.it 1) Relazione sintetica sullo stato dell affido a) Minori in affido n. 39 b) Servizi sociali e operatori che operano nell affido : Municipio Roma 19, Asl Rm E Aera Materno Infantile e Autorità Giudiziaria c) Famiglie di origine : n. 28 d) Famiglie affidatarie: n. 32 e) Operatori nel terzo settore attivi nel settore dell affido *: 2) Progetti in corso Centro Famiglie Il Giardino Blu Progetto Piano Regolatore Sociale Municipale Municipio Roma 19 che ha tra gli obiettivi affiancare il Servizio Sociale del Municipio per il sostegno all affidamento familiare 3) Dati statistici (alla data del 31/12/10) a) numero totale dei minori dati in affidamento comprensivo dei minori in strutture (totale di b + c) n. 74 b) numero totale dei minori dati in affidamento alle famiglie affidatarie n. 39 c) numero totale dei minori in affidamento alle strutture in casa famiglia n.31 tot. in gruppi appartamento n. : 4 4) Preventivo delle risorse da impegnare per gli assegni di assistenza di base ,00 (come da Deliberazione della Giunta Municipale 378/09 che determina entità e natura dei contributi per gli affidatari) Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 4
5 5) Preventivo delle risorse da impegnare per i sussidi integrativi 6) Criticità esistenti per l affido ,00 Carenza risorse disponibili per l affido Carenza risorse per il sostegno( famiglie di appoggio) Attività di sensibilizzazione frammentarie e a volte scarsamente efficaci ed efficienti a causa della scarsità di risorse economiche. 7) Note Note per la compilazione piano sostegno finanziario 1) Relazione sintetica sullo stato dell affido 1a) indicare il numero degli affidi attivi al momento della compilazione della presente scheda; 1b) indicare quali servizi sociali pubblici oltre al servizio sociale municipale gestiscono in coordinamento attività per l affido familiare (materno infantile, consultorio ecc ) Indicare anche il numero di operatori pubblici coinvolti anche se a tempo parziale; 1c) indicare il numero delle famiglie di origine al momento della compilazione della presente scheda 1d) indicare il numero delle famiglie affidatarie al momento della compilazione della presente scheda 1e) indicare, se esistenti, il numero di operatori del terzo settore che anche a tempo parziale intervengono nelle politiche per l affido (sempre alla data della compilazione della presente scheda) 2) Progetti in corso Riportare, se esistenti, i progetti che investono in qualche modo anche le politiche per la promozione dell affido in corso nel territorio del municipio, con indicazione del nome del progetto, una breve descrizione, il finanziamento complessivo, l ente finanziatore e la tipologia di utenza destinataria dei servizi realizzati dal progetto. Ricomprendere in questa sede anche se operanti solo parzialmente nelle politiche per l affido, i vari progetti 285/97 (Centri famiglie ecc). Queste notizie raccolgono solo elementi di natura statistica e non incidono sulla possibilità di ottenere o meno il finanziamento per specifici progetti. 3) Dati statistici Questi dati, a differenza di quelli richiesti al punto 1 della scheda, sono da considerarsi alla data del 31 dicembre ) Preventivo delle risorse da impegnare per gli assegni di assistenza di base Il totale dei fondi necessari a coprire la spesa per gli assegni di base, deve essere determinato sulla base dell'a Deliberazione di Giunta Municipale n. 378/09. Quindi sarà calcolato moltiplicando la cifra sopraindicata per 12 mesi per il numero dei minori attualmente in affido come riportato al punto 1a) 5) Preventivo delle risorse da impegnare per i sussidi integrativi Indicare, se preventivate ed in base alla presenza di interventi in tal senso, l ammontare dei sussidi integrativi per i quali si ritiene di essere in grado di produrre documentazione giustificativa. La documentazione giustificativa è omessa solo per il sussidio integrativo previsto per i casi di problematiche complesse. Si ricorda che tale sussidio (introdotto a partire da questo anno) è stabilito, anche nella sua quantificazione dal servizio sociale che dispone l affido, deve essere indicato nel progetto educativo individuale ed è soggetto a verifiche e revisioni periodiche. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 5
