LE RELAZIONI TRA RWANDA E RDC: SICUREZZA, RISORSE E LEADERSHIP

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1 LE RELAZIONI TRA RWANDA E RDC: SICUREZZA, RISORSE E LEADERSHIP Le crisi interne che nel corso degli anni si sono sviluppate nel Rwanda si sono riflesse, come sempre succede, anche sui paesi vicini. Nel caso delle relazioni con la Repubblica Democratica del Congo, queste sono state caratterizzate nel tempo da continui scontri e tensioni legate soprattutto a motivi geografici e politici. Durante i regimi dittatoriali che si sono alternati al potere, quello di Kayimbanda, dal , e quello di Habyarimana dal 1973 al 1994, numerosi profughi del gruppo Tutsi, sottoposti a continue discriminazioni e violenze, hanno trovato nella confinante regione del Kivu un bacino di accoglienza adatto, ma hanno anche provocato di fatto, instabilità nell intero paese. Inoltre, lo schierarsi da parte di Mobutu con il governo di Kigali nel , in una coalizione militare francese contro il Fronte Patriottico Ruandese di Kagame 1, ha contribuito ad inasprire i rapporti tra i due paesi. CONSEGUENZE DEL GENOCIDIO IN KIVU Dopo le vicende del la situazione si complicò in tutta la regione dei Grandi Laghi ma soprattutto nella regione del Kivu, dove in poco tempo si erano riversati circa profughi Hutu che tentavano di ritrovare riparo dalle ripercussioni e dalle vendette dei gruppi Tutsi arrivati al potere. Si venne a creare così una crisi, sia dal punto umanitario ( mancanza di tende, cibo, medicine per curare i profughi stremati), sia dal punto di vista politico. 3 Infatti insieme ai profughi, nei campi dello Zaire si erano spostati alcuni ufficiali dell ex esercito ruandese (FAR) e alcuni leader delle milizie Interahamwe responsabili del genocidio, facendo dei campi profughi le roccaforti del regime in esilio e iniziando a perseguitare le minoranze Tutsi che vivevano nello Zaire da generazioni. La situazione non rassicurava il nuovo governo di Kagame. A far aumentare la tensione ci fu anche la scoperta, nel campo profughi di Mugunga, di alcuni documenti che comprovavano la preparazione di un attacco imminente delle forze Hutu a partire da Goma e Bukavu con il supporto del governo di Mobutu, pronto a fornire armi e basi militari ai gruppi ribelli. 1 Jean Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.29; 2 6 aprile 1994 l aereo che riportava a Kigali il presidente della Repubblica ruandese, Habyarimana, e il suo omologo burundese venne abbattuto, interrompendo di fatto quel percorso di pace tra il governo e le forze ribelli del FPR, che aveva trovato la sua conclusione con gli accordi di Arusha. Poco dopo l annuncio della tragedia, iniziarono le violenze da parte degli estremisti Hutu contro i Tutsi e Hutu moderati, con conseguenze terribili: il 19 luglio si contano tra gli e 1 milione di morti e più di 2 milioni di sfollati: il Rwanda era un paese distrutto sia dal punto di vista umano che materiale. (Jean Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.32 3 Jean Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.35 1

