Informativa al Pubblico. Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al Pubblico

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1 Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al Pubblico Situazione al

2 INDICE Introduzione. a3 Tavola 1 Requisito informativo generale.. a4 Tavola 2 Ambito di applicazione. 12 Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza. 13 Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche.. 17 Tavola 6 Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato. 23 Tavola 8 Tecniche di attenuazione del rischio Tavola 12 Rischio operativo Tavola 14 Rischio di tasso di intesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario.. 28 Tavola 15 - Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione. 30 2

3 Introduzione Le Nuove Disposizioni di Vigilanza Prudenziale per le Banche (di seguito, anche solo le Disposizioni di Vigilanza ), introdotte dalla circolare n. 263/2006 di Banca d Italia, hanno introdotto obblighi di trasparenza informativa nei confronti degli operatori del mercato in merito ai seguenti aspetti: adeguatezza patrimoniale; esposizione ai rischi; caratteristiche generali dei sistemi preposti all identificazione, alla misurazione e alla gestione dei rischi. Tali obblighi si fondano su 3 pilastri. Il Primo Pilastro introduce l obbligo di un requisito patrimoniale adeguato a fronteggiare i rischi tipici dell attività bancaria e finanziaria, per la cui misurazione sono utilizzabili metodologie di calcolo caratterizzate da diversi livelli di complessità nella misurazione dei rischi e nei requisiti organizzativi e di controllo. Il Secondo Pilastro impone alle banche di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica. Detto processo, denominato ICAAP o Internal Capital Adeguacy Assessment Process, si compone di due parti: una prima parte di natura prevalentemente qualitativa, nella quale vengono rappresentati il modello organizzativo adottato dalla Banca e gli approcci utilizzati per la gestione dei rischi; una seconda parte, prevalentemente quantitativa, nella quale sono rappresentati: i risultati della misurazione e valutazione dei rischi, la quantificazione del capitale complessivo, i relativi raccordi con i requisiti patrimoniali regolamentari e con il patrimonio di vigilanza, la valutazione dell adeguatezza patrimoniale, l autovalutazione del medesimo processo ICAAP. Il Terzo Pilastro, infine, introduce l obbligo di definire la presente informativa al pubblico. Tale informativa, ai sensi dell allegato A delle richiamate Disposizioni di Vigilanza, si compone dei seguenti quadri sinottici (denominati Tavole ): Tavola 1 Requisito informativo generale Tavola 2 Ambito di applicazione Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Tavola 6 Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato Tavola 8 Tecniche di attenuazione del rischio Tavola 12 Rischio operativo Tavola 14 Rischio di tasso di intesse sulle posizioni incluse nel portafoglio Bancario Tavola 15 Sistemi e prassi di remunerazione e incentivazione. 3

4 TAVOLA 1 REQUISITO INFORMATIVO GENERALE Informativa qualitativa La Alto Adige Banca SpA (di seguito, la Banca ) persegue la propria strategia di crescita armonica, attraverso l assunzione prudente dei rischi ed una loro consapevole gestione. Il core business della Banca è costituito dai servizi in materia d investimento. L attività creditizia, anche se in crescita, risulta tuttora poco significativa. La composizione del portafoglio titoli di proprietà è improntata alla prudenza, in linea con le strategie della Banca. Sulla base degli orientamenti sopra descritti, dell esperienza maturata e delle contingenze attuali e prospettiche del sistema economico finanziario, la Banca ritiene di essere esposta potenzialmente alle fattispecie di rischio indicate nelle tabelle che seguono (cfr. Tab. 1 e Tab. 2). Rischio di Credito e Controparte Rischio di Mercato Rischio Operativo Tab. 1 Primo Pilastro Secondo Pilastro Rischio di Concentrazione Single-Name Rischio di Tasso d interesse sul Banking Book Rischio di Liquidità Rischio Legale Rischio Residuo Rischio Strategico Rischio di Reputazione Rischio di frode dei Promotori Finanziari Tab. 2 4

5 Rischio di Credito e di Controparte Il rischio di credito rappresenta il rischio che un debitore della Banca non sia in grado di adempiere agli obblighi di pagamento degli interessi e di rimborso del capitale, né alla scadenza né successivamente. Il rischio di credito include anche il rischio di controparte, intendendo per tale la possibilità che la controparte di un operazione risulti inadempiente, prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari della stessa. La Banca persegue una strategia di gestione del credito improntata a criteri di contenimento e consapevole assunzione del rischio, attraverso le seguenti attività: valutazione costante della rischiosità del portafoglio crediti; diversificazione delle esposizioni, finalizzata a evitarne la concentrazione; rifiuto di operazioni che, ancorché remunerative, siano ritenute potenzialmente pregiudizievoli per la redditività e la solidità della Banca. Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale connesso al profilo di rischio del cliente, la Banca aderisce al metodo c. d. standardizzato. Attualmente, la Banca risulta solo marginalmente esposta al rischio di credito. Nel settembre 2013, essa ha adottato un apposito regolamento nel quale sono definite: le norme per l emissione di nuovo credito, subordinato alla raccolta diretta; i limiti all erogazione, determinati in funzione della tipologia di credito e della clientela richiedente; le garanzie reali necessarie, che possono essere esclusivamente: pegno su strumenti finanziari e/o monetari, vincolati a garanzia della Banca; ipoteca di primo grado (o di grado successivo, se tutte le ipoteche precedenti siano già state costituite a favore della Banca e gravino su immobili esclusivamente ubicati nel Trentino-Alto Adige), eventualmente integrate da fidejussione bancaria. Il valore cauzionale dell immobile residenziale dovrà essere attestato da un idonea perizia estimativa, eseguita da un perito indipendente di fiducia del cliente e gradito alla Banca, regolarmente iscritto all albo professionale; fidejussione bancaria; i limiti di esposizione massima per gruppo e singolo nominativo; le procedure per il monitoraggio, la revisione e la revoca dei crediti. Rischio di Mercato Il rischio di mercato è connesso alle variazioni di valore di uno strumento o di un portafoglio di strumenti finanziari, dovute a variazioni inattese delle condizioni di mercato. Il metodo di calcolo del rischio di mercato, adottato dalla Banca per la determinazione del requisito patrimoniale, è il metodo standardizzato. Tale metodo utilizza l approccio a blocchi ( Building-block Approch ), che calcola i requisiti patrimoniali come somma dei requisiti patrimoniali rivenienti dal trattamento dei seguenti rischi: in riferimento al portafoglio di negoziazione: rischio di posizione (legato a variazioni dei tassi d interesse e dei corsi del mercato), rischio di concentrazione di esposizione su singola posizione; in riferimento all intero bilancio: rischio di regolamento, rischio di cambio, rischio di posizioni su merci. 5

