WTO E AGRICOLTURA PRIMA E DOPO LA CONFERENZA DI CANCUN FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE

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1 FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE WTO E AGRICOLTURA PRIMA E DOPO LA CONFERENZA DI CANCUN A cura di Fabrizio De Filippis e Luca Salvatici QUADERNO N. 3 OTTOBRE 2003

2 FORUM INTERNAZIONALE DELL AGRICOLTURA E DELL ALIMENTAZIONE COLLANA QUADERNI Comitato editoriale Fabrizio De Filippis coordinatore scientifico Andrea Fugaro Irene Mercadante Luca Salvatici Pietro Sandali Fiorenza Spalatro Andrea Stoppa Via del Tritone Roma tel redazioneagr@procomgroup.it

3 PRESENTAZIONE Il terzo fascicolo della serie dei quaderni del Forum internazionale dell agricoltura e dell alimentazione è dedicato ai negoziati commerciali della World Trade Organization (Wto), con particolare riferimento alla questione agricola. L occasione è data dalla V Conferenza ministeriale della Wto, tenutasi a Cancun dal 10 al 14 settembre 2003, che doveva portare avanti l ambiziosa agenda negoziale varata a Doha nel La Conferenza di Cancun, dove la novità principale è stata il protagonismo dei Paesi in via di sviluppo e la loro capacità di fare fronte comune, si è conclusa senza alcun accordo: un esito che i più ottimisti definiscono una semplice battuta d arresto di un percorso comunque destinato ad essere giudicato nel lungo periodo, ma che molti non esitano ad etichettare come un vero e proprio fallimento, che rischia di indebolire la Wto come sede multilaterale di governo delle relazioni internazionali. Obiettivo del quaderno è di offrire uno strumento di riflessione e di documentazione su un tema molto dibattuto sul terreno politico, ma piuttosto complicato sul piano tecnico; un tema sul quale circola un informazione relativamente abbondante ma spesso filtrata e distorta dai molteplici interessi in gioco, e non sempre facilmente e correttamente fruibile dal vasto pubblico dei non addetti ai lavori. Data l ampiezza e la complessità dei temi affrontati, il quaderno non ha l ambizione di coprire in dettaglio tutte le questioni incluse nell agenda dei negoziati multilaterali. Si è quindi posta una particolare enfasi sui problemi del settore agricolo, ma gli altri temi, seppure in maniera sintetica, sono comunque discussi, poiché l evoluzione del negoziato agricolo non può essere compresa al di fuori degli sviluppi complessivi del sistema di regole multilaterali gestito dalla Wto. Il quaderno si articola in sei capitoli. I primi tre, di taglio più generale, sono dedicati, rispettivamente, a descrivere la natura e le funzioni della Wto (cap. 1); a richiamare e discutere i risultati del precedente negoziato in cui si decise la sua nascita, vale a dire l Uruguay round del Gatt che si è concluso nel 1994 (cap. 2); a ripercorrere le tormentate vicende successive della Wto fino al lancio della Development agenda, avvenuto nella Conferenza di Doha del 2001 (cap. 3). Il cap.

4 4 è dedicato all agricoltura, e in particolare all evoluzione del nuovo negoziato agricolo partito nel 2000, alla discussione dei numerosi temi in cui esso si articola e all analisi delle posizioni dei principali attori, fino alla vigilia della Conferenza di Cancun. Il cap. 5 sintetizza gli sviluppi, nello stesso arco temporale, degli altri temi negoziali, con particolare attenzione all Accordo sulla disciplina dei diritti di proprietà intellettuale legati al commercio (Trips). Il cap. 6 racconta e interpreta quello che è accaduto a Cancun, proponendo qualche spunto di riflessione sul comportamento dei diversi attori e sulle prospettive future dei negoziati. A completare il quadro, il quaderno ospita la sintesi di un Forum organizzato il 23 settembre dalla Coldiretti, subito dopo la Conferenza di Cancun, nel quale un gruppo di autorevoli studiosi e policy makers ha discusso a caldo sull esito della conferenza stessa. Infine, a beneficio di chi si accosta per la prima volta alla materia del commercio internazionale e dei negoziati multilaterali, si offrono un glossario dei termini di gergo utilizzati dagli addetti ai lavori e una guida alla navigazione tra i principali siti web che si occupano dei temi trattati. Il quaderno è stato progettato e curato da Fabrizio De Filippis e Luca Salvatici, che si sono avvalsi della preziosa collaborazione di Irene Mercadante e Andrea Stoppa per il lavoro di coordinamento editoriale, ma materialmente è il frutto dello sforzo corale di un gruppo più ampio, in larga parte coincidente con il comitato editoriale della collana dei quaderni del Forum internazionale dell agricoltura e dell alimentazione. In tale gruppo hanno lavorato (redigendo le parti che sono indicate in parentesi): Fabrizio De Filippis (parr. 1, 2, 4 e 6 del cap. 4; parr. 2 e 3 del cap. 6); Marco Foschini (par. 3 del cap. 3; par. 5 del cap. 4; Siti web); Andrea Fugaro (par. 4 del cap. 2 e par. 1 del cap. 5); Luca Salvatici (par. 3 del cap. 4; par. 2 del cap. 5 e parr. 1 e 4 del cap. 6); Fiorenza Spalatro (cap. 1 e cap. 2; Glossario); Andrea Stoppa (parr. 1 e 2 del cap. 3). Il coordinatore scientifico Fabrizio De Filippis

5 SOMMARIO CAPITOLO 1 Dal Gatt alla Wto pag Il Gatt 7 2. L agricoltura nel Gatt La Wto 16 CAPITOLO 2 L Uruguay round Introduzione Gli accordi sottoscritti L Accordo sull agricoltura Le principali dispute in materia agricola 56 CAPITOLO 3 Dall Uruguay round alla Doha Development Agenda Il percorso della Conferenza ministeriale Wto La quarta sessione della Conferenza ministeriale e la Doha Development Agenda Il nuovo ruolo della società civile 67 APPENDICE Dichiarazione ministeriale di Doha 71 CAPITOLO 4 Il negoziato agricolo ( ) Introduzione Le principali tappe del nuovo negoziato agricolo I temi negoziali Le posizioni iniziali dei principali attori La rappresentanza della società civile 112