2 Dal 1995 Kigali si trovava dunque a fronteggiare la minaccia alla sua stabilità nella tre prefetture dell ovest, dove era in corso l infiltrazione dei commandos Hutu provenienti dallo Zaire. 4 Il neo presidente Kagame aveva richiesto pertanto alle Nazione Unite di chiudere i campi profughi, permettendo così il rimpatrio degli sfollati ma, di fronte al tergiversare delle Nazioni Unite, scelse la soluzione militare. Nell agosto del 1996, l esercito rwandese invase il Kivu e con una manovra di accerchiamento, costrinse centinaia di profughi a rientrare in Rwanda. 5 L azione militare rwandese si deve inserire in un contesto che coinvolge anche gli altri paesi vicini, come L Uganda e il Burundi. In quella stessa estate, questi paesi avevano formato una triplice alleanza e avevano iniziato a prepararsi per un attacco congiunto contro quelle milizie che destabilizzavano tutta la regione, non solo il Rwanda. La mobilitazione lungo il confine e le esercitazioni condotte nelle zone di Ruhengeri e Gisenyi non era passata inosservata sia nel modo diplomatico, sia sulla stampa internazionale, specialmente quella anglo britannica, che aveva iniziato ad ipotizzare il futuro possibile dello Zaire, destinato a essere smembrato per dare sfogo alla crescita demografica dei paesi come Rwanda 6 e Burundi che necessitavano di nuovi spazi vitali. Si profilava la nascita dello Stato Tutsi, etnicamente omogeneo che comprendesse i territori confinati con il Rwanda, da contrapporre ad un Hutuland, formato dai profughi di questa origine. 7 Si vedeva lo Zaire come uno stato innaturale, destinato a dividersi. In questo clima le ambizioni egemoniche Tutsi (che puntavano a fare del Kivu lo spazio naturale dell allargamento della propria influenza), incontravano l appoggio del governo americano e inglese che vedevano in queste il mezzo migliore per arrestare l influenza francese nella regione. 8 Invocando come motivazioni la volontà di smantellare i campi profughi lungo la linea di confine e la volontà di proteggere le minoranze rwandesi, il Rwanda si preparò a intervenire nella regione confinante per portare a termine il piano di una nuova redistribuzione del potere. Di fatto la crisi dei Grandi Laghi si era trasferita in Congo Zaire e avrebbe provocato sia la caduta del regime di Mobutu, sia la guerra più imponente dell Africa indipendente. 9 4 Jean Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.35 5 Luca Jourdan, Timothy Raeymaekers, Kakule Vyasongya e Matteo Montanari Congo una guerra senza fine, diario Europeo, pag 72 6 Il Rwanda, con soli km 2 ha una popolazione di 8 milioni di abitanti, con una delle più alte densità di tutta l Africa, circa 300 persone per km 2 7 Kabamba Nkamany A Baleme, Pouvoirs et idéologies tribales au Zaire, l Harmattan, 1997, CEE, pag Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.36 9 Stefano Bellucci, Storia della guerre africane,carrocci,2006, Roma, pag 77 2

3 Il PROBLEMA DELLE MINORANZE: I BANYAMULENGE E I BANYARWANDA. Possiamo dividere in due gruppi le minoranze rwandesi presenti in Congo: - I BANYAMULENGE di Etnia Tusti emigrata nel seicento e radicata dal 1959 negli altopiani Ruzizi, nel Sud Kivu); - I BANYARWANDA ( che comprende un misto di popolazioni Hutu e Tusti emigrate nel Nord Kivu a partire dall epoca coloniale) 10. Quest ultimi, meglio istruiti, occuparono la maggioranza dei posti nell amministrazione a Bukavu (capitale dell allora grande Kivu,in seguito Kivu Centrale) diventando così oggetto di una crescente ostilità da parte delle popolazioni autoctone. La tensione maggiore emerse soprattutto in merito alla questione della concessione della cittadinanza congolese, che avrebbe comportato la possibilità di partecipare all elezione degli amministratori locali 11. In particolare, i contrasti con gli autoctoni scoppiarono soprattutto nel 1964, a seguito della rivolta capeggiata da Pierre Mulele 12, quando i Banyamulenge decisero di appoggiare la repressione del governo di Mobutu nella speranza di ottenere i tanto agognati diritti. Durante il processo di africanizzazione del paese, venne approvata una legge che avrebbe permesso il riconoscimento della cittadinanza a chi si fosse trovato nello Zaire dal 1950, e che vi avesse risieduto stabilmente 13. Dopo pochi anni però il processo venne prima interrotto e quando venne approvata nel 1982 la legge che conferiva la nazionalità unicamente attraverso lo jus solis. 14 Le speranze di ottenere la cittadinanza zairese divennero per tanto molto labili. L arrivo dei profughi Hutu, a seguito del genocidio, spinse il governo a porre fine, definitivamente, al processo di riconoscimento, attraverso la decisione dell alto consiglio della repubblica di non concedere la cittadinanza ai rifugiati Hutu e Tusti, 15 considerando tali anche le popolazioni rwandesi insediate nel territorio prima del genocidio. 10 Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag Luca Jourdan, Timothy Raeymaekers, Kakule Vyasongya e Matteo Montanari Congo una guerra senza fine, diario Europeo, pag Pierre Mulele (11agosto- ottobre 1968) faceva parte della corrente Lumumbista e marxista,guidò la fazione maoista del Kwilu durante la rivolta dei Simba del Mobutu, dove aver represso la rivolta ed essersi instaurato al potere, convinse P. Mulele a raggiungerlo a Kinshasa, dove lo fece assassinare. 13 Colette Braeckman et al., Kabila Prend le pouvoir, Grip, 1998, Belgique pag Nel 1982 il governo congolese cambiò la legge base, approvata dal governo Lumumbista in base alla quale vigeva il principio dello Jus sanguinis per il riconoscimento della cittadinanza, in una nuova legge dove lo jus sanguinis veniva combinato con lo Jus solis.( pg 100 POUVOIRS) 15 Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.37 3