6 Rischio Operativo Il rischio operativo è definito come il rischio di subire perdite derivanti dall inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, nonché dal verificarsi di eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra le altre, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. La metodologia di calcolo adottata dalla Banca per la determinazione del capitale interno, a fronte del rischio operativo, è quella base ( Basic Indicator Approach BIA ). Essa prevede che il requisito patrimoniale sia determinato applicando un coefficiente di ponderazione del 15% alla media delle ultime 3 osservazioni su base annuale del c. d. indicatore rilevante (riferite alla situazione di fine esercizio). Sulla base di indicazioni provenienti dall Autorità di vigilanza, la Banca applica un coefficiente di ponderazione doppio rispetto a quello previsto dalla normativa (30%, anziché 15). Ai fini del monitoraggio, la Banca ha provveduto a mappare e ponderare i rischi operativi. Rischio di Concentrazione Il rischio di concentrazione è dato dalle esposizioni in essere verso controparti, gruppi di controparti connesse e controparti del medesimo settore economico, che esercitano la stessa attività o appartengono alla medesima area geografica. La metodologia di calcolo adottata dalla Banca per la determinazione del capitale interno, a fronte del rischio di concentrazione, è quella standardizzata, indicata nell allegato B del Titolo III, Capitolo 1 della circ. n. 263/2006 di Banca d Italia. Ai fini della copertura del presente rischio, il capitale interno è quantificato attraverso il calcolo del c. d. Granularity Adjustment, ottenuto dal prodotto dei seguenti tre fattori: indice di Herfindahl; sommatoria delle cc. dd. Exposure At Default ; costante di proporzionalità (ipotizzando una probabilità di default pari all 1%). Rischio di Tasso di Interesse Il rischio di tasso di interesse è legato a variazioni di valore delle attività sensibili alle fluttuazioni dei tassi di interesse (cc. dd. asset interest-sensitive ), a seguito di una modifica della struttura per scadenza dei tassi stessi. L'esposizione della Banca a tale rischio è rilevata con riferimento al complesso delle attività e delle passività iscritte a bilancio. In linea con quanto prescritto dal VI aggiornamento 1 della circ. n. 263/2006 di Banca d Italia: i c/c attivi sono classificati nella fascia "a vista"; la somma dei c/c passivi e dei depositi liberi è ripartita secondo le seguenti indicazioni: nella fascia "a vista", convenzionalmente, una quota fissa del 25% per il rimanente importo nelle successive 8 fasce temporali (da "fino a 1 mese" a "4-5 anni"), in misura proporzionale al numero dei mesi in esse contenuti 2. Come è noto, nella precedente normativa i c/c passivi e i depositi liberi erano collocati nella fascia a vista, sino a concorrenza dell importo dei c/c attivi, mentre per il rimanente importo nelle 1 Del 27 dicembre Per esempio: nella fascia "fino a 1 mese" va inserito 1/60 dell'importo residuo, mentre nella fascia "6 mesi 1 anno" vanno inseriti 6/60. 6