6 6) Criticità esistenti per l affido Segnalare in questo spazio eventuali criticità esistenti per lo sviluppo degli interventi per una piena realizzazione dell affido familiare. PIANO PROGETTUALE PER IL REPERIMENTO DI RISORSE PER L AFFIDAMENTO FAMILIARE (Piano Di Sensibilizzazione) Municipio Roma 19 Piano municipale del Progetto per l Affidamento Familiare Referente tecnico amministrativo: Dott. Fulvia Flavioni, Ass. Sociale Dott. Isabella Palmieri, Ass. Sociale I.A. Federica Cataldi Telefono: 06/ / / Fax: 06/ fulvia.flavioni@comune.roma.it isabelpalm@yahoo.it federica.cataldi@comune.roma.it Municipio ROMA 19 Tabella Riassuntiva del Progetto di Sensibilizzazione n. Nome del progetto 1 Amici di Famiglia Breve descrizione Un gruppo di volontari (singoli o famiglie), denominati più comunemente famiglie di appoggio, da individuare e formare, con il supporto tecnico di esperti del privato sociale e sotto la responsabilità e la regia del servizio sociale professionale, sostiene il percorso di autonomia delle famiglie di origine. L iniziativa costituisce un tentativo di sperimentare sul territorio del 19 alcune prassi di sostegno attuate in altri comuni italiani. Importo Tipologia progettuale (vedi Note per la compilazione) A B X C X D X E 1) Nome del progetto AMICI DI FAMIGLIA Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 6
7 2) Descrizione del progetto 3) Analisi del contesto territoriale e dei bisogni da soddisfare con il progetto Il progetto, in sintesi, mira a sperimentare una forma di accompagnamento delle famiglie d origine dei minori in affidamento familiare (sia intra, che eterofamiliare) attraverso il supporto aggiuntivo di volontari famiglie di appoggio provenienti dal territorio di riferimento. I volontari, individuati attraverso la rete del privato sociale, saranno formati e seguiti da un gruppo misto di esperti del Servizio Sociale municipale e del Centro Famiglia. I volontari famiglie di appoggio parteciperanno poi alla realizzazione dei progetti di affidamento, all interno di una progettualità condivisa tra le parti coinvolte. L iniziativa di seguito descritta prende spunto da: un profondo bisogno del servizio sociale municipale di dedicare maggiori risorse al sostegno delle famiglie di origine per il conseguimento degli obiettivi dell affidamento; la difficoltà a reperire tali risorse, in una cornice generale di riduzione dei fondi a disposizione; la possibilità di arricchire gli interventi sulle famiglie di origine con una maggiore partecipazione della rete del privato sociale; il confronto con le esperienze simili di altri territori, quali Famiglie solidali di Cremona, Vicinanza Educativa di Vicenza, Famiglia che sostiene Famiglia di Torino, Famiglia di Sostegno di Ancona, Famiglia e accoglienza di Parma (fonte: Coordinamento Nazionale Servizi per l Affido ) 4) Finalità, obiettivi e risultati attesi Il Municipio quindi intende dedicare all affido uno spazio suo proprio, all interno ed in sinergia con il Centro per le Famiglie esistente già su questo territorio (Piano di Zona Municipale Fondi 328/2000), ma come elemento propulsore e con una attività dedicata indipendente, che possa allo stesso tempo costituire un servizio nel servizio. La finalità generale è costituita dall intenzione di rinforzare il sostegno alla famiglia di origine attraverso una maggiore partecipazione del territorio. Gli affidamenti saranno condotti con progetti condivisi tra famiglia di origine, servizio sociale professionale, operatori del privato sociale e volontari famiglie di appoggio. Questi ultimi saranno individuati all interno del territorio con la collaborazione dell associazionismo locale, saranno formati da un gruppo di lavoro misto (municipio/privato sociale) ed infine coinvolti in attività di supporto alla famiglia di origine, mirati a rendere più autonomo il nucleo con un aiuto attraverso azioni quotidiane, anche di tipo organizzativo, mirate sia al rientro del minore dall affidamento, sia ad attivare forme di affido part time e che permettono di far fronte ad alcune difficoltà, come ad esempio: accompagnare o riprendere un minore da scuola o ad attività del tempo libero, accudire un minore per alcune ore, ecc.; la spesa settimanale, il pagamento di scadenze, l accompagnamento dei minori a visite mediche, ecc.; apprendimento di abilità (saper cucinare, svezzare un bambino, gestione economica, trovare casa, ecc.); conoscenza e inserimento dei minori in attività del territorio; sostegno nell ambito scolastico; sostegno alla relazione con altri bambini. L azione dei volontari avviene all interno di una progettualità condivisa tra le varie parti coinvolte: la famiglia di origine, il servizio sociale professionale, gli esperti del privato sociale (educatori e psicologi) e ovviamente i volontari famiglie di appoggio. Questi ultimi, non essendo tecnici, potranno costituire per la famiglia Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 7