4 La situazione per i Tusti dei Banyarwanda divenne ancora più instabile perché divennero il bersaglio di violenze da parte dei miliziani dell Interahamwe sfuggiti alle ritorsioni delle truppe di Kagame. Ma non furono certo solo loro, a far aumentare l insicurezza nella regione. Infatti l arrivo nella regione di un ingente aiuto umanitario, iniziò a rappresentare una rendita per la stessa forza armata mobutista che non si fece scrupoli ad usare le armi per intimidire le organizzazioni umanitarie al fine di prelevare parte dell aiuto umanitario diretto ai rifugiati. La popolazione locale si trovò così colpita, non solo dai miliziani ruandesi, ma anche dallo stesso esercito che avrebbe dovuto proteggerla. 16 L insicurezza costante, la crescita enorme dei prezzi dei beni alimentari, dovuta all afflusso enorme di profughi nella regione, spinsero una parte dei Banyamulenge a tornare in Rwanda, mentre altri decisero di restare per difendere i propri diritti. Prese piede così la rivolta dei Banyamulenge, capeggiata da Laurent- Dèsiré Kabila, che vide in questa il pretesto ideale per attuare l occupazione militare del territorio zairese L autorità ruandese, insieme con il governo dell Uganda, diede il proprio appoggio per quella che poteva essere la grande occasione di creare finalmente un governo amico capace di risolvere la situazione di destabilizzazione del Kivu e dei paesi vicini. LA LUNGA MARCIA di KABILA Kabila iniziò la sua lunga marcia, capeggiando AFDL ( alleanza di forze democratiche per la liberazione del Congo). Le forze rwandesi si unirono alla sua missione, occupando nel frattempo alcune zone del Kivu dove maggiormente si erano concentrate le forze armate delle milizie Hutu. Durante la marcia furono denunciati numerosi esempi di crimini contro i rifugiati Hutu e la popolazione civile, coinvolta nei bombardamenti contro i campi profughi nel sud Kivu. Le cifre parlano di circa persone scomparse. Secondo alcune testimonianze sarebbero circa i profughi Hutu scomparsi dai campi profughi dopo il passaggio delle forze rwandesi di supporto al AFDL. In poco tempo Kabila riuscì a sconfiggere l esercito mobutista e nel maggio 1997, 17 entrò trionfalmente a Kinshasa, circondato dai suoi alleati, il cui aiuto era stato prezioso, se non determinate, per la sconfitta dell esercito mobutista. 16 Kabamba Nkamany A Baleme, Pouvoirs et idéologies tribales au Zaire, l Harmattan, 1997, CEE, pag Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.38 4