6 6. Gli sviluppi del negoziato alla vigilia della Conferenza di Cancun pag. 116 APPENDICE L agricoltura nel documento di Perez del Castillo 120 CAPITOLO 5 L accordo Trips e gli altri temi negoziali L accordo Trips Gli altri temi affrontati a Cancun 128 CAPITOLO 6 La Conferenza di Cancun Cosa è successo Vincitori e vinti La questione agricola Le prospettive dopo Cancun 147 FORUM I negoziati Wto dopo Cancun 151 Glossario 175 Siti web 187 Riferimenti bibliografici 195

7 CAPITOLO 1 Dal Gatt alla Wto 1. IL GATT 1 L Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organization, Wto) è dal 1 gennaio 1995 l organizzazione internazionale che definisce e controlla gli accordi e le norme che regolano il commercio fra le nazioni. La Wto nasce come continuazione e ampliamento dell Accordo generale sulle tariffe e sul commercio (General Agreement on Tariffs and Trade, Gatt), a cui vengono affiancati due ulteriori accordi commerciali: l Accordo generale sul commercio dei servizi (General Agreement on Trade in Services, Gats), e l Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (Trade Related Aspects on Intellectual Property Rights, Trips). La Wto riunisce i tre accordi generali sotto un unico ombrello istituzionale che, a differenza di quanto accadeva in passato con il Gatt, non opera solo in occasione dei negoziati ma è una struttura permanente, dotata di propri organi di gestione e di un efficace meccanismo di soluzione delle dispute. I trattati Wto forniscono le regole fondamentali che governano il commercio internazionale di merci tra i paesi maggiormente interessati agli scambi internazionali. Essi sono assimilabili a dei contratti che vincolano i paesi a mantenere le proprie politiche commerciali (e non solo) entro limiti concordati. All indomani del secondo conflitto mondiale, la sede istituzionale preposta a trattare i problemi relativi agli scambi commerciali avrebbe dovuto essere l Organizzazione internazionale per il commercio (International Trade Organization, Ito) ovvero il terzo pilastro dell ordine economico internazionale previsto dagli accordi di Bretton Woods, a fianco del Fondo Monetario Internazionale (International Monetary Fund, Imf) e della Banca Mondiale (World Bank). (1) Questo paragrafo e il successivo si basano su Salvatici 1990 e Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 7

8 Per quanto riguarda l Ito, tuttavia, non si andò oltre la stesura di uno statuto (Carta dell Avana ), dal momento che gli Usa, nazione e- conomicamente e politicamente egemone, rifiutarono di ratificare la propria adesione, determinandone in pratica il fallimento 2. Già prima che lo statuto Ito venisse definitivamente approvato, 23 dei 50 paesi promotori decisero di porre in essere dei negoziati per cominciare a ridurre le tariffe doganali 3. Il pacchetto combinato di regolamenti commerciali e concessioni tariffarie venne siglato a Ginevra nel 1947 come Gatt. L accordo entrò in vigore rapidamente in virtù di un Protocollo di applicazione provvisoria ma, a differenza dei trattati commerciali convenzionali, non fu prevista alcuna data di scadenza ben determinata, probabilmente perché si riteneva comunque imminente l adozione di una regolamentazione più complessiva nell ambito dell Ito. Il Protocollo di applicazione, per facilitare l adesione da parte dei parlamenti nazionali, prevedeva la possibilità di mantenere eventuali politiche già in vigore al momento della stipula dell accordo, anche se si fossero rivelate incoerenti con i nuovi impegni sottoscritti (grandfather clause). Il Gatt non fu pensato come un organismo dotato di personalità giuridica, capace di esprimere una volontà sovranazionale e di svolgere azioni che impegnassero tutti i paesi membri. Piuttosto, il Gatt venne creato con l intenzione di predisporre uno strumento contrattuale provvisorio, nell attesa della definizione di una disciplina del commercio internazionale più complessiva. Di fatto, tuttavia, la mancata realizzazione dell Ito non solo tolse al Gatt il suo carattere di provvisorietà, ma, soprattutto, fece sì che esso si trovò a svolgere un ruolo paragonabile a quello di una vera e propria organizzazione internazionale. Questa progressiva istituzionalizzazione del Gatt venne facilitata dall esistenza di una seppur minima struttura organizzativa, composta dal Segretariato generale, dall Assemblea delle parti contraenti e, a partire dal 1960, da un Consiglio dei rappresentanti. Nell ambito di tali organi erano previsti vari meccanismi decisionali, che richiedevano la presenza di una maggioranza semplice o qualificata, a seconda della rilevanza delle questioni trattate, anche se in generale la (2) Per maggiori dettagli sulla storia del Gatt si vedano Corazza 1997, e Anania e De Filippis (3) I 23 paesi erano: Australia, Belgio, Brasile, Burma (oggi Birmania), Canada, Ceylon (oggi Sri Lanka), Cile, Cina, Cuba, Cecoslovacchia (oggi divise in Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca), Francia, India, Libano, Lussemburgo, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Pakistan, Sud Rodesia (oggi Zimbabwe), Siria, Sud Africa (oggi Repubblica Sudafricana), Regno Unito e Stati Uniti. 8 Capitolo 1 - Dal Gatt alla Wto

9 prassi adottata è stata quella delle decisioni consensuali, ovvero basate sull unanimità dei partecipanti. Ciò ha finito per rallentare notevolmente, o addirittura bloccare, il processo decisionale, conferendo ai singoli paesi un diritto di veto e facendo sì che il consenso si raggiungesse su pacchetti di compromesso corrispondenti al minimo comune denominatore fra le posizioni dei singoli paesi. L unanimità è una regola generalmente adottata nell ambito delle istituzioni internazionali, anche se i rapporti di forza sulla base del principio un paese, un voto non coincidono necessariamente con i rapporti di forza reali fra i paesi dal punto di vista economico, politico o militare. Di fatto, il processo negoziale e decisionale viene fortemente condizionato dall azione dei paesi più forti, che spesso sono in grado di ottenere l adesione dei più deboli alle loro posizioni tramite promesse o minacce. Il Gatt si sviluppò gradualmente, tramite otto cicli o round di negoziazioni multilaterali fra le parti contraenti (vedi box 1.1.), fino alla firma dell atto finale dell ottavo ciclo di negoziati commerciali dell Uruguay round (Ur), avvenuta a Marrakech nell aprile del 1994, e alla contestuale nascita della Wto. BOX 1.1. I round negoziali del Gatt ANNO LUOGO/NOME NR. PAESI 1947 Ginevra Annecy Torquay Ginevra Dillon Kennedy Tokyo Uruguay 125 Nei primi anni, lo sforzo negoziale si concentrò soprattutto sulla riduzione della protezione daziaria sui prodotti manifatturieri. I primi quattro round negoziali si svolsero a Ginevra, Annecy, Torquay e poi di nuovo a Ginevra. Soprattutto i primi due round ottennero risultati apprezzabili in termini di abbassamento delle tariffe, che, all epoca, risultavano in media assai elevate, ma ben presto emerse la tendenza ad ottenere risultati decrescenti, anche a causa del tipo di approccio uti- Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 9