7 successive quattro fasce temporali (da fino a 1 mese a 6 mesi 1 anno ), in misura proporzionale al numero dei mesi in esse contenuti. Il nuovo trattamento comporta un maggior assorbimento patrimoniale in sede di misurazione dell'esposizione al rischio di tasso, con conseguente discontinuità nella relativa serie storica. Come chiarito dalla circolare ABI del 15 aprile 2011 (prot. UAR/UCR/000752), la Banca riconduce anche le attività e le passività a vista, a tasso variabile (ossia indicizzato), nelle diverse fasce temporali, sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse. Le stime prospettiche sono coerenti con gli obiettivi del piano strategico. Rischio di Liquidità Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell incapacità di reperire nuovi fondi (c. d. funding liquidity risk ) e/o di vendere proprie attività sul mercato (c. d. asset liquidity risk ), ovvero sia costretta a sostenere costi molto elevati per far fronte a tali impegni. Le fonti del rischio di liquidità a cui la Banca è esposta sono rappresentate principalmente dai processi della finanza/tesoreria, della raccolta e del credito. La Banca ha allo studio un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità ( contingency funding plan ) che, in conformità alle disposizioni dell Autorità di vigilanza, persegue gli obiettivi di: disporre di liquidità in qualsiasi momento, rimanendo nella condizione di poter fronteggiare, sia in situazioni normali che in caso di crisi, gli impegni di pagamento assunti; finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato, correnti e prospettiche. A tal fine, il Consiglio di Amministrazione della Banca sta definendo, all interno della c. d. Policy Liquidità, le strategie, le politiche, i profili di responsabilità, i processi, i limiti e gli strumenti necessari per la gestione del presente. Il controllo del rischio di liquidità è di competenza della funzione di Risk Management. Esso è finalizzato ad assicurare alla Banca la disponibilità di riserve di liquidità sufficienti per la solvibilità nel breve termine e il contestuale mantenimento di un sostanziale equilibrio fra le scadenze medie di impieghi e di raccolta nel medio/lungo termine. La Banca intende perseguire un duplice obiettivo: la gestione della liquidità operativa, finalizzata a garantire la capacità di far fronte agli impegni di pagamento per cassa, sia previsti che imprevisti, di breve termine (fino a 12 mesi); la gestione della liquidità strutturale, volta a mantenere un adeguato rapporto tra passività complessive e attività a medio/lungo termine (oltre i 12 mesi). Attualmente, in attesa della formalizzazione della citata policy interna, ai fini della gestione del presente rischio sono previste le seguenti misure: in riferimento all erogazione di credito, è stato introdotto nel relativo regolamento un limite percentuale di massima erogazione del credito, pari al 70% della raccolta a breve e medio/lungo termine, nonché un ulteriore limite di carattere temporale (pari a 5 anni) per le emissioni di credito a medio/lungo termine; in riferimento al portafoglio di proprietà della Banca, le operazioni di compravendita di titoli, disposte dalla Tesoreria, devono essere preventivamente analizzate e autorizzate dalla funzione di Risk Management e dalla Direzione Generale; in riferimento ai depositi vincolati presso altri istituti vigilati, è previsto che essi non abbiano una scadenza maggiore di 3 mesi (e scadenza media inferiore a un mese) e che, qualora superino tale limite temporale, essi debbano essere preventivamente analizzati e autorizzati dalla funzione di Risk Management e dalla Direzione Generale. 7

8 Rischio Residuo Il rischio residuo è definito come il rischio che le tecniche riconosciute per l attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla Banca risultino meno efficaci del previsto. L esposizione della Banca al rischio residuo risulta contenuta, in quanto la mitigazione del rischio di credito è da riconnettere in misura prevalente all acquisizione delle garanzie reali di cui si è già detto (cfr. paragrafo Rischio di Credito e di Controparte). Per quanto riguarda i pegni su strumenti finanziari e/o monetari, la Banca si è dotata di un sistema per il monitoraggio e la rilevazione del valore di mercato di tali attività, per le quali sono state fissate, mediante idonea procedura, congrui margini di garanzia. La funzione di Risk Management presidia il rispetto dei margini di garanzia da parte degli strumenti oggetto di pegno. Rischio Legale Il rischio legale costituisce una fattispecie del rischio operativo oggetto di specifico monitoraggio. Atteso il particolare modello di business della Banca, i principali rischi legali a cui è esposta la Banca sono i seguenti: A. Richieste risarcitorie da parte della clientela in relazione alla prestazione dei servizi di investimento e dei servizi bancari; B. Richieste risarcitorie da parte dei Promotori Finanziari con riferimento all esecuzione del contratto di agenzia; C. Richieste risarcitorie da parte di dipendenti e collaboratori della Banca. Con riferimento al rischio sub A., a seguito delle sentenze favorevoli alla Banca che hanno respinto le richieste risarcitorie avanzate dagli investitori legate al collocamento di prodotti Soc.Gen., la Banca ha ritenuto di azzerare gli accantonamenti effettuati negli anni precedenti. La Banca, esaminato il parere espresso dai legali, con riferimento al bilancio al ha effettuato specifici accantonamenti con riferimento ai rischi legali sub A) e sub B). Con riferimento al rischio sub C., non si è ritenuto necessario effettuare accantonamenti. Rischio Strategico Il rischio strategico è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da: cambiamenti del contesto operativo; decisioni aziendali errate; attuazione inadeguata di decisioni; scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo. Il rischio strategico è monitorato in via continuativa dal Consiglio di Amministrazione, con il supporto della funzione di Risk Management e della Direzione Generale, mediante analisi degli scostamenti dei risultati rispetto agli obbiettivi previsti dal piano strategico. Rischio di Reputazione Il rischio di reputazione è definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell immagine della Banca da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o Autorità di vigilanza. La Direzione Generale informa in via continuativa il Consiglio di Amministrazione in merito ai 8

9 risultati riconducibili alla prestazione dei servizi di investimento (performance delle Gestioni Patrimoniali e dei prodotti finanziari collocati), al fine di un monitoraggio delle variabili rilevanti. Rischio di Frode dei Promotori Finanziari E il rischio a cui è soggetta la Banca in virtù della responsabilità solidale di cui all art 31 del Testo Unico della Finanza, per fatti illeciti riconducibili all attività prestata dai Promotori Finanziari. In via preliminare, la Banca ha valutato alcuni preventivi assicurativi a copertura del rischio, prestando particolare attenzione ai premi indicati, ai rischi effettivamente coperti e alle eventuali franchigie previste. Contestualmente, la Banca ha intensificato i controlli sulla rete, sia a distanza che tramite visite in loco, presso gli uffici dei Promotori Finanziari. In proposito, va rilevato che a partire dal 1 gennaio 2014 è attiva la piattaforma di front office FOX, la quale consente ai Promotori Finanziari (e alle unità organizzative della Banca), abilitati tramite specifiche credenziali di accesso, di visualizzare tutti i documenti necessari per lo svolgimento delle rispettive attività nei confronti degli investitori. La piattaforma FOX prevede la dematerializzazione dei documenti contrattuali e l utilizzo delle firme grafometriche. In via generale, si ritiene che le anzidette misure possano consentire un sensibile ridimensionamento del rischio frode dei Promotori Finanziari. **** Nell ambito del processo ICAAP viene richiesto il coinvolgimento congiunto di molteplici funzioni aziendali, ognuna chiamata a contribuire su aspetti di specifica competenza. 9

