Università degli Studi di Spalato. Facoltà di Lettere e Filosofia. Corso di laurea in lingua e letteratura italiana

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1 Università degli Studi di Spalato Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di laurea in lingua e letteratura italiana LE MINORANZE LINGUISTICHE IN ITALIA LA TESINA Relatrice: Doc.dr.sc.Magdalena Nigoević Candidate: Dora Mimica Magdalena Zanze Spalato,2015

2 Indice 1. Introduzione Lingue diverse dallʼitaliano Tipi di classificazioni Distribuzione geografica e consistenza numerica Sardo e catalano Occitano e franco-provenzale Ladino Friulano Dialetti tirolesi e alemannico Sloveno Croato Albanese Lingue zingariche Lingue diverse dallʼitaliano in Italia: comunità di recente immigrazione Lʼitaliano degli stranieri in Italia Interferenze della madre lingua o altre lingue note Influenze delle peculiarità della lingua di arrivo Acquisizione spontanea dellʼitaliano in Italia Conclusione Riferimenti

3 1. Introduzione Le minoranze linguistiche in Italia sono numerose, fanno una quindicina del numero totale dei parlanti. Le lingue registrate in Italia sono 31, di cui una (il latino delle scritture) è estinta: 12 sono lingue di minoranza albanese, bavarese, catalano, cimbro, franco-provenzale, francese, tedesco, greco, ladino, occitano (o provenzale), croato, sloveno; 4 sono parlate da comunità minoritarie nazionali (friulano, sardo-campidanese, sardo-gallurese, sardo-logudorese); 7 sono classificate come lingue (emiliano, ligure, lombardo, napoletano, calabrese, piemontese, siciliano e veneto); 3 lingue di comunità nomadi. Lʼitaliano standard non sia la madrelingua di oltre 50% della popolazione. (Tossi, 1995: 195; preso da Coveri, 1998: 57) 2

4 2. Lingue diverse dallʼitaliano Allʼinterno del territorio italiano esistono alcuni gruppi etnici la cui lingua non fa parte del sistema linguistico italo-romanzo. Si tratta di comunità di immigrazione più o meno antica (greci, albanesi, sloveni, croati, zingari) e di comunità autoctone nelle aree di confine con i paesi francofoni e germanofoni. Circa 4,8% della popolazione italiana ha come lingua materna una varietà linguistica dall'italiano Tipi di classificazioni Un primo tipo di classificazione può essere fatto su basi linguistiche, distinguendo: Lingue di tipo romanzo Lingue di tipo germanico Lingue di tipo slavo Lingue di tipo albanese Lingue di tipo greco Lingue di tipo zingarico sardo catalano occitano (o provenzale) franco-provenzale ladino friulano dialetti tirolesi alemannico cimbrico sloveno croato albanese grico grecanico romanes Alcune lingue minoritarie parlate in territorio italiano sono insegnate nelle scuole dei paesi stranieri a cui afferiscono, pur non essendo lingua nazionale: occitano (in Francia) franco-provenzale (in Francia) catalano (in Spagna). 3

5 2.2. Distribuzione geografica e consistenza numerica Diamo qui un quadro della distribuzione geografica e della consistenza numerica di tali minoranze linguistiche: dialetti sardi (circa persone) Catalano (circa persone) Occitano (circa persone) franco-provenzale (circa persone) dialetti ladini (circa persone) Friulano (circa persone) dialetti tirolesi appartenenti al gruppo bavaroaustriaco (circa persone) il sassarese e gallurese nella Sardegna del nord il logudorese nella Sardegna del centro il campidanese nella Sardegna del sud in Sardegna (a Alghero) in Piemonte, in provincia di Cuneo, di Torino, in valle Pellice, in valle Germanasca, in Val Chiosone in un paese della Calabria (Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza) in Valle dʼaosta in Piemonte (Val di Susa, Val Soana) in due paesi della Puglia (a Faeto e Colle San Vito, in provincia di Foggia) ladino dolomitico in alcune valli delle Dolomiti (Fassa, Gardegna, Badia e Marebbe, Livinallogo, Ampezzo, Comelico) in Friuli (Udine, Gorizia e Pordenone) in Alto Adige (in provincia di Bolzano e di Trento) in Veneto (in provincia di Belluno, di Verona, di Vicenza) nel Friuli (in provincia di Udine) 4

