Diagnosi e miglioramento dell efficienza energetica

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1 10 Diagnosi e miglioramento dell efficienza energetica EFFICIENZA ENERGETICA MOTORE DELLO SVILUPPO? Ettore Piantoni Convenor CEN/CLC JWG 3 Energy management and related services The EU policy: Where are we today? Greenhouse Energy Renewables in gas levels consumption energy mix -20% -20% ca % achieved 100% FIGURA 1? Energy +20% ca % achieved L inizio del 2013 ha certamente dato un rinnovamento al mercato dell efficienza energetica con due nuovi provvedimenti, uno europeo pubblicato il 14 novembre 2012 sull Official Journal dell Unione Europea Direttiva 2012/27/EU (Energy Efficiency Directive, EED) ed uno italiano, il Decreto ministeriale 28/12/2012 (Determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione dell energia elettrica e il gas per gli anni dal 2013 al 2016 e per il potenziamento del meccanismo dei certificati bianchi). Entrambe i documenti nascono dalla esigenza di conseguire gli obiettivi europei e nazionali nel 2020 e di concentrare le attività dei prossimi anni su quel traguardo ancora lontano dal suo possibile conseguimento. Come riportato in fig. 1 e 2 (Fonte Paula Rey García - DG Energy, European Commission - CEN CENELEC Sector Forum Energy Management 4/4/13) gli obiettivi al 2020 del 20% di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e di riduzione del 20% di emissione dei gas ad effetto serra, sono già stati conseguiti o prossimi ad esserlo nei prossimi anni. La riduzione dei consumi di energia, complice la crisi economica, ha reso possibile il loro conseguimento con anni di anticipo rispetto al target fissato. Il valore di MToe al 2020, corrispondente al 20% di riduzione dei consumi o aumento dell efficienza energetica, resta invece ancora un traguardo lontano dall essere conseguito. I valori tendenziali, riportati in fig. 3 mostrano che senza obblighi cogenti e con nuove iniziative da promuovere e realizzare, questo obiettivo non sarà conseguito. In quest ottica anche se la direttiva europea dovrà essere recepita dagli Stati Membri entro il 15 luglio 2015, è già efficace e le obbligazioni contenute nel testo anticipano la data di recepimento stessa. I principali adempimenti possono essere riassunti in: Dal 1 gennaio 2014 i soggetti obbligati, identificati dagli Stati Membri (distributori di energia elettrica, gas naturale o società di vendita), devono ridurre i consumi di energia negli usi finali di almeno lo 1,5% annuo rispetto alla media dei tre anni precedenti il 1 gennaio FIGURA 2 100% 80% 60% 20% Industry Transport Power Buildings generation Energy Unrealised energy efficiency potential Realised energy efficiency potential Two-thirds of the economic potential to improve energy efficiency remains untapped in the period to 2035 (IEA WEO 2012)

2 IL CTI INFORMA 11 Encouraging recent developments but more results in the '2014 progress review' *Gross inland consumption minus non-energy uses FIGURA 3 Energy Dal 1 gennaio 2014, il 3% annuo della superficie degli edifici governativi (maggiore di 500 m2) deve essere riqualificata con contratti di servizi energetici). La Pubblica Amministrazione deve promuovere ed adottare contratti di servizio di efficienza energetica con garanzia di risultato (EPC, Energy Performance Contracting). Entro il 5 dicembre 2015 le grandi imprese devono avere eseguito il primo audit energetico e pianificato il programma di implementazione degli interventi identificati nella diagnosi stessa. Gli audit devono essere ripetuti almeno ogni quattro anni. In alternativa le organizzazioni possono implementare un sistema di gestione dell energia (ISO o equivalente). Per le piccole e medie industrie gli Stati Membri devono definire programmi di promozione e sviluppo dell efficienza energetica con adeguati strumenti di incentivazione. Entro il 31 dicembre 2014 gli Stati Membri devono definire gli schemi di accreditamento, qualifica e certificazione per i fornitori di servizi energetici, di diagnosi energetiche, per gli Energy Managers e per gli installatori di apparecchiature energetiche negli edifici. Entro il 31 dicembre 2016 devono essere installati sistemi di misurazione dell energia termica/frigorifera per unità abitativa. Dal 1 giugno 2014 i nuovi impianti di produzione elettrica o termica, con potenza termica immessa superiore a 20 MWt devono essere verificati per la potenziale applicazione di una cogenerazione ad elevato rendimento. Una lettura attenta dei vari articoli della direttiva evidenzia una stretta correlazione tra le necessità, gli adempimenti previsti ed una serie di strumenti normativi che gli enti di normazione europei, grazie alla lungimirante azione italiana che spinse il CEN a lavorare su queste tematiche fin dai primi anni 2000, hanno messo a disposizione di tutti gli operatori per assolvere alle obbligazioni della direttiva. Tra questi strumenti, i più importanti a livello europeo sono ad oggi costituiti dalle norme seguenti: UNI CEI EN ISO sui sistemi di gestione dell energia; UNI CEI EN sui servizi di miglioramento dell efficienza energetica; UNI CEI EN sulle diagnosi energetiche (integrata poi dall UNI CEI/TR 11428); UNI CEI EN sulle metodologie di benchmarking per l efficienza energetica; UNI CEI EN sulle metodologie di calcolo dei risparmi e dell efficienza energetica con approccio Topdown e Bottom-up. A queste però, grazie all attività del CTI, in collaborazione con il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), sono state affiancate le due seguenti fondamentali norme nazionali, oltre al citato Rapporto Tecnico UNI CEI/TR sulle diagnosi energetiche: UNI CEI sugli esperti in gestione dell energia; UNI CEI sulle società di servizi energetici (ESCo). La direttiva prevede inoltre obblighi di comunicazione da parte degli Stati Membri a tutti gli operatori di mercato, attraverso delle liste aggiornate di fornitori di servizi qualificati (energy auditors, fornitori dei servizi di efficienza energetica, esperti di gestione dell energia) al fine di favorire uno sviluppo sostenibile del mercato dell efficienza energetica, per conseguire l obiettivo al Particolare attenzione viene inoltre fornita agli obblighi di comunicazione verso le banche e gli istituti finanziari per favorire l accesso al credito e al finanziamento tramite terzi di progetti di efficienza energetica. È un aspetto, quello della comunicazione e della informazione, a cui probabilmente si pensa poco, ma che dovrebbe essere maggiormente sviluppato.