5 Questa idilliaca intesa iniziò a vacillare molto presto: dopo poco più che un anno si consumò la rottura tra il neo governo e gli invadenti alleati rwandesi e ugandesi. Kabila, infatti, vedeva la crescente tutela esercitata dai consiglieri stranieri come un rischio per il consolidamento della propria legittimità interna e per tanto fu spinto ad allontanarli dalla capitale. La risposta dei due vicini non si fece certo attendere. Non potendo attaccare direttamente la capitale, a causa della presenza di truppe angolane che continuavano ad appoggiare Kabila, le forze rwandesi e ugandesi si ritirano nell est del paese, ricongiungendosi con le truppe dislocate in Kivu e che di fatto controllavano al regione, fomentando così un focolaio per una nuova ribellione contro il potere zairese 18. LA PRIMA GUERRA MONDIALE AFRICANA( ) Pochi giorni dopo la partenza da Kinshasa dei 600 soldati ruandesi, scoppiò la seconda guerra del Congo ( agosto 1998), definita anche La prima guerra mondiale africana per alcune caratteristiche inedite rispetto alle precedenti guerre combattute sul continente, come l intervento diretto di altri eserciti nazionali a supporto del governo o degli insorti. 19 Sorge spontaneo a questo punto chiedersi perché Kigali decise di intervenire nuovamente per modificare una situazione che aveva contribuito a creare. Le risposte probabili sono due: 1) L ossessione del governo ruandese di una possibile invasione degli ex soldati Hutu e dei miliziani dell Interahamwe che ancora beneficiavano di accordi politici nella regione del Kivu; 2) La volontà, non tanto velata, di portare avanti un piano di ricomposizione geografica della regione attraverso lo smembramento del Congo. Inizialmente questa missione era stata affidata a Kabila, il quale però si era dimostrato un interlocutore inadatto, spingendo così il governo di Kagame (supportato sempre dall Uganda) a modificare di nuovo l asseto interno del paese vicino. Si deve considerare che comunque i due paesi, sia il Rwanda che l Uganda, avevano mantenuto, durante l anno di collaborazione con il governo di Kinshasa, significative truppe nel territorio 18 Stefano Bellucci, Storia della guerre africane,carrocci,2006, Roma, pag Stefano Bellucci, Storia della guerre africane,carrocci,2006, Roma, pag 77 5

6 congolese, motivandole come una necessaria precauzione per mantenere sicure le proprie frontiere. 20 Il dissenso di Kabila offrì il pretesto per mettere in pratica la vera natura delle ambizioni rwandesi e ugandesi, ambizioni cha andavano ben oltre la messa in sicurezza delle frontiere, ma che celavano la volontà di espandere il proprio controllo politico ed economico sulle regioni confinanti. Kagame iniziò così ad operare su due piani dopo la rottura con Kabila; sul piano politico, sotto la sua stessa supervisione, venne creato nella capitale ruandese, il Bureau Congo, incaricato di coordinare tutte le azioni politiche, militari ed economiche delle forze rwandesi in Congo; e uno strettamente militare, ovvero la sponsorizzazione, il finanziamento e l appoggio militare al primo movimento ribelle congolese: il Rassemblement Congolais pour la Démocratie (RCD), 21 formato da gruppi congolesi fuoriusciti dall AFDL e da ex esponenti del regime di Mobutu. Ben presto il RCD divenne il più importante gruppo ribelle del territorio, controllando un estesa porzione del paese, dal Kivu al Kasai, dal Maniema al Katanga. 22 Oltre all RDC altri importanti movimenti sono nati durante il conflitto: - MLC (Movimento di Liberazione del Congo) con un zona di influenza da Equatore al Nord Congo, composto dagli quadri vicini al l ex presidente Mobutu e guidato da J.P. Bemba. Lo sponsor principale di questo movimento fu il governo ugandese. - movimento MAI MAI, una resistenza popolare contro le forze armate di occupazione rwandese. Opera soprattutto in Kivu e nel Maniema. I suoi esponenti hanno sostenuto il tentativo repubblicano di restaurare l ordine in queste regioni. Tutti questi gruppi ribelli accusarono il governo di Kabila di corruzione e malgoverno ( accuse che non sono del tutto infondate) ma allo stesso tempo non si fecero portatori di programmi politici 20 Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag Movimento che in breve si divise in : RCD - GOMA che operava ne Nord Kivu con l appoggio principalmente del governo ruandese ; RCD BUNIA che, appoggiati in particolare dal governo ugandese, agiva nella zona dell Ituri; Storia delle guerre africane pag Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag. 43 6