10 lizzato per le negoziazioni 4. Il Dillon round rappresentò un momento di transizione e segnò, principalmente, il riconoscimento della nascita della Comunità Economica Europea e degli aggiustamenti tariffari ad essa collegati. A partire dal Kennedy round, inaugurato a Ginevra il 4 maggio 1964, cui parteciparono più di 60 paesi, la riduzione dei dazi ebbe luogo sulla base di formule 5 e, per la prima volta, si affrontò la questione delle barriere non tariffarie. Il Kennedy round è stato anche rilevante per i risultati ottenuti dai Paesi in via di sviluppo (Pvs): l accordo generale venne modificato con l introduzione di una serie di articoli 6 in base ai quali fu riconosciuta la possibilità di non applicare, nell ambito dei rapporti commerciali fra paesi sviluppati e Pvs, due principi fondamentali del Gatt, vale a dire il principio di reciprocità e il principio di non discriminazione (cfr. paragrafo 3.3.). Questa modifica è stata molto importante per i Pvs, in quanto ha consentito loro di essere in parte esentati dagli obblighi di liberalizzazione concordati a livello multilaterale, e ha aperto la strada ai vari programmi di trattamento preferenziale adottati negli anni successivi: in particolare, il Sistema generalizzato di preferenze (Generalized System of Preferences, Gsp), adottato nel 1971, e la cosiddetta clausola di abilitazione (enabling clause), adottata nel Il Tokyo round, svoltosi dal 1973 al 1979, con 102 paesi partecipanti, confermò nella sostanza l impostazione del round precedente, affrontando nuovamente la questione delle barriere commerciali non tariffarie. Durante i negoziati proseguì l impegno per la progressiva riduzione delle tariffe, e ciò consentì di ottenere un taglio medio di un terzo dei dazi doganali nei paesi sviluppati. Le riduzioni tariffarie, programmate su un periodo di otto anni, implicavano un elemento di armonizzazione - più alte le tariffe, maggio- (4) Ciascun paese predisponeva un prospetto di domanda, contenente le riduzioni tariffarie desiderate da parte degli altri contraenti, e un prospetto di offerta, contenente le concessioni accordabili. A seguito della progressiva riduzione delle tariffe, questo tipo di approccio perde di efficacia negoziale, in quanto ogni paese tende a ridurre sia il numero dei prodotti su cui è disposto a trattare sia l ammontare della riduzione daziaria che è disposto a concedere (Anania e De Filippis 1996). (5) Al contrario dell approccio domanda-offerta, seguito nei primi quattro round negoziali, un approccio per formule definisce un obiettivo di riduzione percentuale delle tariffe da applicare ad ogni prodotto, spostando la trattativa su un obiettivo generale e rendendo meno efficace l intervento dei singoli gruppi di pressione legati a settori o prodotti particolari. (6) IV parte, artt I paesi sviluppati possono offrire un trattamento preferenziale non reciproco, come tariffe d importazione minime o nulle, a prodotti dei Pvs. I paesi che offrono la preferenza hanno facoltà di scegliere unilateralmente quali paesi e quali prodotti includere nel proprio schema. 10 Capitolo 1 - Dal Gatt alla Wto

11 re la loro riduzione - attraverso la cosiddetta formula svizzera 7. Su altre questioni, come quella del commercio agricolo, il Tokyo round non raggiunse risultati altrettanto soddisfacenti. Furono predisposti, tuttavia, una serie di trattati sulle barriere non tariffarie (noti come codici ) che, in alcuni casi, chiarificavano l interpretazione di articoli Gatt già esistenti, in altri tentavano di regolamentare aspetti del tutto nuovi. Soltanto una parte dei membri del Gatt (principalmente i paesi industrializzati) sottoscrisse tali codici, che vengono pertanto definiti plurilaterali, per sottolineare la differenza rispetto alla natura multilaterale degli impegni sottoscritti da tutti i paesi membri. L Uruguay round (Ur), infine, è stato l ultimo round organizzato nell ambito del Gatt, in quanto l accordo finale ha sancito la nascita della Wto. Il round si è aperto con la dichiarazione di Punta del Este (Uruguay), nel settembre del 1986, e si è chiuso con la firma dell Atto finale a Marrakech, nell aprile del Risulta quindi confermata la tendenza ad un progressivo allungamento della durata dei round: nel caso dell Ur il protrarsi dei negoziati, ben al di là dei quattro anni previsti inizialmente, può essere attribuito a due fattori. Da una parte, a seguito dei successivi allargamenti del Gatt, è aumentato il numero dei partecipanti al negoziato, e ciò ha finito, inevitabilmente, per appesantire la conduzione delle trattative (cfr. box 1.1.); dall altra, l agenda dei lavori per questo round era particolarmente ampia e complessa, in quanto includeva, oltre ai tradizionali oggetti delle trattative commerciali multilaterali (come le tariffe), questioni istituzionali mai affrontate in precedenza (come la creazione di una istituzione internazionale preposta a disciplinare gli scambi commerciali), ovvero problematiche che non erano mai state risolte in modo adeguato (come quelle relative al settore agricolo). La descrizione degli accordi sottoscritti alla fine dell Ur, con particolare attenzione all Accordo sull agricoltura, viene fornita nel capitolo L AGRICOLTURA NEL GATT Prima dell Ur, non si può dire che i prodotti agricoli fossero completamente fuori dal Gatt, sia in quanto essi venivano espressamente menzionati in diversi articoli, sia perché furono oggetto di alcuni accordi specifici, sia, infine, perché il meccanismo per la soluzione delle (7) Attraverso l applicazione della formula svizzera, negoziando il parametro a, si raggiungono risultati pari a: NT = at, dove NT = nuova tariffa, T = tariffa precedente, a = coefficiente di riduzione. (a+t) Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 11