10 Consiglio di Amministrazione Il Consiglio di Amministrazione è responsabile del Sistema dei Controlli Interni della Banca (SCI) e della c. d. governance dei rischi. Con riferimento al processo ICAAP, le attività di pertinenza del Consiglio di Amministrazione risultano le seguenti: definizione e approvazione delle linee generali strategiche del processo ICAAP, in modo da assicurarne il tempestivo adeguamento in relazione ad intervenute significative modifiche delle linee strategiche aziendali, dell assetto organizzativo e del contesto operativo della Banca; definizione e aggiornamento delle metodologie di misurazione dei rischi quantificabili e non quantificabili, con il supporto delle funzioni di Conformità e di Gestione del rischio; valutazione dei rischi strategici e di reputazione esistenti, con identificazione di idonei presidi organizzativi e l approvazione dei piani di azione necessari per monitorare costantemente l esposizione ai rischi della Banca; definizione e aggiornamento delle metodologie di stress testing, con il supporto della funzione di Risk Management; promozione aziendale del pieno utilizzo delle risultanze dell ICAAP a fini strategici e nelle decisioni d impresa. Collegio Sindacale Il Collegio Sindacale vigila sull adeguatezza del processo ICAAP, con particolare riguardo all efficacia del modello organizzativo/informativo e di controllo adottato ai sensi della normativa di vigilanza, valutando le eventuali anomalie e disfunzioni imputabili agli organi responsabili e formulando osservazioni e proposte in merito al loro superamento. Nello svolgimento delle proprie funzioni, il Collegio Sindacale si avvale della collaborazione della funzione di Revisione Interna e di tutte le evidenze e segnalazioni provenienti dalle altre funzioni aziendali di controllo. Con specifico riferimento al processo di valutazione ICAAP, il Collegio Sindacale supporta trimestralmente il Consiglio di Amministrazione nell analisi delle politiche di gestione dei rischi adottate, proponendone, se del caso, la modifica e/o l aggiornamento. Direzione Generale La Direzione Generale è responsabile dell attuazione degli orientamenti strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione. A tal fine, essa: presidia la pianificazione operativa e il budget, assicurando un efficace informativa in merito; propone agli organi sociali il modello di struttura organizzativa e gli schemi regolamentari e di delega; cura, nell ambito della struttura, l implementazione e l aggiornamento di un efficace sistema organizzativo/informativo e di controllo, attraverso la puntuale definizione dei profili di ruolo; riveste un ruolo fondamentale nei confronti del personale della Banca, presso il quale assicura la diffusione di una cultura della gestione dei rischi; coordinare, attraverso l unità Organizzazione, I&CT e Sicurezza della Banca, la predisposizione del presente resoconto ICAAP: 10

11 - avvalendosi degli esiti delle attività di controllo e assegnando alle funzioni interessate ulteriori approfondimenti; - ponendo attenzione alle dinamiche di esposizione ai rischi, alle novità intercorse e all identificazione delle aree suscettibili di miglioramento, con la relativa pianificazione degli interventi previsti sul piano patrimoniale od organizzativo; - presidiando, di conseguenza, la realizzazione di tali interventi e rendicontando in merito agli organi sociali. Funzione di Risk Management La funzione di Risk Management provvede con la collaborazione attiva delle funzioni operative e la supervisione delle funzioni aziendali di controllo all individuazione e alla mappatura dei rischi a cui la Banca appare esposta, in considerazione delle aree di attività e dei servizi prestati dall intermediario. In conformità alla policy interna e alle norme vigenti in materia, la predetta funzione provvede alla misurazione dei rischi mappati e al calcolo, secondo le metodologie standard, dei seguenti valori di riferimento: Capitale Interno Complessivo; Patrimonio di Vigilanza (nei tre scenari previsti dalla normativa). La mappa dei rischi è soggetta a revisione periodica ed è integrata nella stesura del resoconto ICAAP. La valutazione dei requisiti patrimoniali necessari alla copertura delle aree di rischio monitorate avviene in collaborazione con l unità organizzativa Contabilità e Bilancio, attraverso l utilizzo del sistema informatico in uso presso la Banca. Utilizzando il suddetto sistema, la funzione: ottiene la quantificazione e monitora la composizione delle poste rilevanti del Capitale di Vigilanza; accede ai dati rilevanti delle singole aree aziendali, provvedendo a monitorarne l andamento e l assorbimento patrimoniale; effettua prove di stress su alcune componenti dei rischi monitorati; raccoglie dalle altre funzioni aziendali di controllo le informazioni inerenti ad eventuali rischi potenziali, non sufficientemente monitorati; predispone una rendicontazione periodica per il Consiglio di Amministrazione, relativa alla situazione dei vari rischi aziendali. 11