8 di origine un elemento più paritario di relazione e quindi avere una possibilità in più di ottenere fiducia e collaborazione, offrendo confronto ed ascolto, come spesso succede con gli amici di famiglia. La figura del volontario inoltre esprime una possibilità maggiore di allacciare la famiglia di origine al territorio in cui vive, stimolando la costruzione e la frequentazione di una rete, anche laddove non ci sono legami parentali o amicali significativi. Infine, il coinvolgimento del volontariato costituisce un fattore di sensibilizzazione indiretta del territorio. Il volontario, svolgendo la sua azione, porta sul proprio territorio e nella propria rete una esperienza significativa che può diventare veicolo e promotore di ulteriore interessamento di altre persone con cui è in relazione, ottenendo in pratica un effetto indiretto di sensibilizzazione. I risultati attesi sono quindi costituiti da: a) in generale, il miglioramento delle capacità genitoriali delle famiglie di origine, fino al rientro dei minori affidati; b) in particolare, il maggiore coinvolgimento della rete locale e la percezione della famiglia di origine di essere all interno di una comunità di pari. 5) Organizzazione del progetto 6) Descrizione delle attività progettuali nelle fasi realizzative Il Progetto viene eseguito con affidamento a terzi, in raccordo funzionale con gli operatori del Municipio e della Asl Rm E titolari del progetto di affido e con i Referenti Istituzionali municipali per l Affido. Il Progetto potrebbe essere un estensione del Progetto Centro per le Famiglie che già in piccola parte assolve tale compito (progetto già contenuto nel Piano Regolatore Sociale del Municipio (Legge 328/2000) L organizzazione operativa sarà delineata all interno di una progettazione specifica più ampia, come indicato anche dalle note per la compilazione della presente scheda (vedi alla fine). Il progetto si svolge con le seguenti fasi: PRIMA FASE: MAPPATURA, CONTATTO E VALUTAZIONE EX ANTE (da 2 a 4 mesi). Questa costituisce la fase di avvio, in cui si costituisce un gruppo di progetto (formato dai referenti municipali per l affido e dal coordinamento del Centro per le Famiglie) che stende una progettazione operativa. L équipe così formata traccerà una mappatura delle organizzazioni del territorio (afferendo a banche dati già esistenti o alla rete del privato sociale). A quel punto il coordinamento del Centro per le Famiglie si occuperà di apprendere la disponibilità dei volontari famiglie di appoggio a collaborare. La partecipazione sarà formalizzata in un protocollo d intesa tra la capofila dell ATI che gestisce il Centro per la Famiglia e le organizzazioni coinvolte. I volontari disponibili saranno incontrati e selezionati dal coordinamento del Centro. Inoltre lo stesso si occuperà di definire, in accordo con i referenti municipali, alcuni strumenti concettuali ed operativi che possano costituire una traccia per l orientamento valutativo dell iniziativa in itinere ed ex post. SECONDA FASE: FORMAZIONE DEI VOLONTARI (da 1 a 2 mesi) Le persone individuate saranno formate alla tematica dell affido, alla relazione d aiuto, all ascolto attivo e ad ogni altro tema d interesse che possa interessare, per un coinvolgimento attivo e competente nel progetto. Il gruppo di progetto sopra indicato, sostenuto da operatori dell equipe del Centro per le Famiglie, definirà temi e tempi e svolgerà la formazione pertinente. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 8