12 dispute ha sempre avuto notevole importanza per il settore agricolo. Va tuttavia riconosciuto che il riferimento all agricoltura serviva soprattutto a introdurre deroghe ed eccezioni che consentivano un trattamento speciale e differenziato rispetto alle regole generali. Per i prodotti primari, infatti, era consentito l uso di politiche commerciali generalmente proibite, quali i sussidi all esportazione e le restrizioni quantitative all importazione. All epoca della nascita del Gatt (1947), la posizione di egemonia politica ed economica di cui godevano gli Usa fece sì che furono le regole commerciali multilaterali ad adattarsi alla politica agraria statunitense, piuttosto che il contrario. L atteggiamento generale degli Usa, infatti, era quello di evitare obblighi internazionali troppo stringenti dal punto di vista dell adattamento delle politiche nazionali, e ciò si tradusse, come si è detto, nel rifiuto di aderire alla nascente International Trade Organization. Nell ambito del Gatt, una delle condizioni poste dagli Usa per la sua accettazione fu la garanzia di poter mantenere gli strumenti di sostegno al settore agricolo introdotti con l Agricultural Adjustment Act del 1933, ovvero la garanzia di un prezzo minimo ai produttori (integrazione di prezzo) accompagnata da un controllo delle superfici coltivate e da una gestione pubblica degli stock accumulati. Di conseguenza, l art. XI del Gatt prevede una serie di eccezioni al divieto di imporre misure di restrizione all importazione, per quanto riguarda i prodotti agricoli. Nel corso degli anni Cinquanta, gli Usa, che risultavano ancora, nel complesso, importatori netti di prodotti agricoli, continuarono ad essere soprattutto interessati al mantenimento del proprio impianto di politica agraria. A tal fine, ottennero in sede Gatt altre due importanti eccezioni, che portarono ad un ulteriore differenziazione della regolamentazione dei prodotti agricoli rispetto a quella degli altri settori. La prima eccezione venne introdotta nell ambito della modifica dell art. XVI (Sovvenzioni) che, pur proibendo in generale l utilizzazione delle sovvenzioni all esportazione, prevedeva la possibilità per un paese di concedere sovvenzioni all esportazione dei prodotti di base, purché ciò non lo portasse a «detenere più di una parte equa del commercio mondiale». Vale la pena di sottolineare, da un lato, l assoluta vaghezza della formulazione, dato che la determinazione della parte equa si basava unicamente sulle quote di mercato detenute durante un non meglio precisato «periodo di riferimento anteriore»; dall altro, l obiettivo finale prefigurato, che non sembrava essere una maggiore liberalizzazione degli scambi internazionali, bensì una gestione amministrata del commercio mondiale attraverso l attribuzione ad ogni pae- 12 Capitolo 1 - Dal Gatt alla Wto

13 se esportatore di una determinata quota di mercato. Anche in questo caso, del resto, così come era successo per l art. XI, l eccezione venne introdotta soprattutto per tenere conto delle esigenze della politica a- graria statunitense che, a partire dal 1954, aveva cominciato a fare uso di programmi di sovvenzioni all esportazione (Salvatici 1996). La seconda eccezione derivava dalla necessità degli Usa di applicare restrizioni quantitative anche su prodotti - come latte, carne e zucchero - che non rientravano nelle eccezioni previste dall art. XI, ottenendo poi nell ambito del IV round (Ginevra, ) una deroga da parte degli altri paesi membri. Questa deroga, sebbene non abbia avuto un grande impatto in termini di distorsione dei flussi commerciali, ha rappresentato un precedente importante che ha aperto la strada a una serie di misure protezionistiche, adottate negli anni successivi nell ambito delle politiche agrarie dei paesi europei e del Giappone. La deroga agli Usa, infatti, pur non giustificandola dal punto di vista strettamente giuridico, ha sicuramente legittimato, dal punto di vista politico, l adozione di barriere non tariffarie (Bnt) - come, ad esempio, i prelievi variabili 8 - che hanno rappresentato eccezioni di fatto che si aggiungevano a quelle di diritto menzionate in precedenza (artt. XI e XVI). L evento principale che ha caratterizzato gli anni Sessanta è la nascita della Comunità Europea e, per quanto riguarda il settore agricolo, la conseguente creazione di una politica agricola comune (Pac). In particolare, il Dillon round, che si svolse in quegli anni, portò all approvazione della tariffa esterna comune - ovvero la tariffa comunitaria che sostituì quelle nazionali in vigore sino ad allora - e, in tale ambito, vennero anche accettati i meccanismi di protezione a carattere non tariffario previsti dalla Pac (come, ad esempio, i prelievi variabili per i prodotti cerealicoli). Le ragioni che possono spiegare come si sia arrivati ad accettare una politica ad alto impatto protezionistico, come la Pac, in sede Gatt sono di varia natura. In primo luogo, vi è stata una sottovalutazione dei futuri effetti della Pac e, soprattutto, delle sue conseguenze per i mercati mondiali. È probabile, infatti, che all inizio degli anni Sessanta nessuno immaginasse che il trasferimento di alcune politiche di sostegno, come il prezzo minimo garantito, dal livello nazionale a quello comu- (8) Il prelievo variabile è una tariffa all importazione che cambia al variare del prezzo sul mercato mondiale; esso, infatti, è pari alla differenza tra il prezzo minimo di importazione (prezzo soglia o prezzo di entrata) fissato dal paese importatore e il prezzo di importazione (alla frontiera) che riflette l andamento dei mercati internazionali. Largamente usato dall Ue per moltissimi anni in connessione alle sue politiche di sostegno dei prezzi agricoli, il prelievo variabile è la barriera non tariffaria più efficace per proteggere i produttori di un paese dalla concorrenza dei produttori stranieri, e allo stesso tempo stabilizzare il prezzo sul mercato interno. Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 13