7 chiari; la loro quasi totali dipendenza da aiuti esterni di fatto non li ha resi i soggetti adatti per portare stabilità al paese. 23 GLI ACCORDI DI PACE Dopo un anno di scontri venne firmato a Lusaka (10 Luglio 1999) il primo accordo per il cessate il fuoco fra tutti i cobelligeranti. L accordo, che aveva una validità giuridica interna e internazionale, si proponeva, attraverso la promozione dialogo intercongolese, di gettare le basi per un nuovo ordine politico. Sul piano interno infatti venivano equiparati al governo i maggiori gruppi ribelli. Tra gli obiettivi del dialogo vi era la creazione di un esercito nazionale e la formulazione di un calendario per elezioni democratiche. 24 La situazione iniziò a complicarsi a seguito dei contrasti nati tra Uganda e Rwanda nel 2000 per il problema era lo sfruttamento delle risorse. La guerra si era infatti rivelata determinate per consolidare le reti affaristiche e la gestione dei proventi derivanti dal contrabbando delle risorse congolesi. 25 Possiamo dire che è stata proprio questa rincorsa alle materie prime di cui il Congo abbonda, che ha portato allo scatenarsi del conflitto; un conflitto che ha visto una lenta e costante frammentazione e privatizzazione del paese in sfere di influenza gestite da gruppi di interesse o da warlords. Si è venuta a creare una vera e propria geopolitica del caos, come l ha definita Achille Mbembè in un articolo del 1999 su Politique Africaine, dove i warlords non agiscono più secondo interessi etnici o tribali ma secondo logiche affaristiche; in Congo sono singoli individui o potenti conglomerati finanziari internazionali 26 che gestiscono lo sfruttamento delle materie prime. È impensabile quindi che, in questo scenario, il rispetto degli accordi di Lusaka potesse essere garantito, nonostante la supervisone di una forza di interposizione internazionale come la MONUC. 23 In totale, circa combattenti sono stati appoggiati dal Rwanda e mentre l Uganda ne ha armati circa Anche il Burundi a fornito un supporto al raggiungimento dei piani di espansione Tusti, soprattutto nel Sud Kivu. Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag Stefano Bellucci, Storia della guerre africane,carrocci,2006, Roma, pag Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.47 7

8 La svolta è avvenuta nel 2001 quando, Laurent- Dèsiré Kabila, dopo aver perduto l appoggio dei partiti politici nati dopo l era mobutista, aver indebolito l esercito espellendo i soldati banyamulenge, ma soprattutto, dopo aver perso l appoggio americano che gli era stato fondamentale per l arrivo al potere, venne ucciso da una delle sue guardie del corpo. Al suo posto venne nominato Joseph Kabila, figlio adottivo dell ex presidente, di origine ruandese, che inizialmente si era posto come un possibile interlocutore per il governo di Kigali, rallentando così la spirale di violenza all interno del paese; inoltre godeva dell appoggio americano, grazie al quale si poté arrivare alla firma degli accordi bilaterali nel 2002 con il Rwanda (luglio) e l Uganda ( settembre). Gli accordi firmati a Sun City nel 2003 tra tutte le fazioni politiche inaugurarono il periodo di transizione democratica che terminerà nel 2005 con l elezione di Joseph Kabila a capo della Repubblica Democratica del Congo. 27 Benché avesse accettato il ritiro delle proprie truppe del territorio congolese, la firma degli accordi non frenò certo le mire espansionistiche di KigaIi. Il colpo di Stato contro Kabila junior, sventato nel marzo 2004, ha ricordato la presenza di una corrente interna volta a destabilizzare la presa del potere del nuovo presidente, le cui riforme potrebbero diminuire l influenza ruandese in Kivu. Infatti la questione del Kivu rimane un problema politico sia interno che internazionale per la difficile convivenza dei gruppi etnici autoctoni con i Bayarwanda. Questi costituiscono il nucleo duro della fazione armata delle RDC e beneficiano del sostegno incondizionato del Rwanda. Nonostante la partecipazione del loro leader Azarias Ruberwa al governo, il movimento è stato dilaniato dalle rivalità interne e dalla strategia da seguire nei confronti del Rwanda. La domanda che i membri del RCD si pongono è infatti e se assecondare il Rwanda, con il quale mantengono alleanze etniche, o se seguire fino in fondo l idea di una transizione democratica, rimanendo di fatto fedeli al governo di Kinshasa 28. Tra i membri del RCD che hanno scelto di continuare a mantenere stretti legami con Kigali, vi è il generale Laurent Nkunda che per anni è stato il principale elemento di instabilità nel Kivu e nell intera RDC. 27 Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma,pag.52 8

