METODI DI DETERMINAZIONE

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1 FEBBRE

2 LA FEBBRE Condizione fisiopatologica caratterizzata da un innalzamento della temperatura corporea sopra la norma non causata da variazioni della temperatura ambiente.

3 METODI DI DETERMINAZIONE - Termometro a mercurio - Cute ben asciutta senza sudore - Non applicare borse calde o fredde - Non dopo esercizio fisico o assunzione di cibo - Sede di determinazione: ascellare o inguinale; rettale (preferibile nel piccolo sia per la rapidità che per la maggiore attendibilità, in quanto più aderente alla temperatura interna) - Durata opportuna (7 minuti per l'ascellare-inguinale; 1 minuto per la rettale)

4 COME misurare la febbre T. a mercurio -Preciso -Affidabile -Basso costo -Uso in diverse sedi T. a infrarossi -Tempo di mis. breve -Gradito da genitori e bambino -Sicuro T. Elettronici -Tempo di mis. breve -Uso in diverse sedi -Tempo di mis. lungo -Pericolo di rottura - Precisione non elevata - Meno preciso dei t. a mercurio Strisce reattive -Tempo di mis. breve -Atossici -Infrangibili - Scarsa precisione

5 FEBBRE Microrganismi: Virus Batteri Spirochete Funghi Malattie immunitarie Traumi meccanici Emolisi Trombosi Embolie Prodotti microbici: Endotossine Esotossine Polissacaridi fungini neoplasie Agenti infiammatori: Sali biliari Cristalli acido urico Cristalli silice Componenti del complemento (C5a) Malattie metaboliche (gotta, diabete)

6 Patogeno (pirogeno esogeno) Risposta Infiammatoria Produzione citochine (pirogeno endogeno) Produzione PGE2: effetto sui centri regolatori Aumento temperatura di riferimento

7 PIROGENI Definizione: molecole capaci di aumentare la T corporea Il loro effetto è indiretto Mediato in particolare da citochine pirogeniche Pirogeni esogeni Di origine batterica: liposaccaride endotossico dei batteri Gram neg, tossine degli Stafilococchi aurei Altri: sostanze liberate in caso d infezione virale Pirogeni endogeni Di origine cellulare: liberati durante il processo di necrosi cellulare (elementi della cromatina, ATP, ADP, frammenti di membrana plasmatica)

8 I vari tipi di febbre L intensità 2 parametri essenziali L andamento

9 CLASSIFICAZIONE DELLA FEBBRE IN BASE ALL'INTENSITA Temp. subfebbrile C Febbricola C Febbre moderata C Febbre elevata C Iperpiressia > 40 C

10 ANDAMENTO DELLA FEBBRE 1. FASE DEL RIALZO TERMICO O PRODROMICA: oggettiva sensazione di freddo ed eventuale comparsa del brivido, e riscontro obiettivo di pallore cutaneo per la vasocostrizione. Aumento della termogenesi e riduzione della termodispersione 2. FASE DEL FASTIGIO (o ACME): la termoregolazione si è aggiustata a un livello più alto e la TC resta abbastanza costante. Manca la sensazione di freddo e il brivido 3. FASE DELLA DEFERVESCENZA: sensazione di caldo e abbassamento della TC

11 ASCESA: temperatura Termodispersione diminuisce: vasocostrizione Termogenesi aumenta: contrazione muscolare, aumento del metabolismo PALLORE FREDDO CONTRAZIONE MUSCOLI ERETTORI DEI PELI BRIVIDI

12 FASTIGIO: Temperatura si arresta DEFERVESCENZA: VASODILATAZIONE temperatura VASODILATAZIONE SUDORAZIONE CRISI (rapida) LISI (lenta)