14 nitario, avrebbe trasformato in breve tempo un area d importazione (quale era l Ue) nel secondo esportatore mondiale di prodotti agricoli (Salvatici e De Filippis 1994). In secondo luogo, va sottolineato che gli Usa erano comunque disposti a sostenere un costo economico, in termini di minori possibilità di esportazione sui mercati europei, pur di ottenere un rafforzamento della coesione politica fra i paesi dell Europa occidentale. Inoltre, non va dimenticato che gli Usa, avendo chiesto e ottenuto pochi anni prima una deroga, al fine di proteggere la propria agricoltura al di là delle regole fissate dal Gatt, non erano certo nella posizione migliore per sindacare le scelte comunitarie in tema di politica agraria. Infine, bisogna considerare che anche l Ue pagò un prezzo per l accettazione della Pac, attraverso l eliminazione completa di qualsiasi protezione relativa a una serie di prodotti, fra cui i semi oleosi, il cotone e la cassava, e il consolidamento, a livello del 6%, del dazio relativo ai mangimi non derivati dai cereali. Questi prodotti, all epoca relativamente poco importanti in termini di flussi commerciali, rappresentano oggi alcune delle principali voci di importazione nella Ue, e i loro dazi hanno costituito dei veri e propri buchi, nell ambito della ben guarnita tariffa comunitaria. Per quanto riguarda l altro round che si svolse negli anni 60 - il Kennedy round - va sottolineato, innanzitutto, che l agricoltura, al pari di altri settori come la chimica e la siderurgia, fu oggetto di negoziati separati. Nell ambito di tali negoziati, gli Usa, che avevano cominciato a sviluppare un atteggiamento più aggressivo in termini di esportazioni sui mercati mondiali, cambiarono atteggiamento rispetto ai round precedenti e si fecero promotori di un (progressivo) ritorno al libero scambio sui mercati mondiali dei prodotti agricoli. A tal fine, si tentò in primo luogo di applicare l approccio per formule, utilizzato per la prima volta in questo round con riferimento alle tariffe, anche alle politiche agrarie a carattere interno, sulla base di un montante di sostegno che avrebbe dovuto quantificare l entità degli aiuti globalmente concessi al settore agricolo. D altra parte, si cercò di mantenere dei margini di accesso minimo alle importazioni, attraverso la fissazione di massimali nei livelli di auto-approvvigionamento. Su nessuna delle due proposte si riuscì a raggiungere un accordo, ma va comunque evidenziato che, per la prima volta, vennero introdotti nel dibattito agricolo in seno al Gatt due elementi di grande rilevanza - il sostegno interno e la garanzia di accesso minimo alle importazioni - tant è che anche nell ambito dell accordo agricolo dell Ur essi rivestono un ruolo centrale (Anania 1996). Nel corso degli anni Settanta, l instabilità del contesto macroecono- 14 Capitolo 1 - Dal Gatt alla Wto

15 mico si trasferì anche al settore agricolo, nel quale l ondata di aumenti dei prezzi che si ebbe per la maggioranza dei prodotti alimentò le preoccupazioni di una scarsità degli alimenti su scala mondiale. In questo scenario, le trattative agricole ricevettero un alta priorità nell ambito del Tokyo round, anche perché le Bnt erano al centro dell attenzione, e l agricoltura, con il suo stretto legame fra politiche di sostegno interno e politiche commerciali, rappresentava uno dei settori dove queste erano maggiormente diffuse. Ciononostante, per quattro anni non si riuscì neanche a stabilire se la trattativa agricola dovesse avere luogo separatamente, così com era avvenuto nell ambito del Kennedy round, o se l agricoltura dovesse essere inclusa nelle trattative sui diversi strumenti di protezione (in particolare tariffe e sovvenzioni). Alla fine, venne accolto il punto di vista dell Ue (e di molti altri paesi) che sosteneva la necessità di separare l agricoltura dagli altri temi in discussione. Allo stesso modo, negli anni successivi, l Ue riuscì ad ottenere che i prodotti agricoli venissero esclusi dall applicazione degli accordi raggiunti negli altri settori. La storia travagliata dell agricoltura, nell ambito del Gatt, risulta confermata anche per quanto riguarda il funzionamento del meccanismo per la soluzione delle dispute. Sulla base dei dati riportati da Jackson (1989) risulta che, se si classificano le controversie sollevate in sede Gatt (ovvero dalla sua nascita fino all Ur), ben 100 casi hanno riguardato prodotti agricoli (il 42,9% dei casi totali) e, nell ambito delle dispute agricole, ben il 58% dei casi ha fatto riferimento agli artt. XI e XVI, ovvero i due articoli che, come si è visto, contengono le principali eccezioni per l agricoltura. Se si guarda ai paesi interessati, emerge chiaramente il ruolo da protagonisti svolto dagli Usa, che sono stati coinvolti in 54 dispute, e della Ue, che è stata chiamata in causa 33 volte. Tuttavia, va sottolineato che mentre gli Usa risultano più spesso accusatori che accusati (in 37 casi, infatti, sono stati loro a promuovere la procedura e solo 17 volte sono stati chiamati in causa da altri paesi) per l Ue si verifica il contrario (solamente 5 volte ha sollevato una controversia, mentre negli altri 28 casi ha dovuto rispondere alle proteste degli altri paesi). Per quanto concerne l Ue, inoltre, se si considera la distribuzione temporale delle controversie, emerge chiaramente che la Pac è finita sempre più spesso sul banco degli accusati, a mano a mano che sono andate aumentando le esportazioni comunitarie: delle 32 controversie agricole verificatesi dopo il 1976, infatti, ben 19 (ovvero oltre il 59%) hanno interessato l Ue (Salvatici 1990). Molte di queste dispute hanno visto una contrapposizione diretta fra Usa e Ue, e, in questi casi, le controversie hanno spesso assunto toni Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 15