9 Il generale Nkunda aveva già precedentemente fatto parte del Fronte Patriottico Ruandese con Kagame, e dopo la presa del potere di Kabila senior era stato integrato come colonnello nelle FAC (Forze Armate Congolesi), sempre però ubbidendo alle decisioni provenienti da Kigali. Nel 2002 represse violentemente un ammutinamento a Kinsagani, tanto da essere accusato di violazione dei diritti umani da diverse ONG. Dopo essersi rifiutato di riconoscere gli accordi del 2003, e sostenendo di difendere i Banyamulenge dalle ritorsioni delle sempre presenti milizie Hutu, iniziò una serie di campagne che lo portarono nel 2004 a marciare su Bukuavu, nel sud Kivu razziandola per 4 giorni. Per anni le azioni di Nkunda avevano seminato il panico nella regione del Kivu, fino ad arrivare nell ottobre del 2008, quando il leader ribelle annunciò la sua intenzione di prendere Kinshasa, provocando così un escalation di violenza tale da provocare in pochi mesi 1 milione di sfollati dalla regione. IL CAMBIO di STRATEGIA RUANDESE Proprio quando si iniziava a temere una lunga marcia di Nkunda, la situazione è improvvisamente mutata. Nel gennaio 2009 un corpo militare formato da truppe congolese e rwandesi ha intrapreso un operazione armata contro le Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda e nello stesso tempo è stata fermata anche l azione di L. Nkunda, arrestato mentre stava cercando rifugio in Rwanda, dove dal 23 gennaio è detenuto. Il generale è divenuto la prima vittima illustre del nuovo corso politico ruandese. Infatti, la pubblicazione di un rapporto Onu in cui venivano denunciati i legami tra Kagame e Nkunda, smascherando così il vero mandante della destabilizzazione del Kivu, ha portato alla sospensione degli aiuti economici soprattutto dei paesi del nord Europa. 29 Data l importanza che questi aiuti rivestono per l economia rwandese, era necessario quindi varare una nuova strategia. Rimangono ancora ombre sul cambio di rotta rwandese; si teme infatti che la volontà di catturare le FDLR sia in realtà una scusa( la stessa da ormai 10 anni) per giustificare la presenza ruandese all interno della regione del Kivu, rischiando così che la missione duri all infinito, coprendo quella che è una reale occupazione del territorio congolese; la conferma di questo sarebbe fatto che