6 alemannico affine ai dialetti svizzero-tedeschi (circa persone) Cimbrico (circa persone) Sloveno (circa persone) Croato (circa persone) Albanese (circa persone) dialetti greci (grico e grecanico) (circa persone) Romanes (circa persone) presso la popolazione dei Walser della Valle dʼaosta e del Piemonte (Gressoney, Alta Valsesia, Valle Anzasca) in Trentino Alto Adige (Valle di Cembra) in Veneto (sullʼaltopiano di Asiago) in Friuli (in provincia di Trieste, Gorizia e Udine) in Molise (in provincia di Campobasso) in alcuni comuni della Campania, dellʼabruzzo, del Molise, della Basilicata, della Calabria, della Puglia e della Sicilia (Piana degli Albanesi) in Puglia (nel Salento e in provincia de Lecce) in Calabria (in Aspromonte) Lingue parlate dagli zingari rom nellʼitalia centromeridionale dagli zingari sinti nellʼitalia settentrionale Sardo e catalano La lingua del Sardo è una delle lingue minoranze più diffuse in Italia. Esistono diversi tipi del sardo. Una varietà del catalano, dallʼaltra parte, si parla in Alghero, e molto interferita con il sardo e con lʼitaliano e si usa sempre meno attivamente dai giovani Occitano e franco-provenzale 5

7 I parlanti di madrelingua occitano o franco-provenzale della Valle dʼaosta e del Piemonte oggi sono generalmente trilingui con italiano e francese Ladino Oggi le varietà di ladino sono molto diverse fra loro e mentre in certe aree della provincia di Bolzano il ladino e tutelato e riconosciuto, nelle vallate ladine più a oriente l alfabetizzazione è orientata verso l italiano Friulano La situazione linguistica delle comunità di lingua friulana è molto eterogenea, dato che vivono in contatto con un piccolo numero di germanofoni (nelle località tedesche), di slavofoni (nelle località slovene) e di soggetti monolingui (che parlano solo italiano, distribuiti un poʼdovunque nella regione)ˮ. (Francescato, 1993:324; preso da Coveri, 1998: 60) Dialetti tirolesi e alemannico I dialetti del tedesco sono parlati in varie località alpine: quelli di tipo alemannico nella Valle d'aosta, e quelli affini al bavarese più allʼoriente. In queste aree il bilinguismo italiano/tedesco è molto radicato. NellʼAlto Adige i germanofoni sono di solito bilingui riservando la forma dialettale di tedesco agli usi familiari e quotidiani Sloveno Oggi a Trieste e nella sua provincia esiste una situazione di bilinguismo collettivo italiano/sloveno, mentre nelle aree in prossimità del Tarviso si trovano a contatto anche parlanti tedescofoni e friulanofoni Croato 6

8 Nel Molise si tratta dei discendenti degli emigranti fuggiti dalla Dalmazia nel XV secolo in seguito alle invasioni turche di quelle zone. Oggi si osserva lo sviluppo di un bilinguismo italiano/croato, mentre si trascurano i dialetti italiani locali Albanese In molti comuni dellʼitalia meridionale e della Sicilia si parla una varietà di albanese. Oggi in queste zone gli abitanti sono bilingui (italiano/albanese) o trilingui (albanese/dialetto italiano/italiano) Dialetti greci Il grico e il grecanico sono ormai padroneggiate solo dagli strati sociali più bassi in alcuni paesi della provincia di Reggio Calabria e di Lecce e mancano totalmente nellʼuso tra le generazioni più giovani Lingue zingariche Gli zingari parlano diversi dialetti molto influenzati dalle lingue con cui sono venuti a contatto nelle loro migrazioni, con un fondo lessicale basilare di circa 500 parole di origine indiana. Lo Stato italiano, nellʼambito delle autonomie regionali, riconosce lʼuso ufficiale della lingua francese in Valle dʼaosta e del tedesco nellʼalto Adige. Il ladino dolomitico e lo sloveno sono ammesse nelle scuole dei rispettivi territori. Nessun tipo di tutela linguistica esiste invece a livello giuridico per le altre minoranze, tranne alcuni casi di insegnamento facoltativo delle lingue locali in alcune istituzioni scolastiche.ˮ (Coveri, 1998: 62) 7