16 aspri, rischiando rappresaglie spropositate rispetto al valore degli scambi commerciali coinvolti. Nella stragrande maggioranza dei casi, l iniziativa è stata presa dagli Usa e gli strumenti della Pac maggiormente contestati sono stati i sussidi alla produzione e/o all esportazione, con riferimento a prodotti quali la frutta in scatola, il pollame, la farina di cerali, la pasta e i semi oleosi. In conclusione, si può dire che, alla vigilia dell Uruguay round, al cui approfondimento viene dedicato il capitolo 2, l agricoltura rappresentava ancora uno dei settori più protetti nell ambito delle economie nazionali (in particolare dei paesi sviluppati) e una delle aree di maggior conflittualità nelle relazioni economiche internazionali. I prodotti agricoli, infatti, godevano di un trattamento differenziato, sia nell ambito dell accordo sia a seguito di una serie di deroghe ed eccezioni concesse a singoli paesi. Solamente nell ambito dell ultimo round si è riusciti, dopo molti anni di negoziati, a raggiungere un intesa significativa sull agricoltura. 3. LA WTO Il Gatt e la Wto sono due entità ben distinte. Mentre il Gatt era un insieme di regole provvisorie, la Wto è una vera e propria istituzione. Le regole Gatt si applicavano solo al commercio dei beni, mentre gli accordi Wto coprono beni, servizi e diritti di proprietà intellettuale, inglobando al proprio interno il Trattato Gatt. Le funzioni della Wto possono essere così sintetizzate: - foro negoziale ovvero mercato di particolari diritti di proprietà, rappresentati dalla possibilità di proteggere la propria produzione nazionale nei confronti della concorrenza straniera; - organo collegiale per l elaborazione di regole di comportamento e per il controllo del loro rispetto; - strumento per la composizione delle controversie. Le funzioni citate mirano ad ottenere un commercio più libero, per limitare il più possibile decisioni autonome di politica commerciale che, potenzialmente, riducono il benessere generale perché non tengono conto dei vantaggi/svantaggi complessivi che esse implicano Struttura, funzionamento e competenze Il più importante organo decisionale Wto è la Conferenza ministeriale, che si svolge almeno una volta ogni due anni. Dopo l incontro di Marrakech e la nascita della Wto, i ministri si sono incontrati cinque volte (cfr. capitolo 3). 16 Capitolo 1 - Dal Gatt alla Wto

17 Subordinato alla Conferenza ministeriale è il Consiglio generale. Quest ultimo, formato da rappresentanti - normalmente ambasciatori o diplomatici di pari livello - di tutte le nazioni che aderiscono alla Wto, si articola in tre consigli specifici, relativi, rispettivamente, a prodotti, servizi e diritti di proprietà intellettuale, ricalcando la tripartizione Gatt - Gats - Trips. Questi tre accordi multilaterali, infatti, fanno parte integrante del trattato istitutivo della Wto. I tre consigli specifici hanno il compito di implementare gli impegni assunti dai paesi membri nei rispettivi tre accordi; si incontrano quando necessario per svolgere le proprie funzioni e sono aperti a rappresentanti di ciascun paese membro. Possono anche creare comitati e gruppi di lavoro al proprio interno. Il Consiglio Gatt si occupa dello scambio internazionale delle merci, cioè dell Accordo Gatt 1994, così chiamato perché contiene, oltre all originario accordo del 1947, anche tutti gli impegni circa le riduzioni tariffarie da parte dei singoli paesi e gli accordi complementari aggiuntisi nel corso del tempo, come si vedrà meglio nel capitolo 2. Ciascuna questione è trattata da comitati specifici in seno al Consiglio Gatt, come è riportato nel box 1.2. Ai lavori dei comitati partecipano tutti i membri Wto, rappresentati, di norma, da delegati residenti o meno a Ginevra, nonché i paesi osservatori e alcune istituzioni internazionali 9. In particolare, il Comitato Agricoltura si riunisce almeno quattro volte l anno per verificare l adozione degli impegni presi nell ambito del relativo accordo, sulla base delle notifiche che gli Stati membri sono obbligati a presentare. Il comitato ha anche il compito di monitorare i possibili effetti negativi, derivanti dall applicazione dell accordo, sui paesi a più basso livello di sviluppo e sui paesi in via di sviluppo importatori netti di alimenti. Il comitato può anche condurre, in ogni momento, su richiesta degli Stati membri, consultazioni informali. L operato del comitato si svolge secondo modalità procedurali specifiche per l agricoltura, ma anche secondo regole generali, in linea con quelle adottate dal Consiglio generale Wto. Il Consiglio Trips si occupa dell accordo che regola vari aspetti della protezione della proprietà intellettuale, senza alcun comitato specifico appositamente insediato. Il Consiglio Gats si occupa dell accordo che regola il commercio internazionale dei servizi e che contiene le liste delle concessioni in materia di prestazioni di servizi fatte da cia- (9) Esse sono: l Igc (International Grains Council), il Fmi, l Ocse, l Unctad (United Nations Conference on Trade and Development), la Fao, il World Food Programme, la Banca Mondiale. Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 17

18 BOX 1.2. La struttura della Wto CONFERENZA MINISTERIALE CONSIGLIO GENERALE Il Consiglio generale nelle vesti di: ORGANO PER LA COMPOSIZIONE DELLE DISPUTE Il Consiglio generale nelle vesti di: ORGANO PER IL MONITORAGGIO DELLE POLITICHE COMMERCIALI Organo d appello Panel per la composizione delle dispute Comitati: Commercio e ambiente Commercio e sviluppo Accordi commerciali regionali Restrizioni derivanti da squilibri nella bilancia dei pagamenti Bilancio, finanza e amministrazione Gruppi di lavoro: Adesione Commercio e investimenti Commercio e politiche della concorrenza Trasparenza negli appalti pubblici CONSIGLIO GATT Comitati: Accesso al mercato Agricoltura Misure sanitarie e fitosanitarie Barriere tecniche al commercio Sussidi e misure compensative Pratiche anti-dumping Valutazioni doganali Regole di origine Licenze di importazione Investimenti industriali esteri Salvaguardie Tessili CONSIGLIO TRIPS CONSIGLIO GATS Comitati: Commercio servizi finanziari Impegni specifici Gruppi di lavoro: Legislazioni nazionali Regole Gats Esistono anche dei comitati plurilaterali, che tengono informati della propria attività il Consiglio generale o il Consiglio del Gatt, nonostante gli accordi di loro competenza siano sottoscritti solo da una parte dei membri Wto (comitato per il commercio in aeromobili civili, comitato per gli appalti pubblici, comitato sulla tecnologia informatica). Adattato da Wto 2001a. 18 Capitolo 1 - Dal Gatt alla Wto