3 12 Proprio da questo punto di vista il CEN/CENELEC Sector Forum Energy Management ha affidato al CTI la gestione di un working group (SFEM WG ISO 50001) per eseguire una indagine a livello europeo sulla diffusione dei sistemi di gestione dell energia nelle tessuto produttivo. Scopo del lavoro, che si sta avviando alla conclusione, è stato quello di individuare gli elementi qualificanti in tali sistemi per poter formulare una serie di highlight da utilizzare per la promozione della ISO Il report finale sarà quindi indirizzato agli enti di normazione europei, che a loro volta dovranno utilizzarlo al meglio a livello nazionale, e ai decisori politici per favorire una miglior conoscenza e diffusione dei sistemi di gestione dell energia. Anticipando i risultati, il lavoro ha evidenziato che l implementazione e la certificazione di un sistema di gestione dell energia in organizzazioni di piccole e grandi dimensioni, appartenenti a settori economici diversi, in aggiunta a significativi benefici economici per le organizzazioni stesse, ha permesso di conseguire i seguenti vantaggi: Definire la politica energetica della società ed allocare la responsabilità della sua implementazione e conseguimento dei risultati ad un senior manager. Allineare i comportamenti organizzativi secondo la strategia definita. Allocare un budget per la tematica energetica gestito dal management con una visione strategica e non di gestione ordinaria di continuità ed esercizio degli impianti. Ovviamente i vantaggi economici derivanti dalla implementazione di un sistema di gestione dell energia sono maggiori laddove esistono incentivi a favore delle aziende che, ad esempio, possano ridurre la fiscalità energetica applicata, come in Germania, Svizzera, Danimarca, Francia. Al momento l indagine ha anche permesso di individuare che ad oggi sono circa i siti certificati ISO nell intero territorio europeo: di questi più della metà sono tedeschi, ma, anche se molto distanziati, nelle posizioni di rincalzo più o meno a pari merito troviamo i principali Paesi europei (Regno Unito, Spagna, Svezia) e tra questi l Italia che ad oggi conta circa 116 siti. Questo sta a significare che forse il momento è quello giusto per puntare ad una forte promozione dell efficienza energetica, soprattutto attraverso una sua corretta gestione. In questo contesto il ruolo dei fornitori di servizi di efficienza energetica e quindi delle ESCo, diventa particolarmente importante in quanto veicolo primario per implementare presso gli utilizzatori finali un sistema di gestione dell energia. Il decreto del 28 dicembre rafforza la direzione definita dalla direttiva europea. In aggiunta alla definizione degli obiettivi di riduzione dei consumi di energia negli usi finali, da allocare nei prossimi anni ai soggetti obbligati (distributori energie elettrica e gas naturale), indica che dal primo gennaio 2015 i soggetti che avranno titolo ad accedere al meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica o Certificati Bianchi, ora gestiti dal GSE, saranno le ESCo o gli Energy Manager qualificati, ovvero certificati da organismi accreditati. Anche in questo caso il provvedimento vuole sviluppare il mercato dell efficienza energetica attraverso un incremento della professionalità degli operatori ed una maggiore focalizzazione delle risorse. IL LAVORO DEGLI ENTI DI NORMAZIONE PER FAVORIRE IL MERCATO DELLE DIAGNOSI ENERGETICHE Andrea Mutti (Finlombarda S.p.A. - Direzione Energia) Esperto Italiano nel CEN/CLC JWG 1 Energy audit Sia a livello europeo che nazionale, i legislatori hanno individuato nelle diagnosi energetiche di qualità un efficiente strumento per perseguire gli obiettivi di miglioramento dell efficienza energetica al Un primo passo per un supporto concreto allo strumento delle diagnosi energetiche di qualità emergeva già con

4 IL CTI INFORMA 13 la vecchia direttiva 2006/32/CE (ora abrogata), che prevedeva all art.8 Disponibilità di sistemi di qualificazione, accreditamento e certificazione la possibilità per gli Stati membri di assicurare [ ] la disponibilità di sistemi appropriati di qualificazione, accreditamento e/o certificazione per i fornitori di [ ] diagnosi energetiche [ ]. A livello nazionale, il decreto di recepimento di tale direttiva (DLgs 115/08), faceva propria tale possibilità: l art. 16 Qualificazione dei fornitori e dei servizi energetici stabiliva Allo scopo di promuovere un processo di incremento del livello di obiettività e di attendibilità per le misure e i sistemi finalizzati al miglioramento dell efficienza energetica [ ] che, con uno o più decreti del MSE, venisse approvata [ ] a seguito dell adozione di apposita norma tecnica UNI- CEI, una procedura di certificazione [ ] per le diagnosi energetiche [ ]. Un ulteriore passo in avanti si registra con l entrata in vigore della nuova direttiva 2012/27/UE sull efficienza energetica (EED), dove, all art. 8 Audit energetici e sistemi di gestione dell energia viene richiesto agli Stati Membri di promuovere la disponibilità, per tutti i clienti finali, di audit energetici di elevata qualità, efficaci in rapporto ai costi, svolti in maniera indipendente da esperti qualificati e/o accreditati secondo criteri di qualificazione, o eseguiti e sorvegliati da autorità indipendenti conformemente alla legislazione nazionale. Inoltre, sempre allo scopo di garantirne un elevata