10 l operazione per liberare il Kivu dai ribelli Hutu si concentri in prevalenza nel Nord, mentre la roccaforte dei ribelli è in Sud Kivu. CONCLUSIONI Possiamo dunque dire che nonostante un processo di pace iniziato nel 1999, la stipulazione di accodi bilaterali e infine multilaterali, i rapporti tra i governi del Rwanda e della RDC rimangono comunque molto tesi. Kagame infatti continua a vedere nel Kivu la fonte di una possibile instabilità interna, data la presenza dei fedelissimi di Habyarimana, ancora presenti in gran numero nella RDC e non ancora intenzionati ad accettare il potere del governo di Kigali. Esistono altre ragioni che portano la politica rwandese ad indirizzarsi verso il Kivu: questa regione infatti rientra in una strategia che punta allo smembramento del Congo, visto come bacino di accoglienza per la crescita demografica che sta interessando le regioni dei grandi laghi. Inoltre vi è anche un ulteriore motivazione non propriamente politica: durante i numerosi anni di occupazione del Kivu da parte dei soldati ruandesi, si sono stabilite reti militari e affaristiche che potrebbero essere messe in discussione dall arrivo al potere di un nuovo leader. Appena arrivato al potere Kabila junior ha infatti trovato come finanziatore privilegiato la Cina, disposta ad offrire al governo congolese il 30% dei guadagni ricavati dallo sfruttamento delle risorse del paese. Si è trattato chiaramente di un offerta incredibile, dato che le imprese occidentali erano disposte ad arrivare al massimo al 12%. È quindi difficile identificare come mera coincidenza il fatto che, pochi giorni dopo la firma dell accordo con i cinesi, il generale Nkunda abbia iniziato al sua opera di destabilizzazione nell est del paese. 30 Possiamo pensare che quella che si sta attuando è una nuova ridefinizione della regione dei Grandi laghi, che permetta una miglior spartizione delle risorse tra i paesi vicini ( Ruanda in primis, ma anche tra Uganda, Burundi e Angola) e tra i paesi più industrializzati, da sempre coinvolti nello sfruttamento delle risorse congolesi 31. Un cambiamento è infatti favorito, a livello di politica interna, dall ascesa di un nuovo tipo di leadership. J. Kabila fa parte infatti di una nuova classe politica, quella composta da businessman, pronta ad aprire il paese ad una serie di privatizzazioni dei settori strategici (primo fra tutti quello

11 delle risorse, ) che non faranno altro che favorire l elite al potere, defraudando la popolazione. 32 La difficoltà di far rispettare al settore privato le regole circa la condivisione della risorse naturali con il resto della popolazione, fa sì che questa si senta costantemente defraudata, modificando il concetto stesso di Stato, visto, non come un qualcosa da conservare, ma come una preda da spartire e gettando così le basi per nuove rivolte. 33 Date le premesse è molto difficile pensare che si sia effettivamente intrapreso un cammino per stabilizzare la RDC e di conseguenza l intera regione. Non è pensabile che la situazione congolese possa migliorare senza una vera e propria ricostruzione sociale. Come ha prospettato Léonard Touadi, forse la soluzione migliore per rassicurare( e anche limitare) il legittimo bisogno di sicurezza ruandese, e inserire in un quadro di stabilità la regione del Kivu, sarebbe quella di costituire: una comunità regionale dei Grandi Laghi con una concordata libera circolazione dei beni e delle persone con delle parziali cessioni di sovranità in materia doganale. Questa soluzione avrebbe il vantaggio non secondario di interrompere il secolare faccia a faccia tra Tutsi ed Hutu, inserendoli in contesto relazionale più vasto La regione dei Grandi Laghi africana aspetta una sua Yalta che possa fissare i nuovi equilibri e gli obiettivi di integrazione 34. Cecilia Costanza Viliani 32 Stefano Bellucci, Storia della guerre africane,carrocci,2006, Roma, pag congo- brucia- ancora/1112?printpage=undefined 11

12 BIBLIOGRAFIA Léonard Touadi Congo, Ruanda, Burundi, le parole per conoscere editori riuniti, 2004, Roma, Stefano Bellucci, Storia della guerre africane,carrocci,2006, Roma; Kabamba Nkamany A Baleme, Pouvoirs et idéologies tribales au Zaire, l Harmattan, 1997, CEE ; Colette Braeckman et al., Kabila Prend le pouvoir, Grip, 1998, Belgique ; Frederick Cooper, Africa since 1940, Cambridge University Press, 2009, USA Luca Jourdan, Timothy Raeymaekers, Kakule Vyasongya e Matteo Montanari Congo una guerra senza fine, Diario Europeo, Siti: congo- brucia- ancora/1112?printpage=undefined %20Supplemento%20- %20Rwanda.pdf 12

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