9 TERZA FASE: CONDIVISIONE, ATTUAZIONE E VALUTAZIONE IN ITINERE DEI PROGETTI (12 mesi). Ogni caso di affido, già attivo o in avvio, utilizzerà un progetto condiviso tra referenti istituzionali del caso, operatore di sostegno del Centro Famiglie, famiglia di origine e volontario famiglia di appoggio. Il progetto avrà l obiettivo di fornire strumenti e competenze ai genitori per migliorare le loro competenze genitoriali e personali di cura e di relazione, condizione necessaria per il rientro del minore oper l affido part time. Il progetto specificherà quindi gli obiettivi concreti, i tempi, le responsabilità e manterrà un diario di bordo dove l operatore di sostegno del Centro Famiglie registrerà le informazioni di interesse per conoscere l andamento del caso. L operatore di sostegno del Centro Famiglie costituirà anche l esperto di riferimento del volontario impegnato sul caso, in una forma di tutoraggio/supervisione. Periodicamente saranno svolte dal gruppo di progetto e degli operatori impegnati alcune riunioni di aggiornamento condiviso, che costituiranno per i volontari anche momenti di formazione in progress e, per il progetto, una forma di valutazione in itinere. QUARTA FASE: RESTITUZIONE E VALUTAZIONE FINALE (2 mesi). In questa fase il gruppo di progetto discute e raccoglie i risultati emersi, alla luce dell orientamento valutativo delineato nella prima fase. Oltre ai dati quantitativi desumibili dai diari di bordo, saranno raccolti dati qualitativi attraverso interviste semistrutturate o focus group, documentabili anche in video. L insieme dei risultati sarà raccolto in un unico documento, che sarà presentato in un momento pubblico che descriverà inoltre l intero svolgimento del progetto. 7) Tempi di realizzazione 8) Criteri e modalità di valutazione e relativi indicatori ed obiettivi target I tempi progettuali varieranno dai 17 ai 20 mesi, comunque a partire dalla data effettiva dell approvazione del Progetto da parte della Regione Lazio. Il Progetto potrà pertanto essere oggetto di rivisitazione in relazione all effettivo periodo di inizio. La valutazione del progetto aderisce ad un orientamento partecipato e costruttivista, dato che non intende prescindere dall influenza che fattori di contesto generale e di operatività locale possono avere sui criteri di valutazione dello stesso. Si preferisce rimandarne la definizione alla prima fase del progetto. Posto che il criterio dell efficacia (inteso come raggiungimento degli obiettivi dei progetti di affido) è considerabile come il principio guida dell intera valutazione, questa si presenta con una divisione della valutazione in tre tempi: 1. ex ante, per allineare tra loro le possibili rappresentazioni del fenomeno e delle modalità di intervento che le parti coinvolte possono avere; 2. in itinere, per consentire un progressivo adattamento a condizioni e situazioni che possono emergere in corso d opera; 3. ex post, per assicurare uno spazio in cui tutto l intervento venga rivissuto e riportato, dove sia condivisa la natura e la rappresentazione del risultato raggiunto e che infine consenta una rintracciabilità e una visibilità dell impatto ottenuto. L obiettivo target è costituito, in sintesi, dal rientro in famiglia dei minori affidati o nell attivazione di affidamenti part time. Il numero dei minori seguiti dal progetto è dipendente dalle risorse disponibili (in termini di persone e finanziarie) e non indicabile qui. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 9
10 Come indicatore, al momento sono ipotizzabili: N di minori seguiti nel progetto/n totale di minori in affido N di minori seguiti nel progetto e rientrati in famiglia/n di minori seguiti nel progetto. 9) Costi a) spese per il personale ,00 b) spese per materiali 1.500,00 c) spese per servizi 3.000,00 d) spese di gestione del progetto 5.500,00 totale preventivato ,00 La descrizione dei costi sarà ulteriormente dettagliata allorquando saranno attribuite le relative risorse. Come infatti indicato dalle note per la compilazione (vedi alla fine) il piano dei costi qui presentati deve essere esclusivamente indicativo, finalizzato alla rendicontazione ma suscettibile di ribasso e riconfigurazione in ragione delle risorse assegnate. Note per la compilazione delle schede per il piano dei progetti: Il presente piano si compone di una prima pagina nella quale sono sinteticamente riportati i dati desunti dalle varie schede progettuali di cui alla/e pagina/e successive. La scheda di progetto a pagina 2 va ovviamente moltiplicata per il numero dei progetti che si intende