qualità, gli stessi Stati Membri dovranno stabilire criteri minimi trasparenti e non discriminatori per gli audit energetici. Lo stesso art. 8, prevede (comma 4) che [ ] le imprese che non sono PMI siano soggette a un audit energetico svolto in maniera indipendente ed efficiente in termini di costi [.] entro il 5 dicembre 2015 e almeno ogni quattro anni dalla data del precedente audit energetico. La diagnosi (audit) energetica viene definita come una procedura sistematica finalizzata a ottenere un adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di una attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici e a riferire in merito ai risultati. Il legislatore pertanto si auspica che gli Stati Membri e il mercato si dotino di regole comuni per uniformare sia la qualifica dei fornitori di tali servizi, sia le modalità da seguire per la loro esecuzione, al fine di garantire uniformità e trasparenza. Questo contesto ha fatto sì che il mondo normativo venisse identificato come interlocutore fondamentale per la creazione di strumenti a supporto delle politiche di efficienza energetica. Già nel 2009, anche su input della stessa Commissione Europea, si crea un gruppo di lavoro a livello europeo per lavorare sul tema delle diagnosi energetiche. A livello nazionale il gruppo Gestione dell Energia, la cui segreteria è affidata al CTI, si attiva sia per partecipare direttamente con propri esperti al gruppo di lavoro europeo, sia per soddisfare quanto richiesto dal DLgs 115/08. Infine nel 2011 si registra anche la proposta di creazione di un gruppo di lavoro a livello mondiale (ISO/TC 242). A questo punto vale la pena analizzare i documenti redatti dai vari gruppi di lavoro relativamente alle diagnosi energetiche. Il mandato con cui la Commissione Europea formalizzava l incarico per la realizzazione di norme inerenti le diagnosi energetiche, richiedeva una parte generale che riguardasse aspetti orizzontali dell attività di audit, comuni ad ogni utilizzo dell energia, e parti specialistiche che delineassero invece aspetti peculiari dell attività di diagnosi propri di specifici utilizzi dell energia. Sulla base di ciò la norma europea è stata suddivisa in quattro parti (la prima già pubblicata nel settembre 2012, le altre tre ancora in fase di elaborazione): UNI CEI EN Diagnosi energetiche - Parte 1: requisiti generali ; pren Diagnosi energetiche - Parte 2: edifici ; pren Diagnosi energetiche - Parte 3: processi ; pren Diagnosi energetiche - Parte 4: trasporti. Recentemente, il gruppo di lavoro europeo, sia per quanto richiesto dal mandato M/479 della Commissione

5 14 Europea, sia per quanto richiamato nella Direttiva EED, sia per quanto emerso nelle varie sessioni lavorative, ha valutato la possibilità di estendere il pacchetto con la redazione di una quinta parte dedicata alla qualificazione di chi è chiamato a svolgere le diagnosi energetiche ovvero l energy auditor. La UNI CEI EN definisce i requisiti e una metodologia comune per l esecuzione delle diagnosi energetiche, nonché, aspetto sicuramente qualificante, le modalità con cui riportarne al committente l esito. È utilizzabile per tutti i sistemi energetici, tutti i vettori di energia e tutti gli usi dell energia. Requisiti specifici delle diagnosi relativi ai vari usi dell energia sono rimandati invece alle parti specialistiche. Il documento si sviluppa sostanzialmente su due concetti: requisiti di qualità (di chi svolge la diagnosi e del processo stesso di diagnosi) ed elementi principali del processo di diagnosi energetica che vanno dai contatti e dall incontro preliminare con il committente, passando per la raccolta dati e le successive attività in campo che conducono infine all analisi vera e propria e alla successiva formulazione delle azioni di miglioramento dell efficienza. Ultimo elemento fondamentale del processo è il rapporto di diagnosi, per il quale la norma definisce una serie di contenuti minimi come elementi qualificanti, che deve essere consegnato al committente. Tra i requisiti generali, che devono caratterizzare una diagnosi di qualità secondo la norma, è utile elencare: Un adeguata competenza del redattore della diagnosi, che dovrà inoltre garantire riservatezza (tutte le informazioni acquisite durante la diagnosi devono ritenersi riservate e confidenziali fatto salvo un accordo fra le parti per la loro diffusione), obiettività (l interesse del committente è da ritenersi preminente), e trasparenza (il committente dovrà essere messo a conoscenza circa eventuali conflitti di interesse del redattore della diagnosi). La completezza e la correttezza: una diagnosi energetica deve essere appropriata allo scopo, agli obiettivi concordati, e riguardare tutto il sistema energetico come da accordi con il committente. L attendibilità: sopralluogo del sistema energetico oggetto di diagnosi, e acquisizione di dati relativi ai consumi in numero e qualità necessari allo sviluppo della diagnosi stessa. La tracciabilità: deve essere possibile ricostruire il percorso logico e tecnico seguito dal responsabile della diagnosi. L utilità: gli interventi proposti a chiusura della diagnosi devono essere valutati anche sotto il profilo costi/benefici al fine di essere realmente utili per il committente. La verificabilità: al termine della diagnosi energetica il committente deve poter verificare che le misure proposte e adottate portino