9 3. Lingue diverse dall italiano in Italia: comunità di recente immigrazione In panorama della presenza su territorio italiano di comunità etnolinguistiche straniere sta subendo dagli anni Novanta un sensibile cambiamento, dato il forte e costante afflusso di nuovi immigrati, provenienti da Africa, Asia, Albania e dallʼex blocco dell'est europeo. LʼItalia, tradizionalmente vista come un paese di emigranti, è diventata obiettivo di immigrazione, come era già accaduto in passato ai paesi del continente americano, a quelli dellʼeuropa settentrionale e allʼaustralia. Oggi, specialmente nelle grandi città dove è maggiore la concentrazione di immigrati (Roma, Milano, Genova, Torino), si vedono gli sviluppi di una società che tende ad essere non solo multilingue, ma anche multiculturale. Che la presenza di nuovi gruppi etnolinguistici (arabofoni, albanesi, vietnamiti, cambogiani, filippini, cinesi, eritrei) sia destinata a far rivedere il quadro della situazione delle minoranze in Italia, è dimostrato anche delle cifre, sebbene dal censimento dellʼottobre 1991 risultino cca cittadini stranieri presenti in Italia e oggi questo numero è più grande. Ma le comunità straniere in Italia non si limitano ai lavoratori di recente immigrazione: esistono anche i gruppi degli artisti, intellettuali, esuli politici stranieri che hanno stabilito qui la loro sede, talvolta integrandosi con la popolazione locale, altre volte restando più o meno volutamente isolati, sia linguisticamente che socialmente. Questa analisi ha preso un esempio il caso della Toscana che ha la presenza di: varie comunità etniche sia di lavoratori, sia di studenti (curdi, senegalesi, palestinesi, i cinesi di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze ) le basi americane, retaggio della seconda Guerra Mondiale i centri culturali stranieri ( per gli Stati Uniti, le Università Americane di Firenze; per il Tibet, lʼistituto Internazionale di Studi Tibetani a Arcidosso, in provincia di Grosseto..) associazioni di studenti stranieri gruppi più o meno isolati di artisti e intellettuali nord-europei che negli ultimi anni hanno preso dimora stabile in Toscana, mentre Firenze era già dallʼinizio del Novecento la meta privilegiata del turismo stanziale di provenienza essenzialmente anglosassone. 8

10 Il prestigio dellʼitaliano come lingua legata ad aspetti importanti della cultura del passato e dellʼattualità, oltre al fatto che lʼitalia costituisce una delle mete turistiche più amate a livello mondiale, fanno sì che esista un considerevole numero di stranieri che soggiornano più o meno lungamente in Italia anche per studiarne la lingua. Si aggiungano le ondate di stranieri adulti giovani che si riversano più o meno regolarmente in Italia per iscriversi alle Università italiane superando i problemi di numero chiuso nel proprio paese (tedeschi, greci, arabi, palestinesi, iraniani) o per frequentarle per alcuni semestri. 4. L italiano degli stranieri in Italia L italiano degli stranieri, molto più di quello dei parlanti nativi, va infatti visto come un continuum di varietà di apprendimento, ossia di interlingue, che si estende da varietà iniziali caratterizzate dall uso di un pugno di elementi lessicali e da assenza quasi totale di grammatica, a varietà più complesse o orientate verso la lingua di arrivo.ˮ (Giacalone Ramat, 1993: 350; preso da Coveri, 1998: 64) Questa varietà di italiano è legata sia alla provenienza stretta dei soggetti, sia alla loro permanenza nel territorio della comunità dei parlanti italiani. È chiaro che in questo caso vanno ad essere determinanti anche fattori di tipo diastratico e diafasico Interferenze dalla madrelingua o altre lingue note Gli studi sugli italiani parlati dagli stranieri residenti in Italia possono prendere in esame fenomeni di contatto fra i sistemi linguistici che il parlante si trova a gestire: la propria madrelingua e le altre lingue a lui note, fra cui l italiano. In tal caso si metteranno in rilievo i fenomeni di interferenza dalla L1 (e dalle altre lingue note) alla L2 (cioè lʼitaliano) nelle diverse varietà di apprendimento, osservando come gli schemi mentali e strutturali di cui i parlanti sono già in possesso aiutano a formulare ipotesi sulla lingua di apprendimento, o al contrario inducono in errore. Studi di questo tipo hanno rilevato che il parlante tende a trasferire le categorie fonetiche della L1 a suoni equivalenti o simili della L2. 9