13

14 Tipi di febbre Tipi di febbre: il rialzo termico febbrile assume andamenti caratteristici a seconda delle cause. Febbre continua: si mantiene sempre al di sopra dei 37 C nonostante le oscillazioni giornaliere (tifo Salmonella Typhi) Febbre remittente: la temperatura rimane sempre al di sopra di 37 C anche se nel corso della giornata si hanno variazioni molto alte anche un grado- (febbre settica-setticemia)

15 Febbre intermittente: si hanno dei picchi ipertermici alternati a fasi (ore o giorni) di apiressia (assenza di febbre): nella malaria a seconda dell agente eziologico (plasmodium) si ha una febbre quotidiana, terzana (febbre il primo giorno, apiressia il secondo e febbre il terzo) o quartana (febbre il primo giorno, apiressia per due giorni e febbre il quarto)

16 Febbre malarica

17 Febbre ondulante: si hanno cicli febbrili e afebbrili che durano vari giorni con passaggio graduale (per lisi) dagli uni agli altri (brucellosi) Febbre ricorrente: come sopra ma il passaggio fra una fase è l altra e per crisi (linfoma di Hodgkin)

18 Sintomi e segni associati alla febbre Sintomi sistemici: cefalea, artralgie, mialgie, malessere generale Brividi, accompagnati da battito dei denti e scuotimento nel letto (rari nelle viremie, più frequenti nelle batteriemie, nei linfomi e nelle vasculiti) Sudorazione Modificazione dello stato mentale (ottundimento, irritabilità, delirio soprattutto nei pazienti anziani) Convulsioni (nei neonati e nei bambini con meno di 5 aa) Herpes labialis da slatentizzazione del virus

19 EFFETTI DELLA FEBBRE SU ORGANI E APPARATI: SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO: -prevalenza del sistema neurovegetativo simpatico che induce vasocostrizione (nel periodo prodromico). Vasodilatazione nel periodo della defervescenza -tachicardia circa 8-10 battiti al minuto oltre la frequenza di base, per ogni grado di temperatura al di sopra dei 37 C. APPARATO RESPIRATORIO: polipnea /tachipnea (aumento degli atti respiratori nellunità di tempo) APPARATO DIGERENTE: disappetenza, nausea e talora vomito SNC: torpore, astenia, adinamia muscolare

20 A cosa serve la febbre? Si tratta di una risposta (molto costosa in termini energetici) mantenuta durante tutta l evoluzione quindi deve certamente servire a qualcosa! ü Alcuni microrganismi muoiono a temperature raggiunte durante la febbre (spirochete > 41 C; pneumococchi 40 C), quindi almeno nelle infezioni sembra essere utile; ü La funzionalità dei leucociti è fortemente aumentata (mobilità per es) dall aumento della temperatura; ü la efficacia del TNF nell uccidere le cellule tumorali è aumentata. E utile curare la febbre? Le febbri superiori ai C sono generalmente pericolose.

21 TERAPIA DELLA FEBBRE EZIOLOGICA: antibiotici, cortisonici SINTOMATICA: a) TERAPIA FISICA : borse di ghiaccio, spugnature con acqua e alcool, poche coperte, ADEGUATA IDRATAZIONE b) ANTIPIRETICI: 1)ACIDO ACETIL-SALICILICO (Aspirina, Cemirit, Bufferin) alla dose di mg/kg/dose ripetibile 2) ACETIL-SALICILATO DI LISINA (Flectadol, Aspegic) 3) PARACETAMOLO (Tachipirina, Puernol) alla dose di 10 mg/kg/dose ripetibile (dopo 4-6 ore); puo' essere associato ai precedenti, ma l'effetto antipiretico è lo stesso, anche se forse un pò più prolungato (6 ore). 4) PIRAZOLONICI (Novalgina, Causith)

22 PATOGENESI GENERALE DELLA FEBBRE INFEZIONE esogeni PIROGENI NECROSI endogeni PGE2 IPOTALAMO Attivazione della neotermogenesi vasocostrizione risposte neuroendocrine brividi

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