effettivamente a dei miglioramenti di efficienza energetica in linea con quanto preventivato. Purtroppo la norma europea riporta nel proprio scopo la non applicabilità agli individual private dwellings e questo potrebbe essere oggetto di criticità. Infatti, 1 Direttiva 2006/32/CE del 5 aprile 2006 concernente l efficienza degli usi finali dell energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CEE. 2 Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 115 Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all efficienza degli usi finali dell energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE. GU n /7/ Direttiva 2012/27/UE del 25 ottobre 2012 sull efficienza energetica che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE. 4 L allegato VI della Direttiva 2012/27/UE riporta Criteri minimi per gli audit energetici, compresi quelli realizzati nel quadro dei sistemi di gestione dell energia. 5 Direttiva 2012/27/UE art. 2 comma 25 6 CEN/CLC/JWG1 Energy audits 7 Gruppo Misto UNI/CTI CEI GGE Gestione dell Energia Italian Group Energy Management Mirror committee nazionale dei CEN/CLC JWG 1, JWG 3, JWG 4, SFEM e dell ISO/IEC JPC 2 8 Commissione Europea DG Energia: mandato M/479 del 13/12/2010 a CEN CENELEC ETSI Standardisation in the field of energy audits 9 Il Rapporto Tecnico (TR) è un documento informativo adottato dall ente di normazione quando la tematica trattata non è ancora consolidata, quindi non può essere trasposta in una norma tecnica o in una specifica tecnica, oppure è oggetto di una forte evoluzione. In questi casi si preferisce comunque elaborare un TR per dare al mercato un documento di riferimento.

6 IL CTI INFORMA 15 è difficile fornire una esatta definizione di questa tipologia di edifici (singoli appartamenti? residenze monofamiliari?) ed una sua interpretazione in senso lato, rischia di diventare un ostacolo alla penetrazione della pratica delle diagnosi energetiche nel settore dell edilizia, dove invece sono indirizzate molte politiche di miglioramento dell efficienza energetica sia a livello europeo che nazionale. Poiché a nulla sono valse le osservazioni più volte riportate sul tema da parte del gruppo di lavoro italiano, a livello nazionale si è deciso di elaborare l UNI CEI/TR che di fatto estende il campo di applicazione della EN a tutti gli edifici senza particolari restrizioni. Per quanto riguarda invece le parti specialistiche, in fase di elaborazione, si è appena conclusa (marzo 2013) la fase di CEN enquiry dei documenti: 17 paesi hanno espresso voto favorevole alla loro predisposizione in norma, 3 voto contrario (4 contrari invece per la parte sui trasporti) mentre i restanti si sono astenuti. Il gruppo di lavoro italiano è uno di quelli che ha votato negativamente (insieme a Germania, Regno Unito, e per i trasporti Finlandia). Numerosi sono i commenti italiani elaborati al testo, che è stato ritenuto particolarmente carente dai seguenti punti di vista: Mancanza di allineamento sia fra le tre parti specialistiche, sia fra queste e la parte generale. Nel caso delle parti specialistiche dedicate agli edifici e ai processi, mancanza di criteri identificativi necessari per poter stabilire quando utilizzare una piuttosto che l altra parte. Genericità, specialmente nella parte processi, nel testo che sembra più essere una linea guida della parte generale, non aggiungendo alcun contributo specifico alle peculiarità del particolare utilizzo dell energia considerato. La parte di norma relativa alla qualificazione di chi è chiamato a svolgere le diagnosi energetiche, è invece ancora molto acerba. Fino ad ora si è provveduto a raccogliere esperienze in corso nei vari Stati Membri dell UE, e a svolgere attività di brainstorming per via telematica. Nel prossimo incontro del gruppo di lavoro europeo (Cipro - giugno 2013) si ipotizza di arrivare alla prima stesura di una bozza consolidata. Come anticipato, in questo contesto si inserisce il documento italiano UNI CEI/TR 11428:2011 Gestione dell energia - Diagnosi energetiche - Requisiti generali del servizio di diagnosi energetica, pubblicato in forma di Rapporto Tecnico pensando proprio all evoluzione della normativa tecnica in materia. Il documento è stato elaborato per soddisfare, almeno parzialmente, quanto richiesto dal DLgs 115/08 in attesa che il JWG 1 Energy audit completi i lavori con il pacchetto di norme specifiche. Il testo del Rapporto Tecnico prende spunto dai contenuti della UNI CEI EN ed è destinato ad essere revisionato quando saranno pubblicate anche le parti specifiche applicabili al settore degli edifici, dei processi e dei trasporti. A quel punto si metterà mano all UNI CEI/TR per adeguarlo alle novità introdotte a livello europeo e per farlo diventare una vera e propria guida applicativa di quanto stabilito dal CEN/CENELEC. Rispetto alla norma europea il rapporto tecnico italiano UNI CEI/TR presenta come valore aggiunto uno schema operativo, di esecuzione della diagnosi energetica, che si realizza attraverso: Raccolta dati energetici (bollette), identificazione dei fattori di aggiustamento, analisi del processo. Costruzione dell inventarino energetico, identi-