proporre. Entrambi i form fermo restando il contenuto previsto possono essere ampliati in base alle necessità di spazio occorrente alla compilazione dei vari campi presenti. Considerata la prescrizione riportata nell allegato della Deliberazione regionale 501/2009 è necessario che tutti i campi riportati siano compilati integralmente a pena di decadenza della proposta progettuale. La scheda progettuale così compilata potrà costituirsi quale utile strumento per una proposta progettuale più completa nella eventualità di una attribuzione di fondi. Tabella delle tipologie progettuali A B C D E Tipologia progettuale progetti per informare, sensibilizzare, orientare la cittadinanza rispetto i temi dell affido e i servizi territoriali presenti sul territorio di riferimento; progetti di formazione, sostegno e aggiornamento, anche attraverso gruppi di mutuo aiuto, rivolti alle famiglie affidatarie, alle famiglie d origine, agli operatori dei servizi progetti per attività di sostegno e recupero delle capacità genitoriali delle famiglie di origine progetti per la programmazione, verifica, riflessione tecnica e documentazione sulle attività svolte e sulla qualità dei progetti e dei servizi erogati; progetti sperimentali dedicati a particolari esigenze dei minori in affidamento familiare (adolescenti, patologie sanitarie, stranieri, minori maltrattati etc.). INFORMAZIONI per la compilazione dei campi delle schede progetto Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 10
11 1) Nome del progetto Individuare un titolo sintetico sulla base della descrizione e delle azioni del progetto stesso, lo scopo è di identificare il progetto. 2) Descrizione del progetto Descrivere sommariamente cosa si vuole fare (esempio: costituzione di un gruppo di mutuo aiuto per. ecc), definendo e caratterizzando l'idea centrale di ciò che sivuoie fare. 3) Analisi del contesto territoriale e dei bisogni da soddisfare con il progetto Indicare in che situazione sociale si va ad agire, giustificare le ragioni per le quali si promuove il progetto e illustrare i bisogni che possono essere soddisfatti con il successo del progetto medesimo. 4) Finalità, obiettivi e risultati attesi Indicare perché si fa, qual è la finalità ultima. Indicare gli effetti (obiettivi) che si intendono raggiungere con la realizzazione del progetto e i risultati specifici (che saranno poi l indicatore principale per la valutazione) classificati come materiali prodotti e/o servizi prestati. 5) Organizzazione del progetto Indicare come si intende procedere per la materiale esecuzione del progetto: in house, con affidamento a terzi, quale possibile estensione di progetti già attivi nel piano di zona. (quest ultima opzione giustifica l affidamento diretto anche in relazione alla esiguità delle risorse a disposizione). 6) Descrizione delle attività progettuali nelle fasi realizzative L'esecuzione di qualsiasi progetto presuppone una serie di attività e implica la realizzazione di un insieme di compiti concreti. Descrivere quindi le azioni previste, la loro esecuzione sequenziale ed integrata attraverso la quale si intendono raggiungere le mete e gli obiettivi proposti nel progetto. 7) Tempi di realizzazione Indicare sommariamente la durata del progetto, la calendarizzazione delle diverse attività. In questa sede non si devono indicare date, in quanto l avvio del progetto è subordinato alla disponibilità delle risorse finanziarie 8) Criteri e modalità di valutazione e relativi indicatori ed obiettivi target Indicare con quali criteri si valuterà l efficacia del progetto, la titolarità della valutazione e individuare gli indicatori anche sulla base di quanto descritto al precedente punto 4 9) Costi La composizione dei costi cosi come articolata con i vari punti a) b) c) d) è indicativa ed è formulata con attenzione alle necessità della successiva rendicontazione del progetto. Ovviamente se il progetto si sviluppa in house sono da escludere i costi relativi ai punti a) e d). Il costo complessivo indicato a totale costituisce indicazione massima della spesa da sostenere eventualmente suscettibile al ribasso in ragione della quantità delle risorse finanziarie e della rimodulazione delle azioni ammesse al progetto. Municipio Roma 19 P. S. M. 2011/2015 Pagina 11
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