11 Anche nel campo della sintassi esistono aree in cui la L1 fa sentire il suo peso, mentre nel lessico fenomeni di interferenza si rilevano soprattutto fra lingue con minore distanza tipologica (per esempio fra italiano e francese). I fenomeni di devianza dalla norma nellʼitaliano degli stranieri non debbano essere considerati patologici, bensì fisiologici, come prova degli stadi dellʼ interlinguaˮ del discente. Le varietà di italiano, marcate come straniereˮ, possono provocare giudizi diversi negli interlocutori, a seconda del prestigio della lingua e della cultura di cui si riconoscono le interferenze Influsso delle peculiarità tipologiche della lingua di arrivo Le caratteristiche dellʼitaliano parlato da stranieri non dipendono pero solo dai loro sistemi linguistici di partenza, ma anche dalle caratteristiche intrinseche dellʼitaliano stesso e dalla distanza tipologica delle due lingue a contatto: lʼitaliano sarà particolarmente difficile da apprendere per parlanti di lingue di tipo isolante come il cinese. Dʼaltra parte in questi casi il parlante stesso è cosciente che la propria L1 e troppo distante dalla L2 per servirsene come base per il trasferimento di lessemi o strutture, evitando così gli errori di interferenza tipici di lingue meno distanti (come il francese o lo spagnolo) Acquisizione spontanea dellʼitaliano in Italia Le recenti immigrazioni dal Terzo Mondo verso lʼitalia hanno suscitato un notevole interesse nei linguisti, specialmente per quanto riguarda il tema dellʼacquisizione spontanea dellʼitaliano. Le prime ricerche dedicate allʼitaliano degli immigrati risalgono agli anni Ottanta e si sono intensificate negli anni Novanta del Novecento. È stato notato che specialmente nelle prime fasi di acquisizione dellʼitaliano orale, questi immigrati sviluppano delle strategie di semplificazione linguistica sia nella morfologia che nella morfosintassi. Le ricerche hanno evidenziato che esistono alcuni tratti comuni alle varie interlingue di lavoratori stranieri con madrelingua diversa, trattandosi generalmente di soggetti con basso 10

12 livello di scolarità esposti allʼitaliano orale e spesso popolare dei parlanti nativi in contesti sociali particolari. Sulla scia degli studi fatti per altre lingue europee in questo campo, lʼanalisi delle sequenze di acquisizione da parte di immigrati stranieri ha fornito dei risultati interessanti; è stato rilevato che gli stranieri acquisiscono prima il presente, poi il passato prossimo, poi l'imperfetto, e solo in seguito il futuro, il condizionale e il congiuntivo. Fra i paradigmi verbali la prima persona che viene acquisita e la 3º singolare. 11

13 5. Conclusione Anche se stanno moltiplicando le iniziative per fornire ai nuovi immigrati stranieri gli strumenti linguistici indispensabili per una migliore e più rapida integrazione sociale, sotto forma di corsi serali o altri generi di insegnamento formalizzato, resta il fatto che per maggior parte di questi lavoratori stranieri lʼacquisizione dellʼitaliano avverrà soprattutto dallʼinterazione orale con i nativi e dallʼascolto della radio e della TV. Un settore ancora poco studiato, che va di pari passo con il crescere del fenomeno dell immigrazione, riguarda lʼitaliano degli stranieri nei mass media: nei comunicati sindacali, nei programmi radiofonici e televisivi, nella stampa sono infatti sempre più numerosi gli esempi di italiano di non italofoni, sia come lingua di raccordo per etnie diverse conviventi in Italia, sia come specchio della realtà comunicativa contemporanea, sia semplicemente per fare spettacoloˮ. 12

14 7. Riferimenti Coveri, L.; Benucci, A.; Diadori, P. (1998). Le varietà dell'italiano. Università per Stranieri in Siena Bonacci editore. Dardano, M. (1999). Manualetto di linguistica italiana. Zanichelli Editore S.p.A. 13

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