7 16 ficazione e confronto degli indici di prestazione energetica operativo, effettivo, ed obiettivo. Individuazioni delle azioni di miglioramento dell efficienza energetica, analisi costi benefici, priorità degli interventi. Rapporto finale. Per ogni singola fase della procedura di diagnosi energetica viene fornita una descrizione di dettaglio delle azioni ad essa correlate. Di particolare utilità operativa, sia per l esecutore della diagnosi energetica, che per il committente, è l appendice A (normativa) relativa a Identificazione, valutazione e presentazione delle raccomandazioni. In base a tale approccio le proposte di miglioramento dell efficienza energetica dovranno essere identificate sulla base di: Ordine gerarchico : razionalizzazione dei flussi energetici, recupero energia dispersa, individuazione di tecnologie per il risparmio di energia, ottimizzazione dei contratti di fornitura energetica (se pertinente). Età, condizioni, modalità di operazione e gestione delle apparecchiature. Tecnologia delle apparecchiature installata confrontate con le migliori tecnologie disponibili (BAT). Condizioni di esercizio previste e pianificate. Per finire un brevissimo accendo a quanto si sta realizzando a livello mondiale (ISO). La norma in elaborazione non sarà realizzata sotto l egida degli Accordi di Vienna, accordi tra CEN e ISO che regolano la gestione dei progetti di norma in elaborazione congiunta, per cui la sua pubblicazione di un eventuale testo internazionale non implica obbligatoriamente la sostituzione dell equivalente norma europea. Il documento in elaborazione, inserito nel gruppo di norme relative ai Sistemi di Gestione dell Energia, con il codice ISO/CD Energy Audits, differisce da quello europeo come impostazione formale, in quanto le parti specialistiche sono state inserite come appendici normative (Appendici C, D, ed E). Per quanto riguarda invece i contenuti, a parte una appendice informativa (Appendice A) di guida all uso della norma (con un breve richiamo ai Sistemi di Gestione dell Energia), si riscontra una sostanziale riproposizione di quanto elaborato a livello europeo. Nulla invece è dato a sapere se, a livello mondiale, verrà trattato l argomento relativo alla qualificazione dei redattori di diagnosi energetiche. DIAGNOSI ENERGETICA DI ALTA QUALITÀ NEGLI EDIFICI: UNA PRIMA PROPOSTA Giovanni Murano murano@cti2000.it Introduzione In attesa che la normativa tecnica europea (come descritto nell articolo precedente) definisca in dettaglio come deve essere svolta la diagnosi energetica negli edifici, il CTI ha delineato i primi elementi di tale procedura che al momento rappresenta una prima idea di come approcciare il problema. Nell articolo viene quindi presentata la bozza di un modello di diagnosi energetica per gli edifici, che prende spunto dalla normativa tecnica di riferimento (UNI CEI EN e UNI CEI/TR 11428) e, ottimizzandole in quei punti in cui esse non sono sufficientemente dettagliate, dalle UNI/TS Prestazioni energetiche degli edifici. La procedura fornisce strumenti metodologici di riferimento per i tecnici competenti che si occupano della materia al fine di: rilevare i parametri significativi del sistema fabbricato-impianto; acquisire e analizzare i dati storici di fatturazione energetica; valutare i contratti di fornitura dell energia; calcolare fabbisogni e utilizzi di energia primaria per gli impianti elettrici, illuminazione, riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria, trattamento dell aria; calcolare l energia prodotta da fonti rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, biomasse); individuare i sottosistemi in cui le energie disperse sono maggiori; individuare le migliori modalità di conduzione e gestione

8 IL CTI INFORMA 17 Verificabilità FIGURA 4 U5lità Completezza Requisi' della diagnosi energe'ca Tracciabilità A+endibilità dell edificio; valutare, da un punto di vista tecnico-economico, gli interventi di retrofit energetico; vagliare l opportunità di impiego di metodi più accurati per stimare i flussi energetici (campagne di misure e monitoraggio, simulazioni dinamiche del sistema). La diagnosi energetica La definizione di diagnosi energetica è contenuta nel D.Lgs. 115/08, che la definisce come una procedura sistematica volta a: fornire un adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o raggruppamento di edifici, di un attività o impianto industriale o di servizi pubblici o privati; individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico sotto il profilo costi-benefici; riferire in merito ai risultati. La UNI CEI EN e l UNI CEI/TR la definiscono in maniera pressoché equivalente con la sola differenza del campo di applicazione (più ristretto nella norma europea che esclude i cosiddetti private dwellings come spiegato sempre nell articolo precedente). Il referente della diagnosi energetica Il referente della diagnosi energetica (energy auditor o REDE secondo l UNI CEI/TR 11428) è la figura tecnica esperta che esegue ed è responsabile della procedura di diagnosi energetica. Alcune caratteristiche del REDE sono definite nella norma UNI CEI EN , in attesa che venga elaborata la parte 5 espressamente dedicata alla qualificazione di tale figura. La funzione del REDE può essere svolta da un singolo professionista, da una società di servizi oppure da un ente pubblico competente, l importante è che sia qualificato secondo la normativa nazionale. Il REDE ha il compito di acquisire tutti i dati necessari per la diagnosi, controllare i processi più dispendiosi o comunque più significativi dal punto di vista energetico ed