12 TAVOLA 2 AMBITO DI APPLICAZIONE Informativa qualitativa Gli obblighi di informativa al pubblico previsti dalla circ. n. 263/2006 di Banca d Italia si applicano alla Alto Adige Banca S.p.A. Südtirol Bank AG (la Banca ). 12

13 TAVOLA 3 COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA Informativa qualitativa Il Patrimonio di Vigilanza e i coefficienti patrimoniali sono calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico, determinati con l applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto delle istruzioni di vigilanza emanate dalla Banca d Italia. Il Patrimonio di Base è costituito dal capitale sociale e dalle altre riserve patrimoniali computabili in base alla normativa in vigore, al netto delle attività immateriali e delle riserve da valutazione nette negative, riferibili a titoli di debito, titoli di capitale e quote di O.I.C.R. iscritti tra le attività finanziarie disponibili per la vendita. Alla data del 31 dicembre 2013, nel Patrimonio di Vigilanza non figurano strumenti innovativi né strumenti non innovativi di capitale. Alla suddetta data, la Banca detiene quasi esclusivamente il Patrimonio di Base, oltre ad una percentuale di Patrimonio Supplementare, inferiore allo 0.2%. 13

14 TAVOLA 3 Informativa quantitativa Di seguito si riporta la composizione del Patrimonio di Vigilanza, con il dettaglio dei singoli elementi che lo costituiscono. ELEMENTI POSITIVI DEL PATRIMONIO DI BASE (in Euro) Capitale sociale ,00 Riserve ,00 Perdita del periodo ( ) TOTALE ELEMENTI POSITIVI DEL PATRIMONIO DI BASE ,38 ELEMENTI NEGATIVI DEL PATRIMONIO DI BASE Avviamento ,68 Altre immobilizzazioni immateriali ,00 TOTALE ELEMENTI NEGATIVI DEL PATRIMONIO DI BASE ,00 PATRIMONIO DI BASE (TIER 1) ,38 ELEMENTI POSITIVI DEL PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (in Euro) filtri prudenziali IAS/IFRS positivi ,00 TOTALE ELEMENTI POSITIVI DEL PATRIMONIO SUPPLEMENTARE ,00 ELEMENTI NEGATIVI DEL PATRIMONIO SUPPLEMENTARE filtri prudenziali IAS/IFRS negativi ,00 TOTALE ELEMENTI NEGATIVI DEL PATRIMONIO SUPPLEMENTARE ,00 PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (TIER 2) ,00 PATRIMONIO DI VIGILANZA INCLUSO IL PATRIMONIO SUPPLEMENTARE ,38 14

15 TAVOLA 4 ADEGUATEZZA PATRIMONIALE Informativa qualitativa La regolamentazione prudenziale impone alle banche di dotarsi di un efficiente struttura (organizzativa e di controllo), in grado di misurare e monitorare tutte le fattispecie di rischio presenti e di produrre periodiche autovalutazioni sull adeguatezza del Capitale di Vigilanza, rispetto alla propria posizione di rischio, sia attuale che prospettica. Con riferimento al processo interno di valutazione dell adeguatezza patrimoniale (ICAAP), in attuazione dei principi di proporzionalità e di gradualità, la Banca ha deciso di adottare le metodologie semplificate che l Autorità di vigilanza ha previsto per gli intermediari appartenenti alla Classe 3. La valutazione dell adeguatezza del capitale interno è costantemente monitorata e lo stesso deve ritenersi congruo rispetto all operatività attesa per l esercizio in corso. 15

16 TAVOLA 4 Informativa quantitativa Metodologia standard Rischio di Credito e di Controparte ESPOSIZIONI Importo Nominale ( ) Importo Esposizione( ) Importo Ponderato( ) Requisito Patrimoniale( ) Amministrazioni e Banche centrali Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico Intermediari vigilati Imprese Esposizione garantite da ponderazioni al 35% e 50% Esposizioni scadute Altre esposizioni Rischio di credito e di controparte - assorbimento patrimoniale (in Euro) ,85 Rischio di Mercato Rischio tasso d interesse ,86 Rischio posizione verso cartolarizzazioni 0 Rischio Concentrazione ,37 Rischio di mercato - assorbimento patrimoniale ( ) ,23 Rischio Operativo Rischio Operativo - assorbimento patrimoniale ( ) ,71 Coefficienti Patrimoniali Total Capital Ratio (Tier 1 ratio) 17.71% 16

17 TAVOLA 5 Rischio di Credito: informazioni generali A. Informativa qualitativa La Banca, al fine di classificare le esposizioni deteriorate, si conforma alla normativa emanata in materia dall Autorità di vigilanza. Per crediti deteriorati si intendono quelli vantati nei confronti di controparti che non sono in grado di adempiere regolarmente alle obbligazioni contrattuali assunte. In base alla tipologia e alla gravità del deterioramento si distinguono le seguenti fattispecie: sofferenze, ossia esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili; incagli, ossia esposizioni nei confronti di debitori in temporanea situazione di difficoltà; ristrutturati, ossia esposizioni per le quali, a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, la Banca acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali, che danno luogo a una perdita; scaduti, ossia esposizioni diverse dalle precedenti, scadute o sconfinate da almeno 90 giorni. 17