19 scun membro. Il Consiglio Gats ha insediato due comitati, uno sul commercio dei servizi finanziari e l altro su impegni specifici, e due gruppi di lavoro, rispettivamente su legislazioni nazionali e sulle regole dell accordo sui servizi. Oltre ai tre consigli specifici, e ai loro comitati e gruppi di lavoro, la struttura della Wto si completa con alcuni comitati multilaterali, e relativi gruppi di lavoro, che fanno riferimento direttamente al Consiglio generale, su temi di particolare rilevanza quali: commercio e ambiente, commercio e sviluppo, accordi regionali, adesione di nuovi membri, commercio e investimenti, commercio e politiche della concorrenza, commercio e appalti pubblici. Infine, esistono alcuni comitati plurilaterali su tematiche specifiche (commercio in aeromobili civili, appalti pubblici, tecnologia informatica), che tengono informati della propria attività il Consiglio generale o il Consiglio Gatt, sebbene gli accordi di loro competenza siano sottoscritti solo da una parte dei membri Wto. Il supporto tecnico-amministrativo ai consigli e ai comitati è assicurato dal Segretariato, con a capo il direttore generale Il meccanismo di soluzione delle dispute La maggiore novità della Wto, rispetto al Gatt, è la presenza di un più efficace meccanismo di soluzione delle controversie. Una controversia si origina nel caso in cui uno o più membri Wto ritengano che altri paesi abbiano adottato misure di politica commerciale o abbiano intrapreso azioni considerate un inadempienza agli obblighi sottoscritti. Nella procedura per risolvere le dispute, prevista dal vecchio Gatt, non esistevano scadenze prestabilite ed era facile bloccare le decisioni, poiché esse potevano essere adottate solo per unanime consenso, con il risultato che molti casi si trascinavano per lungo tempo senza giungere a soluzione. Il nuovo trattato ha invece introdotto un processo ben strutturato, con stadi chiaramente definiti, con una rigorosa disciplina sui tempi necessari alla soluzione e date di scadenza flessibili per i vari stadi della procedura. Le decisioni, inoltre, vengono adottate automaticamente, a meno che non vi sia il consenso unanime per respingerle. In questo modo, un paese che desidera bloccare una decisione deve convincere tutti gli altri membri Wto (compreso il suo avversario nel caso) a condividere il suo punto di vista. La procedura, fino alla decisione di primo grado, non dura più di un anno, o non più di 15 mesi se c è ricorso in appello. Anche se la procedura ricorda molto un procedimento giudiziario, la soluzione preferibile è comunque che i paesi interessati discutano i loro problemi e risolvano da soli la disputa. Il primo stadio consiste infatti in consulta- Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 19

20 zioni fra i governi interessati e, anche quando si è arrivati alle fasi successive, un accordo tra le parti che risolva la disputa è comunque possibile e incoraggiato. La composizione delle dispute è sotto la responsabilità dell Organo per la composizione delle dispute (Dispute Settlement Body, Dsb), ovvero il Consiglio generale in altra veste. Il Dsb è l unico organo competente per nominare i collegi di esperti che esaminano il caso (panel) e per accogliere o respingere le conclusioni dei collegi o i risultati di un appello. Esso sorveglia l attuazione delle decisioni e delle raccomandazioni e ha il potere di autorizzare ritorsioni se un paese non si a- degua ad una decisione. Il box 1.3. illustra il procedimento che viene seguito per giungere ad una soluzione. Il primo stadio, che dura fino a 60 giorni, consiste in u- na fase di consultazione: prima di intraprendere altre azioni, i paesi in vertenza devono discutere tra loro e provare a risolvere la divergenza da soli. In questa fase, possono anche chiedere la mediazione del direttore generale della Wto. Se nel primo stadio non si giunge ad un intesa fra le parti, viene nominato un panel e si dà avvio ad un procedimento quasi-giudiziario 10. Il panel ha il compito ufficiale di aiutare il Dsb a prendere decisioni o a fare delle raccomandazioni; tuttavia, poiché il rapporto del panel può essere respinto solo con il consenso unanime del Dsb, è difficile capovolgerne le conclusioni. Il tempo previsto per la nomina di un collegio di esperti è 45 giorni, ed esso ha a disposizione sei mesi per giungere a delle conclusioni e produrre il rapporto finale, seguendo un preciso i- ter 11. Per prima cosa, le parti in causa (il paese o i paesi che si ritengono danneggiati e il paese sotto esame) presentano il proprio caso al panel, prima in forma scritta e poi in forma orale in una vera e propria udienza. A quest ultima partecipano anche le parti terze che dichiarino di a- vere un interesse nella disputa. Al termine delle varie udienze, il collegio di esperti discute il caso, prepara un rapporto ad interim, che le parti possono commentare, e infine presenta il suo rapporto definitivo (10) I panel sono assimilabili a dei collegi arbitrali, i cui membri vengono scelti in consultazione con i paesi in vertenza; solo se le due parti non possono mettersi d accordo è il direttore generale della Wto a nominarli. I panel sono composti da tre (occasionalmente cinque) esperti di diversi paesi che esaminano le prove e decidono chi ha ragione e chi torto. Il loro rapporto viene inviato al Dsb, il quale può rigettarlo solo per consenso unanime. I membri del panel possono essere scelti sia da una lista permanente di candidati qualificati sia altrimenti; essi prestano servizio a titolo personale e non possono ricevere istruzioni da alcun governo. (11) Nei casi urgenti, in particolare quelli riguardanti merci deperibili, la scadenza viene ridotta a tre mesi. 20 Capitolo 1 - Dal Gatt alla Wto

21 BOX 1.3. Le fasi del meccanismo di soluzione delle dispute 60 giorni Consultazioni Nomina di un panel, da parte del Dsb Il panel esamina il caso (2 incontri con le parti, 1 incontro con parti terze; Interim report) 6 mesi dalla nomina del panel, 3 mesi se urgente Panel report (mandato alle parti) 9 mesi dalla nomina del panel Panel report (mandato al Dsb) massimo 3 mesi eventuale appello 60 giorni dal panel report, a meno di appello Dsb adotta la decisione del panel o dell organo d appello Periodo di tempo ragionevole: la parte propone e il Dsb accetta, oppure arbitrato 30 giorni dopo la fine del periodo di tempo ragionevole Implementazione (o accordo sulla compensazione) Se manca un accordo sulla compensazione, sanzioni (final report) alle parti e al Dsb. Nel caso in cui venga stabilito che è stato violato uno degli accordi, il panel stesso raccomanda come procedere per ripristinare la legalità. Il rapporto diviene una vera e propria sentenza del Dsb entro 60 giorni, a meno che non venga espresso un generale dissenso verso di esso. Emanata la sentenza, si apre spesso la fase dell appello richiesto da una o da entrambe le parti. Gli appelli devono vertere su questioni di diritto, quale l interpretazione legale, e non possono riesaminare prove esistenti né esaminare prove nuove. Ciascun appello viene valutato da tre dei sette membri di un Organo permanente d appello (Appellate Body, Ab), nominato dal Dsb e rappresentativo della composizione Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 21