individuare le aree di inefficienza, proponendo miglioramenti e ulteriori verifiche da implementare nelle fasi successive. Possibili azioni di miglioramento sono elencate nella UNI CEI EN Il sistema energetico In linea generale l oggetto della diagnosi viene definito «sistema energetico» e può essere: un organizzazione, un insediamento urbanistico omogeneo, un insieme tecnologico, purché sia in grado di controllare la richiesta di energia. A livello specifico residenziale, il committente deve indicare chiaramente al REDE quali sono i confini dell edificio che delimitano la zona soggetta a diagnosi. Inoltre, all interno del sistema energetico possono essere presenti diverse destinazioni d uso e zone termiche, intese come porzioni dell ambiente climatizzato mantenute a temperatura uniforme per mezzo del medesimo impianto. Requisiti del servizio di diagnosi energetica I requisiti generali del servizio di diagnosi energetica sono riportati nella UNI CEI EN e nella sua evoluzione nazionale UNI CEI/TR dove, nell introduzione, viene ribadita l importanza della diagnosi energetica ai fini del miglioramento dell efficienza energetica, della riduzione dei costi per gli approvvigionamenti energetici; del miglioramento della sostenibilità ambientale nella scelta e nell utilizzo di tali fonti e dell eventuale riqualificazione del sistema energetico e vengono, altresì, descritti strumenti da utilizzare per il conseguimento di tali obiettivi. In quanto procedura sistematica, la diagnosi energe-

9 18 D.Lgs. 115/08 D.Lgs. 192/05 e s.m. FIGURA 5 D.P.R. 59/09 Legislazione Diagnosi energe'ca D.M. 26/06/2009 Decreto 28/12/2012 Incen5vazione tica deve possedere i requisiti, indicati in figura 4, di: Completezza: definizione del sistema energetico comprensivo degli aspetti energetici significativi. Attendibilità: acquisizione di dati reali con quantità e qualità necessari per lo sviluppo dell inventario. Tracciabilità: identificazione e utilizzo di un inventario energetico. Utilità: identificazione e valutazione sotto il profilo costi/benefici degli interventi di miglioramento dell efficienza energetica. Verificabilità: identificazione degli elementi che consentono al committente la verifica del conseguimento dei miglioramenti di efficienza risultanti dalla applicazione degli interventi proposti. Le opportunità di risparmio energetico e/o miglioramento dell efficienza energetica derivanti dall esecuzione della diagnosi energetica devono considerare i vincoli imposti dal committente ed le possibili interferenze con sicurezza, ambiente, qualità, salute e condizioni lavorative. Legislazione di riferimento Per quanto concerne la legislazione di riferimento, nel D.Lgs. 192/05 e s.m. all art. 3 bis, viene chiesto alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano di predisporre un programma di sensibilizzazione e riqualificazione energetica del parco immobiliare territoriale sviluppando in particolare alcuni aspetti, tra i quali la realizzazione di diagnosi energetiche a partire dagli edifici presumibilmente a più bassa efficienza. Nello stesso decreto, nell allegato I, comma 3, viene richiesto di allegare alla relazione tecnica una diagnosi energetica del fabbricato e dell impianto, che individui gli interventi di riduzione della spesa energetica, i relativi tempi di ritorno degli investimenti e i miglioramenti di classe energetica dell edificio, motivando le scelte impiantistiche che si vanno a realizzare, nel caso di nuova installazione e ristrutturazione di impianti termici o sostituzione di generatori di calore con potenze nominali al focolare 100 kw e di impianti termici individuali per i quali la somma delle potenze dei singoli generatori o la potenza nominale dell impianto termico preesistente risulta essere 100 kw. Il D.Lgs. 115/08 affronta più da vicino vari aspetti concernenti la diagnosi energetica: all art. 13 prevede l obbligo di diagnosi energetiche per gli edifici pubblici o ad uso pubblico, in caso di interventi di ristrutturazione degli impianti termici o di ristrutturazioni edilizie, che riguardino almeno il 15% della superficie esterna dell involucro edilizio che racchiude il volume lordo riscaldato. Nell Allegato 3 vengono indicate la serie delle UNI/TS quali specifiche tecniche da adottare come metodologie di calcolo per l esecuzione delle diagnosi energetiche degli edifici. Nel D.P.R. 59/09 viene stabilito che, nel caso di nuova installazione di impianti termici, ristrutturazione integrale di impianti termici, sostituzioni di generatori di calore e per potenze nominali al focolare 100 kw, è necessario allegare alla relazione tecnica una diagnosi energetica dell edificio e dell impianto. Il D.M. 26/06/2009, all art. 8 dell Allegato A, indica che nell insieme delle operazioni che il certificatore energetico deve svolgere vi è: l esecuzione di una diagnosi, o di una verifica di progetto. In conclusione il Decreto 28/12/2012 Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni stabilisce che, ai fini della richiesta di incentivo, per gli interventi individuati dal decreto stesso, è obbligatoria la redazione della diagnosi energetica precedente l intervento e della certificazione energetica successiva (Fig. 5). Dal quadro descritto è evidente quanto la diagnosi energetica sia lo strumento necessario alla certificazione