18 TAVOLA 5 Informativa quantitativa B. Esposizioni creditizie lorde totali e medie (calcolo media dati trimestrali). Attività di rischio per Attività di rischio fuori Operazioni Derivati cassa bilancio SFT / LST Totale Media Amministrazioni e Banche centrali 4^ trim , ,23 3^ trim , ,87 2^ trim , ,99 Totali , , ,70 Intermediari vigilati 4^ trim , ,91 3^ trim , ,32 2^ trim , ,59 Totali , , ,94 Enti senza scopi di lucro 4^ trim ^ trim 6.391, ,09 2^ trim 1,03 1,03 Totali 6.528, , ,25 Imprese ed altri soggetti 4^ trim , , ,95 3^ trim , , ,31 2^ trim , , ,73 Totali , , , ,00 Esposizioni Scadute 4^ trim , ,64 3^ trim 6.357, ,22 2^ trim 4.993, ,41 Totali , , ,76 Altre esposizioni 4^ trim , ,20 3^ trim , ,21 2^ trim , ,51 Totali , , ,97 18

19 C. Distribuzione per aree geografiche (migliaia di ). Esposizione/Aree geografiche Esposizione netta Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione valore valore valore valore netta netta netta netta complessive complessive complessive complessive A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A+B) Rettifiche valore complessive 19

20 Esposizione netta Rettifiche valore specifiche Rettifiche valore di portafoglio Esposizione netta Rettifiche valore specifiche Rettifiche valore di portafoglio Esposizione netta Rettifiche valore specifiche Rettifiche valore di portafoglio Esposizione netta Rettifiche valore specifiche Rettifiche valore di portafoglio Esposizione netta Rettifiche valore specifiche Rettifiche valore di portafoglio Esposizione netta Rettifiche di valore specifiche Rettifiche valore di portafoglio Informativa al Pubblico D. Distribuzione per settore economico (migliaia di ). Governi e Banche Altri enti pubblici Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri Soggetti A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni Totale B Totale (A+B)

21 E. Distribuzione per vita residua contrattuale (migliaia di ). Voci/Scaglioni temporali A vista Da oltre 1 giorno a 7 giorni Da oltre 7 giorni a 15 giorni Da oltre 15 giorni a 1 mese Da oltre 1 mese fino a 3 mesi Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi Da oltre 6 mesi fino ad 1 anno Da oltre 1 anno fino a 5 anni Oltre 5 anni Durata indeterm. Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti Banche Clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - Banche Clientela B.2 Titoli di debito

22 Deteriorati e scaduti Alla data del 31 dicembre 2013, si riscontrano posizioni scadute per un importo complessivamente pari a ,64 euro. Nessuna rettifica di valore è stata effettuata. Sono stati omessi i dettagli di cui alle lettere (g) e (h) della Tavola 5. 22

23 TAVOLA 6 Rischio di Credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato Informativa qualitativa Per la misurazione dell esposizione al rischio di credito, la Banca ha adottato il metodo standardizzato, definito al Titolo I, Capitolo I, Parte Prima della circ. n. 263/2006 di Banca d Italia. La valutazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito è stata operata in funzione della segmentazione dei portafogli di esposizioni e dell utilizzo dei rating espressi da agenzie specializzate (c. d. External Credit Assessment Institution o ECAI ), a tal fine riconosciute dall Autorità di vigilanza. A tale riguardo, per la valutazione delle esposizioni nei confronti di soggetti vigilati e/o quotati, la Banca ha stabilito di utilizzare il rating espresso dall agenzia Moody s Investor Services. 23

24 TAVOLA 6 Informativa quantitativa Nella tabella che segue si riporta la distribuzione delle esposizioni ponderate per ciascuna classe regolamentare di attività. ESPOSIZIONI Importo nominale ( ) Importo Esposizione ( ) Importo ponderato( ) Patrimonio ( ) Amministrazioni e Banche centrali 0% T gruppo Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 100% T gruppo Intermediari vigilati 0% % % T gruppo Imprese 100% % T gruppo Esposizione garantite da ponderazioni al 35% - 50% 35% % T gruppo Esposizioni scadute 150% T gruppo Altre esposizioni 0% % % T gruppo Somma ESPOSIZIONI 0% % % % % % T gruppo

25 TAVOLA 8 Tecniche di attenuazione del rischio Informativa qualitativa Ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali, la Banca non adotta politiche di compensazione tra posizioni in bilancio e fuori bilancio. Conformemente agli obiettivi e alle politiche creditizie definite dalla Banca, la tecnica di mitigazione del rischio di credito maggiormente utilizzata si sostanzia nell acquisizione di garanzie reali su strumenti finanziari. Tali forme di garanzia sono richieste dalla normativa aziendale di riferimento. La quasi totalità delle esposizioni a medio e a lungo termine della Banca è assistita da garanzia reale. La Banca, nell applicazione della nuova normativa prudenziale, ha stabilito di utilizzare quali strumenti di CRM gli strumenti di seguito indicati: il pegno su strumenti finanziari e/o monetari inseriti in depositi (c/c o d/a), vincolati a garanzia della Banca; le ipoteche di primo grado (o di secondo grado, se previste a garanzia di aperture di credito in c/c), gravanti su immobili esclusivamente ubicati nel Trentino-Alto Adige, eventualmente integrate da fidejussione bancaria. Il valore cauzionale dell immobile residenziale dovrà essere attestato da idonea perizia estimativa, effettuata da un perito indipendente di fiducia del Cliente e gradito alla Banca, regolarmente iscritto all albo professionale; le fidejussioni bancarie. Con riferimento all acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Banca ha definito politiche e procedure idonee ad assicurare il rispetto dei requisiti previsti dalla normativa. Alle garanzie reali sono applicati gli scarti di garanzia autorizzati dal Consiglio di Amministrazione. La funzione di Risk Management monitora costantemente la capienza del valore cauzionale della garanzia ricevuta. 25