22 della Wto. I membri dell Ab, che restano in carica quattro anni, devono essere persone di riconosciuta autorità in materia di diritto e di commercio internazionale e non avere legami con alcun governo. L appello può accogliere, modificare o revocare le conclusioni e risultanze legali del panel entro 60 o al massimo 90 giorni. Il Dsb deve accettare o respingere il rapporto dell Ab entro 30 giorni e il rigetto è possibile solo con il consenso unanime. Una volta che il giudizio definitivo è stato emesso, il paese sotto accusa deve cercare di riportare la propria politica in linea con le raccomandazioni o le decisioni del panel, entro un tempo ragionevole concordato tra le parti (o stabilito dal panel stesso) e approvato dal Dsb. Se ciò non viene fatto, il paese in esame deve negoziare con i paesi danneggiati una compensazione mutuamente accettabile, come la riduzione di tariffe per altri prodotti di particolare interesse per le parti danneggiate. Se le parti non giungono ad un accordo, il Dsb può permettere alle parti danneggiate di imporre particolari sanzioni commerciali, di norma per prodotti ricadenti nello stesso settore della disputa, eccezionalmente per settori diversi Il principio del commercio senza discriminazioni Il principio alla base di tutti i trattati commerciali è quello del commercio senza discriminazioni, che si sostanzia, principalmente, nella clausola della Nazione più favorita (Npf) e nella clausola del Trattamento nazionale (Tn). Secondo la clausola Npf, se un paese offre alle importazioni provenienti da un altro Stato un trattamento favorevole (ad esempio un aliquota doganale più bassa) deve fare lo stesso per tutti gli altri paesi membri che beneficiano di tale clausola (cfr. box 1.4.). La clausola Npf acquista una particolare valenza in ambito multilaterale, perché impedisce ai paesi membri di svincolarsi dagli impegni assunti: le concessioni effettuate da ciascuna parte contraente nel corso di un round vengono inserite nei prospetti nazionali e i dazi contenuti in tali prospetti vengono detti consolidati, nel senso che possono essere aumentati solo dietro concessione di compensazioni tali da garantire il consenso di tutte le parti contraenti interessate. Il trattato che istituisce la Wto conferma la normativa del Gatt prevedendo alcune eccezioni al principio del commercio senza discriminazioni. È possibile offrire un trattamento privilegiato a determinati paesi, nei seguenti casi: - al fine di garantire una maggiore liberalizzazione in un ambito ristretto, è riconosciuta la possibilità di istituire aree di libero scambio 22 Capitolo 1 - Dal Gatt alla Wto

23 BOX 1.4. La clausola della nazione più favorita Il principio di base che regola la riduzione della protezione commerciale è la clausola della Nazione più favorita (Npf), che garantisce l estensione delle concessioni accordate ad un paese anche a tutti gli altri paesi membri Wto: «Tutti i vantaggi, benefici, privilegi o immunità accordati da una parte contraente ad un prodotto originario o destinato a qualsiasi altro paese saranno, immediatamente e senza condizioni, estesi a tutti i prodotti similari originari o destinati al territorio di tutte le altre parti contraenti» (art. I, Gatt). Oltre ad essere il primo articolo del trattato che governa lo scambio delle merci (Gatt), la clausola Npf costituisce una priorità anche nei trattati Gats e Trips, benché in ciascuno di essi il principio venga governato in maniera leggermente differente. Insieme, questi tre accordi comprendono le tre aree principali del commercio governate dalla Wto. Si tratta di una norma tradizionale dei trattati commerciali, in quanto garantisce che l entità di u- na concessione non possa essere modificata a seguito di eventuali concessioni successive accordate ad altri paesi. È evidente, infatti, che la competitività delle esportazioni di un paese è garantita non solo e non tanto dall ammontare assoluto della protezione, ma anche e soprattutto dal confronto con la protezione a cui sono sottoposte le esportazioni dei paesi concorrenti. Illustriamo il funzionamento della clausola Npf con un esempio. Supponiamo che, in assenza di trattati multilaterali, il paese A si accordi con il paese B per ridurre la propria protezione tariffaria al 20%, prevedendo la clausola Npf. In seguito A stipula un accordo con il paese C per un ulteriore riduzione fino al 10%. A questo punto B, in base alla clausola Npf, beneficerebbe di questa seconda riduzione, ma non potrebbe vantare alcun diritto qualora A decidesse, con il consenso di C, di rialzare la tariffa al 20%. Invece, qualora A, B e C facessero parte di un trattato multilaterale, il consenso di C non sarebbe sufficiente: A, per ritornare ad una tariffa del 20%, dovrebbe ottenere anche il consenso di B. o unioni doganali fra le parti contraenti, senza che i paesi aderenti debbano estendere le agevolazioni ai paesi terzi. Questa eccezione viene concessa a condizione di non rafforzare gli ostacoli al commercio rispetto alle altre parti contraenti, e a condizione che la nuova tariffa esterna comune non sia più alta della tariffa media, vigente nei paesi membri prima dell istituzione dell unione doganale. Si tratta di un eccezione molto importante, che ha permesso la nascita di grandi aree di libero scambio come il Nafta, il Mercosur e l Asean 12 ; - al fine di agevolare lo sviluppo economico dei paesi meno avanzati, si autorizza la concessione di trattamenti differenziati e favorevoli nei confronti dei Pvs, sotto il nome di Sistema generalizzato delle preferenze (Sgp). Il Sgp, in deroga alla clausola Npf, consente ai Pvs di ottenere agevolazioni tariffarie senza estenderle agli altri paesi membri e senza contropartita. La richiesta della concessione di ta- (12) Il North American Free Trade Agreement (Nafta) riunisce Usa, Canada e Messico; il Mercado Común del Sur (Mercosur) è composto da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay; la Association of South East Asian Nations (Asean) comprende alcuni paesi del Sud-est asiatico. Quaderni del Forum Internazionale dell Agricoltura e dell Alimentazione 23

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