10 IL CTI INFORMA 19 energetica per individuare gli interventi più significativi ed economicamente convenienti per il miglioramento della prestazione energetica del sistema fabbricato-impianto. Metodologia di calcolo della prestazione energetica dell edificio Il D.Lgs. 115/08 stabilisce che la normativa tecnica da assumere come riferimento per l esecuzione della diagnosi energetica degli edifici è la specifica tecnica UNI/ TS A completamento della serie delle UNI/TS il CTI ha pubblicato nel 2013 la Raccomandazione tecnica n.14. Le UNI/TS :2008 e UNI/TS :2008 sono in fase di riesame e giunte oramai alla fine del processo di revisione, se ne prevede la pubblicazione entro il Tale precisazione è importante poiché sono stati introdotti importanti aggiornamenti nella metodologia tra cui una trattazione più realistica della ventilazione, l introduzione dei carichi latenti, valutazioni più accurate degli apporti solari, minor ricorso a dati precalcolati. Tra gli aggiornamenti più importanti vi è l inserimento della ventilazione meccanica tra gli impianti dell edificio ai fini del calcolo del fabbisogno di energia primaria e l inserimento dell illuminazione artificiale tra gli usi energetici dell edificio. La UNI/TS fornisce un procedimento di calcolo per diversi tipi di valutazione energetica. Obiettivi di una diagnosi energetica Gli obiettivi di una diagnosi energetica, schematizzati nella tabella 1, sono: Definire il bilancio energetico del sistema fabbricato-impianto e individuare i possibili recuperi delle energie disperse. Valutare le condizioni di comfort e di sicurezza necessarie. Individuare appropriate tecnologie energy-saving e valutarne le opportunità tecnico-economiche. Ottimizzare le modalità di gestione del sistema fabbricato-impianto (contratti di fornitura di energia, modalità di conduzione, ecc.) ai fini di una riduzione dei costi di gestione. In merito a quest ultimo punto è importante sottolineare che, in caso di complessi edilizi particolarmente energivori, per la committenza è opportuno scegliere adeguatamente una serie di parametri contrattuali che definiscono le modalità della fornitura; una non corretta scelta di tali parametri può indurre rilevanti aggravi nei costi energetici annuali. Schema di esecuzione La UNI CEI/TR riporta uno schema, tratto dal cosiddetto BREF Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficiency, per l esecuzione dell analisi energetica e, nella figura 6, viene presentato il diagramma di sintesi della metodologia che riassume le indicazioni di cui al presente documento. Le fasi possono essere così sintetizzate: 1) Rilievo e acquisizione dei dati d ingresso. TABELLA 1 OBIETTIVI - SCHEMA SINTETICO Principali 1) Definizione del fabbisogno energetico dell immobile. 2) Definizione di indicatori di prestazione energetica per il fabbricato e gli impianti allo scopo di commisurare il fabbisogno energetico reale e quello calcolato. 3) Ricerca, analisi ed identificazione delle situazioni di degrado dell edificio e/o di inefficienze degli impianti tecnici. 4) Definizione degli interventi di riqualificazione tecnologica del fabbricato e degli impianti tecnici. 5) Valutazione della fattibilità tecnica ed economica degli interventi di riqualificazione. 6) Miglioramento del confort. 7) Riduzione dei carichi ambientali e dei costi di gestione dell immobile (risparmio). Secondari 1) Conoscenza dell edificio (aspetti geometrici e dimensionali), con aggiornamento della documentazione cartografica. 2) Identificazione: degli aspetti tecnologici del fabbricato; degli aspetti relativi agli impianti tecnici; del controllo della corretta gestione / funzionamento degli impianti. 3) Conoscenza globale dell edificio e del suo stato di manutenzione. 4) Valorizzazione economica dell edificio. 5) Miglioramento della classe energetica dell immobile. 6) Informazione del gestore dell edificio sul corretto utilizzo dell immobile e sui potenziali risparmi energetici ottenibili

11 20 Valutazioni aggiuntive e tuning dei dati più incerti No Rilievo e raccolta dati Calcolo del fabbisogno di energia Confronto dei risultati e audit - fatturazione Convergenza Si Analisi degli interventi di miglioramento energetico Simulazione degli interventi Analisi economica FIGURA 6 Rilievo dei parametri significativi del sistema edificio fabbricato-impianto da sopralluogo, progetto, intervista all utenza, misurazioni, schede tecniche, etc., ed identificazione del grado d incertezza delle informazioni rilevate. Misure e rilievi dovrebbero essere effettuati in maniera affidabile ed in condizioni che sono rappresentative delle normali condizioni di esercizio e, ove significativo, in condizioni ambientali corrette. Acquisizione ed analisi dei dati storici di fatturazione energetica. 2) Calcolo delle prestazioni energetiche di edificio ed impianti. Calcolo dei fabbisogni energetici dell involucro edilizio e gli utilizzi di energia primaria per gli impianti elettrici, d illuminazione, di climatizzazione estiva ed invernale, produzione di acqua calda sanitaria e trattamento dell aria. Calcolo dell energia prodotta da fonti rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, biomasse, etc.). 