26 TAVOLA 12 Rischio Operativo Informativa qualitativa Per rischio operativo si considera il rischio di subire perdite a causa di inadeguatezze, malfunzionamenti o carenze nei processi interni, nelle risorse umane o nei sistemi utilizzati, nonché al verificarsi di eventi esterni. Tra questi è ricompreso il rischio legale, inteso come il rischio derivante dalla violazione o dalla mancanza di conformità con leggi e norme previste ed applicabili per l ambito delle attività svolte dalla Banca. Questo rischio comprende per definizione eventi riconducibili a frodi, sia esterne che interne, ivi incluse le violazioni di leggi, di regolamenti e di direttive aziendali. Esso riguarda altresì il rischio di interruzione dell operatività bancaria nonché altre disfunzioni dei suoi sistemi che possano generare l impossibilità di far fronte a impegni assunti nei confronti della clientela. Uno strumento fondamentale per gestire i rischi operativi è la predisposizione di procedure e di manuali operativi, al fine di standardizzare, per quanto possibile, lo svolgimento dei processi aziendali. Allo svolgimento di tale attività è preposta l unità Organizzazione della Banca, la quale definisce la documentazione di riferimento e cura, anche su indicazione della funzione di conformità, il periodico aggiornamento della stessa. Nel rispetto della disciplina prudenziale, la Banca ricorre per la misurazione del rischio operativo al metodo c. d. base, il quale prevede l applicazione del coefficiente regolamentare del 15% ad un indicatore del volume di operatività aziendale, individuato nel margine di intermediazione registrato negli ultimi tre esercizi. La Banca applica prudenzialmente un coefficiente regolamentare doppio (30%) rispetto a quello previsto dalla normativa di vigilanza. 26

27 TAVOLA 12 Informativa qualitativa La metodologia di calcolo adottata dalla Banca per la determinazione del capitale interno, a fronte del rischio operativo, è quella base ( Basic Indicator Approach o BIA ). Il requisito patrimoniale è determinato applicando un coefficiente del 15% alla media delle ultime 3 osservazioni su base annuale dell indicatore rilevante (margine di intermediazione), riferite alla situazione di fine esercizio. La Banca applica prudenzialmente un coefficiente regolamentare doppio (30%) rispetto a quello previsto dalla normativa di vigilanza. RISCHI OPERATIVI ( ) METODO BASE - MARGINE INTERMEDIAZIONE ANNO (T) METODO BASE - MARGINE INTERMEDIAZIONE ANNO (T-1) METODO BASE - MARGINE INTERMEDIAZIONE ANNO (T-2) Average of RISCHI OPERATIVI RISCHIO OPERATIVO - assorbimento patrimoniale ( )

28 Tavola 14 Rischio di Tasso di Interesse sulle posizioni incluse nel Portafoglio Bancario Informativa qualitativa Per rischio di tasso, la Banca considera quel rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse. Alla luce della semplice struttura del portafoglio detenuto dalla Banca, l attuale rischio di tasso deve considerarsi contenuto. La gestione del rischio di tasso è impostata al fine di determinare il capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario. A tal fine si utilizza l algoritmo semplificato per la determinazione della variazione del valore economico del portafoglio bancario, a fronte di uno shock di tasso pari a 200 punti base (cfr. allegato C, Titolo III, Capitolo 1 della circ. n. 263/2006 di Banca d Italia). Per quanto attiene al rischio di tasso di interesse, l'esposizione della Banca è stata rilevata con riferimento al complesso delle attività e delle passività iscritte a bilancio. Conformemente a quanto prescritto dal 6 aggiornamento della circ. n. 263/2006 di Banca d Italia, i c/c attivi sono classificati nella fascia "a vista", mentre la somma dei c/c passivi e dei depositi liberi è da ripartire secondo le seguenti indicazioni: nella fascia "a vista", convenzionalmente, una quota fissa del 25%; per il rimanente importo, nelle successive otto fasce temporali (da "fino a 1 mese" a "4-5 anni"), in misura proporzionale al numero dei mesi in esse contenuti. Nella precedente normativa i c/c passivi e i depositi liberi erano collocati nella fascia a vista, sino a concorrenza dell importo dei c/c attivi, mentre per il rimanente importo nelle successive quattro fasce temporali (da fino a 1 mese a 6 mesi 1 anno ), in misura proporzionale al numero dei mesi in esse contenuti. Il nuovo trattamento comporta un maggior assorbimento patrimoniale in sede di misurazione dell'esposizione al rischio di tasso, con conseguente discontinuità nella relativa serie storica. Lo scenario di stress è desunto mantenendo immutata la struttura per bucket attuale ed incrementando ogni singolo bucket per una costante moltiplicativa pari ad 1,5. 28

29 Tavola 14 Informativa quantitativa Coerentemente con il metodo di misurazione del rischio di tasso di interesse adottato si riepiloga la variazione del valore del patrimonio conseguente ad uno shock di +200 bp parallelo. Fasce Tasso 01. A vista e revoca Attività ( ) Passività ( ) Netta ( ) f. pond. % Netta pond. ( ) fino a 1 mese da oltre 1 mese a 3 mesi 04. da oltre 3 mesi a 6 mesi 05. da oltre 6 mesi a 1 anno 06. da oltre 1 anno a 2 anni 07. da oltre 2 anni a 3 anni 08. da oltre 3 anni a 4 anni 09. da oltre 4 anni a 5 anni 10. da oltre 5 anni a 7 anni 11. da oltre 7 anni a 10 anni 12. da oltre 10 anni a 15 anni 13. da oltre 15 anni a 20 anni oltre 20 anni T. fasce Tasso Patrimonio di vigilanza Rischio tasso % 7.35% 29