3) Confronto tra stime energetiche e consumi effettivi Confronto dei risultati del calcolo con i consumi rilevati dalle fatturazioni energetiche. In caso di mancata corrispondenza, compiere un tuning sui dati d ingresso più incerti. Questa fase è importante per ottenere una diagnosi realistica. La procedura di tuning, iterativa, può essere effettuata fino ad un grado di concordanza (convergenza) dei risultati ipotizzato discrezionalmente dall auditor (es. scarto massimo di accettabilità del 10%). Valutazione dell opportunità dell impiego di metodi più accurati di stima dei flussi energetici (campagne di misure e monitoraggio, simulazioni dinamiche del sistema), anche in funzione della categoria di edificio analizzata. Eventuali differenze emerse dal confronto degli indicatori con quelli reali ricavati dalle fatturazioni energetiche consentono di valutare l accuratezza delle ipotesi assunte, eventuali disfunzioni riscontrabili nell effettivo esercizio degli impianti installati, nonché una gestione non ottimale da parte dell utenza. Considerato che il calcolo energetico è svolto rispetto ad un anno meteorologico statistico, i dati di fatturazione, ove possibile, andrebbero normalizzati e resi indipendenti dagli anni climatici a cui si riferiscono. Per la normalizzazione si possono utilizzare indici di se-

12 IL CTI INFORMA 21 verità climatica riferiti agli anni di fatturazione, ad es. i gradi giorno invernali e i gradi giorno estivi basati sulla temperatura sole-aria. In definitiva, il confronto può portare alla validazione del procedimento o alla sua revisione, con l introduzione di analisi aggiuntive. 4) Analisi dei risultati e proposte di risparmio energetico Valutazione dei contratti di fornitura dell energia. Individuazione dei sottosistemi in cui le energie disperse sono maggiori. Individuazione delle modalità migliori di conduzione e gestione dell edificio. Valutazione tecnico-economica, degli interventi di retrofit energetico, conferendo una scala di priorità. In questa fase della diagnosi vengono individuati e valutati gli interventi per migliorare le prestazioni energetiche del sistema fabbricato-impianto. Una volta verificata la possibilità di poter ottenere una diminuzione sostanziale dei fabbisogni energetici dell edificio, si procede alla simulazione degli interventi, ipotizzandone la realizzazione a livello di involucro e di impianti tecnici (climatizzazione, illuminazione, produzione di energia da fonti rinnovabili). Sono da valutare non solo le singole azioni, ma anche eventuali interventi integrati su più sistemi, cosicché da evidenziare i possibili conflitti o le sinergie; in tale caso è quindi anche indispensabile valutare se le varie azioni sono compatibili le une con le altre, o se interferiscono tra loro, soprattutto nel caso di un impatto negativo di alcune misure su altre. Per quanto concerne la fase relativa alla valutazione economica, essa consiste in una stima della fattibilità tecnica ed economica degli interventi di risparmio economici individuati; si vogliono verificare i risparmi energetici ed economici ottenibili a seguito di un intervento (simulato) sulla zona soggetta a diagnosi energetica. Tale informazione è importante per apprezzare l attuabilità economica degli interventi individuati. La valutazione economica tiene conto dei meccanismi di incentivazione. 5) Relazione finale Il Referente della Diagnosi Energetica deve presentare al committente una relazione conclusiva in cui siano riportati i risultati più significativi del suo lavoro. I contenuti tipo del rapporto sono nella norma UNI CEI/TR Si propone una struttura del report organizzata in tre parti: la prima relativa ai dati di ingresso e alla descrizione dello stato attuale dell edificio, la seconda riguardante l analisi energetica del sistema fabbricato-impianto e la reportistica dei risultati, mentre la terza parte incentrata sulla proposta di interventi di risparmio energetico con l analisi dei risparmi economici. Saranno descritti soltanto i possibili interventi di riqualificazione energetica del sistema fabbricato-impianto di cui sia stata accertata la fattibilità tecnica (incluso il rispetto dei vincoli paesaggistici, ambientali, architettonici, archeologici ) ed economica. L auditor dovrà anche indicare dei quadri temporali di riferimento entro cui verificare l efficacia delle misure di miglioramento intraprese e le ripercussioni sulla formazione del personale e sulla gestione e manutenzione dei vari sistemi. Conclusioni La procedura di calcolo è quella della serie delle UNI/ TS 11300, nelle parti e nelle versioni disponibili, il tipo di valutazione di riferimento è il tipo A3 (adattata all utenza). La determinazione del valore dei flussi energetici deve essere effettuata preferibilmente sulla base di dati e informazioni ricavabili dalla documentazione disponibile, dalle interviste all utenza e nella fase di sopralluogo, prestando comunque attenzione a salvaguardare l economicità in termini di tempo e risorse delle operazioni di diagnosi. Qualora alcuni dati non fossero disponibili o se la loro rilevazione risultasse eccessivamente impegnativa, si possono utilizzare le procedure semplificate e i valori pre-calcolati forniti dalle norme. È importante sottolineare che l incertezza dei dati di ingresso al modello di calcolo per la prestazione energetica degli edifici influenza il livello di confidenza e dunque l attendibilità dei risultati. Si evidenzia infine che l impegno di maggiori risorse, da parte dell auditor, va concentrato nei sottosistemi e nelle zone termiche più energivore.

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