30 Tavola 15 - SISTEMI E PRASSI DI REMUNERAZIONE E INCENTIVAZIONE Informativa qualitativa La Banca ha adottato una politica in materia di remunerazione e incentivazione, conforme alle disposizioni emanate in materia dalla Banca d Italia. Il Consiglio ha deliberato, in base la principio di proporzionalità, di: non istituire un Comitato Remunerazione ; identificare proporzionalmente il personale più rilevante, limitatamente alle figure non già puntualmente definite dalla normativa. Consiglio di Amministrazione L indennità spettante ai consiglieri è fissata dall Assemblea e si compone di un gettone di presenza e di una indennità di carica, commisurata al ruolo ricoperto in seno all organo. Non è prevista nessuna componente variabile né l attribuzione di ulteriori elementi incentivanti. Collegio Sindacale La retribuzione dei componenti del Collegio Sindacale è fissata in conformità alle tariffe previste dall Ordine dei dottori commercialisti, così come deliberato dall Assemblea. Non è prevista nessuna componente variabile. Personale più rilevante Per i membri della Direzione Generale non è prevista nessuna componente variabile né l attribuzione di elementi incentivanti, fatta eccezione per il Direttore Generale al quale è attribuito a titolo di fringe benefit l utilizzo di un autovettura aziendale. Per i responsabili delle funzioni aziendali di controllo non è previsto alcun sistema incentivante. I relativi compensi sono stabiliti in conformità alle significative responsabilità ricoperte e all impegno connesso con il ruolo svolto. In merito ai responsabili delle restanti funzioni aziendali, il sistema di remunerazione ed incentivazione prevede esclusivamente il riconoscimento della remunerazione ordinaria, corrispondente all inquadramento previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), senza alcuna concessione di elementi retributivi variabili o incentivanti, in aggiunta a quanto previsto per la totalità dei dipendenti dall accordo integrativo aziendale. Fa eccezione l eventuale riconoscimento di assegni ad personam, comunque collegati a progetti di particolare rilevanza per la Banca, nonché preventivamente approvati in sede consiliare su proposta della Direzione Generale. Per nessun soggetto appartenente alle categorie fin qui analizzate sono previste concessioni di accordi pensionistici e/o di fine rapporto, né altre forme di remunerazione variabile e/o incentivante ovvero fringe benefit. 30

31 Personale non rilevante e collaboratori A tutto il personale dipendente di Südtirol Bank, non rientrante nelle categorie di cui al paragrafo precedente, la Banca concede esclusivamente la retribuzione ordinaria corrente, prevista dalla contrattazione collettiva per l inquadramento di ciascun dipendente nonché, per taluni nominativi, il riconoscimento di assegni ad personam, di importo comunque non significativo. Per specifiche esigenze, prevalentemente di carattere consultivo, la Banca si avvale di collaboratori esterni con i quali sono stati stipulati contratti di forma e contenuto diverso. Di norma nessuno di questi soggetti gode di remunerazioni variabili e/o incentivanti; eventuali eccezioni devono essere specificamente approvate in sede consiliare. A tutto il personale dipendente della Banca è riconosciuto un incentivo annuale, corrisposto in occasione della retribuzione mensile di luglio, nella misura definita dai parametri indicati nel contratto integrativo aziendale. Promotori Finanziari Nell ambito della politica di remunerazione ed incentivazione, particolare rilevanza assume il trattamento riservato ai Promotori Finanziari che, in considerazione dell orientamento strategico e del modello di sviluppo perseguito dalla Banca, rappresentano l unica rete commerciale 3. La rete dei Promotori Finanziari è formata esclusivamente da titolari di mandato di agenzia. Le figure manageriali, operanti all interno della rete con funzioni di coordinamento e selezione, nonché gli assistenti della Direzione Commerciale operanti sul territorio, sono anch essi inquadrati con mandati di agenzia. Per tutti i Promotori Finanziari della Banca, il mandato prevede la corresponsione, ad integrale e complessivo corrispettivo per l attività svolta, di una provvigione sugli affari conclusi, calcolata moltiplicando le aliquote corrispondenti al livello di inquadramento assegnato con la base imponibile relativa a ciascun prodotto collocato. I piani di remunerazione, causalmente ricollegati all apporto iniziale di clientela preesistente, già acquisita dal Promotore presso altro intermediario e trasferita presso la Banca, non rientrano fra le provvigioni incentivanti, in linea con quanto affermato da Assoreti. 3 La Banca è priva sia di un canale di vendita tradizionale, quale quello rappresentato dalla presenza di sportelli sul territorio, che di un canale virtuale ( on-line banking). 31

32 Informativa quantitativa L informativa è fornita nel rispetto dei principi in materia dei dati personali e in attuazione del principio di proporzionalità di cui alle menzionate Disposizioni. Remunerazione complessiva del Consiglio di Amministrazione (4 Consiglieri): euro (retribuzione fissa: 100 percento). Remunerazione complessiva del Collegio Sindacale ( 3 Membri): euro (retribuzione fissa: 100 percento). Remunerazione Dirigenti (2 membri della Direzione Generale e 2 responsabili di unità organizzative): euro (retribuzione fissa: 100 percento). 32

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